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Studio e ricerca sul monumento.pdf - Io sono,noi siamo ... la nostra ...

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PROGETTO CENTOSCUOLE<br />

“IO SONO, NOI SIAMO…LA NOSTRA CITTA’”<br />

a.s 2011/2012


Le attività di STUDIO E RICERCA SUL MONUMENTO <strong>sono</strong> state svolte nel modo seguente:<br />

1) La FASE DELLE ATTIVITA’ PROPEDEUTICHE AI LABORATORI (C1, C2, C4):<br />

La LETTURA ATTIVA: (C1, ricerche e approfondimenti curricu<strong>la</strong>ri in c<strong>la</strong>sse)<br />

Il SOPRALLUOGHI (C2, con sopralluogo a San Giovanni in Venere)<br />

La LETTURA CONSAPEVOLE DELL’INDAGINE CONOSCITIVA (C4, con costruzione di percorsi currico<strong>la</strong>ri di studio e approfondimento)<br />

2) La FASE DEI LABORATORI DIDATTICI IN AULA E IN SITU, CONDIVISI (D3), con le seguenti attività didattiche:<br />

Visita guidata : centro storico e chiesa di S. Maria Maggiore di Lanciano , a cura del<strong>la</strong> prof.ssa Elena La Morgia del Liceo Artistico<br />

Laboratorio con il MusAA, presso l’Abbazia, con gli esperti dell’Associazione MusAA<br />

Laboratorio condiviso fra gli alunni del Liceo Artistico e quelli del<strong>la</strong> S. Sec. 1°grado, presso il Liceo Artistico<br />

Visita guidata: Abbazia di San Clemente a Casauria (a cura del<strong>la</strong> prof.ssa M. D. Veronesi) e Abbazia di San Liberatore a Majel<strong>la</strong> (a cura del<strong>la</strong><br />

prof.ssa E. La Morgia) – i materiali didattici di supporto prodotti nell’ipertesto <strong>sono</strong> stati predisposti dal<strong>la</strong> prof.ssa E. La Morgia<br />

- I MATERIALI DI RICERCA E STUDIO INSERITI NELL’IPERTESTO SONO STATI PRODOTTI DURANTE LE ATTIVITA’ DEL LABORATORIO DIDATTICO<br />

CURRICULARE SVOLTE NEL CORSO DI STORIA DELL’ARTE DALLA CLASSE 4^C DEL LICEO ARTISTICO;<br />

- LE ALUNNE DELLA 4^C HANNO ANCHE SVOLTO IL RUOLO DI TUTOR NEL LABORATORIO CONDIVISO FRA LE DUE SCUOLE, CHE HA UTILIZZATO I<br />

MATERIALI PRODOTTI DA LORO STESSE NELLA FASE DELLA LETTURA CONSAPEVOLE DELL’INDAGINE CONOSCITIVA;<br />

- LA REALIZZAZIONE DELL’IPERTESTO E’ STATA COORDINATA DALLE DOCENTI DEL LICEO ARTISTICO CHE HANNO GUIDATO GLI ALUNNI NEL<br />

LABORATORIO CONDIVISO FRA LE DUE SCUOLE, LE PROF.SSE ELENA LA MORGIA E M.ANGELA SALVATORE, CON LA COLLABORAZIONE CONTINUA<br />

DEL TECNICO DELL’AULA MULTIUMEDIALE, SIG. MARIANO GIANGIORDANO.


L’edificio nel suo<br />

insieme<br />

OSSERVAZIONE<br />

Le absidi<br />

Linea del<br />

tempo<br />

Le Facciate<br />

Il Campanile<br />

Che cos'è<br />

un’abbazia e<br />

le abbazie<br />

cistercense<br />

I Portali<br />

Cripta e<br />

Decorazioni<br />

Visita a<br />

S. Maria<br />

Maggiore<br />

Lanciano<br />

Interventi di<br />

Restauro<br />

Materiali didattici<br />

<strong>sul</strong>le abbazie di<br />

San Clemente e<br />

San Liberatore<br />

Con nota su Montecassino<br />

Interno<br />

Chiostro<br />

Laboratorio<br />

LEZIONE POMERIDIANA<br />

Scuo<strong>la</strong> Secondaria Con 1° grado, il<br />

Fossacesia<br />

MusAA<br />

Progetto “<strong>Io</strong> <strong>sono</strong>, <strong>noi</strong> <strong>siamo</strong>…<strong>la</strong> <strong>nostra</strong> città”<br />

D3 – Vivere il Monumento<br />

Laboratorio didattico di <strong>Studio</strong> e Ricerca <strong>sul</strong> Monumento<br />

Abbazia di San Giovanni in Venere<br />

Fossacesia, 28 febbraio 2012<br />

Pao<strong>la</strong> Ardizzo<strong>la</strong><br />

Storico dell’architettura<br />

Gabriele d’Oltremare<br />

Land drafter & designer


PROGETTO CENTOSCUOLE “IO SONO, NOI SIAMO…LA NOSTRA CITTA’”<br />

IL SOPRALLUOGO - “GIRANDO INTORNO ALL’ABBAZIA…” : <strong>la</strong> grande mole<br />

ATTIVITA’ DIDATTICA DI OSSERVAZIONE<br />

L’EDIFICIO ESTERNO - LA CHIESA<br />

Scheda di osservazione sopralluogo 28 ottobre – prof.ssa Elena <strong>la</strong> Morgia, Liceo Artistico<br />

1. LA PERCEZIONE D’INSIEME<br />

Agli occhi del visitatore che arriva <strong>sul</strong> pianoro su cui sorge, l’abbazia si presenta con <strong>la</strong><br />

mole solitaria, massiccia e compatta dell’edificio del<strong>la</strong> chiesa, grandioso ed imponente allo<br />

sguardo. Dal<strong>la</strong> posizione trasversale, acquista risalto il severo aspetto del<strong>la</strong> nuda muratura<br />

che caratterizza <strong>la</strong> facciata <strong>la</strong>terale esterna: essa si staglia contro il cielo, appena interrotta<br />

dalle bucature delle piccole finestre in alto e del portale <strong>la</strong>terale.<br />

La facciata monumentale appare di scorcio, infatti occorre raggiunger<strong>la</strong> salendo <strong>la</strong> scalinata<br />

a sinistra dell’edificio.<br />

2. L’EDIFICIO NELLO SPAZIO<br />

L’ ubicazione (nel territorio):<br />

l’edificio si trova all’esterno dell’abitato, all’estremità di un promontorio, a ridosso di<br />

un’insenatura detta “Golfo di Venere”, al termine di un lungo viale alberato, su un pianoro che<br />

si affaccia <strong>sul</strong> mare Adriatico.<br />

<strong>la</strong> posizione (collocazione nello spazio):<br />

L’abbazia 1 si distende trasversalmente rispetto all’asse del<strong>la</strong> strada, che collega il pianoro su<br />

cui sorge l’abbazia all’abitato di Fossacesia, denominata “Viale di S. Giovanni in Venere”.<br />

l’ orientamento 2 :<br />

L’edificio ed il convento annesso <strong>sono</strong> orientati secondo l’asse E-O, cioè l’asse anche<br />

simbolico che governava lo sviluppo del cantiere medievale, dal<strong>la</strong> zona absidale<br />

(generalmente <strong>la</strong> prima ad essere costruita) al<strong>la</strong> facciata (<strong>la</strong> cui costruzione infatti, anche in<br />

questo caso, come spesso in situazioni analoghe, risale ad un’epoca successiva a quel<strong>la</strong> delle<br />

absidi)<br />

3. LE FACCIATE E I PORTALI<br />

<strong>la</strong> facciata <strong>la</strong>terale (esposta a sud) è quel<strong>la</strong> che si offre allo sguardo di chi giunge <strong>sul</strong><br />

pianoro, su di essa si apre un piccolo portale in pietra 3 , decorato da rilievi stilizzati<br />

<strong>la</strong>teralmente e con i resti di due figure scolpite nel<strong>la</strong> lunetta superiore;<br />

di scorcio invece si presenta <strong>la</strong> facciata maggiore o monumentale (a ovest), dal<strong>la</strong> forma a<br />

salienti 4 e realizzata in muratura, sebbene in modo diverso a seconda dei diversi livelli,<br />

evidentemente corrispondenti ad altrettanti interventi di rifacimento e ristrutturazione; essa è<br />

1 ABBAZIA. Etimologia del termine - L'abbazia (detta anche abazia o badia a seconda se diretta da un abate o una badessa), è un<br />

partico<strong>la</strong>re tipo di monastero, il cui nome deriva dal tardo <strong>la</strong>tino abbatīa, e con il quale non si indica solo un tipo di edificio ma anche<br />

l'insediamento che si sviluppava intorno ad esso.<br />

2 Sull’ ORIENTAMENTO delle chiese cristiane: nel documento più antico, le Costituzioni apostoliche (scritte da un orientale), si<br />

prescrive l'orientamento ad est, in omaggio al<strong>la</strong> rego<strong>la</strong> di pregare col viso rivolto ad oriente, <strong>la</strong> cui origine risale a tradizioni giudaiche<br />

(come molti altri aspetti del<strong>la</strong> prassi e dell'organizzazione cristiana). Molte chiese paleocristiane tuttavia sembrano non rispondere ad<br />

alcuna rego<strong>la</strong> precisa, ma piuttosto ad esigenze di topografia locale. A volte l'orientamento è determinato da fattori partico<strong>la</strong>ri, come ad<br />

esempio <strong>la</strong> presenza del<strong>la</strong> tomba di un martire. Comunque, dall'VIII secolo l'orientamento ad est si afferma in modo decisivo e,<br />

dopo il Mille, diventa norma costante per le chiese di tutto il mondo cristiano fino agli anni Sessanta del Novecento.<br />

3 Si tratta di uno dei due PORTALI LATRALI o MINORI (l’altro è <strong>sul</strong><strong>la</strong> facciata interna, che si affaccia <strong>sul</strong> chiostro del monastero)<br />

attribuiti al maestro Alessandro e realizzati all’inizio del sec. XIII (l’altro portale reca incisa <strong>la</strong> data 1204 ), in occasione dell’ultima<br />

sistemazione dell’abbazia, voluta dall’abate Oderisio, che morì nel 1204.<br />

4 La facciata a salienti è quel<strong>la</strong> che rende leggibili già dall’esterno le diverse altezze delle navate interne. Tuttavia, il numero dei<br />

salienti può anche non corrispondere al<strong>la</strong> suddivisione interna delle navate, che invece pos<strong>sono</strong> essere ricoperte da un un'unica falda<br />

inclinata: è il caso ad esempio del Duomo di Pisa.


sviluppata prevalentemente in <strong>la</strong>rghezza, anche se al centro riceve un modesto s<strong>la</strong>ncio verso<br />

l’alto sottolineato dal<strong>la</strong> picco<strong>la</strong> bifora centrale, in asse con il portale.<br />

Caratteristiche di questo portale, detto “del<strong>la</strong> Luna”, appaiono essere:<br />

<strong>la</strong> decorazione a rilievi in pietra bianca, sia più interna (realizzata sui piedritti<br />

dell’archivolto interno) che esterna (realizzata come su due leséne a <strong>la</strong>to delle colonnine<br />

d’angolo poste a fianco dei piedritti dell’archivolto esterno)<br />

La cornice in muratura bicroma, che prolunga il portale in alto, <strong>sul</strong><strong>la</strong> muraglia, secondo<br />

un disegno caratterizzato da un arco trilobato al centro e due prolungamenti cuspidati delle<br />

lesene decorate inferiori.<br />

4. IL CAMPANILE<br />

Si presenta come una tozza torre campanaria a ve<strong>la</strong> 5 , con tre luci (per far posto a tre campane),<br />

addossata al corpo dell’edifico all’altezza del transetto, immediatamente a ridosso dell’angolo<br />

svoltato il quale ci si trova a ridosso del<strong>la</strong> parte absidale.<br />

5. LE ABSIDI<br />

Sono tre, semicilindriche. Quel<strong>la</strong> centrale è più <strong>la</strong>rga, sporgente e alta delle altre due.<br />

Sono realizzate in muratura e distinte in due ordini 6 , separati da una fascia marcapiano<br />

decorata con semplici losanghe intrecciate, evidentemente corrispondenti ai due livelli del<strong>la</strong><br />

cripta (sottostante) e del presbiterio (soprastante).<br />

L’ ordine inferiore delle absidi è decorato da arcatelle cieche, di cui leggermente ogivali<br />

quelle dell’abside sinistra e a pieno sesto le altre.<br />

Tra le arcatelle e <strong>la</strong> fascia marcapiano a losanghe, <strong>sul</strong>l’abside centrale e quel<strong>la</strong> di destra,<br />

<strong>sono</strong> dei tondi stel<strong>la</strong>ti di ispirazione is<strong>la</strong>mica.<br />

La muratura, in entrambi gli ordini, presenta conci di pietra calcarea ma apparecchi<br />

diversi 7 , più irrego<strong>la</strong>re quello dell’ordine inferiore, più rego<strong>la</strong>re quello superiore;<br />

Solo <strong>sul</strong>l’abside centrale <strong>sono</strong> collocate in verticale, due finestre, esattamente al centro e<br />

in asse: si tratta di due monofore con cornice esterna trilobata.<br />

5 L' assenza di una cassa di risonanza e <strong>la</strong> semplice struttura facevano sì che non si potessero alloggiare in questo tipo di campanile<br />

grandi campane, né che il suono potesse giungere a grande distanza, per questo erano per lo più diffusi nel medioevo romanico e<br />

gotico presso le chiese minori o quelle che non volevano ostentare ricchezza (in part. francescane). Qui, pos<strong>siamo</strong> considerarlo<br />

il ri<strong>sul</strong>tato di un intervento non concluso secondo <strong>la</strong> previsione (vista <strong>la</strong> pianta quadrata del<strong>la</strong> torre stessa),comunque idoneo al<strong>la</strong> vita<br />

c<strong>la</strong>ustrale del monastero, dove il suono delle campane soprattutto serviva a scandire i tempi del<strong>la</strong> giornata dei monaci.<br />

6 I due ordini in cui è suddivisa <strong>la</strong> muratura corrispondono ai due livelli del<strong>la</strong> chiesa interna (presbiterio e cripta).<br />

7 Con il termine “apparecchio” (apparecchio murario) s’intende il modo di “porre in opera” i diversi elementi di una muratura.


