Scarica il documento - Legambiente Caserta
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Allegato a “La Vite & <strong>il</strong> Pioppo”. Reg. Tribunale di S. Maria C. V. n.611 23/12/03 - ISSN 2039-9510<br />
T.V.B.<br />
TiV TiVoglio glio<br />
r o<br />
r<br />
Be e<br />
sana<br />
disponib<strong>il</strong>e<br />
libera<br />
fac<strong>il</strong>e<br />
controllata<br />
conveniente<br />
leggera<br />
trasparente<br />
ecologica<br />
st<strong>il</strong>i di consumo e qualità<br />
dell’acqua di rubinetto<br />
nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
PROGETTO DI RICERCA<br />
E RISULTATI
Allegato al Periodico di Ambiente, Cultura e Sv<strong>il</strong>uppo Locale del<br />
Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sv<strong>il</strong>uppo<br />
Sostenib<strong>il</strong>e “La Vite & <strong>il</strong> Pioppo”. Registrato al Tribunale di S. Maria<br />
Capua Vetere n.611 del 23/12/03<br />
Stampa Tipografia Bianco, Aversa<br />
ISSN 2039-9510 La Vite & <strong>il</strong> pioppo<br />
Il progetto di Ricerca “T.V.B. Ti voglio bere” è stato<br />
coordinato da:<br />
Paola Pascale<br />
Esperta in economia delle risorse alimentari<br />
e dell’ambiente<br />
Team di ricerca:<br />
Giovanni D’Errico<br />
Biologo, esperto nel trattamento acque<br />
Orazio Pascale<br />
Tecnico ambientale, esperto nel trattamento acque<br />
e 6sigma<br />
Giancarlo Chiavazzo<br />
Responsab<strong>il</strong>e scientifico <strong>Legambiente</strong> Campania<br />
Antonio Pascale<br />
Ingegnere chimico, Presidente del Circolo<br />
<strong>Legambiente</strong> Geof<strong>il</strong>os<br />
Teresa Ubaldini<br />
Responsab<strong>il</strong>e dello Sportello Ambiente e Legalità<br />
di Succivo<br />
Hanno collaborato (analisi dati e Minitab):<br />
Raffaele Di Micco,<br />
Ing. Elettronico e MBB 6sigma<br />
Federica Minut<strong>il</strong>lo<br />
D.ssa in Scienze Ambientali<br />
Si ringrazia:<br />
Stefano Ciafani<br />
Responsab<strong>il</strong>e scientifico di <strong>Legambiente</strong><br />
Viviana Valentini<br />
Ufficio scientifico di <strong>Legambiente</strong><br />
Gennaro Castaldi<br />
Presidente C.S.V. Asso.Vo.Ce<br />
Iniziativa realizzata dai circoli di <strong>Legambiente</strong> Geof<strong>il</strong>os<br />
Succivo, A. Petteruti Sessa Aurunca e Pietramelara<br />
nell’ambito delle attività di ricerca del Centro di Servizi per<br />
<strong>il</strong> Volontariato della provincia di <strong>Caserta</strong> CSV Asso.Vo.Ce.<br />
T.V.B.<br />
Indice<br />
TiV TiVoglio glio<br />
r o<br />
r<br />
Be e<br />
sana<br />
disponib<strong>il</strong>e<br />
libera<br />
fac<strong>il</strong>e<br />
controllata<br />
conveniente<br />
leggera<br />
trasparente<br />
ecologica<br />
st<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua<br />
di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
3. Bene comune o prodotto di largo consumo?<br />
4. Il CSV e i progetti di ricerca<br />
5. Acqua del rubinetto<br />
6. L’acqua potab<strong>il</strong>e in Campania<br />
8. L’acqua in Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
Inquadramento amministrativo<br />
Competenze in materia di risorsa idrica e difesa del suolo<br />
Orografia del territorio<br />
Idrografia del territorio: le cinque arterie<br />
Le sorgenti e i pozzi<br />
10. I sistemi acquedottistici<br />
12. Perchè una ricerca si chiama T.V.B.<br />
13. L’indagine demoscopica<br />
Gli obiettivi della ricerca<br />
La metodologia ut<strong>il</strong>izza<br />
14. I risultati dell’analisi descrittiva<br />
Le caratteristiche socio-demografiche<br />
Il rapporto tra i cittadini e l’acqua<br />
La percezione dei consumi d’acqua<br />
Lo st<strong>il</strong>e di vita<br />
Il consumo di acqua da bere<br />
Focus sull’acqua confezionata<br />
La conoscenza del referendum<br />
L’analisi multivariata: conclusioni<br />
24. L’indagine sulla qualità dell’acqua di rubinetto<br />
27. Il campionamento strutturato<br />
30. Una ricerca nella ricerca, nella ricerca<br />
31. Alla ricerca dei dati di qualità dell’acqua “del Sindaco”<br />
34. Il futuro dell’acqua - Riflessioni conclusive della ricerca TVB
Bene comune o prodotto di largo consumo?<br />
Grandi calciatori e soubrette dal fisico perfetto<br />
ce la presentano come fonte della salute e antidoto<br />
per la bellezza. L’appello della particella<br />
di sodio che cerca compagnia fa eco nella nostra mente<br />
e nel nostro vocabolario la plin plin ha preso <strong>il</strong> posto<br />
della pipì. Il bombardamento mediatico sulle proprietà<br />
delle acque minerali, da un lato, e l’assenza quasi totale<br />
di informazioni sulla qualità dell’acqua che esce dal<br />
rubinetto di casa, dall’altro, hanno costruito l’idea che<br />
quella che esce dal rubinetto è un’acqua di cui è bene<br />
non fidarsi.<br />
L’immaginario collettivo di una Provincia devastata dal<br />
punto di vista ambientale, della terra di Gomorra, poi,<br />
contribuisce ad accrescere dubbi e preoccupazioni su<br />
un gesto che solo qualche anno fa era tra i più spontanei<br />
nel nostro quotidiano: ho sete, apro la fontana,<br />
riempio <strong>il</strong> bicchiere, bevo.<br />
Oggi, tutto ciò non è più così scontato. Anche tra noi<br />
ambientalisti, diciamolo. Che acqua beviamo?<br />
Soprattutto, che acqua diamo da bere ai nostri figli?<br />
L’interrogativo si fa ancora più inquietante, per noi che<br />
abbiamo sempre sostenuto che l’acqua del rubinetto è<br />
buona, giusta, economica e controllata, che solo qualche<br />
mese fa abbiamo portato 27 m<strong>il</strong>ioni di persone a<br />
votare contro la privatizzazione e che in tutti i rubinetti<br />
di casa abbiamo installato i riduttori di flusso.<br />
Allora, quel gesto che sarà pure naturale per un abitante<br />
delle alture del Matese o di Roccamonfina, per<br />
chi -come me- vive nel territorio aversano, assume tutto<br />
un altro significato, quasi a diventare una sorta di<br />
sfida alle ecomafie che ci inquinano, alle istituzioni che<br />
ci ignorano, alle multinazionali che comprano i nostri<br />
gesti.<br />
Il progetto di ricerca “T.V.B., ti voglio bere” nasce per<br />
provare a sfatare questi stereotipi.<br />
Nell’anno dei referendum per l’acqua e i servizi pubblici,<br />
nel momento forse più diffic<strong>il</strong>e di una crisi finanziaria<br />
che va a colpire soprattutto i ceti sociali più deboli,<br />
ci siamo cimentati in questa indagine, la prima di questo<br />
tipo in Italia, in cui le impressioni dei cittadini sono<br />
state “lette” insieme ai dati analitici dell’acqua.<br />
Un progetto che, oltre alla vasta rete dei circoli (in Provincia<br />
di <strong>Caserta</strong> come in Italia, <strong>Legambiente</strong> rappresenta<br />
l’organizzazione ambientalista di gran lunga più<br />
diffusa) e un centinaio di volontari di <strong>Legambiente</strong>, è<br />
entrato in 20 Comuni, negli uffici dell’ARPAC, nelle ASL<br />
e nei laboratori della SEA, società che ha sostenuto le<br />
analisi e partner tecnico del progetto, ma soprattutto<br />
si è basato sul dialogo con centinaia di nostri concittadini.<br />
Un progetto che ha raccolto e analizzato oltre<br />
20.000 dati, con l’esperienza di chi conosce le problematiche<br />
del territorio ma senza rinunciare al rigore<br />
scientifico che caratterizza da sempre <strong>il</strong> nostro modo di<br />
interpretare l’ambientalismo.<br />
Antonio Pascale<br />
Non ci sconvolge, quindi che, dall’indagine T.V.B. viene<br />
fuori che pregiudizi, pubblicità, sfiducia nei controlli e<br />
nei controllori, insieme ai problemi nella gestione fanno<br />
sì che una quantità impressionante di nostri conterranei,<br />
ben l’83%, beve acqua imbottigliata.<br />
Spendendo tra i 200 e i 500 euro all’anno.<br />
Se poi valorizziamo benzina e tempo impiegato per l’acquisto<br />
delle bottiglie e <strong>il</strong> trasporto a casa e chiudiamo<br />
<strong>il</strong> cerchio considerando anche lo smaltimento dei rifiuti<br />
prodotti, ci rendiamo conto di quali vantaggi per <strong>il</strong> portafoglio<br />
potrebbe portare un semplice cambiamento del<br />
nostro st<strong>il</strong>e di vita.<br />
Tra l’altro, a ben guardare, i soldi spesi per la minerale<br />
servono non tanto a pagare la materia prima, ma tutte<br />
le altre voci che gravitano attorno al business dell'acqua:<br />
pubblicità, trasporto, imballaggio.<br />
Allora, che sia una questione economica, di comodità<br />
o di attenzione all’ambiente una cosa è certa: anche<br />
la qualità dell’acqua e <strong>il</strong> nostro approccio verso questo<br />
bene comune dipendono sì dalla nostra capacità di<br />
consumo critico ma anche e soprattutto dal modo di<br />
interpretare <strong>il</strong> nostro ruolo di cittadini.<br />
È bene che noi donne e uomini di Terra di Lavoro iniziamo<br />
a pretendere che le istituzioni facciano la loro<br />
parte, a cominciare dai Comuni, che ancora una volta<br />
appaiono essere l’anello debole della catena, ma allo<br />
stesso tempo costituiscono l’anello più importante perché<br />
più vicino al cittadino. Del resto, come vedrete dalle<br />
pagine che seguono, anche in fatto di acqua, l’informazione<br />
e la trasparenza sono la chiave del cambiamento.<br />
Allora, minerale o rubinetto? Rubinetto, grazie, anche<br />
in Terra di Lavoro.<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 3
IL CSV e I PROGeTTI dI RICeRCA<br />
Il CSV Asso.Vo.Ce. - Associazione per <strong>il</strong> Volontariato<br />
<strong>Caserta</strong>no - si è costituito nell’apr<strong>il</strong>e del 2004, a<br />
conclusione di un complesso percorso regionale<br />
avviato nel dicembre del 2001, che ha coinvolto oltre<br />
60 Associazioni Regionali che diedero vita al Comitato<br />
Promotore per i Centri di Servizio in Campania.<br />
Il CSV di <strong>Caserta</strong>, denominato Asso.Vo.Ce., ha compiti<br />
relativi alla crescita della cultura della solidarietà, alla<br />
promozione del Volontariato, alla consulenza e all’assistenza<br />
qualificata a volontari ed associazioni, alla<br />
formazione e alla qualificazione, all’informazione e alla<br />
documentazione. In particolare al fine di fornire un supporto<br />
d<strong>il</strong>igente alle associazioni in termini di conoscenza<br />
e informazioni è stata istituita l’area ricerca, curata<br />
dalla dr.ssa Pasqualina Campagnuolo, che viene intesa<br />
come opportunità di governance, come risorsa per lo sv<strong>il</strong>uppo<br />
sociale, del sistema di welfare locale e regionale,<br />
in termini di produzione e ut<strong>il</strong>izzo degli interventi e dei<br />
servizi, coerente con gli indirizzi della programmazione<br />
e di impatto efficace delle politiche. In tale area l’impegno<br />
del CSV Asso.Vo.Ce si dipana su due versanti :<br />
quello interno, realizzando e promuovendo ricerche che<br />
indagano fenomeni ritenuti sensib<strong>il</strong>i per le Associazioni<br />
di volontariato (OdV) e quello esterno, supportando le<br />
associazioni ad impegnasi in azioni di ricerca attraverso<br />
i bandi di idee ricerca. L’ iniziativa dei bandi di idee<br />
ricerca, mirata ad offrire opportunità e conoscenze alle<br />
organizzazioni di volontariato per orientare la progettualità<br />
e per trovare l’opzione che più efficacemente consente<br />
di perseguire un determinato obiettivo. Nell’ottica<br />
del CSV Asso.Vo.Ce., <strong>il</strong> bando di idee ricerca mette in<br />
connessione fenomeni, alimenta dubbi e opinioni, esplora<br />
nuovi campi di intervento per dare risposte a nuovi<br />
bisogni. La prima ricerca realizzata dal CSV Asso.Vo.Ce<br />
dal titolo “ Attuazione della legge quadro 328/00. Le associazioni<br />
di volontariato e le istituzioni si confrontano”,<br />
è stata una ricerca azione condotta dal prof. Salvatore<br />
D’Angelo dell’ IRS e dal prof Aldo Eramo dell’Università<br />
Federico II di Napoli, coadiuvati da un competente gruppo<br />
di giovani ricercatori. Il suddetto lavoro ha avuto l’obiettivo<br />
di dare alle associazioni di volontariato (OdV)<br />
le informazioni e la formazione necessaria per riconfermare<br />
o diventare protagoniste della progettazione volta<br />
a realizzare <strong>il</strong> sistema integrato di interventi e servizi<br />
sociali.<br />
Il secondo lavoro di ricerca ha riguardato la realizzazione<br />
del I° Report “Le associazioni di volontariato della<br />
provincia di <strong>Caserta</strong>” che ha esplorato la dimensione,<br />
complessa e sorprendente, del volontariato casertano<br />
: a dispetto di una visib<strong>il</strong>ità spesso ridotta, infatti, è<br />
emerso chiaramente l’immagine di un mondo associativo<br />
ben radicato, organizzato – a volte anche secondo<br />
modelli manageriali - e cap<strong>il</strong>larmente diffuso su tutto <strong>il</strong><br />
territorio. L’inchiesta ha permesso di realizzare una panoramica<br />
sulle attività, le finalità sociali e le modalità di<br />
azione delle associazioni di volontariato.<br />
4 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
Naturale prosieguo del I° Report è stata la ricerca “Motivazioni<br />
e vissuti organizzativi. Un’indagine sui volontari<br />
della provincia di <strong>Caserta</strong>”, realizzata in collaborazione<br />
con la Facoltà di Psicologia della Seconda Università di<br />
Napoli. Il lavoro, condotto dal prof. Alessandro Lo Presti,<br />
ha <strong>il</strong> pregio di aver indagato sulle motivazioni che<br />
spingono i volontari ad impegnarsi nel sociale, evidenziando<br />
criticità e potenzialità dell’azione volontaria. L’obiettivo<br />
è stato quello di sv<strong>il</strong>uppare una riflessione sulle<br />
strutture organizzative interne delle OdV, evidenziando<br />
che le associazioni di volontariato possiedono una loro<br />
specifica struttura interna che può promuovere o meno<br />
<strong>il</strong> benessere di chi opera all’interno delle stesse, con<br />
un’influenza anche sensib<strong>il</strong>e sui “servizi” offerti.<br />
Attualmente, <strong>il</strong> CSV Asso.Vo.Ce con <strong>il</strong> patrocinio della<br />
Facoltà di Sociologia della Università degli Studi di<br />
Napoli “Federico II” ha avviato una ricerca dal titolo<br />
“La realizzazione del sistema integrato dei servizi sociosanitari<br />
in provincia di <strong>Caserta</strong>”. L’obiettivo è quello di<br />
analizzare l’innovazione prodotta nel campo delle politiche<br />
sociali, ricostruendo lo stato dell’arte della programmazione<br />
sociale nei dieci ambiti territoriali della<br />
provincia di <strong>Caserta</strong>.<br />
La ricerca intende promuovere la partecipazione di tutti<br />
i soggetti attivi nella realizzazione del welfare locale al<br />
fine di attivare sinergie che possano moltiplicare gli effetti<br />
della ricerca nel medio e lungo periodo.<br />
La ricerca T.V.B.: ti voglio bere!, realizzata dall’associazione<br />
Circolo <strong>Legambiente</strong> “GEOFILOS” in partnership<br />
con i circoli <strong>Legambiente</strong> Petteruti e Pietramelara, costituisce<br />
<strong>il</strong> primo esempio di ricerca sui comportamenti e<br />
sulle abitudini di consumo dell’acqua dei cittadini della<br />
provincia di <strong>Caserta</strong>, nonché sulla sua qualità.<br />
Tale ricerca presenta un duplice interesse, <strong>il</strong> primo è relativo<br />
alla sua unicità, soprattutto in relazione al territorio<br />
della provincia di <strong>Caserta</strong>; <strong>il</strong> secondo è connesso alla<br />
r<strong>il</strong>evanza della risorsa acqua e alla necessità di salvaguardarla,<br />
informando ed educando opportunamente<br />
i cittadini. L’aspetto stimolante è che tale ricerca aiuta<br />
nella comprensione, nella rappresentazione e nella problematizzazione<br />
delle abitudini di consumo dell’acqua<br />
in provincia di <strong>Caserta</strong>, sistematizzando e ordinando gli<br />
elementi che compongono una questione sociale, interpretando<br />
la complessità del fenomeno, ma contemporaneamente<br />
mettendo in dubbio ‘<strong>il</strong> senso comune’ e gli<br />
stereotipi per cui la “nostra acqua” è di pessima qualità,<br />
in un circolo virtuoso dove i dati r<strong>il</strong>evati scientificamente<br />
e la esperienza si alimentano a vicenda.<br />
Rivolgo un ringraziamento non formale a quanti hanno<br />
collaborato, a vario titolo, alla buona elaborazione di<br />
questa ricerca perché <strong>il</strong> volontariato ha nella salvaguardia<br />
e nella costruzione del bene pubblico la sua ragion<br />
d’essere elettiva.<br />
Gennaro Castaldi<br />
Presidente di Asso.Vo.Ce. <strong>Caserta</strong>
Acqua del rubinetto<br />
Controllata, economica e rispettosa dell’ambiente<br />
Stefano Ciafani e Viviana Valentini<br />
Nonostante l’acqua di casa sia controllata, economica<br />
e rispettosa dell’ambiente, in Italia rimane<br />
alta la sfiducia nei confronti della qualità di ciò<br />
che esce dai rubinetti. Secondo l’Istat (1), <strong>il</strong> 32,8% delle<br />
famiglie italiane non si fida a berla ma senza un motivo<br />
fondato. La normativa vigente in Italia in merito di qualità<br />
dell’acqua destinate al consumo umano (2) infatti<br />
garantisce controlli elevati e frequenti sui 62 parametri<br />
di qualità fisica, chimica e batteriologica indicati per definirne<br />
la potab<strong>il</strong>ità, i cui valori limite stab<strong>il</strong>iti a protezione<br />
della salute sono stati individuati sulla base delle<br />
indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.<br />
I controlli previsti sono duplici, sia a carico del Gestore<br />
del Servizio Idrico Integrato, sia delle ASL insieme alle<br />
Arpa territorialmente competenti, per una maggiore garanzia<br />
di trasparenza e di tutela per i cittadini. Oltre ai<br />
cosiddetti controlli di routine, finalizzati a fornire a intervalli<br />
regolari informazioni sulla qualità dell’acqua, la<br />
normativa prevede ulteriori controlli di verifica per accertare<br />
che tutti i parametri siano rispettati e per capire<br />
l’eventuale necessità di interventi per riportare i valori<br />
sotto i limiti accettab<strong>il</strong>i. Inoltre, <strong>il</strong> numero minimo di<br />
controlli annuali è stab<strong>il</strong>ito secondo i volumi erogati, e si<br />
lascia la possib<strong>il</strong>ità di procedere a controlli più frequenti<br />
in base alle caratteristiche degli impianti e dei sistemi di<br />
distribuzione. Molte delle aziende che gestiscono <strong>il</strong> servizio<br />
idrico in Italia hanno scelto la strada della precauzione<br />
effettuando un numero di controlli e di analisi di<br />
gran lunga superiore a quelli minimi previsti per legge, e<br />
i risultati di questi analisi in diversi casi vengono comunicati<br />
in modo trasparente ai cittadini in varie forme, allegati<br />
alla bolletta dell’acqua, o tramite i tradizionali canali<br />
di comunicazione (stampa locale, sito internet). Non<br />
appena uno di questi parametri viene superato, spetta ai<br />
Sindaci adottare specifiche ordinanze di limitazione del<br />
consumo di acqua potab<strong>il</strong>e sotto indicazione delle Asl e<br />
delle Arpa, e di adottare misure per garantire comunque<br />
l’approvvigionamento idrico ai cittadini.<br />
La sfiducia dei cittadini deriva da molti fattori, tra cui la<br />
forte comunicazione pubblicitaria delle aziende imbottigliatrici<br />
che promuovono l’acqua minerale come un rimedio<br />
quasi miracoloso a molti problemi di salute o di linea.<br />
Le aziende che imbottigliano acqua minerale fanno<br />
anche disinformazione sul problema del superamento di<br />
alcuni valori limite che hanno portato le autorità locali<br />
a richiedere la deroga per alcuni parametri, ma è bene<br />
ricordare che stiamo parlando di una porzione limitatissima<br />
d’Italia. Le richieste di deroghe nel 2003 erano<br />
state avanzate da 10 Regioni su 10 parametri, nel 2010<br />
questo numero si è ridotto a 6 su 3 parametri (arsenico,<br />
boro, fluoro). Il problema riguarda solo 1,5 m<strong>il</strong>ioni di<br />
persone (quindi <strong>il</strong> 2% della popolazione italiana) e questa<br />
diminuzione dimostra che con adeguati interventi e investimenti<br />
è possib<strong>il</strong>e garantire a tutti i cittadini acqua<br />
potab<strong>il</strong>e a tutela della salute. Oltre alla garanzia dei controlli,<br />
si deve anche ricordare che l’acqua del rubinetto<br />
ha un costo decisamente basso, che incide per meno<br />
dell’1% sulla spesa mens<strong>il</strong>e di una famiglia media italiana<br />
(3), e i notevoli vantaggi dal punto di vista ambientale<br />
in termini di rifiuti in plastica risparmiati e di emissioni<br />
di CO2 evitate sia dalla produzione che dal trasporto<br />
dell’acqua in bottiglia. Insomma sono tanti i motivi per<br />
bere acqua di rubinetto. E allora buona bevuta a tutti!<br />
1 - ISTAT, Focus Statistiche, Giornata Mondiale dell’acqua, 21 marzo 2011; 2<br />
- Decreti legislativi n. 31/2001 e n. 27/2002, attuativi della Direttiva Europea<br />
98/83/CE; 3 - Fonte: Ut<strong>il</strong>itas 2007. Valutazione fatta per una famiglia di 3 componenti.<br />
Il peso del servizio idrico incide per lo 0,7% sulla spesa media mens<strong>il</strong>e<br />
totale, pari a circa €19,7.<br />
GRUPPO SeA e SePA SUd<br />
Il Laboratorio Analisi di SEA vanta un’esperienza consolidata nelle<br />
analisi chimiche e chimico-fisiche su matrici ambientali tra le quali<br />
acque destinate al consumo umano, acque superficiali, acque sotterranee,<br />
acque di scarico, emissioni in atmosfera, terreni, fanghi e<br />
rifiuti e analisi microbiologiche su acque destinate al consumo umano,<br />
acque superficiali, acque sotterranee, alimenti, superfici e aria<br />
ambientale con procedure analitiche in grado di soddisfare gli standard<br />
normativi richiesti dalla clientela e dalla legislazione nazionale.<br />
Le principali metodiche ut<strong>il</strong>izzate sono ufficiali nazionali e internazionali<br />
e sono accreditate SINAL, accreditamento che garantisce<br />
al cliente la conformità delle prove accreditate secondo la norma<br />
UNI CEI EN ISO IEC 17025. Il Laboratorio di SEA è inoltre accreditato<br />
presso <strong>il</strong> Ministero della Salute per <strong>il</strong> monitoraggio della sicurezza<br />
alimentare, e dunque per l’effettuazione di analisi chimiche e microbiologiche,<br />
è in possesso di Certificazione ISO 9001 e ISO 14001 per<br />
la consulenza in materia di sicurezza e tutela dell’ambiente, per la<br />
certificazione dei sistemi di gestione volontari; gestione e manutenzione<br />
di impianti di depurazione acque; laboratorio di analisi chimiche,<br />
microbiologiche ed alimentari; servizio di medicina ed igiene<br />
del lavoro.<br />
Professionalità certificata, una pluralità di competenze e un’esperienza<br />
solida. Sono questi i requisiti che hanno dato vita a SEPA<br />
SUD, l’Azienda nata per l’ ambiente. Nello specifico, SEPA si occupa<br />
di consulenza ambientale, bonifica siti contaminati, progettazione,<br />
realizzazione e gestione impianti di depurazione e smaltimento rifiuti,<br />
monitoraggio ed analisi inquinanti, analisi ed emissioni in atmosfera,<br />
inquinamento elettromagnetico, rumore ed inquinamento<br />
acustico, comunicazione e formazione nel settore ambientale e della<br />
sicurezza, smaltimento rifiuti industriali.<br />
SEA è riconosciuta, su tutto <strong>il</strong> territorio<br />
nazionale, come partner globale<br />
nella consulenza e nella erogazione di<br />
servizi in materia di Ambiente, Qualità,<br />
Sicurezza sul lavoro ed Analisi di<br />
Laboratorio.<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 5
L’acqua potab<strong>il</strong>e in Campania<br />
Dalla legge Galli alla Legge n.42 del 2010. Lo stato dell’arte dell’acqua potab<strong>il</strong>e nel territorio regionale<br />
Con la legge Galli (L.36/94) in Italia si è sancita l’esigenza di operare<br />
una profonda riforma dei Servizi Idrici con l’obiettivo di superare<br />
l’estrema frammentazione delle gestioni, integrare anche<br />
funzionalmente <strong>il</strong> ciclo delle acque associando in maniera vincolante<br />
acquedotto, fognatura e depurazione, favorire gli ingenti investimenti<br />
necessari e rendere più efficienti le gestioni informandole ad un approccio<br />
industriale. In conseguenza, dal 1997 anche in Campania è stato<br />
disposto che i Servizi Idrici da fornire ai cittadini fossero organizzati<br />
unitariamente in territori vasti, i cosiddetti Ambiti Territoriali Ottimali<br />
(ATO), individuati sulla base prevalente di criteri tecnico funzionali connessi<br />
alle caratteristiche fisiografiche e allo sv<strong>il</strong>uppo delle reti di infrastrutture<br />
idriche. In tal senso <strong>il</strong> territorio regionale è stato suddiviso in<br />
quattro ATO, “1 Calore Irpino”, “2 Napoli Volturno”, “3 Sarnese Vesuviano”<br />
e “4 Sele”, comprendenti ognuno comuni di più province. Oggi, comunque,<br />
a parte la suddivisione in ATO, la riforma in Campania risulta<br />
essere rimasta al palo proprio negli aspetti fondanti: basta pensare che<br />
invece delle 4 gestioni unitarie previste (una per ogni ATO) se ne contano<br />
ancora ben oltre 200 solo considerando l’acquedotto (tabella 1)!<br />
ATO Comuni Gestori di Acquedotto % frammentazione<br />
1 Calore Irpino 195 44 (di cui 39 comunali) 22%<br />
2 Napoli Volturno 136 92 (di cui 86 comunali) 67%<br />
3 Sarnese Vesuviano 76 1 (di cui 0 comunali) 0%<br />
4 Sele 144 81 (di cui 76 comunali) 56%<br />
Tot Campania 551 218 (di cui 201 comunali) 39%<br />
tabella n.1 - Suddivisione in ATO del territorio regionale - elaborazione <strong>Legambiente</strong><br />
Campania su dati Piani di Ambito e Gestori<br />
Questa estrema frammentazione costituisce causa di forte pregiudizio<br />
al conseguimento di adeguati livelli qualitativi e quantitativi del Servizio<br />
Idrico, nonché alla relativa efficacia, efficienza ed economicità.<br />
A complicare le cose ci si è poi messa la previsione, recata nella legge<br />
finanziaria regionale del 2007, della divisione di uno degli ATO, <strong>il</strong> “2 Napoli<br />
Volturno”, in due distinti ulteriori ATO in corrispondenza del limite<br />
amministrativo delle province interessate di Napoli e <strong>Caserta</strong>, contraddicendo<br />
così <strong>il</strong> principio fondamentale della integrazione territoriale e<br />
funzionale (vedi figura in basso).<br />
6 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
Giancarlo Chiavazzo<br />
Attualmente, quindi, in Campania<br />
sono presenti, almeno formalmente,<br />
cinque ATO. Solo per i quattro ATO<br />
originari è stato tuttavia predisposto<br />
<strong>il</strong> Piano d’Ambito, cioè lo strumento<br />
previsto dalla normativa per definire:<br />
<strong>il</strong> modello gestionale e organizzativo,<br />
<strong>il</strong> piano finanziario degli investimenti,<br />
<strong>il</strong> programma degli interventi e i tempi<br />
di attuazione, la tariffa e la relativa articolazione,<br />
gli obiettivi e gli standard<br />
di qualità del Servizio Idrico. Piani tra<br />
l’altro non più aggiornati dalla prima<br />
stesura risalente al 2003.<br />
Solo in due dei quattro ATO è stata affidata,<br />
seppure parzialmente, la gestione<br />
del Servizio Idrico Integrato, cioè si<br />
è individuato <strong>il</strong> soggetto attuatore del<br />
Piano d’Ambito. In tutti i casi, comunque,<br />
la comparazione delle prestazioni<br />
che si r<strong>il</strong>evano sia sul fronte acquedottistico<br />
che fognario-depurativo non lascia<br />
dubbi sul fatto che risulta ancora<br />
lontana la gestione unitaria dei Servizi<br />
Idrici e <strong>il</strong> conseguimento degli auspicati<br />
obiettivi di razionalizzazione degli<br />
usi della risorsa. Dulcis in fundo, nel<br />
frattempo, a peggiorare la situazione è<br />
sopraggiunta la Legge dello Stato n. 42<br />
del 2010 con la quale si è disposto che<br />
gli Enti d’ATO, cioè i soggetti pubblici<br />
a cui era demandato di amministrare i<br />
Servizi Idrici, fossero soppressi.
