Ovidio ha la febbre - AnnaMaria Carpigiani

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OVIDIO OVIDIO RICCET
RICCET
OVIDIO OVIDIO RICCET RICCET HA HA LA LA FEBBRE
FEBBRE
AnnaMaria AnnaMaria Carpigiani Carpigiani Bergamaschi
Bergamaschi

“Ovidio, non sei ancora pronto, non vuoi
andare a scuola?” disse la mamma
preoccupata, entrando nella cameretta di
Ovidio completamente al buio.
Spostò le tendine della finestrella per far
entrare la luce e si accorse che Ovidio era
tutto rosso e con gli aculei rizzi.
“Mamma io vorrei andare a scuola, ma non
riesco proprio ad alzarmi!” sussurrò con voce
fievole il riccetto.
“Ma tu sei ammalato, hai la febbre! Nonna,
nonna, prendi il termometro, nella cassetta
del Riccio-Soccorso. Ovidio è ammalato!”
“Ovidio ammalato…! ma ieri sera stava
benissimo! Chiama subito il Dottore! Oh!
Povero ricciolino mio!” esclamò la nonna
arrivando di corsa, subito preoccupatissima.
“Nonno Acab su, corri, vai a chiamare il
Dottore… Ovidio si sente male!”
“Calma, calma” disse la Signora Riccet “ pare
abbia solo un po’ di febbre! Chissà cosa potrà
essere! Ora lasciamolo riposare, forse un
pochino di sonno in più lo ristorerà”. Così
dicendo, tranquillizzando tutti, la mamma
diede un bacino al piccolo ammalato e fece
uscire tutti dalla stanza.
“Grazie Mamma, sei la Mamma più buona
ch’io conosca!” fece appena in tempo a

isbigliare Ovidio che subito, rosso come una
fragolina del bosco (era proprio ghiotto di
quelle belle fragoline) Ovidio si addormentò.
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Strano, stava benissimo… AHHHH non c’è
niente di meglio di uno sbadiglio bello e
buono! AHHHH! E anche una bella
grattatina al pancino e…
“Lisa, Lisa, vieni si è svegliato!”
“Meno male, quel dormiglione non ne voleva
sapere di aprire gli occhietti. Come è carino!
Vero Angela?”
Ovidio sgranò gli occhi e rimase a bocca
spalancata. Non è possibile! Cosa erano quelle
due… “cose” che lo guardavano felici e
sorridenti e… lui poteva capirle… parlavano in
lingua riccettina????
Non avevano nemmeno un aculeo e,
guardandole bene, non avevano nemmeno
un baffetto!
Poverine … erano proprio bruttine!
“Attento a come parli!” disse Lisa, “noi siamo
noi, e se tu non puoi andare a scuola perché
sei malato, la scuola verrà da te: non puoi

perdere le lezioni. Io sono la tua maestra di
geografia… a me piace tanto la geografia, a
scuola sono bravissima!”
“Ed io sono la tua maestra di matematica”
spiegò subito Angela, “ a scuola sono
bravissima in matematica, da grande
diventerò una professoressa di matematica!”
“Ma insomma… se state ancora andando a
scuola, come potete essere le mie maestre??? “
sbuffò Ovidio alzandosi e si accorse che erano
tutti e tre alti uguali.
… Ma erano loro che erano piccole oppure lui
era diventato grande grande???
… E poi questa cosa strana … parlavano la
stessa lingua perché si capivano e … se loro
non erano ricette, (non avevano nemmeno il
codino – le aveva guardate bene!) cosa o chi
erano????
“Non fare domande, siamo nella casa di
Barbie e ora è il momento di entrare in
classe!”
“Ma io non voglio stare nella casa di… non so
neanche come si chiama; io vivo nelle tane di
Ricciolanto, la città di Ricciolanto per
l’esattezza!”
“Io, che sono bravissima in geografia, questa
città non la conosco! Esiste Riccione in Italia;
Paperopoli nel regno dei Paperini; Topolinia

nel regno dei Topolini; Topazia la città dei
Topi di Geronimo Stilton; l’Isola che non c’è di
Peter Pan e… la città di Ricciolanto mai
sentita!” dichiarò con fare sicuro Lisa.
“ Ti sei dimenticata del Paese delle meraviglie
di Alice” disse Ovidio-
“Non mi sono dimenticata!!” rispose Lisa
“Bè, non ha importanza, questa è l’eccezione
che conferma le regole, proprio come in tutta
la matematica!” aggiunse Angela.
“Forse fa così perché non vuole studiare! “
asserì Angela. “Certo se non si interessa di
geografia forse non saprà nemmeno che
centoquarantaquattrogatti camminano per
sei in fila per uno!!! Poveretto come farà a
vivere????”.
“Ma cosa state dicendo signorine so tutto
io!!!”
Ovidio s’interruppe e pensò : - Ecco cosa erano
quelle due, erano signorine della razza
umana, ma lui cosa ci faceva con gli
umani??? O meglio gli umani cosa ci facevano
con i Riccetti? -
C’era un po’ di confusione… aveva anche un
certo languorino di stomaco… aveva fame.
“Quando si mangia?? Mi piacerebbero dei
panini con i vermetti o delle pop-ghiande, ne

