Relazione Elena de Lorenzi 'I Quari' - AssoUtenti
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SITUAZIONE DELLE FERROVIE DEL VENETO <br />
Da quando la gestione <strong>de</strong>l trasporto su ferro regionale è passata alle regioni il servizio è <br />
nettamente peggiorato: il problema principale, a nostro avviso, è l'assoluta incompetenza di <br />
chi <strong>de</strong>ve <strong>de</strong>ci<strong>de</strong>re; inoltre c’è scarsità di trasparenza, in quanto non si riesce ad avere il <br />
contratto di servizio tra regione e Trenitalia. <br />
Gli interventi per il miglioramento <strong>de</strong>l trasporto locale si sono sempre trasformati in <br />
interventi volti a migliorare la viabilità e non le ferrovie. Ok i sotto/sovrappassi per eliminare <br />
i PL che sono tantissimi (su certe linee più di 1 a km). Spesso però la scusa di creare i sovra e <br />
sotto passi permette ai comuni di creare tangenziali (che crescono da noi come funghi!) e i <br />
benefici alle ferrovie sono pressochè nulli. <br />
La situazione non è <strong>de</strong>lle migliori; si registrano frequentissimi ritardi che causano non pochi <br />
disagi per stu<strong>de</strong>nti e lavoratori. <br />
Negli ultimi anni Trenitalia ha fatto <strong>de</strong>i tagli drastici anche nelle linee principali (es.MI‐VE) <br />
per cui spesso non solo non si trova il posto a se<strong>de</strong>re ma si resta in piedi in condizioni <br />
disumane durante l’intero tragitto, con persone che si sentono svenire o che accusano <br />
problemi di vario tipo. <br />
La soppressione <strong>de</strong>i treni è da noi ormai ingente; spesso, durante la giornata, si contano <br />
almeno due cancellazioni, con grave disagio per tutti. <br />
Spesso si notano treni con mancanza di aria condizionata o con carenza di manutenzione in <br />
generale. <br />
Molte stazioni sono ormai abbandonate, con macchinette per biglietti non funzionanti, <br />
obliteratrici inesistenti o rotte da anni (vedi es. Montagnana, linea MN‐Monselice) <br />
CHI SIAMO <br />
Sono la segretaria <strong>de</strong>ll’Associazione Ferroviaria “I Quari” di Cologna Veneta, in provincia di <br />
Verona. La nostra associazione è nata in seguito alla costituzione di un comitato spontaneo di <br />
cittadini <strong>de</strong>nominato “Una stazione per Cologna Veneta” avente lo scopo di sensibilizzare le <br />
comunità situate lungo la ex linea ferroviaria Ostiglia‐Treviso affinché si potesse riflettere <br />
concretamente sulla possibilità e opportunità di un possibile ripristino in chiave ferroviaria <br />
<strong>de</strong>ll’intera linea o anche solo di una sua parte, in particolare il tratto che va dalla cittadina di <br />
Legnago alla cittadina di Grisignano di Zocco. Legnago è situata lungo la linea Mantova‐<br />
Monselice mentre Grisignano di Zocco lungo la linea Milano‐Venezia. <br />
Uno <strong>de</strong>gli obiettivi quindi <strong>de</strong>ll’Associazione è quello di mettere in atto ogni forma possibile di <br />
pressione e sensibilizzazione a tutti i livelli per riuscire a riattivare almeno il tratto sud<strong>de</strong>tto <br />
che collegherebbe due altre ferrovie funzionanti. Fra l’altro, potrebbe <strong>de</strong>congestionare <br />
parzialmente il traffico <strong>de</strong>lla Milano‐Venezia, sia per quanto riguarda il trasporto di <br />
passeggeri diretti a Vicenza, Padova e Venezia (soprattutto stu<strong>de</strong>nti!) sia per quanto riguarda <br />
il trasporto merci. <br />
L’associazione, nell’ultimo anno, ha avviato un’indagine sull’ipotetica movimentazione <strong>de</strong>lle <br />
merci che interesserebbero questo tratto: i dati ottenuti sono stati incoraggianti, alcune <br />
azien<strong>de</strong> si dicono disposte, in caso di ripristino ferroviario, ad aumentare la quantità di merce <br />
da far arrivare via treno; altre azien<strong>de</strong>, lontane qualche km dalla linea, sono disposte a <br />
spostare il luogo di lavoro vicino alla linea pur di poter servirsi <strong>de</strong>lla ferrovia. Un <br />
imprenditore, da noi contattato, sarebbe disposto ad avviare uno studio di fattibilità gratuito <br />
ed investire sul progetto vero e proprio, perché, a suo dire, vi sono i presupposti, però, <br />
tuttoggi , lo scoglio maggiore lo si riscontra nell’accordare e nel creare un dialogo costruttivo <br />
presso i comuni, le province e la Regione che si dimostrano ancora molto tiepidi verso le
