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Allegato a “La Vite & <strong>il</strong> Pioppo”. Reg. Tribunale di S. Maria C. V. n.611 23/12/03 - ISSN 2039-9510<br />

T.V.B.<br />

TiV TiVoglio glio<br />

r o<br />

r<br />

Be e<br />

sana<br />

disponib<strong>il</strong>e<br />

libera<br />

fac<strong>il</strong>e<br />

controllata<br />

conveniente<br />

leggera<br />

trasparente<br />

ecologica<br />

st<strong>il</strong>i di consumo e qualità<br />

dell’acqua di rubinetto<br />

nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

PROGETTO DI RICERCA<br />

E RISULTATI


Allegato al Periodico di Ambiente, Cultura e Sv<strong>il</strong>uppo Locale del<br />

Centro Regionale per l’Educazione Ambientale e lo Sv<strong>il</strong>uppo<br />

Sostenib<strong>il</strong>e “La Vite & <strong>il</strong> Pioppo”. Registrato al Tribunale di S. Maria<br />

Capua Vetere n.611 del 23/12/03<br />

Stampa Tipografia Bianco, Aversa<br />

ISSN 2039-9510 La Vite & <strong>il</strong> pioppo<br />

Il progetto di Ricerca “T.V.B. Ti voglio bere” è stato<br />

coordinato da:<br />

Paola Pascale<br />

Esperta in economia delle risorse alimentari<br />

e dell’ambiente<br />

Team di ricerca:<br />

Giovanni D’Errico<br />

Biologo, esperto nel trattamento acque<br />

Orazio Pascale<br />

Tecnico ambientale, esperto nel trattamento acque<br />

e 6sigma<br />

Giancarlo Chiavazzo<br />

Responsab<strong>il</strong>e scientifico <strong>Legambiente</strong> Campania<br />

Antonio Pascale<br />

Ingegnere chimico, Presidente del Circolo<br />

<strong>Legambiente</strong> Geof<strong>il</strong>os<br />

Teresa Ubaldini<br />

Responsab<strong>il</strong>e dello Sportello Ambiente e Legalità<br />

di Succivo<br />

Hanno collaborato (analisi dati e Minitab):<br />

Raffaele Di Micco,<br />

Ing. Elettronico e MBB 6sigma<br />

Federica Minut<strong>il</strong>lo<br />

D.ssa in Scienze Ambientali<br />

Si ringrazia:<br />

Stefano Ciafani<br />

Responsab<strong>il</strong>e scientifico di <strong>Legambiente</strong><br />

Viviana Valentini<br />

Ufficio scientifico di <strong>Legambiente</strong><br />

Gennaro Castaldi<br />

Presidente C.S.V. Asso.Vo.Ce<br />

Iniziativa realizzata dai circoli di <strong>Legambiente</strong> Geof<strong>il</strong>os<br />

Succivo, A. Petteruti Sessa Aurunca e Pietramelara<br />

nell’ambito delle attività di ricerca del Centro di Servizi per<br />

<strong>il</strong> Volontariato della provincia di <strong>Caserta</strong> CSV Asso.Vo.Ce.<br />

T.V.B.<br />

Indice<br />

TiV TiVoglio glio<br />

r o<br />

r<br />

Be e<br />

sana<br />

disponib<strong>il</strong>e<br />

libera<br />

fac<strong>il</strong>e<br />

controllata<br />

conveniente<br />

leggera<br />

trasparente<br />

ecologica<br />

st<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua<br />

di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

3. Bene comune o prodotto di largo consumo?<br />

4. Il CSV e i progetti di ricerca<br />

5. Acqua del rubinetto<br />

6. L’acqua potab<strong>il</strong>e in Campania<br />

8. L’acqua in Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

Inquadramento amministrativo<br />

Competenze in materia di risorsa idrica e difesa del suolo<br />

Orografia del territorio<br />

Idrografia del territorio: le cinque arterie<br />

Le sorgenti e i pozzi<br />

10. I sistemi acquedottistici<br />

12. Perchè una ricerca si chiama T.V.B.<br />

13. L’indagine demoscopica<br />

Gli obiettivi della ricerca<br />

La metodologia ut<strong>il</strong>izza<br />

14. I risultati dell’analisi descrittiva<br />

Le caratteristiche socio-demografiche<br />

Il rapporto tra i cittadini e l’acqua<br />

La percezione dei consumi d’acqua<br />

Lo st<strong>il</strong>e di vita<br />

Il consumo di acqua da bere<br />

Focus sull’acqua confezionata<br />

La conoscenza del referendum<br />

L’analisi multivariata: conclusioni<br />

24. L’indagine sulla qualità dell’acqua di rubinetto<br />

27. Il campionamento strutturato<br />

30. Una ricerca nella ricerca, nella ricerca<br />

31. Alla ricerca dei dati di qualità dell’acqua “del Sindaco”<br />

34. Il futuro dell’acqua - Riflessioni conclusive della ricerca TVB


Bene comune o prodotto di largo consumo?<br />

Grandi calciatori e soubrette dal fisico perfetto<br />

ce la presentano come fonte della salute e antidoto<br />

per la bellezza. L’appello della particella<br />

di sodio che cerca compagnia fa eco nella nostra mente<br />

e nel nostro vocabolario la plin plin ha preso <strong>il</strong> posto<br />

della pipì. Il bombardamento mediatico sulle proprietà<br />

delle acque minerali, da un lato, e l’assenza quasi totale<br />

di informazioni sulla qualità dell’acqua che esce dal<br />

rubinetto di casa, dall’altro, hanno costruito l’idea che<br />

quella che esce dal rubinetto è un’acqua di cui è bene<br />

non fidarsi.<br />

L’immaginario collettivo di una Provincia devastata dal<br />

punto di vista ambientale, della terra di Gomorra, poi,<br />

contribuisce ad accrescere dubbi e preoccupazioni su<br />

un gesto che solo qualche anno fa era tra i più spontanei<br />

nel nostro quotidiano: ho sete, apro la fontana,<br />

riempio <strong>il</strong> bicchiere, bevo.<br />

Oggi, tutto ciò non è più così scontato. Anche tra noi<br />

ambientalisti, diciamolo. Che acqua beviamo?<br />

Soprattutto, che acqua diamo da bere ai nostri figli?<br />

L’interrogativo si fa ancora più inquietante, per noi che<br />

abbiamo sempre sostenuto che l’acqua del rubinetto è<br />

buona, giusta, economica e controllata, che solo qualche<br />

mese fa abbiamo portato 27 m<strong>il</strong>ioni di persone a<br />

votare contro la privatizzazione e che in tutti i rubinetti<br />

di casa abbiamo installato i riduttori di flusso.<br />

Allora, quel gesto che sarà pure naturale per un abitante<br />

delle alture del Matese o di Roccamonfina, per<br />

chi -come me- vive nel territorio aversano, assume tutto<br />

un altro significato, quasi a diventare una sorta di<br />

sfida alle ecomafie che ci inquinano, alle istituzioni che<br />

ci ignorano, alle multinazionali che comprano i nostri<br />

gesti.<br />

Il progetto di ricerca “T.V.B., ti voglio bere” nasce per<br />

provare a sfatare questi stereotipi.<br />

Nell’anno dei referendum per l’acqua e i servizi pubblici,<br />

nel momento forse più diffic<strong>il</strong>e di una crisi finanziaria<br />

che va a colpire soprattutto i ceti sociali più deboli,<br />

ci siamo cimentati in questa indagine, la prima di questo<br />

tipo in Italia, in cui le impressioni dei cittadini sono<br />

state “lette” insieme ai dati analitici dell’acqua.<br />

Un progetto che, oltre alla vasta rete dei circoli (in Provincia<br />

di <strong>Caserta</strong> come in Italia, <strong>Legambiente</strong> rappresenta<br />

l’organizzazione ambientalista di gran lunga più<br />

diffusa) e un centinaio di volontari di <strong>Legambiente</strong>, è<br />

entrato in 20 Comuni, negli uffici dell’ARPAC, nelle ASL<br />

e nei laboratori della SEA, società che ha sostenuto le<br />

analisi e partner tecnico del progetto, ma soprattutto<br />

si è basato sul dialogo con centinaia di nostri concittadini.<br />

Un progetto che ha raccolto e analizzato oltre<br />

20.000 dati, con l’esperienza di chi conosce le problematiche<br />

del territorio ma senza rinunciare al rigore<br />

scientifico che caratterizza da sempre <strong>il</strong> nostro modo di<br />

interpretare l’ambientalismo.<br />

Antonio Pascale<br />

Non ci sconvolge, quindi che, dall’indagine T.V.B. viene<br />

fuori che pregiudizi, pubblicità, sfiducia nei controlli e<br />

nei controllori, insieme ai problemi nella gestione fanno<br />

sì che una quantità impressionante di nostri conterranei,<br />

ben l’83%, beve acqua imbottigliata.<br />

Spendendo tra i 200 e i 500 euro all’anno.<br />

Se poi valorizziamo benzina e tempo impiegato per l’acquisto<br />

delle bottiglie e <strong>il</strong> trasporto a casa e chiudiamo<br />

<strong>il</strong> cerchio considerando anche lo smaltimento dei rifiuti<br />

prodotti, ci rendiamo conto di quali vantaggi per <strong>il</strong> portafoglio<br />

potrebbe portare un semplice cambiamento del<br />

nostro st<strong>il</strong>e di vita.<br />

Tra l’altro, a ben guardare, i soldi spesi per la minerale<br />

servono non tanto a pagare la materia prima, ma tutte<br />

le altre voci che gravitano attorno al business dell'acqua:<br />

pubblicità, trasporto, imballaggio.<br />

Allora, che sia una questione economica, di comodità<br />

o di attenzione all’ambiente una cosa è certa: anche<br />

la qualità dell’acqua e <strong>il</strong> nostro approccio verso questo<br />

bene comune dipendono sì dalla nostra capacità di<br />

consumo critico ma anche e soprattutto dal modo di<br />

interpretare <strong>il</strong> nostro ruolo di cittadini.<br />

È bene che noi donne e uomini di Terra di Lavoro iniziamo<br />

a pretendere che le istituzioni facciano la loro<br />

parte, a cominciare dai Comuni, che ancora una volta<br />

appaiono essere l’anello debole della catena, ma allo<br />

stesso tempo costituiscono l’anello più importante perché<br />

più vicino al cittadino. Del resto, come vedrete dalle<br />

pagine che seguono, anche in fatto di acqua, l’informazione<br />

e la trasparenza sono la chiave del cambiamento.<br />

Allora, minerale o rubinetto? Rubinetto, grazie, anche<br />

in Terra di Lavoro.<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 3


IL CSV e I PROGeTTI dI RICeRCA<br />

Il CSV Asso.Vo.Ce. - Associazione per <strong>il</strong> Volontariato<br />

<strong>Caserta</strong>no - si è costituito nell’apr<strong>il</strong>e del 2004, a<br />

conclusione di un complesso percorso regionale<br />

avviato nel dicembre del 2001, che ha coinvolto oltre<br />

60 Associazioni Regionali che diedero vita al Comitato<br />

Promotore per i Centri di Servizio in Campania.<br />

Il CSV di <strong>Caserta</strong>, denominato Asso.Vo.Ce., ha compiti<br />

relativi alla crescita della cultura della solidarietà, alla<br />

promozione del Volontariato, alla consulenza e all’assistenza<br />

qualificata a volontari ed associazioni, alla<br />

formazione e alla qualificazione, all’informazione e alla<br />

documentazione. In particolare al fine di fornire un supporto<br />

d<strong>il</strong>igente alle associazioni in termini di conoscenza<br />

e informazioni è stata istituita l’area ricerca, curata<br />

dalla dr.ssa Pasqualina Campagnuolo, che viene intesa<br />

come opportunità di governance, come risorsa per lo sv<strong>il</strong>uppo<br />

sociale, del sistema di welfare locale e regionale,<br />

in termini di produzione e ut<strong>il</strong>izzo degli interventi e dei<br />

servizi, coerente con gli indirizzi della programmazione<br />

e di impatto efficace delle politiche. In tale area l’impegno<br />

del CSV Asso.Vo.Ce si dipana su due versanti :<br />

quello interno, realizzando e promuovendo ricerche che<br />

indagano fenomeni ritenuti sensib<strong>il</strong>i per le Associazioni<br />

di volontariato (OdV) e quello esterno, supportando le<br />

associazioni ad impegnasi in azioni di ricerca attraverso<br />

i bandi di idee ricerca. L’ iniziativa dei bandi di idee<br />

ricerca, mirata ad offrire opportunità e conoscenze alle<br />

organizzazioni di volontariato per orientare la progettualità<br />

e per trovare l’opzione che più efficacemente consente<br />

di perseguire un determinato obiettivo. Nell’ottica<br />

del CSV Asso.Vo.Ce., <strong>il</strong> bando di idee ricerca mette in<br />

connessione fenomeni, alimenta dubbi e opinioni, esplora<br />

nuovi campi di intervento per dare risposte a nuovi<br />

bisogni. La prima ricerca realizzata dal CSV Asso.Vo.Ce<br />

dal titolo “ Attuazione della legge quadro 328/00. Le associazioni<br />

di volontariato e le istituzioni si confrontano”,<br />

è stata una ricerca azione condotta dal prof. Salvatore<br />

D’Angelo dell’ IRS e dal prof Aldo Eramo dell’Università<br />

Federico II di Napoli, coadiuvati da un competente gruppo<br />

di giovani ricercatori. Il suddetto lavoro ha avuto l’obiettivo<br />

di dare alle associazioni di volontariato (OdV)<br />

le informazioni e la formazione necessaria per riconfermare<br />

o diventare protagoniste della progettazione volta<br />

a realizzare <strong>il</strong> sistema integrato di interventi e servizi<br />

sociali.<br />

Il secondo lavoro di ricerca ha riguardato la realizzazione<br />

del I° Report “Le associazioni di volontariato della<br />

provincia di <strong>Caserta</strong>” che ha esplorato la dimensione,<br />

complessa e sorprendente, del volontariato casertano<br />

: a dispetto di una visib<strong>il</strong>ità spesso ridotta, infatti, è<br />

emerso chiaramente l’immagine di un mondo associativo<br />

ben radicato, organizzato – a volte anche secondo<br />

modelli manageriali - e cap<strong>il</strong>larmente diffuso su tutto <strong>il</strong><br />

territorio. L’inchiesta ha permesso di realizzare una panoramica<br />

sulle attività, le finalità sociali e le modalità di<br />

azione delle associazioni di volontariato.<br />

4 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

Naturale prosieguo del I° Report è stata la ricerca “Motivazioni<br />

e vissuti organizzativi. Un’indagine sui volontari<br />

della provincia di <strong>Caserta</strong>”, realizzata in collaborazione<br />

con la Facoltà di Psicologia della Seconda Università di<br />

Napoli. Il lavoro, condotto dal prof. Alessandro Lo Presti,<br />

ha <strong>il</strong> pregio di aver indagato sulle motivazioni che<br />

spingono i volontari ad impegnarsi nel sociale, evidenziando<br />

criticità e potenzialità dell’azione volontaria. L’obiettivo<br />

è stato quello di sv<strong>il</strong>uppare una riflessione sulle<br />

strutture organizzative interne delle OdV, evidenziando<br />

che le associazioni di volontariato possiedono una loro<br />

specifica struttura interna che può promuovere o meno<br />

<strong>il</strong> benessere di chi opera all’interno delle stesse, con<br />

un’influenza anche sensib<strong>il</strong>e sui “servizi” offerti.<br />

Attualmente, <strong>il</strong> CSV Asso.Vo.Ce con <strong>il</strong> patrocinio della<br />

Facoltà di Sociologia della Università degli Studi di<br />

Napoli “Federico II” ha avviato una ricerca dal titolo<br />

“La realizzazione del sistema integrato dei servizi sociosanitari<br />

in provincia di <strong>Caserta</strong>”. L’obiettivo è quello di<br />

analizzare l’innovazione prodotta nel campo delle politiche<br />

sociali, ricostruendo lo stato dell’arte della programmazione<br />

sociale nei dieci ambiti territoriali della<br />

provincia di <strong>Caserta</strong>.<br />

La ricerca intende promuovere la partecipazione di tutti<br />

i soggetti attivi nella realizzazione del welfare locale al<br />

fine di attivare sinergie che possano moltiplicare gli effetti<br />

della ricerca nel medio e lungo periodo.<br />

La ricerca T.V.B.: ti voglio bere!, realizzata dall’associazione<br />

Circolo <strong>Legambiente</strong> “GEOFILOS” in partnership<br />

con i circoli <strong>Legambiente</strong> Petteruti e Pietramelara, costituisce<br />

<strong>il</strong> primo esempio di ricerca sui comportamenti e<br />

sulle abitudini di consumo dell’acqua dei cittadini della<br />

provincia di <strong>Caserta</strong>, nonché sulla sua qualità.<br />

Tale ricerca presenta un duplice interesse, <strong>il</strong> primo è relativo<br />

alla sua unicità, soprattutto in relazione al territorio<br />

della provincia di <strong>Caserta</strong>; <strong>il</strong> secondo è connesso alla<br />

r<strong>il</strong>evanza della risorsa acqua e alla necessità di salvaguardarla,<br />

informando ed educando opportunamente<br />

i cittadini. L’aspetto stimolante è che tale ricerca aiuta<br />

nella comprensione, nella rappresentazione e nella problematizzazione<br />

delle abitudini di consumo dell’acqua<br />

in provincia di <strong>Caserta</strong>, sistematizzando e ordinando gli<br />

elementi che compongono una questione sociale, interpretando<br />

la complessità del fenomeno, ma contemporaneamente<br />

mettendo in dubbio ‘<strong>il</strong> senso comune’ e gli<br />

stereotipi per cui la “nostra acqua” è di pessima qualità,<br />

in un circolo virtuoso dove i dati r<strong>il</strong>evati scientificamente<br />

e la esperienza si alimentano a vicenda.<br />

Rivolgo un ringraziamento non formale a quanti hanno<br />

collaborato, a vario titolo, alla buona elaborazione di<br />

questa ricerca perché <strong>il</strong> volontariato ha nella salvaguardia<br />

e nella costruzione del bene pubblico la sua ragion<br />

d’essere elettiva.<br />

Gennaro Castaldi<br />

Presidente di Asso.Vo.Ce. <strong>Caserta</strong>


Acqua del rubinetto<br />

Controllata, economica e rispettosa dell’ambiente<br />

Stefano Ciafani e Viviana Valentini<br />

Nonostante l’acqua di casa sia controllata, economica<br />

e rispettosa dell’ambiente, in Italia rimane<br />

alta la sfiducia nei confronti della qualità di ciò<br />

che esce dai rubinetti. Secondo l’Istat (1), <strong>il</strong> 32,8% delle<br />

famiglie italiane non si fida a berla ma senza un motivo<br />

fondato. La normativa vigente in Italia in merito di qualità<br />

dell’acqua destinate al consumo umano (2) infatti<br />

garantisce controlli elevati e frequenti sui 62 parametri<br />

di qualità fisica, chimica e batteriologica indicati per definirne<br />

la potab<strong>il</strong>ità, i cui valori limite stab<strong>il</strong>iti a protezione<br />

della salute sono stati individuati sulla base delle<br />

indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.<br />

I controlli previsti sono duplici, sia a carico del Gestore<br />

del Servizio Idrico Integrato, sia delle ASL insieme alle<br />

Arpa territorialmente competenti, per una maggiore garanzia<br />

di trasparenza e di tutela per i cittadini. Oltre ai<br />

cosiddetti controlli di routine, finalizzati a fornire a intervalli<br />

regolari informazioni sulla qualità dell’acqua, la<br />

normativa prevede ulteriori controlli di verifica per accertare<br />

che tutti i parametri siano rispettati e per capire<br />

l’eventuale necessità di interventi per riportare i valori<br />

sotto i limiti accettab<strong>il</strong>i. Inoltre, <strong>il</strong> numero minimo di<br />

controlli annuali è stab<strong>il</strong>ito secondo i volumi erogati, e si<br />

lascia la possib<strong>il</strong>ità di procedere a controlli più frequenti<br />

in base alle caratteristiche degli impianti e dei sistemi di<br />

distribuzione. Molte delle aziende che gestiscono <strong>il</strong> servizio<br />

idrico in Italia hanno scelto la strada della precauzione<br />

effettuando un numero di controlli e di analisi di<br />

gran lunga superiore a quelli minimi previsti per legge, e<br />

i risultati di questi analisi in diversi casi vengono comunicati<br />

in modo trasparente ai cittadini in varie forme, allegati<br />

alla bolletta dell’acqua, o tramite i tradizionali canali<br />

di comunicazione (stampa locale, sito internet). Non<br />

appena uno di questi parametri viene superato, spetta ai<br />

Sindaci adottare specifiche ordinanze di limitazione del<br />

consumo di acqua potab<strong>il</strong>e sotto indicazione delle Asl e<br />

delle Arpa, e di adottare misure per garantire comunque<br />

l’approvvigionamento idrico ai cittadini.<br />

La sfiducia dei cittadini deriva da molti fattori, tra cui la<br />

forte comunicazione pubblicitaria delle aziende imbottigliatrici<br />

che promuovono l’acqua minerale come un rimedio<br />

quasi miracoloso a molti problemi di salute o di linea.<br />

Le aziende che imbottigliano acqua minerale fanno<br />

anche disinformazione sul problema del superamento di<br />

alcuni valori limite che hanno portato le autorità locali<br />

a richiedere la deroga per alcuni parametri, ma è bene<br />

ricordare che stiamo parlando di una porzione limitatissima<br />

d’Italia. Le richieste di deroghe nel 2003 erano<br />

state avanzate da 10 Regioni su 10 parametri, nel 2010<br />

questo numero si è ridotto a 6 su 3 parametri (arsenico,<br />

boro, fluoro). Il problema riguarda solo 1,5 m<strong>il</strong>ioni di<br />

persone (quindi <strong>il</strong> 2% della popolazione italiana) e questa<br />

diminuzione dimostra che con adeguati interventi e investimenti<br />

è possib<strong>il</strong>e garantire a tutti i cittadini acqua<br />

potab<strong>il</strong>e a tutela della salute. Oltre alla garanzia dei controlli,<br />

si deve anche ricordare che l’acqua del rubinetto<br />

ha un costo decisamente basso, che incide per meno<br />

dell’1% sulla spesa mens<strong>il</strong>e di una famiglia media italiana<br />

(3), e i notevoli vantaggi dal punto di vista ambientale<br />

in termini di rifiuti in plastica risparmiati e di emissioni<br />

di CO2 evitate sia dalla produzione che dal trasporto<br />

dell’acqua in bottiglia. Insomma sono tanti i motivi per<br />

bere acqua di rubinetto. E allora buona bevuta a tutti!<br />

1 - ISTAT, Focus Statistiche, Giornata Mondiale dell’acqua, 21 marzo 2011; 2<br />

- Decreti legislativi n. 31/2001 e n. 27/2002, attuativi della Direttiva Europea<br />

98/83/CE; 3 - Fonte: Ut<strong>il</strong>itas 2007. Valutazione fatta per una famiglia di 3 componenti.<br />

