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Sin - Prolocosinio.It

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2<br />

Una passeggiata dal “Carmelina”<br />

alla festa di compleanno<br />

A<br />

nche quest’anno è stata pioggia: nonostante<br />

una primavera punteggiata dalla quasi totalità<br />

di domeniche di bel tempo, proprio l’unica<br />

fredda e piovosa abbiamo scelto per la XVI edizione del<br />

nostro premio “Carmelina Brovia e le sue sorelle” e così<br />

per il terzo anno consecutivo è stata una “Carmelina bagnata”.<br />

Naturalmente non ci siamo lasciati scoraggiare, anche<br />

perché era l’evento che ci introduceva nel clima della festa<br />

del compleanno per i nostri trent’anni di attività; nei<br />

mesi scorsi avevamo dovuto spiegare a molte compagnie<br />

che ci avevano chiesto come mai non avevano ricevuto<br />

l’invito a partecipare al nostro concorso, che quest’anno<br />

le modalità di svolgimento della giornata erano<br />

cambiate, che avevamo deciso di dedicare un “Carmelina”<br />

soltanto a noi, al nostro gruppo, al nostro lavoro, alla<br />

nostra amicizia, alla nostra voglia di stare insieme. Avevamo<br />

discusso per decidere quali scene offrire al pubblico<br />

in quel giorno, orientandoci soprattutto sulle proposte<br />

degli ultimi anni, avevamo scelto con cura i cortili<br />

e le piazze dove ambientare ogni singolo testo (qui c’è<br />

un pozzo, la c’è un ottimo panorama, una porta, una finestra<br />

da poter sfruttare come scenografia naturale)...<br />

...e poi meno male che c’era il teatro, accogliente, comodo,<br />

con il suo palco sgombro, sul quale con due sedie,<br />

un tavolino, una scaletta, si può creare qualsiasi ambientazione<br />

e far volare attori e pubblico sulle ali dell’immaginazione.<br />

Ci ha stupiti vedere un nutrito numero di persone riempire<br />

le poltrone del ”Nostro Teatro” fin dal mattino per<br />

godersi l’incipit di “Sambajon” con quella ricetta che è<br />

realistica, ma anche evocativa di ben altre ricette di vita<br />

Denegri Gianni<br />

Loc. Lopiano, 2<br />

12050 <strong>Sin</strong>io (CN)<br />

Tel. 0173.263878<br />

■ Impresa edile<br />

■ Costruzioni<br />

civili e industriali<br />

■ Ristrutturazioni, restauri<br />

coniugale, il dialetto “langhetto” ricco di umori e legato<br />

alla terra e alla vita grama di un tempo sulle nostre colline<br />

di “J’isirari” di Silvio Viberti. E ancora gli improbabili<br />

e quasi grotteschi personaggi dell’agriturismo La<br />

Quiete di “Che dëstin gram!”, l’ingenua innocenza di<br />

Ugo e l’animosa rabbia dei suoi parenti in “Tant o r’é<br />

fòl”, le drammatiche figure di “Maria e Madalena” che<br />

non vogliono rassegnarsi ad un tempo che sta inesorabilmente<br />

cambiando, la caricatura dei menu che nascondono<br />

il niente sotto parole altisonanti in “Viva la sposa”,<br />

un ricordo affettuoso della comicità “d’antan” di Carlo<br />

Artuffo, il finale drammatico ed ironico di “Ma il mio<br />

amore è Paco” da Beppe Fenoglio, per concludere con<br />

un assaggio del “futuro” e con due giovani e bravi attori<br />

che, per la prima volta calcavano il nostro palco, con la<br />

sofisticata e feroce ironia di Oscar Wilde ne “L’importanza<br />

di chiamarsi Ernest”.<br />

Dopo questo primo spettacolo, ci aspettava una ulteriore<br />

“festa nella festa”: la compagnia ha voluto avere come<br />

ospiti a pranzo due giovani “quasi sposi” : il nostro<br />

Emanuele Coraglia, entrato nel gruppo ormai da una decina<br />

d’anni e Barbara, la ragazza con cui sarebbe convolato<br />

a nozze una ventina di giorni dopo. È stata una meravigliosa<br />

occasione di ritrovarsi in famiglia e giustamente<br />

Sergio, il padre dello sposo, ha voluto rimarcare<br />

con poche parole che ci hanno anche un po’ commossi,<br />

l’aspetto più intimo e forse meno appariscente del nostro<br />

recitare insieme, quello che ci fa essere prima di tutto<br />

una famiglia allargata, con i suoi pregi e difetti, ma in<br />

cui fa sempre piacere ritrovarsi e condividere gioie ed<br />

amarezze. Saremmo stati volentieri tutto il giorno a parlare,<br />

a ricordare , a fare progetti per il futuro, ma già dal<br />

teatro arrivavano notizie del pubblico che era in trepidante<br />

attesa della ripresa dello spettacolo.<br />

E allora siamo ritornati, un po’appesantiti dal pranzo,<br />

ma con la voglia di dare tutto di noi stessi, purtroppo<br />

ogni scena si è potuta ripetere soltanto una volta e non<br />

tre o quattro come si sarebbe potuto fare avendo a disposizione<br />

i palcoscenici naturali dei cortili e delle piazze,<br />

ma pazienza, il programma della giornata andava rispettato<br />

ed era molto allettante a cominciare dalle fantastiche<br />

proiezioni di fotografie con musica, di Maurizio<br />

Triolo che ha saputo mettere insieme, in un viaggio affascinante<br />

e quasi fiabesco, la Giordania, Istanbul, le<br />

Langhe e le passate edizioni del premio “Carmelina<br />

Brovia e le sue sorelle”.<br />

A seguire, gli scrittori del territorio premiati dall’Arvangia<br />

con il premio “Rèis ëncreuse”.<br />

Nel frattempo, la pioggia è cessata ed ha dato modo di<br />

avere un po’ più di spazio per la sempre più mitica “merenda<br />

sinòira delle donne di <strong>Sin</strong>io” con prelibate leccornie<br />

dolci e salate che deliziavano il palato di tutto quel<br />

meraviglioso pubblico che aveva voluto essere dei “nostri”<br />

nonostante tutto.

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