nostre proposte e si arroccano sempre sulla ormai frase fatta ” PROGETTO INTERESSANTE <br />
MA NON CI SONO SOLDI!” Tuttavia siamo tutti a conoscenza <strong>de</strong>i progetti faraonici che in <br />
Veneto si stanno portando avanti riguardo la costruzione di stra<strong>de</strong> e autostra<strong>de</strong> per miliardi, <br />
non milioni, di euro!!! (vedi autostrada Valdastico Sud e Pe<strong>de</strong>montana!), progetti avversati da <br />
molti ed anche dalle associazioni ambientalistiche che, a nostro avviso, non avranno alcuna <br />
ricaduta positiva nell’economia locale, anzi! <br />
Noi, non convinti quindi da queste affermazioni che provengono dal mondo politico, ed anzi <br />
convinti più che mai che i soldi ci sono ma ci sono anche scelte politiche da farsi, continuiamo <br />
nella nostra attività. Supportati anche dalla comunità ebraica, che ve<strong>de</strong> con un certo interesse <br />
il nostro progetto (che inclu<strong>de</strong>rebbe attività ed eventi rivolti ad una riflessione sul tragico <br />
periodo <strong>de</strong>lla Shoah), e supportati anche da associazioni ambientalistiche e dall’associazione <br />
Ostiglia ciclabile, abbiamo ipotizzato una ferrovia affiancata da pista ciclabile, dal momento <br />
che la larghezza <strong>de</strong>l sedime, concepito per una ferrovia a doppio binario, ce lo consente. <br />
Questo progetto ci permetterebbe di realizzare il progetto regionale Via Ostiglia, un’immensa <br />
pista ciclabile che percorre in tutta la sua lunghezza originaria la linea, affiancata da un tratto <br />
di ferrovia che verrebbe incontro alle esigenze di stu<strong>de</strong>nti, lavoratori ed imprenditori locali, <br />
oltre che alle esigenze <strong>de</strong>ll’ambiente, sempre più trafficato e inquinato. Pure l’attività turistica <br />
ne potrebbe trarre vantaggio. <br />
La zona <strong>de</strong>l basso veronese e vicentino, fra l’altro risulta pressoché isolata; i mezzi pubblici, <br />
sostitutivi <strong>de</strong>ll’ex ferrovia, risultano insufficienti ed ina<strong>de</strong>guati alle esigenze <strong>de</strong>i cittadini; <br />
inoltre la qualità <strong>de</strong>l servizio che offrono è scarsa: tempi lunghi di percorso, poche corse <br />
giornaliere, un’immensità di fermate. Per arrivare a Verona o a Vicenza si impiega il doppio <br />
<strong>de</strong>l tempo che occorre con l’auto; pertanto questi mezzi sono scarsamente usati. Purtroppo, <br />
quando si sopprime una ferrovia l’epilogo è drammaticamente questo: pochi autobus <br />
sostitutivi e, poco alla volta ci si a<strong>de</strong>gua all’uso <strong>de</strong>ll’auto. Da noi è successo così: tutti usano <br />
l’auto per spostarsi con conseguenti problemi di traffico, inquinamento e sicurezza stradale! <br />
Facciamo presente, inoltre, un fatto che ci indigna fortemente come cittadini: il tratto che va <br />
dal nostro paese, Cologna Veneta, alla cittadina di Legnago (circa 14Km), risulta ancora <br />
formalmente attivo, in regime di raccordo ma… mistero… non ci sono più i binari; ora al posto <br />
<strong>de</strong>i binari c’è un pezzo di variante stradale, lunga 600m, non costruita con tutte le carte in <br />
regola: segnalata la cosa a mezzo mondo (Ministero compreso!) ci è stato risposto, dallo <br />
stesso ministero, che purtroppo questo è il malcostume italiano, purtroppo le cose in Italia <br />
vanno così!!! (lascio a voi ogni riflessione!!!) <br />
COSA FARE <br />
Noi associazione, a questo punto, avvertiamo fortemente l’esigenza di far rete con altre <br />
associazioni simili alla nostra o comunque interessate a portare avanti un discorso comune <br />
sull’esigenza <strong>de</strong>l rafforzamento o potenziamento <strong>de</strong>l trasporto pubblico in Italia, anziché <br />
continuare nella forsennata fase di taglio. Questo è il motivo principale <strong>de</strong>lla mia presenza qui <br />
oggi. <br />
In secondo luogo avvertiamo l’esigenza di conoscerci tra noi e di condivi<strong>de</strong>re i problemi di <br />
altri: siamo coscienti <strong>de</strong>l fatto che ogni realtà, avendo una storia propria, stia affrontando <br />
come più ritiene opportuno, i problemi legati ai trasporti pubblici nel proprio territorio, ma <br />
siamo anche <strong>de</strong>l parere che, comunque, si possano anche mettere in atto iniziative comuni per <br />
fra fronte anche al problema <strong>de</strong>lla singola località (vedi ad esempio i problemi <strong>de</strong>lle ferrovie <br />