San Giovanni in Venere<br />

La facciata<br />

descrizione<br />

La facciata si presenta con un profilo a salienti<br />

appena ascendenti, concluso da un timpano con<br />

sottostante cornice a go<strong>la</strong> dritta, aggettante su<br />

di una successione di archetti semicirco<strong>la</strong>ri e<br />

poligonali.<br />

Come in molti edifici cistercensi, un’ altra<br />

cornice a go<strong>la</strong> dritta taglia orizzontalmente<br />

tutta <strong>la</strong> facciata, attraversando il portale<br />

all’altezza del<strong>la</strong> linea d’imposta del<strong>la</strong> lunetta del<br />

portale.<br />

Il portale inoltre si prolunga verso l’alto al<br />

disopra del<strong>la</strong> cornice a go<strong>la</strong> dritta, con un<br />

profilo trilobato e pinnacoli <strong>la</strong>terali.<br />

Due finestre monofore polilobate si aprono ai<br />

<strong>la</strong>ti del portale, mentre più in alto, sotto il<br />

timpano centrale, è collocata una bifora<br />

decorata con archetti trilobi, che illumina <strong>la</strong><br />

navata principale.


Facciata a capanna<br />

Che cos’è una FACCIATA<br />

La facciata è <strong>la</strong> parte frontale più importante di un edificio, in cui si apre<br />

l’ingresso principale.<br />

Per le chiese, si definisce:<br />

• a capanna, <strong>la</strong> facciata costituita da due spioventi, che segue <strong>la</strong> forma del<strong>la</strong><br />

navata maggiore;<br />

• a salienti, quel<strong>la</strong> che palesa le diverse altezze delle navate;<br />

• a terminazione rettilinea, tipica di molte chiese abruzzesi, che non<br />

corrisponde alle diverse altezze delle navate e viene anche detta a<br />

coronamento orizzontale.<br />

Facciata a terminazione<br />

orizzontale<br />

Facciata a salienti


Esempi di facciate Medioevali<br />

Duomo di Pisa,1064-1092<br />

La cattedrale medievale di Pisa è un capo<strong>la</strong>voro<br />

assoluto del Romanico, in partico<strong>la</strong>re del romanico<br />

pisano. Essa rappresenta <strong>la</strong> testimonianza tangibile del<br />

prestigio e del<strong>la</strong> ricchezza raggiunti dal<strong>la</strong> Repubblica<br />

marinara di Pisa nel momento del suo apogeo.<br />

• La facciata di marmo grigio e bianco, decorata con<br />

inserti di marmo colorato, fu edificata da<br />

mastro Rainaldo.<br />

• Essa è caratterizzata da quattro ordini di loggette<br />

divise da cornici con tarsie marmoree, dietro i quali<br />

si aprono monofore, bifore e trifore.<br />

• Esse si trovano al di sopra di una fascia<br />

basamentale con arcate cieche che incorniciano i tre<br />

portali d’ingresso.<br />

a salienti<br />

Basilica di San Miniato al Monte, Firenze, XI sec.<br />

La facciata di San Miniato è uno dei capo<strong>la</strong>vori dell'architettura<br />

romanica fiorentina.<br />

Iniziata nell'XI secolo, è divisa in due fasce principali separate<br />

da una cornice marcapiano:<br />

• quel<strong>la</strong> inferiore , caratterizzata da cinque archi ciechi, a tutto<br />

sesto ,sorretti da colonne in serpentino verde con basi<br />

e capitelli corinzi in marmo bianco;<br />

• quel<strong>la</strong> superiore, corrispondente ai due frontali dei salienti<br />

<strong>la</strong>terali , decorati con tarsie bìcrome, che formano un reticolo<br />

geometrico, a somiglianza dell'opus reticu<strong>la</strong>tum romano;<br />

• Nel<strong>la</strong> parte superiore, al centro, le stesse tarsie bìcrome<br />

simu<strong>la</strong>no un pronao tetrastilo , al centro del quale è presente<br />

una finestra incorniciata da due colonne. Questa è<br />

sottostante ad un mosaico con Cristo fra <strong>la</strong> Vergine e san<br />

Miniato, composto nel 1260.


Esempi di facciate medievali a capanna<br />

La basilica di San Michele Maggiore, capo<strong>la</strong>voro dello stile<br />

romanico lombardo, è una chiesa di Pavia risalente ai secoli XI<br />

e XII.<br />

La facciata presenta un lineare profilo a capanna, impreziosito<br />

lungo gli spioventi da una loggetta di ventidue arcatelle. I<br />

contrafforti <strong>sono</strong> costituiti da pi<strong>la</strong>stri a fascio che scandiscono<br />

verticalmente <strong>la</strong> superficie.<br />

Sul<strong>la</strong> facciata si aprono cinque piccole bifore, tre monofore e<br />

una croce compresa tra due occhi di bue. Tale disposizione è una<br />

ricostruzione ottocentesca: fino a quel periodo, era presente<br />

infatti un grosso finestrone circo<strong>la</strong>re, certamente non originale,<br />

eliminato appunto per riportare <strong>la</strong> facciata al<strong>la</strong> configurazione<br />

originaria. Vi <strong>sono</strong> fasce orizzontali scolpite a bassorilievo,<br />

raffiguranti intrecci di esseri umani, animali e creature<br />

mostruose.<br />

Chiesa di San Francesco Assisi 1228-1253<br />

L'opera, incompiuta, prevedeva nel<strong>la</strong> parte bassa del<strong>la</strong><br />

facciata una tripartizione con archi inquadrati da<br />

semicolonne con capitello composito, mentre nel<strong>la</strong> parte<br />

superiore era previsto un specie difrontone con arco al<br />

centro affiancato da paraste. Punto focale era il portale<br />

centrale, con timpano triango<strong>la</strong>re al centro di un fornice<br />

riccamente ornato da <strong>la</strong>stre marmoree policrome di spoglio,<br />

provenienti probabilmente da Ravenna, che richiamano,<br />

nel<strong>la</strong> stessa accurata scelta cromatica delle pietre, l'opus<br />

sectile del<strong>la</strong> Roma imperiale. La mancanza dell'arco<br />

superiore permette di vedere, ancora oggi, un pezzo del<strong>la</strong><br />

semplice facciata medievale a capanna di San Francesco.


In Abruzzo, <strong>la</strong> facciata<br />

a terminazione orizzontale<br />

Santa Maria di Collemaggio<br />

L’ Aqui<strong>la</strong>, fondata nel 1287 per volere di<br />

Pietro da Morrone, divenuto poi Papa Celestino V.<br />

La facciata di Santa Maria Maggiore, chiesa in stile<br />

borgognone situata a Lanciano (Ch), è ornata da un<br />

grandioso portale, opera del maestro <strong>la</strong>ncianese<br />

Francesco Petrini, al 1317.<br />

Sant’ Agostino, Lanciano.<br />

La chiesa è situata in Via dei Frentani, nel quartiere di Lanciano<br />

Vecchia.<br />

Risale al XIII secolo, con successivi interventi.<br />

Il portale è opera del Petrini, capostipite del<strong>la</strong> “Scuo<strong>la</strong><br />

<strong>la</strong>ncianese” di scultura, autore anche del portale di S. Maria<br />

Maggiore.<br />

Qui egli poté esprimersi senza condizionamenti, come invece<br />

accade nell’altro edificio a causa dei contrafforti che scandiscono<br />

<strong>la</strong> facciata.


I RILIEVI DELL’ABBAZIA DI SAN GIOVANNI IN VENERE:<br />

I tre portali<br />

Portale del chiostro<br />

Portale del<strong>la</strong> luna<br />

Portale <strong>la</strong>terale


Il portale del<strong>la</strong> luna<br />

Il portale, detto del<strong>la</strong> Luna, è<br />

fiancheggiato da due alti fregi scolpiti.<br />

Questi, <strong>sono</strong> riferibili agli anni del<br />

cantiere di Oderisio e consistono in due<br />

grandi ante marmoree affiancate alle<br />

colonne.<br />

Al loro interno, su quattro registri<br />

sovrapposti, interval<strong>la</strong>ti nel mezzo da un<br />

motivo decorativo, <strong>sono</strong> narrate l’infanzia<br />

e <strong>la</strong> prima maturità di Giovanni Battista


LE DIVERSE PARTI CHE COMPONGONO<br />

LA DECORAZIONE A RILIEVO DEL PORTALE DELLA LUNA<br />

• A sinistra, partendo dall’alto si vedono due<br />

pavoni che bevono in un’anfora, Giovanni e i<br />

Farisei, l’Annuncio al<strong>la</strong> Vergine, <strong>la</strong> Visitazione e,<br />

in ultimo, due animali a<strong>la</strong>ti.<br />

• A destra, si osserva un fregio decorativo e<br />

successivamente l’Imposizione del nome e <strong>la</strong><br />

Circoncisione del Battista, L’Annuncio dell’Angelo<br />

a Zaccaria sotto una cornice di arcatelle a tutto<br />

sesto con quattro rosoncini di tradizione<br />

Abruzzese. In basso è raffigurato Daniele nel<strong>la</strong><br />

fossa dei leoni e in alto il Profeta Abacuc<br />

trasportato per i capelli da un angelo.<br />

Siamo di fronte al primo esempio di scultura<br />

narrativa in Abruzzo, è evidente <strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione con<br />

l’ambiente padano, che nel XII secolo aveva<br />

qualificato tale genere di decoro.<br />

• Affiancate a ciascuno dei grandi fregi , sui<br />

<strong>la</strong>ti del portale, <strong>sono</strong> inserite due eleganti<br />

colonne con capitelli decorati con foglie e con<br />

sovrastanti abachi di gusto gotico.


LA LUNETTA DEL PORTALE DELLA LUNA<br />

Re<strong>la</strong>tiva al periodo dell’abate Rainaldo è <strong>la</strong> lunetta . Dopo quel<strong>la</strong> di San clemente a Casauria, questa<br />

è <strong>la</strong> seconda lunetta figurata presente in ambiente abruzzese nel<strong>la</strong> quale vi è una<br />

rappresentazione narrativa tipica dei grandi portali medievali.<br />

La lunetta è divisa in due parti da una cornice orizzontale , presenta nel<strong>la</strong> parte superiore <strong>la</strong> statua di<br />

Cristo in trono tra <strong>la</strong> Vergine e San Giovanni, scolpite in alto rilievo, e in quel<strong>la</strong> inferiore i resti di<br />

una composizione che prevedeva San Romano, San Benedetto all’interno di una nicchia, e San<br />

Rainaldo.<br />

Le sculture del<strong>la</strong> lunetta, furono prese ad esempio dagli altri cantieri che si <strong>sono</strong> succeduti per il<br />

carattere innovativo da esse espresso.


Decorazione del Portale <strong>la</strong>terale<br />

il Portale Laterale (o “delle donne”).<br />

Realizzato nel Duecento, esso propone una<br />

struttura simile al Portale del<strong>la</strong> Luna, con una<br />

lunetta delimitata da un architrave e da un<br />

archivolto, in questo caso a triplice rientranza<br />

e più sobrio.<br />

La decorazione del portale, collocato <strong>sul</strong> <strong>la</strong>to<br />

sud-ovest, venne affidata ad uno scultore<br />

locale, che si ripropose di raggiungere gli<br />

effetti dell’artista che aveva realizzato <strong>la</strong><br />

lunetta del portale del<strong>la</strong> luna. Infatti, egli<br />

eseguì due rilievi rappresentanti una Madonna<br />

con Bambino ed un angelo.


Portale del chiostro<br />

Sul fianco sinistro del<strong>la</strong> chiesa si apre il portale<br />

che immette al chiostro, esso è una delle più<br />

antiche testimonianze del<strong>la</strong> basilica di San<br />

Giovanni in Venere, firmato e datato dal Maestro<br />

Alessandro nel 1204.<br />

Si tratta di un portale<br />

a doppio risalto (triplice nel<strong>la</strong> lunetta), decorato<br />

mediante l'utilizzo di frammenti di recupero.<br />

Il portale è decorato da due lesene:<br />

• A sinistra, semicerchi e cerchi nastriformi si<br />

combinano con diagonali incrociate e includono<br />

fiori ruotanti a 5 petali;a destra, intrecci<br />

nastriformi multipli a stuoia<br />

Tutti questi rilievi <strong>sono</strong> riferibili al repertorio<br />

alto Medioevale di varie regioni d’Italia.