Il peso del servizio idrico incide per lo 0,7% sulla spesa media mens<strong>il</strong>e<br />

totale, pari a circa €19,7.<br />

GRUPPO SeA e SePA SUd<br />

Il Laboratorio Analisi di SEA vanta un’esperienza consolidata nelle<br />

analisi chimiche e chimico-fisiche su matrici ambientali tra le quali<br />

acque destinate al consumo umano, acque superficiali, acque sotterranee,<br />

acque di scarico, emissioni in atmosfera, terreni, fanghi e<br />

rifiuti e analisi microbiologiche su acque destinate al consumo umano,<br />

acque superficiali, acque sotterranee, alimenti, superfici e aria<br />

ambientale con procedure analitiche in grado di soddisfare gli standard<br />

normativi richiesti dalla clientela e dalla legislazione nazionale.<br />

Le principali metodiche ut<strong>il</strong>izzate sono ufficiali nazionali e internazionali<br />

e sono accreditate SINAL, accreditamento che garantisce<br />

al cliente la conformità delle prove accreditate secondo la norma<br />

UNI CEI EN ISO IEC 17025. Il Laboratorio di SEA è inoltre accreditato<br />

presso <strong>il</strong> Ministero della Salute per <strong>il</strong> monitoraggio della sicurezza<br />

alimentare, e dunque per l’effettuazione di analisi chimiche e microbiologiche,<br />

è in possesso di Certificazione ISO 9001 e ISO 14001 per<br />

la consulenza in materia di sicurezza e tutela dell’ambiente, per la<br />

certificazione dei sistemi di gestione volontari; gestione e manutenzione<br />

di impianti di depurazione acque; laboratorio di analisi chimiche,<br />

microbiologiche ed alimentari; servizio di medicina ed igiene<br />

del lavoro.<br />

Professionalità certificata, una pluralità di competenze e un’esperienza<br />

solida. Sono questi i requisiti che hanno dato vita a SEPA<br />

SUD, l’Azienda nata per l’ ambiente. Nello specifico, SEPA si occupa<br />

di consulenza ambientale, bonifica siti contaminati, progettazione,<br />

realizzazione e gestione impianti di depurazione e smaltimento rifiuti,<br />

monitoraggio ed analisi inquinanti, analisi ed emissioni in atmosfera,<br />

inquinamento elettromagnetico, rumore ed inquinamento<br />

acustico, comunicazione e formazione nel settore ambientale e della<br />

sicurezza, smaltimento rifiuti industriali.<br />

SEA è riconosciuta, su tutto <strong>il</strong> territorio<br />

nazionale, come partner globale<br />

nella consulenza e nella erogazione di<br />

servizi in materia di Ambiente, Qualità,<br />

Sicurezza sul lavoro ed Analisi di<br />

Laboratorio.<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 5


L’acqua potab<strong>il</strong>e in Campania<br />

Dalla legge Galli alla Legge n.42 del 2010. Lo stato dell’arte dell’acqua potab<strong>il</strong>e nel territorio regionale<br />

Con la legge Galli (L.36/94) in Italia si è sancita l’esigenza di operare<br />

una profonda riforma dei Servizi Idrici con l’obiettivo di superare<br />

l’estrema frammentazione delle gestioni, integrare anche<br />

funzionalmente <strong>il</strong> ciclo delle acque associando in maniera vincolante<br />

acquedotto, fognatura e depurazione, favorire gli ingenti investimenti<br />

necessari e rendere più efficienti le gestioni informandole ad un approccio<br />

industriale. In conseguenza, dal 1997 anche in Campania è stato<br />

disposto che i Servizi Idrici da fornire ai cittadini fossero organizzati<br />

unitariamente in territori vasti, i cosiddetti Ambiti Territoriali Ottimali<br />

(ATO), individuati sulla base prevalente di criteri tecnico funzionali connessi<br />

alle caratteristiche fisiografiche e allo sv<strong>il</strong>uppo delle reti di infrastrutture<br />

idriche. In tal senso <strong>il</strong> territorio regionale è stato suddiviso in<br />

quattro ATO, “1 Calore Irpino”, “2 Napoli Volturno”, “3 Sarnese Vesuviano”<br />

e “4 Sele”, comprendenti ognuno comuni di più province. Oggi, comunque,<br />

a parte la suddivisione in ATO, la riforma in Campania risulta<br />

essere rimasta al palo proprio negli aspetti fondanti: basta pensare che<br />

invece delle 4 gestioni unitarie previste (una per ogni ATO) se ne contano<br />

ancora ben oltre 200 solo considerando l’acquedotto (tabella 1)!<br />

ATO Comuni Gestori di Acquedotto % frammentazione<br />

1 Calore Irpino 195 44 (di cui 39 comunali) 22%<br />

2 Napoli Volturno 136 92 (di cui 86 comunali) 67%<br />

3 Sarnese Vesuviano 76 1 (di cui 0 comunali) 0%<br />

4 Sele 144 81 (di cui 76 comunali) 56%<br />

Tot Campania 551 218 (di cui 201 comunali) 39%<br />

tabella n.1 - Suddivisione in ATO del territorio regionale - elaborazione <strong>Legambiente</strong><br />

Campania su dati Piani di Ambito e Gestori<br />

Questa estrema frammentazione costituisce causa di forte pregiudizio<br />

al conseguimento di adeguati livelli qualitativi e quantitativi del Servizio<br />

Idrico, nonché alla relativa efficacia, efficienza ed economicità.<br />

A complicare le cose ci si è poi messa la previsione, recata nella legge<br />

finanziaria regionale del 2007, della divisione di uno degli ATO, <strong>il</strong> “2 Napoli<br />

Volturno”, in due distinti ulteriori ATO in corrispondenza del limite<br />

amministrativo delle province interessate di Napoli e <strong>Caserta</strong>, contraddicendo<br />

così <strong>il</strong> principio fondamentale della integrazione territoriale e<br />

funzionale (vedi figura in basso).<br />

6 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

Giancarlo Chiavazzo<br />

Attualmente, quindi, in Campania<br />

sono presenti, almeno formalmente,<br />

cinque ATO. Solo per i quattro ATO<br />

originari è stato tuttavia predisposto<br />

<strong>il</strong> Piano d’Ambito, cioè lo strumento<br />

previsto dalla normativa per definire:<br />

<strong>il</strong> modello gestionale e organizzativo,<br />

<strong>il</strong> piano finanziario degli investimenti,<br />

<strong>il</strong> programma degli interventi e i tempi<br />

di attuazione, la tariffa e la relativa articolazione,<br />

gli obiettivi e gli standard<br />

di qualità del Servizio Idrico. Piani tra<br />

l’altro non più aggiornati dalla prima<br />

stesura risalente al 2003.<br />

Solo in due dei quattro ATO è stata affidata,<br />

seppure parzialmente, la gestione<br />

del Servizio Idrico Integrato, cioè si<br />

è individuato <strong>il</strong> soggetto attuatore del<br />

Piano d’Ambito. In tutti i casi, comunque,<br />

la comparazione delle prestazioni<br />

che si r<strong>il</strong>evano sia sul fronte acquedottistico<br />

che fognario-depurativo non lascia<br />

dubbi sul fatto che risulta ancora<br />

lontana la gestione unitaria dei Servizi<br />

Idrici e <strong>il</strong> conseguimento degli auspicati<br />

obiettivi di razionalizzazione degli<br />

usi della risorsa. Dulcis in fundo, nel<br />

frattempo, a peggiorare la situazione è<br />

sopraggiunta la Legge dello Stato n. 42<br />

del 2010 con la quale si è disposto che<br />

gli Enti d’ATO, cioè i soggetti pubblici<br />

a cui era demandato di amministrare i<br />

Servizi Idrici, fossero soppressi.


La Campania risulta disporre di ottime fonti di approvvigionamento<br />

per fini idropotab<strong>il</strong>i, essendo esse in prevalenza di origine<br />

sotterranea. Al riguardo, inoltre, la Regione si configura come<br />

“snodo”, poiché, oltre alla produzione endogena, si realizzano importanti<br />

trasferimenti idrici da e verso di essa. La Campania è<br />

infatti “creditrice” di acqua nei confronti della Puglia e, marginalmente,<br />

della Bas<strong>il</strong>icata, mentre è “debitrice” nei confronti del<br />

Lazio e del Molise (Tabella 2).<br />

- Trasferimenti<br />

totale<br />

Flussi Mm3/<br />

anno<br />

m3/s Mm3/<br />

anno<br />

Trasferimenti<br />

idropotab<strong>il</strong>e<br />

m3/s Mm3/<br />

anno<br />

Trasferimenti<br />

irriguo<br />

m3/s<br />

Molise > Campania 106.7 3.38 106.7 3.38 0.0 0.0<br />

Lazio > Campania 114.5 3.63 114.5 3.63 0.0 0.0<br />

Campania > Puglia 217.4 6.89 177.7 5.64 39.7 1.26<br />

Campania > Bas<strong>il</strong>icata 16.1 0.51 5.0 0.16 11.1 0.35<br />

Molise > Puglia 106.6 3.38 61.0 1.93 45.6 1.45<br />

Bas<strong>il</strong>icata > Puglia 270.3 8.57 211.0 6.69 44.3 1.40<br />

Bas<strong>il</strong>icata > Calabria<br />

Uso Idropotab<strong>il</strong>e<br />

11.1 0.35 1.9 0.06 9.2 0.29<br />

Volumi prodotti alle fonti regionali: 866,0 Mm3/anno (27,46 m3/s)<br />

Volumi trasferiti in regione: 221,2 Mm3/anno (7,01 m3/s)<br />

Volumi trasferiti fuori regione: 182,7 Mm3/anno (5,79 m3/s)<br />

Disponib<strong>il</strong>ità in regione: 904,5 Mm3/anno (28,68 m3/s)<br />

tabella n.2 - Acqua potab<strong>il</strong>e in Campania - Elaborazione <strong>Legambiente</strong> Campania<br />

su dati Piano di Gestione del Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale<br />

Quindi, ogni campano risulta disporre mediamente di circa 427<br />

litri di acqua al giorno per l’uso idropotab<strong>il</strong>e, una quantità decisamente<br />

di tutto rispetto. Purtroppo, quest’acqua non arriva<br />

tutta ut<strong>il</strong>mente a destinazione in quanto si verificano r<strong>il</strong>evanti<br />

perdite di rete, sia reali, cioè dovute a rotture delle tubature e a<br />

sfiori da serbatoi, che per mancata fatturazione, come nel caso<br />

delle utenze pubbliche e degli allacci abusivi, che nel complesso<br />

ammontano a circa <strong>il</strong> 40% dei volumi immessi in rete. Entrambe<br />

le tipologie di perdite sono estremamente deleterie e se ne è chiaro<br />

<strong>il</strong> motivo per quelle reali non lo è analogamente per quelle connesse<br />

alla mancata fatturazione. Per esse, infatti, occorre pensare<br />

che non agisce alcun disincentivo, come la tariffa, al consumo<br />

dissipativo della risorsa.<br />

D’altro canto è anche per tali motivi che continuano ad essere<br />

significative le evenienze di irregolarità nella erogazione, soprattutto<br />

nei periodi estivi in concomitanza della maggiore richiesta<br />

idrica. In Regione nel 2009 oltre <strong>il</strong> 14% delle famiglie risulta aver<br />

lamentato irregolarità nella erogazione dell’acqua (ISTAT - “La<br />

vita quotidiana 2009”).<br />

Qualità delle acque campane<br />

Passando alla qualità, si può affermare che<br />

dai rubinetti dei campani fuoriesce in generale<br />

acqua potab<strong>il</strong>e, che presenta cioè caratteristiche<br />

conformi ai limiti disposti dalla<br />

normativa vigente in materia di acque destinate<br />

al consumo umano. Un’eccezione è<br />

invece rappresentata dal caso di 14 comuni<br />

dell’Area Vesuviana per i quali da anni<br />

sono adottate deroghe ai limiti del parametro<br />

Fluoro, presente in eccesso in ragione delle<br />

caratteristiche geologiche dell’area di produzione<br />

dell’acqua. Per risolvere <strong>il</strong> problema si<br />

dovrà attendere <strong>il</strong> completamento di una serie<br />

di interventi, in corso di realizzazione, che<br />

consentiranno la miscelazione delle acque<br />

locali con altre di diversa origine e quindi di<br />

mantenere sotto i valori limite la presenza del<br />

Fluoro. Sempre in termini di qualità, un’altro<br />

aspetto di estrema importanza è sicuramente<br />

quello della gradevolezza dell’acqua di rubinetto,<br />

visto che purtroppo risulta talora insufficiente<br />

a causa della presenza di caratteri<br />

organolettici, quali torbidità, colore, odore o<br />

sapore, indesiderati. Queste disfunzioni vanno<br />

in generale imputate alla inadeguatezza<br />

delle reti di trasporto, sia quelle pubbliche<br />

(acquedotti) che quelle private (domestiche),<br />

e/o dei processi di potab<strong>il</strong>izzazione a cui sono<br />

sottoposte le acque. Le ottime acque alle sorgenti<br />

possono infatti modificare sensib<strong>il</strong>mente<br />

le caratteristiche organolettiche lungo <strong>il</strong><br />

percorso che compiono fino al rubinetto. Per<br />

ovviare occorre provvedere al rinnovamento<br />

delle condutture vetuste e di scarsa qualità<br />

e all’aggiornamento degli impianti di potab<strong>il</strong>izzazione,<br />

la cui gestione deve inoltre essere<br />

affidata a personale con elevata competenza e<br />

adeguatamente organizzato. Per ottenere ciò<br />

è necessario far ripartire <strong>il</strong> settore idrico e realizzare<br />

gli importanti investimenti necessari.<br />

Come già detto, <strong>il</strong> fatto che i Servizi Idrici e la<br />

relativa riforma permangono in uno stato di<br />

stallo tende inesorab<strong>il</strong>mente ad allontanare <strong>il</strong><br />

conseguimento degli obiettivi di qualità auspicati<br />

e quindi anche la possib<strong>il</strong>ità di disporre<br />

al rubinetto di acqua non solo potab<strong>il</strong>e ma<br />

anche gradevole. Così, la più emblematica e<br />

al contempo paradossale conseguenza sta nel<br />

(eccessivo) ricorso alle acque in bottiglia, con<br />

quantità pro capite consumate che collocano<br />

l’Italia tra le prime nazioni al mondo.<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 7


L’acqua in Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

Un territorio ricco, vasto, complesso e geomorfologicamente disomogeneo<br />

1. Inquadramento<br />

amministrativo<br />

Il territorio della Provincia di <strong>Caserta</strong> si estende su una<br />

superficie di circa 264 m<strong>il</strong>a ettari ed è suddiviso in 104<br />

comuni, con una popolazione residente pari a 897.820<br />

unità.<br />

La popolazione residente si distribuisce in 4 ambiti insediativi<br />

in maniera disomogenea: l’87% circa si concentra<br />

negli ambiti di <strong>Caserta</strong> (47%), Aversa (29%) e<br />

del Litorale Domitio (11%); <strong>il</strong> restante 13% è distribuito<br />

nei territori collinari di Teano, Mignano Monte Lungo e<br />

Piedimonte Matese (Istat ultimo censimento).<br />

figura n.1 - Ambiti Insediativi Fonte: “Piano territoriale di coordinamento<br />

provinciale – Rapporto Ambientale” del Gennaio 2010<br />

della Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

3. Orografia del Territorio<br />

Nel complesso le aree montuose ricoprono l’8,7% del<br />

territorio, quelle collinari <strong>il</strong> 56,3% e quelle pianeggianti<br />

<strong>il</strong> 35,0%. L’altimetria del territorio varia dalla quota<br />

marina ai circa 1.500 m s.m. del massiccio del Matese.<br />

Procedendo da Nord verso Sud, <strong>il</strong> territorio è caratterizzato<br />

dalla presenza di numerosi r<strong>il</strong>ievi montuosi, sia<br />

nella parte orientale (Monti del Matese, Monte Gallo),<br />

che in quella occidentale (Monte Sammucro, Monte Leonardo,<br />

Monte Cesima). Procedendo verso Sud, nella<br />

parte orientale i r<strong>il</strong>ievi degradano dolcemente nella piana<br />

di Alife-Alvignano-Caiazzo che termina in prossimi-<br />

8 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

Giovanni D’Errico<br />

2. competenze in materia di risorsa<br />

idrica e difesa del suolo<br />

Risultano sul territorio della Provincia di <strong>Caserta</strong>:<br />

- n. 2 autorità di bacino operanti, l’Autorità di bacino<br />

nazionale “Liri, Garigliano e Volturno” che interessa <strong>il</strong><br />

territorio nord occidentale, per un totale di 79 comuni;<br />

l’Autorità di bacino regionale “Nord Occidentale della<br />

Campania” che interessa la porzione Sud del territorio<br />

della Provincia, per un totale di 25 comuni;<br />

- n. 3 comunità Montane (Comunità Montana Zona del<br />

Matese, Comunità Montana Zona Monte Santa Croce,<br />

Comunità Montana Zona Monte Maggiore ) che riuniscono<br />

42 comuni;<br />

- n. 3 Consorzi di Bonifica ( Consorzio di Bonifica Aurunco,<br />

Consorzio di Bonifica Bacino inferiore del Volturno,<br />

Consorzio di Bonifica Sannio Alifano);<br />

- n. 2 Ambiti Territoriali Ottimali operanti: A.T.O. 2<br />

Napoli-Volturno, A.T.O. 5 Terra di Lavoro (inizialmente<br />

incluso nell’ATO 2).<br />

figura n.2 - Autorità di bacinono Liri-Garigliano-Volturno (viola)<br />

e Campania Nord Occidentale (verde) dal “Piano territoriale di<br />

coordinamento provinciale – Rapporto Ambientale” del Gennaio<br />

2010 della Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

tà dai r<strong>il</strong>ievi di Monte Maggiore e Monte Maiulo; nella<br />

parte occidentale <strong>il</strong> territorio permane accidentato, a<br />

causa della presenza del massiccio di Roccamonfina e<br />

del Monte Massico, che giunge quasi ad affacciarsi sul<br />

mar Tirreno.<br />

Muovendosi ancora verso sud <strong>il</strong> paesaggio muta drasticamente:<br />

la presenza di r<strong>il</strong>ievi montuosi risulta confinata<br />

nella sola parte più orientale (Monte Durazzano,<br />

Monte Tifata, collina di Cancello); mentre la restante<br />

parte del territorio appare pianeggiante (Piana del Basso<br />

Volturno).<br />

nella pagina accanto una foto di Lago di Gallo Matese


4. Idrografia del territorio: le cinque arterie<br />

Il fiume Volturno<br />

Con i suoi 6.342 km di superficie rappresenta, a livello<br />

nazionale, <strong>il</strong> sesto bacino idrografico per estensione, e<br />

l’undicesimo per lunghezza (175 km).<br />

Il fiume Volturno nasce nel versante sud orientale del<br />

Monte Mentuccia, nell’Appennino abruzzese, si sv<strong>il</strong>uppa<br />

attraversando i territori delle province di Campobasso,<br />

Benevento e <strong>Caserta</strong> anche se <strong>il</strong> suo bacino imbrifero<br />

completo interessa anche le regioni Lazio e Puglia.<br />

Lungo <strong>il</strong> suo percorso <strong>il</strong> fiume riceve l’apporto di numerosi<br />

affluenti, tra i quali i torrenti Torano e Titerno ed <strong>il</strong><br />

principale affluente <strong>il</strong> fiume Calore Irpino.<br />

A valle di tale confluenza <strong>il</strong> Volturno defluisce verso<br />

Sud Ovest e sbocca nella pianura costiera, attraversa <strong>il</strong><br />

comune di Capua e scorre costeggiando i centri abitati<br />

di S.Maria La Fossa, Grazzanise e Cancello ed Arnone.<br />

Il fiume sfocia nel mar Tirreno, nel territorio comunale<br />

di Castel Volturno.<br />

Il fiume Liri-Garigliano<br />

Il reticolo idrografico del Garigliano è costituito da due<br />

aste fluviali principali: i fiumi Liri e Gari, dalla cui<br />

confluenza origina <strong>il</strong> fiume Garigliano.<br />

Il fiume Liri nasce dal versante settentrionale dei Monti<br />

Simbruini (Abruzzo) e, dopo aver percorso 120 km, si<br />

unisce al Gari, che proviene dai r<strong>il</strong>ievi delle Mainarde e<br />

con <strong>il</strong> nome di Garigliano percorre i 38 km che lo separano<br />

dal Golfo di Gaeta (Mar Tirreno), segnando parte<br />

del confine regionale tra Lazio e Campania.<br />

Il reticolo idrografico del fiume Liri-Garigliano è costituito<br />

dai seguenti corsi d’acqua: Sistema Fucino-Giovenco;<br />

Sacco; Cosa; Melfa; Peccia; Fibreno, Rapido-Gari.<br />

5. Le sorgenti e i pozzi<br />

Le principali sorgenti sono ubicate ai margini dei r<strong>il</strong>ievi<br />

carbonatici appenninici, essendo esse alimentate dagli<br />

stessi, e costituendone l’affioramento della loro falda<br />

basale in prossimità di ostacoli alla libera circolazione<br />

idrica sotterranea: Sorgente di Sant’Agata o Torcino,<br />

Sorgenti del gruppo Pratella, Sorgente Maretto e Torano,<br />

Sorgente Triflisco, Fronte acquifero di Monte Gallo,<br />

Sorgente Santa Sofia.<br />

Il canale Agnena<br />

L’Agnena nasce nell’omonima frazione del comune di<br />

Vitulazio (Ce). Lungo un percorso di circa 30 km, solca<br />

in direzione Est-Ovest la piana situata in destra idrografica<br />

del Fiume Volturno, attraversando i comuni di<br />

Vitulazio, Pignataro Maggiore, Francolise, Grazzanise,<br />

Falciano del Massico, Cancello ed Arnone, Mondragone<br />

e Castelvolturno. Il fiume sfocia nel mar Tirreno, presso<br />

Torre di Pescopagano nel territorio di Castel Volturno.<br />

Il fiume Savone<br />

Nasce sul versante Nord Est dell’edificio vulcanico di<br />

Roccamonfina; l’asta principale è lunga circa 42 km<br />

ed attraversa i comuni di Roccamonfina, Teano, Francolise,<br />

Carinola, Sessa Aurunca e Modragone. Il fiume<br />

sfocia nel Mar Tirreno in corrispondenza del comune di<br />

Mondragone.<br />

I Regi Lagni<br />

Il bacino sottende un’area molto vasta, compresa tra<br />

<strong>il</strong> bacino del Volturno, i Campi Flegrei, <strong>il</strong> versante settentrionale<br />

del Vesuvio ed i Monti di Avella, solcando<br />

a monte l’area montana e pedemontana del comprensorio<br />

del nolano, prima di giungere nella piana con <strong>il</strong><br />

Canale dei Regi Lagni. Dopo un percorso di circa 55<br />

km attraverso le aree acerrana, casertana ed aversana,<br />

sfocia nel Mar Tirreno, poco più a Sud della foce del<br />

Volturno. Lungo <strong>il</strong> percorso esso raccoglie le acque di<br />

diversi lagni e canali i quali drenano le acque scolanti<br />

dai versanti circostanti, costituendo l’unico recapito<br />

delle acque meteoriche ricadenti sul territorio di ben<br />

126 Comuni.<br />

I principali pozzi: Campo pozzi S. Sofia (Castel Morrone),<br />

Campo Pozzi Ponte Tavano I (Maddaloni), Campo Pozzi<br />

Cancello (San Felice), Campo Pozzi di Montemaggiore<br />

(Pontelatone), Campo Pozzi Ponte Tavano II (Maddaloni),<br />

Campo Pozzi S. Giulianeta I (Teano), Campo Pozzi II<br />

S. Giulianeta II 3 (Teano), Campo pozzi di S. Pietro Ad<br />

Montes (<strong>Caserta</strong>), Campo Pozzi Vitulazio, Campo Pozzi<br />

in Località Zappativa (Rocca D’Evandro), Pozzo S. Iorio<br />

(Capua), Pozzo Coccogna (Casagiove), Pozzo Comunale<br />

(San Felice a Cancello), Pozzo Tuoro (<strong>Caserta</strong>), Pozzo<br />

Marzanello (Vairano), Pozzo Vaccheria (<strong>Caserta</strong>).<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 9