<strong>de</strong>l Piemonte e quelli <strong>de</strong>lla zona di Avellino); il problema di uno <strong>de</strong>ve diventare il problema di <br />
tutti, solo così a nostro avviso la “lotta” per il trasporto pubblico sarà più incisiva. <br />
In terzo luogo, a nostro avviso, un coordinamento potrebbe servire a stimolare uno stato <br />
sordo e dormiglione sul tema trasporto pubblico a cambiare rotta per incentivare un
trasporto pubblico integrato (ferrovia, autobus, tramvia,…) efficiente e mo<strong>de</strong>rno secondo gli <br />
standard europei. <br />
In quarto luogo, come accennato in più punti, è ora di ragionare in modo sistemico e meno <br />
locale; il coordinamento potrebbe lavorare per migliorare gli orari <strong>de</strong>i trasporti <strong>de</strong>ll’intera <br />
rete nazionale, per coordinare meglio tutti i mezzi di trasporto pubblico, per consentire di <br />
usufruire di un miglior servizio, individuando di volta in volta, eventuali sprechi ma anche gli <br />
investimenti da fare, ponendosi quindi in modo propositivo e collaborativo presso il <br />
Ministero. <br />
Quinto punto: sarebbe il caso anche di poter studiare meglio i mo<strong>de</strong>lli di trasporto pubblico <br />
maggiormente funzionanti in Italia e all’estero e cercare di esten<strong>de</strong>re i vantaggi di tali mo<strong>de</strong>lli <br />
su rete nazionale. <br />
Sesto punto: sarebbe opportuno che tale coordinamento divenisse solido e autorevole e che <br />
fosse conosciuto anche dai media; <strong>de</strong>ve diventare sempre più un interlocutore essenziale <br />
presso il Ministero ed un suo collaboratore. <br />
Settimo punto: sarebbe opportuno che in ogni regione ci fosse una sola società che gestisce <br />
tutti i trasporti (noi abbiamo, oltre a Trenitalia anche ATV, Sistemi Territoriali, Sita, ecc…) <br />
Ottava proposta: che sia previsto per legge il divieto di ridurre la capacità <strong>de</strong>lle linee (in molte <br />
stazioni vengono tolti i binari di incrocio : vedi Ospedaletto, Villabartolomea per esempio) <br />
peggiorando la fluidità <strong>de</strong>lla circolazione e peggiorando i ritardi. <br />
Nona richiesta: investire sul <strong>de</strong>coro di tutte le linee ferroviarie; i turisti che vengono a visitare <br />
le nostre località sono impressionati dal senso di <strong>de</strong>solazione che vi si respira: erba alta, <br />
stazioni abbandonate e diroccate, collegamento con i centri e servizi inesistenti; come ben <br />
sappiamo il turismo è uno <strong>de</strong>i motori <strong>de</strong>ll’economia <strong>de</strong>l Paese, quindi vale davvero la pena <br />
ripensare ad un investimento più consistente in esso. D’altra parte, vorremmo che si lavorasse <br />
per trovare una soluzione all’occupazione abusiva di stazioni e caselli, non più utilizzati, da <br />
parte di persone clan<strong>de</strong>stine; vorremmo che fossero assegnati a famiglie che si impegnano a <br />
mantenervi un certo <strong>de</strong>coro. <br />
Decima richiesta: (proveniente da un consigliere regionale) <br />
Puntare molto sul collegamento con l'est Europa! Proseguire con gli investimenti strutturali <br />
nel nord est preoccupandosi di garantire i collegamenti internazionali, superando il <br />
diaframma esistente ai nostri confini! <br />
CONCLUSIONE <br />
Noi siamo fortemente convinti che lo sviluppo di un paese dipenda molto dalle sue <br />
infrastrutture e quindi dai mezzi di trasporto. Il nostro paese, Cologna Veneta, ha conosciuto il <br />
periodo di massimo splendore dall’inizio <strong>de</strong>l ‘900 fino agli anni ’60 quando era dapprima <br />
servito da una tramvia e poi dalla ferrovia: in quegli anni avevamo <strong>de</strong>i servizi che ora <br />
purtroppo mancano e l’intera comunità ne ha poi risentito. Nella gente è quindi subentrata la <br />
rassegnazione e si è ripiegato sull’uso <strong>de</strong>ll’auto che, ultimamente, diviene più costosa di un <br />
figlio. A nostro avviso, la crisi in atto ci <strong>de</strong>ve spronare a cambiare rotta ed imboccare la strada <br />
<strong>de</strong>lla mobilità sostenibile, resta a noi cogliere l’opportunità di fare ciò mettendo in campo le <br />
competenze che ognuno di noi possie<strong>de</strong> e creando un dialogo costruttivo che possa portare ai <br />
risultati sperati che tutti noi ci auguriamo. <br />
<br />
Grazie!!! <br />
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