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LA BALLATA DELLA VERITÀ - Egidio Bertoli

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Nel mese di marzo 1998, mentre ero impegnato ad analizzare programmi commerciali e industriali<br />

inerenti prodotti di mia invenzione, casualmente ebbi modo di parlare con il sig. Albino Pietroboni,<br />

mio conoscente da anni il quale, dopo aver ascoltato i contenuti e le finalità dei miei progetti, mi<br />

consigliò di incontrare un suo amico, l’Ing. Umberto Manola, inventore di lunga data che nell’arco<br />

di oltre trenta anni di ricerca nel campo molitorio e delle biomasse in genere, aveva realizzato<br />

numerosi brevetti e relativi Know-how per la messa in opera e lo sfruttamento di una tecnologica<br />

denominata DIMOS. (Dry Molecolar System), che vantava essere unica al mondo, estremamente<br />

importante per separare la biomassa senza generare nessun tipo di residuo inquinante ed efficace per<br />

sfruttare fonti alternative di energia riguardanti i principali settori industriali quali: le industrie<br />

alimentari (umane e zootecniche), chimiche, farmaceutiche, della cosmesi, della trasformazione dei<br />

prodotti organici e inorganici attraverso l’utilizzazione degli scarti agro-alimentari.<br />

Incuriosito e suggestionato dalle possibilità d’impiego di tale “sistema tecnologico”, così come<br />

descrittomi dal sig. Pietroboni, accettai di conoscere l’Ing. Umberto Manola che incontrai presso la<br />

mia abitazione verso la metà del mese di aprile dello stesso anno.<br />

Durante la riunione, alla presenza dei sigg. Pietroboni, Emanuele Lissignoli, Giuseppe Rampinelli e<br />

del Rag. Costanzo Venturini, l’Ingegnere illustrò e documentò le smisurate potenzialità dei suoi<br />

brevetti e relativo Know-how, il cui sfruttamento avrebbe comportato ingenti profitti economici.<br />

Tecnicamente il risultato, la cui maggiore prerogativa riguardava la possibilità effettiva di estrarre,<br />

nel caso di materia organica, le proprietà organolettiche di base senza rottura della molecola chimica,<br />

lo aveva materializzato in successione con una serie di impianti ampiamente testati e industrializzati,<br />

a livello internazionale, presso le aziende BHULER (CH), MIAG (D) ed altre realtà industriali<br />

operanti da diversi anni in varie province del territorio estero e nazionale: Ferrara; Viterbo; Parma,<br />

Inghilterra, Spagna Francia, Olanda, Germania.<br />

A suo dire era un “sistema tecnologico” dalle vastissime potenzialità applicative nel campo della<br />

alimentazione umana, animale e della produzione di bioenergie.<br />

Precisò, che i suoi impianti non erano utopia, ma realmente esistenti, perfettamente funzionanti,<br />

collaudati e industrializzati. Ciò che erano in grado di produrre, inserendoli nell’industria molitoria e<br />

di trasformazione non aveva limiti e che, soprattutto, erano idonei per appagare qualsiasi esigenza<br />

industriale settoriale. Nel contempo potevano produrre notevoli quantità di basi alimentari da<br />

destinare anche alle popolazioni più bisognose. A maggior sostegno delle sue affermazioni mi<br />

sottopose una copiosa documentazione tecnica, scientifica, giornalistica, contrattuale ed un’infinità di<br />

altri documenti, incluso due videocassette dimostrative sul funzionamento della sua tecnologia dal<br />

titolo “Biomasses a good reserve of Energy”.<br />

Fatto sta che l’Ing. Umberto Manola, con la sua enfatica descrizione del suo “sistema DIMOS” e con<br />

l’entusiasmante supporto del sig. Pietroboni, finì per coinvolgermi totalmente.<br />

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