I sistemi acquedottistici<br />

Gli schemi acquedottistici presenti nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

L’Acquedotto della Campania Occidentale<br />

Fu pensato per provvedere integralmente alle necessità<br />

idriche di 71 Comuni delle province di Napoli e <strong>Caserta</strong>,<br />

per una popolazione di circa 3.800.000 abitanti. L’acquedotto<br />

attinge le sue risorse in tre diverse regioni:<br />

Campania, Lazio e Molise. Il territorio di competenza<br />

diretta dell’A.C.O. può individuarsi nell’area campana<br />

compresa tra la città di Napoli, <strong>il</strong> litorale Domitio<br />

e Massicano, la provincia di <strong>Caserta</strong>, ad esclusione<br />

dell’alta valle del Volturno. L’Acquedotto, muove dal<br />

Lazio con la captazione iniziale dalla sorgente del Gari<br />

ed <strong>il</strong> prelievo dalle falde del Peccia e di Sammurco; a<br />

queste si aggiungono le acque della sorgente Molisana<br />

di San Bartolomeo e quelle dei campi Pozzi di Montemaggiore,<br />

San Prisco e Santa Sofia, fino a terminare ai<br />

serbatoi di San Prisco posti a Nord di <strong>Caserta</strong> per una<br />

portata complessiva massima di circa 7900 lt/sec. Dai<br />

serbatoi di San Prisco si derivano le condotte principali<br />

ed importanti per l’alimentazione idropotab<strong>il</strong>e della Città<br />

di Napoli, e di gran parte dei comuni casertani posti<br />

a Nord del capoluogo. Durante <strong>il</strong> percorso da Cassino a<br />

S. Prisco è prevista la diramazione per l’alimentazione<br />

dell’area Domitiana e Massicana, mentre la portata che<br />

raggiunge <strong>il</strong> nodo di S. Prisco si divide in quattro grandi<br />

condotte principali che alimentano i serbatoi di Capodimonte<br />

e Scud<strong>il</strong>lo dell’Acquedotto di Napoli ed i serbatoi<br />

dell’Acquedotto Campano di S. Clemente e di Melito.<br />

L’Acquedotto Campano<br />

Muove dal Molise alimentato dalle sorgenti del fiume<br />

Biferno, che lungo <strong>il</strong> percorso, in corrispondenza della<br />

vasca di Auduni, sono integrate dalle acque captate<br />

dalle sorgenti del Torano e del Maretto in agro di Piedimonte<br />

Matese. Il sistema, termina <strong>il</strong> suo percorso ai<br />

serbatoi di San Clemente (Ce), dai quali si diramano<br />

una serie di grandi condotte per l’alimentazione dei serbatoi<br />

di distribuzione della Città di Napoli, della Zona<br />

Flegrea, delle isole di Procida e Ischia e l’area Vesuviana,<br />

quest’ultima interconnessa con lo schema dell’Acquedotto<br />

del Sarno. Sempre a questo acquedotto, appartiene<br />

<strong>il</strong> cosiddetto Nodo di Cancello, costituito da un<br />

complesso di tre campi pozzi Pontetavano I, Pontetavano<br />

II, Pelvica che alimentano la Centrale di Sollevamento<br />

di Cancello a servizio di un sistema di Serbatoi di<br />

distribuzione, che alimentano la Città di Napoli, la zona<br />

Sarnese e l’area Vesuviana. Sono alimentati essenzialmente<br />

dall’Acquedotto Campano: l’Acquedotto di Terra<br />

di Lavoro e l’Acquedotto Aversano.<br />

L’Acquedotto di Roccamorfina<br />

Serve cinque Comuni della provincia di <strong>Caserta</strong>: Caianiello,<br />

Conca della Campania, Marzano Appio, Roccamorfina,<br />

Tora e Pic<strong>il</strong>li. È approvvigionato dalle sorgenti<br />

Cerchiara I, II e III, Ortali, Vallamati nell’area di Roccamonfina.<br />

L’Acquedotto di Campate e Forme è un sistema<br />

idrico gestito dall’E.R.I.M. (Ente Risorse Idriche<br />

Molisane) che serve alcuni Comuni della regione Molise<br />

e che alimenta i Comuni della provincia di <strong>Caserta</strong>:<br />

Mignano Montelungo e San Pietro Infine. Esso viene<br />

alimentato dalle sorgenti del Volturno.<br />

10 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

L’Acquedotto del Serino<br />

Fu realizzato nel 1885 e costituisce tuttora una delle<br />

principali fonti di approvvigionamento della città di<br />

Napoli, adducendo le acque delle sorgenti Serino, del<br />

gruppo sorgentizio Acquaro e Pelosi, ed Urcinoli. Il canale<br />

del Serino ha origine a quota 323 m.s.l.m. e dopo<br />

circa 64 km raggiunge la collina di Cancello, ove giungono<br />

anche le acque dell’Acquedotto Campano e quelle<br />

emunte dai campi pozzi di Ponte Tavano I e II. Lungo <strong>il</strong><br />

canale a pelo libero si innestano varie diramazioni per<br />

l’alimentazione dei Comuni di Atripalda, Paolisi, Arpaia,<br />

Forchia, Arienzo, S. Maria a Vico, S. Felice a Cancello<br />

dell’Acquedotto Vesuviano.<br />

L’Acquedotto della Media Valle del Volturno<br />

Serve tredici Comuni della provincia di <strong>Caserta</strong>: A<strong>il</strong>ano,<br />

Alife, Alvignano, Baia e Latina, Castel di Sasso,<br />

Dragoni, Formicola, Liberi, Pietravairano, Raviscanina,<br />

San Gregorio Matese, San Potito Sannita, Sant’Angelo<br />

di Alife. L’alimentazione principale dell’acquedotto avviene<br />

dalle sorgenti del Torano e Maretto, dalle quali si<br />

dipartono tre diramazioni. La prima alimenta la stazione<br />

di sollevamento a servizio di Castello del Matese e<br />

poi con un successivo sollevamento <strong>il</strong> serbatoio di San<br />

Gregorio Matese. La seconda alimenta mediante un sollevamento<br />

le acque dei serbatoi di San Potito Sannitico.<br />

La terza derivazione dà luogo a due condotte, di cui la<br />

prima va ad alimentare <strong>il</strong> serbatoio ed <strong>il</strong> sollevamento<br />

di Alife, mentre la seconda serve <strong>il</strong> serbatoio di Dragoni.<br />

L’Acquedotto di Terra di Lavoro<br />

Serve ventuno Comuni della provincia di <strong>Caserta</strong>: Bellona,<br />

Caiazzo, Calvi Risorta, Camigliano, Cancello Arnone,<br />

Carinola, Casagiove, Casapulla, Castel Volturno,<br />

Curti, Francolise, Giano Vetusto, Grazzanise, Mondragone,<br />

Pastorano, Piana di Monte Verna, Pignataro Maggiore,<br />

Portico di <strong>Caserta</strong>, Santa Maria la Fossa, Saparanise,<br />

Vitulazio. L’acquedotto si approvvigiona da quello<br />

Campano nonché da pozzi (campo pozzi di Teano) e<br />

sorgenti locali.<br />

L’Acquedotto Aversano<br />

Alimenta diciassette Comuni ubicati lungo la zona sud<br />

della provincia di <strong>Caserta</strong>: Aversa, Carinaro, Casal di<br />

Principe, Casaluce, Frignano, Gricignano, Lusciano,<br />

Orta di Atella, Parete, San Cipriano di Aversa, San<br />

Marcellino, Succivo, Teverola, Trentola, Ducenta, V<strong>il</strong>la<br />

Literno, Casapesenna. L’Acquedotto Aversano è parte<br />

integrante dell’Acquedotto Campano, dal quale ha origine,<br />

previo innesto dall’adduttrice principale.<br />

L’Acquedotto del Matese<br />

Alimenta otto Comuni della provincia di <strong>Caserta</strong>: Capriati<br />

al Volturno, Ciorlano, Fontegreca, Gallo, Prata<br />

Sannita, Letino, San Gregorio Matese, e Castello d’Alife.<br />

L’approvvigionamento avviene mediante le sorgenti<br />

Molini e Letino, lo schema acquedottistico ha una lunghezza<br />

di circa 19 km.


T.V.B.<br />

TiV TiVo glio<br />

r o<br />

r<br />

Be e<br />

sana<br />

disponib<strong>il</strong>e<br />

libera<br />

fac<strong>il</strong>e<br />

controllata<br />

conveniente<br />

leggera<br />

trasparente<br />

ecologica<br />

mare<br />

1<br />

albero<br />

H2O<br />

fiume<br />

14<br />

16<br />

fiore 13<br />

bicchiere<br />

15<br />

12<br />

7<br />

fontanelle<br />

ghiaccio<br />

lago neve<br />

5<br />

18<br />

19<br />

20 domande per una buona acqua pubblica<br />

indagine sulle abitudini di consumo<br />

dell’acqua da rubinetto tra i cittadini<br />

della provincia di <strong>Caserta</strong><br />

3<br />

bottiglia<br />

9<br />

minerali<br />

vita<br />

11<br />

8<br />

nuvola<br />

Iniziativa realizzata - dai circoli di <strong>Legambiente</strong> Geof<strong>il</strong>os Succivo, A. Petteruti Sessa Aurunca e Pietramelara -<br />

nell’ambito delle attività di ricerca del Centro di Servizi per <strong>il</strong> Volontariato della provincia di <strong>Caserta</strong> CSV Asso.Vo.Ce.


Perchè una ricerca si chiama T.V.B.<br />

Il progetto di ricerca “Ti voglio bere!” nasce con l’obiettivo di analizzare i prof<strong>il</strong>i comportamentali dei<br />

cittadini della provincia di <strong>Caserta</strong> in relazione al consumo della risorsa acqua e di approfondire le<br />

relazioni esistenti tra i modelli di consumo, gli st<strong>il</strong>i di vita e le attitudini verso le tematiche ambientali.<br />

Il progetto parte dalla considerazione che l’acqua è<br />

una risorsa rinnovab<strong>il</strong>e e quindi, per definizione,<br />

sempre disponib<strong>il</strong>e purché la velocità di prelievo<br />

non superi la velocità di riproduzione e crescita della<br />

risorsa stessa. L’acqua si rinnova continuamente attraverso<br />

<strong>il</strong> suo ciclo naturale, tuttavia, l’inquinamento,<br />

l’incuria, la superficialità e gli sprechi hanno distorto<br />

<strong>il</strong> ciclo idrico compromettendone la sostenib<strong>il</strong>ità della<br />

risorsa. Oggi, l’acqua è una risorsa sempre più preziosa<br />

e averne di buona qualità diventerà sempre più diffic<strong>il</strong>e.<br />

Disporre di acqua da bere è un diritto fondamentale<br />

dell’uomo ma, ancora oggi quasi 4 m<strong>il</strong>iardi di persone<br />

sono a rischio per insufficienza d’acqua e ogni anno 5<br />

m<strong>il</strong>ioni di persone muoiono per malattie legate alla sua<br />

scarsità o per mancanza di servizi igienico-sanitari di<br />

base. Tutto ciò accade mentre <strong>il</strong> 12% della popolazione<br />

mondiale da per scontato che l’acqua sia disponib<strong>il</strong>e in<br />

ogni momento e per qualsiasi uso e/o spreco.<br />

Nel 2008 <strong>il</strong> consumo pro capite dell’acqua per uso domestico<br />

in Italia è 68,4 m3 per abitante, in diminuzione<br />

dell’1,9% rispetto al valore del 2007 (dati ISTAT). In tale<br />

contesto, tuttavia, la provincia di <strong>Caserta</strong> si caratterizza<br />

per un trend inverso rispetto alle altre province<br />

italiane: <strong>il</strong> consumo di acqua è aumentato di oltre l’8%<br />

rispetto all’anno precedente.<br />

Nel 2009 continua la diminuzione dei consumi a livello<br />

nazionale, che risultano pari a 68,1 m3 (186,6 litri),<br />

segnando un decremento dello 0,7% rispetto al valore<br />

del 2008. A livello provinciale è stata registrato un consumo<br />

medio giornaliero di 60,2 m3 per abitante ed un<br />

decremento del 3,6% sull’anno precedente.<br />

Nonostante la contrazione dei consumi di acqua che si<br />

è verificata negli ultimi anni e che testimonia una maggiore<br />

attenzione all’ut<strong>il</strong>izzo della risorsa idrica, a livello<br />

europeo ci distinguiamo negativamente per la quantità<br />

di acqua potab<strong>il</strong>e consumata.<br />

A tutto ciò si aggiunge la scarsa fiducia dei cittadini<br />

nella qualità dell’acqua da rubinetto, che genera un altro<br />

primato del quale certamente non andare fieri: siamo<br />

i maggiori consumatori di acqua in bottiglia.<br />

12 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

Paola Pascale<br />

La sfiducia nella qualità dell’acqua di rubinetto deriva<br />

principalmente dalla mancanza di informazioni sui<br />

controlli e sulle severe normative che disciplinano <strong>il</strong><br />

settore delle acque potab<strong>il</strong>i. Tuttavia, contribuiscono<br />

ad incrementare la sfiducia dei cittadini gli esiti delle<br />

operazioni delle forze dell’ordine (vedi operazione “acque<br />

chiare” della G. F. e del Tribunale di S. Maria C.V.)<br />

che hanno svelato un perverso sistema di intrecci tra<br />

<strong>il</strong>legalità – corruzione – inquinamento – mancanza di<br />

controlli, che ha portato lo scorso maggio 2010 a 26<br />

arresti e <strong>il</strong> sequestro di diversi impianti di depurazione.<br />

Inoltre, con cadenza quasi quotidiana la cronaca ci riporta<br />

casi in cui le autorità vietano l’ut<strong>il</strong>izzo dell’acqua<br />

da rubinetto per usi alimentari: emblematico è stato<br />

<strong>il</strong> “caso” dei metalli pesanti scoperti dalle analisi della<br />

U.S.Navy presso le abitazioni del casertano alimentate<br />

da pozzi locali; non ultimo <strong>il</strong> recente manifesto del Comune<br />

di S.Nicola La Strada che intima di non ut<strong>il</strong>izzare<br />

le acque dai pozzi in zona Saint Gobain a <strong>Caserta</strong> in<br />

quanto inquinate da arsenico e altri metalli pesanti.<br />

Per reagire a questa tendenza diventa necessaria una<br />

corretta informazione sulla qualità dell’acqua che scorre<br />

dai rubinetti delle nostre case. Il cittadino, infatti,<br />

ha <strong>il</strong> diritto di conoscere la composizione chimico fisica<br />

dell’acqua che beve ma ha <strong>il</strong> dovere di attivare un cambiamento<br />

di rotta rispetto agli attuali livelli di consumo,<br />

deve essere consapevole della scarsità della risorsa acqua<br />

e adottare un nuovo st<strong>il</strong>e di consumo orientato alla<br />

responsab<strong>il</strong>ità.<br />

Per <strong>il</strong> raggiungimento degli obiettivi prefissi, <strong>il</strong> progetto<br />

è stato articolato in due attività principali:<br />

• la realizzazione di un’indagine diretta ad un<br />

campione di 600 cittadini della provincia di <strong>Caserta</strong>;<br />

• <strong>il</strong> prelievo e l’analisi di 20 campioni d’acqua in<br />

zone diverse della provincia, realizzato da una società<br />

specializzata.<br />

Le attività progettuali hanno evidenziato importanti risultati:<br />

l’indagine diretta ha permesso di analizzare le<br />

abitudini dei cittadini in relazione alla risorsa acqua,<br />

mentre l’attività di analisi dell’acqua del rubinetto ha<br />

consentito di individuare le caratteristiche qualitative<br />

dell’acqua e la conformità alle disposizioni legislative.<br />

I dati raccolti, di seguito dettagliati, rappresentano un<br />

punto di partenza fondamentale per costruire delle linee<br />

guida ut<strong>il</strong>i alla realizzazione di una campagna educativa<br />

sull’uso responsab<strong>il</strong>e dell’acqua di rubinetto.<br />

1 dalla pagina a lato - L’analisi dei fattori ha come scopo l’identificazione di<br />

una struttura sottostante ad un insieme di variab<strong>il</strong>i osservate. Il suo uso implica<br />

lo studio di correlazioni tra variab<strong>il</strong>i allo scopo di trovarne un nuovo insieme, di<br />

dimensioni minori rispetto a quello delle variab<strong>il</strong>i originarie, che esprima ciò che<br />

è in comune fra le variab<strong>il</strong>i originarie stesse. Si cerca quindi di “condensare” e<br />

“ridurre” i dati, cercando di perdere la minore quantità possib<strong>il</strong>e d’informazione.<br />

L’obiettivo dell’analisi dei fattori è quello di identificare i fattori non direttamente<br />

osservab<strong>il</strong>i sulla base di un insieme di variab<strong>il</strong>i osservab<strong>il</strong>i. L’assunzione di base<br />

è che i fattori, ovvero le dimensioni sottostanti, possano essere usati per la spiegazione<br />

di fenomeni complessi.


L’indagine demoscopica<br />

i. Gli obiettivi della ricerca<br />

L’analisi è stata condotta sullo studio dei comportamenti<br />

dei cittadini riguardo <strong>il</strong> consumo dell’acqua di rubinetto<br />

al fine di giungere ad una segmentazione della domanda.<br />

Obiettivo dell’indagine è fornire una risposta alla seguenti<br />

domande:<br />

Qual è la percezione sul livello di consumo della risorsa<br />

acqua?<br />

I cittadini si fidano dell’acqua del rubinetto?<br />

I cittadini sono informati dei controlli sull’acqua di rubinetto?<br />

Qual è l’orientamento dei cittadini riguardo <strong>il</strong> referendum<br />

sull’acqua?<br />

Qual è <strong>il</strong> livello di sensib<strong>il</strong>ità al tema del risparmio idrico?<br />

L’obiettivo ultimo è quello di fornire delle indicazioni<br />

ut<strong>il</strong>i ai policy maker per promuovere un nuovo approccio<br />

al consumo dell’acqua, più consapevole e maggiormente<br />

orientato alla responsab<strong>il</strong>ità nell’uso della risorsa.<br />

Ciò attraverso la predisposizione di linee guida per<br />

la corretta impostazione di specifiche azioni di comunicazione,<br />

finalizzate all’educazione al consumo sostenib<strong>il</strong>e<br />

della risorsa acqua, con particolare attenzione alle<br />

fasce più giovani della popolazione.<br />

ii. La metodologia ut<strong>il</strong>izzata<br />

Per la realizzazione del progetto è stata eseguita un’indagine<br />

diretta. La raccolta dei dati è stata effettuata<br />

mediante la somministrazione di un questionario, attraverso<br />

la tecnica d’intervista diretta “face to face” ad<br />

un campione di 600 cittadini residenti nella provincia<br />

di <strong>Caserta</strong>. La predisposizione del questionario è stata<br />

preceduta, in primo luogo, da un’analisi desk sullo<br />

stato dell’arte delle indagini già realizzate in altri contesti<br />

geografici, sulle abitudini di consumo della risorsa<br />

acqua e sulla percezione della qualità dell’acqua di rubinetto.<br />

Successivamente, la realizzazione di un focus<br />

group ha permesso l’esplicitazione dei fabbisogni dei<br />

cittadini in relazione al consumo d’acqua.<br />

Al focus hanno partecipato dieci persone, tra cui un<br />

rappresentante dei circoli <strong>Legambiente</strong>, un moderatore/ricercatore,<br />

alcuni cittadini e giovani, in qualità di<br />

consumatori. I risultati del focus group hanno permesso<br />

di realizzare una prima versione del questionario, <strong>il</strong><br />

cui processo di validazione e la costruzione della versione<br />

definitiva dello stesso sono stati articolati in due<br />

step successivi. Dapprima, <strong>il</strong> questionario è stato validato<br />

dai partner del progetto, ossia i rappresentanti dei<br />

Circoli <strong>Legambiente</strong> - Geof<strong>il</strong>os di Succivo, A. Petteruti di<br />

Sessa Aurunca e di Pietramelara – e successivamente è<br />

stato sottoposto ad un test p<strong>il</strong>ota, attraverso la somministrazione<br />

dello stesso ad un campione di 30 cittadini.<br />

L’obiettivo del test p<strong>il</strong>ota è identificare le criticità del<br />

questionario, capire se le domande siano comprensib<strong>il</strong>i<br />

e/o ridondanti ed, eventualmente, modificarle.<br />

L’attività di r<strong>il</strong>evamento dei dati è stata preceduta da<br />

una fase di “formazione” dei r<strong>il</strong>evatori, attraverso la realizzazione<br />

di un seminario informativo sulle finalità<br />

del progetto e sulla tecnica d’intervista diretta.<br />

La somministrazione dei questionari è stata effettuata<br />

nel periodo compreso tra Gennaio e Marzo 2011.<br />

Le interviste sono state condotte in giorni diversi della<br />

settimana, in differenti fasce orarie e presso diversi<br />

punti delle città della provincia di <strong>Caserta</strong>. In particolare,<br />

in alcune occasioni di somministrazione, sono stati<br />

predisposti degli stand informativi dai volontari di <strong>Legambiente</strong>,<br />

durante i quali oltre alla somministrazione<br />

del questionario, era prevista la distribuzione, a titolo<br />

gratuito, di materiale informativo e di un kit “risparmio<br />

acqua”, consistente in un frangigetto da applicare al<br />

rubinetto di casa. Il questionario è stato somministrato<br />

secondo uno schema casuale: i cittadini si sono sottoposti<br />

volontariamente e a titolo gratuito all’intervista.<br />

Al termine dell’intervista, <strong>il</strong> r<strong>il</strong>evatore ha consegnato<br />

agli intervistati una brochure informativa sul risparmio<br />

d’acqua. Il questionario è strutturato in 30 domande,<br />

organizzate in 5 sezioni. Le domande sono a risposta<br />

sia chiusa che aperta e, per lo studio di particolari<br />

variab<strong>il</strong>i è stata ut<strong>il</strong>izzata la scala di Likert a 4 livelli.<br />

