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LA BALLATA DELLA VERITÀ - Egidio Bertoli

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<strong>Egidio</strong> <strong>Bertoli</strong><br />

Prima Parte<br />

<strong>LA</strong> BAL<strong>LA</strong>TA DEL<strong>LA</strong> <strong>VERITÀ</strong><br />

(allegretto andante un poco maestoso, per violini e fiati)<br />

La verità… la verità… la verità…<br />

Ma cosa è dunque mai sta verità?<br />

È un animale in fase di estinzione?<br />

No no no no, no no no no, no no no no.<br />

È una parola arcaica e fuori uso?<br />

No no no no, no no no no, no no no no.<br />

È un concetto che esprime un sentimento?<br />

No no no no, no no no no, no no no no.<br />

È forse un pianto, un grido, un lamento?<br />

No no no no, no no no no, no no no no.<br />

Ma cosa è allora mai sta verità?<br />

La verità è una grande mercenaria,<br />

leggera e fresca a volte come l’aria,<br />

ma come l’aria anche lei s’inquina<br />

e proprio come l’aria al vil denar s’inchina.<br />

La la la la, la la la la, la la la la...<br />

NOTA<br />

I fatti narrati corrispondono alla realtà.


Nel mese di marzo 1998, mentre ero impegnato ad analizzare programmi commerciali e industriali<br />

inerenti prodotti di mia invenzione, casualmente ebbi modo di parlare con il sig. Albino Pietroboni,<br />

mio conoscente da anni il quale, dopo aver ascoltato i contenuti e le finalità dei miei progetti, mi<br />

consigliò di incontrare un suo amico, l’Ing. Umberto Manola, inventore di lunga data che nell’arco<br />

di oltre trenta anni di ricerca nel campo molitorio e delle biomasse in genere, aveva realizzato<br />

numerosi brevetti e relativi Know-how per la messa in opera e lo sfruttamento di una tecnologica<br />

denominata DIMOS. (Dry Molecolar System), che vantava essere unica al mondo, estremamente<br />

importante per separare la biomassa senza generare nessun tipo di residuo inquinante ed efficace per<br />

sfruttare fonti alternative di energia riguardanti i principali settori industriali quali: le industrie<br />

alimentari (umane e zootecniche), chimiche, farmaceutiche, della cosmesi, della trasformazione dei<br />

prodotti organici e inorganici attraverso l’utilizzazione degli scarti agro-alimentari.<br />

Incuriosito e suggestionato dalle possibilità d’impiego di tale “sistema tecnologico”, così come<br />

descrittomi dal sig. Pietroboni, accettai di conoscere l’Ing. Umberto Manola che incontrai presso la<br />

mia abitazione verso la metà del mese di aprile dello stesso anno.<br />

Durante la riunione, alla presenza dei sigg. Pietroboni, Emanuele Lissignoli, Giuseppe Rampinelli e<br />

del Rag. Costanzo Venturini, l’Ingegnere illustrò e documentò le smisurate potenzialità dei suoi<br />

brevetti e relativo Know-how, il cui sfruttamento avrebbe comportato ingenti profitti economici.<br />

Tecnicamente il risultato, la cui maggiore prerogativa riguardava la possibilità effettiva di estrarre,<br />

nel caso di materia organica, le proprietà organolettiche di base senza rottura della molecola chimica,<br />

lo aveva materializzato in successione con una serie di impianti ampiamente testati e industrializzati,<br />

a livello internazionale, presso le aziende BHULER (CH), MIAG (D) ed altre realtà industriali<br />

operanti da diversi anni in varie province del territorio estero e nazionale: Ferrara; Viterbo; Parma,<br />

Inghilterra, Spagna Francia, Olanda, Germania.<br />

A suo dire era un “sistema tecnologico” dalle vastissime potenzialità applicative nel campo della<br />

alimentazione umana, animale e della produzione di bioenergie.<br />

Precisò, che i suoi impianti non erano utopia, ma realmente esistenti, perfettamente funzionanti,<br />

collaudati e industrializzati. Ciò che erano in grado di produrre, inserendoli nell’industria molitoria e<br />

di trasformazione non aveva limiti e che, soprattutto, erano idonei per appagare qualsiasi esigenza<br />

industriale settoriale. Nel contempo potevano produrre notevoli quantità di basi alimentari da<br />

destinare anche alle popolazioni più bisognose. A maggior sostegno delle sue affermazioni mi<br />

sottopose una copiosa documentazione tecnica, scientifica, giornalistica, contrattuale ed un’infinità di<br />

altri documenti, incluso due videocassette dimostrative sul funzionamento della sua tecnologia dal<br />

titolo “Biomasses a good reserve of Energy”.<br />

Fatto sta che l’Ing. Umberto Manola, con la sua enfatica descrizione del suo “sistema DIMOS” e con<br />

l’entusiasmante supporto del sig. Pietroboni, finì per coinvolgermi totalmente.<br />