avete????” parlò Ovidio un po’ stanco di quelle
due.
“Cooosa??? “ disse Lisa.
“Cooosa hai detto?” ripeté Angela.
“Panini ai vermetti?” ribadì Lisa.
“Pop-ghiande?” ripeté Angela.
“Certo, il cibo più buono che ci sia… ma i
vermetti devono essere quelli raccolti sotto il
muschio umido, non quelli del muschio
secco!!!”
“Blah! “ fece una smorfia con la bocca, Lisa.
“Blah!–Blah!” fece una doppia smorfia Angela.
“Uffa, ma con voi due non si può proprio fare
nulla! E quello cos’è?”, s’interruppe Ovidio
additando un animaletto nero nero che
arrivava con passo felpato in punta di
zampette.
“Quello è Chiodino il mio gatto. Ed è più
intelligente di qualcuno che conosco io…”
aggiunse Lisa.
“AHH! Ma è quel micio che la notte si diverte
ad andare a caccia. L’ultima volta mi ha
beccato con il mio amico Maurone , prima
siamo scappati di corsa e poi ci siamo
appallottolati (come ci insegnano a scuola di
difesa) e abbiamo tenuto gli aculei ritti ritti,
cosicché non ha potuto sfiorarci con le sue
zampette! Mi ricordo che ho preso una paura…

Ora, visto che sono più grande ci penso io!!!!!”
e Ovidio sfrecciò verso il sentiero e il povero
micio Chiodino, che da sempre era lui il
cacciatore si trasformò in preda e miagolando
a più non posso, scappò attorno all’aiuola ed
infine si rifugiò tra le braccia della sua
amata padroncina.
“Insomma, Ovidio, Basta!” urlò Angela.
“Basta – Smettila” urlò Lisa.
“Osi difendere quella creatura diabolica…?
Dà la caccia anche agli uccellini del parco!”
“Insomma è la sua indole, lui è un felino, un
antico parente della tigre e del leopardo.
Sono anche predatori notturni, e il mio
Chiodino cerca di difendere il suo territorio e
la propria vita!” ribattè Lisa accarezzando il
povero micio spaventato che tremava fra le sue
braccia.
Ovidio era furibondo, ma quando quelle due
avrebbero smesso di farlo arrabbiare??
“Bau – Bau!” si sentì in lontananza.
“Ecco, ci mancava solo questo! E chi è??”
esclamò Ovidio.
“Titti, Titti, vieni da me, piccola cara!” Si
chinò Angela per prendere fra le braccia una
bellissima cagnolina che continuamente
abbaiava in direzione di Ovidio!
“Bau – Bau!”

“ Ecco, vedi Ovidio non piaci nemmeno alla
mia piccola cagnolina Titti; e pensare che lei
ama tutti gli animali ma tu… devi proprio
esserle antipatico, con il brutto carattere che
ti ritrovi”, borbottò Angela scuotendo la testa
con fare rassegnato.
“Ma come… mi ritrovo in questo luogo
straniero tutto di colore rosa , con due
ragazzine umane senza aculei e né baffetti e
né codino!
Non mi date nulla da mangiare… vengo
aggredito da due bestie feroci (che meno male
sono piccolissime ) e in più mi dite che ho un
brutto carattere???
IO???
IO sono buonissimo, io sono Ovidio
Riccet……il più buono che ci
siaaaaaaaaa!!!!..”
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E detto fatto, scivolò dal suo lettino e si ritrovò
a terra. Aveva la testa che gli scoppiava e male
al pancino…

“Ovidio, cosa ti è successo, perché gridi cosi?”,
disse la mamma affannata, giunta di corsa
per aiutare Ovidio ad alzarsi da terra.
“Oh! Mamma bella, ho fatto un sogno terribile,
ho sognato due cose… due ragazzine umane!!!
Brutte brutte, non avevano neanche un
aculeo!”
“Ma cosa c’è sotto il letto?” disse la mamma
chinandosi e togliendo da sotto: due torsoli di
mela, mezzo panino mangiucchiato ai
vermetti, due bastoncini di pop-ghiande e un
sacchetto di noccioline già vuoto!
“Ecco il perché del tuo malore”, affermò la
Mamma proprio arrabbiata, “ sei un
golosone! Questa è un’indigestione bella e
buona e si guarisce solo con una medicina
alle erbe amarissima! Ora ci penso io! “
Ovidio, pieno di vergogna, non sapeva più
come fare… nascose la testa sotto il cuscino e
iniziò a piangere … sia per la vergogna ma
soprattutto per il male al pancino.
Tornò la mamma e, accarezzando gli aculei
sulla testina gli sussurrò: “Ovidio, Ovidio, se
ieri sera avevi ancora fame c’era per cena la
zuppa di carote e fagioli, buonissima… ma
mangiare di nascosto tutte quelle
ghiottonerie… ecco a cosa ti ha portato!

Non solo stai male, hai avuto un incubo e hai
anche perso un giorno di scuola! Ora bevi,
questa medicina, è cattiva ma ti farà bene
subito e farai un vero sonno ristoratore.
Domattina sarai guarito!

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OVIDIO OVIDIO RICCET
RICCET
COPYRIGHT © 2006
by AnnaMaria Carpigiani Bergamaschi.
Testo e disegni creati espressamente
dall’autrice.
Questo volume è stato impresso nel mese di Dicembre dell’anno 2006
presso Bergamaschi printing SpA
Stampato in Italia- - Printed in Italy