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continua - AnnaMaria Carpigiani

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ALTRA VERSIONE DI HALLOWEEN<br />

(leggete e alla fine Vi svelerò …)<br />

… Le tre bolle di oscurità comparvero sull’orizzonte e poi si avvicinarono. Tutto<br />

divenne buio …<br />

L’ombra era diventata più buia di una notte senza stelle, più spessa del fumo quando<br />

le fascine sono bagnate.<br />

Il suo papà disse di scappare, ma nessuno sapeva dove.<br />

Poi la Cosa più grande, quella che avevano proprio sopra, cominciò a parlare.<br />

… “Noi siamo le Furie, le Erinni”– disse la voce cupa – “Noi siamo le Madri senza<br />

progenie”.<br />

“Noi siamo il dolore, la vendetta, l’odio.”<br />

… il buio aveva inghiottito la spiaggia. La Furia riprese:<br />

“Noi veniamo a reclamare il prezzo per i nostri figli non concepiti, i nostri figli non<br />

nati, i nostri figli morti prima che potessero sapere qual è il colore della vita, quando<br />

la vita può non essere dolore.<br />

Nulla potrà saziare la nostra furia. Nulla potrà lenire il nostro odio.<br />

Come uno stormo di corvi impazziti, come un branco di cani, come iene, lupi e<br />

avvoltoi, noi strazieremo la vostra pace, noi strazieremo le vostre anime e la vostra<br />

carne.<br />

Questo sarà lo scotto, per chi straziò la nostra carne e uccise il nostro sangue<br />

innocente, per chi la nostra innocenza conobbe e per viltà si tacque, noi<br />

distruggeremo chi respira e vive in questi stessi luoghi che hanno visto noi e la nostra<br />

progenie esiliati dalla vita e dal respiro.<br />

Come uno stormo di corvi impazziti.<br />

Noi siamo il dolore, la vendetta, l’odio.<br />

Voi stolti, avete osato violare questo, che è stato il luogo del nostro martirio, il luogo<br />

dove il nostro sangue e la nostra carne bruciata hanno testimoniato dell’umana<br />

insulsa ferocia.”<br />

… il sole brillò di nuovo sui suoi capelli argentati. “Vi prego” chiese gentilmente.<br />

“Non fateci del male. Non fate loro del male. Loro non ne hanno mai fatto a<br />

nessuno”.<br />

… “ Amerei conoscere il vostro nome, giovane Elfo” disse la più vicina delle Furie.<br />

Era la più alta. Il mantello a brandelli la ricopriva, solo le mani magre e adunche<br />

uscivano, dalle dita le unghie erano state strappate. Profonde piaghe attraversavano i<br />

palmi.<br />

“Yorshkrunquarkjolnerstrink”.<br />

“Yorshkrunquarkjolnerstrink ? L’ultimo e il più potente, quindi. Il vostro viso è<br />

scurito dai raggi del sole: la mortalità ha già corrotto la vostra carne, ultimo dei<br />

guerrieri elfici. Se anche decidessimo di non troncare il vostro respiro, il vostro corpo<br />

non getterà a lungo un’ombra sulla terra”.


“Signore” rispose Yorsh, “ conosco i vostri nomi. La vostra storia non mi è ignota.<br />

Prima ancora che ne leggessi, fu mia madre a raccontarmela, perché la memoria del<br />

dolore non andasse perduta: uno degli ultimi ricordi che ho di lei è la vostra storia.<br />

Siete le guaritrici, le donne che raccoglievano le erbe per curare, che assistevano le<br />

donne per partorire.<br />

Voi avete medicato le piaghe, sanato le ustioni, allineato le ossa fratturate. Quando le<br />

pestilenze sono arrivate dall’altra parte del mare, i vostri pochi poteri, le vostre<br />

conoscenze non sono bastate ad ostacolarle e vi siete state accusate, voi siete state<br />

chiamate streghe” …<br />

… L’ombra delle Erinni di nuovo riempì il mondo …<br />

… “Voi siete gli Angeli della Morte.<br />

Nulla può abbattere le Erinni, nessun uomo,<br />

nessun guerriero, nessuna donna nemmeno,<br />

salvo colei che custodisce dentro di sé un figlio.” …<br />

… “ Signore, vi prego, non abbiate paura” disse Yorsh rivolgendosi alle Erinni.<br />

“L’odio vi ha spinto contro gli umani perché la paura vi ha trattenuto, in questa vita:<br />

in preda al rancore voi non avete osato superare i cancelli dei Regni dell’Infinito. Vi è<br />

stata data con ingiustizia e ferocia la morte, ma la morte, all’insaputa dei suoi<br />

carnefici, è consolazione e voi non lo avete saputo. Non avete avuto il coraggio di<br />

lasciare questo mondo e siete diventate fantasmi, Furie, gli Angeli della Morte, gli<br />

Spiriti della Distruzione. Siete rimaste incastrate. Ora vi prego, smettete di avere<br />

paura. Che il vostro dolore sia pacificato. Che la misericordia vi sommerga. Vi prego<br />