1


Seguirono altri incontri, determinati per convincermi sulla concreta fattibilità del “sistema”, sul<br />

conseguente alto profitto e sulla necessità per lui di concludere in tempi brevi le trattative con me,<br />

perché nel frattempo stava valutando un’allettante proposta dell’Ing. Enrico Artioli al fine di cedere<br />

la tecnologia alla società AIRBANG, con sede in Vaduz (FL) la quale, dopo aver preso visione delle<br />

caratteristiche del suo Know-how, era venuta nella determinazione di acquistare degli impianti alle<br />

condizioni espresse con una lettera d’intenti giacente presso lo Studio Bianchi di Pistoia.<br />

Successivamente, con i sigg. Lissignoli e Rampinelli e alcuni professionisti, come il Rag. Venturini,<br />

l’Avv. Maurizio Gallo, il Rag. Pierluigi Ferretti e suoi collaboratori, incontrai per l’ennesima volta<br />

l’Ing. Manola, il sig. Pietroboni e l’Ing. Artioli, ora ben disponibile a favorirmi nell’acquisizione del<br />

“pacchetto tecnologico Manola” a scapito della società AIRBANG.<br />

Durante lo scambio di opinioni professionali i sopraccitati Ingegneri e il sig. Pietroboni, esaltando<br />

con maggior enfasi il suddetto “sistema”, mi convinsero a recarmi a San Giuseppe di Comacchio<br />

(FE) presso l’Azienda Agricola Mazzotti e a Sissa (PR) presso le Officine Meccaniche Marani Srl,<br />

per prendere visione degli impianti realizzati e là installati dall’Ing. Manola. Così avvenne.<br />

Con il sig. Lissignoli e il Rag. Venturini mi recai a Comacchio dove conobbi il proprietario<br />

dell’Azienda Agricola Mazzotti, l’Avv. Piero Lobietti, Presidente del CCPA di Ravenna, il quale<br />

con determinazione dichiarò che non vi era alcun dubbio sull’esistenza, sull’applicabilità della<br />

“tecnologia” e sull’efficace funzionamento degli impianti, ivi incluso quello installato presso la sua<br />

Azienda Mazzotti. Atteggiamento forte che mantenne nei nostri successivi appuntamenti telefonici,<br />

per iscritto e verbali durante i quali, sostenuto dal suo collaboratore Dott. Paolo Laghi Direttore del<br />

CCPA di Ravenna, continuò a vantare le potenzialità della tecnologia e dei relativi macchinari.<br />

Per meglio avvalorare la sua testimonianza, durante la mia visita, il medesimo avvocato mi<br />

consegnò una campionatura di buste in plastica trasparenti contenenti delle farine prodotte con tale<br />

“sistema”, un plico del CCPA di Ravenna con due lettere ed un progetto per la riconversione delle<br />

loro industrie da mangimistiche ad agroalimentari con tecnologia dell’Ingegnere che ancor oggi<br />

custodisco. Documentazione da lui sottoscritta in qualità di Presidente del CCPA, finalizzata<br />

all’acquisto di numerosi impianti.<br />

In seguito all’esperienza positiva di Comacchio, con l’Avv. Gallo mi recai a Sissa dove incontrai il<br />

sig. Bruno Marani e figlio, proprietari delle omonime officine che, decantando le geniali capacità<br />

tecnologiche dell’Ingegnere mi mostrarono un altro suo impianto. Rassicurazioni che per me<br />

rappresentavano l’ennesima conferma che tutte le affermazioni dell’Ing. Umberto Manola, del sig.<br />

Pietroboni, del Dott. Laghi, dell’Avv. Lobietti, dell’Ing. Artioli e dei sigg. Marani, corrispondevano<br />

alla realtà dei fatti.<br />

Parole elogianti sulle grandi aspettative ricavabili per mezzo di quella tecnologia, mi giunsero anche<br />

da altri personaggi, tutti conosciuti dall’Ing. Manola: il Prof. Mario Oricchio e figlio Dott. Luca, il<br />

2


Dott. Cheminsky, il sig. Guidolin e figlio Adriano, il sig. Bellini, il sig. Volpi, il sig. Azzini, il sig.<br />

Bastoni, il sig. Bellotti, il sig. Fornari, il sig. Bernasconi ed altri soggetti.<br />

L’Ing. Umberto Manola, a suo dire per realizzare il suo progetto autonomamente si era avvalso<br />

della collaborazione dei maggiori Centri Ricerca Europei ed Extraeuropei:<br />

* TNO (Olanda);<br />

* ISAN (Istituto di Scienze degli Alimenti e della Nutrizione);<br />

* Università di Piacenza, di Bologna e di Milano;<br />

* CNR (Roma)<br />

Al termine degli incontri susseguitisi l’Ingegnere, consegnandomi delle lettere datate 07.07.1998 -<br />