I RILIEVI DEL PORTALE DELLA LUNA DI SAN GIOVANNI<br />

IN VENERE COME…….QUELLI DI SAN ZENO A VERONA<br />

Verona, San Zeno,<br />

La creazione di Adamo,<br />

XII sec.<br />

Ai <strong>la</strong>ti del protiro, in San Zeno a Verona, come in San Giovanni in Venere, il portale è<br />

affiancato da due ante figurate, con una ricca decorazione p<strong>la</strong>stica.<br />

Suddivisa in 18 bassorilievi risalenti al XII secolo, <strong>la</strong> decorazione va letta dal basso verso<br />

l’alto. A sinistra, i rilievi del maestro Guglielmo e a destra quelli del maestro Nicolò, narrano<br />

soggetti sacri tratti dal Nuovo e Antico Testamento e profani, con al centro Teodorico il<br />

Grande. In uno dei rilievi, è presentato il duello fra Teodorico ed Odoacre, e in un altro<br />

Teodorico all'inseguimento del cervo, che rappresenta il demonio del<strong>la</strong> Leggenda di<br />

Teodorico.


L’interno del<strong>la</strong> chiesa abbaziale<br />

• All’interno, <strong>la</strong> chiesa abbaziale di<br />

San Giovanni in Venere si<br />

presenta con un impianto<br />

p<strong>la</strong>nimetrico a sviluppo<br />

longitudinale riferibile al modello<br />

del<strong>la</strong> Chiesa madre benedettina di<br />

Cassino.<br />

• Anche in San Giovanni, infatti, lo<br />

spazio del<strong>la</strong> chiesa è suddiviso in<br />

tre navate, con una successione<br />

di archi su pi<strong>la</strong>stri ed assenza di<br />

transetto sporgente.<br />

• Qui però gli archi <strong>sono</strong> da una<br />

parte ogivali ed i pi<strong>la</strong>stri tutti<br />

cruciformi.<br />

• Nelle volte a crociera costolonata<br />

del presbiterio è invece ravvisabile<br />

il riferimento all’architettura<br />

borgognona cistercense.


Lo spazio del<strong>la</strong> chiesa, con l’indicazione di tutti gli elementi strutturali


Pi<strong>la</strong>stri e capitelli<br />

I pi<strong>la</strong>stri, che hanno il compito di suddividere le<br />

navate, <strong>sono</strong> tutti cruciformi, diversamente<br />

dal<strong>la</strong> prevalente impostazione abruzzese<br />

benedettina, che utilizzava pi<strong>la</strong>stri a sezione<br />

rettango<strong>la</strong>re, come in San Liberatore a<br />

Majel<strong>la</strong>.<br />

Per quanto riguarda le decorazioni dei re<strong>la</strong>tivi<br />

capitelli, esse <strong>sono</strong> diverse sia per le<br />

soluzioni di ornato sia per quelle di raccordo<br />

al pi<strong>la</strong>stro.<br />

In una parte dei capitelli si rintracciano elementi<br />

di raccordo tra <strong>la</strong> loro forma quadrata e <strong>la</strong><br />

sottostante sezione cruciforme dei pi<strong>la</strong>stri,<br />

nei restanti invece non ci <strong>sono</strong> soluzioni di<br />

collegamento.<br />

Da notare,<strong>la</strong> presenza di archi a tutto sesto<br />

nel<strong>la</strong> navata destra e di archi a sesto acuto<br />

in quel<strong>la</strong> di sinistra; questi ultimi <strong>sono</strong><br />

composti di arco e contro arco concentrici,<br />

soluzione diffusasi in Abruzzo intorno<br />

all'ultimo quarto del XII secolo, con <strong>la</strong><br />

realizzazione di San Clemente a Casauria.


La Copertura del<strong>la</strong> navata è oggi a<br />

capriate lignee, invece quel<strong>la</strong> del<br />

presbiterio presenta volte a crociera<br />

ogivale costolonata, di chiara matrice<br />

borgognona.<br />

Da punto di vista simbolico, <strong>la</strong> presenza<br />

di tali volte <strong>sul</strong> presbiterio, che è lo<br />

spazio riservato alle celebrazioni,<br />

accresce <strong>la</strong> sua sacralità.<br />

Invece, dal punto di vista costruttivo e<br />

del<strong>la</strong> storia dell’architettura, le volte a<br />

crociera costolonate di matrice<br />

borgognona mostrano come nel<strong>la</strong><br />

<strong>nostra</strong> regione e proprio qui in San<br />

Giovanni in Venere, verso <strong>la</strong> fine del<br />

secolo XIII si stesse attuando il<br />

passaggio dal sistema strutturale<br />

romanico a quello gotico.<br />

Coperture e Volte<br />

Vista del<strong>la</strong> navata centrale dal<br />

presbiterio


Sviluppo p<strong>la</strong>nimetrico longitudinale nel<strong>la</strong> chiesa cristiana, a partire dallo schema<br />

basilicale: dal<strong>la</strong> basilica paleocristiana al<strong>la</strong> chiesa abbaziale cistercense<br />

LA BASILICA PALEOCRISTIANA LA CHIESA ABBAZIALE<br />

1) Pianta del<strong>la</strong> basilica<br />

paleocristiana di<br />

SANT’AMBROGIO a<br />

Mi<strong>la</strong>no. (IVsec.)<br />

2)Pianta del<strong>la</strong> basilica<br />

di S.Maria<br />

Maggiore.(V sec.)<br />

3)Pianta dell’abbazia<br />

cistercense di<br />

Royaumont. ( VIII<br />

sec.)


Caratteristiche dello spazio<br />

Spazio a sviluppo<br />

longitudinale<br />

architettonico<br />

Spazio a sviluppo<br />

centrale<br />

Utilizzata in Occidente, Utilizzata in Oriente,<br />

tipica dell’architettura tipica dell’architettura<br />

paleocristiana. bizantina.


Lo spazio architettonico del<strong>la</strong> basilica<br />

Navata<br />

centrale<br />

abside transetto<br />

presbiterio<br />

Navata<br />

<strong>la</strong>terale<br />

paleocristiana<br />

nartece<br />

quadriportico<br />

fonte<br />

Per <strong>la</strong> terminologia re<strong>la</strong>tiva al<strong>la</strong> basilica paleocristiana,<br />

vedi apposito glossario.


Glossario basilica paleocristiana<br />

Abside: Struttura architettonica a<br />

pianta semicirco<strong>la</strong>re,<br />

poligonale o quadrata, già esistente<br />

nell’architettura romana,<br />

generalmente situata all’estremità<br />

orientale del<strong>la</strong> chiesa cristiana, a<br />

conclusione del<strong>la</strong> navata centrale e<br />

– anche se non sempre - di quelle<br />

<strong>la</strong>terali, di una cappel<strong>la</strong> o del coro.<br />

Transetto: Navata trasversale che<br />

si interseca con il corpo principale<br />

(longitudinale) del<strong>la</strong> chiesa , dando<br />

all’edificio una forma a croce . Il<br />

transetto può anche essere<br />

suddiviso in navate.<br />

Navata:In una chiesa, è lo spazio<br />

longitudinale compreso tra due file di<br />

colonne o pi<strong>la</strong>stri oppure tra una fi<strong>la</strong><br />

di colonne o di pi<strong>la</strong>stri e un muro<br />

perimetrale.<br />

Presbiterio:Negli edifici di culto e <strong>la</strong> parte<br />

intorno all’ altare riservata al clero,separata<br />

dai fedeli tramite recinzioni.<br />

Quadriportico:Cortile<br />

quadrato,porticato su quattro<br />

<strong>la</strong>ti,antistante <strong>la</strong> facciata del<strong>la</strong> basilica<br />

paleocristiana. E’ il luogo in cui si<br />

riunivano i catecumeni.<br />

Nartece: E’ un atrio porticato, dove,<br />

nell’antica liturgia cristiana stavano i<br />

caticumeni e i penitenti.<br />

Fonte: vasca in genere in pietra o<br />

marmo, di varie forme, che contiene<br />

l’acqua per <strong>la</strong> celebrazione del battesimo


SAN GIOVANNI IN VENERE - ABSIDI<br />

Opposte al<strong>la</strong> facciata principale, si trovano tre absidi,<br />

rivolte a Oriente verso il Golfo di Venere,divise in due livelli<br />

separati tra loro da una fascia decorativa.<br />

Presentano archi e bifore che rive<strong>la</strong>no un certo gusto<br />

arabeggiante. All'interno, le absidi <strong>sono</strong> decorate da<br />

affreschi del duecento.


Aspetti costruttivi<br />

Le tre absidi, delle quali quel<strong>la</strong> centrale è<br />

più <strong>la</strong>rga, sporgente ed alta delle altre<br />

due, <strong>sono</strong> le più monumentali fra quelle<br />

delle abbazie abruzzesi.<br />

Esse <strong>sono</strong> realizzate in muratura e<br />

distinte in due livelli, separate da una<br />

fascia marcapiano decorata con semplici<br />

losanghe intrecciate:<br />

• Al primo livello <strong>la</strong> muratura è mista e<br />

grosso<strong>la</strong>na, mentre al livello superiore è<br />

realizzata con pietre squadrate.<br />

• Una serie di feritoie si apre su tutte le<br />

absidi; in quelle <strong>la</strong>terali ve ne <strong>sono</strong><br />

sovrapposte due, in asse, una nel<strong>la</strong> parte<br />

bassa ed una al livello superiore;<br />

nell’abside di centro, ve ne <strong>sono</strong><br />

quattro, due nel<strong>la</strong> zona basamentale e<br />

due nel<strong>la</strong> parte superiore.


IN BASSO<br />

Aspetti decorativi<br />

La parte inferiore delle tre absidi è decorata da arcatelle<br />

cieche: quelle dell’abside sinistra <strong>sono</strong> ogivali (profilo ad<br />

arco acuto)e le altre a pieno sesto (profilo<br />

semicirco<strong>la</strong>re).<br />

Questa decorazione ad archi e bifore rive<strong>la</strong> un certo gusto<br />

definito normanno o arabeggiante (riconducibile alle<br />

absidi del Duomo di Monreale)<br />

La fascia a losanghe intrecciate è sormontata da una cornice<br />

posta al livello del pavimento del presbiterio.<br />

IN ALTO<br />

I cilindri absidali <strong>sono</strong> coronati da una cornice composta da<br />

una fascia ad archetti al di sopra di una sequenza di<br />

dentelli.<br />

È presente un’altra cornice in corrispondenza del<strong>la</strong> navata<br />

centrale, come accade di solito nelle costruzioni di stile<br />

borgognone.<br />

In oltre ci <strong>sono</strong> monofore a tutto sesto arricchiscono l’abside<br />

mediana, decorate con un arco trilobato in marmo<br />

bianco sorretto da due colonnine tortili con capitelli a<br />

foglie racchiudenti piccole figure umane.<br />

All’interno, le absidi <strong>sono</strong> decorate da affreschi<br />

che rappresentano un documento “assai significativo<br />

del passaggio tra Duecento e Trecento” del<strong>la</strong><br />

produzione pittorica in Abruzzo (M. Andaloro, I<br />

dipinti murali nel<strong>la</strong> cripta di San Giovanni in Venere<br />

presso Fossacesia


ORIGINE E DEFINIZIONE<br />

DI ABSIDE<br />

• Presente già negli edifici civili e<br />

pagani di Roma antica, l’abside<br />

trova il suo sviluppo nell’<br />

architettura cristiana, dove ha<br />

acquisito anche un significato<br />

simbolico.<br />

• Essa infatti, nel<strong>la</strong> chiesa<br />

cristiana, è situata all’ estremità<br />

orientale, a conclusione del<strong>la</strong><br />

navata centrale, che rappresenta<br />

il percorso di purificazione verso<br />

il presbiterio, luogo delle<br />

celebrazioni liturgiche, sede<br />

dell’altare, mensa eucaristica.<br />

• Essa è una costruzione<br />

costruzione a pianta<br />

semicirco<strong>la</strong>re, poligonale o di<br />

altra forma rettilinea<br />

• E’ coperta da una semicupo<strong>la</strong>, il<br />

catino absidale.<br />

CHE COSA SONO LE ABSIDI<br />

TIPOLOGIE DI ABSIDI<br />

• Abside<br />

rettango<strong>la</strong>re<br />

• Abside circo<strong>la</strong>re<br />

• Abside poligonale


Absidi di altre Abbazie Abruzzesi<br />

San Clemente a Casauria è una chiesa<br />

abbaziale che si trova nel comune di<br />

Castiglione a Casauria in provincia di<br />

Pescara.<br />

In essa è presente un’unica abside semicirco<strong>la</strong>re,<br />

con una finestra centrale<br />

squadrata, <strong>la</strong> cui forma è stata modificata<br />

nei restauri.<br />

Il cilindro absidale è scandito da una serie di<br />

colonnine e da una sequenza di archetti su<br />

peducci figurati, che corona l’abside.<br />

La chiesa di S. Liberatore a Majel<strong>la</strong> sorge<br />

all’interno di un suggestivo scenario naturale<br />

immersa tra i boschi che contornano<br />

l’abitato di Serramonacesca.<br />

La chiesa presenta tre absidi semicirco<strong>la</strong>ri.<br />

L’ abside centrale è più alta rispetto alle altre due<br />

ed è decorata da archetti pensili e tre<br />

monofore.<br />

Le absidi <strong>la</strong>terali, più piccole rispetto a quel<strong>la</strong><br />

centrale, presentano un’unica monofora.