La Campania risulta disporre di ottime fonti di approvvigionamento<br />
per fini idropotab<strong>il</strong>i, essendo esse in prevalenza di origine<br />
sotterranea. Al riguardo, inoltre, la Regione si configura come<br />
“snodo”, poiché, oltre alla produzione endogena, si realizzano importanti<br />
trasferimenti idrici da e verso di essa. La Campania è<br />
infatti “creditrice” di acqua nei confronti della Puglia e, marginalmente,<br />
della Bas<strong>il</strong>icata, mentre è “debitrice” nei confronti del<br />
Lazio e del Molise (Tabella 2).<br />
- Trasferimenti<br />
totale<br />
Flussi Mm3/<br />
anno<br />
m3/s Mm3/<br />
anno<br />
Trasferimenti<br />
idropotab<strong>il</strong>e<br />
m3/s Mm3/<br />
anno<br />
Trasferimenti<br />
irriguo<br />
m3/s<br />
Molise > Campania 106.7 3.38 106.7 3.38 0.0 0.0<br />
Lazio > Campania 114.5 3.63 114.5 3.63 0.0 0.0<br />
Campania > Puglia 217.4 6.89 177.7 5.64 39.7 1.26<br />
Campania > Bas<strong>il</strong>icata 16.1 0.51 5.0 0.16 11.1 0.35<br />
Molise > Puglia 106.6 3.38 61.0 1.93 45.6 1.45<br />
Bas<strong>il</strong>icata > Puglia 270.3 8.57 211.0 6.69 44.3 1.40<br />
Bas<strong>il</strong>icata > Calabria<br />
Uso Idropotab<strong>il</strong>e<br />
11.1 0.35 1.9 0.06 9.2 0.29<br />
Volumi prodotti alle fonti regionali: 866,0 Mm3/anno (27,46 m3/s)<br />
Volumi trasferiti in regione: 221,2 Mm3/anno (7,01 m3/s)<br />
Volumi trasferiti fuori regione: 182,7 Mm3/anno (5,79 m3/s)<br />
Disponib<strong>il</strong>ità in regione: 904,5 Mm3/anno (28,68 m3/s)<br />
tabella n.2 - Acqua potab<strong>il</strong>e in Campania - Elaborazione <strong>Legambiente</strong> Campania<br />
su dati Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale<br />
Quindi, ogni campano risulta disporre mediamente di circa 427<br />
litri di acqua al giorno per l’uso idropotab<strong>il</strong>e, una quantità decisamente<br />
di tutto rispetto. Purtroppo, quest’acqua non arriva<br />
tutta ut<strong>il</strong>mente a destinazione in quanto si verificano r<strong>il</strong>evanti<br />
perdite di rete, sia reali, cioè dovute a rotture delle tubature e a<br />
sfiori da serbatoi, che per mancata fatturazione, come nel caso<br />
delle utenze pubbliche e degli allacci abusivi, che nel complesso<br />
ammontano a circa <strong>il</strong> 40% dei volumi immessi in rete. Entrambe<br />
le tipologie di perdite sono estremamente deleterie e se ne è chiaro<br />
<strong>il</strong> motivo per quelle reali non lo è analogamente per quelle connesse<br />
alla mancata fatturazione. Per esse, infatti, occorre pensare<br />
che non agisce alcun disincentivo, come la tariffa, al consumo<br />
dissipativo della risorsa.<br />
D’altro canto è anche per tali motivi che continuano ad essere<br />
significative le evenienze di irregolarità nella erogazione, soprattutto<br />
nei periodi estivi in concomitanza della maggiore richiesta<br />
idrica. In Regione nel 2009 oltre <strong>il</strong> 14% delle famiglie risulta aver<br />
lamentato irregolarità nella erogazione dell’acqua (ISTAT - “La<br />
vita quotidiana 2009”).<br />
Qualità delle acque campane<br />
Passando alla qualità, si può affermare che<br />
dai rubinetti dei campani fuoriesce in generale<br />
acqua potab<strong>il</strong>e, che presenta cioè caratteristiche<br />
conformi ai limiti disposti dalla<br />
normativa vigente in materia di acque destinate<br />
al consumo umano. Un’eccezione è<br />
invece rappresentata dal caso di 14 comuni<br />
dell’Area Vesuviana per i quali da anni<br />
sono adottate deroghe ai limiti del parametro<br />
Fluoro, presente in eccesso in ragione delle<br />
caratteristiche geologiche dell’area di produzione<br />
dell’acqua. Per risolvere <strong>il</strong> problema si<br />
dovrà attendere <strong>il</strong> completamento di una serie<br />
di interventi, in corso di realizzazione, che<br />
consentiranno la miscelazione delle acque<br />
locali con altre di diversa origine e quindi di<br />
mantenere sotto i valori limite la presenza del<br />
Fluoro. Sempre in termini di qualità, un’altro<br />
aspetto di estrema importanza è sicuramente<br />
quello della gradevolezza dell’acqua di rubinetto,<br />
visto che purtroppo risulta talora insufficiente<br />
a causa della presenza di caratteri<br />
organolettici, quali torbidità, colore, odore o<br />
sapore, indesiderati. Queste disfunzioni vanno<br />
in generale imputate alla inadeguatezza<br />
delle reti di trasporto, sia quelle pubbliche<br />
(acquedotti) che quelle private (domestiche),<br />
e/o dei processi di potab<strong>il</strong>izzazione a cui sono<br />
sottoposte le acque. Le ottime acque alle sorgenti<br />
possono infatti modificare sensib<strong>il</strong>mente<br />
le caratteristiche organolettiche lungo <strong>il</strong><br />
percorso che compiono fino al rubinetto. Per<br />
ovviare occorre provvedere al rinnovamento<br />
delle condutture vetuste e di scarsa qualità<br />
e all’aggiornamento degli impianti di potab<strong>il</strong>izzazione,<br />
la cui gestione deve inoltre essere<br />
affidata a personale con elevata competenza e<br />
adeguatamente organizzato. Per ottenere ciò<br />
è necessario far ripartire <strong>il</strong> settore idrico e realizzare<br />
gli importanti investimenti necessari.<br />
Come già detto, <strong>il</strong> fatto che i Servizi Idrici e la<br />
relativa riforma permangono in uno stato di<br />
stallo tende inesorab<strong>il</strong>mente ad allontanare <strong>il</strong><br />
conseguimento degli obiettivi di qualità auspicati<br />
e quindi anche la possib<strong>il</strong>ità di disporre<br />
al rubinetto di acqua non solo potab<strong>il</strong>e ma<br />
anche gradevole. Così, la più emblematica e<br />
al contempo paradossale conseguenza sta nel<br />
(eccessivo) ricorso alle acque in bottiglia, con<br />
quantità pro capite consumate che collocano<br />
l’Italia tra le prime nazioni al mondo.<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 7
L’acqua in Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
Un territorio ricco, vasto, complesso e geomorfologicamente disomogeneo<br />
1. Inquadramento<br />
amministrativo<br />
Il territorio della Provincia di <strong>Caserta</strong> si estende su una<br />
superficie di circa 264 m<strong>il</strong>a ettari ed è suddiviso in 104<br />
comuni, con una popolazione residente pari a 897.820<br />
unità.<br />
La popolazione residente si distribuisce in 4 ambiti insediativi<br />
in maniera disomogenea: l’87% circa si concentra<br />
negli ambiti di <strong>Caserta</strong> (47%), Aversa (29%) e<br />
del Litorale Domitio (11%); <strong>il</strong> restante 13% è distribuito<br />
nei territori collinari di Teano, Mignano Monte Lungo e<br />
Piedimonte Matese (Istat ultimo censimento).<br />
figura n.1 - Ambiti Insediativi Fonte: “Piano territoriale di coordinamento<br />
provinciale – Rapporto Ambientale” del Gennaio 2010<br />
della Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
3. Orografia del Territorio<br />
Nel complesso le aree montuose ricoprono l’8,7% del<br />
territorio, quelle collinari <strong>il</strong> 56,3% e quelle pianeggianti<br />
<strong>il</strong> 35,0%. L’altimetria del territorio varia dalla quota<br />
marina ai circa 1.500 m s.m. del massiccio del Matese.<br />
Procedendo da Nord verso Sud, <strong>il</strong> territorio è caratterizzato<br />
dalla presenza di numerosi r<strong>il</strong>ievi montuosi, sia<br />
nella parte orientale (Monti del Matese, Monte Gallo),<br />
che in quella occidentale (Monte Sammucro, Monte Leonardo,<br />
Monte Cesima). Procedendo verso Sud, nella<br />
parte orientale i r<strong>il</strong>ievi degradano dolcemente nella piana<br />
di Alife-Alvignano-Caiazzo che termina in prossimi-<br />
8 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
Giovanni D’Errico<br />
2. competenze in materia di risorsa<br />
idrica e difesa del suolo<br />
Risultano sul territorio della Provincia di <strong>Caserta</strong>:<br />
- n. 2 autorità di bacino operanti, l’Autorità di bacino<br />
nazionale “Liri, Garigliano e Volturno” che interessa <strong>il</strong><br />
territorio nord occidentale, per un totale di 79 comuni;<br />
l’Autorità di bacino regionale “Nord Occidentale della<br />
Campania” che interessa la porzione Sud del territorio<br />
della Provincia, per un totale di 25 comuni;<br />
- n. 3 comunità Montane (Comunità Montana Zona del<br />
Matese, Comunità Montana Zona Monte Santa Croce,<br />
Comunità Montana Zona Monte Maggiore ) che riuniscono<br />
42 comuni;<br />
- n. 3 Consorzi di Bonifica ( Consorzio di Bonifica Aurunco,<br />
Consorzio di Bonifica Bacino inferiore del Volturno,<br />
Consorzio di Bonifica Sannio Alifano);<br />
- n. 2 Ambiti Territoriali Ottimali operanti: A.T.O. 2<br />
Napoli-Volturno, A.T.O. 5 Terra di Lavoro (inizialmente<br />
incluso nell’ATO 2).<br />
figura n.2 - Autorità di bacinono Liri-Garigliano-Volturno (viola)<br />
e Campania Nord Occidentale (verde) dal “Piano territoriale di<br />
coordinamento provinciale – Rapporto Ambientale” del Gennaio<br />
2010 della Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
tà dai r<strong>il</strong>ievi di Monte Maggiore e Monte Maiulo; nella<br />
parte occidentale <strong>il</strong> territorio permane accidentato, a<br />
causa della presenza del massiccio di Roccamonfina e<br />
del Monte Massico, che giunge quasi ad affacciarsi sul<br />
mar Tirreno.<br />
Muovendosi ancora verso sud <strong>il</strong> paesaggio muta drasticamente:<br />
la presenza di r<strong>il</strong>ievi montuosi risulta confinata<br />
nella sola parte più orientale (Monte Durazzano,<br />
Monte Tifata, collina di Cancello); mentre la restante<br />
parte del territorio appare pianeggiante (Piana del Basso<br />
Volturno).<br />
nella pagina accanto una foto di Lago di Gallo Matese
4. Idrografia del territorio: le cinque arterie<br />
Il fiume Volturno<br />
Con i suoi 6.342 km di superficie rappresenta, a livello<br />
nazionale, <strong>il</strong> sesto bacino idrografico per estensione, e<br />
l’undicesimo per lunghezza (175 km).<br />
Il fiume Volturno nasce nel versante sud orientale del<br />
Monte Mentuccia, nell’Appennino abruzzese, si sv<strong>il</strong>uppa<br />
attraversando i territori delle province di Campobasso,<br />
Benevento e <strong>Caserta</strong> anche se <strong>il</strong> suo bacino imbrifero<br />
completo interessa anche le regioni Lazio e Puglia.<br />
Lungo <strong>il</strong> suo percorso <strong>il</strong> fiume riceve l’apporto di numerosi<br />
affluenti, tra i quali i torrenti Torano e Titerno ed <strong>il</strong><br />
principale affluente <strong>il</strong> fiume Calore Irpino.<br />
A valle di tale confluenza <strong>il</strong> Volturno defluisce verso<br />
Sud Ovest e sbocca nella pianura costiera, attraversa <strong>il</strong><br />
comune di Capua e scorre costeggiando i centri abitati<br />
di S.Maria La Fossa, Grazzanise e Cancello ed Arnone.<br />
Il fiume sfocia nel mar Tirreno, nel territorio comunale<br />
di Castel Volturno.<br />
Il fiume Liri-Garigliano<br />
Il reticolo idrografico del Garigliano è costituito da due<br />
aste fluviali principali: i fiumi Liri e Gari, dalla cui<br />
confluenza origina <strong>il</strong> fiume Garigliano.<br />
Il fiume Liri nasce dal versante settentrionale dei Monti<br />
Simbruini (Abruzzo) e, dopo aver percorso 120 km, si<br />
unisce al Gari, che proviene dai r<strong>il</strong>ievi delle Mainarde e<br />
con <strong>il</strong> nome di Garigliano percorre i 38 km che lo separano<br />
dal Golfo di Gaeta (Mar Tirreno), segnando parte<br />
del confine regionale tra Lazio e Campania.<br />
Il reticolo idrografico del fiume Liri-Garigliano è costituito<br />
dai seguenti corsi d’acqua: Sistema Fucino-Giovenco;<br />
Sacco; Cosa; Melfa; Peccia; Fibreno, Rapido-Gari.<br />
5. Le sorgenti e i pozzi<br />
Le principali sorgenti sono ubicate ai margini dei r<strong>il</strong>ievi<br />
carbonatici appenninici, essendo esse alimentate dagli<br />
stessi, e costituendone l’affioramento della loro falda<br />
basale in prossimità di ostacoli alla libera circolazione<br />
idrica sotterranea: Sorgente di Sant’Agata o Torcino,<br />
Sorgenti del gruppo Pratella, Sorgente Maretto e Torano,<br />
Sorgente Triflisco, Fronte acquifero di Monte Gallo,<br />
Sorgente Santa Sofia.<br />
Il canale Agnena<br />
L’Agnena nasce nell’omonima frazione del comune di<br />
Vitulazio (Ce). Lungo un percorso di circa 30 km, solca<br />
in direzione Est-Ovest la piana situata in destra idrografica<br />
del Fiume Volturno, attraversando i comuni di<br />
Vitulazio, Pignataro Maggiore, Francolise, Grazzanise,<br />
Falciano del Massico, Cancello ed Arnone, Mondragone<br />
e Castelvolturno. Il fiume sfocia nel mar Tirreno, presso<br />
Torre di Pescopagano nel territorio di Castel Volturno.<br />
Il fiume Savone<br />
Nasce sul versante Nord Est dell’edificio vulcanico di<br />
Roccamonfina; l’asta principale è lunga circa 42 km<br />
ed attraversa i comuni di Roccamonfina, Teano, Francolise,<br />
Carinola, Sessa Aurunca e Modragone. Il fiume<br />
sfocia nel Mar Tirreno in corrispondenza del comune di<br />
Mondragone.<br />
I Regi Lagni<br />
Il bacino sottende un’area molto vasta, compresa tra<br />
<strong>il</strong> bacino del Volturno, i Campi Flegrei, <strong>il</strong> versante settentrionale<br />
del Vesuvio ed i Monti di Avella, solcando<br />
a monte l’area montana e pedemontana del comprensorio<br />
del nolano, prima di giungere nella piana con <strong>il</strong><br />
Canale dei Regi Lagni. Dopo un percorso di circa 55<br />
km attraverso le aree acerrana, casertana ed aversana,<br />
sfocia nel Mar Tirreno, poco più a Sud della foce del<br />
Volturno. Lungo <strong>il</strong> percorso esso raccoglie le acque di<br />
diversi lagni e canali i quali drenano le acque scolanti<br />
dai versanti circostanti, costituendo l’unico recapito<br />
delle acque meteoriche ricadenti sul territorio di ben<br />
126 Comuni.<br />
I principali pozzi: Campo pozzi S. Sofia (Castel Morrone),<br />
Campo Pozzi Ponte Tavano I (Maddaloni), Campo Pozzi<br />
Cancello (San Felice), Campo Pozzi di Montemaggiore<br />
(Pontelatone), Campo Pozzi Ponte Tavano II (Maddaloni),<br />
Campo Pozzi S. Giulianeta I (Teano), Campo Pozzi II<br />
S. Giulianeta II 3 (Teano), Campo pozzi di S. Pietro Ad<br />
Montes (<strong>Caserta</strong>), Campo Pozzi Vitulazio, Campo Pozzi<br />
in Località Zappativa (Rocca D’Evandro), Pozzo S. Iorio<br />
(Capua), Pozzo Coccogna (Casagiove), Pozzo Comunale<br />
(San Felice a Cancello), Pozzo Tuoro (<strong>Caserta</strong>), Pozzo<br />
Marzanello (Vairano), Pozzo Vaccheria (<strong>Caserta</strong>).<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 9
I sistemi acquedottistici<br />
Gli schemi acquedottistici presenti nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
L’Acquedotto della Campania Occidentale<br />
Fu pensato per provvedere integralmente alle necessità<br />
idriche di 71 Comuni delle province di Napoli e <strong>Caserta</strong>,<br />
per una popolazione di circa 3.800.000 abitanti. L’acquedotto<br />
attinge le sue risorse in tre diverse regioni:<br />
Campania, Lazio e Molise. Il territorio di competenza<br />
diretta dell’A.C.O. può individuarsi nell’area campana<br />
compresa tra la città di Napoli, <strong>il</strong> litorale Domitio<br />
e Massicano, la provincia di <strong>Caserta</strong>, ad esclusione<br />
dell’alta valle del Volturno. L’Acquedotto, muove dal<br />
Lazio con la captazione iniziale dalla sorgente del Gari<br />
ed <strong>il</strong> prelievo dalle falde del Peccia e di Sammurco; a<br />
queste si aggiungono le acque della sorgente Molisana<br />
di San Bartolomeo e quelle dei campi Pozzi di Montemaggiore,<br />
San Prisco e Santa Sofia, fino a terminare ai<br />
serbatoi di San Prisco posti a Nord di <strong>Caserta</strong> per una<br />
portata complessiva massima di circa 7900 lt/sec. Dai<br />
serbatoi di San Prisco si derivano le condotte principali<br />
ed importanti per l’alimentazione idropotab<strong>il</strong>e della Città<br />
di Napoli, e di gran parte dei comuni casertani posti<br />
a Nord del capoluogo. Durante <strong>il</strong> percorso da Cassino a<br />
S. Prisco è prevista la diramazione per l’alimentazione<br />
dell’area Domitiana e Massicana, mentre la portata che<br />
raggiunge <strong>il</strong> nodo di S. Prisco si divide in quattro grandi<br />
condotte principali che alimentano i serbatoi di Capodimonte<br />
e Scud<strong>il</strong>lo dell’Acquedotto di Napoli ed i serbatoi<br />
dell’Acquedotto Campano di S. Clemente e di Melito.<br />
L’Acquedotto Campano<br />
Muove dal Molise alimentato dalle sorgenti del fiume<br />
Biferno, che lungo <strong>il</strong> percorso, in corrispondenza della<br />
vasca di Auduni, sono integrate dalle acque captate<br />
dalle sorgenti del Torano e del Maretto in agro di Piedimonte<br />
Matese. Il sistema, termina <strong>il</strong> suo percorso ai<br />
serbatoi di San Clemente (Ce), dai quali si diramano<br />
una serie di grandi condotte per l’alimentazione dei serbatoi<br />
di distribuzione della Città di Napoli, della Zona<br />
Flegrea, delle isole di Procida e Ischia e l’area Vesuviana,<br />
quest’ultima interconnessa con lo schema dell’Acquedotto<br />
del Sarno. Sempre a questo acquedotto, appartiene<br />
<strong>il</strong> cosiddetto Nodo di Cancello, costituito da un<br />
complesso di tre campi pozzi Pontetavano I, Pontetavano<br />
II, Pelvica che alimentano la Centrale di Sollevamento<br />
di Cancello a servizio di un sistema di Serbatoi di<br />
distribuzione, che alimentano la Città di Napoli, la zona<br />
Sarnese e l’area Vesuviana. Sono alimentati essenzialmente<br />
dall’Acquedotto Campano: l’Acquedotto di Terra<br />
di Lavoro e l’Acquedotto Aversano.<br />
L’Acquedotto di Roccamorfina<br />
Serve cinque Comuni della provincia di <strong>Caserta</strong>: Caianiello,<br />
Conca della Campania, Marzano Appio, Roccamorfina,<br />
Tora e Pic<strong>il</strong>li. È approvvigionato dalle sorgenti<br />
Cerchiara I, II e III, Ortali, Vallamati nell’area di Roccamonfina.<br />
L’Acquedotto di Campate e Forme è un sistema<br />
idrico gestito dall’E.R.I.M. (Ente Risorse Idriche<br />
Molisane) che serve alcuni Comuni della regione Molise<br />
e che alimenta i Comuni della provincia di <strong>Caserta</strong>:<br />
Mignano Montelungo e San Pietro Infine. Esso viene<br />
alimentato dalle sorgenti del Volturno.<br />
10 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
L’Acquedotto del Serino<br />
Fu realizzato nel 1885 e costituisce tuttora una delle<br />
principali fonti di approvvigionamento della città di<br />
Napoli, adducendo le acque delle sorgenti Serino, del<br />
gruppo sorgentizio Acquaro e Pelosi, ed Urcinoli. Il canale<br />
del Serino ha origine a quota 323 m.s.l.m. e dopo<br />
circa 64 km raggiunge la collina di Cancello, ove giungono<br />
anche le acque dell’Acquedotto Campano e quelle<br />
emunte dai campi pozzi di Ponte Tavano I e II. Lungo <strong>il</strong><br />
canale a pelo libero si innestano varie diramazioni per<br />
l’alimentazione dei Comuni di Atripalda, Paolisi, Arpaia,<br />
Forchia, Arienzo, S. Maria a Vico, S. Felice a Cancello<br />
dell’Acquedotto Vesuviano.<br />
L’Acquedotto della Media Valle del Volturno<br />
Serve tredici Comuni della provincia di <strong>Caserta</strong>: A<strong>il</strong>ano,<br />
Alife, Alvignano, Baia e Latina, Castel di Sasso,<br />
Dragoni, Formicola, Liberi, Pietravairano, Raviscanina,<br />
San Gregorio Matese, San Potito Sannita, Sant’Angelo<br />
di Alife. L’alimentazione principale dell’acquedotto avviene<br />
dalle sorgenti del Torano e Maretto, dalle quali si<br />
dipartono tre diramazioni. La prima alimenta la stazione<br />
di sollevamento a servizio di Castello del Matese e<br />
poi con un successivo sollevamento <strong>il</strong> serbatoio di San<br />
Gregorio Matese. La seconda alimenta mediante un sollevamento<br />
le acque dei serbatoi di San Potito Sannitico.<br />
La terza derivazione dà luogo a due condotte, di cui la<br />
prima va ad alimentare <strong>il</strong> serbatoio ed <strong>il</strong> sollevamento<br />
di Alife, mentre la seconda serve <strong>il</strong> serbatoio di Dragoni.<br />
L’Acquedotto di Terra di Lavoro<br />
Serve ventuno Comuni della provincia di <strong>Caserta</strong>: Bellona,<br />
Caiazzo, Calvi Risorta, Camigliano, Cancello Arnone,<br />
Carinola, Casagiove, Casapulla, Castel Volturno,<br />
Curti, Francolise, Giano Vetusto, Grazzanise, Mondragone,<br />
Pastorano, Piana di Monte Verna, Pignataro Maggiore,<br />
Portico di <strong>Caserta</strong>, Santa Maria la Fossa, Saparanise,<br />
Vitulazio. L’acquedotto si approvvigiona da quello<br />
Campano nonché da pozzi (campo pozzi di Teano) e<br />
sorgenti locali.<br />
L’Acquedotto Aversano<br />
Alimenta diciassette Comuni ubicati lungo la zona sud<br />
della provincia di <strong>Caserta</strong>: Aversa, Carinaro, Casal di<br />
Principe, Casaluce, Frignano, Gricignano, Lusciano,<br />
Orta di Atella, Parete, San Cipriano di Aversa, San<br />
Marcellino, Succivo, Teverola, Trentola, Ducenta, V<strong>il</strong>la<br />
Literno, Casapesenna. L’Acquedotto Aversano è parte<br />
integrante dell’Acquedotto Campano, dal quale ha origine,<br />
previo innesto dall’adduttrice principale.<br />
L’Acquedotto del Matese<br />
Alimenta otto Comuni della provincia di <strong>Caserta</strong>: Capriati<br />
al Volturno, Ciorlano, Fontegreca, Gallo, Prata<br />
Sannita, Letino, San Gregorio Matese, e Castello d’Alife.<br />
L’approvvigionamento avviene mediante le sorgenti<br />
Molini e Letino, lo schema acquedottistico ha una lunghezza<br />
di circa 19 km.
T.V.B.<br />
TiV TiVo glio<br />
r o<br />
r<br />
Be e<br />
sana<br />
disponib<strong>il</strong>e<br />
libera<br />
fac<strong>il</strong>e<br />
controllata<br />
conveniente<br />
leggera<br />
trasparente<br />
ecologica<br />
mare<br />
1<br />
albero<br />
H2O<br />
fiume<br />
14<br />
16<br />
fiore 13<br />
bicchiere<br />
15<br />
12<br />
7<br />
fontanelle<br />
ghiaccio<br />
lago neve<br />
5<br />
18<br />
19<br />
20 domande per una buona acqua pubblica<br />
indagine sulle abitudini di consumo<br />
dell’acqua da rubinetto tra i cittadini<br />
della provincia di <strong>Caserta</strong><br />
3<br />
bottiglia<br />
9<br />
minerali<br />
vita<br />
11<br />
8<br />
nuvola<br />
Iniziativa realizzata - dai circoli di <strong>Legambiente</strong> Geof<strong>il</strong>os Succivo, A. Petteruti Sessa Aurunca e Pietramelara -<br />
nell’ambito delle attività di ricerca del Centro di Servizi per <strong>il</strong> Volontariato della provincia di <strong>Caserta</strong> CSV Asso.Vo.Ce.
Perchè una ricerca si chiama T.V.B.<br />
Il progetto di ricerca “Ti voglio bere!” nasce con l’obiettivo di analizzare i prof<strong>il</strong>i comportamentali dei<br />
cittadini della provincia di <strong>Caserta</strong> in relazione al consumo della risorsa acqua e di approfondire le<br />
relazioni esistenti tra i modelli di consumo, gli st<strong>il</strong>i di vita e le attitudini verso le tematiche ambientali.<br />
Il progetto parte dalla considerazione che l’acqua è<br />
una risorsa rinnovab<strong>il</strong>e e quindi, per definizione,<br />
sempre disponib<strong>il</strong>e purché la velocità di prelievo<br />
non superi la velocità di riproduzione e crescita della<br />
risorsa stessa. L’acqua si rinnova continuamente attraverso<br />
<strong>il</strong> suo ciclo naturale, tuttavia, l’inquinamento,<br />
l’incuria, la superficialità e gli sprechi hanno distorto<br />
<strong>il</strong> ciclo idrico compromettendone la sostenib<strong>il</strong>ità della<br />
risorsa. Oggi, l’acqua è una risorsa sempre più preziosa<br />
e averne di buona qualità diventerà sempre più diffic<strong>il</strong>e.<br />
Disporre di acqua da bere è un diritto fondamentale<br />
dell’uomo ma, ancora oggi quasi 4 m<strong>il</strong>iardi di persone<br />
sono a rischio per insufficienza d’acqua e ogni anno 5<br />
m<strong>il</strong>ioni di persone muoiono per malattie legate alla sua<br />
scarsità o per mancanza di servizi igienico-sanitari di<br />
base. Tutto ciò accade mentre <strong>il</strong> 12% della popolazione<br />
mondiale da per scontato che l’acqua sia disponib<strong>il</strong>e in<br />
ogni momento e per qualsiasi uso e/o spreco.<br />
Nel 2008 <strong>il</strong> consumo pro capite dell’acqua per uso domestico<br />
in Italia è 68,4 m3 per abitante, in diminuzione<br />
dell’1,9% rispetto al valore del 2007 (dati ISTAT). In tale<br />
contesto, tuttavia, la provincia di <strong>Caserta</strong> si caratterizza<br />
per un trend inverso rispetto alle altre province<br />
italiane: <strong>il</strong> consumo di acqua è aumentato di oltre l’8%<br />
rispetto all’anno precedente.<br />
Nel 2009 continua la diminuzione dei consumi a livello<br />
nazionale, che risultano pari a 68,1 m3 (186,6 litri),<br />
segnando un decremento dello 0,7% rispetto al valore<br />
del 2008. A livello provinciale è stata registrato un consumo<br />
medio giornaliero di 60,2 m3 per abitante ed un<br />
decremento del 3,6% sull’anno precedente.<br />
Nonostante la contrazione dei consumi di acqua che si<br />
è verificata negli ultimi anni e che testimonia una maggiore<br />
attenzione all’ut<strong>il</strong>izzo della risorsa idrica, a livello<br />
europeo ci distinguiamo negativamente per la quantità<br />
di acqua potab<strong>il</strong>e consumata.<br />
A tutto ciò si aggiunge la scarsa fiducia dei cittadini<br />
nella qualità dell’acqua da rubinetto, che genera un altro<br />
primato del quale certamente non andare fieri: siamo<br />
i maggiori consumatori di acqua in bottiglia.<br />
12 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
Paola Pascale<br />
La sfiducia nella qualità dell’acqua di rubinetto deriva<br />
principalmente dalla mancanza di informazioni sui<br />
controlli e sulle severe normative che disciplinano <strong>il</strong><br />
settore delle acque potab<strong>il</strong>i. Tuttavia, contribuiscono<br />
ad incrementare la sfiducia dei cittadini gli esiti delle<br />
operazioni delle forze dell’ordine (vedi operazione “acque<br />
chiare” della G. F. e del Tribunale di S. Maria C.V.)<br />
che hanno svelato un perverso sistema di intrecci tra<br />
<strong>il</strong>legalità – corruzione – inquinamento – mancanza di<br />
controlli, che ha portato lo scorso maggio 2010 a 26<br />
arresti e <strong>il</strong> sequestro di diversi impianti di depurazione.<br />
Inoltre, con cadenza quasi quotidiana la cronaca ci riporta<br />
casi in cui le autorità vietano l’ut<strong>il</strong>izzo dell’acqua<br />
da rubinetto per usi alimentari: emblematico è stato<br />
<strong>il</strong> “caso” dei metalli pesanti scoperti dalle analisi della<br />
U.S.Navy presso le abitazioni del casertano alimentate<br />
da pozzi locali; non ultimo <strong>il</strong> recente manifesto del Comune<br />
di S.Nicola La Strada che intima di non ut<strong>il</strong>izzare<br />
le acque dai pozzi in zona Saint Gobain a <strong>Caserta</strong> in<br />
quanto inquinate da arsenico e altri metalli pesanti.<br />
Per reagire a questa tendenza diventa necessaria una<br />
corretta informazione sulla qualità dell’acqua che scorre<br />
dai rubinetti delle nostre case. Il cittadino, infatti,<br />
ha <strong>il</strong> diritto di conoscere la composizione chimico fisica<br />
dell’acqua che beve ma ha <strong>il</strong> dovere di attivare un cambiamento<br />
di rotta rispetto agli attuali livelli di consumo,<br />
deve essere consapevole della scarsità della risorsa acqua<br />
e adottare un nuovo st<strong>il</strong>e di consumo orientato alla<br />
responsab<strong>il</strong>ità.<br />
Per <strong>il</strong> raggiungimento degli obiettivi prefissi, <strong>il</strong> progetto<br />
è stato articolato in due attività principali:<br />
• la realizzazione di un’indagine diretta ad un<br />
campione di 600 cittadini della provincia di <strong>Caserta</strong>;<br />
• <strong>il</strong> prelievo e l’analisi di 20 campioni d’acqua in<br />
zone diverse della provincia, realizzato da una società<br />
specializzata.<br />
Le attività progettuali hanno evidenziato importanti risultati:<br />
l’indagine diretta ha permesso di analizzare le<br />
abitudini dei cittadini in relazione alla risorsa acqua,<br />
mentre l’attività di analisi dell’acqua del rubinetto ha<br />
consentito di individuare le caratteristiche qualitative<br />
dell’acqua e la conformità alle disposizioni legislative.<br />
I dati raccolti, di seguito dettagliati, rappresentano un<br />
punto di partenza fondamentale per costruire delle linee<br />
guida ut<strong>il</strong>i alla realizzazione di una campagna educativa<br />
sull’uso responsab<strong>il</strong>e dell’acqua di rubinetto.<br />
1 dalla pagina a lato - L’analisi dei fattori ha come scopo l’identificazione di<br />
una struttura sottostante ad un insieme di variab<strong>il</strong>i osservate. Il suo uso implica<br />
lo studio di correlazioni tra variab<strong>il</strong>i allo scopo di trovarne un nuovo insieme, di<br />
dimensioni minori rispetto a quello delle variab<strong>il</strong>i originarie, che esprima ciò che<br />
è in comune fra le variab<strong>il</strong>i originarie stesse. Si cerca quindi di “condensare” e<br />
“ridurre” i dati, cercando di perdere la minore quantità possib<strong>il</strong>e d’informazione.<br />
L’obiettivo dell’analisi dei fattori è quello di identificare i fattori non direttamente<br />
osservab<strong>il</strong>i sulla base di un insieme di variab<strong>il</strong>i osservab<strong>il</strong>i. L’assunzione di base<br />
è che i fattori, ovvero le dimensioni sottostanti, possano essere usati per la spiegazione<br />
di fenomeni complessi.