Prot. 1589 - e di incarico del 31.07.1998 - Prot. 2150 - della Regione Sicilia sottoscritte dal Dott.<br />

Camillo Albanese, mi documentò di aver suscitato interessi specifici anche in seno a solidi gruppi<br />

industriali suddivisi nei settori descritti creandosi così una rete di utilizzatori, alcuni dei quali già<br />

coinvolti nella realizzazione di programmi mirati tecnico, scientifici, commerciali di loro specifico<br />

interesse, tra questi la CEE con un progetto per installare i suoi impianti per lo sfruttamento delle<br />

biomasse nell’Area Mediterranea (Italia, Francia, Spagna, Grecia, ecc.).<br />

Per conseguenza, provai l’esaltazione di avere tra le mani “qualcosa di veramente miracoloso”, che<br />

avrebbe cambiato lo scorrere della mia vita e, soprattutto, mi avrebbe consentito di generare<br />

benessere per tutti gli esseri viventi che popolano il pianeta terra.<br />

Quindi, disposto a tutto per evitare che l’Ingegnere cedesse il suo “pacchetto tecnologico” ad altri,<br />

mi lanciai a capofitto nell’impresa. Così, il 15.09.1998 sottoscrissi con lui il “Contratto di Cessione<br />

Know-how e Brevetti con Collaborazione Tecnico Scientifica Gestionale in Esclusiva Mondiale”.<br />

Con il medesimo contratto mi cedeva e trasferiva quanto aveva già accordato con le società Airbang<br />

e la Henninger, con il CCPA e la Regione Sicilia, ecc., comprensivo di:<br />

* un impianto completo per la produzione di malto a secco, realmente esistente, perfettamente<br />

funzionante, installato e collaudato, giacente presso l’Azienda Agricola Mazzotti in San Giuseppe<br />

di Comacchio (FE), rispecchiante quanto riportato nella certificazione del Know-how medesimo;<br />

* un impianto completo e polivalente, per lo svolgimento dell’attività di ricerca, realmente esistente,<br />

perfettamente funzionante e collaudato, giacente presso le Officine Meccaniche Marani.<br />

Ci accordammo che i due macchinari dovevano essere installati entro e non oltre il 30.10.1998,<br />

presso la struttura industriale della società EUROTRIM Spa ubicata a Travagliato (BS), vista e<br />

piaciuta all’Ing. Manola, che avevo acquistato per £. 4.000.000.000 (quattromiliardi di lire) e che<br />

veniva adibita esclusivamente per lo sfruttamento della sua tecnologia.<br />

Sempre nell’esclusivo interesse della tecnologia avevo costituito la suddetta società con un capitale<br />

sociale interamente versato di £. 3.000.000.000 (tremiliardi di lire).<br />

L’Ing. Umberto Manola, con l’avvenuta sottoscrizione del contratto, nell’impegnarsi a fornirmi a<br />

3


tempo indeterminato la propria consulenza tecnico-scientifica, mi cedeva in esclusiva mondiale il<br />

Know-how con tutti i programmi scientifici, tecnici, commerciali, gestionali, in fase esecutiva, in<br />

trattazione e futuri, incluso i brevetti:<br />

* Separator device for the separation of the components of edible meals or the like;<br />

* Trennvorrichtung zur trennung von komponenten aus speisemehl oder dergleichen;<br />

* Device for separation of the components of edible meals;<br />

* Micronizing apparatus.<br />

Contrattualmente, avevo altresì acquisito lo sfruttamento della tecnologia in esclusiva mondiale nelle<br />

sue varie forme tra le quali:<br />

* Il Know-how relativo al sistema denominato “deamidificazione a secco con particolare attenzione<br />

alla produzione di malto destinato ai produttori di birra e whisky con relativo prototipo ed unità<br />

polivalente”;<br />

* sistema di diagrammazione personalizzata riguardante i problemi derivanti dallo sfruttamento degli<br />

scarti agro-industriali;<br />

* sistema ecologico per il trattamento senza alcun refluo inquinante dei rifiuti urbani, ittici, della<br />

macellazione, della ristorazione, ecc.;<br />

* sistema di ricerca su unità polivalente rivolta all’ottenimento di nuove risorse nei vari settori, con<br />

particolare attenzione all’industria farmaceutica per l’estrazione e l’utilizzo dei principi attivi di<br />

specifico interesse;<br />

* La costruzione e la vendita di impianti, di sistemi composti perfettamente funzionanti, installati e<br />

collaudati;<br />

* La produzione di prodotti e/o semilavorati di risulta dagli stessi;<br />

* La concessione di licenze d’uso, Joint-Venture, ecc. e/o la vendita di brevetti.<br />