STORIA DELLE ABSIDI<br />

L'uso delle absidi nacque nell'architettura romana dal<strong>la</strong> tarda età repubblicana,si<br />

trova nelle basiliche civili d'epoca romana ed anche nelle celle degli edifici temp<strong>la</strong>ri.<br />

In seguito, in epoca tardo-imperiale, si diffuse <strong>la</strong> posizione preminente <strong>sul</strong> <strong>la</strong>to minore,<br />

dove di solito veniva collocata <strong>la</strong> statua o il trono dell'imperatore, che così acquisiva<br />

una valenza ultraterrena e sacrale.<br />

L'architettura delle absidi restò essenzialmente semplice fino all'epoca romanica,<br />

questi elementi, peraltro già presenti in alcune architetture più antiche, si diffusero<br />

nelle basiliche di pellegrinaggio (o santuari), per permettere ai pellegrini di girare<br />

attorno all'altare maggiore dove si trovavano le reliquie del santo, e di pregare nelle<br />

cappelle <strong>la</strong>terali.<br />

Furono presenti durante il medioevo e in epoca gotica, dove, come le pareti delle<br />

chiese, vennero traforate per <strong>la</strong>sciare spazio alle vetrate.<br />

Nel Rinascimento si diffuse un'alternativa all'abside nelle cappelle, <strong>la</strong> scarsel<strong>la</strong>, di<br />

base quadrata o rettango<strong>la</strong>re.


IL CAMPANILE di San Giovanni in Venere<br />

• Si presenta come una tozza torre campanaria a ve<strong>la</strong>, a pianta quadrango<strong>la</strong>re.<br />

• La parte terminale del campanile viene ricondotta al 1344 , cosi come quel<strong>la</strong> del prospetto<br />

principale.<br />

• Ai <strong>la</strong>ti del<strong>la</strong> chiesa si addossano, all’ altezza del presbiterio, due corpi di fabbrica.<br />

• Le due strutture pos<strong>sono</strong> essere inserite nelle edificazioni difensive realizzate da Oderisio I<br />

tra il 1061 e il 1076.<br />

• Quel<strong>la</strong> a sud si presenta oggi come una torre campanaria in comunicazione con <strong>la</strong> cripta e<br />

con <strong>la</strong> chiesa superiore.<br />

• Dallo spessore murario si può presumere che essa dovesse assumere <strong>la</strong> configurazione di<br />

una vera e propria torre.<br />

Campanile di San Giovanni in Venere


CHE COS’E’ IL CAMPANILE<br />

DEFINIZIONE E TIPOLOGIE<br />

Il campanile è una<br />

struttura architettonica che ospita una o<br />

più campane, a diverse tipologie,:;<br />

• più di frequente a torre, in genere<br />

attigua ad una chiesa o ad<br />

un pa<strong>la</strong>zzo pubblico (torre civica).<br />

• o anche a ve<strong>la</strong>, cioè consistente in<br />

un semplice muro elevato sopra <strong>la</strong><br />

copertura del<strong>la</strong> chiesa.<br />

• Una chiesa può anche avere più di<br />

un campanile.<br />

Torre pendente -Pisa<br />

Chiesa di S. Clemente a<br />

Casauria<br />

Torre del<br />

Pa<strong>la</strong>zzo Pubblico<br />

Siena


CAMPANILE A VELA<br />

• La tipologia, detta campanile a ve<strong>la</strong>, è diffusa per lo<br />

più in chiese di modesta dimensione o importanza, o<br />

in casi in cui si voglia evitare l’ ostentazione, come<br />

nelle chiese francescane.<br />

• Essa prevede una struttura costituita da un muro<br />

semplice, elevato sopra <strong>la</strong> copertura del<strong>la</strong> chiesa,<br />

forato da un'apertura nel<strong>la</strong> quale <strong>sono</strong> ospitate le<br />

campane, che vengono mosse da una fune collocata<br />

all'interno del<strong>la</strong> chiesa.<br />

• L'assenza di cassa di risonanza e <strong>la</strong> struttura semplice<br />

fanno sì che non sia possibile alloggiare in questo tipo<br />

di campanile grandi campane, né che il suono giunga<br />

a grande distanza.


CAMPANILE A TORRE<br />

• Il campanile a torre può avere diverse forme, <strong>la</strong> più frequente è quel<strong>la</strong> del<strong>la</strong><br />

pianta quadrata, come nel Campanile di Giotto a Firenze, ma molte chiese del<br />

passato <strong>sono</strong> affiancate da torri campanarie circo<strong>la</strong>ri o anche poligonali, come<br />

quello di San Pietro a Perugia.


ESEMPI DI CAMPANILI A PIANTA QUADRATA in regione<br />

Abbazia di San Liberatore A Maiel<strong>la</strong><br />

Abruzzo, Serramonacesca<br />

Stile romanico (1077).<br />

È uno dei più antichi monasteri dell'Abruzzo.<br />

Il campanile ha struttura divisa in piani da<br />

cornici orizzontali in <strong>la</strong>terizio. Tali cornici <strong>sono</strong><br />

costituite da fi<strong>la</strong>ri di mattoni sempre più<br />

aggettanti e da dentelli a sega.<br />

In ogni dado sovrapposto <strong>sono</strong> impiegate, per<br />

alleggerire <strong>la</strong> struttura muraria, bifore e trifore<br />

accoppiate.<br />

La decorazione è completata da cornici di<br />

scarso aggetto, che con andamento rettilineo<br />

coronano gli archi delle finestre e proseguono<br />

<strong>sul</strong>le quattro facciate, e scodelle policrome<br />

concave probabilmente provenienti da paesi<br />

orientali.<br />

Autori: Nilde – Liceo; Paolo, Everardo – I.C. Foss<br />

S. Maria Maggiore, Lanciano – stile<br />

borgognone (sec. XII e XIII)<br />

Il campanile si innalza al centro del prospetto<br />

posteriore, corrispondente al<strong>la</strong> fabbrica più antica,<br />

quel<strong>la</strong> del sec. XII.<br />

Esso è caratterizzato da tre livelli sovrapposti;<br />

a dividere i tre livelli vi <strong>sono</strong> archetti pensili ed una<br />

cornice in pietra;<br />

ogni livello è artico<strong>la</strong>to da specchiature decorate da<br />

archetti pensili in mattoni, al centro delle quali ci<br />

<strong>sono</strong> delle aperture, trifore con colonnine e archetti<br />

monolitici in pietra e monofore che ospitano le<br />

campane al livello più alto.<br />

La parte basamentale del campanile è realizzata in<br />

pietra e mattoni, mentre quel<strong>la</strong> superiore interamente<br />

in mattoni, rendendo quindi ben distinguibili le due<br />

parti.


Cos’è?<br />

La cripta cristiana è<br />

una camera ricavata<br />

di solito al di sotto<br />

del pavimento di<br />

una chiesa,<br />

contenente le tombe o<br />

le reliquie di santi o<br />

alte cariche del clero.<br />

Quando?<br />

Nasce all'inizio<br />

dell'era cristiana in<br />

Nord Africa e in<br />

Algeria, nel periodo<br />

Bizantino si sviluppa<br />

in Oriente; dopo il<br />

periodo romanico ,<br />

l’uso fu<br />

progressivamente<br />

abbandonato e le<br />

reliquie conservate in<br />

area presbiteriale.<br />

Dov’è?<br />

La cripta si trova<br />

generalmente sotto<br />

l'abside, ma anche<br />

sotto il transetto, o<br />

sotto le cappelle<br />

<strong>la</strong>terali o sotto le<br />

navate.<br />

E oggi…?<br />

Oggi le antiche cripte<br />

vengono utilizzate<br />

per il culto dei santi<br />

le cui reliquie o<br />

spoglie <strong>sono</strong> in esse<br />

conservate, o<br />

semplicemente <strong>sono</strong><br />

diventate luoghi per<br />

<strong>la</strong> celebrazione dei<br />

riti sacri in momenti<br />

partico<strong>la</strong>ri e<br />

ricorrenze cristiane.<br />

A San Giovanni in Venere:<br />

<strong>la</strong> cripta si trova sotto l’area presbiteriale<br />

dell’abbazia ed è artico<strong>la</strong>ta in due navate<br />

trasversali e cinque longitudinali, con tre absidi di cui quel<strong>la</strong><br />

centrale è notevolmente più ampia delle due <strong>la</strong>terali<br />

databile intono al secolo XI.<br />

E’ coperta da campate con crociere a sesto diverso, per<br />

garantire <strong>la</strong> stessa altezza su tutto l’ambiente, che<br />

scaricano il peso su colonne con capitelli diversi,<br />

(testimonianza dell’uso di materiale di spoglio).<br />

All’interno delle absidi si trovano quattro affreschi.<br />

Elementi scultorei <strong>sono</strong> individuabili solo nel<strong>la</strong> vasta<br />

tipologia dei capitelli.


L’iconografia<br />

L’ iconografia è un ramo del<strong>la</strong> storia dell’arte che si occupa del<strong>la</strong> descrizione,<br />

c<strong>la</strong>ssificazione e interpretazione di quanto raffigurato nelle opere d’arte.<br />

In genere analizza personaggi e avvenimenti di carattere religioso.<br />

Nel Medioevo l’arte è vista come una scienza, e gli artisti seguono precise regole nel produrre le opere.<br />

Ogni forma è involucro di un messaggio, e il popolo è in grado di riconoscere chiaramente i personaggi ritratti grazie<br />

agli attributi che presentano.<br />

• La Madonna in trono<br />

Esempi di analisi iconografica<br />

Maria è, insieme a Cristo, <strong>la</strong> figura del Vangelo più frequentemente rappresentata,<br />

nel<strong>la</strong> simbologia è identificata con <strong>la</strong> Chiesa, sposa di Cristo. Nel Duecento e<br />

Trecento si sviluppano vari modi di rappresentare <strong>la</strong> Madonna, fra cui quello del<strong>la</strong><br />

Maestà, in cui el<strong>la</strong> appare in trono con Gesù Bambino <strong>sul</strong>le ginocchia circondata<br />

da angeli e Santi, che assume valenze anche politiche in rapporto al potere delle<br />

diverse città a ordinamento comunale, come Siena con Duccio e Simone Martini<br />

o Firenze con Cimabue. Il baldacchino sopra Maria simboleggia Gerusalemme.<br />

• Cristo in mandor<strong>la</strong><br />

La raffigurazione di Gesù racchiuso in una forma che ricorda quel<strong>la</strong> di una mandor<strong>la</strong><br />

ha una doppia valenza simbolica: alludendo al frutto, e al seme in generale, diventa un<br />

naturale attributo per Colui che è Via,Verità e Vita; come intersezione di due cerchi<br />

essa rappresenta <strong>la</strong> comunicazione fra due mondi, due dimensioni diverse, ovvero il<br />

piano materiale e quello spirituale, che solo Gesù può unire.


La tecnica pittorica: l’affresco<br />

L'affresco è una pittura eseguita <strong>sul</strong>l’ intonaco ancora frescodi una parete.<br />

La tecnica pittorica consiste nel dipingere con pigmenti minerali, stemperati in acqua, su intonaco fresco;<br />

quando nell'intonaco si completa il processo di carbonatazione, il colore ne sarà inglobato,<br />

diventando molto resistente all'acqua e al tempo.<br />

I tre elementi principali <strong>sono</strong>:<br />

- il supporto, di pietra o di mattoni, che deve essere secco e senza dislivelli, altrimenti verrà<br />

uniformato spalmandovi un composto aggiuntivo;<br />

- l'intonaco, è l'elemento più importante, è un impasto di sabbia di fiume, polvere di marmo, calce ed acqua;<br />

- il colore, che viene steso <strong>sul</strong>l'intonaco ancora umido e deve appartenere al<strong>la</strong> categoria degli ossidi,<br />

poiché non deve interagire con <strong>la</strong> reazione di carbonatazione del<strong>la</strong> calce.<br />

Jacopo Lucalzi, Damiano Rocchi, Mary Serraiocco, Miguel Verì, Federica Virtù, C<strong>la</strong>udia Vizzarri


Il panorama nazionale<br />

La pittura medievale si sviluppa dalle forme dell'arte tardoantica, continuando<strong>la</strong>.<br />

L’arte bizantina (330-1453) è sia aspetto dell'arte medievale che asse portante: le sue forme furono quelle diffuse universalmente,<br />

anche se con accezioni regionali diverse di volta in volta.<br />

Le immagini delle chiese diventano biblia pauperum, <strong>la</strong> bibbia dei poveri, cioè comprensibili agli analfabeti.<br />

Opere esemp<strong>la</strong>ri <strong>sono</strong> le croci dipinte e le pale d'altare di Coppo di Marcovaldo, Giunta Pisano, Cimabue:<br />

A seguito di uno sviluppo teologico e filosofico che sottolinea <strong>la</strong> differenza fra oriente e occidente,<br />

<strong>la</strong> rinascenza c<strong>la</strong>ssica del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> romana e fiorentina (Pietro Cavallini, Jacopo Torriti, Giotto di Bondone)<br />

prende una piega definitiva e compie un passo decisivo verso forme più naturalistiche,<br />

esempio <strong>sono</strong> <strong>la</strong> cappel<strong>la</strong> del Sancta Sanctorum del<strong>la</strong> Sca<strong>la</strong> Santa di Roma, ma soprattutto il ciclo di Assisi.<br />

Con il Gotico, inaugurato in Italia dalle scuole fiorentina e senese, avviene <strong>la</strong> fase terminale del<strong>la</strong> pittura medievale verso forme<br />

sempre più naturalistiche, filosofiche e sempre meno teologiche, fino al Rinascimento.