In particolare, a parte una domanda iniziale di contatto,<br />

la prima sezione (dom. 2 – 4) include domande sui<br />

consumi d’acqua relativi alle diverse attività domestiche<br />

quotidiane al fine di verificare se i cittadini hanno<br />

una corretta percezione e se sono consapevoli dei volumi<br />

d’acqua di rubinetto effettivamente consumati ogni<br />

giorno per i diversi usi domestici.<br />

La seconda sezione del questionario (dom. 5 – 11) riguarda<br />

<strong>il</strong> consumo di acqua da bere (in casa) e le motivazioni<br />

al consumo dell’acqua di rubinetto e dell’acqua<br />

confezionata. Tale sezione, inoltre, include domande<br />

sulle caratteristiche dell’acqua di rubinetto e ciò al fine<br />

di determinare i giudizi dei cittadini.<br />

Un’ ulteriore sezione (dom. 13 – 14) è volta a verificare<br />

la conoscenza dei consumatori della campagna referendaria<br />

“L’acqua non si vende”, <strong>il</strong> cui fine è promuovere<br />

tre referendum abrogativi di tutte le norme che hanno<br />

privatizzato l’acqua in Italia. La quarta sezione (dom. 15<br />

– 19) si focalizza sull’acqua confezionata e sulle determinanti<br />

all’acquisto al fine di determinare gli attributi<br />

r<strong>il</strong>evanti nella scelta dell’acqua minerale confezionata e<br />

la conoscenza degli elementi riportati in etichetta.<br />

Infine, l’ultima sezione (dom. 20 – 30) riguarda dati relativi<br />

all’età, al grado d’istruzione, alla professione, ai<br />

componenti del nucleo fam<strong>il</strong>iare, al reddito e allo st<strong>il</strong>e<br />

di vita, al fine di inquadrare <strong>il</strong> livello socioculturale<br />

e socioeconomico dei cittadini intervistati. Le risposte<br />

sono state informatizzate in un unico database realizzato<br />

appositamente mediante i tool on-line di google<br />

forms. Le risposte sono state codificate numericamente<br />

ed elaborate mediante l’impiego del software statistico<br />

SPSS 15.0. L’analisi dei dati è stata svolta in due fasi:<br />

la prima, di natura puramente descrittiva, ha previsto<br />

una lettura della frequenza delle risposte; la seconda<br />

fase di analisi è stata condotta ut<strong>il</strong>izzando le tecniche<br />

statistiche multivariate.<br />

In particolare, l’Analisi per Componenti Principali (1),<br />

Factor Analysis, è stata impiegata per verificare l’esistenza<br />

di variab<strong>il</strong>i latenti in grado di riassumere l’informazione<br />

derivante dai giudizi dei consumatori sul<br />

livello d’importanza relativo a diverse variab<strong>il</strong>i.<br />

Il metodo ut<strong>il</strong>izzato è l’ACP con rotazione dei fattori<br />

varimax. Infine, si è provveduto all’individuazione dei<br />

diversi prof<strong>il</strong>i dei consumatori, attraverso l’analisi dei<br />

gruppi, Cluster Analysis (2), che fornisce una divisione<br />

in gruppi di un collettivo di osservazioni seguendo <strong>il</strong><br />

criterio generale di massimizzare sia l’omogeneità interna<br />

al gruppo sia l’eterogeneità tra i gruppi.<br />

2 Tale tecnica di segmentazione si propone di individuare, all’interno di una popolazione eterogenea, dei sottogruppi omogenei, caratterizzati da sim<strong>il</strong>arità tra gli elementi all’interno<br />

dei gruppi e da elementi di differenziazione tra gruppo e gruppo. Perché ciò sia possib<strong>il</strong>e, vi deve essere una sufficiente eterogeneità tra gli elementi di differenziazione<br />

tra gruppo e gruppo. Partendo da dati classificati secondo un numero elevato di variab<strong>il</strong>i, l’obiettivo della Cluster Analysis è quello di individuare gruppi omogenei (cluster) di<br />

dati in base ai valori di queste variab<strong>il</strong>i. L’omogeneità (o sim<strong>il</strong>arità) dei dati è definita in base alla loro distanza sullo spazio multidimensionale (le cui dimensioni sono definite<br />

dalle variab<strong>il</strong>i considerate). Le tecniche per raggruppare i dati in cluster sono numerose, per <strong>il</strong> presente studio è stato ut<strong>il</strong>izzato <strong>il</strong> metodo delle k medie, particolarmente ut<strong>il</strong>e<br />

quando <strong>il</strong> numero delle variab<strong>il</strong>i e soprattutto dei casi è molto elevato.<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 13


I risultati dell’analisi descrittiva<br />

1. Le caratteristiche socio-demografiche<br />

Il campione intervistato, in relazione al sesso, si distribuisce<br />

equamente tra donne (51%) e uomini (49%).<br />

Riguardo l’età, si r<strong>il</strong>eva una maggiore concentrazione<br />

nelle classi 41-50 e 51-60 che hanno riportato rispettivamente<br />

<strong>il</strong> 23,17% e <strong>il</strong> 22%. I giovani fino a trenta<br />

anni rappresentano oltre <strong>il</strong> 20% del campione, mentre<br />

le classi 61 – 70 e oltre 70 rappresentano complessivamente<br />

<strong>il</strong> 13% degli intervistati (grafico n. 1).<br />

grafico 1<br />

grafico n.1 - distribuzione % del campione per classi di età<br />

In relazione allo stato civ<strong>il</strong>e, circa <strong>il</strong> 70% del campione<br />

è coniugato, contro un 27% di single.<br />

Riguardo <strong>il</strong> nucleo fam<strong>il</strong>iare, <strong>il</strong> 55% del campione vive<br />

in nuclei fam<strong>il</strong>iari molto ampi, ossia composti da quattro<br />

a sei persone, <strong>il</strong> 41% vive in famiglie da 1 a 3 persone.<br />

Il 27% dichiara di non avere figli, mentre <strong>il</strong> 12% ha<br />

figli fino a 5 anni e <strong>il</strong> 40% ha figli oltre i 15 anni.<br />

Con riferimento alla variab<strong>il</strong>e istruzione, <strong>il</strong> 53% degli<br />

intervistati dichiara di essere in possesso del diploma,<br />

mentre <strong>il</strong> 30% è laureato (tabella n. 1 a lato).<br />

Relativamente alla professione, le frequenze maggiori si<br />

registrano per impiegati (22%), insegnanti (20%) e liberi<br />

professionisti (12,5%) (grafico n.2).<br />

grafico n.2 - distribuzione % del campione per impiego<br />

14 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

tabella n.1 - caratteristiche socio-demografiche del campione<br />

intervistato<br />

variab<strong>il</strong>e modalità %<br />

sesso uomo 49<br />

donna 51<br />

età fino a 20 3.5<br />

21-30 17.5<br />

31-40 20<br />

41-50 23<br />

51-60 22<br />

61-70 10<br />

oltre 70 4<br />

stato civ<strong>il</strong>e nub<strong>il</strong>e/celibe 27<br />

coniugato/a 70<br />

separato/a o divorziato/a 3<br />

nucleo fam<strong>il</strong>iare da 1 a 3 persone 41<br />

da 4 a 6 55<br />

oltre 6 4<br />

età dei figli da 0 a 5 anni 12<br />

da 6 a 10 10<br />

da 10 a 15 11<br />

oltre i 15 40<br />

non ho figli 27<br />

grado di istruzione elementare 2<br />

media 15<br />

diploma 53<br />

laurea 30<br />

reddito annuo fam<strong>il</strong>iare fino a 15.000 euro 25<br />

da 15.000 a 30.000 40<br />

da 30.000 a 45.000 10<br />

oltre 45.000 5<br />

non saprei 20<br />

Il 40% ha dichiarato un reddito annuo fam<strong>il</strong>iare tra i<br />

15.000 ed i 30.000 €, mentre <strong>il</strong> 25% dichiara un reddito<br />

inferiore a 15.000 €


2- Il rapporto tra i cittadini e l’acqua<br />

Secondo la percezione dei cittadini, l’acqua è un bene da tutelare e rappresenta la fonte della vita: con tali affermazioni<br />

concordano rispettivamente <strong>il</strong> 39% ed <strong>il</strong> 37% degli intervistati, mentre per <strong>il</strong> 20% l’acqua è una risorsa di tutti e per <strong>il</strong><br />

4% l’acqua è una risorsa inquinata (grafico n. 3). Appare evidente che i cittadini sono consapevoli dell’esistenza di una<br />

questione di ordine etico relativa alla tutela della risorsa acqua.<br />

3. La percezione dei consumi d’acqua<br />

Al fine di analizzare se i cittadini posseggono una corretta<br />

percezione dei volumi d’acqua di rubinetto che<br />

vengono consumati ogni giorno per i diversi usi domestici,<br />

abbiamo chiesto di indicare quanti litri d’acqua si<br />

consumano ogni giorno in famiglia. Il 49% dei cittadini<br />

ha dichiarato che, complessivamente, ogni giorno in famiglia<br />

si consumano dai 100 ai 400 litri d’acqua, mentre<br />

<strong>il</strong> 20% ha dichiarato un consumo giornaliero che<br />

arriva fino a 700 litri. Circa 200 cittadini, pari al 25%<br />

del campione, hanno dichiarato un consumo domestico<br />

giornaliero d’acqua inferiore a 100 litri (grafico n. 4).<br />

Considerando che <strong>il</strong> consumo procapite in Italia ammonta<br />

a ben 68,1 metri cubi (dati ISTAT riferiti all’anno<br />

2009), pari a circa 190 litri al giorno, è evidente come<br />

i cittadini della provincia di <strong>Caserta</strong> non abbiano una<br />

corretta percezione dei consumi domestici d’acqua della<br />

propria famiglia.<br />

grafico n.4 - i cittadini e l’acqua - distribuzione %<br />

grafico n.3 - i cittadini e l’acqua - distribuzione %<br />

Successivamente, abbiamo segnalato una serie di attività<br />

domestiche ed abbiamo chiesto agli intervistati<br />

di stab<strong>il</strong>ire una graduatoria da 1 a 5 indicando con <strong>il</strong><br />

numero 1 l’attività che ha una maggiore r<strong>il</strong>evanza sui<br />

consumi d’acqua della famiglia e con <strong>il</strong> numero 5 l’attività<br />

meno r<strong>il</strong>evante in termini di consumo d’acqua.<br />

Come si evince dal grafico n. 5, <strong>il</strong> 36% degli intervistati<br />

ha indicato la pulizia personale (doccia, bagno, denti,<br />

ecc) al primo posto della graduatoria, come attività a<br />

cui è associato un maggiore consumo di acqua.<br />

Al secondo posto, l’attività segnalata dal 32% dei cittadini<br />

è fare <strong>il</strong> bucato e la lavatrice, mentre cucinare e<br />

lavare le stoviglie è stata indicata al terzo posto, registrando<br />

ben 176 frequenze. L’ut<strong>il</strong>izzo dello scarico del<br />

gabinetto è indicato al quarto posto della graduatoria<br />

con <strong>il</strong> 35% delle preferenze; infine, l’attività meno r<strong>il</strong>evante<br />

in termini di consumo d’acqua per quasi <strong>il</strong> 60%<br />

degli intervistati è innaffiare <strong>il</strong> giardino o l’orto.<br />

grafico n.5 - le attività domestiche r<strong>il</strong>evanti per i consumi<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 15


Con l’obiettivo di verificare la percezione dei cittadini in<br />

relazione ai consumi d’acqua abbiamo chiesto di indicare<br />

<strong>il</strong> consumo di acqua in litri delle seguenti attività:<br />

cucinare e lavare le stoviglie, lavatrice ciclo di lavaggio<br />

a 90 °C, lavatrice ciclo di lavaggio a 30 °C, un bagno<br />

nella vasca, una doccia di 5 minuti, azionare lo sciacquone.<br />

La domanda era a risposta aperta, quindi è stato<br />

possib<strong>il</strong>e calcolare <strong>il</strong> valore medio. L’analisi dei risultati,<br />

riportati nella tabella n. 2, ha fatto emergere chiaramente<br />

che la maggioranza dei cittadini non ha la minima<br />

conoscenza di quanta acqua viene consumata nello svolgimento<br />

delle attività quotidiane. In particolare, <strong>il</strong> 48%<br />

non ha nozione di quanta acqua viene ut<strong>il</strong>izzata in casa<br />

propria per cucinare e lavare le stoviglie; <strong>il</strong> 53% non è a<br />

conoscenza di quanti litri sono necessari per riempire<br />

la vasca da bagno; <strong>il</strong> 44% non ha cognizione dell’acqua<br />

necessaria per fare una doccia di 5 minuti; <strong>il</strong> 45% ignora<br />

la quantità d’acqua consumata ogniqualvolta viene ut<strong>il</strong>izzato<br />

lo scarico del gabinetto. Inoltre, se si considerano<br />

i consumi d’acqua della lavatrice, la percentuale di coloro<br />

che non conoscono i volumi d’acqua necessari per<br />

i diversi cicli di lavaggio arriva oltre <strong>il</strong> 60%. Allo stesso<br />

tempo, anche chi ha dichiarato di conoscere i consumi<br />

d’acqua delle diverse attività non ha una corretta percezione<br />

degli stessi. In particolare, secondo i cittadini,<br />

per un bagno nella vasca in media si consumano 66 litri<br />

d’acqua, mentre <strong>il</strong> consumo di una doccia di 5 minuti è<br />

di circa 30 litri. Inoltre, per cucinare e lavare le stoviglie<br />

vanno via, in media, 42 litri d’acqua. Infine, in relazione<br />

ai consumi della lavatrice, secondo gli intervistati un ciclo<br />

di lavaggio a 90 gradi impiega circa 47 litri d’acqua<br />

mentre un lavaggio a 30 gradi consuma 40 litri.<br />

Se si confrontano i dati relativi ai consumi d’acqua per<br />

le diverse attività è evidente come i cittadini intervistati<br />

non hanno una chiara percezione dei consumi d’acqua.<br />

In particolare, l’Agenzia Regionale per la Prevenzione<br />

e Protezione Ambientale del Veneto ha realizzato un<br />

volumetto informativo sul risparmio idrico (3) in cui<br />

vengono confrontati i consumi di acqua necessari per <strong>il</strong><br />

bagno nella vasca e per la doccia. In particolare: “Il consumo<br />

d’acqua per un bagno può essere fino a quattro<br />

volte superiore rispetto a quello per una doccia: ovviamente,<br />

dipende dalla durata della doccia, tuttavia una<br />

vasca da bagno contiene 100-160 litri d’acqua, mentre<br />

una doccia di 5 minuti fa consumare 75-90 litri ed<br />

una di 3 minuti 35-50 litri. Per un ulteriore risparmio,<br />

sono in vendita nuove doccette dotate di riduttori di<br />

portata”. Relativamente ai consumi della lavatrice, un<br />

ciclo di lavaggio a 30 °C richiede grosso modo 80 litri<br />

di acqua, mentre a 90°C la richiesta è praticamente<br />

doppia (dati pubblicati da municipalizzata gas/acqua<br />

di Reggio Em<strong>il</strong>ia) (4) . In conclusione, l’analisi dei dati<br />

ha evidenziato che i cittadini hanno una corretta percezione<br />

dei consumi d’acqua solo in relazione allo scarico<br />

del wc. Questi ultimi infatti, sono pari a: 12 litri con<br />

la cassetta tradizionale a zaino; 10 litri con la vecchia<br />

cassetta in porcellana sistemata in alto; 7 – 3 litri con<br />

la cassetta a doppio pulsante (5).<br />

3 ARPAV: Consigli per <strong>il</strong> risparmio idrico, disponib<strong>il</strong>e su: http://www.arpa.veneto.<br />

it/acqua/htm/acque_potab<strong>il</strong>i_5.asp; 4 Fonte: Guida al consumo critico dell’acqua,<br />

disponib<strong>il</strong>e su: www.retel<strong>il</strong>liput.org/vers<strong>il</strong>ia/docs/MicroguidaAcqua.pdf; 5 Fonte:<br />

progetto Water Against CLImate Change, finanziato dal programma: LIFE+ information,<br />

www.wataclic.eu.<br />

tabella n.2 - media (in litri) dei consumi dichiarati, per le diverse attività domestiche e % di coloro che hanno risposto “non saprei”<br />

Attività domestiche consumi dichiarati (media delle risposte), Litri consumi reali, Litri % Non saprei<br />

Cucinare e lavare le stoviglie 42 48.6<br />

Lavatrice ciclo di lavaggio a 90 °C 47 160 62<br />

Lavatrice ciclo di lavaggio a 30 °C 39 80 60.3<br />

Un bagno nella vasca 66 100-160 53.6<br />

doccia di 5 minuti 30 75-90 44.5<br />

Azionare lo scarico del gabinetto 9 3-10 45.1<br />

Migliora <strong>il</strong> tuo st<strong>il</strong>e in 10 mosse!<br />

un nuovo approccio<br />

all’uso dell’acqua<br />

T.V.B.<br />

TiV TiVo glio<br />

r o<br />

r<br />

Be e<br />

una risorsa per tutti<br />

L’acqua<br />

1. Non aprire l’acqua al massimo e<br />

non lasciarla scorrere inut<strong>il</strong>mente: è <strong>il</strong><br />

è una risorsa rinnovab<strong>il</strong>e<br />

principio base.<br />

sempre disponib<strong>il</strong>e purché la<br />

2. Chiudi <strong>il</strong> rubinetto quando spazzoli<br />

i denti.<br />

3. Applica ai rubinetti un “aeratore” un<br />

dispositivo che miscela l’aria al flusso<br />

dell’acqua: risparmi fino al 50% d’acqua.<br />

4. Installa uno scarico del water a due<br />

carichi che usa a ogni getto 10-15 litri:<br />

risparmi 26m<strong>il</strong>a litri all’anno.<br />

5. Fai la doccia (25-50 litri) anziché <strong>il</strong><br />

sana<br />

disponib<strong>il</strong>e<br />

libera<br />

fac<strong>il</strong>e<br />

controllata<br />

conveniente<br />

leggera<br />

trasparente<br />

ecologica<br />

velocità di prelievo non superi<br />

la velocità di rinnovo continuo<br />

attraverso <strong>il</strong> ciclo naturale<br />

l’inquinamento, l’incuria, la<br />

superficialità e gli sprechi hanno<br />

distorto <strong>il</strong> ciclo idrico e ne stanno<br />

compromettendo la sostenib<strong>il</strong>ità<br />

è sempre più preziosa e averne di<br />

buona qualità diventerà sempre<br />

più diffic<strong>il</strong>e<br />

bagno (150-200 litri) e risparmi almeno<br />

100 litri d’acqua per volta.<br />

6. Sfrutta <strong>il</strong> pieno carico della lavatrice<br />

(<strong>il</strong> ciclo di lavaggio a 60° e a 30°C<br />

L’accesso<br />

all’acqua<br />

è un diritto<br />

Tuttavia quasi 4 m<strong>il</strong>iardi di persone sono a rischio per insufficienza d’acqua e ogni anno 5<br />

m<strong>il</strong>ioni di persone muoiono per cause legate alla sua scarsità. Tutto questo mentre solo <strong>il</strong> 12%<br />

della popolazione mondiale dà per scontato che l’acqua sia disponib<strong>il</strong>e in ogni momento e per<br />

qualsiasi uso e/o spreco.<br />

usa circa 60 litri) e della lavastoviglie:<br />

si possono risparmiare fino a 11.000<br />

litri l’anno.<br />

fondamentale<br />

dell’uomo<br />

Per reagire a questa tendenza è necessario un cambiamento di rotta dei<br />

nostri livelli di consumo con una maggiore consapevolezza della scarsità<br />

dell’acqua di qualità ed un st<strong>il</strong>e di consumo responsab<strong>il</strong>e.<br />

7. Posiziona un accumulo per <strong>il</strong> recupero dell’acqua piovana e di- 9. Non sprecare l’acqua potab<strong>il</strong>e per <strong>il</strong> lavaggio dell’auto: ut<strong>il</strong>izvidi<br />

gli scarichi delle acque “scure” da quelle “chiare”. > Non aprire l’acqua al massimo e non zando lasciarla <strong>il</strong> scorrere secchio, ad ogni lavaggio risparmi circa 130 litri.<br />

Migliora <strong>il</strong> tuo st<strong>il</strong>e in 10 mosse<br />

8. Annaffia <strong>il</strong> giardino con acqua piovana e quella inut<strong>il</strong>mente del è lavaggio<br />

<strong>il</strong> principio base. 10. Chiedi al tuo Comune di dotare di rubinetti antispreco tutte le<br />

della verdura.<br />

fontanelle di acqua<br />

> Chiudi <strong>il</strong> rubinetto quando spazzoli i denti.<br />

un potab<strong>il</strong>e. nuovo approccio all’uso dell’acqua<br />

> Applica ai rubinetti un “aeratore” un dispositivo che<br />

miscela l’aria al flusso dell’acqua: risparmi fino al 50% > Nelle case di nuova costruzione, posiziona un accumulo per<br />

d’acqua.<br />

<strong>il</strong> recupero dell’acqua piovana e dividi gli scarichi delle acque<br />

> Installa uno scarico del water a due carichi che usa a ogni<br />

“scure” da quelle “chiare”.<br />

16 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong>


Lo st<strong>il</strong>e di vita<br />

I dati riguardanti le variab<strong>il</strong>i dello st<strong>il</strong>e di vita nel complesso<br />

dimostrano che i cittadini intervistati adottano<br />

dei comportamenti responsab<strong>il</strong>i dal punto di vista ambientale<br />

e sociale: effettuano la raccolta differenziata<br />

dei rifiuti (87%); ut<strong>il</strong>izzano detersivi ecologici (38%); si<br />

interessano dei problemi dei paesi del sud del mondo<br />

(64%); preferiscono i prodotti a Km zero (57%); dimostrano<br />

un elevato livello di sensib<strong>il</strong>ità ai temi del risparmio<br />

idrico e del risparmio energetico.<br />

In particolare, se consideriamo <strong>il</strong> tema del risparmio<br />

energetico, si evincono dei risultati molto positivi: <strong>il</strong><br />

90% degli intervistati ut<strong>il</strong>izza lampadine a risparmio<br />

energetico, l’89% preferisce acquistare prodotti con tecnologie<br />

a risparmio energetico, come gli elettrodomestici<br />

di classe A. In relazione al risparmio idrico, dall’indagine<br />

emerge che: l’80% nel lavare i denti o in cucina,<br />

presta attenzione a chiudere <strong>il</strong> rubinetto quando non<br />

ne ha bisogno; solo <strong>il</strong> 52% dei cittadini ha installato un<br />

frangigetto ai rubinetti di casa; <strong>il</strong> 26% possiede <strong>il</strong> doppio<br />

scarico del gabinetto; <strong>il</strong> 20% raccoglie l’acqua piovana<br />

e quella del lavaggio dell’ortofrutta per innaffiare<br />

Dal confronto dei dati emerge che i dispositivi per <strong>il</strong><br />

risparmio idrico, che consentono un risparmio enorme<br />

dei volumi d’acqua consumati, non sono diffusi quanto<br />

quelli per <strong>il</strong> risparmio energetico.<br />

In particolare, <strong>il</strong> frangigetto (aeratore a basso flusso)<br />

un dispositivo che miscela l’aria al flusso dell’acqua,<br />

consente di risparmiare fino al 50% d’acqua, mentre<br />

è stato calcolato che i wc predisposti al doppio scarico<br />

abbattano <strong>il</strong> consumo di acqua da 10 (valore medio) a 3<br />

lt, con un risparmio di 7 lt.<br />

Ne deriva una importante considerazione: da un lato i<br />

cittadini hanno acquisito una consapevolezza maggiore<br />

in riferimento al tema del risparmio energetico, dall’altro<br />

lato sono meno sensib<strong>il</strong>i al problema del risparmio<br />

idrico. Ne deriva che i comportamenti virtuosi risultano<br />

maggiormente diffusi in relazione ai consumi energetici<br />

rispetto a quelli idrici.<br />

Questo importante risultato dell’indagine suggerisce<br />

diverse implicazioni e sicuramente impone una riflessione<br />

sulla necessità di realizzare campagne di educazione<br />

e di sensib<strong>il</strong>izzazione sulla tematica del risparmio<br />

idrico e sulla sostenib<strong>il</strong>ità della risorsa acqua e sull’uso<br />

responsab<strong>il</strong>e di quest’ultima.<br />

Tabella n. 3 – variab<strong>il</strong>i esplicative dello st<strong>il</strong>e di vita % SI % NO<br />