L’indagine demoscopica<br />
i. Gli obiettivi della ricerca<br />
L’analisi è stata condotta sullo studio dei comportamenti<br />
dei cittadini riguardo <strong>il</strong> consumo dell’acqua di rubinetto<br />
al fine di giungere ad una segmentazione della domanda.<br />
Obiettivo dell’indagine è fornire una risposta alla seguenti<br />
domande:<br />
Qual è la percezione sul livello di consumo della risorsa<br />
acqua?<br />
I cittadini si fidano dell’acqua del rubinetto?<br />
I cittadini sono informati dei controlli sull’acqua di rubinetto?<br />
Qual è l’orientamento dei cittadini riguardo <strong>il</strong> referendum<br />
sull’acqua?<br />
Qual è <strong>il</strong> livello di sensib<strong>il</strong>ità al tema del risparmio idrico?<br />
L’obiettivo ultimo è quello di fornire delle indicazioni<br />
ut<strong>il</strong>i ai policy maker per promuovere un nuovo approccio<br />
al consumo dell’acqua, più consapevole e maggiormente<br />
orientato alla responsab<strong>il</strong>ità nell’uso della risorsa.<br />
Ciò attraverso la predisposizione di linee guida per<br />
la corretta impostazione di specifiche azioni di comunicazione,<br />
finalizzate all’educazione al consumo sostenib<strong>il</strong>e<br />
della risorsa acqua, con particolare attenzione alle<br />
fasce più giovani della popolazione.<br />
ii. La metodologia ut<strong>il</strong>izzata<br />
Per la realizzazione del progetto è stata eseguita un’indagine<br />
diretta. La raccolta dei dati è stata effettuata<br />
mediante la somministrazione di un questionario, attraverso<br />
la tecnica d’intervista diretta “face to face” ad<br />
un campione di 600 cittadini residenti nella provincia<br />
di <strong>Caserta</strong>. La predisposizione del questionario è stata<br />
preceduta, in primo luogo, da un’analisi desk sullo<br />
stato dell’arte delle indagini già realizzate in altri contesti<br />
geografici, sulle abitudini di consumo della risorsa<br />
acqua e sulla percezione della qualità dell’acqua di rubinetto.<br />
Successivamente, la realizzazione di un focus<br />
group ha permesso l’esplicitazione dei fabbisogni dei<br />
cittadini in relazione al consumo d’acqua.<br />
Al focus hanno partecipato dieci persone, tra cui un<br />
rappresentante dei circoli <strong>Legambiente</strong>, un moderatore/ricercatore,<br />
alcuni cittadini e giovani, in qualità di<br />
consumatori. I risultati del focus group hanno permesso<br />
di realizzare una prima versione del questionario, <strong>il</strong><br />
cui processo di validazione e la costruzione della versione<br />
definitiva dello stesso sono stati articolati in due<br />
step successivi. Dapprima, <strong>il</strong> questionario è stato validato<br />
dai partner del progetto, ossia i rappresentanti dei<br />
Circoli <strong>Legambiente</strong> - Geof<strong>il</strong>os di Succivo, A. Petteruti di<br />
Sessa Aurunca e di Pietramelara – e successivamente è<br />
stato sottoposto ad un test p<strong>il</strong>ota, attraverso la somministrazione<br />
dello stesso ad un campione di 30 cittadini.<br />
L’obiettivo del test p<strong>il</strong>ota è identificare le criticità del<br />
questionario, capire se le domande siano comprensib<strong>il</strong>i<br />
e/o ridondanti ed, eventualmente, modificarle.<br />
L’attività di r<strong>il</strong>evamento dei dati è stata preceduta da<br />
una fase di “formazione” dei r<strong>il</strong>evatori, attraverso la realizzazione<br />
di un seminario informativo sulle finalità<br />
del progetto e sulla tecnica d’intervista diretta.<br />
La somministrazione dei questionari è stata effettuata<br />
nel periodo compreso tra Gennaio e Marzo 2011.<br />
Le interviste sono state condotte in giorni diversi della<br />
settimana, in differenti fasce orarie e presso diversi<br />
punti delle città della provincia di <strong>Caserta</strong>. In particolare,<br />
in alcune occasioni di somministrazione, sono stati<br />
predisposti degli stand informativi dai volontari di <strong>Legambiente</strong>,<br />
durante i quali oltre alla somministrazione<br />
del questionario, era prevista la distribuzione, a titolo<br />
gratuito, di materiale informativo e di un kit “risparmio<br />
acqua”, consistente in un frangigetto da applicare al<br />
rubinetto di casa. Il questionario è stato somministrato<br />
secondo uno schema casuale: i cittadini si sono sottoposti<br />
volontariamente e a titolo gratuito all’intervista.<br />
Al termine dell’intervista, <strong>il</strong> r<strong>il</strong>evatore ha consegnato<br />
agli intervistati una brochure informativa sul risparmio<br />
d’acqua. Il questionario è strutturato in 30 domande,<br />
organizzate in 5 sezioni. Le domande sono a risposta<br />
sia chiusa che aperta e, per lo studio di particolari<br />
variab<strong>il</strong>i è stata ut<strong>il</strong>izzata la scala di Likert a 4 livelli.<br />
In particolare, a parte una domanda iniziale di contatto,<br />
la prima sezione (dom. 2 – 4) include domande sui<br />
consumi d’acqua relativi alle diverse attività domestiche<br />
quotidiane al fine di verificare se i cittadini hanno<br />
una corretta percezione e se sono consapevoli dei volumi<br />
d’acqua di rubinetto effettivamente consumati ogni<br />
giorno per i diversi usi domestici.<br />
La seconda sezione del questionario (dom. 5 – 11) riguarda<br />
<strong>il</strong> consumo di acqua da bere (in casa) e le motivazioni<br />
al consumo dell’acqua di rubinetto e dell’acqua<br />
confezionata. Tale sezione, inoltre, include domande<br />
sulle caratteristiche dell’acqua di rubinetto e ciò al fine<br />
di determinare i giudizi dei cittadini.<br />
Un’ ulteriore sezione (dom. 13 – 14) è volta a verificare<br />
la conoscenza dei consumatori della campagna referendaria<br />
“L’acqua non si vende”, <strong>il</strong> cui fine è promuovere<br />
tre referendum abrogativi di tutte le norme che hanno<br />
privatizzato l’acqua in Italia. La quarta sezione (dom. 15<br />
– 19) si focalizza sull’acqua confezionata e sulle determinanti<br />
all’acquisto al fine di determinare gli attributi<br />
r<strong>il</strong>evanti nella scelta dell’acqua minerale confezionata e<br />
la conoscenza degli elementi riportati in etichetta.<br />
Infine, l’ultima sezione (dom. 20 – 30) riguarda dati relativi<br />
all’età, al grado d’istruzione, alla professione, ai<br />
componenti del nucleo fam<strong>il</strong>iare, al reddito e allo st<strong>il</strong>e<br />
di vita, al fine di inquadrare <strong>il</strong> livello socioculturale<br />
e socioeconomico dei cittadini intervistati. Le risposte<br />
sono state informatizzate in un unico database realizzato<br />
appositamente mediante i tool on-line di google<br />
forms. Le risposte sono state codificate numericamente<br />
ed elaborate mediante l’impiego del software statistico<br />
SPSS 15.0. L’analisi dei dati è stata svolta in due fasi:<br />
la prima, di natura puramente descrittiva, ha previsto<br />
una lettura della frequenza delle risposte; la seconda<br />
fase di analisi è stata condotta ut<strong>il</strong>izzando le tecniche<br />
statistiche multivariate.<br />
In particolare, l’Analisi per Componenti Principali (1),<br />
Factor Analysis, è stata impiegata per verificare l’esistenza<br />
di variab<strong>il</strong>i latenti in grado di riassumere l’informazione<br />
derivante dai giudizi dei consumatori sul<br />
livello d’importanza relativo a diverse variab<strong>il</strong>i.<br />
Il metodo ut<strong>il</strong>izzato è l’ACP con rotazione dei fattori<br />
varimax. Infine, si è provveduto all’individuazione dei<br />
diversi prof<strong>il</strong>i dei consumatori, attraverso l’analisi dei<br />
gruppi, Cluster Analysis (2), che fornisce una divisione<br />
in gruppi di un collettivo di osservazioni seguendo <strong>il</strong><br />
criterio generale di massimizzare sia l’omogeneità interna<br />
al gruppo sia l’eterogeneità tra i gruppi.<br />
2 Tale tecnica di segmentazione si propone di individuare, all’interno di una popolazione eterogenea, dei sottogruppi omogenei, caratterizzati da sim<strong>il</strong>arità tra gli elementi all’interno<br />
dei gruppi e da elementi di differenziazione tra gruppo e gruppo. Perché ciò sia possib<strong>il</strong>e, vi deve essere una sufficiente eterogeneità tra gli elementi di differenziazione<br />
tra gruppo e gruppo. Partendo da dati classificati secondo un numero elevato di variab<strong>il</strong>i, l’obiettivo della Cluster Analysis è quello di individuare gruppi omogenei (cluster) di<br />
dati in base ai valori di queste variab<strong>il</strong>i. L’omogeneità (o sim<strong>il</strong>arità) dei dati è definita in base alla loro distanza sullo spazio multidimensionale (le cui dimensioni sono definite<br />
dalle variab<strong>il</strong>i considerate). Le tecniche per raggruppare i dati in cluster sono numerose, per <strong>il</strong> presente studio è stato ut<strong>il</strong>izzato <strong>il</strong> metodo delle k medie, particolarmente ut<strong>il</strong>e<br />
quando <strong>il</strong> numero delle variab<strong>il</strong>i e soprattutto dei casi è molto elevato.<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 13
I risultati dell’analisi descrittiva<br />
1. Le caratteristiche socio-demografiche<br />
Il campione intervistato, in relazione al sesso, si distribuisce<br />
equamente tra donne (51%) e uomini (49%).<br />
Riguardo l’età, si r<strong>il</strong>eva una maggiore concentrazione<br />
nelle classi 41-50 e 51-60 che hanno riportato rispettivamente<br />
<strong>il</strong> 23,17% e <strong>il</strong> 22%. I giovani fino a trenta<br />
anni rappresentano oltre <strong>il</strong> 20% del campione, mentre<br />
le classi 61 – 70 e oltre 70 rappresentano complessivamente<br />
<strong>il</strong> 13% degli intervistati (grafico n. 1).<br />
grafico 1<br />
grafico n.1 - distribuzione % del campione per classi di età<br />
In relazione allo stato civ<strong>il</strong>e, circa <strong>il</strong> 70% del campione<br />
è coniugato, contro un 27% di single.<br />
Riguardo <strong>il</strong> nucleo fam<strong>il</strong>iare, <strong>il</strong> 55% del campione vive<br />
in nuclei fam<strong>il</strong>iari molto ampi, ossia composti da quattro<br />
a sei persone, <strong>il</strong> 41% vive in famiglie da 1 a 3 persone.<br />
Il 27% dichiara di non avere figli, mentre <strong>il</strong> 12% ha<br />
figli fino a 5 anni e <strong>il</strong> 40% ha figli oltre i 15 anni.<br />
Con riferimento alla variab<strong>il</strong>e istruzione, <strong>il</strong> 53% degli<br />
intervistati dichiara di essere in possesso del diploma,<br />
mentre <strong>il</strong> 30% è laureato (tabella n. 1 a lato).<br />
Relativamente alla professione, le frequenze maggiori si<br />
registrano per impiegati (22%), insegnanti (20%) e liberi<br />
professionisti (12,5%) (grafico n.2).<br />
grafico n.2 - distribuzione % del campione per impiego<br />
14 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
tabella n.1 - caratteristiche socio-demografiche del campione<br />
intervistato<br />
variab<strong>il</strong>e modalità %<br />
sesso uomo 49<br />
donna 51<br />
età fino a 20 3.5<br />
21-30 17.5<br />
31-40 20<br />
41-50 23<br />
51-60 22<br />
61-70 10<br />
oltre 70 4<br />
stato civ<strong>il</strong>e nub<strong>il</strong>e/celibe 27<br />
coniugato/a 70<br />
separato/a o divorziato/a 3<br />
nucleo fam<strong>il</strong>iare da 1 a 3 persone 41<br />
da 4 a 6 55<br />
oltre 6 4<br />
età dei figli da 0 a 5 anni 12<br />
da 6 a 10 10<br />
da 10 a 15 11<br />
oltre i 15 40<br />
non ho figli 27<br />
grado di istruzione elementare 2<br />
media 15<br />
diploma 53<br />
laurea 30<br />
reddito annuo fam<strong>il</strong>iare fino a 15.000 euro 25<br />
da 15.000 a 30.000 40<br />
da 30.000 a 45.000 10<br />
oltre 45.000 5<br />
non saprei 20<br />
Il 40% ha dichiarato un reddito annuo fam<strong>il</strong>iare tra i<br />
15.000 ed i 30.000 €, mentre <strong>il</strong> 25% dichiara un reddito<br />
inferiore a 15.000 €
2- Il rapporto tra i cittadini e l’acqua<br />
Secondo la percezione dei cittadini, l’acqua è un bene da tutelare e rappresenta la fonte della vita: con tali affermazioni<br />
concordano rispettivamente <strong>il</strong> 39% ed <strong>il</strong> 37% degli intervistati, mentre per <strong>il</strong> 20% l’acqua è una risorsa di tutti e per <strong>il</strong><br />
4% l’acqua è una risorsa inquinata (grafico n. 3). Appare evidente che i cittadini sono consapevoli dell’esistenza di una<br />
questione di ordine etico relativa alla tutela della risorsa acqua.<br />
3. La percezione dei consumi d’acqua<br />
Al fine di analizzare se i cittadini posseggono una corretta<br />
percezione dei volumi d’acqua di rubinetto che<br />
vengono consumati ogni giorno per i diversi usi domestici,<br />
abbiamo chiesto di indicare quanti litri d’acqua si<br />
consumano ogni giorno in famiglia. Il 49% dei cittadini<br />
ha dichiarato che, complessivamente, ogni giorno in famiglia<br />
si consumano dai 100 ai 400 litri d’acqua, mentre<br />
<strong>il</strong> 20% ha dichiarato un consumo giornaliero che<br />
arriva fino a 700 litri. Circa 200 cittadini, pari al 25%<br />
del campione, hanno dichiarato un consumo domestico<br />
giornaliero d’acqua inferiore a 100 litri (grafico n. 4).<br />
Considerando che <strong>il</strong> consumo procapite in Italia ammonta<br />
a ben 68,1 metri cubi (dati ISTAT riferiti all’anno<br />
2009), pari a circa 190 litri al giorno, è evidente come<br />
i cittadini della provincia di <strong>Caserta</strong> non abbiano una<br />
corretta percezione dei consumi domestici d’acqua della<br />
propria famiglia.<br />
grafico n.4 - i cittadini e l’acqua - distribuzione %<br />
grafico n.3 - i cittadini e l’acqua - distribuzione %<br />
Successivamente, abbiamo segnalato una serie di attività<br />
domestiche ed abbiamo chiesto agli intervistati<br />
di stab<strong>il</strong>ire una graduatoria da 1 a 5 indicando con <strong>il</strong><br />
numero 1 l’attività che ha una maggiore r<strong>il</strong>evanza sui<br />
consumi d’acqua della famiglia e con <strong>il</strong> numero 5 l’attività<br />
meno r<strong>il</strong>evante in termini di consumo d’acqua.<br />
Come si evince dal grafico n. 5, <strong>il</strong> 36% degli intervistati<br />
ha indicato la pulizia personale (doccia, bagno, denti,<br />
ecc) al primo posto della graduatoria, come attività a<br />
cui è associato un maggiore consumo di acqua.<br />
Al secondo posto, l’attività segnalata dal 32% dei cittadini<br />
è fare <strong>il</strong> bucato e la lavatrice, mentre cucinare e<br />
lavare le stoviglie è stata indicata al terzo posto, registrando<br />
ben 176 frequenze. L’ut<strong>il</strong>izzo dello scarico del<br />
gabinetto è indicato al quarto posto della graduatoria<br />
con <strong>il</strong> 35% delle preferenze; infine, l’attività meno r<strong>il</strong>evante<br />
in termini di consumo d’acqua per quasi <strong>il</strong> 60%<br />
degli intervistati è innaffiare <strong>il</strong> giardino o l’orto.<br />
grafico n.5 - le attività domestiche r<strong>il</strong>evanti per i consumi<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 15
Con l’obiettivo di verificare la percezione dei cittadini in<br />
relazione ai consumi d’acqua abbiamo chiesto di indicare<br />
<strong>il</strong> consumo di acqua in litri delle seguenti attività:<br />
cucinare e lavare le stoviglie, lavatrice ciclo di lavaggio<br />
a 90 °C, lavatrice ciclo di lavaggio a 30 °C, un bagno<br />
nella vasca, una doccia di 5 minuti, azionare lo sciacquone.<br />
La domanda era a risposta aperta, quindi è stato<br />
possib<strong>il</strong>e calcolare <strong>il</strong> valore medio. L’analisi dei risultati,<br />