L’ Abbazia di S. Giovanni in Venere<br />

si trova a Fossacesia, in posizione<br />

panoramica <strong>sul</strong><strong>la</strong> collina che<br />

domina <strong>la</strong> costa.<br />

La chiesa presenta <strong>la</strong> struttura<br />

c<strong>la</strong>ssica delle basiliche di stile<br />

cistercense, con 3 navate separate<br />

da archi ogivali e soffitto a capriate.<br />

L’ABBAZIA<br />

La facciata principale presenta il Portale<br />

del<strong>la</strong> Luna in marmo decorato con<br />

altorilievi.<br />

Al di sotto dell’ altare maggiore si trova<br />

<strong>la</strong> cripta con colonne di epoca romana.<br />

All’ interno, le absidi <strong>sono</strong> decorate<br />

da affreschi del Duecento.


Che cos’è l’abbazia cistercense<br />

L’ architettura cistercense è un architettura tipica<br />

dell’ ordine monastico dei cistercensi, fondato nel<br />

1098 in Francia, da un gruppo di monaci<br />

benedettini, che fanno propri i principi stabiliti da<br />

Bernardo Di Chiaravalle, benedettino che,<br />

rifacendosi al<strong>la</strong> rego<strong>la</strong> originaria di San Benedetto,<br />

impose nuovamente rigore e severità per le<br />

architetture del suo ordine, basati <strong>sul</strong> rifiuto di<br />

ogni decorazione dipinta o scolpita e delle vetrate<br />

variopinte.<br />

Le abbazie che così nacquero e si diffusero in<br />

Europa, dovevano rispecchiare <strong>la</strong> sobria serenità<br />

del<strong>la</strong> rego<strong>la</strong> benedettina sia nel<strong>la</strong> struttura degli<br />

edifici e sia nel<strong>la</strong> loro ubicazione, preferibilmente<br />

in luoghi iso<strong>la</strong>ti.<br />

L’abbazia cistercense è un complesso<br />

di edifici in cui viveva una comunità<br />

cristiana di monaci, monache o canonici<br />

rego<strong>la</strong>ri, governata da un abate o da<br />

una badessa.<br />

Gli spazi più importanti erano <strong>la</strong> chiesa<br />

abbaziale, il chiostro, <strong>la</strong> sa<strong>la</strong> capito<strong>la</strong>re,<br />

il refettorio, lo scrittorio, <strong>la</strong> biblioteca, <strong>la</strong><br />

foresteria e le stanze dell’ abate.<br />

Abbazia di Fossanova Abbazia di Valvisciolo


ABBAZIA DI MONTECASSINO, chiesa<br />

madre dell’Ordine Benedettino<br />

L’ abbazia benedettina di Montecassino fu fondata nel 529 da<br />

S. Benedetto da Norcia.<br />

Per tutto il medioevo fu un importante centro culturale per le<br />

sue biblioteche, gli archivi, le scuole scrittorie e miniaturistiche<br />

che trascrissero e conservarono molte opere dell’ antichità.<br />

Lo sviluppo architettonico dell’ Abbazia si artico<strong>la</strong> su piani<br />

sfalsati, con una grande scalinata dove al<strong>la</strong> fine c’è <strong>la</strong> chiesa<br />

ricca di marmi, policromi e di affreschi .<br />

Il cuore di questa Abbazia è l’ altare maggiore, dove <strong>sono</strong><br />

conservate le reliquie di S. Benedetto e quelle del<strong>la</strong> sorel<strong>la</strong><br />

Sco<strong>la</strong>stica, ritrovate nel 1950.<br />

Per quanto riguarda <strong>la</strong> facciata del<strong>la</strong> chiesa, ci <strong>sono</strong> 3 porte che<br />

portano all’ interno del<strong>la</strong> basilica.<br />

All’ interno ci <strong>sono</strong> 3 navate, <strong>la</strong> navata centrale presenta una<br />

volta che nel ‘600 era affrescata con dipinti andati distrutti nel<br />

tempo. Alle navate <strong>la</strong>terali ci <strong>sono</strong> 4 cappelle. Al centro del<br />

presbiterio c’è l’ altare maggiore dove è posta l’ urna bronzea che<br />

conserva i resti dei 2 santi..


ABBAZIA DI FONTENAY, ispirata<br />

al<strong>la</strong> rego<strong>la</strong> del<strong>la</strong> riforma cistercense<br />

L'Abbazia di Fontenay è<br />

un'abbazia cistercense che si trova<br />

in Francia. L'edificio venne fondato nel 1118.<br />

Essa ha una pianta a croce <strong>la</strong>tina, costituita<br />

da una navata centrale lunga 66 metri e <strong>la</strong>rga<br />

8 e due navate <strong>la</strong>terali e da un transetto lungo<br />

19 metri. Il chiostro è lungo 36 metri e <strong>la</strong>rgo<br />

38. La sa<strong>la</strong> capito<strong>la</strong>re ha un soffitto a volta,<br />

con grossi costoloni. Il grande dormitorio ha<br />

un soffitto costruito in legno di castagno..


ABBAZIA CISTERCENSE DI FOSSANOVA<br />

modello di chiesa gotica in Italia<br />

L'abbazia di Fossanova è situata nei pressi di Priverno, in provincia di Latina.<br />

La facciata è semplice, con un portale strombato. Il portale è poi costituito da un arco a sesto<br />

acuto nel<strong>la</strong> cui lunetta è ripreso il motivo del rosone, mentre nel<strong>la</strong> parte inferiore, un<br />

mosaico cosmatesco sostituisce un'iscrizione dedicata a Federico Barbarossa. Al di sopra<br />

del portale riccamente decorato, <strong>la</strong> facciata è adornata da un grande rosone..<br />

L'oculus ottagonale al centro del frontone è un rifacimento di uno originario che doveva<br />

essere simile a quello dell'abside. La possanza del<strong>la</strong> facciata è accentuata dall'esposizione<br />

dei potenti contrafforti.


ABBAZIA DI CHIARAVALLE – esempio cistercense<br />

in Lombardia<br />

D’alto valore artistico <strong>sono</strong> il chiostro<br />

duecentesco, di cui rimangono il <strong>la</strong>to<br />

settentrionale e due campate orientali,e<br />

<strong>la</strong> Sa<strong>la</strong> capito<strong>la</strong>re con finestroni in cotto<br />

rinascimentali inscritti in quelli romanici<br />

e il Refettorio.<br />

L’Abbazia fu fondata nel 1135<br />

da S. Bernardo, abate di<br />

C<strong>la</strong>irvaux, che dette il nome al<strong>la</strong><br />

zona, prima chiamata<br />

Rovegnano. Al complesso si<br />

accede da una porta realizzata<br />

in una robusta torre<br />

cinquecentesca, <strong>sul</strong> cui fianco<br />

sorge il piccolo oratorio<br />

dedicato a S. Bernardo . La<br />

chiesa ha un impianto a croce<br />

<strong>la</strong>tina, con le tre navate divise<br />

da pi<strong>la</strong>stri cilindrici.


ABBAZIA DI SAN CLEMENTE a CASAURIA, in Abruzzo<br />

Quest’ Abbazia fu fatta erigere dall’ imperatore<br />

Ludovico II, a seguito delle modifiche dell’abate<br />

Leonate quest’ Abbazia divenne un importante centro<br />

di riferimento politico ed economico. La facciata è<br />

preceduta da un portico con colonne a capitelli, sotto<br />

ad esso si aprono 3 portali, di cui il centrale è il più<br />

grande. La lunetta e l’architrave di quest’ ultima <strong>sono</strong><br />

scolpite con immagini del<strong>la</strong> vita di S. Clemente e delle<br />

vicende storiche dell’ Abbazia. La porta in bronzo è<br />

costituita da 72 formelle con varie raffigurazioni<br />

bibliche.<br />

L’ interno è composto da 3 navate con un abside<br />

semicirco<strong>la</strong>re. L’ altare maggiore è costituito da un<br />

sarcofago paleocristiano, sormontato da un ciborio.<br />

La cripta (ambiente destinato a tomba dei<br />

santi e al<strong>la</strong> custodia di sacre reliquie) è<br />

scandita da nove navatelle longitudinali per<br />

due trasversali con le campate che hanno<br />

volta a crociera. Per <strong>la</strong> sua costruzione è<br />

stato utilizzato materiale di spoglio<br />

proveniente da edifici romani.


Fin dai primi giorni del dopoguerra, su molti dei<br />

monumenti abruzzesi,<br />

come in S. Giovanni in Venere a<br />

Fossacesia, si procedette ai restauri<br />

veri e propri, i quali interventi<br />

riguardarono partico<strong>la</strong>rmente:<br />

il rifacimento delle coperture<br />

<strong>la</strong> sistemazione di parti e di arredi interni.<br />

le delicate opere di risarcimento e di<br />

integrazione delle apparecchiature<br />

murarie<br />

Tutte queste operazioni <strong>sono</strong> state compiute<br />

attraverso un’applicazione costante e<br />

diligente dei principi stabiliti al<strong>la</strong> fine dell’Ottocento<br />

in materia di Restauro dei Monumenti e<br />

successivamente approfonditi.<br />

Tali azioni – proprio perché ispirate ai principi<br />

del<strong>la</strong> Carta del Restauro – hanno avuto quindi il<br />

loro esito naturale nel<strong>la</strong> ricostruzione<br />

dell’organismo operata in modo da <strong>la</strong>sciare tracce<br />

chiare dei <strong>la</strong>vori compiuti, semplificando forme,<br />

distinguendo materiali, apponendo sigilli, per<br />

consentire <strong>la</strong> riconoscibilità degli interventi<br />

moderni rispetto a quelli originari.<br />

L’ARCHITETTURA di<br />

SAN GIOVANNI IN<br />

VENERE E GLI<br />

INTERVENTI DI<br />

RESTAURO


Il restauro è un processo di<br />

conservazione o recupero di un<br />

opera d’ arte deteriorata dal<br />

tempo, da agenti atmosferici, da<br />

incuria dell’ uomo o da<br />

manomissioni successive.<br />

CHE COS’E’ IL RESTAURO


LA CARTA DEL RESTAURO – DOCUMENTO FONDAMENTALE PER LA<br />

CORRETTEZZA DEGLI INTERVENTI<br />

Ricordiamo qui le indicazioni del<strong>la</strong> Carta<br />

del Restauro, integrate dalle “ Istruzioni<br />

“del 1938:<br />

esse non contraddicono gli indirizzi di base<br />

e le indicazioni operative contenute nei<br />

documenti precedenti al<strong>la</strong> guerra, infatti<br />

basta confrontare <strong>la</strong> vecchia “ Carta “ e le<br />

successive “ Istruzioni ”, con <strong>la</strong> Carta del<br />

1964 per rendersi conto che le proiezioni<br />

operative del documento non<br />

rappresentano un cambiamento di rotta<br />

rispetto a quelle precedenti, bensì un loro<br />

prudente adeguamento caratterizzato da<br />

specificazioni ed accentuazioni derivanti da<br />

presupposti culturali più aggiornati.<br />

Con questo quindi si intende affermare che<br />

i <strong>la</strong>vori di ricostruzione del dopoguerra.<br />

Marika Krebely, Andrea Di Stefano e Fabio Di Rado


Progetto “<strong>Io</strong> <strong>sono</strong>, <strong>noi</strong> <strong>siamo</strong>…<strong>la</strong> <strong>nostra</strong> città”<br />

D3 – Vivere il Monumento<br />

Laboratorio didattico di <strong>Studio</strong> e Ricerca <strong>sul</strong> Monumento<br />

Abbazia di San Giovanni in Venere<br />

Fossacesia, 28 febbraio 2012<br />

LEZIONE POMERIDIANA<br />

Scuo<strong>la</strong> Secondaria 1° grado,<br />

Fossacesia<br />

Pao<strong>la</strong> Ardizzo<strong>la</strong><br />

Storico dell’architettura<br />

Gabriele d’Oltremare<br />

Land drafter & designer


Equilibrio compositivo e<br />

umanità dell’abbazia<br />

medievale<br />

Note in merito


Un’abbazia conosciuta<br />

in epoca coeva<br />

La carta del Mare di Piri Reis


Piri Reis, Il libro del mare: Ancona e il Conero


Piri Reis, il libro del mare: Porto Recanati, Porto Civitanova,<br />

Santuario del<strong>la</strong> Madonna di Loreto


Piri Reis, Il libro del Mare: tratto di costa abruzzese fra Fossacesia e Francavil<strong>la</strong>


Abbazia e Cattedrale


Abbazia di Montecassino


Badia Morronese, Sulmona


Cattedrale di Santa Maria Maggiore<br />

Lanciano


La verità è nel simbolo


Labirinto del<strong>la</strong> Cattedrale di Chartres, Francia


L’anima del pellegrino cristiano viene guidata dal<strong>la</strong> Paro<strong>la</strong> di<br />

Dio<br />

(incisione 1622)


Cristo in Mandor<strong>la</strong><br />

La vesica piscis o mandor<strong>la</strong> è un simbolo di forma ogivale ottenuto da due<br />

cerchi dello stesso raggio, intersecantisi in modo tale che il centro di ogni<br />

cerchio si trova <strong>sul</strong><strong>la</strong> circonferenza dell'altro.<br />

Come intersezione di due cerchi essa rappresenta <strong>la</strong> comunicazione fra due<br />

mondi, due dimensioni diverse, ovvero il piano materiale e quello spirituale,<br />

l'umano e il divino. Gesù, il Verbo divino fattosi uomo, diventa il solo Mediatore<br />

fra le due realtà, il solo pontefice fra il terrestre e il celeste, e come tale viene<br />

rappresentato all'interno dell'intersezione


Ἰχϑύς<br />

Si definisce ichthýs il simbolo di un pesce stilizzato, formato da due curve che<br />

partono da uno stesso punto.<br />

Le comunità cristiane adottarono questo simbolo probabilmente per rievocare il<br />

brano evangelico in cui Gesù si rivolge a Simone dicendogli «μή φοβού ἀπὸ<br />

τοῦ νῦν ἀνθρώπους ἔσῃ ζωγρῶν»: Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di<br />

uomini (Lc 5, 10).<br />

Come rive<strong>la</strong> Agostino d'Ippona ne La città di Dio, inoltre, il termine greco Ἰχϑύς<br />

è a sua volta l'acronimo delle parole<br />

Iesùs CHristòs THeù HYiòs Sotèr


L’àncora<br />

Simbolo del<strong>la</strong> speranza cristiana. In una Lettera di san Paolo agli<br />

Ebrei (6, 18-19) si legge che l’ancora a cui affidarsi è Cristo,<br />

poichè " in essa (<strong>la</strong> speranza) infatti <strong>noi</strong> abbiamo l‘àncora del<strong>la</strong><br />

<strong>nostra</strong> vita". Spesso l'ancora è unita o si sostituisce al<strong>la</strong> croce.