Faccio andare la lavatrice solo a pieno carico 86.3 13.7<br />

Installo i “frangigetto” nei rubinetti 52.5 47.5<br />

Quando lavo i denti, o in cucina, chiudo l’acqua quando non ne ho bisogno 80.0 20.0<br />

Ut<strong>il</strong>izzo detersivi Ecologici 38.1 61.9<br />

Preferisco acquistare prodotti con tecnologie a risparmio energetico (ad es: elettrodomestici classe A) 89.9 10.1<br />

Faccio la doccia al posto del bagno nella vasca 87.5 12.5<br />

In casa ho installato <strong>il</strong> doppio scarico del gabinetto 26.5 73.5<br />

Raccolgo l’acqua piovana e quella del lavaggio dell’ortofrutta per innaffiare 20.4 79.6<br />

Svolgo attività di volontariato ambientale e/o sociale 28.0 72.0<br />

In casa ut<strong>il</strong>izzo lampadine a risparmio energetico 90.0 10.0<br />

Quando faccio la spesa sono sempre di corsa 52.6 47.4<br />

Effettuo la raccolta differenziata dei rifiuti 87.5 12.5<br />

Mi interesso dei problemi dei paesi del sud del mondo 64.1 35.8<br />

All’atto d’acquisto cerco <strong>il</strong> prodotto meno caro 64.3 35.6<br />

Acquisto solo quello che mi piace 67.9 32.1<br />

Preferisco i prodotti pubblicizzati in tv 13.4 86.6<br />

Al ristorante chiedo l’acqua del rubinetto 11.0 89.0<br />

In genere, preferisco i prodotti a Km zero 56.9 43.1<br />

una immagine<br />

della campagna di<br />

sensib<strong>il</strong>izzazione di<br />

AMIacque ATO M<strong>il</strong>ano<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 17


3.1 Il consumo di acqua da bere<br />

Che tipo di acqua preferiscono bere i cittadini della provincia<br />

di <strong>Caserta</strong>?<br />

Complessivamente, oltre l’80% degli intervistati beve<br />

l’acqua confezionata: di questi <strong>il</strong> 62% beve sempre acqua<br />

confezionata, mentre <strong>il</strong> 21% la beve spesso. Al contrario,<br />

solo <strong>il</strong> 14% degli intervistati beve sempre acqua<br />

del rubinetto, mentre ben <strong>il</strong> 40% dichiara di non bere<br />

mai l’acqua del rubinetto di casa propria (grafico n.6).<br />

grafico n.6 - quale acqua preferisco bere (a lato)<br />

Quindi abbiamo chiesto le motivazioni della preferenza<br />

accordata all’acqua confezionata rispetto a quella del<br />

rubinetto e viceversa. I cittadini bevono acqua confezionata<br />

(grafico n. 7) principalmente perché ritengono sia<br />

più controllata (25%) e per l’impossib<strong>il</strong>ità di bere acqua<br />

del rubinetto (25%). A tali motivazioni seguono questioni<br />

legate al gusto in quanto l’acqua in bottiglia ha<br />

un sapore migliore per <strong>il</strong> 15% degli intervistati, mentre<br />

l’8% beve acqua confezionata per questioni di salute.<br />

Infine, la preferenza accordata all’acqua confezionata<br />

non viene data nè a causa della pubblicità, indicata<br />

dall’1% degli intervistati, nè per la possib<strong>il</strong>ità di leggere<br />

in etichetta maggiori informazioni sulla composizione;<br />

tale motivazione è indicata solo dal 7% degli intervistati.<br />

Allo stesso tempo, come si evince dal grafico n. 8, i cittadini<br />

che bevono acqua di rubinetto la preferiscono<br />

prevalentemente perché è sempre disponib<strong>il</strong>e (32%),<br />

perché è più controllata (25%) e perché è gratuita (20%).<br />

Complessivamente oltre <strong>il</strong> 10% ritiene che ha un buon<br />

sapore e un altro 12% la ritiene più sicura delle altre.<br />

grafico n.8 - motivazioni della preferenza all’acqua di rubinetto<br />

(a lato)<br />

Cosa pensano i cittadini dell’acqua del rubinetto? Oltre<br />

<strong>il</strong> 40% è d’accordo con la considerazione che l’acqua del<br />

rubinetto sia di buona qualità e quasi <strong>il</strong> 70% dichiara<br />

che l’acqua del rubinetto non è pericolosa per la salute.<br />

Tuttavia, allo stesso tempo, quasi <strong>il</strong> 60% di cittadini<br />

dichiara che la composizione dell’acqua del rubinetto<br />

18 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

grafico n.9 - motivazioni della preferenza alla confezionata<br />

grafico n.7 - motivazioni della preferenza alla confezionata<br />

è ignota. Inoltre, un cittadino su due dichiara che l’acqua<br />

del rubinetto ha un odore di cloro (6), mentre oltre<br />

<strong>il</strong> 50% dei cittadini ritiene che <strong>il</strong> servizio di erogazione<br />

dell’acqua sia poco o per nulla efficiente. Infine, quasi<br />

<strong>il</strong> 70% ritiene che le tubazioni attraverso cui passa l’acqua<br />

siano vecchie e/o sporche (grafico n. 9).


Dal quadro appena delineato emerge un’importante<br />

considerazione: i cittadini non hanno una visione positiva<br />

del servizio di erogazione dell’acqua, nonostante<br />

<strong>il</strong> fatto che la rete idrica e gli enti di controllo garantiscano<br />

ai cittadini una fornitura di acqua potab<strong>il</strong>e in<br />

ottimo stato qualitativo e sopratutto assicurano che<br />

questa rispetti i parametri previsti dalla legge. Infatti,<br />

sebbene l’acqua che raggiunge le nostre abitazioni venga<br />

controllata con minuziose analisi chimiche, fisiche e<br />

microbiologiche da diversi enti di gestione (acquedotti<br />

pubblici o privati e società di gestione), permane nella<br />

maggior parte delle persone un senso di insicurezza<br />

verso la qualità dell’acqua che fuoriesce dai rubinetti<br />

delle case.<br />

In particolare, anche se talvolta l’idea di avere un’acqua<br />

di cattiva qualità deriva dalle pessime condizioni<br />

delle tubazioni delle strutture private, una ricerca dello<br />

ZooPlantLab, Università degli Studi di M<strong>il</strong>ano Bicocca,<br />

nell’ambito del progetto “M<strong>il</strong>ano da Bere”, ha evidenziato<br />

che nella maggior parte dei casi l’acqua passa invariata<br />

anche la rete domestica e sgorga dai rubinetti in<br />

buono stato qualitativo (7). Successivamente, abbiamo<br />

chiesto di indicare quale è l’ente preposto alle analisi<br />

sull’acqua potab<strong>il</strong>e nei Comuni. Al riguardo, la maggioranza<br />

dei cittadini (45%) ha indicato le ASL, mentre<br />

<strong>il</strong> 22% degli intervistati ha dichiarato di non essere a<br />

conoscenza degli enti preposti per le analisi sull’acqua<br />

potab<strong>il</strong>e (grafico n. 10).<br />

A tale riguardo, è ut<strong>il</strong>e sottolineare che la legge vigente<br />

(D.l. n. 31 del 2001), oltre a stab<strong>il</strong>ire i valori limite<br />

Ad avvalorare la tesi che i cittadini non ricevano alcuna informazione sulla composizione dell’acqua e sui controlli effettuati<br />

c’è l’evidenza che ben l’88% dei cittadini della provincia di <strong>Caserta</strong> non ha mai visto i risultati delle analisi sulle<br />

acque potab<strong>il</strong>i del Comune di residenza. Al riguardo, l’84% dei cittadini ha dichiarato di preferire l’acqua del rubinetto<br />

se ne fosse nota l’analisi e se questa risultasse equivalente all’acqua in bottiglia (grafico n. 11).<br />

grafico n.11 - esigenza di informazioni sulla qualità dell’acqua di rubinetto<br />

Per completare questa sezione, abbiamo chiesto ai cittadini<br />

se siano favorevoli all’installazione di fontanelle<br />

pubbliche in diversi punti delle città.<br />

I risultati (grafico n. 12) evidenziano che l’82% degli intervistati<br />

è favorevole a tale iniziativa; di questi, in particolare,<br />

<strong>il</strong> 19% le ritiene importanti, <strong>il</strong> 3% ha richiesto<br />

al proprio Comune di installare fontanelle pubbliche, <strong>il</strong><br />

60% auspica che siano dotate di dispositivi antispreco.<br />

Al contrario, <strong>il</strong> 14% è contrario perché ritiene che le<br />

fontanelle sprechino acqua mentre <strong>il</strong> 3% non è interessato<br />

all’iniziativa.<br />

per le diverse sostanze che possono essere presenti in<br />

acqua, definisce anche dove devono essere effettuati<br />

i controlli. In particolare, le ASL hanno <strong>il</strong> compito di<br />

eseguire quelle che sono note come “verifiche esterne”,<br />

ossia garantire la qualità dei corpi idrici per le acque<br />

superficiali destinate alla produzione di acqua potab<strong>il</strong>e,<br />

oltre che dei punti di distribuzione. In conclusione,<br />

l’acqua che giunge alle nostre case viene controllata<br />

almeno da due enti: <strong>il</strong> gestore e l’Asl.<br />

grafico n.10 - le risposte dei cittadini su chi effettua le analisi<br />

6 Questa sgradevole sensazione può essere fac<strong>il</strong>mente eliminata lasciando l’acqua all’interno di una brocca prima di servirla; ciò al fine di agevolare la volat<strong>il</strong>izzazione dei<br />

composti a base di cloro; 7 Per informazioni: www.zooplantlab.btbs.unimib.it;<br />

a<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 19


3.2 Focus sull’acqua confezionata<br />

Una sezione del questionario è finalizzata ad approfondire<br />

<strong>il</strong> tema del consumo di acqua confezionata.<br />

A tal fine abbiamo chiesto di indicare quanto costa mediamente<br />

l’acqua in bottiglia rispetto all’acqua di rubinetto.<br />

Tralasciando le considerazioni per le risposte “meno costosa”<br />

e “hanno lo stesso costo”, emerge che <strong>il</strong> 35% degli<br />

intervistati considera l’acqua in bottiglia cento volte<br />

più costosa, <strong>il</strong> 21% la considera m<strong>il</strong>le volte più costosa<br />

mentre un terzo degli intervistati dichiara che l’acqua<br />

confezionata costi dieci volte più dell’acqua di rubinetto<br />

(grafico n. 13).<br />

Considerando tali risposte emerge che la maggioranza<br />

degli intervistati non ha una corretta percezione dell’entità<br />

del sovrapprezzo dell’acqua in bottiglia rispetto a<br />

quella di rubinetto. Al riguardo, infatti, come emerge<br />

dal progetto “Acqua, una risorsa da conoscere”, l’acqua<br />

di rubinetto costa da 0,50 a 1 euro a metro cubo (da<br />

0,05 a 0,1 centesimi di euro al litro), mentre un litro di<br />

minerale costa in media da 10 a 30 centesimi: da 200<br />

a 300 volte tanto.<br />

“A ben guardare, i soldi spesi per la minerale servono<br />

non tanto a pagare la materia prima, ma tutte le altre<br />

voci che gravitano attorno al business dell’acqua:<br />

pubblicità, trasporto, imballaggio. Così ci troviamo a<br />

pagare spesso anche molto cara una risorsa che sgorga<br />

naturalmente dalla sorgente e che di per sé ha un costo<br />

irrisorio ” (8).<br />

Abbiamo chiesto ai cittadini di indicare <strong>il</strong> livello di importanza<br />

di alcune caratteristiche determinanti la scelta<br />

dell’acqua da acquistare.<br />

3.3 – La conoscenza del referendum<br />

Per indagare quale fosse l’orientamento<br />

dei cittadini riguardo <strong>il</strong> referendum sull’acqua,<br />

abbiamo chiesto se questi erano a<br />

conoscenza della campagna referendaria<br />

“L’acqua non si vende”, <strong>il</strong> cui fine è promuovere<br />

dei referendum abrogativi di tutte le<br />

norme che hanno privatizzato l’acqua in<br />

Italia. Come si evince dal grafico n. 18, circa<br />

<strong>il</strong> 75% degli intervistati conosce tale campagna<br />

referendaria e tra questi, circa 200<br />

cittadini intervistati hanno sottoscritto le<br />

proposte referendarie. Al contrario, <strong>il</strong> 21%<br />

degli intervistati non ne è a conoscenza.<br />

20 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

grafico n. 14 - l’acqua in bottiglia è in media m<strong>il</strong>le volte più costaosa<br />

grafico n. 13 - l’acqua in bottiglia è in media m<strong>il</strong>le volte più costaosa<br />

L’analisi dei risultati (grafico n. 14) ha evidenziato che,<br />

sommando le frequenze registrate per i giudizi “estremamente<br />

importante” e “molto importante”, le caratteristiche<br />

più importanti per i consumatori risultano, nell’ordine:<br />

la composizione (80%), le proprietà salutiste (77%)<br />

ed <strong>il</strong> prezzo (71%). Anche la zona di provenienza risulta<br />

discriminante per quasi <strong>il</strong> 70% degli intervistati.<br />

Particolarmente importanti risultano le variab<strong>il</strong>i che possono<br />

rappresentare un indicatore dell’impatto ambientale<br />

del prodotto acquistato: nello specifico, ossia la distanza<br />

percorsa dalla bottiglia (dalla fonte al bicchiere)<br />

è importante in quasi <strong>il</strong> 60% dei casi mentre la tipologia<br />

del contenitore è discriminante per oltre la metà degli<br />

intervistati. Sicuramente la scelta dell’acqua in bottiglia<br />

non dipende dalla pubblicità; tale variab<strong>il</strong>e è considerata<br />

per nulla importante da un intervistato su due.<br />

8 “Acqua, una risorsa da conoscere” è un Programma generale di intervento 2005-2006 della Regione Lazio realizzato con l’ut<strong>il</strong>izzo dei fondi del Ministero dello Sv<strong>il</strong>uppo<br />

Economico, in collaborazione con Altroconsumo.


Successivamente, abbiamo chiesto agli intervistati di<br />

indicare cosa guardano nell’etichetta durante l’acquisto<br />

di acqua minerale. Un elemento indicato dalla metà<br />

degli intervistati è la data dell’ultima analisi, mentre<br />

caratteristiche quali la durezza ed <strong>il</strong> residuo fisso non<br />

vengono lette in etichetta da circa <strong>il</strong> 50% del campione.<br />

Per verificare se i consumatori conoscono gli elementi<br />

riportati in etichetta, abbiamo chiesto di fornire<br />

una definizione dei termini “durezza” e “residuo fisso a<br />

180°C”. In relazione al termine durezza (grafico n. 15),<br />

grafico n. 15 - meno della metà ha fornito la corretta definizione grafico n. 16 - solo un terzo conosce la definizione<br />

Per concludere <strong>il</strong> focus sull’acqua minerale, abbiamo<br />

chiesto di indicare la spesa mens<strong>il</strong>e della famiglia per<br />

l’acquisto di acqua in bottiglia. I risultati, sintetizzati<br />

nel grafico n. 17, evidenziano che <strong>il</strong> 35% dei cittadi-<br />

grafico n. 17 - la spesa annua dichiarata per l’acqua in bottiglia va dai 200 ai 500 euro,<br />

con una media pari a 280 euro superiore alla media nazionale<br />

Inoltre, l’86% degli intervistati ha dichiarato che<br />

andrà a votare a tali referendum.<br />

da tale dato si evince che i cittadini sono consapevoli<br />

di doversi pronunciare su una grande battaglia<br />

di civ<strong>il</strong>tà, ossia decidere se l’acqua debba essere<br />

un bene comune, un diritto umano universale<br />

e quindi gestita in forma pubblica e partecipativa<br />

o una merce da mettere a disposizione del mercato<br />

(grafico n. 19).<br />

Le r<strong>il</strong>evazioni si sono concluse a soli tre mesi dalla data che sarà<br />

poi fissata per <strong>il</strong> voto referendario (n.r.)<br />

<strong>il</strong> 42% degli intervistati ha fornito la corretta definizione<br />

indicando la durezza come una stima del livello di calcio<br />

e magnesio; <strong>il</strong> 35% ha dichiarato di non conoscere<br />

cosa significhi tale termine, mentre <strong>il</strong> 23% ne ha fornito<br />

una definizione errata. In riferimento al termine “residuo<br />

fisso a 180°C”, ossia la quantità di sali minerali<br />

depositati da un litro di acqua fatto evaporare a 180°,<br />

quasi la metà degli intervistati non ha fornito una definizione,<br />

mentre <strong>il</strong> 33% ne conosce correttamente la<br />

definizione (grafico n. 16).<br />

ni spende dai 20 ai 30 € al mese, circa <strong>il</strong> 40% spende<br />

meno di 20 € mentre solo <strong>il</strong> 6% affronta una spesa<br />

mens<strong>il</strong>e superiore a 40 €.<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 21


4. L’analisi multivariata: conclusioni<br />

Mediante l’analisi fattoriale si è cercato di riassumere<br />

l’informazione esplorando l’esistenza di variab<strong>il</strong>i latenti<br />

che esprimono i giudizi e le preferenze sull’acqua<br />

da bere.<br />

Attraverso l’applicazione dell’Analisi per Componenti<br />

Principali (9) (ACP), sono stati individuati ed interpretati<br />

2 fattori con una varianza totale spiegata del<br />

55,5%.<br />

Il primo fattore<br />

Spiega quasi <strong>il</strong> 29% della varianza e si riferisce alle informazioni<br />

sulle caratteristiche qualitative dell’acqua<br />

direttamente osservab<strong>il</strong>i dai cittadini.<br />

Tale fattore è spiegato dalle seguenti variab<strong>il</strong>i: <strong>il</strong> prezzo;<br />

la composizione chimica riportata in etichetta; la<br />

provenienza; la sicurezza sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o sanitario, in<br />

termini di conformità alla legislazione in materia.<br />

Il secondo fattore<br />

Riguarda la percezione e la fiducisulle caratteristiche<br />

qualitative dell’acqua, rappresentando una sintesi degli<br />

attributi qualitativi dell’acqua che <strong>il</strong> consumatore<br />

non riesce a verificare neanche dopo <strong>il</strong> consumo del<br />

bene stesso (10). Il fattore è infatti sintetizzato dalle<br />

variab<strong>il</strong>i riguardanti sia le proprietà salutistiche ed <strong>il</strong><br />

gusto, sia giudizi sullo status delle condutture che sul<br />

servizio di erogazione dell’acqua.<br />

Quest’ultimo fattore spiega una varianza del 26,7%.<br />

Variab<strong>il</strong>i (12) Numero di fattori Comunalità<br />

fattore 1 fattore 2<br />

Prezzo 0.785 0.156 0.641<br />

Composizione<br />

(etichetta)<br />

0.807 0.032 0.652<br />

È sicura sotto un<br />

prof<strong>il</strong>o sanitario<br />

0.683 0.303 0.558<br />

Proprietà salutiste 0.241 0.624 0.448<br />

Ha un gusto<br />

soddisfacente<br />

0.067 0.862 0.747<br />

Servizio di<br />

erogazione<br />

efficiente<br />

0.115 0.755 0.583<br />

Provenienza 0.459 0.333 0.321<br />

Tubazioni<br />

sporche e/o<br />

vecchie<br />

0.342 0.610 0.489<br />

Etichetta fattore informazione percezione<br />

% varianza<br />

spiegata<br />

28.78 26.71<br />

Tabella n. 4 – matrice delle componenti ruotata (11)<br />

Al fine di verificare l’esistenza di gruppi di cittadini (cluster)<br />

caratterizzati da comportamenti omogenei in relazione<br />

al consumo dell’acqua di rubinetto, partendo dai<br />

fattori estratti tramite l’analisi fattoriale, si è proceduto<br />

con la realizzazione della Cluster Analysis che fornisce<br />

una suddivisione in gruppi di un collettivo di osservazioni<br />

seguendo <strong>il</strong> criterio generale di massimizzare<br />

l’omogeneità interna e massimizzare l’eterogeneità tra<br />

i gruppi. L’interpretazione dei cluster e la descrizione<br />

dei prof<strong>il</strong>i dei cluster è stata eseguita ut<strong>il</strong>izzando <strong>il</strong> confronto<br />

tra medie e le tabelle di contingenza con le variab<strong>il</strong>i<br />

significative, inserite nel questionario. Sono stati<br />

individuati ed interpretati 3 gruppi diversi di cittadini<br />

caratterizzati da prof<strong>il</strong>i omogenei (grafico seguente).<br />

Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3<br />

Informazione 0.283 1.683 -4.923<br />

Percezione 1.251 -3.849 1.578<br />

Tabella n 5 - Centri dei cluster finali<br />

9 - Basata sull’autovalore maggiore di uno; 10 - Gli attributi di qualità del prodotto vengono distinti, in letteratura, in attributi “ricerca”, “esperienza” e “fiducia”. Si fa riferimento<br />

ad attributi di tipo “ricerca”, quando i consumatori riescono a verificare la qualità del prodotto prima dell’acquisto. Si parla invece di attributi “esperienza”, nel caso in cui la<br />

qualità può essere verificata solo dopo l’acquisto e <strong>il</strong> consumo del bene stesso, attraverso una “prova”. Infine, gli attributi “fiducia” sono relativi a quegli aspetti della qualità<br />

che restano ignoti anche dopo <strong>il</strong> consumo; 11 - La rotazione ha raggiunto i criteri di convergenza in 5 iterazioni. Metodo di estrazione: analisi delle componenti principali.<br />

Metodo di rotazione Varimax con normalizzazione di Kaiser; 12 - Tutte le variab<strong>il</strong>i sottoposte a riduzione fattoriale sono espresse secondo una scala di Likert a 4 intervalli.<br />

13 - La comunalità indica l’ammontare di varianza di ogni variab<strong>il</strong>e spiegata dalla soluzione fattoriale. Questa misura può variare da un minimo di zero (i fattori comuni non<br />

spiegano niente della variab<strong>il</strong>ità) ad un massimo di uno (tutta la variab<strong>il</strong>ità è spiegata dai fattori comuni).Valori piccoli indicano variab<strong>il</strong>i che non sono particolarmente ut<strong>il</strong>i<br />

per la soluzione fattoriale e che quindi possono essere escluse.<br />

22 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

L’analisi dei cluster ha evidenziato l’esistenza di gruppi<br />

di cittadini che si distinguono in base a comportamenti<br />

omogenei; ogni gruppo esprime un’attitudine particolare<br />

verso “l’acqua del sindaco”.<br />

Se <strong>il</strong> gruppo dei consapevoli dimostra una buona propensione<br />

verso l’acqua pubblica, ciò è dovuto non solo<br />

dalla maggiore informazione sui controlli ma anche<br />

dalla sensib<strong>il</strong>ità al tema del risparmio idrico.<br />

Al contrario, i disinteressati si caratterizzano per l’indifferenza<br />

al tema dell’acqua pubblica: tale indifferenza<br />

si declina sia nella mancanza di interesse verso i<br />

volumi d’acqua consumati sia nell’acquisto di acqua<br />

confezionata per motivazioni che possiamo ricondurre<br />

all’abitudine.<br />

Infine, <strong>il</strong> cluster degli sfiduciati esprime un giudizio negativo<br />

sull’acqua pubblica e ciò si riflette nella scarsa<br />

attenzione verso l’uso consapevole di tale risorsa.<br />

Concludendo, si può affermare che “informazione” e<br />

“percezione” rappresentano le parole chiave per rendere<br />

consapevoli i cittadini che la tutela della risorsa<br />

acqua rappresenta un valore etico ed <strong>il</strong> consumo della<br />

stessa deve rispondere a criteri di responsab<strong>il</strong>ità.