riportati nella tabella n. 2, ha fatto emergere chiaramente<br />
che la maggioranza dei cittadini non ha la minima<br />
conoscenza di quanta acqua viene consumata nello svolgimento<br />
delle attività quotidiane. In particolare, <strong>il</strong> 48%<br />
non ha nozione di quanta acqua viene ut<strong>il</strong>izzata in casa<br />
propria per cucinare e lavare le stoviglie; <strong>il</strong> 53% non è a<br />
conoscenza di quanti litri sono necessari per riempire<br />
la vasca da bagno; <strong>il</strong> 44% non ha cognizione dell’acqua<br />
necessaria per fare una doccia di 5 minuti; <strong>il</strong> 45% ignora<br />
la quantità d’acqua consumata ogniqualvolta viene ut<strong>il</strong>izzato<br />
lo scarico del gabinetto. Inoltre, se si considerano<br />
i consumi d’acqua della lavatrice, la percentuale di coloro<br />
che non conoscono i volumi d’acqua necessari per<br />
i diversi cicli di lavaggio arriva oltre <strong>il</strong> 60%. Allo stesso<br />
tempo, anche chi ha dichiarato di conoscere i consumi<br />
d’acqua delle diverse attività non ha una corretta percezione<br />
degli stessi. In particolare, secondo i cittadini,<br />
per un bagno nella vasca in media si consumano 66 litri<br />
d’acqua, mentre <strong>il</strong> consumo di una doccia di 5 minuti è<br />
di circa 30 litri. Inoltre, per cucinare e lavare le stoviglie<br />
vanno via, in media, 42 litri d’acqua. Infine, in relazione<br />
ai consumi della lavatrice, secondo gli intervistati un ciclo<br />
di lavaggio a 90 gradi impiega circa 47 litri d’acqua<br />
mentre un lavaggio a 30 gradi consuma 40 litri.<br />
Se si confrontano i dati relativi ai consumi d’acqua per<br />
le diverse attività è evidente come i cittadini intervistati<br />
non hanno una chiara percezione dei consumi d’acqua.<br />
In particolare, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione<br />
e Protezione Ambientale del Veneto ha realizzato un<br />
volumetto informativo sul risparmio idrico (3) in cui<br />
vengono confrontati i consumi di acqua necessari per <strong>il</strong><br />
bagno nella vasca e per la doccia. In particolare: “Il consumo<br />
d’acqua per un bagno può essere fino a quattro<br />
volte superiore rispetto a quello per una doccia: ovviamente,<br />
dipende dalla durata della doccia, tuttavia una<br />
vasca da bagno contiene 100-160 litri d’acqua, mentre<br />
una doccia di 5 minuti fa consumare 75-90 litri ed<br />
una di 3 minuti 35-50 litri. Per un ulteriore risparmio,<br />
sono in vendita nuove doccette dotate di riduttori di<br />
portata”. Relativamente ai consumi della lavatrice, un<br />
ciclo di lavaggio a 30 °C richiede grosso modo 80 litri<br />
di acqua, mentre a 90°C la richiesta è praticamente<br />
doppia (dati pubblicati da municipalizzata gas/acqua<br />
di Reggio Em<strong>il</strong>ia) (4) . In conclusione, l’analisi dei dati<br />
ha evidenziato che i cittadini hanno una corretta percezione<br />
dei consumi d’acqua solo in relazione allo scarico<br />
del wc. Questi ultimi infatti, sono pari a: 12 litri con<br />
la cassetta tradizionale a zaino; 10 litri con la vecchia<br />
cassetta in porcellana sistemata in alto; 7 – 3 litri con<br />
la cassetta a doppio pulsante (5).<br />
3 ARPAV: Consigli per <strong>il</strong> risparmio idrico, disponib<strong>il</strong>e su: http://www.arpa.veneto.<br />
it/acqua/htm/acque_potab<strong>il</strong>i_5.asp; 4 Fonte: Guida al consumo critico dell’acqua,<br />
disponib<strong>il</strong>e su: www.retel<strong>il</strong>liput.org/vers<strong>il</strong>ia/docs/MicroguidaAcqua.pdf; 5 Fonte:<br />
progetto Water Against CLImate Change, finanziato dal programma: LIFE+ information,<br />
www.wataclic.eu.<br />
tabella n.2 - media (in litri) dei consumi dichiarati, per le diverse attività domestiche e % di coloro che hanno risposto “non saprei”<br />
Attività domestiche consumi dichiarati (media delle risposte), Litri consumi reali, Litri % Non saprei<br />
Cucinare e lavare le stoviglie 42 48.6<br />
Lavatrice ciclo di lavaggio a 90 °C 47 160 62<br />
Lavatrice ciclo di lavaggio a 30 °C 39 80 60.3<br />
Un bagno nella vasca 66 100-160 53.6<br />
doccia di 5 minuti 30 75-90 44.5<br />
Azionare lo scarico del gabinetto 9 3-10 45.1<br />
Migliora <strong>il</strong> tuo st<strong>il</strong>e in 10 mosse!<br />
un nuovo approccio<br />
all’uso dell’acqua<br />
T.V.B.<br />
TiV TiVo glio<br />
r o<br />
r<br />
Be e<br />
una risorsa per tutti<br />
L’acqua<br />
1. Non aprire l’acqua al massimo e<br />
non lasciarla scorrere inut<strong>il</strong>mente: è <strong>il</strong><br />
è una risorsa rinnovab<strong>il</strong>e<br />
principio base.<br />
sempre disponib<strong>il</strong>e purché la<br />
2. Chiudi <strong>il</strong> rubinetto quando spazzoli<br />
i denti.<br />
3. Applica ai rubinetti un “aeratore” un<br />
dispositivo che miscela l’aria al flusso<br />
dell’acqua: risparmi fino al 50% d’acqua.<br />
4. Installa uno scarico del water a due<br />
carichi che usa a ogni getto 10-15 litri:<br />
risparmi 26m<strong>il</strong>a litri all’anno.<br />
5. Fai la doccia (25-50 litri) anziché <strong>il</strong><br />
sana<br />
disponib<strong>il</strong>e<br />
libera<br />
fac<strong>il</strong>e<br />
controllata<br />
conveniente<br />
leggera<br />
trasparente<br />
ecologica<br />
velocità di prelievo non superi<br />
la velocità di rinnovo continuo<br />
attraverso <strong>il</strong> ciclo naturale<br />
l’inquinamento, l’incuria, la<br />
superficialità e gli sprechi hanno<br />
distorto <strong>il</strong> ciclo idrico e ne stanno<br />
compromettendo la sostenib<strong>il</strong>ità<br />
è sempre più preziosa e averne di<br />
buona qualità diventerà sempre<br />
più diffic<strong>il</strong>e<br />
bagno (150-200 litri) e risparmi almeno<br />
100 litri d’acqua per volta.<br />
6. Sfrutta <strong>il</strong> pieno carico della lavatrice<br />
(<strong>il</strong> ciclo di lavaggio a 60° e a 30°C<br />
L’accesso<br />
all’acqua<br />
è un diritto<br />
Tuttavia quasi 4 m<strong>il</strong>iardi di persone sono a rischio per insufficienza d’acqua e ogni anno 5<br />
m<strong>il</strong>ioni di persone muoiono per cause legate alla sua scarsità. Tutto questo mentre solo <strong>il</strong> 12%<br />
della popolazione mondiale dà per scontato che l’acqua sia disponib<strong>il</strong>e in ogni momento e per<br />
qualsiasi uso e/o spreco.<br />
usa circa 60 litri) e della lavastoviglie:<br />
si possono risparmiare fino a 11.000<br />
litri l’anno.<br />
fondamentale<br />
dell’uomo<br />
Per reagire a questa tendenza è necessario un cambiamento di rotta dei<br />
nostri livelli di consumo con una maggiore consapevolezza della scarsità<br />
dell’acqua di qualità ed un st<strong>il</strong>e di consumo responsab<strong>il</strong>e.<br />
7. Posiziona un accumulo per <strong>il</strong> recupero dell’acqua piovana e di- 9. Non sprecare l’acqua potab<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> lavaggio dell’auto: ut<strong>il</strong>izvidi<br />
gli scarichi delle acque “scure” da quelle “chiare”. > Non aprire l’acqua al massimo e non zando lasciarla <strong>il</strong> scorrere secchio, ad ogni lavaggio risparmi circa 130 litri.<br />
Migliora <strong>il</strong> tuo st<strong>il</strong>e in 10 mosse<br />
8. Annaffia <strong>il</strong> giardino con acqua piovana e quella inut<strong>il</strong>mente del è lavaggio<br />
<strong>il</strong> principio base. 10. Chiedi al tuo Comune di dotare di rubinetti antispreco tutte le<br />
della verdura.<br />
fontanelle di acqua<br />
> Chiudi <strong>il</strong> rubinetto quando spazzoli i denti.<br />
un potab<strong>il</strong>e. nuovo approccio all’uso dell’acqua<br />
> Applica ai rubinetti un “aeratore” un dispositivo che<br />
miscela l’aria al flusso dell’acqua: risparmi fino al 50% > Nelle case di nuova costruzione, posiziona un accumulo per<br />
d’acqua.<br />
<strong>il</strong> recupero dell’acqua piovana e dividi gli scarichi delle acque<br />
> Installa uno scarico del water a due carichi che usa a ogni<br />
“scure” da quelle “chiare”.<br />
16 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong>
Lo st<strong>il</strong>e di vita<br />
I dati riguardanti le variab<strong>il</strong>i dello st<strong>il</strong>e di vita nel complesso<br />
dimostrano che i cittadini intervistati adottano<br />
dei comportamenti responsab<strong>il</strong>i dal punto di vista ambientale<br />
e sociale: effettuano la raccolta differenziata<br />
dei rifiuti (87%); ut<strong>il</strong>izzano detersivi ecologici (38%); si<br />
interessano dei problemi dei paesi del sud del mondo<br />
(64%); preferiscono i prodotti a Km zero (57%); dimostrano<br />
un elevato livello di sensib<strong>il</strong>ità ai temi del risparmio<br />
idrico e del risparmio energetico.<br />
In particolare, se consideriamo <strong>il</strong> tema del risparmio<br />
energetico, si evincono dei risultati molto positivi: <strong>il</strong><br />
90% degli intervistati ut<strong>il</strong>izza lampadine a risparmio<br />
energetico, l’89% preferisce acquistare prodotti con tecnologie<br />
a risparmio energetico, come gli elettrodomestici<br />
di classe A. In relazione al risparmio idrico, dall’indagine<br />
emerge che: l’80% nel lavare i denti o in cucina,<br />
presta attenzione a chiudere <strong>il</strong> rubinetto quando non<br />
ne ha bisogno; solo <strong>il</strong> 52% dei cittadini ha installato un<br />
frangigetto ai rubinetti di casa; <strong>il</strong> 26% possiede <strong>il</strong> doppio<br />
scarico del gabinetto; <strong>il</strong> 20% raccoglie l’acqua piovana<br />
e quella del lavaggio dell’ortofrutta per innaffiare<br />
Dal confronto dei dati emerge che i dispositivi per <strong>il</strong><br />
risparmio idrico, che consentono un risparmio enorme<br />
dei volumi d’acqua consumati, non sono diffusi quanto<br />
quelli per <strong>il</strong> risparmio energetico.<br />
In particolare, <strong>il</strong> frangigetto (aeratore a basso flusso)<br />
un dispositivo che miscela l’aria al flusso dell’acqua,<br />
consente di risparmiare fino al 50% d’acqua, mentre<br />
è stato calcolato che i wc predisposti al doppio scarico<br />
abbattano <strong>il</strong> consumo di acqua da 10 (valore medio) a 3<br />
lt, con un risparmio di 7 lt.<br />
Ne deriva una importante considerazione: da un lato i<br />
cittadini hanno acquisito una consapevolezza maggiore<br />
in riferimento al tema del risparmio energetico, dall’altro<br />
lato sono meno sensib<strong>il</strong>i al problema del risparmio<br />
idrico. Ne deriva che i comportamenti virtuosi risultano<br />
maggiormente diffusi in relazione ai consumi energetici<br />
rispetto a quelli idrici.<br />
Questo importante risultato dell’indagine suggerisce<br />
diverse implicazioni e sicuramente impone una riflessione<br />
sulla necessità di realizzare campagne di educazione<br />
e di sensib<strong>il</strong>izzazione sulla tematica del risparmio<br />
idrico e sulla sostenib<strong>il</strong>ità della risorsa acqua e sull’uso<br />
responsab<strong>il</strong>e di quest’ultima.<br />
Tabella n. 3 – variab<strong>il</strong>i esplicative dello st<strong>il</strong>e di vita % SI % NO<br />
Faccio andare la lavatrice solo a pieno carico 86.3 13.7<br />
Installo i “frangigetto” nei rubinetti 52.5 47.5<br />
Quando lavo i denti, o in cucina, chiudo l’acqua quando non ne ho bisogno 80.0 20.0<br />
Ut<strong>il</strong>izzo detersivi Ecologici 38.1 61.9<br />
Preferisco acquistare prodotti con tecnologie a risparmio energetico (ad es: elettrodomestici classe A) 89.9 10.1<br />
Faccio la doccia al posto del bagno nella vasca 87.5 12.5<br />
In casa ho installato <strong>il</strong> doppio scarico del gabinetto 26.5 73.5<br />
Raccolgo l’acqua piovana e quella del lavaggio dell’ortofrutta per innaffiare 20.4 79.6<br />
Svolgo attività di volontariato ambientale e/o sociale 28.0 72.0<br />
In casa ut<strong>il</strong>izzo lampadine a risparmio energetico 90.0 10.0<br />
Quando faccio la spesa sono sempre di corsa 52.6 47.4<br />
Effettuo la raccolta differenziata dei rifiuti 87.5 12.5<br />
Mi interesso dei problemi dei paesi del sud del mondo 64.1 35.8<br />
All’atto d’acquisto cerco <strong>il</strong> prodotto meno caro 64.3 35.6<br />
Acquisto solo quello che mi piace 67.9 32.1<br />
Preferisco i prodotti pubblicizzati in tv 13.4 86.6<br />
Al ristorante chiedo l’acqua del rubinetto 11.0 89.0<br />
In genere, preferisco i prodotti a Km zero 56.9 43.1<br />
una immagine<br />
della campagna di<br />
sensib<strong>il</strong>izzazione di<br />
AMIacque ATO M<strong>il</strong>ano<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 17
3.1 Il consumo di acqua da bere<br />
Che tipo di acqua preferiscono bere i cittadini della provincia<br />
di <strong>Caserta</strong>?<br />
Complessivamente, oltre l’80% degli intervistati beve<br />
l’acqua confezionata: di questi <strong>il</strong> 62% beve sempre acqua<br />
confezionata, mentre <strong>il</strong> 21% la beve spesso. Al contrario,<br />
solo <strong>il</strong> 14% degli intervistati beve sempre acqua<br />
del rubinetto, mentre ben <strong>il</strong> 40% dichiara di non bere<br />
mai l’acqua del rubinetto di casa propria (grafico n.6).<br />
grafico n.6 - quale acqua preferisco bere (a lato)<br />
Quindi abbiamo chiesto le motivazioni della preferenza<br />
accordata all’acqua confezionata rispetto a quella del<br />
rubinetto e viceversa. I cittadini bevono acqua confezionata<br />
(grafico n. 7) principalmente perché ritengono sia<br />
più controllata (25%) e per l’impossib<strong>il</strong>ità di bere acqua<br />
del rubinetto (25%). A tali motivazioni seguono questioni<br />
legate al gusto in quanto l’acqua in bottiglia ha<br />
un sapore migliore per <strong>il</strong> 15% degli intervistati, mentre<br />
l’8% beve acqua confezionata per questioni di salute.<br />
Infine, la preferenza accordata all’acqua confezionata<br />
non viene data nè a causa della pubblicità, indicata<br />
dall’1% degli intervistati, nè per la possib<strong>il</strong>ità di leggere<br />
in etichetta maggiori informazioni sulla composizione;<br />
tale motivazione è indicata solo dal 7% degli intervistati.<br />
Allo stesso tempo, come si evince dal grafico n. 8, i cittadini<br />
che bevono acqua di rubinetto la preferiscono<br />
prevalentemente perché è sempre disponib<strong>il</strong>e (32%),<br />
perché è più controllata (25%) e perché è gratuita (20%).<br />
Complessivamente oltre <strong>il</strong> 10% ritiene che ha un buon<br />
sapore e un altro 12% la ritiene più sicura delle altre.<br />
grafico n.8 - motivazioni della preferenza all’acqua di rubinetto<br />
(a lato)<br />
Cosa pensano i cittadini dell’acqua del rubinetto? Oltre<br />
<strong>il</strong> 40% è d’accordo con la considerazione che l’acqua del<br />
rubinetto sia di buona qualità e quasi <strong>il</strong> 70% dichiara<br />
che l’acqua del rubinetto non è pericolosa per la salute.<br />
Tuttavia, allo stesso tempo, quasi <strong>il</strong> 60% di cittadini<br />
dichiara che la composizione dell’acqua del rubinetto<br />
18 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
grafico n.9 - motivazioni della preferenza alla confezionata<br />
grafico n.7 - motivazioni della preferenza alla confezionata<br />
è ignota. Inoltre, un cittadino su due dichiara che l’acqua<br />
del rubinetto ha un odore di cloro (6), mentre oltre<br />
<strong>il</strong> 50% dei cittadini ritiene che <strong>il</strong> servizio di erogazione<br />
dell’acqua sia poco o per nulla efficiente. Infine, quasi<br />
<strong>il</strong> 70% ritiene che le tubazioni attraverso cui passa l’acqua<br />
siano vecchie e/o sporche (grafico n. 9).