Pavone<br />

(bassorilievo di epoca Longobarda)<br />

Simbolo del<strong>la</strong> resurrezione e del<strong>la</strong> vita eterna. L’immagine è legata al fatto che<br />

le piume di questo animale cadono in autunno e rinascono in primavera.<br />

Secondo una leggenda, <strong>la</strong> carne del pavone non si decompone.


Il chi rho<br />

Il monogramma di Cristo o<br />

Chi Rho (o CHRISMON) è una<br />

combinazione di lettere dell’alfabeto greco,<br />

che formano una abbreviazione del nome<br />

di Gesù. Esso viene tradizionalmente usato<br />

come simbolo cristiano ed è uno dei<br />

principali cristogrammi.<br />

Il simbolo si compone di due grandi lettere<br />

sovrapposte, <strong>la</strong> 'X' e <strong>la</strong> 'P'. Corrispondono,<br />

rispettivamente, al<strong>la</strong> lettera greca 'χ' ('chi',<br />

che si legge kh, aspirata) e 'ρ' ('rho', che si<br />

legge r).<br />

Queste due lettere <strong>sono</strong> le iniziali del<strong>la</strong><br />

paro<strong>la</strong> 'Χριστός' (Khristòs), l'appel<strong>la</strong>tivo<br />

di Gesù, che in greco significa "unto" e<br />

traduce l'ebraico "messia".<br />

Ai <strong>la</strong>ti di queste due lettere, se ne trovano<br />

molto spesso altre due: una 'α' ed un 'ω',<br />

alfa ed omega, prima ed ultima lettera<br />

dell'alfabeto greco, usate come simbolo del<br />

principio e del<strong>la</strong> fine.


Asse del mondo o albero cosmico


Misura, costruzione e<br />

corporazione


Cristo come geo-metros, sommo Creatore


Lo gnomone,<br />

strumento misuratore per eccellenza in epoca antica


Applicazione dello gnomone nei disegni di Filippo<br />

Brunelleschi, uno dei più grandi architetti del ‘400 italiano


Simbolo del<strong>la</strong> massoneria<br />

(dall’Inglese masonry = opera muraria)


Simboli delle corporazioni<br />

edili medievali


I giovani mastri muratori e falegnami in Germania oggi.<br />

Come in epoca medievale hanno<br />

l’obbligo, solo per tre anni, di<br />

spostarsi di cantiere in cantiere<br />

senza mai tornare a casa.


Oggi anche lo donne <strong>sono</strong> ammesse a questa pratica dura ma affascinante,<br />

che offre molte possibilità di apprendimento e di contatti umani


Grazie per <strong>la</strong> vostra attenzione<br />

per contatti e approfondimenti<br />

Pao<strong>la</strong> Ardizzo<strong>la</strong><br />

presidente@musaa.it<br />

3479689410<br />

Gabriele d’Oltremare<br />

segretario@musaa.it<br />

334 1880627


PROGETTO CENTOSCUOLE – IO SONO, NOI SIAMO…LA NOSTRA CITTA’<br />

Lanciano storica e <strong>la</strong> Chiesa di Santa<br />

Maria Maggiore – visita guidata<br />

Laboratorio D3 – <strong>Studio</strong> e <strong>ricerca</strong> <strong>sul</strong><br />

<strong>monumento</strong><br />

Attività di contestualizzazione<br />

Visita guidata al centro storico di Lanciano


Perché <strong>la</strong> visita?<br />

• Gli alunni delle due scuole visitano il centro<br />

storico di Lanciano, per effettuare un’attività di<br />

contestualizzazione dell’Abbazia di San Giovanni<br />

in Venere:<br />

• stabiliscono analogie e differenze sia dal punto di<br />

vista architettonico che dal punto di vista<br />

urbanistico con <strong>la</strong> Chiesa di Santa Maria<br />

Maggiore, stilisticamente affine ma<br />

funzionalmente diversa, essendo una «chiesa di<br />

città».


L’abitato di Lanciano in re<strong>la</strong>zione al TERRITORIO<br />

Ri<strong>sul</strong>ta molto chiara <strong>la</strong> «forma»<br />

del<strong>la</strong> città, distinta nelle sue due<br />

parti :<br />

• <strong>la</strong> città storica, circoscritta in blu,<br />

che si sviluppa sui tre colli:<br />

Erminio, del<strong>la</strong> Selva e Petroso<br />

• La città moderna (1^ espansione<br />

sec. XX), circoscritta in rosso, che<br />

si sviluppa <strong>sul</strong><strong>la</strong> Piana del<strong>la</strong> Fiera,<br />

con un evidente impianto<br />

rego<strong>la</strong>re a griglie ortogonale.<br />

PLANIMETRIA TRATTA DALLA CARTA<br />

TERRITORIALE DELL’I.G.M. (Istituto<br />

Geografico Militare), sca<strong>la</strong> 1:25.000,<br />

1957


Il centro storico di<br />

Lanciano<br />

Itinerario di visita


Lanciano «emporio di frentani»<br />

• La visita conduce i ragazzi attraverso vicoli,<br />

strade e piazze del<strong>la</strong> città medievale, uno dei<br />

centri più importanti del territorio frentano,<br />

luogo di attrazione, fra gli altri, per mercanti<br />

(<strong>la</strong> città è nota sin dall’antichità per le sue<br />

fiere) e per religiosi (vi <strong>sono</strong> insediate sin dai<br />

secoli avanti il mille, diverse comunità di frati,<br />

in partico<strong>la</strong>re dal XIII sec., francescani ed<br />

agostiniani).


Lo sviluppo urbanistico<br />

• Le nove porte del<strong>la</strong> città medievale danno <strong>la</strong> misura del<strong>la</strong> sua vivacità e<br />

del<strong>la</strong> assidua frequentazione da parte degli abitanti del contado, di<br />

visitatori e mercanti, del<strong>la</strong> varietà del<strong>la</strong> vita artigianale e commerciale che<br />

entro le sue mura si svolgeva, anche del<strong>la</strong> ricchezza che numerose famiglie<br />

andavano accumu<strong>la</strong>ndo, in partico<strong>la</strong>re grazie al commercio.<br />

• Proprio lo sviluppo del<strong>la</strong> vita urbana, a partire dai tempi del dominio<br />

longobardo in poi, portò al progressivo ampliamento del territorio<br />

urbanizzato, fino al<strong>la</strong> sua definizione entro il XIII secolo, nei quattro<br />

quartieri di Lancianovecchia (il più antico), Civitanova(risale al sec. X),<br />

Sacca (rappresenta l’espansione del precedente) e Borgo (sec. XIII).<br />

• Un momento di partico<strong>la</strong>re importanza è quello del<strong>la</strong> dominazione di<br />

Federico II, che nel XIII secolo procede ad una definizione e<br />

monumentalizzazione dei quartieri Civitanova e Borgo, attraverso <strong>la</strong><br />

realizzazione di monumenti (ricostruzione di S. Maria Maggiore) o il<br />

completamento di edifici preesistenti (facciate e portali delle Chiese di S.<br />

Agostino e S. Lucia).


La CHIESA DI SANTA MARIA<br />

MAGGIORE A LANCIANO<br />

Interno, navatel<strong>la</strong>, con volta a semibotte<br />

sestiacuta (derivazione borgognona)<br />

Pianta del<strong>la</strong> chiesa, con l’indicazione delle<br />

fasi di ampliamento


Le volte a crociera con costoloni


Partico<strong>la</strong>ri delle volte a crociera<br />

La spazialità dell’ edificio monumentale è caratterizzata dal<strong>la</strong> suddivisione in tre navate di cui<br />

<strong>la</strong> maggiore è voltata a crociera e le due <strong>la</strong>terali <strong>sono</strong> invece coperte da volte a semi-botte<br />

dal profilo ogivale: l’una e le altre si riconoscono di diretta derivazione borgognona, non<br />

mediate cioè attraverso le architetture benedettine del<strong>la</strong> scuo<strong>la</strong> di S.Liberatore, che<br />

ritroviamo in gran parte delle chiese abruzzesi del trecento. In partico<strong>la</strong>re, <strong>la</strong> navatel<strong>la</strong> del<br />

<strong>la</strong>to nord, abbattuta nel 1540 per l’ampliamento dell’edíficio, è stata ripristinata, nel restauro<br />

di fine anni sessanta, mentre l’altra, che era stata ripartita in cappelle è stata con gli stessi<br />

<strong>la</strong>vori restituita al<strong>la</strong> sua funzione e spazialità originarie.


La volta «ad ombrello» costolonata, delimitata<br />

da un arco trionfale, <strong>sul</strong> presbiterio ottagonale<br />

Riflessioni <strong>sul</strong> valore simbolico del numero 8 e del<strong>la</strong> forma ottagonale e <strong>sul</strong><strong>la</strong><br />

forma ottagonale nell’architettura sacra, dai Battisteri a S. Maria del Fiore.


LA FACCIATA con il portale monumentale trecentesco di<br />

Francesco Petrini e quel<strong>la</strong> re<strong>la</strong>tiva all’ampliamento<br />

cinquecentesco


San Giovanni in Venere<br />

e e<br />

Santa Maria Maria Maggiore a<br />

Lanciano Lanciano<br />

Confronto tra una chiesa abbaziale<br />

suburbana e una chiesa cattedrale urbana<br />

Micolucci Valentina, Caporale Moreno, De Santis Antonio


San Giovanni in Venere<br />

chiesa “suburbana”<br />

Questa abbazia, come tutte le altre, ovunque si<br />

trovino, è nata come un luogo dedicato al<strong>la</strong><br />

preghiera, alle attività meditative e<br />

spirituali, esclusivamente riservato agli<br />

uomini di chiesa, per questo<br />

è situata in un’area extraurbana rispetto<br />

all’abitato di Fossacesia, cui resta collegata<br />

da un lungo viale.<br />

Essa comprende: <strong>la</strong> chiesa, aperta anche al<strong>la</strong><br />

popo<strong>la</strong>zione durante le funzioni; il chiostro,<br />

uno spazio aperto circondato da un porticato<br />

e con al centro aiuole fiorite e il pozzo; spazio<br />

importante soprattutto per i benedettini; il<br />

dormitorio, luogo comune di riposo; il<br />

refettorio, il luogo comune dedicato ai pasti; <strong>la</strong><br />

foresteria per gli ospiti.<br />

Probabilmente, in passato, c’erano anche, secondo<br />

il modello ovunque diffuso, <strong>la</strong> biblioteca,<br />

l’infermeria e <strong>la</strong> farmacia, queste ultime<br />

affidate ad un monaco-medico.<br />

Santa Maria Maggiore – chiesa “urbana”<br />

Edificata nel cuore storico del<strong>la</strong> città di Lanciano a<br />

partire dal sec. X, <strong>la</strong> chiesa ha assunto assumere le<br />

forme borgognone nel secolo XIII, durante il<br />

dominio di Federico II.<br />

Tali forme <strong>sono</strong> state riportate al<strong>la</strong> luce con un<br />

impegnativo restauro negli anni sessanta del<br />

novecento, in considerazione dell’importanza che<br />

rivestivano per <strong>la</strong> storia dell’architettura di tutta <strong>la</strong><br />

regione.<br />

Per le sue caratteristiche costruttive e morfologiche, <strong>la</strong><br />

Chiesa di S. Maria Maggiore può ritenersi<br />

espressione del<strong>la</strong> diretta volontà imperiale di<br />

<strong>la</strong>sciare nel<strong>la</strong> città una testimonianza di grande<br />

pregio e significatività in re<strong>la</strong>zione con <strong>la</strong> figura<br />

dell’imperatore stesso,<br />

Federico II, “homo novus”, che dona al<strong>la</strong> città un<br />

<strong>monumento</strong> dal chiaro valore simbolico di<br />

“luogo del<strong>la</strong> rinascita”, collegata al<strong>la</strong> forma<br />

ottagonale del presbiterio, di norma utilizzata nei<br />

battisteri, luogo del<strong>la</strong> “nascita” spirituale del<br />

cristiano.