Cluster 1 - I disinteressati<br />

Quello dei disinteressati è <strong>il</strong> cluster più numeroso,<br />

in quanto include circa <strong>il</strong> 40% del<br />

campione.<br />

Il cluster è formato da una buona percentuale<br />

di giovani dai 31 ai 40 anni (30% dei casi),<br />

con un elevato livello di istruzione (42%) e<br />

coniugati (45%). In relazione allo st<strong>il</strong>e vita, i<br />

disinteressati si caratterizzano per un basso<br />

grado di coinvolgimento nelle tematiche<br />

ambientali, sociali ed etiche e per una componente<br />

edonistica della domanda.<br />

Cluster 2 - I Consapevoli<br />

Raggruppa circa <strong>il</strong> 23% degli intervistati.<br />

Questo cluster è formato da una maggioranza<br />

masch<strong>il</strong>e, cioè <strong>il</strong> 70% del gruppo.<br />

Questo è l’unico gruppo che preferisce bere<br />

l’acqua di rubinetto perché è più controllata<br />

rispetto all’acqua confezionata, è sempre disponib<strong>il</strong>e,<br />

oltre che di buona qualità. Nell’acquisto<br />

dell’acqua confezionata, la scelta si<br />

basa soprattutto sul prezzo.<br />

Completa <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o del cluster l’elevata attenzione<br />

posta al risparmio idrico: i consapevoli,<br />

infatti, in casa hanno installato sia <strong>il</strong> doppio<br />

scarico del gabinetto sia <strong>il</strong> “frangigetto” nei<br />

rubinetti.<br />

Cluster 3 - Gli Sfiduciati<br />

Rappresentano <strong>il</strong> 36% degli intervistati. Una<br />

buona percentuale è donna, di età compresa<br />

tra i 41 e i 60 anni, in possesso di diploma superiore<br />

e svolge la professione di impiegato.<br />

Bevono acqua confezionata principalmente<br />

perché ritenuta più controllata e perché ha<br />

un sapore migliore (rispettivamente 32% e<br />

24% dei casi). Inoltre, nella scelta dell’acqua<br />

confezionata, <strong>il</strong> gruppo si fa guidare principalmente<br />

dalle proprietà salutiste dichiarate<br />

dalle diverse etichette.<br />

I disinteressati si caratterizzano per la scarsa informazione sui<br />

consumi d’acqua relativi alle diverse attività domestiche; tale<br />

cluster dimostra anche un limitato interesse nel conoscere i<br />

volumi reali dell’acqua che ogni giorno viene consumata nelle<br />

proprie abitazioni. I disinteressati bevono acqua confezionata<br />

principalmente per l’impossib<strong>il</strong>ità di bere acqua di rubinetto; a<br />

quest’ultima, infatti, associano non solo un basso livello di qualità<br />

e un odore di cloro ma anche la considerazione che la composizione<br />

chimica dell’acqua di rubinetto sia ignota. In effetti, i<br />

cittadini rientranti in questo cluster dichiarano di non conoscere<br />

quale ente effettua le analisi sull’acqua di rubinetto.<br />

Sembrerebbe che le motivazioni presentate derivino più da una<br />

scarsa conoscenza delle normative e dei controlli che da un’impossib<strong>il</strong>ità<br />

oggettiva di bere acqua di rubinetto. L’acqua confezionata<br />

viene scelta in base alla provenienza e non si registra<br />

una reale percezione del sovrapprezzo dell’acqua in bottiglia<br />

rispetto a quella di rubinetto.<br />

Per i consapevoli l’acqua è un bene da tutelare. Questi si distinguono<br />

dagli altri cluster sia per una corretta percezione dei<br />

consumi d’acqua delle proprie famiglie in relazione alle diverse<br />

attività domestiche sia per un buon livello d’informazione sulle<br />

tematiche che interessano l’acqua di rubinetto; in relazione a<br />

quest’ultimo aspetto, i cittadini appartenenti a questo cluster<br />

hanno conoscenza degli enti che effettuano le analisi sull’acqua<br />

potab<strong>il</strong>e. I consapevoli sono sostenitori dell’acqua pubblica,<br />

non solo perché sono favorevoli all’installazione di fontanelle<br />

pubbliche in diversi punti delle città, ritenute molto importanti<br />

per i cittadini residenti, ma anche perché hanno dichiarato una<br />

profonda conoscenza della campagna referendaria “L’acqua<br />

non si vende”, <strong>il</strong> cui fine è promuovere dei referendum abrogativi<br />

di tutte le norme che hanno privatizzato l’acqua in Italia. In<br />

relazione alle variab<strong>il</strong>i esplicative dello st<strong>il</strong>e di vita, questi cittadini<br />

evidenziano un elevato interesse per le tematiche ambientali,<br />

sociali ed etiche: svolgono attività di volontariato ambientale<br />

e/o sociale e si interessano dei problemi dei paesi del sud<br />

del mondo (51% e 37% dei casi); ut<strong>il</strong>izzano detersivi ecologici<br />

(30%); in genere, preferiscono i prodotti a Km zero (42%).<br />

Gli sfiduciati si caratterizzano per un basso livello di coinvolgimento<br />

nell’uso consapevole della risorsa acqua: gli appartenenti<br />

a questo gruppo dimostrano una errata percezione dei<br />

volumi di acqua consumati quotidianamente in famiglia per<br />

le diverse attività domestiche e una scarsa conoscenza di quali<br />

sono le attività che hanno una maggiore r<strong>il</strong>evanza in termini di<br />

consumi d’acqua.<br />

I giudizi sull’acqua di rubinetto non sono positivi: gli sfiduciati,<br />

infatti, ritengono che <strong>il</strong> servizio di erogazione dell’acqua non sia<br />

efficiente e, inoltre, che le tubazioni attraverso cui passa l’acqua<br />

siano vecchie e/o sporche. In relazione allo st<strong>il</strong>e di vita, anche<br />

questo cluster si caratterizza per una maggiore consapevolezza<br />

ai temi del risparmio energetico rispetto al risparmio idrico sia<br />

per un sufficiente interesse nel volontariato e nelle tematiche<br />

ambientali, sociali ed etiche.<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 23


L’indagine sulla qualità dell’acqua di rubinetto<br />

La normativa indica che le acque destinate al consumo umano sono salubri se non contengono microrganismi e parassiti, né altre sostanze<br />

in quantità o concentrazioni tali da rappresentare un potenziale pericolo per la salute , soddisfano i requisiti minimi indicati per parametri<br />

microbiologici e chimici , sono conformi ai parametri indicatori. Per <strong>il</strong> progetto T.V.B. relativo alla Provincia di <strong>Caserta</strong>, per una valutazione delle<br />

caratteristiche di qualità delle acque destinate al consumo umano, sono stati individuati i seguenti gruppi di parametri indicatori: parametri<br />

di mineralizzazione; indici di contaminazione, elementi in traccia, microinquinanti organici.<br />

Giovanni D’Errico<br />

La normativa<br />

I riferimenti normativi principali per le qualità delle acque destinate<br />

al consumo umano sono:<br />

- decreto Legislativo 2 febbraio 2001, n. 31 (Attuazione della direttiva<br />

98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo<br />

umano) e successive integrazioni e modificazioni;<br />

- decreto Legislativo 3 apr<strong>il</strong>e 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale)<br />

- Parte III – Sezione II - Titolo II “Obiettivi di qualità” –<br />

Capo II – articolo 80 e seguenti (Acque superficiali destinate alla<br />

produzione di acqua potab<strong>il</strong>e);<br />

- Regolamento CE 178/2002 del Parlamento e del Consiglio del<br />

28 gennaio 2002 che stab<strong>il</strong>isce i principi e i requisiti generali della<br />

legislazione alimentare, istituisce l’autorità europea per la sicurezza<br />

alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza<br />

alimentare.<br />

Principali Fonti di Contaminazione<br />

Le principali fonti di contaminazione dell’acqua sono rappresentati<br />

da: deterioramento nel corso del trattamento di potab<strong>il</strong>izzazione<br />

e della distribuzione o r<strong>il</strong>ascio di sostanze da tubazioni e/o<br />

serbatoi; r<strong>il</strong>ascio di sostanze da depositi geologici naturali; inquinamento<br />

industriale; fattori antropogenici;<br />

Parametri di Mineralizzazione<br />

durezza - Il termine durezza fu originariamente coniato per definire<br />

la capacità di un’acqua di determinare la precipitazione di<br />

saponi. Questo fenomeno è dovuto agli ioni calcio e magnesio<br />

presenti in un’acqua. Anche altri ioni multivalenti possono dar<br />

luogo allo stesso fenomeno, ma spesso si trovano sotto forma<br />

di complessi e <strong>il</strong> loro contributo alla durezza si può considerare<br />

trascurab<strong>il</strong>e. La durezza totale è la somma delle concentrazioni<br />

di ioni calcio e magnesio espressa come mg/L di CaCO3. I risultati<br />

possono essere espressi in gradi francesi (1 grado francese °F =<br />

0,100 mmol/L = 10 mg/L come CaCO3 o in gradi tedeschi (1 grado<br />

tedesco °D = 0,179 mmol/L = 10 mg/L come CaO). In genere, le<br />

acque vengono classificate in base alla loro durezza come segue:<br />

- fino a 7 °F: molto dolci<br />

- da 7 °F a 14 °F: dolci<br />

- da 14 °F a 22 °F: mediamente dure<br />

- da 22 °F a 32 °F: discretamente dure<br />

- da 32 °F a 54 °F: dure<br />

- oltre 54 °F: molto dure<br />

Il valore consigliato per le acque potab<strong>il</strong>i è tra i 15 – 50 °F, una<br />

durezza media o elevata potrà determinare variazione nel gusto.<br />

Riep<strong>il</strong>ogo Campioni Numero 71128 71129 71130 71131 71132 71133 71134<br />

SEPA s.r.l. Data Prelievo 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 8 febb<br />

Maddaloni<br />

San Felice<br />

a Cancello<br />

San Nicola<br />

La Strada<br />

Marcianise Succivo Sant Arpino Gricignag<br />

Nome Metodo Unità<br />

Temperatura acqua (al prelievo) APAT CNR IRSA 2100 Man 29 2003 °C 12,0 12,0 14,0 12,7 12,0 14,0 12,0<br />

Temperatura aria (al prelievo) APAT CNR IRSA 2100 Man 29 2003 °C 15,0 15,0 20,6 20,7 20,0 22,0 18,0<br />

Calcio APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 mg/l 100 72,3 161,4 150 147 139 141,1<br />

Cloruri APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mg/l 6,3 6,3 63,0 34,9 23,0 14,7 7,1<br />

Solfati APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mg/l 6,1 6,3 17,7 11,1 10,0 9,3 7,7<br />

Nitrati APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mgNO3/l 4,0 4,1 4,8 8,3 6,2 4,9 2,7<br />

Nitriti APAT CNR IRSA 4020 Man 29 2003 mgNO2/l < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03<br />

Potassio APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 mg/l 5,01 4,24 7,29 7,97 6,51 4,49 2,35<br />

Sodio APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 mg/l 12,4 8,1 41,5 27,0 20,9 13,6 7,6<br />

Durezza totale APAT CNR IRSA 2040 A Man 29 2003 °f 32,1 22,4 55,2 46,2 46,4 45,3 47,3<br />

Arsenico APHA SME ed 21st 3113+ 3500-As A µg/l < 1 1 3 2 1 1 2<br />

Benzene APAT CNR IRSA 5140 Man 29 2003 µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1<br />

Cromo APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 µg/l < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1<br />

Piombo APHA SME ed 21st 2005 3113 B + 3500-Pb A µg/l < 1 < 1 1 < 1 < 1 < 1 < 1<br />

Nichel APAT CNR IRSA 3020 Man 29 2003 µg/l 1 1 2 1 1 < 1 < 1<br />

Antiparassitari azotati APAT CNR IRSA 5060 Man 29 2003<br />

Atrazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05<br />

Deset<strong>il</strong>atrazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05<br />

Deset<strong>il</strong>terbut<strong>il</strong>azina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05<br />

Propazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05<br />

Simazina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05<br />

Terbut<strong>il</strong>azina µg/l < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05<br />

Antiparassitari clorurati APAT CNR IRSA 5090 Man 29 2003<br />

Aldrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />

Dieldrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />

DDT µg/l < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003<br />

Endrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />

Eptacloro µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />

Eptacloro epossido µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />

Esaclorobenzene µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />

Esaclorocicloesano µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />

Isodrin µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />

Epicloridrina APAT CNR IRSA 5090 Man 29 2003 µg/l < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001<br />

Idrocarburi policiclici aromatici APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 µg/l < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013<br />

Benzo(b)fluorantene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />

Benzo(k)fluorantene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />

Benzo(g,h,i)per<strong>il</strong>ene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />

Indeno(1,2,3-c,d)pirene µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />

Benzo(a)pirene APAT CNR IRSA 5080 Man 29 2003 µg/l < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />

Tetracloroet<strong>il</strong>ene e tricloroet<strong>il</strong>ene EPA 5030 C 2003 + EPA 8260 C 2006 µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1<br />

Trialometani - totale EPA 5030 C 1996 + EPA 8260 C 2006 µg/l 2,3 2,9 0,8 4,0 2,5 2,7 1,7<br />

Cloroformio µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1<br />

Bromoformio µg/l 1,4 1,4 0,6 3,5 2,0 2,1 1,1<br />

Dibromoclorometano µg/l 0,8 1,4 < 0,1 0,4 0,4 0,5 0,5<br />

Bromodiclorometano µg/l < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1<br />

24 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong>


Cationi e anioni<br />

Sodio e Potassio:<br />

Il sodio ed <strong>il</strong> potassio hanno importanti funzioni fisiologiche soprattutto<br />

nella regolazione dei fluidi extracellulari e dell’equ<strong>il</strong>ibrio<br />

acido-base del plasma e delle cellule. In considerazione della<br />

relazione tra la presenza di sodio nell’acqua potab<strong>il</strong>e e la possib<strong>il</strong>e<br />

insorgenza di ipertensione, viene fissato per <strong>il</strong> sodio nell’acqua<br />

potab<strong>il</strong>e un valore parametrico di 200 mg/l, anche associato agli<br />

aspetti organolettici delle acque con concentrazioni di sodio superiori<br />

a tali valori.<br />

Il potassio è presente nelle acque mediamente in quantità intorno<br />

ai 2 mg/l e non è stato definito un limite per l’assunzione di<br />

questo elemento dalle acque.<br />

Calcio<br />

Il calcio è <strong>il</strong> minerale più largamente rappresentato nell’organismo<br />

umano: nell’adulto è contenuto nella misura di 1200 g circa,<br />

<strong>il</strong> 99% del quale nello scheletro e nei denti. La quantità di calcio<br />

presente nelle acque potab<strong>il</strong>i italiane variano generalmente tra i<br />

20 mg/l e i 200 mg/l, non è stato definito un limite per l’assunzione<br />

di questo elemento dalle acque.<br />

Cloruri<br />

Numerosi cloruri si trovano in natura come minerali, fra questi i<br />

più abbondanti sono: salgemma e sale marino (NaCl), s<strong>il</strong>vite (KCl),<br />

carnallite (KMgCl3•6H2O).<br />

Lo ione cloruro costituisce lo 0,045% della crosta terrestre, mentre<br />

l’acqua di mare contiene 19,4 g Cl/L.<br />

È contenuto in numerosissimi composti inorganici di interesse<br />

industriale (sodio, calcio e alluminio cloruro).<br />

71133 71134 71135 71136 71332 71333 71334 71335 71336 71337 71338 71339 71340 71341 71342<br />

8 febb 8 febb 8 febb 8 febb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb 16-feb<br />

Sant Arpino Gricignago Cesa<br />

Orta di<br />

Atella<br />

Capua<br />

S.Maria<br />

Capua<br />

Vetere<br />

Pietramelara<br />

Sessa<br />

Aurunca<br />

Soluzioni acquose di acido cloridrico trovano larghissimo impiego<br />

nelle attività manifatturiere; <strong>il</strong> cloruro di sodio viene ut<strong>il</strong>izzato<br />

in metallurgia, nella concia delle pelli, nelle produzioni del vetro<br />

e delle ceramiche. Concentrazioni eccessive di cloruri accelerano<br />

la corrosione dei metalli nei sistemi di distribuzione, in funzione<br />

dell’alcalinità dell’acqua. Ciò può condurre ad un aumento della<br />

concentrazione di alcuni metalli nell’approvvigionamento idropotab<strong>il</strong>e.<br />

Per tale ragione nelle acque potab<strong>il</strong>i viene fissato un valore<br />

parametrico di 250 mg/L.<br />

Solfati<br />

I solfati presenti in natura derivano in larga misura dalla trasformazione<br />

dei solfuri naturali. Si ritrovano prevalentemente nei sedimenti<br />

evaporitici come gesso o anidride.<br />

Un importante veicolo di diffusione dei solfati nell’ambiente sono<br />

le emissioni gassose di ossidi di zolfo (SO2, SO3), causate da numerose<br />

attività (consumo di combustib<strong>il</strong>i per uso energetico, produzioni<br />

industriali, ecc.). Tra i solfati di maggior interesse industriale,<br />

<strong>il</strong> sodio solfato viene impiegato nell’industria vetraria, in tintoria e<br />

nella produzione di cellulosa, l’ammonio solfato [NH4)2SO4] viene<br />

impiegato come fert<strong>il</strong>izzante, <strong>il</strong> magnesio solfato trova applicazione<br />

nell’industria della carta e tess<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> calcio solfato viene usato in<br />

ed<strong>il</strong>izia ed infine <strong>il</strong> rame solfato è impiegato come anticrittogamico<br />

e nei processi galvanoplastici.<br />

Quando i solfati sono associati al magnesio e sono in quantità<br />

piuttosto elevate, le acque possono manifestare proprietà purgative.<br />

Viene fissato un valore parametrico di 250 mg/L per la qualità<br />

dell’acqua potab<strong>il</strong>e.<br />

in tabella si riportano <strong>il</strong> riep<strong>il</strong>ogo dei campioni analizzati dai laboratori Sea<br />

tutti i valori dei parametri analizzati rientrano nei limiti di potab<strong>il</strong>ità<br />

Mondragone<br />

Cancello<br />

ed Arnone<br />

V<strong>il</strong>la<br />

Literno<br />

Castel<br />

Volturno<br />

A<strong>il</strong>ano Pratella Piedimonte<br />

Matese<br />

limite<br />

14,0 12,0 14,0 13,0 11,0 13,0 7,0 12,0 12,0 11,0 11,0 12,0 10,0 7,0 8,0<br />

22,0 18,0 20,0 18,0 1 2,0 16,0 10,0 15,0 15,0 14,0 14,0 15,0 18,0 8,0 10,0<br />

139 141,1 146 141 126,0 130,0 162,0 27,5 126,0 130,0 143,0 129,0 95,7 96,1 59,2<br />

14,7 7,1 30,6 19,9 23,8 7,3 10,2 24,2 16,7 50,6 35,9 11,8 4,4 3,7 4,1 250,0<br />

9,3 7,7 10,9 9,8 10,9 7,8 3,1 8,9 10,5 3,3 11,8 6,4 2,4 2,5 1,8 250,0<br />

4,9 2,7 7,5 5,7 7,7 2,7 9,0 25,1 13,6 4,9 8,7 6,6 2,3 2,6 1,7 50,0<br />

< 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 0,1 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 < 0,03 0,5<br />

4,49 2,35 7,02 5,48 8,0 2,5 16,4 32,0 19,6 28,3 7,9 17,5 0,8 0,9 0,8<br />

13,6 7,6 24,3 17,8 18,6 7,4 18,3 27,1 21,7 67,1 24,0 19,8 4,1 3,8 3,9 200,0<br />

45,3 47,3 45,5 45,4 40,3 42,6 51,2 9,9 38,8 47,5 43,2 39,2 30,8 27,7 16,4<br />

1 2 1 1 < 1 2,0 2,0 7,0 5,0 4,0 < 1 5,0 < 1 < 1 < 1 10,0<br />

< 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 1,0<br />

< 1 < 1 < 1 < 1 1,0 < 1 1,0 < 1 1,0 < 1 1,0 1,0 1,0 2,0 < 1 50,0<br />

< 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 10,0<br />

< 1 < 1 < 1 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 < 1 20,0<br />

< 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10<br />

< 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10<br />

< 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10<br />

< 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10<br />

< 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10<br />

< 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 < 0,05 0,10<br />

< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03<br />

< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03<br />

< 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 < 0,003 0,10<br />

< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10<br />

< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03<br />

< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,03<br />

< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10<br />

< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10<br />

< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10<br />

< 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 < 0,001 0,10<br />

< 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 < 0,013 0,10<br />

< 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />

< 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />

< 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />

< 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005<br />

< 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 < 0,005 0,01<br />

< 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 0,20 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 10,00<br />

2,7 1,7 5,3 3,7 1,70 1,10 0,40 1,00 0,80 < 0,2 1,50 0,70 1,10 < 0,2 < 0,2 30,00<br />

< 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1<br />

2,1 1,1 4,8 3,1 1,10 0,50 0,20 0,80 0,60 < 0,1 1,10 0,50 0,40 < 0,1 < 0,1<br />

0,5 0,5 0,4 0,5 0,50 0,50 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 0,30 < 0,1 0,60 < 0,1 < 0,1<br />

< 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1 < 0,1<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 25


Indici Chimici di Contaminazione delle Acque<br />

Nitrati<br />

I nitrati rappresentano uno stadio di ossidazione dei composti<br />

azotati provenienti dalla decomposizione di sostanze organiche.<br />

Sono presenti in tracce nelle acque superficiali e negli scarichi<br />

domestici, e possono raggiungere concentrazioni significative<br />

nelle acque sotterranee. Quantità elevate di nitrati nelle acque<br />

sono imputab<strong>il</strong>i all’azione dei fert<strong>il</strong>izzanti azotati: dopo lo spargimento<br />

sul terreno essi vengono d<strong>il</strong>avati dalle piogge e trasferiti<br />

nelle acque superficiali o inf<strong>il</strong>trati in quelle sotterranee.<br />