Dal quadro appena delineato emerge un’importante<br />
considerazione: i cittadini non hanno una visione positiva<br />
del servizio di erogazione dell’acqua, nonostante<br />
<strong>il</strong> fatto che la rete idrica e gli enti di controllo garantiscano<br />
ai cittadini una fornitura di acqua potab<strong>il</strong>e in<br />
ottimo stato qualitativo e sopratutto assicurano che<br />
questa rispetti i parametri previsti dalla legge. Infatti,<br />
sebbene l’acqua che raggiunge le nostre abitazioni venga<br />
controllata con minuziose analisi chimiche, fisiche e<br />
microbiologiche da diversi enti di gestione (acquedotti<br />
pubblici o privati e società di gestione), permane nella<br />
maggior parte delle persone un senso di insicurezza<br />
verso la qualità dell’acqua che fuoriesce dai rubinetti<br />
delle case.<br />
In particolare, anche se talvolta l’idea di avere un’acqua<br />
di cattiva qualità deriva dalle pessime condizioni<br />
delle tubazioni delle strutture private, una ricerca dello<br />
ZooPlantLab, Università degli Studi di M<strong>il</strong>ano Bicocca,<br />
nell’ambito del progetto “M<strong>il</strong>ano da Bere”, ha evidenziato<br />
che nella maggior parte dei casi l’acqua passa invariata<br />
anche la rete domestica e sgorga dai rubinetti in<br />
buono stato qualitativo (7). Successivamente, abbiamo<br />
chiesto di indicare quale è l’ente preposto alle analisi<br />
sull’acqua potab<strong>il</strong>e nei Comuni. Al riguardo, la maggioranza<br />
dei cittadini (45%) ha indicato le ASL, mentre<br />
<strong>il</strong> 22% degli intervistati ha dichiarato di non essere a<br />
conoscenza degli enti preposti per le analisi sull’acqua<br />
potab<strong>il</strong>e (grafico n. 10).<br />
A tale riguardo, è ut<strong>il</strong>e sottolineare che la legge vigente<br />
(D.l. n. 31 del 2001), oltre a stab<strong>il</strong>ire i valori limite<br />
Ad avvalorare la tesi che i cittadini non ricevano alcuna informazione sulla composizione dell’acqua e sui controlli effettuati<br />
c’è l’evidenza che ben l’88% dei cittadini della provincia di <strong>Caserta</strong> non ha mai visto i risultati delle analisi sulle<br />
acque potab<strong>il</strong>i del Comune di residenza. Al riguardo, l’84% dei cittadini ha dichiarato di preferire l’acqua del rubinetto<br />
se ne fosse nota l’analisi e se questa risultasse equivalente all’acqua in bottiglia (grafico n. 11).<br />
grafico n.11 - esigenza di informazioni sulla qualità dell’acqua di rubinetto<br />
Per completare questa sezione, abbiamo chiesto ai cittadini<br />
se siano favorevoli all’installazione di fontanelle<br />
pubbliche in diversi punti delle città.<br />
I risultati (grafico n. 12) evidenziano che l’82% degli intervistati<br />
è favorevole a tale iniziativa; di questi, in particolare,<br />
<strong>il</strong> 19% le ritiene importanti, <strong>il</strong> 3% ha richiesto<br />
al proprio Comune di installare fontanelle pubbliche, <strong>il</strong><br />
60% auspica che siano dotate di dispositivi antispreco.<br />
Al contrario, <strong>il</strong> 14% è contrario perché ritiene che le<br />
fontanelle sprechino acqua mentre <strong>il</strong> 3% non è interessato<br />
all’iniziativa.<br />
per le diverse sostanze che possono essere presenti in<br />
acqua, definisce anche dove devono essere effettuati<br />
i controlli. In particolare, le ASL hanno <strong>il</strong> compito di<br />
eseguire quelle che sono note come “verifiche esterne”,<br />
ossia garantire la qualità dei corpi idrici per le acque<br />
superficiali destinate alla produzione di acqua potab<strong>il</strong>e,<br />
oltre che dei punti di distribuzione. In conclusione,<br />
l’acqua che giunge alle nostre case viene controllata<br />
almeno da due enti: <strong>il</strong> gestore e l’Asl.<br />
grafico n.10 - le risposte dei cittadini su chi effettua le analisi<br />
6 Questa sgradevole sensazione può essere fac<strong>il</strong>mente eliminata lasciando l’acqua all’interno di una brocca prima di servirla; ciò al fine di agevolare la volat<strong>il</strong>izzazione dei<br />
composti a base di cloro; 7 Per informazioni: www.zooplantlab.btbs.unimib.it;<br />
a<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 19
3.2 Focus sull’acqua confezionata<br />
Una sezione del questionario è finalizzata ad approfondire<br />
<strong>il</strong> tema del consumo di acqua confezionata.<br />
A tal fine abbiamo chiesto di indicare quanto costa mediamente<br />
l’acqua in bottiglia rispetto all’acqua di rubinetto.<br />
Tralasciando le considerazioni per le risposte “meno costosa”<br />
e “hanno lo stesso costo”, emerge che <strong>il</strong> 35% degli<br />
intervistati considera l’acqua in bottiglia cento volte<br />
più costosa, <strong>il</strong> 21% la considera m<strong>il</strong>le volte più costosa<br />
mentre un terzo degli intervistati dichiara che l’acqua<br />
confezionata costi dieci volte più dell’acqua di rubinetto<br />
(grafico n. 13).<br />
Considerando tali risposte emerge che la maggioranza<br />
degli intervistati non ha una corretta percezione dell’entità<br />
del sovrapprezzo dell’acqua in bottiglia rispetto a<br />
quella di rubinetto. Al riguardo, infatti, come emerge<br />
dal progetto “Acqua, una risorsa da conoscere”, l’acqua<br />
di rubinetto costa da 0,50 a 1 euro a metro cubo (da<br />
0,05 a 0,1 centesimi di euro al litro), mentre un litro di<br />
minerale costa in media da 10 a 30 centesimi: da 200<br />
a 300 volte tanto.<br />
“A ben guardare, i soldi spesi per la minerale servono<br />
non tanto a pagare la materia prima, ma tutte le altre<br />
voci che gravitano attorno al business dell’acqua:<br />
pubblicità, trasporto, imballaggio. Così ci troviamo a<br />
pagare spesso anche molto cara una risorsa che sgorga<br />
naturalmente dalla sorgente e che di per sé ha un costo<br />
irrisorio ” (8).<br />
Abbiamo chiesto ai cittadini di indicare <strong>il</strong> livello di importanza<br />
di alcune caratteristiche determinanti la scelta<br />
dell’acqua da acquistare.<br />
3.3 – La conoscenza del referendum<br />
Per indagare quale fosse l’orientamento<br />
dei cittadini riguardo <strong>il</strong> referendum sull’acqua,<br />
abbiamo chiesto se questi erano a<br />
conoscenza della campagna referendaria<br />
“L’acqua non si vende”, <strong>il</strong> cui fine è promuovere<br />
dei referendum abrogativi di tutte le<br />
norme che hanno privatizzato l’acqua in<br />
Italia. Come si evince dal grafico n. 18, circa<br />
<strong>il</strong> 75% degli intervistati conosce tale campagna<br />
referendaria e tra questi, circa 200<br />
cittadini intervistati hanno sottoscritto le<br />
proposte referendarie. Al contrario, <strong>il</strong> 21%<br />
degli intervistati non ne è a conoscenza.<br />
20 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
grafico n. 14 - l’acqua in bottiglia è in media m<strong>il</strong>le volte più costaosa<br />
grafico n. 13 - l’acqua in bottiglia è in media m<strong>il</strong>le volte più costaosa<br />
L’analisi dei risultati (grafico n. 14) ha evidenziato che,<br />
sommando le frequenze registrate per i giudizi “estremamente<br />
importante” e “molto importante”, le caratteristiche<br />
più importanti per i consumatori risultano, nell’ordine:<br />
la composizione (80%), le proprietà salutiste (77%)<br />
ed <strong>il</strong> prezzo (71%). Anche la zona di provenienza risulta<br />
discriminante per quasi <strong>il</strong> 70% degli intervistati.<br />
Particolarmente importanti risultano le variab<strong>il</strong>i che possono<br />
rappresentare un indicatore dell’impatto ambientale<br />
del prodotto acquistato: nello specifico, ossia la distanza<br />
percorsa dalla bottiglia (dalla fonte al bicchiere)<br />
è importante in quasi <strong>il</strong> 60% dei casi mentre la tipologia<br />
del contenitore è discriminante per oltre la metà degli<br />
intervistati. Sicuramente la scelta dell’acqua in bottiglia<br />
non dipende dalla pubblicità; tale variab<strong>il</strong>e è considerata<br />
per nulla importante da un intervistato su due.<br />
8 “Acqua, una risorsa da conoscere” è un Programma generale di intervento 2005-2006 della Regione Lazio realizzato con l’ut<strong>il</strong>izzo dei fondi del Ministero dello Sv<strong>il</strong>uppo<br />
Economico, in collaborazione con Altroconsumo.
Successivamente, abbiamo chiesto agli intervistati di<br />
indicare cosa guardano nell’etichetta durante l’acquisto<br />
di acqua minerale. Un elemento indicato dalla metà<br />
degli intervistati è la data dell’ultima analisi, mentre<br />
caratteristiche quali la durezza ed <strong>il</strong> residuo fisso non<br />
vengono lette in etichetta da circa <strong>il</strong> 50% del campione.<br />
Per verificare se i consumatori conoscono gli elementi<br />
riportati in etichetta, abbiamo chiesto di fornire<br />
una definizione dei termini “durezza” e “residuo fisso a<br />
180°C”. In relazione al termine durezza (grafico n. 15),<br />
grafico n. 15 - meno della metà ha fornito la corretta definizione grafico n. 16 - solo un terzo conosce la definizione<br />
Per concludere <strong>il</strong> focus sull’acqua minerale, abbiamo<br />
chiesto di indicare la spesa mens<strong>il</strong>e della famiglia per<br />
l’acquisto di acqua in bottiglia. I risultati, sintetizzati<br />
nel grafico n. 17, evidenziano che <strong>il</strong> 35% dei cittadi-<br />
grafico n. 17 - la spesa annua dichiarata per l’acqua in bottiglia va dai 200 ai 500 euro,<br />
con una media pari a 280 euro superiore alla media nazionale<br />
Inoltre, l’86% degli intervistati ha dichiarato che<br />
andrà a votare a tali referendum.<br />
da tale dato si evince che i cittadini sono consapevoli<br />
di doversi pronunciare su una grande battaglia<br />
di civ<strong>il</strong>tà, ossia decidere se l’acqua debba essere<br />
un bene comune, un diritto umano universale<br />
e quindi gestita in forma pubblica e partecipativa<br />
o una merce da mettere a disposizione del mercato<br />
(grafico n. 19).<br />
Le r<strong>il</strong>evazioni si sono concluse a soli tre mesi dalla data che sarà<br />
poi fissata per <strong>il</strong> voto referendario (n.r.)<br />
<strong>il</strong> 42% degli intervistati ha fornito la corretta definizione<br />
indicando la durezza come una stima del livello di calcio<br />
e magnesio; <strong>il</strong> 35% ha dichiarato di non conoscere<br />
cosa significhi tale termine, mentre <strong>il</strong> 23% ne ha fornito<br />
una definizione errata. In riferimento al termine “residuo<br />
fisso a 180°C”, ossia la quantità di sali minerali<br />
depositati da un litro di acqua fatto evaporare a 180°,<br />
quasi la metà degli intervistati non ha fornito una definizione,<br />
mentre <strong>il</strong> 33% ne conosce correttamente la<br />
definizione (grafico n. 16).<br />
ni spende dai 20 ai 30 € al mese, circa <strong>il</strong> 40% spende<br />
meno di 20 € mentre solo <strong>il</strong> 6% affronta una spesa<br />
mens<strong>il</strong>e superiore a 40 €.<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 21
4. L’analisi multivariata: conclusioni<br />
Mediante l’analisi fattoriale si è cercato di riassumere<br />
l’informazione esplorando l’esistenza di variab<strong>il</strong>i latenti<br />
che esprimono i giudizi e le preferenze sull’acqua<br />
da bere.<br />
Attraverso l’applicazione dell’Analisi per Componenti<br />
Principali (9) (ACP), sono stati individuati ed interpretati<br />
2 fattori con una varianza totale spiegata del<br />
55,5%.<br />
Il primo fattore<br />
Spiega quasi <strong>il</strong> 29% della varianza e si riferisce alle informazioni<br />
sulle caratteristiche qualitative dell’acqua<br />
direttamente osservab<strong>il</strong>i dai cittadini.<br />
Tale fattore è spiegato dalle seguenti variab<strong>il</strong>i: <strong>il</strong> prezzo;<br />
la composizione chimica riportata in etichetta; la<br />
provenienza; la sicurezza sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o sanitario, in<br />
termini di conformità alla legislazione in materia.<br />
Il secondo fattore<br />
Riguarda la percezione e la fiducisulle caratteristiche<br />
qualitative dell’acqua, rappresentando una sintesi degli<br />
attributi qualitativi dell’acqua che <strong>il</strong> consumatore<br />
non riesce a verificare neanche dopo <strong>il</strong> consumo del<br />
bene stesso (10). Il fattore è infatti sintetizzato dalle<br />
variab<strong>il</strong>i riguardanti sia le proprietà salutistiche ed <strong>il</strong><br />
gusto, sia giudizi sullo status delle condutture che sul<br />
servizio di erogazione dell’acqua.<br />
Quest’ultimo fattore spiega una varianza del 26,7%.<br />
Variab<strong>il</strong>i (12) Numero di fattori Comunalità<br />
fattore 1 fattore 2<br />
Prezzo 0.785 0.156 0.641<br />
Composizione<br />
(etichetta)<br />
0.807 0.032 0.652<br />
È sicura sotto un<br />
prof<strong>il</strong>o sanitario<br />
0.683 0.303 0.558<br />
Proprietà salutiste 0.241 0.624 0.448<br />
Ha un gusto<br />
soddisfacente<br />
0.067 0.862 0.747<br />
Servizio di<br />
erogazione<br />
efficiente<br />
0.115 0.755 0.583<br />
Provenienza 0.459 0.333 0.321<br />
Tubazioni<br />
sporche e/o<br />
vecchie<br />
0.342 0.610 0.489<br />
Etichetta fattore informazione percezione<br />
% varianza<br />
spiegata<br />
28.78 26.71<br />
Tabella n. 4 – matrice delle componenti ruotata (11)<br />
Al fine di verificare l’esistenza di gruppi di cittadini (cluster)<br />
caratterizzati da comportamenti omogenei in relazione<br />
al consumo dell’acqua di rubinetto, partendo dai<br />
fattori estratti tramite l’analisi fattoriale, si è proceduto<br />
con la realizzazione della Cluster Analysis che fornisce<br />
una suddivisione in gruppi di un collettivo di osservazioni<br />
seguendo <strong>il</strong> criterio generale di massimizzare<br />
l’omogeneità interna e massimizzare l’eterogeneità tra<br />
i gruppi. L’interpretazione dei cluster e la descrizione<br />
dei prof<strong>il</strong>i dei cluster è stata eseguita ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> confronto<br />
tra medie e le tabelle di contingenza con le variab<strong>il</strong>i<br />
significative, inserite nel questionario. Sono stati<br />
individuati ed interpretati 3 gruppi diversi di cittadini<br />
caratterizzati da prof<strong>il</strong>i omogenei (grafico seguente).<br />
Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3<br />
Informazione 0.283 1.683 -4.923<br />
Percezione 1.251 -3.849 1.578<br />
Tabella n 5 - Centri dei cluster finali<br />
9 - Basata sull’autovalore maggiore di uno; 10 - Gli attributi di qualità del prodotto vengono distinti, in letteratura, in attributi “ricerca”, “esperienza” e “fiducia”. Si fa riferimento<br />
ad attributi di tipo “ricerca”, quando i consumatori riescono a verificare la qualità del prodotto prima dell’acquisto. Si parla invece di attributi “esperienza”, nel caso in cui la<br />
qualità può essere verificata solo dopo l’acquisto e <strong>il</strong> consumo del bene stesso, attraverso una “prova”. Infine, gli attributi “fiducia” sono relativi a quegli aspetti della qualità<br />
che restano ignoti anche dopo <strong>il</strong> consumo; 11 - La rotazione ha raggiunto i criteri di convergenza in 5 iterazioni. Metodo di estrazione: analisi delle componenti principali.<br />
Metodo di rotazione Varimax con normalizzazione di Kaiser; 12 - Tutte le variab<strong>il</strong>i sottoposte a riduzione fattoriale sono espresse secondo una scala di Likert a 4 intervalli.<br />
13 - La comunalità indica l’ammontare di varianza di ogni variab<strong>il</strong>e spiegata dalla soluzione fattoriale. Questa misura può variare da un minimo di zero (i fattori comuni non<br />
spiegano niente della variab<strong>il</strong>ità) ad un massimo di uno (tutta la variab<strong>il</strong>ità è spiegata dai fattori comuni).Valori piccoli indicano variab<strong>il</strong>i che non sono particolarmente ut<strong>il</strong>i<br />
per la soluzione fattoriale e che quindi possono essere escluse.<br />
22 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
L’analisi dei cluster ha evidenziato l’esistenza di gruppi<br />
di cittadini che si distinguono in base a comportamenti<br />
omogenei; ogni gruppo esprime un’attitudine particolare<br />
verso “l’acqua del sindaco”.<br />
Se <strong>il</strong> gruppo dei consapevoli dimostra una buona propensione<br />
verso l’acqua pubblica, ciò è dovuto non solo<br />
dalla maggiore informazione sui controlli ma anche<br />
dalla sensib<strong>il</strong>ità al tema del risparmio idrico.<br />
Al contrario, i disinteressati si caratterizzano per l’indifferenza<br />
al tema dell’acqua pubblica: tale indifferenza<br />
si declina sia nella mancanza di interesse verso i<br />
volumi d’acqua consumati sia nell’acquisto di acqua<br />
confezionata per motivazioni che possiamo ricondurre<br />
all’abitudine.<br />
Infine, <strong>il</strong> cluster degli sfiduciati esprime un giudizio negativo<br />
sull’acqua pubblica e ciò si riflette nella scarsa<br />
attenzione verso l’uso consapevole di tale risorsa.<br />
Concludendo, si può affermare che “informazione” e<br />
“percezione” rappresentano le parole chiave per rendere<br />
consapevoli i cittadini che la tutela della risorsa<br />
acqua rappresenta un valore etico ed <strong>il</strong> consumo della<br />
stessa deve rispondere a criteri di responsab<strong>il</strong>ità.