La primitiva chiesa di Santa Maria Maggiore<br />

e <strong>la</strong> 1^ fase di espansione in Civitanuova<br />

Al<strong>la</strong> fine dell’XI secolo, nel<strong>la</strong> città<br />

di Lanciano viene acquistando<br />

grande importanza il ceto<br />

mercantile e tornavano ad<br />

essere organizzate le antiche<br />

fiere (nundinae romane); il<br />

quartiere di Civitanova, che<br />

ospita <strong>la</strong> chiesa di Santa Maria<br />

Maggiore, si stava costituendo<br />

<strong>sul</strong> Colle del<strong>la</strong> Selva, in seguito<br />

all’accrescimento demografico.<br />

mancava ancora però un<br />

edificio religioso, così si dà<br />

inizio al<strong>la</strong> costruzione del<strong>la</strong><br />

prima chiesa romanica<br />

dedicata al<strong>la</strong> vergine Maria.<br />

QUARTIERE CIVITANOVA


La chiesa di Santa Maria Maggiore:<br />

l’ edificio cistercense e lo sviluppo urbano<br />

CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE<br />

Agli inizi del XIII secolo,<br />

prende avvio l’espansione<br />

del quartiere Sacca.<br />

In corrispondenza di questo<br />

fenomeno, collochiamo<br />

il cantiere<br />

federiciano-borgognone<br />

di tipo cistercense<br />

del<strong>la</strong> chiesa di Santa<br />

Maria Maggiore<br />

riedificata ed ampliata,<br />

per divenire polo<br />

aggregante del quartiere e<br />

cattedrale del<strong>la</strong> città.


Chiesa di<br />

SANTA MARIA<br />

MAGGIORE<br />

Lanciano


Il portale <strong>la</strong>terale del<strong>la</strong> Chiesa di S. Maria<br />

Maggiore<br />

Il portale <strong>la</strong>terale,<br />

risalente al<strong>la</strong> prima metà<br />

del XIII secolo, mostra un<br />

notevole interesse<br />

storico-artistico per i<br />

modi c<strong>la</strong>ssici del<strong>la</strong><br />

risoluzione stilistica<br />

riconducibile al<strong>la</strong><br />

Rinascenza di epoca<br />

federiciana, il che ci<br />

permette di stabilire<br />

analogie con il portale di<br />

Castel del Monte (noto<br />

pa<strong>la</strong>zzo extraurbano di<br />

forma ottagonale di<br />

Federico II in Puglia).<br />

Portale di CASTEL DEL MONTE<br />

Portale di S. MARIA MAGGIORE


Il portale monumentale<br />

PORTALE MONUMENTALE<br />

Nel 1317 il Petrini<br />

conclude il processo di<br />

riedificazione dando al<strong>la</strong><br />

chiesa il magnifico<br />

portale monumentale, un<br />

nuovo accesso più<br />

comodo a valle, verso <strong>la</strong><br />

città: <strong>la</strong> chiesa è intito<strong>la</strong>ta<br />

a S. Maria Assunta e<br />

prende a svolgere il ruolo<br />

di duomo del<strong>la</strong> città, che<br />

le competerà fino al 1389.


La torre campanaria<br />

Nel 1331, in re<strong>la</strong>zione al nuovo<br />

titolo del<strong>la</strong> chiesa, divenuta<br />

duomo del<strong>la</strong> città, viene<br />

modificato il campanile<br />

romanico che però non assume<br />

solo il ruolo di torre<br />

campanaria, ma quello di<br />

emergenza cittadina (utile,<br />

oltre che per ricordare le<br />

festività religiose e le<br />

celebrazioni liturgiche, anche<br />

per il richiamo dei cittadini in<br />

occasione di ca<strong>la</strong>mità naturali<br />

o altre emergenze).<br />

La torre verrà poi ristrutturata<br />

al<strong>la</strong> sommità nel 1714.<br />

TORRE CAMPANARIA


LAB. D3 – STUDIO E RICERCA SUL MONUMENTO<br />

ATTIVITA’ DI CONTESTUALIZZAZIONE – VIAGGIO D’ISTRUZIONE ALLE ABBAZIE DI SAN CLEMENTE A<br />

CASAURIA E SAN LIBERATORE A MAJELLA – 11 MAGGIO 2012<br />

SCHEDA DI LAVORO PER IL RILIEVO METRICO DI ELEMENTI ARCHITETTONICI E<br />

SPAZIALI DI SAN LIBERATORE A MAJELLA<br />

PREMESSA – OSSERVAZIONI E CONSIDERAZIONI SUGLI ASPETTI SPAZIALI E COSTRUTTIVI<br />

L’edifico di San Liberatore è contraddistinto da<br />

un impianto fortemente unitario, dovuto al<strong>la</strong><br />

nitida e precisa definizione stereometrica degli spazi, dove tutti gli elementi obbediscono ad<br />

una geometria essenziale: libera stesura delle superfici, nuda semplicità dei pi<strong>la</strong>stri, taglio vivo degli archi e<br />

degli spigoli.<br />

La grande nave, con le poderose arcate procede verso il fondale secondo una progressione prospettica che<br />

culmina nel<br />

Presbiterio, individuato dai pi<strong>la</strong>stri cruciformi<br />

Ricostruita all’inizio del sec. XI, <strong>sul</strong> preesistente monastero , esistente già nell’anno 856, <strong>la</strong> chiesa di San Liberatore<br />

è realizzata secondo una forma semplice, essenziale, contenuta, perfetta nel suo ritmo ampio, sicuro e concluso.<br />

Tale forma è determinata da due file di pi<strong>la</strong>stri a pianta rettango<strong>la</strong>re e dal rapporto proporzionale fra le tre<br />

dimensioni del<strong>la</strong> navata, che assicura re<strong>la</strong>zioni costanti e modu<strong>la</strong>ri fra di esse.<br />

Lo sviluppo spaziale-dimensionale del<strong>la</strong> chiesa è infatti governato da un impianto rego<strong>la</strong>re ortogonale, con una<br />

progressione uniforme, <strong>la</strong> cui unità di misura è il cùbito* romano.<br />

* CUBITO: Unità di misura usata nell'antichità, e pari a circa 44,4 cm, corrispondente al<strong>la</strong> misura di un avambraccio,<br />

inteso come DISTANZA DAL GOMITO ALLA PUNTA DEL DITO medio.<br />

Si può dunque dire che <strong>la</strong> misura del cubito fosse di circa mezzo metro.<br />

STORIA DEL CUBITO nel mondo antico<br />

Il cubito ebraico era di 44,45 cm,<br />

Il cubito egiziano era un po' più lungo (44,7 cm), ed era di due spanne o sei palmi.<br />

Il cubito lungo o reale era invece di sette palmi<br />

Il cubito romano era uguale al cubito ebraico


diversa nel carsattere dedilizio<br />

CHIESA DI SAN LIBERATORE - Le misure riportate <strong>sono</strong> in cùbiti romani<br />

CHIESA DI MONTECASSINO<br />

Rappresenta <strong>la</strong> “chiesa madre” dell’Ordine e dal suo Monastero dipendeva San Liberatore, infatti è l’Abate<br />

Desiderio di Montecassino che promuove <strong>la</strong> ricostruzione del<strong>la</strong> chiesa.<br />

Le due chiese si corrispondono nelle dimensioni, sempre espresse in cùbiti romani ma:<br />

<strong>la</strong> Chiesa di S. Liberatore mostra <strong>la</strong> sua originalità rispetto al<strong>la</strong> “chiesa madre” dell’Ordine, di cui NON RIPETE né il<br />

tipo né le forme: l’Abate Desiderio di Montecassino, infatti, vuole che sia grande e corrispondente nelle dimensioni a<br />

quel<strong>la</strong> cassinese, ma diversa nel carattere edilizio e nel<strong>la</strong> risoluzione architettonica perché destinata a sorgere in una<br />

regione diversa e in un ambiente sociale e culturale assai differente.<br />

Essa doveva rappresentare l’ordine rinnovato in una sede monastica centro di p reghiera, ma anche di <strong>la</strong>voro, cultura<br />

e vita civile, nel cuore di un territorio montuoso e solitario, di fronte al<strong>la</strong> montagna solenne e austera, considerata<br />

sede del<strong>la</strong> santità.<br />

La chiesa , per questo, sorge, nell’insieme, più semplice e maestosa, in quanto volutamente essenziale, con pi<strong>la</strong>stri al<br />

posto di colonne e possente nelle sue poderose strutture fortemente scandite. Da ciò deriva <strong>la</strong> rinuncia alle<br />

raffinatezze delle basiliche romano-cassinesi e <strong>la</strong> riduzione dell’ampio transetto a semplice presbiterio, il rifiuto delle<br />

arcate su colonne, del<strong>la</strong> decorazione musiva e scultorea, IL RIFIUTO DI QUALSISASI RIFERIMENTO ALLA TRADIZIONE<br />

Si può dunque dire che LA CHIESA DI SAN LIBERATORE PROPONE UN MODELLO ORIGINALE DI ARCHITETTURA<br />

ISPIRATA DA UN’IDEA CLASSICA DI GRANDIOSITA’ E SOLENNITA’<br />

COSI’ NASCE IL ROMANICO NELLA NOSTRA REGIONE: AUSTERO E GRANDIOSO.


APPROFONDIMENTO PER METTERE MEGLIO IN RELAZIONE LE ABBAZIE<br />

ABRUZZESI, E QUELLA DI SAN LIBERATORE IN PARTICOLARE, CON L’ABBAZIA<br />

“MADRE” DI MONTECASSINO<br />

ABBAZIA DI MONTECASSINO – BREVE STORIA (rie<strong>la</strong>borata da siti internet)<br />

Questo celeberrimo Monastero di rego<strong>la</strong> benedettina, venne fondato nel 529 da San<br />

Benedetto da Norcia in persona, nel luogo collinare in cui esisteva un'antica torre ed un<br />

tempio romano, dedicato ad Apollo.<br />

Nel corso dei secoli, l'Abbazia è stata più volte distrutta, riedificata, modificata, ma ha<br />

mantenuto per centinaia di anni un'importanza grandissima nel territorio dell'Italia centro<br />

meridionale, e non solo.<br />

La scuo<strong>la</strong> scrittoria di Montecassino fu una delle più importanti del Medioevo, e grazie<br />

all'opera dei suoi amanuensi, innumerevoli opere preziose <strong>sono</strong> giunte fino a <strong>noi</strong>. Gli<br />

archivi e le biblioteche di Montecassino <strong>sono</strong> leggendari: incunaboli, codici miniati,<br />

opere in <strong>la</strong>tino ed in volgare, testi di letteratura c<strong>la</strong>ssica, testi sacri, per <strong>la</strong><br />

grandissima parte miniati finemente dai monaci, costituivano un tesoro di valore<br />

incalco<strong>la</strong>bile.<br />

L'Abate più famoso, dopo San Benedetto naturalmente, fu Desiderio, poi Papa<br />

Vittore III, il quale nel XI secolo, ordinò <strong>la</strong> completa ricostruzione del complesso<br />

abbaziale e fece decorare, con pregevoli mosaici ed affreschi, <strong>la</strong> Chiesa.<br />

Molti dei materiali costruttivi venivano da Roma e l'Abate fece venire da Bisanzio i<br />

mosaicisti più esperti, per <strong>la</strong> realizzazione delle opere destinate al tempio del<br />

Monastero.<br />

Grandissima parte dell'iconografia pittorica dell'Ecclesia Monasterii Casinensis è andata<br />

perduta nelle successive ricostruzioni, ma sappiamo che includeva un ciclo dedicato al<br />

Vecchio ed uno al Nuovo Testamento.<br />

Al<strong>la</strong> metà del '300, Montecassino venne di nuovo ricostruita, in seguito ai danni<br />

ingentissimi riportati nei sismi che sconvolsero <strong>la</strong> zona all'epoca.<br />

Nel secolo XVII, Luca Giordano e Francesco Solimena le conferirono, con le<br />

modifiche da loro apportate, l'aspetto tipico del barocco napoletano, che è quello<br />

con il quale l'Abbazia è giunta fino a <strong>noi</strong>, o almeno ai nostri padri, nel 1944.<br />

Un maestoso edificio sacro che comunicava maestosità e magnificenza, forse non molto in<br />

linea con <strong>la</strong> semplicità predicata da San Benedetto, ma sicuramente aderente al<strong>la</strong><br />

posizione di preminenza nel<strong>la</strong> storia locale, che nei secoli il Monastero aveva assunto.<br />

Nel 1944 poi, durante <strong>la</strong> famosa Battaglia di Montecassino, il complesso monastico<br />

venne pesantemente bombardato da parte delle Forze Alleate, che lo credevano in<br />

mano ai Tedeschi. Fortunatamente, l'archivio ed i documenti bibliografici più famosi<br />

erano stati nel frattempo posti in salvo.<br />

La ricostruzione, iniziata nel Dopoguerra, ha mirato a riportare Montecassino alle<br />

forme con le quali ci era giunto prima dei danni inferti durante <strong>la</strong> guerra.<br />

.