Signore non temete. Che il perdono vi cheti, così che possiate aprire le vostre ali<br />

verso l’infinito. Io vi giuro la memoria.<br />

Mai la perderemo.<br />

Prenderemo la notte che spezza l’autunno in due, quando nebbie sottili avvolgono il<br />

mondo così da farci pensare ai nostri morti, e ve la dedicheremo. Intaglieremo le<br />

zucche e vi nasconderemo dentro piccole candele. Le faremo brillare perché la loro<br />

luce gentile ricordi l’innocenza calpestata e la giustizia tradita. Noi chiameremo<br />

quella data ‘il giorno delle streghe’, e mai perderemo memoria del vostro martirio. Il<br />

giorno delle streghe sarà la ricorrenza con cui l’umanità chiede perdono per tutte le<br />

ingiustizie, sarà la notte dove le vittime e i carnefici si guarderanno senza acrimonia.<br />

Sarà il perdono.<br />

E poi aspetteremo il giorno in cui inizia l’inverno, quello dove la notte sovrasta la<br />

luce e solo un pallido sole brilla per poche ore e lo illumineremo con le nostre<br />

candele, e quella sarà la ricorrenza della vita.<br />

Festeggeremo i nostri figli e li ringrazieremo della loro esistenza e anche allora vi<br />

ricorderemo.”<br />

La Furia che era a terra lentamente si alzò e lentamente raggiunse le altre due. Tre<br />

macchie dove la luce si annullava ingombrarono il cielo, ma non proiettavano<br />

nessun’ombra.<br />

“Giovane stolto” ringhiò la più piccola delle tre Erinni, “neanche sai di cosa vai<br />

cianciando. I Cancelli della Morte sono orribili. Se tu li avessi visti, mai avresti fatto


l’idiozia di rinunciare all’eternità della tua vita. Grondano orrore, vergogna, fango<br />

misto a sangue che marcisce mangiato dai vermi, sotto un brulichio di tafani …”<br />

Yorsh scosse la testa e di nuovo allargò le braccia …<br />

… “No, mie Signore, mie poveri Madri. I Cancelli della Morte sono orribili solo<br />

dalla parte che noi vediamo. Se abbiamo il coraggio di attraversare la soglia, se<br />

riusciamo a farlo senza che il rancore, il rimorso o il rimpianto ci attanagliano, allora,<br />

e solo allora, arriviamo dall’altra faccia del cancello.<br />

Non abbiate paura di nulla. Non abbiate paura.<br />

Vi aspettano prati infiniti, sotto cieli sterminati. I prati si riempiranno di fiori al<br />

vostro arrivo. Delle stelle aumenterà lo splendore. Avete il deserto da attraversare,<br />

poi non avrete mai più sete né fame. La terra del latte e del miele è dall’altra parte<br />

del sole. Per arrivarci bisogna morire.<br />

La morte ha i colori dell’alba, il rumore delle onde e l’odore del sale. Spesso gli<br />

uomini e le donne dicono a coloro che ci hanno creato, sempre che fossero molti e<br />

non uno solo, perché siamo nell’abbandono? Anche la speranza se n’è andata! Non è<br />

la speranza l’ultimo dono. Non è lei l’ultima compagna che ci hanno lasciato, ma la<br />

morte. La morte è l’ultima compagna, quando la speranza è finita quando le labbra<br />

spaccate dall’arsura non riescono più a raccontare, quanto l’orrore ha tagliato le ali.<br />

E’ lei l’ultimo dono. Sia lode a Chi ha creato il mondo, per la sua pietà”.<br />

“Mie Signore, Donne, Madri, troppo avete atteso. I vostri figli, quelli che non sono<br />

nati, i morti bambini, coloro che neanche sono stati concepiti, da troppo tempo vi<br />

aspettano soli, su prati infiniti, sotto cieli sterminati. Andate e prendeteli per mano,<br />

raccontate le storie che li consolino della vita che non hanno avuto, perché queste<br />

storie esistono e vanno raccontate”.<br />

“Noi vi chiediamo perdono il vostro perdono per il male che il mondo vi ha fatto e vi<br />

diamo il nostro per il male che avete fatto al mondo. Ora il vostro tempo è finito. Ora<br />

andate”.<br />

… Robi, … Yorsh , … Erbrow …<br />

… Le Erinni erano immobili. Una, grande, quella che era stata accasciata in terra,<br />

ancora a mezz’aria, le due più piccole alte nel cielo sopra di loro.<br />

La loro Ombra cominciò a schiarirsi, divenne sempre più stinta.<br />

… I gabbiani ricominciarono a volare. Il loro grido stridulo attraversò il cielo e si unì<br />

a quello più lungo e cupo delle aquile di mare.<br />

Erbrow si mise a ridere e, dopo il suo, risuonò lungo e liberatorio il riso di altri<br />

bambini….. … e …<br />

Questo che ho riportato è tratto da un libro magnifico : L’Ultimo Orco – di Silvana<br />

De Mari.<br />

Ho scoperto quest’autrice indicatami da un’amica che mi regala suggerimenti e<br />

consigli sulla Lettura ad Alta Voce per ragazzi. Per caso ha nominato il piccolo<br />

Elfo, per caso mi ha parlato degli ultimi incantesimi ed io, curiosa come sempre ho<br />

desiderato scoprirne l’autrice , Silvana De Mari.<br />

L’ho aggiunta nei Link amici – Vi consiglio di visitare il suo sito e leggere i suoi<br />

articoli.<br />

Una gioiosa scoperta che desidero condividere con voi!

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