Cluster 1 - I disinteressati<br />
Quello dei disinteressati è <strong>il</strong> cluster più numeroso,<br />
in quanto include circa <strong>il</strong> 40% del<br />
campione.<br />
Il cluster è formato da una buona percentuale<br />
di giovani dai 31 ai 40 anni (30% dei casi),<br />
con un elevato livello di istruzione (42%) e<br />
coniugati (45%). In relazione allo st<strong>il</strong>e vita, i<br />
disinteressati si caratterizzano per un basso<br />
grado di coinvolgimento nelle tematiche<br />
ambientali, sociali ed etiche e per una componente<br />
edonistica della domanda.<br />
Cluster 2 - I Consapevoli<br />
Raggruppa circa <strong>il</strong> 23% degli intervistati.<br />
Questo cluster è formato da una maggioranza<br />
masch<strong>il</strong>e, cioè <strong>il</strong> 70% del gruppo.<br />
Questo è l’unico gruppo che preferisce bere<br />
l’acqua di rubinetto perché è più controllata<br />
rispetto all’acqua confezionata, è sempre disponib<strong>il</strong>e,<br />
oltre che di buona qualità. Nell’acquisto<br />
dell’acqua confezionata, la scelta si<br />
basa soprattutto sul prezzo.<br />
Completa <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o del cluster l’elevata attenzione<br />
posta al risparmio idrico: i consapevoli,<br />
infatti, in casa hanno installato sia <strong>il</strong> doppio<br />
scarico del gabinetto sia <strong>il</strong> “frangigetto” nei<br />
rubinetti.<br />
Cluster 3 - Gli Sfiduciati<br />
Rappresentano <strong>il</strong> 36% degli intervistati. Una<br />
buona percentuale è donna, di età compresa<br />
tra i 41 e i 60 anni, in possesso di diploma superiore<br />
e svolge la professione di impiegato.<br />
Bevono acqua confezionata principalmente<br />
perché ritenuta più controllata e perché ha<br />
un sapore migliore (rispettivamente 32% e<br />
24% dei casi). Inoltre, nella scelta dell’acqua<br />
confezionata, <strong>il</strong> gruppo si fa guidare principalmente<br />
dalle proprietà salutiste dichiarate<br />
dalle diverse etichette.<br />
I disinteressati si caratterizzano per la scarsa informazione sui<br />
consumi d’acqua relativi alle diverse attività domestiche; tale<br />
cluster dimostra anche un limitato interesse nel conoscere i<br />
volumi reali dell’acqua che ogni giorno viene consumata nelle<br />
proprie abitazioni. I disinteressati bevono acqua confezionata<br />
principalmente per l’impossib<strong>il</strong>ità di bere acqua di rubinetto; a<br />
quest’ultima, infatti, associano non solo un basso livello di qualità<br />
e un odore di cloro ma anche la considerazione che la composizione<br />
chimica dell’acqua di rubinetto sia ignota. In effetti, i<br />
cittadini rientranti in questo cluster dichiarano di non conoscere<br />
quale ente effettua le analisi sull’acqua di rubinetto.<br />
Sembrerebbe che le motivazioni presentate derivino più da una<br />
scarsa conoscenza delle normative e dei controlli che da un’impossib<strong>il</strong>ità<br />
oggettiva di bere acqua di rubinetto. L’acqua confezionata<br />
viene scelta in base alla provenienza e non si registra<br />
una reale percezione del sovrapprezzo dell’acqua in bottiglia<br />
rispetto a quella di rubinetto.<br />
Per i consapevoli l’acqua è un bene da tutelare. Questi si distinguono<br />
dagli altri cluster sia per una corretta percezione dei<br />
consumi d’acqua delle proprie famiglie in relazione alle diverse<br />
attività domestiche sia per un buon livello d’informazione sulle<br />
tematiche che interessano l’acqua di rubinetto; in relazione a<br />
quest’ultimo aspetto, i cittadini appartenenti a questo cluster<br />
hanno conoscenza degli enti che effettuano le analisi sull’acqua<br />
potab<strong>il</strong>e. I consapevoli sono sostenitori dell’acqua pubblica,<br />
non solo perché sono favorevoli all’installazione di fontanelle<br />
pubbliche in diversi punti delle città, ritenute molto importanti<br />
per i cittadini residenti, ma anche perché hanno dichiarato una<br />
profonda conoscenza della campagna referendaria “L’acqua<br />
non si vende”, <strong>il</strong> cui fine è promuovere dei referendum abrogativi<br />
di tutte le norme che hanno privatizzato l’acqua in Italia. In<br />
relazione alle variab<strong>il</strong>i esplicative dello st<strong>il</strong>e di vita, questi cittadini<br />
evidenziano un elevato interesse per le tematiche ambientali,<br />
sociali ed etiche: svolgono attività di volontariato ambientale<br />
e/o sociale e si interessano dei problemi dei paesi del sud<br />
del mondo (51% e 37% dei casi); ut<strong>il</strong>izzano detersivi ecologici<br />
(30%); in genere, preferiscono i prodotti a Km zero (42%).<br />
Gli sfiduciati si caratterizzano per un basso livello di coinvolgimento<br />
nell’uso consapevole della risorsa acqua: gli appartenenti<br />
a questo gruppo dimostrano una errata percezione dei<br />
volumi di acqua consumati quotidianamente in famiglia per<br />
le diverse attività domestiche e una scarsa conoscenza di quali<br />
sono le attività che hanno una maggiore r<strong>il</strong>evanza in termini di<br />
consumi d’acqua.<br />
I giudizi sull’acqua di rubinetto non sono positivi: gli sfiduciati,<br />
infatti, ritengono che <strong>il</strong> servizio di erogazione dell’acqua non sia<br />
efficiente e, inoltre, che le tubazioni attraverso cui passa l’acqua<br />
siano vecchie e/o sporche. In relazione allo st<strong>il</strong>e di vita, anche<br />
questo cluster si caratterizza per una maggiore consapevolezza<br />
ai temi del risparmio energetico rispetto al risparmio idrico sia<br />
per un sufficiente interesse nel volontariato e nelle tematiche<br />
ambientali, sociali ed etiche.<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 23
L’indagine sulla qualità dell’acqua di rubinetto<br />
La normativa indica che le acque destinate al consumo umano sono salubri se non contengono microrganismi e parassiti, né altre sostanze<br />
in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute , soddisfano i requisiti minimi indicati per parametri<br />
microbiologici e chimici , sono conformi ai parametri indicatori. Per <strong>il</strong> progetto T.V.B. relativo alla Provincia di <strong>Caserta</strong>, per una valutazione delle<br />
caratteristiche di qualità delle acque destinate al consumo umano, sono stati individuati i seguenti gruppi di parametri indicatori: parametri<br />
di mineralizzazione; indici di contaminazione, elementi in traccia, microinquinanti organici.<br />
Giovanni D’Errico<br />
La normativa<br />
I riferimenti normativi principali per le qualità delle acque destinate<br />
al consumo umano sono:<br />
- decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n. 31 (Attuazione della direttiva<br />
98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo<br />
umano) e successive integrazioni e modificazioni;<br />
- decreto Legislativo 3 apr<strong>il</strong>e 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale)<br />
- Parte III – Sezione II - Titolo II “Obiettivi di qualità” –<br />
Capo II – articolo 80 e seguenti (Acque superficiali destinate alla<br />
produzione di acqua potab<strong>il</strong>e);<br />
- Regolamento CE 178/2002 del Parlamento e del Consiglio del<br />
28 gennaio 2002 che stab<strong>il</strong>isce i principi e i requisiti generali della<br />
legislazione alimentare, istituisce l’autorità europea per la sicurezza<br />
alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza<br />
alimentare.<br />
Principali Fonti di Contaminazione<br />
Le principali fonti di contaminazione dell’acqua sono rappresentati<br />
da: deterioramento nel corso del trattamento di potab<strong>il</strong>izzazione<br />
e della distribuzione o r<strong>il</strong>ascio di sostanze da tubazioni e/o<br />
serbatoi; r<strong>il</strong>ascio di sostanze da depositi geologici naturali; inquinamento<br />
industriale; fattori antropogenici;<br />
Parametri di Mineralizzazione<br />
durezza - Il termine durezza fu originariamente coniato per definire<br />
la capacità di un’acqua di determinare la precipitazione di<br />
saponi. Questo fenomeno è dovuto agli ioni calcio e magnesio<br />
presenti in un’acqua. Anche altri ioni multivalenti possono dar<br />
luogo allo stesso fenomeno, ma spesso si trovano sotto forma<br />
di complessi e <strong>il</strong> loro contributo alla durezza si può considerare<br />
trascurab<strong>il</strong>e. La durezza totale è la somma delle concentrazioni<br />
di ioni calcio e magnesio espressa come mg/L di CaCO3. I risultati<br />
possono essere espressi in gradi francesi (1 grado francese °F =<br />
0,100 mmol/L = 10 mg/L come CaCO3 o in gradi tedeschi (1 grado<br />
tedesco °D = 0,179 mmol/L = 10 mg/L come CaO). In genere, le<br />
acque vengono classificate in base alla loro durezza come segue:<br />
- fino a 7 °F: molto dolci<br />
- da 7 °F a 14 °F: dolci<br />
- da 14 °F a 22 °F: mediamente dure<br />
- da 22 °F a 32 °F: discretamente dure<br />
- da 32 °F a 54 °F: dure<br />
- oltre 54 °F: molto dure<br />
Il valore consigliato per le acque potab<strong>il</strong>i è tra i 15 – 50 °F, una<br />
durezza media o elevata potrà determinare variazione nel gusto.<br />
Riep<strong>il</strong>ogo Campioni Numero 71128 71129 71130 71131 71132 71133 71134<br />
SEPA s.r.l. Data Prelievo 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb<br />
Maddaloni<br />
San Felice<br />
a Cancello<br />
San Nicola<br />
La Strada<br />
Marcianise Succivo Sant Arpino Gricignag<br />
Nome Metodo Unità<br />
Temperatura acqua (al prelievo) APAT CNR IRSA 2100 Man 29 2003 °C 12,0 12,0 14,0 12,7 12,0 14,0 12,0<br />
Temperatura aria (al prelievo) APAT CNR IRSA 2100 Man 29 2003 °C 15,0 15,0 20,6 20,7 20,0 22,0 18,0<br />
Calcio APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 mg/l 100 72,3 161,4 150 147 139 141,1<br />
Cloruri APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mg/l 6,3 6,3 63,0 34,9 23,0 14,7 7,1<br />
Solfati APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mg/l 6,1 6,3 17,7 11,1 10,0 9,3 7,7<br />
Nitrati APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mgNO3/l 4,0 4,1 4,8 8,3 6,2 4,9 2,7<br />
Nitriti APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mgNO2/l < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03<br />
Potassio APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 mg/l 5,01 4,24 7,29 7,97 6,51 4,49 2,35<br />
Sodio APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 mg/l 12,4 8,1 41,5 27,0 20,9 13,6 7,6<br />
Durezza totale APAT CNR IRSA 2040 A Man 29 2003 °f 32,1 22,4 55,2 46,2 46,4 45,3 47,3<br />
Arsenico APHA SME ed 21st 3113+ 3500-As A µg/l < 1 1 3 2 1 1 2<br />
Benzene APAT CNR IRSA 5140 Man 29 2003 µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1<br />
Cromo APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 µg/l < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1<br />
Piombo APHA SME ed 21st 2005 3113 B + 3500-Pb A µg/l < 1 < 1 1 < 1 < 1 < 1 < 1<br />
Nichel APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 µg/l 1 1 2 1 1 < 1 < 1<br />
Antiparassitari azotati APAT CNR IRSA 5060 Man 29 2003<br />
Atrazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05<br />
Deset<strong>il</strong>atrazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05<br />
Deset<strong>il</strong>terbut<strong>il</strong>azina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05<br />
Propazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05<br />
Simazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05<br />
Terbut<strong>il</strong>azina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05<br />
Antiparassitari clorurati APAT CNR IRSA 5090 Man 29 2003<br />
Aldrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />
Dieldrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />
DDT µg/l < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003<br />
Endrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />
Eptacloro µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />
Eptacloro epossido µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />
Esaclorobenzene µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />
Esaclorocicloesano µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />
Isodrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />
Epicloridrina APAT CNR IRSA 5090 Man 29 2003 µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />
Idrocarburi policiclici aromatici APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 µg/l < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013<br />
Benzo(b)fluorantene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />
Benzo(k)fluorantene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />
Benzo(g,h,i)per<strong>il</strong>ene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />
Indeno(1,2,3-c,d)pirene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />
Benzo(a)pirene APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />
Tetracloroet<strong>il</strong>ene e tricloroet<strong>il</strong>ene EPA 5030 C 2003 + EPA 8260 C 2006 µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1<br />
Trialometani - totale EPA 5030 C 1996 + EPA 8260 C 2006 µg/l 2,3 2,9 0,8 4,0 2,5 2,7 1,7<br />
Cloroformio µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1<br />
Bromoformio µg/l 1,4 1,4 0,6 3,5 2,0 2,1 1,1<br />
Dibromoclorometano µg/l 0,8 1,4 < 0,1 0,4 0,4 0,5 0,5<br />
Bromodiclorometano µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1<br />
24 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong>
Cationi e anioni<br />
Sodio e Potassio:<br />
Il sodio ed <strong>il</strong> potassio hanno importanti funzioni fisiologiche soprattutto<br />
nella regolazione dei fluidi extracellulari e dell’equ<strong>il</strong>ibrio<br />
acido-base del plasma e delle cellule. In considerazione della<br />
relazione tra la presenza di sodio nell’acqua potab<strong>il</strong>e e la possib<strong>il</strong>e<br />
insorgenza di ipertensione, viene fissato per <strong>il</strong> sodio nell’acqua<br />
potab<strong>il</strong>e un valore parametrico di 200 mg/l, anche associato agli<br />
aspetti organolettici delle acque con concentrazioni di sodio superiori<br />
a tali valori.<br />
Il potassio è presente nelle acque mediamente in quantità intorno<br />
ai 2 mg/l e non è stato definito un limite per l’assunzione di<br />
questo elemento dalle acque.<br />
Calcio<br />
Il calcio è <strong>il</strong> minerale più largamente rappresentato nell’organismo<br />
umano: nell’adulto è contenuto nella misura di 1200 g circa,<br />
<strong>il</strong> 99% del quale nello scheletro e nei denti. La quantità di calcio<br />
presente nelle acque potab<strong>il</strong>i italiane variano generalmente tra i<br />
20 mg/l e i 200 mg/l, non è stato definito un limite per l’assunzione<br />
di questo elemento dalle acque.<br />
Cloruri<br />
Numerosi cloruri si trovano in natura come minerali, fra questi i<br />
più abbondanti sono: salgemma e sale marino (NaCl), s<strong>il</strong>vite (KCl),<br />
carnallite (KMgCl3•6H2O).<br />
Lo ione cloruro costituisce lo 0,045% della crosta terrestre, mentre<br />
l’acqua di mare contiene 19,4 g Cl/L.<br />
È contenuto in numerosissimi composti inorganici di interesse<br />
industriale (sodio, calcio e alluminio cloruro).<br />
71133 71134 71135 71136 71332 71333 71334 71335 71336 71337 71338 71339 71340 71341 71342<br />
8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb<br />
Sant Arpino Gricignago Cesa<br />
Orta di<br />
Atella<br />
Capua<br />
S.Maria<br />
Capua<br />
Vetere<br />
Pietramelara<br />
Sessa<br />
Aurunca<br />
Soluzioni acquose di acido cloridrico trovano larghissimo impiego<br />
nelle attività manifatturiere; <strong>il</strong> cloruro di sodio viene ut<strong>il</strong>izzato<br />
in metallurgia, nella concia delle pelli, nelle produzioni del vetro<br />
e delle ceramiche. Concentrazioni eccessive di cloruri accelerano<br />
la corrosione dei metalli nei sistemi di distribuzione, in funzione<br />
dell’alcalinità dell’acqua. Ciò può condurre ad un aumento della<br />
concentrazione di alcuni metalli nell’approvvigionamento idropotab<strong>il</strong>e.<br />
Per tale ragione nelle acque potab<strong>il</strong>i viene fissato un valore<br />
parametrico di 250 mg/L.<br />
Solfati<br />
I solfati presenti in natura derivano in larga misura dalla trasformazione<br />
dei solfuri naturali. Si ritrovano prevalentemente nei sedimenti<br />
evaporitici come gesso o anidride.<br />
Un importante veicolo di diffusione dei solfati nell’ambiente sono<br />
le emissioni gassose di ossidi di zolfo (SO2, SO3), causate da numerose<br />
attività (consumo di combustib<strong>il</strong>i per uso energetico, produzioni<br />
industriali, ecc.). Tra i solfati di maggior interesse industriale,<br />
<strong>il</strong> sodio solfato viene impiegato nell’industria vetraria, in tintoria e<br />
nella produzione di cellulosa, l’ammonio solfato [NH4)2SO4] viene<br />
impiegato come fert<strong>il</strong>izzante, <strong>il</strong> magnesio solfato trova applicazione<br />
nell’industria della carta e tess<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> calcio solfato viene usato in<br />
ed<strong>il</strong>izia ed infine <strong>il</strong> rame solfato è impiegato come anticrittogamico<br />
e nei processi galvanoplastici.<br />
Quando i solfati sono associati al magnesio e sono in quantità<br />
piuttosto elevate, le acque possono manifestare proprietà purgative.<br />
Viene fissato un valore parametrico di 250 mg/L per la qualità<br />
dell’acqua potab<strong>il</strong>e.<br />
in tabella si riportano <strong>il</strong> riep<strong>il</strong>ogo dei campioni analizzati dai laboratori Sea<br />
tutti i valori dei parametri analizzati rientrano nei limiti di potab<strong>il</strong>ità<br />
Mondragone<br />
Cancello<br />
ed Arnone<br />
V<strong>il</strong>la<br />
Literno<br />
Castel<br />
Volturno<br />
A<strong>il</strong>ano Pratella Piedimonte<br />
Matese<br />
limite<br />
14,0 12,0 14,0 13,0 11,0 13,0 7,0 12,0 12,0 11,0 11,0 12,0 10,0 7,0 8,0<br />
22,0 18,0 20,0 18,0 1 2,0 16,0 10,0 15,0 15,0 14,0 14,0 15,0 18,0 8,0 10,0<br />
139 141,1 146 141 126,0 130,0 162,0 27,5 126,0 130,0 143,0 129,0 95,7 96,1 59,2<br />
14,7 7,1 30,6 19,9 23,8 7,3 10,2 24,2 16,7 50,6 35,9 11,8 4,4 3,7 4,1 250,0<br />
9,3 7,7 10,9 9,8 10,9 7,8 3,1 8,9 10,5 3,3 11,8 6,4 2,4 2,5 1,8 250,0<br />
4,9 2,7 7,5 5,7 7,7 2,7 9,0 25,1 13,6 4,9 8,7 6,6 2,3 2,6 1,7 50,0<br />
< 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 0,1 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 0,5<br />
4,49 2,35 7,02 5,48 8,0 2,5 16,4 32,0 19,6 28,3 7,9 17,5 0,8 0,9 0,8<br />
13,6 7,6 24,3 17,8 18,6 7,4 18,3 27,1 21,7 67,1 24,0 19,8 4,1 3,8 3,9 200,0<br />
45,3 47,3 45,5 45,4 40,3 42,6 51,2 9,9 38,8 47,5 43,2 39,2 30,8 27,7 16,4<br />
1 2 1 1 < 1 2,0 2,0 7,0 5,0 4,0 < 1 5,0 < 1 < 1 < 1 10,0<br />
< 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 1,0<br />
< 1 < 1 < 1 < 1 1,0 < 1 1,0 < 1 1,0 < 1 1,0 1,0 1,0 2,0 < 1 50,0<br />
< 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 10,0<br />
< 1 < 1 < 1 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 20,0<br />
< 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10<br />
< 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10<br />
< 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10<br />
< 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10<br />
< 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10<br />
< 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10<br />
< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03<br />
< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03<br />
< 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 0,10<br />
< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10<br />
< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03<br />
< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03<br />
< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10<br />
< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10<br />
< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10<br />
< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10<br />
< 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 0,10<br />
< 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />
< 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />
< 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />
< 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />
< 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 0,01<br />
< 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 0,20 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 10,00<br />
2,7 1,7 5,3 3,7 1,70 1,10 0,40 1,00 0,80 < 0,2 1,50 0,70 1,10 < 0,2 < 0,2 30,00<br />
< 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1<br />
2,1 1,1 4,8 3,1 1,10 0,50 0,20 0,80 0,60 < 0,1 1,10 0,50 0,40 < 0,1 < 0,1<br />
0,5 0,5 0,4 0,5 0,50 0,50 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 0,30 < 0,1 0,60 < 0,1 < 0,1<br />
< 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 25
Indici Chimici di Contaminazione delle Acque<br />
Nitrati<br />
I nitrati rappresentano uno stadio di ossidazione dei composti<br />
azotati provenienti dalla decomposizione di sostanze organiche.<br />
Sono presenti in tracce nelle acque superficiali e negli scarichi<br />
domestici, e possono raggiungere concentrazioni significative<br />
nelle acque sotterranee. Quantità elevate di nitrati nelle acque<br />
sono imputab<strong>il</strong>i all’azione dei fert<strong>il</strong>izzanti azotati: dopo lo spargimento<br />
sul terreno essi vengono d<strong>il</strong>avati dalle piogge e trasferiti<br />
nelle acque superficiali o inf<strong>il</strong>trati in quelle sotterranee.<br />
Dal punto di vista igienico-sanitario l’accumulo di nitrati pone<br />
una serie di problematiche associate ad un effetto metaemoglobinizzante<br />
e più recentemente a quello cancerogeno, non confermato<br />
da studi analitici più probanti. Il valore limite fissato per i<br />
nitrati nelle acque potab<strong>il</strong>i è di 50 mgNO3/l.<br />
Nitriti<br />
I nitriti (azoto nitroso) rappresentano uno stadio intermedio<br />
nel ciclo dell’azoto. Generalmente si originano dall’ossidazione<br />
dell’ammoniaca proveniente da processi di biodegradazione di<br />
sostanze proteiche; più raramente possono derivare da processi<br />
di riduzione di nitrati. Poiché i nitriti sono trasformati fac<strong>il</strong>mente e<br />
rapidamente in nitrati, la loro presenza, anche in tracce, è indizio<br />
di processo biologico in atto nell’acqua. Inoltre, i nitriti possono<br />
essere veicolati nelle acque superficiali da scarichi di industrie.<br />
Il valore limite fissato per i nitrati nelle acque potab<strong>il</strong>i è di 0,5<br />
mgNO2/l.<br />
elementi presenti in tracce<br />
Gli elementi presenti in tracce comprendono elementi presenti in<br />
minime quantità che sono sempre presenti nelle acque naturali e<br />
alcuni metalli (ad esempio Piombo, Cromo, Nichel, Arsenico)<br />
I metalli possono essere di origine naturale (geologica) o di origine<br />
antropica. In quest’ultimo caso, l’immissione nell’ambiente<br />
può avvenire in seguito alla presenza di sorgenti di contaminazione<br />
puntuale (smaltimento di rifiuti, attività industriali, aree<br />
intensamente urbanizzate, ecc.) oppure a fenomeni di inquinamento<br />
diffusi (pratiche agricole e di allevamento, scarichi, ecc.).<br />
Molti metalli oltre a trovarsi naturalmente nelle rocce possono<br />
essere immessi nelle matrici ambientali attraverso le polveri e i<br />
gas vulcanici; alcuni di essi costituiscono inoltre gli oligoelementi<br />
ut<strong>il</strong>izzati nei processi metabolici di animali e piante.<br />
In questo studio T.V.B. sono sati ricercati i seguenti metalli:<br />
Piombo<br />
Il piombo è presente in natura come carbonato (cerussite), solfato<br />
(anglesite), clorofosfato (piromorfite), cromato (crocoite) e<br />
solfuro (galena). Il piombo è usato nell’industria petrolchimica<br />
come additivo antidetonante delle benzine, anche se questo uso<br />
tende a diminuire con la diffusione delle benzine verdi, nella produzione<br />
di batterie, di schermi di protezione contro le radiazioni<br />
ionizzanti, di esplosivi, di vernici e come pigmento nell’industria<br />
chimica. Il D.Lgs. 31/2001 concernente la qualità delle acque destinate<br />
al consumo umano fissa una concentrazione massima<br />
ammissib<strong>il</strong>e di 10 µg/l.<br />
Arsenico<br />
L’arsenico è ampiamente distribuito nella crosta terrestre con una<br />