LABORATORIO D3 – <strong>Studio</strong> e <strong>ricerca</strong> <strong>sul</strong> <strong>monumento</strong><br />

CONTESTUALIZZAZIONE - VISITA ALLE ABBAZIE – preparazione /DOCUMENTAZIONE GENERALE<br />

Abbazia di San Clemente a Casauria, XII secolo – informazioni generali<br />

L'abate benedettino Grimoaldo intraprese <strong>la</strong> ricostruzione del<strong>la</strong> chiesa che fu riconsacrata solennemente<br />

nel 1105. I <strong>la</strong>vori di ricostruzione terminarono so<strong>la</strong>mente nel<strong>la</strong> seconda metà del XII secolo sotto <strong>la</strong> conduzione<br />

dell'abate Leonate.<br />

Nel 1348 subì gravi danni a causa del terremoto. Si perdettero splendidi partico<strong>la</strong>ri architettonici. Nel restauro che si fece<br />

del<strong>la</strong> chiesa cento anni dopo il terremoto, molte parti non cadute vennero soppresse o mascherate da nuove costruzioni.<br />

La facciata è preceduta da un portico con colonne a capitelli; sotto ad esso si aprono tre portali, di cui il centrale è il<br />

maggiore per dimensioni. La lunetta e l'architrave di quest'ultima <strong>sono</strong> scolpite con immagini del<strong>la</strong> vita di San Clemente e<br />

delle vicende storiche dell'Abbazia.<br />

L'interno è composto da tre navate con abside semicirco<strong>la</strong>re, che conducono al pulpito. L'altare maggiore è costituito da<br />

un sarcofago paleocristiano, sormontato da un ciborio del XIV secolo.<br />

Nel<strong>la</strong> cripta due recinti absidali dividono le zone del<strong>la</strong> chiesa primativa da quel<strong>la</strong> ricostruita dai Benedettini nel XII<br />

secolo.<br />

L’Imperatore Ludovico II fa sorgere l’Abbazia nell’in<strong>sul</strong>a casauriense, vicino una chiesa dedicata a S. Quirico e lungo le<br />

sponde del fiume Pescara che sin dall’801 aveva diviso naturalmente i confini dei ducati longobardi di Spoleto e<br />

Benevento.<br />

L’Abbazia, situata nei pressi del<strong>la</strong> via C<strong>la</strong>udio – Valeria lungo uno dei percorsi dei tratturi che da l’Aqui<strong>la</strong> portavano a<br />

Foggia (ed è conosciuta l’importanza avuta dal<strong>la</strong> pastorizia nell’economia abruzzese), costituiva un passaggio obbligato<br />

per quanti, diretti nelle zone costiere dell’Adriatico, avevano rapporti di commercio con l’Oriente e per i viandanti diretti al<br />

Santo Sepolcro di Gerusalemme o al<strong>la</strong> spelonca dell’arcangelo Michele <strong>sul</strong> Gargano: il culto delle reliquie, ragione e<br />

meta dei pellegrinaggi, rappresentava infatti una delle caratteristiche del<strong>la</strong> religione cattolica del medioevo.<br />

Strategicamente importante, come l’Abbazia di S. Vincenzo al Volturno o quel<strong>la</strong> di Montecassino a cui l’imperatore offre<br />

<strong>la</strong> sua alta protezione considerandoli i posti più avanzati del dominio franco nell’Italia meridionale, rappresenta un<br />

caposaldo per azioni di offesa e difesa: l’aspetto religioso nel<strong>la</strong> fondazione non appare quindi disgiunto da quello politico<br />

– economico.<br />

L’abbazia, dotata inizialmente di dodici moggi di terreno appartenenti al<strong>la</strong> chiesa di Penne, l’anno successivo arriva a<br />

millenovecento fino a comprendere con Lupo, abate fino al 911, quasi tutta <strong>la</strong> regione estendendo le sue proprietà al<br />

mare Adriatico, al massiccio del<strong>la</strong> Maiel<strong>la</strong> e ai fiumi Pescara e Trigno.


L’abbazia di S. Clemente è stata una del<strong>la</strong> più potenti abbazie abruzzesi. Si hanno molte notizie <strong>sul</strong><strong>la</strong> sua storia grazie ad un famoso<br />

manoscritto, il Chronicon Casauriense, un libro che ripercorre le vicende dell’abbazia dalle origini al 1182.<br />

Essa fu costruita nel IX secolo per volontà dell’imperatore Ludovico II e fu terminata nelle forme che ancora oggi pos<strong>siamo</strong> ammirare<br />

molto più tardi, nel XIII secolo.<br />

La facciata è animata da un imponente portico. Nel<strong>la</strong> parte inferiore aprono tre arcate dal profilo a tutto sesto e a sesto acuto, nel<strong>la</strong><br />

parte superiore troviamo quattro bifore che illuminano il corrispondente oratorio dedicato a San Michele Arcangelo, al<strong>la</strong> Santa Croce e a<br />

S. Tommaso Beckett. Le aperture degli archi, fittamente decorati nei capitelli, <strong>sono</strong> interval<strong>la</strong>te da quattro semicolonne che sostengono<br />

le sculture raffiguranti i simboli degli Evangelisti. Oltrepassato il portico, coperto da volte a crociera, si pos<strong>sono</strong> ammirare il portale<br />

maggiore ed i portali <strong>la</strong>terali.<br />

Il portale maggiore offre una complessa decorazione scolpita: nel<strong>la</strong> lunetta troviamo al centro San Clemente, a sinistra i suoi discepoli<br />

S. Cornelio e S. Efebo, a destra Leonate che offre il modellino del<strong>la</strong> chiesa e negli angoli rosette e un'aqui<strong>la</strong> che afferra una lepre.<br />

Nell'architrave <strong>sono</strong> narrate le vicende del<strong>la</strong> fondazione del<strong>la</strong> chiesa. Lungo gli stipiti <strong>sono</strong> raffigurati quattro re, forse i carolingi Ugo,<br />

Lotario, Lamberto e Berengario, i quali avevano concesso diversi benefici all'abbazia. Nei capitelli <strong>sono</strong> raffigurati mostri che<br />

rappresentano il male del mondo.<br />

Il portale principale è reso ancora più prezioso dal<strong>la</strong> bel<strong>la</strong> porta bronzea che ancora lo chiude, un vero gioiello di arte medievale<br />

realizzato tra il 1182 ed il 1189. La porta ha un anima in legno ed è rivestita da formelle in bronzo in cui <strong>sono</strong> raffigurati quattro<br />

personaggi (due abati, S. Clemente e l’imperatore Ludovico) e i rilevi stilizzati dei castelli che simboleggiano una o più proprietà<br />

dell'abbazia.<br />

Nelle lunette a tutto sesto dei portali <strong>la</strong>terali <strong>sono</strong> scolpiti una Madonna con Bambino (destra) e S. Michele Arcangelo (sinistra).<br />

Nel corso del Duecento fu realizzata <strong>la</strong> decorazione esterna delle mura con archetti a tutto sesto o ad arco acuto, mensole ed esili<br />

colonnine.<br />

All'interno del<strong>la</strong> chiesa troviamo tre navate divise da arcate a sesto acuto e pi<strong>la</strong>stri a sezione rettango<strong>la</strong>re, cruciformi e<br />

polistili. Seguono il transetto e l’abside.<br />

Dalle navatelle, tramite due rampe di scale, si accede al<strong>la</strong> cripta, un vano rettango<strong>la</strong>re diviso da colonne e coperto da volte a crociera.<br />

La chiesa conserva anche un prezioso ed antico arredo liturgico costituito dall'ambone, dal ciborio e dal cero pasquale.<br />

Il bellissimo ambone risale al XII secolo ed è composto da quattro colonne che sostengono una cassa quadrango<strong>la</strong>re. I capitelli<br />

presentano una decorazione a foglie di palma, l'architrave è animato da un motivo a girale e nelle <strong>la</strong>stre, ripartite in riquadri da una<br />

cornice a palmette, emergono i grossi rosoni, elementi decorativi tipici dell’Abruzzo. I rilievi del lettorino raffigurano un'aqui<strong>la</strong> e un<br />

leone, simboli degli Evangelisti Giovanni e Marco, che con gli artigli e le zampe sorreggono ognuno un libro.<br />

Il ciborio è del<strong>la</strong> prima metà del Quattrocento ed è composto da quatto colonne, archi trilobi ed una terminazione piramidale. Al<strong>la</strong> base<br />

corre un’iscrizione che ricorda le preziose reliquie conservate nel<strong>la</strong> chiesa. Il ciborio presenta una decorazione a rilievo molto artico<strong>la</strong>ta<br />

soprattutto <strong>sul</strong><strong>la</strong> fronte principale, dove <strong>sono</strong> scolpiti i simboli degli Evangelisti (aqui<strong>la</strong> per Giovanni, leone per Marco, angelo per<br />

Matteo, bue per Luca), gli angeli e <strong>la</strong> Madonna con il Bambino, seguiti in basso dall’angelo del<strong>la</strong> annunciazione e dal<strong>la</strong> Madonna<br />

annunciata. Sul fianco destro troviamo due angeli che sorreggono uno scudo araldico; <strong>sul</strong> retro <strong>sono</strong> riproposte le storie del<strong>la</strong><br />

fondazione dell'abbazia ed infine, <strong>sul</strong>l'ultima facciata, abbiamo un rilievo che simboleggia il peccato carnale e quello spirituale.<br />

Come altare è utilizzato un sarcofago del V secolo, in cui <strong>sono</strong> figurati a sinistra S. Pietro tra le guardie, al centro Cristo tra S. Pietro e<br />

S. Paolo, a destra S. Pietro che rinnega Cristo (?).<br />

Troviamo infine il cande<strong>la</strong>bro utilizzato per il cero pasquale impreziosito da una<br />

terminazione ad edico<strong>la</strong> e da inserzioni a mosaico.<br />

A seguito del sisma del 6 aprile 2009, <strong>la</strong> chiesa ri<strong>sul</strong>ta va IN<br />

QUESTE CONDIZIONI….<br />

Oggi, per fortuna, l’edificio, completamente ripristinato, è<br />

tornato agibile e visitabile in tutte le sue parti.<br />

TESTO RICAVATO DAL SITO INTERNET DEL COMUNE DI CASAURIA, con modifiche apportate durante <strong>la</strong> raccolta delle informazioni e <strong>la</strong> confezione del<strong>la</strong> scheda.


LABORATORIO D3 – ATTIVITA’ DI CONTESTUALIZZAZIONE (STUDIO E RICERCA SUL MONUMENTO)<br />

SAN LIBERATORE A MAJELLA – breve documentazione in vista del<strong>la</strong> visita<br />

La fabbrica fu innalzata nell'anno 1007 per volere del monaco Teobaldo su una costruzione preesistente<br />

databile intorno al IX secolo. E proprio a Teobaldo, che ha radicalmente ristrutturato <strong>la</strong> chiesa e gli edifici<br />

del<strong>la</strong> comunità, si deve un Commemoratorium, cioè un inventario testamentario nel quale, prima come<br />

preposito di S. Liberatore, poi in qualità di abate di Montecassino (dal 1022), egli attesta il suo impegno<br />

edilizio per S. Liberatore, oltre che <strong>la</strong> dotazione liturgica e l’attività scrittoria da lui promosse in favore del<strong>la</strong><br />

chiesa monastica maiellese. Tra alterne vicende, in pratica dal IX sino al<strong>la</strong> fine del XVIII sec., S. Liberatore,<br />

che rimase sempre una prepositura dipendente dall’abbazia cassinese, costituisce appunto il polo intorno al<br />

quale gravita <strong>la</strong> presenza di Montecassino in Abruzzo, come testimonia proprio <strong>la</strong> documentazione re<strong>la</strong>tiva<br />

al monastero maiellese che comprende oltre 800 unità.<br />

L'abbazia si trova immersa in uno scenario di suggestivo valore naturalistico, si presenta con una<br />

facciata bianca equilibrata nei volumi e affiancata da un campanile a pianta quadrata sviluppato in


tre piani traforati da monofore, bifore e trifore. La facciata ha uno schema disegnato da rilievi<br />

verticali con un gusto lombardo.<br />

La ripartizione interna dell'impianto basilicale è a tre navate con sette arcate a tutto tondo che<br />

insistono su pi<strong>la</strong>tri triango<strong>la</strong>ri.<br />

Al presbiterio si accede attraverso tre archi di trionfo (manca quello centrale), che poggiano su<br />

piloni a forma di croce e terminanti con belle decorazioni a ovuli e dentelli; questo stesso tipo di<br />

decorazione divide in senso orizzontale le muraglie del<strong>la</strong> navata centrale sino a portarsi <strong>sul</strong>l'abside,<br />

terminando in tre ordini circo<strong>la</strong>ri.<br />

Il soffitto è a capriate lignee; nel<strong>la</strong> navata sinistra si scorgono gli originari accessi al chiostro e al<strong>la</strong><br />

residenza del monastero, rappresentate da due porte decorate; è possibile notare <strong>sul</strong>l'architrave del<strong>la</strong><br />

seconda porta il caratteristico motivo a fiori tipico del romanico abruzzese.<br />

Il pavimento del<strong>la</strong> navata centrale presenta una bel<strong>la</strong> e rara composizione geometrica policroma<br />

databile intorno al 1200, mentre gli affreschi che ornavano il catino dell'abside, un tempo uniti, oggi<br />

<strong>sono</strong> ammirabili separatamente dopo l'ultimo restauro; il primo, posizionato su pannelli è del XVI<br />

secolo e raffigura il monaco Teobaldo, fondatore dell'abbazia, il secondo, più antico (XII secolo,<br />

rimasto nel<strong>la</strong> sua posizione originaria presenta tracce di figure di santi.<br />

L'ambone si presenta a cassa di forma quadrata e presenta notevoli somiglianze con <strong>la</strong> pari struttura<br />

dell'Abbazia di San Clemente a Casauria e di San Pelino a Corfinio.

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