Per queste cessioni versai all’Ing. Umberto Manola la somma di £. 2.500.000.000 (duemiliardi e<br />

cinquecentomilioni di lire).<br />

Inoltre, mi ero impegnato affinché divenisse socio della società EUROTRIM Spa nella misura del<br />

20% a titolo gratuito delle quote sociali.<br />

Per le sue prestazioni, il compenso annuo pattuito ammontava a £. 120.000.000 (centoventimilioni di<br />

lire) onnicomprensivi, a decorrere dal primo gennaio 1999.<br />

L’acquisto della “miracolosa tecnologia e relativi impianti”, comportò un massiccio investimento di<br />

denaro per me e per un mio amico imprenditore bresciano, eletto Presidente della società Eurotrim.<br />

Investimento che dopo alcuni mesi dalla sottoscrizione del contratto si era arenato, causa ritardi che<br />

l’Ing. Manola giustificava tecnicamente ogni qualvolta chiedevo chiarimenti.<br />

Investimento che, oltre al pagamento effettuato alla firma del contratto, dovetti far fronte con altri<br />

gravosi esborsi ed indebitamenti con Banche, Società Finanziarie, fornitori, amici e conoscenti.<br />

4


Inoltre, sulle mie spalle gravavano direttamente tutti gli onerosi costi per le spese di gestione.<br />

Divenuto l’unico proprietario della tecnologia DIMOS, da me rinominata DES (Dry Extraction<br />

System) e successivamente DEP (Dry Extraction Process), guardavo fiducioso al futuro con il<br />

sincero desiderio di fare tanto bene a tutti.<br />

Seguirono settimane e poi mesi di discontinuità su quanto concordato e sottoscritto contrattualmente<br />

dall’Ing. Manola che, con la complicità del sig. Pietroboni, dell’Ing. Artioli, dell’Avv. Lobietti, del<br />

Dott. Laghi, del Dott. Cheminsky, del Prof. Oricchio e figlio Dott. Luca, del sig. Marani e figlio<br />

Dott. Luca, del sig. Bellini, del sig. Guidolin e figlio Adriano, del sig. Bernasconi, del sig. Volpi,<br />

del sig. Azzini, del sig. Bastoni, del sig. Bellotti, del sig. Fornari, adottava ritardi sistematici per<br />

installare gli impianti presso la società Eurotrim Spa, di conseguenza si verificarono:<br />

* ritardi verso le società Airbang ed Henninger per la cessione degli impianti e del “sistema<br />

tecnologico” inerente il trattamento delle trebbie;<br />

* ritardi verso il Progetto CEE per installare i macchinari per lo sfruttamento delle biomasse<br />

nell’Area Mediterranea (Italia, Francia, Spagna, Grecia, ecc.).<br />

* ritardi verso il CCPA delle Province di Ravenna e Ferrara, per riconvertire le loro industrie da<br />

mangimistiche ad agroalimentari;<br />

* ritardi per il mancato sfruttamento dell’estrapolazione dei “principi attivi”;<br />

* ritardi verso altre cessioni e concessioni;<br />

Senza indugio, con un profondo senso di fiducia nelle qualità dell’Ing. Umberto Manola, seguivo e<br />

credevo giorno dopo giorno alle sue rassicurazioni, associate a quelle fornite dalle numerose<br />

persone sopra elencate ed a lui legate.<br />

Finché nel mese di giugno del 1999 mi venne confermato che i lavori per l’installazione del primo<br />

impianto sarebbero iniziati senza intoppi, per tramite le Officine Meccaniche Marani Srl.<br />

Infatti, in quel periodo l’impianto si materializzò nel capannone della società Eurotrim Spa, dove in<br />

mia presenza l’Ingegnere si aggirava tutto indaffarato attorno al macchinario, armeggiando su di<br />

esso aprendo valvole e manopole… “a nessun altro era consentito riconoscere quale alchimia si<br />

celava dietro i suoi segreti movimenti sul macchinario”.<br />

Il risultato fu di aver prodotto una manciata di materiale polveroso “frazionato e confezionato” in<br />

varie buste trasparenti di plastica che l’Ing. Manola fece analizzare presso le Università di Piacenza,<br />

Bologna e Milano sottoponendomi in seguito gli esiti di laboratorio.<br />

Buste tuttora in mio possesso, identiche a quelle consegnatemi dall’Avv. Piero Lobietti.<br />

Per me quel gesto rappresentò l’attimo tanto atteso di raccogliere i frutti del mio investimento e<br />

delle mie speranze…<br />

Improvvisamente ricominciarono altri intoppi per il malfunzionamento dell’impianto.<br />

L’Ing. Manola mi spiegò, pacatamente, che si trattava di problemi tecnicamente superabili.<br />

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