concentrazione media di 1,8 mg/kg. Gli usi principali riguardano<br />
la fabbricazione del vetro, la produzione di leghe con rame e<br />
zinco e la produzione di semiconduttori. Composti dell’arsenico<br />
sono anche ut<strong>il</strong>izzati in medicina veterinaria, come pesticidi e<br />
come conservanti per <strong>il</strong> legno. La fusione di minerali contenenti<br />
solfuri e la combustione di combustib<strong>il</strong>i foss<strong>il</strong>i (specialmente<br />
carbone) sono tra i processi principali che r<strong>il</strong>asciano arsenico, ma<br />
non vanno trascurati i processi di erosione naturale.<br />
Per le acque destinate al consumo umano la direttiva europea,<br />
recepita con D.Lgs. 31/2001, ha abbassato <strong>il</strong> limite e fissa una concentrazione<br />
massima ammissib<strong>il</strong>e di 10 µg/l.<br />
Cromo<br />
Il cromo è presente, nei minerali conosciuti, sempre allo stato trivalente<br />
se si escludono i rarissimi rinvenimenti di cromati, come<br />
ad esempio la crocoite (PbCrO4). Il cromo ha impieghi principali<br />
in siderurgia, galvanica, industria chimica (catalizzatori, coloranti,<br />
fungicidi), medicina (isotopo radiattivo), concia delle pelli, mordenzatura<br />
e stampa dei tessuti, fotografia e litografia, produzione<br />
di abrasivi, refrattari per altiforni. Il cromo può esistere in nove<br />
stadi di ossidazione (da - II a + VI). Negli ambienti acquatici, la forma<br />
esavalente è più tossica di quella trivalente. Il D.Lgs. 31/2001<br />
concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano<br />
fissa una concentrazione massima ammissib<strong>il</strong>e di 50 µg/l.<br />
26 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
Nichel<br />
Il nichel è abbastanza diffuso in natura e risulta uniformemente<br />
distribuito nell’ambiente. È molto usato in leghe metaliche; sotto<br />
forma di granuli viene impiegato come catalizzatore nell’idrogenazione<br />
degli oli vegetali, nel “cracking” del petrolio e nella purificazione<br />
del gas di cockeria. Fra i sali i più importanti troviamo gli<br />
ossidi, impiegati nella fabbricazione degli accumulatori (Ni-Cd e<br />
Ni-Fe), i solfati ed i nitrati impiegati nei processi galvanici.<br />
Il D.Lgs. 31/2001 per le acque destinate al consumo umano fissa<br />
una concentrazione massima ammissib<strong>il</strong>e di 20 µg/l.<br />
Microinquinanti organici<br />
I principali inquinanti organici sono divisi in quattro categorie:<br />
antiparassitari; Idrocarburi Policiclici Aromatici; Solventi Organoalogenati<br />
e Trialometani; In questo studio sono state ricercate le<br />
seguenti sostanze:<br />
Antiparassitari<br />
Sono anche classificati in funzione del loro ut<strong>il</strong>izzo: insetticidi,<br />
anticrittogamici o fungicidi, diserbanti ed erbicidi, acaricidi, antigermoglianti,<br />
conservanti, ecc. Il r<strong>il</strong>ascio nelle matrici ambientali<br />
può avvenire occasionalmente in corrispondenza dei siti di<br />
produzione e, più normalmente, a seguito delle pratiche agricole.<br />
Il valore parametrico è 0,1 μg/litro per singolo composto e 0,5 μg/<br />
litro per la somma degli antiparassitari.<br />
Idrocarburi Policiclici Aromatici<br />
Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono dei composti costituiti<br />
da atomi di carbonio e idrogeno (idrocarburi) in cui gli<br />
atomi di carbonio costituiscono più anelli (poli-ciclici) uniti tra<br />
loro. Gli idrocarburi policiclici aromatici possono avere un’origine<br />
naturale legata a incendi dei boschi, emissioni gassose durante<br />
le eruzioni vulcaniche, biosintesi ad opera di batteri, funghi ed<br />
alghe. Gli IPA possono costituire i componenti minori in alcuni<br />
giacimenti petroliferi. L’origine antropica degli IPA è invece connessa<br />
ad attività industriali di diversa natura quali produzione/<br />
lavorazione di combustib<strong>il</strong>i (particolarmente gasolio ed oli combustib<strong>il</strong>i),<br />
cokerie, produzione e lavorazione grafite, trattamento<br />
del carbon foss<strong>il</strong>e. Le principali sorgenti sono individuab<strong>il</strong>i nelle<br />
emissioni da motori diesel, da motori a benzina, da centrali termiche<br />
alimentate con combustib<strong>il</strong>i solidi e liquidi pesanti; essi<br />
possono derivare anche da reazioni secondarie a carico della sostanza<br />
organica nei processi di smaltimento dei rifiuti solidi (discariche<br />
e inceneritori).<br />
A causa di queste numerose fonti, gli IPA sono ubiquitari e si diffondono<br />
in tutti i comparti ambientali. Durante ogni processo di<br />
formazione, gli IPA sono sempre presenti come classe (mai come<br />
composti singoli) in miscele complesse contenenti anche altre<br />
sostanze e classi chimiche. Per lo stesso motivo, si ritrovano come<br />
classe nei vari comparti ambientali e matrici (aria, acqua, suolo e<br />
alimenti) alle quali è comunemente esposta la popolazione.<br />
La presenza d’IPA nell’acqua potab<strong>il</strong>e è generalmente trascurab<strong>il</strong>e<br />
e occasionalmente riconducib<strong>il</strong>e alla cessione dai rivestimenti,<br />
in catrame o bitume, delle condutture di distribuzione dell’acqua<br />
stessa. Il valore parametrico è 0,1 μg/litro nelle acque potab<strong>il</strong>i.<br />
Solventi Alogenati<br />
composti di sintesi ut<strong>il</strong>izzati in ambito industriali come tricloroet<strong>il</strong>ene<br />
e <strong>il</strong> tetracloroet<strong>il</strong>ene. I composti alifatici clorurati sono<br />
essenzialmente di origine antropica. In particolare la loro immissione<br />
nell’ambiente è dovuta sia ad attività industriali (settori<br />
farmaceutico, cosmetico, automob<strong>il</strong>istico, ecc.), sia a pratiche<br />
agricole. Il tricloroet<strong>il</strong>ene e <strong>il</strong> tetracloroet<strong>il</strong>ene sono ottimi solventi<br />
per molti composti organici. Il loro impiego principale si ha<br />
per la pulizia a secco e nelle operazioni di sgrassaggio dei metalli.<br />
Vengono immessi principalmente nell’atmosfera, ma tramite effluenti<br />
industriali possono contaminare anche acque superficiali<br />
e sotterranee. Sono composti molto persistenti che agiscono entrambi<br />
sul sistema nervoso centrale.<br />
Il D.Lgs. 31/2001 concernente la qualità delle acque destinate al<br />
consumo umano fissa una concentrazione massima ammissib<strong>il</strong>e<br />
di 10 µg/l come somma di Tricloroet<strong>il</strong>ene e Tetracloroet<strong>il</strong>ene.<br />
Trialometani (TMH)<br />
Sono sottoprodotti della clorazione delle acque e si formano a<br />
partire dalla presenza nelle acque di sostanze naturali cosiddetti<br />
precursori: acidi umici e fulvici. I composti specifici considerati<br />
sono cloroformio, bromoformio, dibromoclorometano e bromodiclorometano.<br />
I trialometani sono sospettati di creare danni al<br />
fegato, reni e al sistema nervoso centrale.<br />
Il D.Lgs. 31/2001 concernente la qualità delle acque destinate al<br />
consumo umano fissa una concentrazione massima ammissib<strong>il</strong>e<br />
di 30 µg/l come somma dei THM.
Il campionamento strutturato<br />
La seconda parte della ricerca è stata incentrata sul<br />
monitoraggio della qualità dell’acqua di rubinetto dei<br />
Comuni della Provincia di <strong>Caserta</strong>. Grazie alla collaborazione<br />
della società SEA, che ha messo a disposizione<br />
i propri laboratori di analisi, abbiamo provveduto a raccogliere<br />
e analizzare 20 campioni in altrettanti Comuni<br />
della Provincia, prelevati a metà febbraio 2011.<br />
In una situazione, ben descritta dall’indagine demoscopica<br />
precedentemente presentata, di sfiducia nell’attività<br />
di controllo degli Enti preposti, ci siamo dotati,<br />
quindi, di dati “nostri”, per poi confrontarli con quelli<br />
r<strong>il</strong>evati da ARPAC. A tale scopo sono stati ut<strong>il</strong>izzati i<br />
dati messi a disposizione dall’Agenzia per una recente<br />
ricerca di <strong>Legambiente</strong>, risalenti al 2009 e relativi agli<br />
stessi Comuni presi in esame da T.V.B.<br />
E’ bene precisare che una analisi puntuale o momentanea<br />
è una fotografia di quell’istante che può contenere<br />
una serie di sorgenti di variab<strong>il</strong>ità. Pensiamo ad<br />
esempio a cosa cambia solo relativamente al periodo<br />
del campionamento: la piovosità dei mesi invernali così<br />
come la necessità di adduzioni temporanee da altri sollevamenti<br />
possono rendere molto diversi due campioni<br />
d’acqua prelevati nello stesso punto in momenti diversi.<br />
Pertanto la comparazione tra i nostri dati con i dati dei<br />
campionamenti su anni precedenti ci permetterà di<br />
creare un quadro statisticamente più robusto.<br />
Su un territorio così vasto e geomorfologicamente vario<br />
come quello della Provincia di <strong>Caserta</strong> e avendo a<br />
disposizione un numero limitato di campionamenti, ci<br />
siamo quindi posti le seguenti domande:<br />
- ci sono dati precedenti che ci fanno escludere l’influenza<br />
di fattori temporali sui prelievi?<br />
- esistono differenze tra le aree “sorgive” e le aree in<br />
pianura o la qualità dell’acqua risente della “distanza”<br />
della distribuzione?<br />
- all’interno di una stessa aree “omogenea” i territori<br />
comunali hanno più o meno la stessa acqua ?<br />
- c’è differenza tra l’acqua di un rubinetto di casa e<br />
quella di una fontana pubblica?<br />
Per rispondere a queste domande <strong>il</strong> campionamento è<br />
stato “strutturato” individuando nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
2 zone distinte (alta e bassa) e in ognuna di queste<br />
due macroaree per un totale di 4, e selezionando,<br />
per ciascuna, 5 comuni dove si è proceduto a prelevare<br />
un campione da rubinetti di civ<strong>il</strong>i abitazioni o da fontane<br />
pubbliche.<br />
fig 1 - la mappa di TVB con le macroaree<br />
dei campionamenti per colori<br />
Orazio Pascale e Federica Minut<strong>il</strong>lo<br />
Una particolare metodologia di analisi che coniuga un<br />
uso efficace degli strumenti statistici con la conoscenza<br />
è quella che viene definita six-sigma: attraverso i risultati<br />
di un campionamento strutturato permette, con<br />
software dedicati, di rispondere alle domande con la<br />
massima significatività statistica: una delle teoria su<br />
cui si fonda questo ragionamento è chiamata “ciclo della<br />
conoscenza”. In particolare è stato ut<strong>il</strong>izzato <strong>il</strong> software<br />
Minitab ver.15.<br />
La prima comparazione statistica dei risultati Arpac e<br />
Sea-<strong>Legambiente</strong> ha lo scopo di individuare ed escludere<br />
differenze macroscopiche (tra 2009 e 2011) al fine di<br />
dimostrare che i laboratori hanno analizzato le acque in<br />
maniera “sim<strong>il</strong>e”. Questa semplice tecnica si basa sulle<br />
distribuzioni “normali” dei dati e ci permette di stab<strong>il</strong>ire<br />
se eventuali valori non sono realisticamente probab<strong>il</strong>i: i<br />
diagrammi che si ottengono si chiamano “carte di controllo”.<br />
Realizzando quindi una carta di controllo per<br />
ogni macroarea, risulta che complessivamente l’andamento<br />
delle distribuzioni è di tipo normale e che i due<br />
laboratori diversi vedono i dati allo stesso modo (fig.2).<br />
fig 2 - carta di controllo con <strong>il</strong> complessivo delle determinazioni<br />
sull’acqua, sei parametri e doppia misura (Arpa e Sea)<br />
Abbiamo raggruppato le due serie di dati da comparare in<br />
colonne differenti (campionamento 2009 dati Arpa e campionamento<br />
2011 dati Sea-<strong>Legambiente</strong>) inserendo nelle<br />
righe, per ogni indicatore disponib<strong>il</strong>e, i risultati dei Comuni<br />
(da 1 a5) aggregati per macroaree (fig.3) a conferma visiva<br />
di quanto detto sopra.<br />
fig 3 - le distribuzioni dei valori degli indicatori per anno<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 27
Abbiamo aggregato i dati per avere una risposta visiva delle<br />
indicazioni numeriche che ci ha suggerito <strong>il</strong> programma di<br />
statistica. Affiancando i risultati delle analisi Arpac 2009<br />
(CE) con quelli di Sea-Legambiete (TN) 2011 e mettendo in<br />
successione le diverse macroaree, come visto in precedenza,<br />
non ci sono differenze nelle dispersioni.<br />
fig. 4. andamento in diminuzione della media delle concentrazioni di alcuni anioni nella macroarea 4<br />
Siamo passati successivamente all’analisi dei dati di Sea-<br />
<strong>Legambiente</strong>: <strong>il</strong> laboratorio ha confermato che tutti i parametri<br />
analizzati (oltre 40) rientrano ampiamente nei limiti<br />
di potab<strong>il</strong>ità; le distribuzioni numeriche degli stessi, in effetti,<br />
non generano alcuna “attenzione” neppure dal punto<br />
di vista statistico. Ci limitiamo quindi a valutare alcuni<br />
aspetti caratteristici: <strong>il</strong> programma di statistica ci indirizza<br />
nella selezione di alcuni indicatori (calcio, cloruri, solfati,<br />
nitrati, potassio, sodio, durezza e trialometani totali).<br />
Ancora un volta ci serviamo di diagrammi per una sintesi<br />
grafica dei risultati (fig. 5).<br />
I riquadri tratteggiati racchiudono le concentrazioni dei 5<br />
28 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
Se invece ci riferiamo alla sola componente anionica (rappresentata<br />
nei dati a disposizione da cloruri, solfati e nitrati)<br />
si legge una diminuzione delle concentrazioni nei comuni<br />
dell’area 4 (aversana-atellana) rispetto ai campioni<br />
più recenti (fig.4).<br />
Questi valori sono mediamente dimezzati.<br />
Comuni nelle diverse 4 macroaree, i risultati limitatamente<br />
aggregab<strong>il</strong>i sono cerchiati a parte: per i cloruri: area<br />
2, Cancello e Arnone quasi tre volte la media; area 3,<br />
S.Nicola la strada quasi quattro volte la media; per <strong>il</strong><br />
sodio: area 2, Cancello e Arnone quasi quattro volte<br />
la media; area 3, S.Nicola la Strada quasi tre volte la<br />
media; per i solfati: area 3, S.Nicola la strada quasi <strong>il</strong><br />
doppio della media; per i nitrati: area 2, Sessa Aurunca,<br />
concentrazione quasi tripla rispetto la media; per<br />
<strong>il</strong> potasso: anomalia macroarea 3 vs 4; per l’arsenico:<br />
macroarea 2 V<strong>il</strong>la Literno sotto <strong>il</strong> limite di r<strong>il</strong>evab<strong>il</strong>ità e<br />
Sessa Aurunca valore 1,5 volte superiore.<br />
fig.5 - andamento di singoli indicatori nelle diverse macroaree - dati Sea-<strong>Legambiente</strong> 2011
Un ulteriore approfondimento che ci viene suggerito dall’analisi<br />
statistica viene ancora una volta dalla comparazione<br />
dei dati Arpa e SEA: si tratta della diversa salinità complessiva<br />
nelle quattro macroaree.<br />
In particolare questo fenomeno può essere descritto chiaramente<br />
da due indicatori disponib<strong>il</strong>i: la durezza e i solfati.<br />
Ut<strong>il</strong>izzando un diagramma di sintesi grafica (fig. 6), aggregando<br />
i dati per Comuni (da 1 a 5) per anno (da 2009 a<br />
2011) e per macroarea, si riesce ad avere una percezione<br />
anche visiva dell’andamento crescente dall’area 1 alla<br />
macroarea 4. La tendenza, in figura, è evidenziata con un<br />
vettore tratteggiato di colore rosso.<br />
La durezza espressa in gradi francesi °f indica <strong>il</strong> totale dei<br />
sali carbonati di Calcio e Magnesio per cui è direttamente<br />
correlab<strong>il</strong>e alla presenza di questi.<br />
fig.6 - diversa salinità nelle macroaree: in termini di durezza<br />
l’area 4 ha valori 5 volte superiori all’area 1 (mediamente)<br />
Un’altra tendenza che ci viene segnalata dal software riguarda<br />
la variazione di concentrazione del parametro trialometani<br />
totali, sintetizzato col grafico in fig.6.<br />
Come abbiamo anticipato in precedenza, si tratta di sottoprodotti<br />
della clorazione delle acque e si formano a partire<br />
dalla presenza nelle acque di sostanze naturali.<br />
Questo vuol dire che non sono presenti nelle acque ma si<br />
generano a seconda del trattamento scelto dal gestore per<br />
garantire un livello basso di inquinamento batteriologico,<br />
nella fattispecie l’ut<strong>il</strong>izzo di alcuni ossidanti a base cloro.<br />
Incidono su questo indicatore: una attenta gestione in termini<br />
di scelta e dosaggio degli ossidanti, la consapevolezza<br />
dei tempi di ritenzione dei flussi acquedottistici.<br />
Chiaramente sono auspicab<strong>il</strong>i azioni volte alla riduzione<br />
della probab<strong>il</strong>ità di formazione di questi composti.<br />
Il D.Lgs. 31/2001 concernente la qualità delle acque destinate<br />
al consumo umano fissa una concentrazione massima<br />
ammissib<strong>il</strong>e di 30 µg/l come somma dei THM.<br />
fig.6 - trialometani totali - le diverse concentrazioni per area<br />
Macro-area Comune Campione<br />
Pratella Fontana pubblica<br />
Piedimonte Matese Rubinetto casa<br />
1: Area Montana A<strong>il</strong>ano Rubinetto casa<br />
Pietramelara Fontana pubblica<br />
S.Felice a Cancello Fontana pubblica<br />
Sessa Aurunca Fontana pubblica<br />
Cancello Arnone Fontana pubblica<br />
2: Area litoranea Mondragone Rubinetto casa<br />
V<strong>il</strong>la Literno Rubinetto casa<br />
Castel Volturno Rubinetto casa<br />
Capua Rubinetto casa<br />
S.Maria Capua V. Fontana pubblica<br />
3: Area <strong>Caserta</strong>na S.Nicola la Strada Rubinetto casa<br />
Maddaloni Fontana pubblica<br />
Marcianise Rubinetto casa<br />
Succivo Fontana pubblica<br />
4: Area aversanaatellana<br />
Cesa<br />
S.Arpino<br />
Rubinetto casa<br />
Rubinetto casa<br />
Gricignano Fontana pubblica<br />
Orta di Atella Rubinetto casa<br />
tab1 - le macroaree e i Comuni individuati<br />
per <strong>il</strong> campionamento strutturato<br />
Fontana pubblica o rubinetto di casa?<br />
Di certo non dovevamo fare ricorso alla statistica per le<br />
riflessioni che ci apprestiamo a fare ma <strong>il</strong> supporto dei numeri<br />
chiaramente aiuta, in un contesto così ampio.<br />
Raggruppando gli indicatori <strong>il</strong> software non segnala alcuna<br />
“anomalia” . A titolo di esempio si riportano solfati, sodio,<br />
arsenico e trialometani tot (fig. 7).<br />
Tranne per qualche eccezione localizzata, quindi, resta<br />
una variab<strong>il</strong>ità per macroarea degli indicatori maggiore<br />
della differenza tra i Comuni: vale a dire che tra i Comuni<br />
nelle stesse macroaree bere dai rubinetti di casa o da fontanelle<br />
pubbliche è sostanzialmente equivalente.<br />
fig.7 - le sim<strong>il</strong>itudini dei parametri tra rubinetto e fontana pubblica<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 29
Una ricerca nella ricerca, nella ricerca<br />
La disponib<strong>il</strong>ità dei dati sulla qualità delle acque potab<strong>il</strong>i dei Comuni della Provincia di <strong>Caserta</strong>.<br />
Se <strong>il</strong> progetto “Ti voglio bere” nasce con l’obiettivo<br />
di studiare la propensione al consumo di<br />
acque da rubinetto da parte dei nostri concittadini,<br />
lo svolgimento dell’indagine in merito ai<br />
dati qualitativi delle acque potab<strong>il</strong>i, distribuite dalle<br />
condutture dei comuni casertani, ha portato a ben<br />
più interessanti e a volte inattesi risultati, di per sé<br />
degni di un indagine altrettanto approfondita.<br />
L’eclatante risultato dell’indagine demoscopica, secondo<br />
cui -in merito al consumo di acqua da rubinetto-<br />
la semplice conoscenza dei dati sulla qualità<br />
delle acque farebbe cambiare idea anche ai più<br />
scettici, unitamente alla disponib<strong>il</strong>ità di dati analitici,<br />
ottenuta grazie al supporto tecnico della società<br />
SEPA Sud s.r.l. e dei suoi laboratori, ci ha spinti a<br />
“curiosare” nella organizzazione degli uffici comunali,<br />
in merito alle attività di monitoraggio della qualità<br />
delle acque.<br />
Ci sembrava, questo, un aspetto molto interessante,<br />
visto che gli stessi intervistati lo avevano ritenuto<br />
tale e –diciamocelo- noi stessi, cittadini dei Comuni<br />
casertani e conoscitori del funzionamento degli<br />
uffici tecnici o ambientali degli Enti locali nostrani,<br />
nutrivamo “qualche dubbio” sulla capacità dei Comuni<br />
nella gestione dei controlli alle acque distribuite<br />
dagli acquedotti.<br />
Ebbene, questa nostra curiosità da ambientalisti<br />
“impiccioni” ha dato vita all’attività forse più interessante<br />
di questo progetto; una sottoricerca,<br />
nell’ambito della parte analitica di questo interessante<br />
progetto di ricerca.<br />
Per parlarne, abbiamo bisogno di fare qualche cenno<br />
alla normativa.<br />
Antonio Pascale<br />
Chi deve controllare l’acqua destinata al consumo<br />
umano?<br />
Gli articoli 7 ed 8 del D.Lgs. 31/2001 (1) , che rappresenta<br />
<strong>il</strong> riferimento normativo per le attività di cui<br />
stiamo discutendo, impongono un doppio livello di controlli,<br />
distinguendo tra controlli interni ed esterni.<br />
Sono controlli interni, i controlli effettuati dal gestore<br />
del servizio idrico integrato per la verifica della qualità<br />
dell’acqua destinata al consumo umano.<br />
Per quanto riguarda i controlli interni, la legge prevede<br />
che:<br />
• L’ente gestore (nel nostro caso, <strong>il</strong> Comune o <strong>il</strong> soggetto<br />
a cui sia stato affidato (2) <strong>il</strong> servizio) è obbligato ad avere<br />
laboratorio di analisi interno, o a convenzionarsi con<br />
laboratori di altri gestori idrici, al fine di garantire un<br />
controllo adeguato e continuo, anche se poi <strong>il</strong> giudizio<br />
di conformità dell’acqua spetta all’ASL.<br />
• I risultati dei controlli devono essere conservati per<br />
un periodo di almeno cinque anni;<br />
• La norma, poi, vieta esplicitamente che tali controlli<br />
interni possano essere effettuati dai laboratori di analisi<br />
delle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente<br />
(ARPA).<br />
Per quanto riguarda i controlli esterni, la normativa<br />
prevede che:<br />
• siano svolti dall’ASL territorialmente competente, per<br />
verificare che le acque destinate al consumo umano<br />
soddisfino i requisiti definiti dal decreto, sulla base di<br />
programmi elaborati secondo i criteri dettati dalla regione.<br />
• Per le attività di laboratorio le aziende unità sanitarie<br />
locali si avvalgono delle agenzie regionali per la protezione<br />
dell’ambiente.<br />
1 D. L.vo 2 febbraio 2001, n. 31. Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano.<br />
2 Alla data di effettuazione della ricerca, ci risultano attivi, sui Comuni <strong>Caserta</strong>ni, i tre gestori: Consorzio Idrico Terra di Lavoro, Eniacqua Campania, Acquedotti scpa.<br />
L’acqua di rubinetto è più controllata<br />
La frequenza dei controlli<br />
30 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
Per le acque dell’acquedotto<br />
Il Decreto 31/2001 individua un numero minimo di controlli annui che aumenta a seconda<br />
del volume di acqua distribuito ogni giorno. Come valore di riferimento, si considera<br />
un acquedotto che eroga ogni giorno circa tra i 100 e 1.000 m3 di acqua e che<br />
serve circa 5.000 abitanti, per <strong>il</strong> quale la norma individua 4 controlli/anno di routine e<br />
1 controllo/anno di verifica. I controlli sono distribuiti uniformemente durante l’anno.<br />
L’Asl può tuttavia prevedere maggiori frequenze di campionamento in relazione alla<br />
lunghezza e alla complessità dell’acquedotto stesso, al grado di vulnerab<strong>il</strong>ità delle fonti<br />
(se maggiormente esposte a rischio di contaminazione), alla numerosità degli impianti<br />
e alla frammentarietà della rete idrica.<br />
Per le acque minerali<br />
Le prescrizioni normative per l’acqua minerale prevedono la realizzazione di una sola<br />
analisi all’anno (Decreto 29 dicembre 2003, art. 3) da parte degli stessi soggetti titolari<br />
della concessione, che viene inviata al Ministero della Salute insieme ad una autocertificazione<br />
relative al mantenimento delle caratteristiche delle acque. Sull’etichetta, poi,<br />
le aziende possono pubblicare i risultati delle analisi fatte fino a 5 anni prima.