Dal punto di vista igienico-sanitario l’accumulo di nitrati pone<br />

una serie di problematiche associate ad un effetto metaemoglobinizzante<br />

e più recentemente a quello cancerogeno, non confermato<br />

da studi analitici più probanti. Il valore limite fissato per i<br />

nitrati nelle acque potab<strong>il</strong>i è di 50 mgNO3/l.<br />

Nitriti<br />

I nitriti (azoto nitroso) rappresentano uno stadio intermedio<br />

nel ciclo dell’azoto. Generalmente si originano dall’ossidazione<br />

dell’ammoniaca proveniente da processi di biodegradazione di<br />

sostanze proteiche; più raramente possono derivare da processi<br />

di riduzione di nitrati. Poiché i nitriti sono trasformati fac<strong>il</strong>mente e<br />

rapidamente in nitrati, la loro presenza, anche in tracce, è indizio<br />

di processo biologico in atto nell’acqua. Inoltre, i nitriti possono<br />

essere veicolati nelle acque superficiali da scarichi di industrie.<br />

Il valore limite fissato per i nitrati nelle acque potab<strong>il</strong>i è di 0,5<br />

mgNO2/l.<br />

elementi presenti in tracce<br />

Gli elementi presenti in tracce comprendono elementi presenti in<br />

minime quantità che sono sempre presenti nelle acque naturali e<br />

alcuni metalli (ad esempio Piombo, Cromo, Nichel, Arsenico)<br />

I metalli possono essere di origine naturale (geologica) o di origine<br />

antropica. In quest’ultimo caso, l’immissione nell’ambiente<br />

può avvenire in seguito alla presenza di sorgenti di contaminazione<br />

puntuale (smaltimento di rifiuti, attività industriali, aree<br />

intensamente urbanizzate, ecc.) oppure a fenomeni di inquinamento<br />

diffusi (pratiche agricole e di allevamento, scarichi, ecc.).<br />

Molti metalli oltre a trovarsi naturalmente nelle rocce possono<br />

essere immessi nelle matrici ambientali attraverso le polveri e i<br />

gas vulcanici; alcuni di essi costituiscono inoltre gli oligoelementi<br />

ut<strong>il</strong>izzati nei processi metabolici di animali e piante.<br />

In questo studio T.V.B. sono sati ricercati i seguenti metalli:<br />

Piombo<br />

Il piombo è presente in natura come carbonato (cerussite), solfato<br />

(anglesite), clorofosfato (piromorfite), cromato (crocoite) e<br />

solfuro (galena). Il piombo è usato nell’industria petrolchimica<br />

come additivo antidetonante delle benzine, anche se questo uso<br />

tende a diminuire con la diffusione delle benzine verdi, nella produzione<br />

di batterie, di schermi di protezione contro le radiazioni<br />

ionizzanti, di esplosivi, di vernici e come pigmento nell’industria<br />

chimica. Il D.Lgs. 31/2001 concernente la qualità delle acque destinate<br />

al consumo umano fissa una concentrazione massima<br />

ammissib<strong>il</strong>e di 10 µg/l.<br />

Arsenico<br />

L’arsenico è ampiamente distribuito nella crosta terrestre con una<br />

concentrazione media di 1,8 mg/kg. Gli usi principali riguardano<br />

la fabbricazione del vetro, la produzione di leghe con rame e<br />

zinco e la produzione di semiconduttori. Composti dell’arsenico<br />

sono anche ut<strong>il</strong>izzati in medicina veterinaria, come pesticidi e<br />

come conservanti per <strong>il</strong> legno. La fusione di minerali contenenti<br />

solfuri e la combustione di combustib<strong>il</strong>i foss<strong>il</strong>i (specialmente<br />

carbone) sono tra i processi principali che r<strong>il</strong>asciano arsenico, ma<br />

non vanno trascurati i processi di erosione naturale.<br />

Per le acque destinate al consumo umano la direttiva europea,<br />

recepita con D.Lgs. 31/2001, ha abbassato <strong>il</strong> limite e fissa una concentrazione<br />

massima ammissib<strong>il</strong>e di 10 µg/l.<br />

Cromo<br />

Il cromo è presente, nei minerali conosciuti, sempre allo stato trivalente<br />

se si escludono i rarissimi rinvenimenti di cromati, come<br />

ad esempio la crocoite (PbCrO4). Il cromo ha impieghi principali<br />

in siderurgia, galvanica, industria chimica (catalizzatori, coloranti,<br />

fungicidi), medicina (isotopo radiattivo), concia delle pelli, mordenzatura<br />

e stampa dei tessuti, fotografia e litografia, produzione<br />

di abrasivi, refrattari per altiforni. Il cromo può esistere in nove<br />

stadi di ossidazione (da - II a + VI). Negli ambienti acquatici, la forma<br />

esavalente è più tossica di quella trivalente. Il D.Lgs. 31/2001<br />

concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano<br />

fissa una concentrazione massima ammissib<strong>il</strong>e di 50 µg/l.<br />

26 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

Nichel<br />

Il nichel è abbastanza diffuso in natura e risulta uniformemente<br />

distribuito nell’ambiente. È molto usato in leghe metaliche; sotto<br />

forma di granuli viene impiegato come catalizzatore nell’idrogenazione<br />

degli oli vegetali, nel “cracking” del petrolio e nella purificazione<br />

del gas di cockeria. Fra i sali i più importanti troviamo gli<br />

ossidi, impiegati nella fabbricazione degli accumulatori (Ni-Cd e<br />

Ni-Fe), i solfati ed i nitrati impiegati nei processi galvanici.<br />

Il D.Lgs. 31/2001 per le acque destinate al consumo umano fissa<br />

una concentrazione massima ammissib<strong>il</strong>e di 20 µg/l.<br />

Microinquinanti organici<br />

I principali inquinanti organici sono divisi in quattro categorie:<br />

antiparassitari; Idrocarburi Policiclici Aromatici; Solventi Organoalogenati<br />

e Trialometani; In questo studio sono state ricercate le<br />

seguenti sostanze:<br />

Antiparassitari<br />

Sono anche classificati in funzione del loro ut<strong>il</strong>izzo: insetticidi,<br />

anticrittogamici o fungicidi, diserbanti ed erbicidi, acaricidi, antigermoglianti,<br />

conservanti, ecc. Il r<strong>il</strong>ascio nelle matrici ambientali<br />

può avvenire occasionalmente in corrispondenza dei siti di<br />

produzione e, più normalmente, a seguito delle pratiche agricole.<br />

Il valore parametrico è 0,1 μg/litro per singolo composto e 0,5 μg/<br />

litro per la somma degli antiparassitari.<br />

Idrocarburi Policiclici Aromatici<br />

Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono dei composti costituiti<br />

da atomi di carbonio e idrogeno (idrocarburi) in cui gli<br />

atomi di carbonio costituiscono più anelli (poli-ciclici) uniti tra<br />

loro. Gli idrocarburi policiclici aromatici possono avere un’origine<br />

naturale legata a incendi dei boschi, emissioni gassose durante<br />

le eruzioni vulcaniche, biosintesi ad opera di batteri, funghi ed<br />

alghe. Gli IPA possono costituire i componenti minori in alcuni<br />

giacimenti petroliferi. L’origine antropica degli IPA è invece connessa<br />

ad attività industriali di diversa natura quali produzione/<br />

lavorazione di combustib<strong>il</strong>i (particolarmente gasolio ed oli combustib<strong>il</strong>i),<br />

cokerie, produzione e lavorazione grafite, trattamento<br />

del carbon foss<strong>il</strong>e. Le principali sorgenti sono individuab<strong>il</strong>i nelle<br />

emissioni da motori diesel, da motori a benzina, da centrali termiche<br />

alimentate con combustib<strong>il</strong>i solidi e liquidi pesanti; essi<br />

possono derivare anche da reazioni secondarie a carico della sostanza<br />

organica nei processi di smaltimento dei rifiuti solidi (discariche<br />

e inceneritori).<br />

A causa di queste numerose fonti, gli IPA sono ubiquitari e si diffondono<br />

in tutti i comparti ambientali. Durante ogni processo di<br />

formazione, gli IPA sono sempre presenti come classe (mai come<br />

composti singoli) in miscele complesse contenenti anche altre<br />

sostanze e classi chimiche. Per lo stesso motivo, si ritrovano come<br />

classe nei vari comparti ambientali e matrici (aria, acqua, suolo e<br />

alimenti) alle quali è comunemente esposta la popolazione.<br />

La presenza d’IPA nell’acqua potab<strong>il</strong>e è generalmente trascurab<strong>il</strong>e<br />

e occasionalmente riconducib<strong>il</strong>e alla cessione dai rivestimenti,<br />

in catrame o bitume, delle condutture di distribuzione dell’acqua<br />

stessa. Il valore parametrico è 0,1 μg/litro nelle acque potab<strong>il</strong>i.<br />

Solventi Alogenati<br />

composti di sintesi ut<strong>il</strong>izzati in ambito industriali come tricloroet<strong>il</strong>ene<br />

e <strong>il</strong> tetracloroet<strong>il</strong>ene. I composti alifatici clorurati sono<br />

essenzialmente di origine antropica. In particolare la loro immissione<br />

nell’ambiente è dovuta sia ad attività industriali (settori<br />

farmaceutico, cosmetico, automob<strong>il</strong>istico, ecc.), sia a pratiche<br />

agricole. Il tricloroet<strong>il</strong>ene e <strong>il</strong> tetracloroet<strong>il</strong>ene sono ottimi solventi<br />

per molti composti organici. Il loro impiego principale si ha<br />

per la pulizia a secco e nelle operazioni di sgrassaggio dei metalli.<br />

Vengono immessi principalmente nell’atmosfera, ma tramite effluenti<br />

industriali possono contaminare anche acque superficiali<br />

e sotterranee. Sono composti molto persistenti che agiscono entrambi<br />

sul sistema nervoso centrale.<br />

Il D.Lgs. 31/2001 concernente la qualità delle acque destinate al<br />

consumo umano fissa una concentrazione massima ammissib<strong>il</strong>e<br />

di 10 µg/l come somma di Tricloroet<strong>il</strong>ene e Tetracloroet<strong>il</strong>ene.<br />

Trialometani (TMH)<br />

Sono sottoprodotti della clorazione delle acque e si formano a<br />

partire dalla presenza nelle acque di sostanze naturali cosiddetti<br />

precursori: acidi umici e fulvici. I composti specifici considerati<br />

sono cloroformio, bromoformio, dibromoclorometano e bromodiclorometano.<br />

I trialometani sono sospettati di creare danni al<br />

fegato, reni e al sistema nervoso centrale.<br />

Il D.Lgs. 31/2001 concernente la qualità delle acque destinate al<br />

consumo umano fissa una concentrazione massima ammissib<strong>il</strong>e<br />

di 30 µg/l come somma dei THM.


Il campionamento strutturato<br />

La seconda parte della ricerca è stata incentrata sul<br />

monitoraggio della qualità dell’acqua di rubinetto dei<br />

Comuni della Provincia di <strong>Caserta</strong>. Grazie alla collaborazione<br />

della società SEA, che ha messo a disposizione<br />

i propri laboratori di analisi, abbiamo provveduto a raccogliere<br />

e analizzare 20 campioni in altrettanti Comuni<br />

della Provincia, prelevati a metà febbraio 2011.<br />

In una situazione, ben descritta dall’indagine demoscopica<br />

precedentemente presentata, di sfiducia nell’attività<br />

di controllo degli Enti preposti, ci siamo dotati,<br />

quindi, di dati “nostri”, per poi confrontarli con quelli<br />

r<strong>il</strong>evati da ARPAC. A tale scopo sono stati ut<strong>il</strong>izzati i<br />

dati messi a disposizione dall’Agenzia per una recente<br />

ricerca di <strong>Legambiente</strong>, risalenti al 2009 e relativi agli<br />

stessi Comuni presi in esame da T.V.B.<br />

E’ bene precisare che una analisi puntuale o momentanea<br />

è una fotografia di quell’istante che può contenere<br />

una serie di sorgenti di variab<strong>il</strong>ità. Pensiamo ad<br />

esempio a cosa cambia solo relativamente al periodo<br />

del campionamento: la piovosità dei mesi invernali così<br />

come la necessità di adduzioni temporanee da altri sollevamenti<br />

possono rendere molto diversi due campioni<br />

d’acqua prelevati nello stesso punto in momenti diversi.<br />

Pertanto la comparazione tra i nostri dati con i dati dei<br />

campionamenti su anni precedenti ci permetterà di<br />

creare un quadro statisticamente più robusto.<br />

Su un territorio così vasto e geomorfologicamente vario<br />

come quello della Provincia di <strong>Caserta</strong> e avendo a<br />

disposizione un numero limitato di campionamenti, ci<br />

siamo quindi posti le seguenti domande:<br />

- ci sono dati precedenti che ci fanno escludere l’influenza<br />

di fattori temporali sui prelievi?<br />

- esistono differenze tra le aree “sorgive” e le aree in<br />

pianura o la qualità dell’acqua risente della “distanza”<br />

della distribuzione?<br />

- all’interno di una stessa aree “omogenea” i territori<br />

comunali hanno più o meno la stessa acqua ?<br />

- c’è differenza tra l’acqua di un rubinetto di casa e<br />

quella di una fontana pubblica?<br />

Per rispondere a queste domande <strong>il</strong> campionamento è<br />

stato “strutturato” individuando nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

2 zone distinte (alta e bassa) e in ognuna di queste<br />

due macroaree per un totale di 4, e selezionando,<br />

per ciascuna, 5 comuni dove si è proceduto a prelevare<br />

un campione da rubinetti di civ<strong>il</strong>i abitazioni o da fontane<br />

pubbliche.<br />

fig 1 - la mappa di TVB con le macroaree<br />

dei campionamenti per colori<br />

Orazio Pascale e Federica Minut<strong>il</strong>lo<br />

Una particolare metodologia di analisi che coniuga un<br />

uso efficace degli strumenti statistici con la conoscenza<br />

è quella che viene definita six-sigma: attraverso i risultati<br />

di un campionamento strutturato permette, con<br />

software dedicati, di rispondere alle domande con la<br />

massima significatività statistica: una delle teoria su<br />

cui si fonda questo ragionamento è chiamata “ciclo della<br />

conoscenza”. In particolare è stato ut<strong>il</strong>izzato <strong>il</strong> software<br />

Minitab ver.15.<br />

La prima comparazione statistica dei risultati Arpac e<br />

Sea-<strong>Legambiente</strong> ha lo scopo di individuare ed escludere<br />

differenze macroscopiche (tra 2009 e 2011) al fine di<br />

dimostrare che i laboratori hanno analizzato le acque in<br />

maniera “sim<strong>il</strong>e”. Questa semplice tecnica si basa sulle<br />

distribuzioni “normali” dei dati e ci permette di stab<strong>il</strong>ire<br />

se eventuali valori non sono realisticamente probab<strong>il</strong>i: i<br />

diagrammi che si ottengono si chiamano “carte di controllo”.<br />

Realizzando quindi una carta di controllo per<br />

ogni macroarea, risulta che complessivamente l’andamento<br />

delle distribuzioni è di tipo normale e che i due<br />

laboratori diversi vedono i dati allo stesso modo (fig.2).<br />

fig 2 - carta di controllo con <strong>il</strong> complessivo delle determinazioni<br />

sull’acqua, sei parametri e doppia misura (Arpa e Sea)<br />

Abbiamo raggruppato le due serie di dati da comparare in<br />

colonne differenti (campionamento 2009 dati Arpa e campionamento<br />

2011 dati Sea-<strong>Legambiente</strong>) inserendo nelle<br />

righe, per ogni indicatore disponib<strong>il</strong>e, i risultati dei Comuni<br />

(da 1 a5) aggregati per macroaree (fig.3) a conferma visiva<br />

di quanto detto sopra.<br />

fig 3 - le distribuzioni dei valori degli indicatori per anno<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 27


Abbiamo aggregato i dati per avere una risposta visiva delle<br />

indicazioni numeriche che ci ha suggerito <strong>il</strong> programma di<br />

statistica. Affiancando i risultati delle analisi Arpac 2009<br />

(CE) con quelli di Sea-Legambiete (TN) 2011 e mettendo in<br />

successione le diverse macroaree, come visto in precedenza,<br />

non ci sono differenze nelle dispersioni.<br />

fig. 4. andamento in diminuzione della media delle concentrazioni di alcuni anioni nella macroarea 4<br />

Siamo passati successivamente all’analisi dei dati di Sea-<br />

<strong>Legambiente</strong>: <strong>il</strong> laboratorio ha confermato che tutti i parametri<br />

analizzati (oltre 40) rientrano ampiamente nei limiti<br />

di potab<strong>il</strong>ità; le distribuzioni numeriche degli stessi, in effetti,<br />

non generano alcuna “attenzione” neppure dal punto<br />

di vista statistico. Ci limitiamo quindi a valutare alcuni<br />

aspetti caratteristici: <strong>il</strong> programma di statistica ci indirizza<br />

nella selezione di alcuni indicatori (calcio, cloruri, solfati,<br />

nitrati, potassio, sodio, durezza e trialometani totali).<br />

Ancora un volta ci serviamo di diagrammi per una sintesi<br />

grafica dei risultati (fig. 5).<br />

I riquadri tratteggiati racchiudono le concentrazioni dei 5<br />

28 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

Se invece ci riferiamo alla sola componente anionica (rappresentata<br />

nei dati a disposizione da cloruri, solfati e nitrati)<br />

si legge una diminuzione delle concentrazioni nei comuni<br />

dell’area 4 (aversana-atellana) rispetto ai campioni<br />

più recenti (fig.4).<br />

Questi valori sono mediamente dimezzati.<br />

Comuni nelle diverse 4 macroaree, i risultati limitatamente<br />

aggregab<strong>il</strong>i sono cerchiati a parte: per i cloruri: area<br />

2, Cancello e Arnone quasi tre volte la media; area 3,<br />

S.Nicola la strada quasi quattro volte la media; per <strong>il</strong><br />

sodio: area 2, Cancello e Arnone quasi quattro volte<br />

la media; area 3, S.Nicola la Strada quasi tre volte la<br />

media; per i solfati: area 3, S.Nicola la strada quasi <strong>il</strong><br />

doppio della media; per i nitrati: area 2, Sessa Aurunca,<br />

concentrazione quasi tripla rispetto la media; per<br />

<strong>il</strong> potasso: anomalia macroarea 3 vs 4; per l’arsenico:<br />

macroarea 2 V<strong>il</strong>la Literno sotto <strong>il</strong> limite di r<strong>il</strong>evab<strong>il</strong>ità e<br />

Sessa Aurunca valore 1,5 volte superiore.<br />

fig.5 - andamento di singoli indicatori nelle diverse macroaree - dati Sea-<strong>Legambiente</strong> 2011


Un ulteriore approfondimento che ci viene suggerito dall’analisi<br />

statistica viene ancora una volta dalla comparazione<br />

dei dati Arpa e SEA: si tratta della diversa salinità complessiva<br />

nelle quattro macroaree.<br />

In particolare questo fenomeno può essere descritto chiaramente<br />

da due indicatori disponib<strong>il</strong>i: la durezza e i solfati.<br />

Ut<strong>il</strong>izzando un diagramma di sintesi grafica (fig. 6), aggregando<br />

i dati per Comuni (da 1 a 5) per anno (da 2009 a<br />

2011) e per macroarea, si riesce ad avere una percezione<br />

anche visiva dell’andamento crescente dall’area 1 alla<br />

macroarea 4. La tendenza, in figura, è evidenziata con un<br />

vettore tratteggiato di colore rosso.<br />

La durezza espressa in gradi francesi °f indica <strong>il</strong> totale dei<br />

sali carbonati di Calcio e Magnesio per cui è direttamente<br />

correlab<strong>il</strong>e alla presenza di questi.<br />

fig.6 - diversa salinità nelle macroaree: in termini di durezza<br />

l’area 4 ha valori 5 volte superiori all’area 1 (mediamente)<br />

Un’altra tendenza che ci viene segnalata dal software riguarda<br />

la variazione di concentrazione del parametro trialometani<br />

totali, sintetizzato col grafico in fig.6.<br />

Come abbiamo anticipato in precedenza, si tratta di sottoprodotti<br />

della clorazione delle acque e si formano a partire<br />

dalla presenza nelle acque di sostanze naturali.<br />

Questo vuol dire che non sono presenti nelle acque ma si<br />

generano a seconda del trattamento scelto dal gestore per<br />

garantire un livello basso di inquinamento batteriologico,<br />

nella fattispecie l’ut<strong>il</strong>izzo di alcuni ossidanti a base cloro.<br />

Incidono su questo indicatore: una attenta gestione in termini<br />

di scelta e dosaggio degli ossidanti, la consapevolezza<br />

dei tempi di ritenzione dei flussi acquedottistici.<br />

Chiaramente sono auspicab<strong>il</strong>i azioni volte alla riduzione<br />

della probab<strong>il</strong>ità di formazione di questi composti.<br />

Il D.Lgs. 31/2001 concernente la qualità delle acque destinate<br />

al consumo umano fissa una concentrazione massima<br />

ammissib<strong>il</strong>e di 30 µg/l come somma dei THM.<br />

fig.6 - trialometani totali - le diverse concentrazioni per area<br />

Macro-area Comune Campione<br />

Pratella Fontana pubblica<br />

Piedimonte Matese Rubinetto casa<br />

1: Area Montana A<strong>il</strong>ano Rubinetto casa<br />

Pietramelara Fontana pubblica<br />

S.Felice a Cancello Fontana pubblica<br />

Sessa Aurunca Fontana pubblica<br />

Cancello Arnone Fontana pubblica<br />

2: Area litoranea Mondragone Rubinetto casa<br />

V<strong>il</strong>la Literno Rubinetto casa<br />

Castel Volturno Rubinetto casa<br />

Capua Rubinetto casa<br />

S.Maria Capua V. Fontana pubblica<br />

3: Area <strong>Caserta</strong>na S.Nicola la Strada Rubinetto casa<br />

Maddaloni Fontana pubblica<br />

Marcianise Rubinetto casa<br />

Succivo Fontana pubblica<br />

4: Area aversanaatellana<br />

Cesa<br />

S.Arpino<br />

Rubinetto casa<br />

Rubinetto casa<br />

Gricignano Fontana pubblica<br />

Orta di Atella Rubinetto casa<br />

tab1 - le macroaree e i Comuni individuati<br />

per <strong>il</strong> campionamento strutturato<br />

Fontana pubblica o rubinetto di casa?<br />

Di certo non dovevamo fare ricorso alla statistica per le<br />

riflessioni che ci apprestiamo a fare ma <strong>il</strong> supporto dei numeri<br />

chiaramente aiuta, in un contesto così ampio.<br />

Raggruppando gli indicatori <strong>il</strong> software non segnala alcuna<br />

“anomalia” . A titolo di esempio si riportano solfati, sodio,<br />

arsenico e trialometani tot (fig. 7).<br />

Tranne per qualche eccezione localizzata, quindi, resta<br />

una variab<strong>il</strong>ità per macroarea degli indicatori maggiore<br />

della differenza tra i Comuni: vale a dire che tra i Comuni<br />

nelle stesse macroaree bere dai rubinetti di casa o da fontanelle<br />

pubbliche è sostanzialmente equivalente.<br />

fig.7 - le sim<strong>il</strong>itudini dei parametri tra rubinetto e fontana pubblica<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 29


Una ricerca nella ricerca, nella ricerca<br />

La disponib<strong>il</strong>ità dei dati sulla qualità delle acque potab<strong>il</strong>i dei Comuni della Provincia di <strong>Caserta</strong>.<br />

