Avvelenamento da arsenico - Clinica Veterinaria Gran Sasso
Avvelenamento da arsenico - Clinica Veterinaria Gran Sasso
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<strong>Avvelenamento</strong> <strong>da</strong> <strong>arsenico</strong><br />
L’<strong>arsenico</strong> è un semimetallo la cui forma elementare è inattiva sugli organismi viventi. Invece i suoi<br />
composti, alcuni dei quali trovano impiego come insetticidi, rodenticidi e terapeutici, sono in grado di<br />
determinare avvelenamento sia negli esseri umani che negli animali domestici. A dire il vero,<br />
l’avvelenamento accidentale <strong>da</strong> <strong>arsenico</strong> era più comune in passato poiché era spesso utilizzato nelle<br />
esche di scarafaggi e formiche e le stesse potevano essere accidentalmente ingerite <strong>da</strong> bambini, cani o<br />
gatti. Per ridurre il pericolo, i prodotti all’<strong>arsenico</strong> sono diventati a partire <strong>da</strong>gli inizi degli anni ’90 meno<br />
disponibili. Ciò ha ridotto la frequenza di avvelenamento nei nostri animali domestici.<br />
Molto spesso, oggi, l’assunzione di <strong>arsenico</strong> è associata con l’ingestione di esche per formiche prodotte<br />
prima del 1989. Un’altra potenziale fonte di <strong>arsenico</strong> è costituita <strong>da</strong> alcuni farmaci: la melarsomina, un<br />
composto trivalente dell’<strong>arsenico</strong>, è utilizzato nel trattamento delle infezioni <strong>da</strong> filaria nei cani (NB: per il<br />
trattamento non per la profilassi). Piccole quantità di <strong>arsenico</strong> uccidono la filaria ma non incidono sul<br />
cane; però un’overdose di trattamento contro la filaria può causare avvelenamento <strong>da</strong> <strong>arsenico</strong>.<br />
In alcuni casi la contaminazione può avvenire per via percutanea.<br />
Tossicità<br />
La tossicità varia in funzione della forma chimica: i composti organici (come metile e dimetile) sono meno<br />
tossici rispetto a quelli inorganici.<br />
Per quegli animali che ingeriscono <strong>arsenico</strong>, la dose letale è 2-10 mg/Kg. Come si nota la dose è molto<br />
variabile; soggetti già deboli o debilitati sono più suscettibili.<br />
L’<strong>arsenico</strong> è tossico per il tratto gastrointestinale, per il fegato e per i reni.<br />
Sintomatologia<br />
Se una piccola quantità di <strong>arsenico</strong> viene ingerita, la maggior parte degli animali non avvertirà<br />
conseguenze.<br />
L’ingestione di <strong>arsenico</strong> inorganico causa sintomatologia soprattutto a carico di apparato gastroenterico. Il<br />
primo sintomo è la scialorrea che precede il vomito, attraverso il quale l’organismo cerca di liberarsi del<br />
tossico ingerito. In seguito compaiono: diarrea, disidratazione, dolore addominale, polso rapido e debole,<br />
ipotermia, debolezza fino a collasso e morte.<br />
Se non opportunamente trattato l’effetto tossico si estende a fegato e reni che vengono <strong>da</strong>nneggiati<br />
irreparabilmente con morte del soggetto.<br />
Se la dose è elevata, i sintomi possono svilupparsi in pochi minuti ed evolvere in poche ore fino alla morte<br />
del soggetto.<br />
In caso di esposizione orale cronica si osservano invece anoressia e perdita di peso.