Alla ricerca dei dati di qualità dell’acqua “del Sindaco”<br />
Caro Sindaco, che acqua mi dai? Questa<br />
la domanda a cui, impersonandoci<br />
in comuni cittadini, abbiamo cercato<br />
di dare risposta. Cosa fa un cittadino<br />
per conoscere la qualità dell’acqua che<br />
beve (o meglio, vorrebbe o dovrebbe<br />
bere)?<br />
La risposta è semplice: si rivolge al<br />
Comune. Subito, però, <strong>il</strong> primo ostacolo.<br />
A chi chiedere i dati di qualità dell’acqua<br />
e, soprattutto, dove trovare i recapiti?<br />
Abbiamo limitato l’attività di ricerca ai<br />
20 Comuni dove abbiamo analizzato i<br />
campioni di acqua, in maniera tale da<br />
avere anche un campione di riferimento, a<br />
conforto e confronto dei nostri dati.<br />
Ove <strong>il</strong> numero telefonico dell’ufficio<br />
tecnico era reperib<strong>il</strong>e -con un “ragionevole<br />
sforzo”- dal sito internet del Comune,<br />
abbiamo direttamente contattato questo<br />
ufficio, chiedendo i dati e –quando<br />
indirizzati ad un altro ufficio- abbiamo<br />
proseguito la nostra indagine.<br />
In altri casi, la nostra ricerca è partita dal<br />
centralino comunale.<br />
La sola ricerca del recapito (e-ma<strong>il</strong> o fax) a<br />
cui inviare la nostra richiesta, è durata circa<br />
2 settimane. Dal 2 al 9 marzo sono state<br />
inviate, quindi, le richieste ai Comuni di<br />
cui eravamo riusciti a reperire tali recapiti.<br />
Tra questi, purtroppo, non figura <strong>il</strong><br />
capoluogo: la città di <strong>Caserta</strong>, infatti,<br />
è stata diffic<strong>il</strong>e da contattare, i numeri<br />
ricavati dal sito risultavano occupati o<br />
disattivati.<br />
La richiesta dei dati è stata inoltrata ai Comuni<br />
facendo riferimento alla normativa<br />
che in Italia regola <strong>il</strong> diritto di accesso in<br />
materia ambientale, <strong>il</strong> D.Lgs. 18 agosto<br />
2005, n. 195. Secondo tale decreto, <strong>il</strong> diritto<br />
di accesso alle informazioni di natura<br />
ambientale può essere esercitato da<br />
chiunque, senza necessità di dimostrare<br />
uno specifico interesse.<br />
La recente giurisprudenza in materia, inoltre,<br />
ha stab<strong>il</strong>ito che non solo non è necessaria<br />
la puntuale indicazione degli atti richiesti,<br />
ma risulta sufficiente una generica<br />
richiesta di informazioni sulle condizioni<br />
di un determinato contesto ambientale<br />
per costituire in capo all’amministrazione<br />
l’obbligo di acquisire tutte le notizie relative<br />
allo stato della conservazione e della<br />
salubrità dei luoghi interessati dall’istanza,<br />
ad elaborare e a comunicarle al richiedente<br />
(Consiglio di Stato, sez. VI, 16 febbraio<br />
2011, n. 996; TAR Campania, Salerno, sez.<br />
II 25 marzo 2010, n. 2354).<br />
nei box ai lati due riflessioni tratte dal dossier<br />
di <strong>Legambiente</strong> “Acqua di rubinetto? Si, grazie!”<br />
Teresa Ubaldini<br />
<strong>il</strong> modello di fax inviato alle amministrazioni<br />
interessate dall’indagine TVB<br />
L’acqua di rubinetto è rispettosa dell’ambiente<br />
L’impatto ambientale, in ogni fase del ciclo dell’acqua di rubinetto, è assolutamente<br />
ridotto. Non ha bisogno di imballaggi e si evita l’uso del petrolio<br />
per fabbricare le bottiglie di plastica. L’acqua poi arriva direttamente nelle<br />
nostre case senza percorrere un metro su strada, è quindi a “ch<strong>il</strong>ometri zero”,<br />
risparmiando all’ambiente le emissioni di inquinanti prodotte ad esempio<br />
dal trasporto dell’acqua in bottiglia per diverse centinaia di km percorsi<br />
quotidianamente dai Tir, evitando <strong>il</strong> consumo di combustib<strong>il</strong>i foss<strong>il</strong>i, l’emissione<br />
di CO2 e di polveri sott<strong>il</strong>i.<br />
In sintesi questi i principali impatti ambientali delle acque in bottiglia:<br />
- solo un terzo delle bottiglie di plastica ut<strong>il</strong>izzate per l’acqua minerale viene<br />
raccolto in modo differenziato e destinato al riciclaggio, mentre i restanti<br />
due terzi finiscono in discarica o in un inceneritore;<br />
- <strong>il</strong> consumo annuo di 12 m<strong>il</strong>iardi di litri di acqua imbottigliata comporta,<br />
per la sola produzione delle bottiglie, l’ut<strong>il</strong>izzo di 350m<strong>il</strong>a tonnellate di poliet<strong>il</strong>ene<br />
tereftalato (PET), con un consumo di 665 m<strong>il</strong>a tonnellate di petrolio<br />
e l’emissione di gas serra di circa 910 m<strong>il</strong>a tonnellate di CO2 equivalente;<br />
- la fase del trasporto dell’acqua minerale infine influisce non poco sulla<br />
qualità dell’aria: solo <strong>il</strong> 18% del totale di bottiglie in commercio viaggia sui<br />
treni, tutto <strong>il</strong> resto viene movimentato su strada.<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 31
32 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong>
Nella pagina precedente alcune risposte inviateci<br />
dalle amministrazioni:<br />
- da Marcianise la richiesta passa alla ASL nel<br />
territorio comunale, che a oggi non ha datao<br />
seguito.<br />
- da Sessa Aurunca ci dicono che non hanno<br />
fondi per risponderci ma che ne hanno fatto<br />
richiesta.<br />
Altri comuni più piccoli invece, sono stati<br />
contattati più fac<strong>il</strong>mente, ma tra tutti quelli<br />
contattati (Piedimonte Matese, Pratella,<br />
A<strong>il</strong>ano, Pietramelara, S. Felice a Cancello,<br />
Capua, S. M. Capua Vetere, Maddaloni,<br />
Marcianise, Sant’Arpino, Succivo, Cesa,<br />
Gricignano, Orta di Atella, Sessa Aurunca,<br />
Mondragone, V<strong>il</strong>la Literno, Recale) solo tre<br />
hanno soddisfatto la nostra richiesta.<br />
Dei Comuni di Sessa Aurunca, Marcianise,<br />
Santa Maria Capua Vetere, più i Comuni di<br />
Sant’Arpino e Succivo, per i quali abbiamo<br />
avuto un contatto de visu con i relativi<br />
uffici tecnici, i primi due ci hanno risposto<br />
dicendo di non essere in possesso dei dati<br />
e in particolare <strong>il</strong> comune di Marcianise<br />
ci ha riferito di aver inoltrato la nostra<br />
richiesta alla sua ASL mentre i Comuni di<br />
Sant’Arpino e Succivo ci hanno risposto<br />
inviandoci la copia dei rapporti di<br />
potab<strong>il</strong>ità prodotti dall’ASL (<strong>il</strong> primo ci ha<br />
fornito i dati r<strong>il</strong>evati dall’ASL CE2 nel 2008)<br />
di potab<strong>il</strong>ità per i parametri batteriologici.<br />
Immagini a lato.<br />
Tra tutti i Comuni contattati, solo<br />
S.M. Capua Vetere ha evaso la nostra<br />
richiesta, fornendo l’indirizzo web del<br />
Comune (www.comune.santa-mariacapua-vetere.ce.it),<br />
dove sono reperib<strong>il</strong>i<br />
e costantemente aggiornati i risultati<br />
dell’esame di potab<strong>il</strong>ità. Va comunque<br />
evidenziato che, anche per quanto<br />
riguarda i dati messi a disposizione da<br />
questo comune, le analisi non risultano<br />
effettuate dal laboratorio di un gestore,<br />
come previsto dalla normativa. In<br />
nessuno dei casi, comunque, siamo<br />
riusciti a reperire le analisi relative a tutti i<br />
parametri (controlli di “verifica”).<br />
In conclusione, <strong>il</strong> quadro che deriva da<br />
questa attività di ricerca dei dati è alquanto<br />
desolante, per numerosi motivi, che per<br />
forza di cosa finiscono con l’accrescere la<br />
diffidenza da parte del comune cittadino<br />
nella capacità delle amministrazioni comunali<br />
di gestire la rete idrica e <strong>il</strong> monitoraggio<br />
della qualità dell’acqua erogata.<br />
In particolare, elenchiamo le principali<br />
problematiche riscontrate:<br />
• difficoltà nell’individuare l’ufficio competente<br />
e detentore dell’informazione;<br />
• ignoranza normativa da parte degli uffici<br />
comunali;<br />
• scarsa attenzione dei Comuni alle relazioni<br />
con i cittadini e le associazioni e ancor<br />
più scarsa trasparenza nelle informazioni<br />
relative alla qualità delle acque.<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 33
Il futuro dell’acqua<br />
Riflessioni conclusive della ricerca TVB<br />
I risultati del progetto “TVB: ti voglio bere” offrono<br />
importanti spunti di riflessione sulla rapporto tra<br />
cittadini e istituzioni nei confronti del bene comune<br />
acqua.<br />
Il progetto di ricerca infatti, articolato su due f<strong>il</strong>oni<br />
principali, ha analizzato <strong>il</strong> comportamento dei cittadini<br />
verso l’uso consapevole dell’acqua pubblica ed<br />
ha indagato sulla qualità delle acque potab<strong>il</strong>i distribuite<br />
dalle condutture di comuni casertani. Un’ulteriore<br />
attività, effettuata parallelamente all’indagine<br />
demoscopica e allo studio della qualità delle acque,<br />
è stata incentrata sull’analisi della disponib<strong>il</strong>ità di<br />
dati sulla qualità dell’acqua pubblica presso gli uffici<br />
comunali nonché della relativa attività di comunicazione<br />
di tali dati alla cittadinanza casertana.<br />
L’analisi della propensione dei cittadini verso l’acqua<br />
pubblica ha evidenziato l’esistenza di tre tipologie<br />
di cittadini che si distinguono in base a comportamenti<br />
omogenei: i consapevoli, i disinteressati<br />
e gli sfiduciati. Ogni gruppo esprime un’attitudine<br />
particolare verso “l’acqua del sindaco”.<br />
Se <strong>il</strong> gruppo dei consapevoli dimostra una buona<br />
propensione verso l’acqua pubblica, ciò è determinato<br />
non solo dalla maggiore informazione sui<br />
controlli ma anche dalla sensib<strong>il</strong>ità al tema del risparmio<br />
idrico. Al contrario, i disinteressati si caratterizzano<br />
per l’indifferenza al tema dell’acqua pubblica:<br />
tale indifferenza si declina sia nella mancanza<br />
di interesse verso i volumi d’acqua consumati sia<br />
nell’acquisto di acqua confezionata per motivazioni<br />
che possiamo ricondurre anche all’abitudine. Infine,<br />
<strong>il</strong> gruppo degli sfiduciati esprime un giudizio negativo<br />
nei confronti dell’acqua pubblica e ciò si riflette<br />
nella scarsa attenzione verso l’uso consapevole di<br />
tale risorsa.<br />
Dall’indagine emerge, quindi, che “informazione” e<br />
“percezione” rappresentano le parole chiave per rendere<br />
consapevoli i cittadini che la tutela della risorsa<br />
acqua rappresenta un valore etico ed <strong>il</strong> consumo<br />
della stessa deve rispondere a criteri di responsab<strong>il</strong>ità.<br />
Nella formazione delle scelte sull’ut<strong>il</strong>izzo<br />
dell’acqua di rubinetto, risulta comunque incidere<br />
più significativamente ciò che i cittadini percepiscono<br />
empiricamente, cioè basandosi sui sensi e sulle<br />
sensazioni, a prescindere dalle informazioni analitiche<br />
sulle caratteristiche dell’acqua che sono più<br />
o meno rese effettivamente disponib<strong>il</strong>i per loro. È,<br />
infatti, particolarmente interessante quanto viene<br />
rivelato dalle risposte al questionario su “che tipo di<br />
acqua si preferisce bere” e sul “perché si preferisce<br />
bere l’acqua confezionata/del rubinetto”.<br />
La forte prevalenza dell’ut<strong>il</strong>izzo dell’acqua confezionata<br />
(preferita dall’83% del campione) risulta essere<br />
essenzialmente la conseguenza della presunzione,<br />
in quanto derivante da valutazioni appunto empiriche,<br />
che essa sia più controllata e quindi salubre.<br />
34 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />
Giancarlo Chiavazzo e Paola Pascale<br />
La torbidità, <strong>il</strong> colore, l’odore e <strong>il</strong> sapore, i cosiddetti<br />
caratteri organolettici dell’acqua, quando presenti e<br />
indesiderati (anche se solo occasionalmente, come<br />
ad esempio in relazione ad interventi di manutenzione<br />
sulle tubature) sono da ritenersi infatti tra i<br />
principali fattori che orientano i cittadini a diffidare<br />
dall’uso dell’acqua di rubinetto. Viene di conseguenza<br />
un po’ sfatata l’idea che la martellante pubblicità<br />
dei produttori di acqua confezionata sia in grado di<br />
indurre a preferirle fortemente rispetto a quelle del<br />
rubinetto, mentre è più verosim<strong>il</strong>e pensare che la<br />
pubblicità possa incidere sulla scelta di una specifica<br />
marca rispetto ad altre.<br />
Quello che serve per controvertire le deleterie abitudini<br />
instauratesi è, quindi, da un lato intraprendere<br />
azioni di informazione e sensib<strong>il</strong>izzazione, volte<br />
a promuovere la conoscenza delle caratteristiche<br />
dell’acqua di rubinetto e le tecniche e i comportamenti<br />
per ut<strong>il</strong>izzarla in modo responsab<strong>il</strong>e, dall’altro<br />
lato procedere alla messa a regime dei Servizi Idrici<br />
Integrati, in modo che si possano realizzare i necessari<br />
investimenti su infrastrutture e gestioni e così<br />
consentire anche <strong>il</strong> miglioramento della gradevolezza<br />
delle acque di rubinetto.<br />
<strong>il</strong> volantino della campagna nazionale “Imbrocchiamola!” a cura<br />
di <strong>Legambiente</strong> e AltraEconomia per l’uso dell’acqua di rubinetto
immagine di Itineraria<br />
dalla campagna “chiediAMO l’acqua di rubinetto”<br />
Piuttosto che rivoluzioni, serviranno serie e ponderate<br />
riforme. Alla Regione è demandato <strong>il</strong> compito<br />
di assicurare con trasparenza, partecipazione ed<br />
efficacia la creazione o l’adeguamento degli organi<br />
istituzionali deputati all’amministrazione, alla regolazione<br />
e al controllo dei Servizi Idrici alla scala<br />
territoriale.<br />
Allo Stato invece <strong>il</strong> compito di definire su base nazionale<br />
un adeguato Sistema di Regolazione (Authority),<br />
assicurare la qualità della Governance,<br />
prevedere la misura e <strong>il</strong> controllo delle prestazioni,<br />
disporre i termini e le condizioni per l’informazione<br />
e la partecipazione del pubblico, porre le condizioni<br />
per la gestione industriale ed efficiente dei Servizi<br />
Idrici unitariamente nell’area vasta corrispondente<br />
all’Ambito Territoriale Ottimale (ATO). ATO che, per<br />
la Provincia di <strong>Caserta</strong>, ancora non riesce a staccare<br />
<strong>il</strong> cordone ombelicale dall’ATO2, totalmente centralizzato<br />
sulla città di Napoli.<br />
Un’ultima considerazione riguarda l’attività dei Comuni,<br />
quando impropriamente impegnati nella gestione<br />
diretta del servizio, riguardo alla disponib<strong>il</strong>ità<br />
di dati sulla qualità dell’acqua.<br />
Se, infatti, al gestore spetta <strong>il</strong> compito di svolgere i<br />
controlli (interni) sulla qualità dell’acqua, succede<br />
che quando è <strong>il</strong> Comune a gestire spesso non rende<br />
disponib<strong>il</strong>i tali dati alla collettività, o peggio in alcuni<br />
casi non li r<strong>il</strong>eva affatto.<br />
1 - Al fine di garantire la sicurezza sanitaria per i cittadini, sono svolti ulteriori<br />
controlli (esterni) da parte dalle ASL che, allorquando i parametri superano<br />
i limiti di legge, dichiarano la non potab<strong>il</strong>ità dell’acqua pubblica: in tal caso,<br />
infatti, viene attivata la procedura di non potab<strong>il</strong>ità ed <strong>il</strong> sindaco emana<br />
un’ordinanza in cui dispone <strong>il</strong> divieto d'uso temporaneo dell'acqua a scopo<br />
potab<strong>il</strong>e. Di tale provvedimento viene data diffusione alla popolazione a<br />
mezzo degli organi di stampa, con la pubblicazione all’albo pretorio comunale<br />
e sul sito istituzionale dell’ente.<br />
Emerge, quindi, un problema di “carenza del flusso<br />
informativo”. Purtroppo i dati sulla qualità della nostra<br />
acqua si fermano spesso sulla scrivania degli<br />
uffici comunali competenti e a noi cittadini non è<br />
dato sapere quali siano le caratteristiche qualitative,<br />
ossia l’etichetta, delle acque comunali.<br />
Ne deriva che i cittadini non hanno elementi per valutare<br />
la qualità dell’acqua del sindaco, né possono<br />
fare un confronto tra acqua pubblica e acqua confezionata<br />
che sia basato sulle rispettive caratteristiche<br />
qualitative. In questo scenario, ove l’incapacità<br />
di informare in merito alla qualità dell’acqua dell’acquedotto<br />
deve misurarsi con gli ingenti investimenti<br />
in pubblicità delle multinazionali dell’acqua, la situazione<br />
è –se possib<strong>il</strong>e- peggiorata dal fatto che le<br />
uniche informazioni che <strong>il</strong> cittadino riceve dall’ente<br />
locale sono quelle previste per legge in caso di non<br />
conformità dei parametri di qualità (1).<br />
La mancanza di informazione sui controlli effettuati<br />
sulle acque del rubinetto e sui parametri che vengono<br />
analizzati si riflette sulle decisioni di consumo<br />
dell’acqua. Per i cittadini della provincia di <strong>Caserta</strong><br />
esiste un problema di “asimmetria informativa” in<br />
relazione alle caratteristiche dell’acqua del rubinetto,<br />
la cui qualità è garantita da norme che elevano la<br />
nostra acqua tra le migliori d’Europa.<br />
E anche dalla nostra ricerca risulta che non c’è alcuna<br />
ragione di dubitare della qualità dell’acqua che<br />
sgorga dai nostri rubinetti. I 41 parametri chimici<br />
analizzati da <strong>Legambiente</strong> per i venti campioni d’acqua,<br />
sono tutti, di gran lunga al di sotto dei limiti di<br />
qualità imposti dalla legge.<br />
Sarebbe auspicab<strong>il</strong>e, quindi, la realizzazione di campagne<br />
educative in grado di informare e sensib<strong>il</strong>izzare<br />
la cittadinanza sia sulle caratteristiche qualitative<br />
dell’acqua pubblica, sia all’ut<strong>il</strong>izzo consapevole<br />
di tale risorsa, in modo da fornire agli sfiduciati e<br />
ai disinteressati gli elementi necessari ad acquisire<br />
una maggiore consapevolezza.<br />
In molti casi, per raggiungere quest’obiettivo, è bastato<br />
pubblicare e comunicare la “carta d’identità”<br />
delle acque comunali.<br />
Un ulteriore elemento da non sottovalutare in un’azione<br />
informativa, ancor più in un periodo di crisi<br />
come quello attuale, è l’abnorme rapporto tra <strong>il</strong><br />
prezzo dell’acqua imbottigliata rispetto a quella da<br />
rubinetto. Con una spesa dichiarata di 280 euro<br />
all’anno per l’acqua minerale, che pone i consumatori<br />
<strong>Caserta</strong>ni al di sopra della media italiana,<br />
sarebbe di sicuro impatto l’informazione che per la<br />
stessa quantità di acqua da rubinetto, la spesa sarebbe<br />
pari a poco più di un euro!<br />
In conclusione, in perfetta linea con gli obiettivi che<br />
ci eravamo posti, <strong>il</strong> progetto “Ti voglio bere” ha tracciato<br />
<strong>il</strong> solco in cui innestare una iniziativa corale<br />
che coinvolga e metta a sistema i Comuni, l’Autorità<br />
d’Ambito, gli Enti addetti ai controlli, <strong>il</strong> volontariato<br />
ambientale e i gestori dei servizi, partendo dal<br />
principio -che prendiamo in prestito proprio da una<br />
campagna di Mineracqua, associazione delle aziende<br />
imbottigliatrici- che “da un’informazione trasparente<br />
nascono scelte libere”.<br />
St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 35
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Ogni territorio ha le sue criticità e le sue eccellenze, bisogni diversi, differenze culturali e sociali.<br />
Ogni intervento per migliorare la qualità della vita dei luoghi che viviamo, per avere concretezza e successo,<br />
deve tenere conto di tutto questo. É quello che fanno con passione, giorno per giorno, i volontari dei circoli di<br />
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