In caso di contaminazione cutanea, il paziente potrà presentare lesioni cutanee quali vesciche, edemi,<br />
screpolature, sanguinamento.<br />
In seguito all’ingestione di composti organici la sintomatologia è poco evidente e può spesso sfuggire al<br />
proprietario, manifestandosi tardivamente ad esempio durante la gravi<strong>da</strong>nza con morte fetale e/o effetto<br />
teratogeno (malformazioni fetali).<br />
Diagnosi<br />
La diagnosi di avvelenamento <strong>da</strong> <strong>arsenico</strong> può essere difficile. Negli umani l’<strong>arsenico</strong> si deposita nei capelli<br />
e nelle unghie e può essere rilevato a lungo dopo l’ingestione. Per un animale avvelenato, questo non è<br />
invece un metodo efficace di diagnosi.<br />
Spesso la diagnosi di avvelenamento <strong>da</strong> <strong>arsenico</strong> è effettuata sulla base dei <strong>da</strong>ti anamnestici (ingestione<br />
di un composto a base di <strong>arsenico</strong> o di una dose eccessiva di trattamento contro la filaria) e sui sintomi.<br />
Se si sospetta l’avvelenamento <strong>da</strong> <strong>arsenico</strong>, si deve valutarne la concentrazione nelle urine, nel vomito e<br />
nel contenuto dello stomaco. Invece la concentrazione nel sangue non è assolutamente attendibile.<br />
Tenere però presente che 1-2 giorni dopo la concentrazione dell’<strong>arsenico</strong> nelle urine cala drasticamente<br />
rendendo difficile la diagnosi e che spesso i risultati di questi esami non sono disponibili subito e l’animale<br />
viene trattato prima che la diagnosi venga confermata.<br />
Si dovrebbero eseguire anche esami del sangue completi, valutando, in particolare, la funzionalità epatica<br />
e renale.<br />
Terapia<br />
Gli obiettivi del trattamento sono: rimozione di eventuali residui di veleno nel tratto gastroenterico ed<br />
eliminazione della quantità di veleno assorbita.<br />
Se l’animale non vomita, bisognerebbe somministrare degli emetici o meglio ancora eseguire una lavan<strong>da</strong><br />
gastrica.<br />
Per ridurre la quantità di veleno assorbita in pazienti, che abbiano ingerito grandi quantità di <strong>arsenico</strong>,<br />
andrebbe aggiunta una terapia chelante. La chelazione prevede l’uso di un farmaco, il dimercaprolo, che si<br />
lega all’<strong>arsenico</strong>, impedendone l’assorbimento. L’<strong>arsenico</strong> passa quindi attraverso il corpo senza causare<br />
<strong>da</strong>nni. Purtroppo, questo farmaco può avere effetti collaterali quali vomito, tremori e convulsioni, che<br />
durano 3-4 ore, ossia il tempo necessario ad eliminarlo. Per questo motivo il dimercaprolo dovrebbe<br />
essere usato solo in casi accertati di avvelenamento <strong>da</strong> <strong>arsenico</strong> ad alte dosi. E’ in fase sperimentale il<br />
DMSA (acido 2,3-dimercaptosuccinico) che sembra avere meno effetti collaterali del precedente.<br />
Si potrebbero anche somministrare lassativi per velocizzare l’eliminazione dell’<strong>arsenico</strong> <strong>da</strong>ll’organismo.<br />
L’animale deve essere inoltre ricoverato per eseguire una fluidoterapia endovenosa al fine di rimuovere<br />
l’<strong>arsenico</strong> che è presente nel sangue e per l’eventuale insufficienza renale. L’<strong>arsenico</strong> viene escreto per via
enale. Di solito, la maggior parte dell’<strong>arsenico</strong> viene rimosso <strong>da</strong>l corpo entro 48 ore e quindi gli animali<br />
sono spesso ospe<strong>da</strong>lizzati e trattati per 2 giorni fino a quando la maggioranza dell’<strong>arsenico</strong> non è stata<br />
espulsa.<br />
Dopo la dimissione <strong>da</strong>lla clinica, gli animali vengono alimentati con una dieta ridotta e tornano solo<br />
gradualmente al loro cibo normale.<br />
Prognosi<br />
La prognosi varia <strong>da</strong> buona a infausta in base alla quantità ingerita e alla tempestività di intervento.