Se <strong>il</strong> progetto “Ti voglio bere” nasce con l’obiettivo<br />

di studiare la propensione al consumo di<br />

acque da rubinetto da parte dei nostri concittadini,<br />

lo svolgimento dell’indagine in merito ai<br />

dati qualitativi delle acque potab<strong>il</strong>i, distribuite dalle<br />

condutture dei comuni casertani, ha portato a ben<br />

più interessanti e a volte inattesi risultati, di per sé<br />

degni di un indagine altrettanto approfondita.<br />

L’eclatante risultato dell’indagine demoscopica, secondo<br />

cui -in merito al consumo di acqua da rubinetto-<br />

la semplice conoscenza dei dati sulla qualità<br />

delle acque farebbe cambiare idea anche ai più<br />

scettici, unitamente alla disponib<strong>il</strong>ità di dati analitici,<br />

ottenuta grazie al supporto tecnico della società<br />

SEPA Sud s.r.l. e dei suoi laboratori, ci ha spinti a<br />

“curiosare” nella organizzazione degli uffici comunali,<br />

in merito alle attività di monitoraggio della qualità<br />

delle acque.<br />

Ci sembrava, questo, un aspetto molto interessante,<br />

visto che gli stessi intervistati lo avevano ritenuto<br />

tale e –diciamocelo- noi stessi, cittadini dei Comuni<br />

casertani e conoscitori del funzionamento degli<br />

uffici tecnici o ambientali degli Enti locali nostrani,<br />

nutrivamo “qualche dubbio” sulla capacità dei Comuni<br />

nella gestione dei controlli alle acque distribuite<br />

dagli acquedotti.<br />

Ebbene, questa nostra curiosità da ambientalisti<br />

“impiccioni” ha dato vita all’attività forse più interessante<br />

di questo progetto; una sottoricerca,<br />

nell’ambito della parte analitica di questo interessante<br />

progetto di ricerca.<br />

Per parlarne, abbiamo bisogno di fare qualche cenno<br />

alla normativa.<br />

Antonio Pascale<br />

Chi deve controllare l’acqua destinata al consumo<br />

umano?<br />

Gli articoli 7 ed 8 del D.Lgs. 31/2001 (1) , che rappresenta<br />

<strong>il</strong> riferimento normativo per le attività di cui<br />

stiamo discutendo, impongono un doppio livello di controlli,<br />

distinguendo tra controlli interni ed esterni.<br />

Sono controlli interni, i controlli effettuati dal gestore<br />

del servizio idrico integrato per la verifica della qualità<br />

dell’acqua destinata al consumo umano.<br />

Per quanto riguarda i controlli interni, la legge prevede<br />

che:<br />

• L’ente gestore (nel nostro caso, <strong>il</strong> Comune o <strong>il</strong> soggetto<br />

a cui sia stato affidato (2) <strong>il</strong> servizio) è obbligato ad avere<br />

laboratorio di analisi interno, o a convenzionarsi con<br />

laboratori di altri gestori idrici, al fine di garantire un<br />

controllo adeguato e continuo, anche se poi <strong>il</strong> giudizio<br />

di conformità dell’acqua spetta all’ASL.<br />

• I risultati dei controlli devono essere conservati per<br />

un periodo di almeno cinque anni;<br />

• La norma, poi, vieta esplicitamente che tali controlli<br />

interni possano essere effettuati dai laboratori di analisi<br />

delle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente<br />

(ARPA).<br />

Per quanto riguarda i controlli esterni, la normativa<br />

prevede che:<br />

• siano svolti dall’ASL territorialmente competente, per<br />

verificare che le acque destinate al consumo umano<br />

soddisfino i requisiti definiti dal decreto, sulla base di<br />

programmi elaborati secondo i criteri dettati dalla regione.<br />

• Per le attività di laboratorio le aziende unità sanitarie<br />

locali si avvalgono delle agenzie regionali per la protezione<br />

dell’ambiente.<br />

1 D. L.vo 2 febbraio 2001, n. 31. Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano.<br />

2 Alla data di effettuazione della ricerca, ci risultano attivi, sui Comuni <strong>Caserta</strong>ni, i tre gestori: Consorzio Idrico Terra di Lavoro, Eniacqua Campania, Acquedotti scpa.<br />

L’acqua di rubinetto è più controllata<br />

La frequenza dei controlli<br />

30 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

Per le acque dell’acquedotto<br />

Il Decreto 31/2001 individua un numero minimo di controlli annui che aumenta a seconda<br />

del volume di acqua distribuito ogni giorno. Come valore di riferimento, si considera<br />

un acquedotto che eroga ogni giorno circa tra i 100 e 1.000 m3 di acqua e che<br />

serve circa 5.000 abitanti, per <strong>il</strong> quale la norma individua 4 controlli/anno di routine e<br />

1 controllo/anno di verifica. I controlli sono distribuiti uniformemente durante l’anno.<br />

L’Asl può tuttavia prevedere maggiori frequenze di campionamento in relazione alla<br />

lunghezza e alla complessità dell’acquedotto stesso, al grado di vulnerab<strong>il</strong>ità delle fonti<br />

(se maggiormente esposte a rischio di contaminazione), alla numerosità degli impianti<br />

e alla frammentarietà della rete idrica.<br />

Per le acque minerali<br />

Le prescrizioni normative per l’acqua minerale prevedono la realizzazione di una sola<br />

analisi all’anno (Decreto 29 dicembre 2003, art. 3) da parte degli stessi soggetti titolari<br />

della concessione, che viene inviata al Ministero della Salute insieme ad una autocertificazione<br />

relative al mantenimento delle caratteristiche delle acque. Sull’etichetta, poi,<br />

le aziende possono pubblicare i risultati delle analisi fatte fino a 5 anni prima.


Alla ricerca dei dati di qualità dell’acqua “del Sindaco”<br />

Caro Sindaco, che acqua mi dai? Questa<br />

la domanda a cui, impersonandoci<br />

in comuni cittadini, abbiamo cercato<br />

di dare risposta. Cosa fa un cittadino<br />

per conoscere la qualità dell’acqua che<br />

beve (o meglio, vorrebbe o dovrebbe<br />

bere)?<br />

La risposta è semplice: si rivolge al<br />

Comune. Subito, però, <strong>il</strong> primo ostacolo.<br />

A chi chiedere i dati di qualità dell’acqua<br />

e, soprattutto, dove trovare i recapiti?<br />

Abbiamo limitato l’attività di ricerca ai<br />

20 Comuni dove abbiamo analizzato i<br />

campioni di acqua, in maniera tale da<br />

avere anche un campione di riferimento, a<br />

conforto e confronto dei nostri dati.<br />

Ove <strong>il</strong> numero telefonico dell’ufficio<br />

tecnico era reperib<strong>il</strong>e -con un “ragionevole<br />

sforzo”- dal sito internet del Comune,<br />

abbiamo direttamente contattato questo<br />

ufficio, chiedendo i dati e –quando<br />

indirizzati ad un altro ufficio- abbiamo<br />

proseguito la nostra indagine.<br />

In altri casi, la nostra ricerca è partita dal<br />

centralino comunale.<br />

La sola ricerca del recapito (e-ma<strong>il</strong> o fax) a<br />

cui inviare la nostra richiesta, è durata circa<br />

2 settimane. Dal 2 al 9 marzo sono state<br />

inviate, quindi, le richieste ai Comuni di<br />

cui eravamo riusciti a reperire tali recapiti.<br />

Tra questi, purtroppo, non figura <strong>il</strong><br />

capoluogo: la città di <strong>Caserta</strong>, infatti,<br />

è stata diffic<strong>il</strong>e da contattare, i numeri<br />

ricavati dal sito risultavano occupati o<br />

disattivati.<br />

La richiesta dei dati è stata inoltrata ai Comuni<br />

facendo riferimento alla normativa<br />

che in Italia regola <strong>il</strong> diritto di accesso in<br />

materia ambientale, <strong>il</strong> D.Lgs. 18 agosto<br />

2005, n. 195. Secondo tale decreto, <strong>il</strong> diritto<br />

di accesso alle informazioni di natura<br />

ambientale può essere esercitato da<br />

chiunque, senza necessità di dimostrare<br />

uno specifico interesse.<br />

La recente giurisprudenza in materia, inoltre,<br />

ha stab<strong>il</strong>ito che non solo non è necessaria<br />

la puntuale indicazione degli atti richiesti,<br />

ma risulta sufficiente una generica<br />

richiesta di informazioni sulle condizioni<br />

di un determinato contesto ambientale<br />

per costituire in capo all’amministrazione<br />

l’obbligo di acquisire tutte le notizie relative<br />

allo stato della conservazione e della<br />

salubrità dei luoghi interessati dall’istanza,<br />

ad elaborare e a comunicarle al richiedente<br />

(Consiglio di Stato, sez. VI, 16 febbraio<br />

2011, n. 996; TAR Campania, Salerno, sez.<br />

II 25 marzo 2010, n. 2354).<br />

nei box ai lati due riflessioni tratte dal dossier<br />

di <strong>Legambiente</strong> “Acqua di rubinetto? Si, grazie!”<br />

Teresa Ubaldini<br />

<strong>il</strong> modello di fax inviato alle amministrazioni<br />

interessate dall’indagine TVB<br />

L’acqua di rubinetto è rispettosa dell’ambiente<br />

L’impatto ambientale, in ogni fase del ciclo dell’acqua di rubinetto, è assolutamente<br />

ridotto. Non ha bisogno di imballaggi e si evita l’uso del petrolio<br />

per fabbricare le bottiglie di plastica. L’acqua poi arriva direttamente nelle<br />

nostre case senza percorrere un metro su strada, è quindi a “ch<strong>il</strong>ometri zero”,<br />

risparmiando all’ambiente le emissioni di inquinanti prodotte ad esempio<br />

dal trasporto dell’acqua in bottiglia per diverse centinaia di km percorsi<br />

quotidianamente dai Tir, evitando <strong>il</strong> consumo di combustib<strong>il</strong>i foss<strong>il</strong>i, l’emissione<br />

di CO2 e di polveri sott<strong>il</strong>i.<br />

In sintesi questi i principali impatti ambientali delle acque in bottiglia:<br />

- solo un terzo delle bottiglie di plastica ut<strong>il</strong>izzate per l’acqua minerale viene<br />

raccolto in modo differenziato e destinato al riciclaggio, mentre i restanti<br />

due terzi finiscono in discarica o in un inceneritore;<br />

- <strong>il</strong> consumo annuo di 12 m<strong>il</strong>iardi di litri di acqua imbottigliata comporta,<br />

per la sola produzione delle bottiglie, l’ut<strong>il</strong>izzo di 350m<strong>il</strong>a tonnellate di poliet<strong>il</strong>ene<br />

tereftalato (PET), con un consumo di 665 m<strong>il</strong>a tonnellate di petrolio<br />

e l’emissione di gas serra di circa 910 m<strong>il</strong>a tonnellate di CO2 equivalente;<br />

- la fase del trasporto dell’acqua minerale infine influisce non poco sulla<br />

qualità dell’aria: solo <strong>il</strong> 18% del totale di bottiglie in commercio viaggia sui<br />

treni, tutto <strong>il</strong> resto viene movimentato su strada.<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 31


32 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong>


Nella pagina precedente alcune risposte inviateci<br />

dalle amministrazioni:<br />

- da Marcianise la richiesta passa alla ASL nel<br />

territorio comunale, che a oggi non ha datao<br />

seguito.<br />

- da Sessa Aurunca ci dicono che non hanno<br />

fondi per risponderci ma che ne hanno fatto<br />

richiesta.<br />

Altri comuni più piccoli invece, sono stati<br />

contattati più fac<strong>il</strong>mente, ma tra tutti quelli<br />

contattati (Piedimonte Matese, Pratella,<br />

A<strong>il</strong>ano, Pietramelara, S. Felice a Cancello,<br />

Capua, S. M. Capua Vetere, Maddaloni,<br />

Marcianise, Sant’Arpino, Succivo, Cesa,<br />

Gricignano, Orta di Atella, Sessa Aurunca,<br />

Mondragone, V<strong>il</strong>la Literno, Recale) solo tre<br />

hanno soddisfatto la nostra richiesta.<br />

Dei Comuni di Sessa Aurunca, Marcianise,<br />

Santa Maria Capua Vetere, più i Comuni di<br />

Sant’Arpino e Succivo, per i quali abbiamo<br />

avuto un contatto de visu con i relativi<br />

uffici tecnici, i primi due ci hanno risposto<br />

dicendo di non essere in possesso dei dati<br />

e in particolare <strong>il</strong> comune di Marcianise<br />

ci ha riferito di aver inoltrato la nostra<br />

richiesta alla sua ASL mentre i Comuni di<br />

Sant’Arpino e Succivo ci hanno risposto<br />

inviandoci la copia dei rapporti di<br />

potab<strong>il</strong>ità prodotti dall’ASL (<strong>il</strong> primo ci ha<br />

fornito i dati r<strong>il</strong>evati dall’ASL CE2 nel 2008)<br />

di potab<strong>il</strong>ità per i parametri batteriologici.<br />

Immagini a lato.<br />

Tra tutti i Comuni contattati, solo<br />

S.M. Capua Vetere ha evaso la nostra<br />

richiesta, fornendo l’indirizzo web del<br />

Comune (www.comune.santa-mariacapua-vetere.ce.it),<br />

dove sono reperib<strong>il</strong>i<br />

e costantemente aggiornati i risultati<br />

dell’esame di potab<strong>il</strong>ità. Va comunque<br />

evidenziato che, anche per quanto<br />

riguarda i dati messi a disposizione da<br />

questo comune, le analisi non risultano<br />

effettuate dal laboratorio di un gestore,<br />

come previsto dalla normativa. In<br />

nessuno dei casi, comunque, siamo<br />

riusciti a reperire le analisi relative a tutti i<br />

parametri (controlli di “verifica”).<br />

In conclusione, <strong>il</strong> quadro che deriva da<br />

questa attività di ricerca dei dati è alquanto<br />

desolante, per numerosi motivi, che per<br />

forza di cosa finiscono con l’accrescere la<br />

diffidenza da parte del comune cittadino<br />

nella capacità delle amministrazioni comunali<br />

di gestire la rete idrica e <strong>il</strong> monitoraggio<br />

della qualità dell’acqua erogata.<br />

In particolare, elenchiamo le principali<br />

problematiche riscontrate:<br />

• difficoltà nell’individuare l’ufficio competente<br />

e detentore dell’informazione;<br />

• ignoranza normativa da parte degli uffici<br />

comunali;<br />

• scarsa attenzione dei Comuni alle relazioni<br />

con i cittadini e le associazioni e ancor<br />

più scarsa trasparenza nelle informazioni<br />

relative alla qualità delle acque.<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 33


Il futuro dell’acqua<br />

Riflessioni conclusive della ricerca TVB<br />

I risultati del progetto “TVB: ti voglio bere” offrono<br />

importanti spunti di riflessione sulla rapporto tra<br />

cittadini e istituzioni nei confronti del bene comune<br />

acqua.<br />

Il progetto di ricerca infatti, articolato su due f<strong>il</strong>oni<br />

principali, ha analizzato <strong>il</strong> comportamento dei cittadini<br />

verso l’uso consapevole dell’acqua pubblica ed<br />

ha indagato sulla qualità delle acque potab<strong>il</strong>i distribuite<br />

dalle condutture di comuni casertani. Un’ulteriore<br />

attività, effettuata parallelamente all’indagine<br />

demoscopica e allo studio della qualità delle acque,<br />

è stata incentrata sull’analisi della disponib<strong>il</strong>ità di<br />

dati sulla qualità dell’acqua pubblica presso gli uffici<br />

comunali nonché della relativa attività di comunicazione<br />

di tali dati alla cittadinanza casertana.<br />

L’analisi della propensione dei cittadini verso l’acqua<br />

pubblica ha evidenziato l’esistenza di tre tipologie<br />

di cittadini che si distinguono in base a comportamenti<br />

omogenei: i consapevoli, i disinteressati<br />

e gli sfiduciati. Ogni gruppo esprime un’attitudine<br />

particolare verso “l’acqua del sindaco”.<br />

Se <strong>il</strong> gruppo dei consapevoli dimostra una buona<br />

propensione verso l’acqua pubblica, ciò è determinato<br />

non solo dalla maggiore informazione sui<br />

controlli ma anche dalla sensib<strong>il</strong>ità al tema del risparmio<br />

idrico. Al contrario, i disinteressati si caratterizzano<br />

per l’indifferenza al tema dell’acqua pubblica:<br />

tale indifferenza si declina sia nella mancanza<br />

di interesse verso i volumi d’acqua consumati sia<br />

nell’acquisto di acqua confezionata per motivazioni<br />

che possiamo ricondurre anche all’abitudine. Infine,<br />

<strong>il</strong> gruppo degli sfiduciati esprime un giudizio negativo<br />

nei confronti dell’acqua pubblica e ciò si riflette<br />

nella scarsa attenzione verso l’uso consapevole di<br />

tale risorsa.<br />

Dall’indagine emerge, quindi, che “informazione” e<br />

“percezione” rappresentano le parole chiave per rendere<br />

consapevoli i cittadini che la tutela della risorsa<br />

acqua rappresenta un valore etico ed <strong>il</strong> consumo<br />

della stessa deve rispondere a criteri di responsab<strong>il</strong>ità.<br />

Nella formazione delle scelte sull’ut<strong>il</strong>izzo<br />

dell’acqua di rubinetto, risulta comunque incidere<br />

più significativamente ciò che i cittadini percepiscono<br />

empiricamente, cioè basandosi sui sensi e sulle<br />

sensazioni, a prescindere dalle informazioni analitiche<br />

sulle caratteristiche dell’acqua che sono più<br />

o meno rese effettivamente disponib<strong>il</strong>i per loro. È,<br />

infatti, particolarmente interessante quanto viene<br />

rivelato dalle risposte al questionario su “che tipo di<br />

acqua si preferisce bere” e sul “perché si preferisce<br />

bere l’acqua confezionata/del rubinetto”.<br />

La forte prevalenza dell’ut<strong>il</strong>izzo dell’acqua confezionata<br />

(preferita dall’83% del campione) risulta essere<br />

essenzialmente la conseguenza della presunzione,<br />

in quanto derivante da valutazioni appunto empiriche,<br />

che essa sia più controllata e quindi salubre.<br />

34 - T.V.B. ti voglio bere! - St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong><br />

Giancarlo Chiavazzo e Paola Pascale<br />

La torbidità, <strong>il</strong> colore, l’odore e <strong>il</strong> sapore, i cosiddetti<br />

caratteri organolettici dell’acqua, quando presenti e<br />

indesiderati (anche se solo occasionalmente, come<br />

ad esempio in relazione ad interventi di manutenzione<br />

sulle tubature) sono da ritenersi infatti tra i<br />

principali fattori che orientano i cittadini a diffidare<br />

dall’uso dell’acqua di rubinetto. Viene di conseguenza<br />

un po’ sfatata l’idea che la martellante pubblicità<br />

dei produttori di acqua confezionata sia in grado di<br />

indurre a preferirle fortemente rispetto a quelle del<br />

rubinetto, mentre è più verosim<strong>il</strong>e pensare che la<br />

pubblicità possa incidere sulla scelta di una specifica<br />

marca rispetto ad altre.<br />

Quello che serve per controvertire le deleterie abitudini<br />

instauratesi è, quindi, da un lato intraprendere<br />

azioni di informazione e sensib<strong>il</strong>izzazione, volte<br />

a promuovere la conoscenza delle caratteristiche<br />

dell’acqua di rubinetto e le tecniche e i comportamenti<br />

per ut<strong>il</strong>izzarla in modo responsab<strong>il</strong>e, dall’altro<br />

lato procedere alla messa a regime dei Servizi Idrici<br />

Integrati, in modo che si possano realizzare i necessari<br />

investimenti su infrastrutture e gestioni e così<br />

consentire anche <strong>il</strong> miglioramento della gradevolezza<br />

delle acque di rubinetto.<br />

<strong>il</strong> volantino della campagna nazionale “Imbrocchiamola!” a cura<br />

di <strong>Legambiente</strong> e AltraEconomia per l’uso dell’acqua di rubinetto


immagine di Itineraria<br />

dalla campagna “chiediAMO l’acqua di rubinetto”<br />

Piuttosto che rivoluzioni, serviranno serie e ponderate<br />

riforme. Alla Regione è demandato <strong>il</strong> compito<br />

di assicurare con trasparenza, partecipazione ed<br />

efficacia la creazione o l’adeguamento degli organi<br />

istituzionali deputati all’amministrazione, alla regolazione<br />

e al controllo dei Servizi Idrici alla scala<br />

territoriale.<br />

Allo Stato invece <strong>il</strong> compito di definire su base nazionale<br />

un adeguato Sistema di Regolazione (Authority),<br />

assicurare la qualità della Governance,<br />

prevedere la misura e <strong>il</strong> controllo delle prestazioni,<br />

disporre i termini e le condizioni per l’informazione<br />

e la partecipazione del pubblico, porre le condizioni<br />

per la gestione industriale ed efficiente dei Servizi<br />

Idrici unitariamente nell’area vasta corrispondente<br />

all’Ambito Territoriale Ottimale (ATO). ATO che, per<br />

la Provincia di <strong>Caserta</strong>, ancora non riesce a staccare<br />

<strong>il</strong> cordone ombelicale dall’ATO2, totalmente centralizzato<br />

sulla città di Napoli.<br />

Un’ultima considerazione riguarda l’attività dei Comuni,<br />

quando impropriamente impegnati nella gestione<br />

diretta del servizio, riguardo alla disponib<strong>il</strong>ità<br />

di dati sulla qualità dell’acqua.<br />

Se, infatti, al gestore spetta <strong>il</strong> compito di svolgere i<br />

controlli (interni) sulla qualità dell’acqua, succede<br />

che quando è <strong>il</strong> Comune a gestire spesso non rende<br />

disponib<strong>il</strong>i tali dati alla collettività, o peggio in alcuni<br />

casi non li r<strong>il</strong>eva affatto.<br />

1 - Al fine di garantire la sicurezza sanitaria per i cittadini, sono svolti ulteriori<br />

controlli (esterni) da parte dalle ASL che, allorquando i parametri superano<br />

i limiti di legge, dichiarano la non potab<strong>il</strong>ità dell’acqua pubblica: in tal caso,<br />

infatti, viene attivata la procedura di non potab<strong>il</strong>ità ed <strong>il</strong> sindaco emana<br />

un’ordinanza in cui dispone <strong>il</strong> divieto d'uso temporaneo dell'acqua a scopo<br />

potab<strong>il</strong>e. Di tale provvedimento viene data diffusione alla popolazione a<br />

mezzo degli organi di stampa, con la pubblicazione all’albo pretorio comunale<br />

e sul sito istituzionale dell’ente.<br />

Emerge, quindi, un problema di “carenza del flusso<br />

informativo”. Purtroppo i dati sulla qualità della nostra<br />

acqua si fermano spesso sulla scrivania degli<br />

uffici comunali competenti e a noi cittadini non è<br />

dato sapere quali siano le caratteristiche qualitative,<br />

ossia l’etichetta, delle acque comunali.<br />

Ne deriva che i cittadini non hanno elementi per valutare<br />

la qualità dell’acqua del sindaco, né possono<br />

fare un confronto tra acqua pubblica e acqua confezionata<br />

che sia basato sulle rispettive caratteristiche<br />

qualitative. In questo scenario, ove l’incapacità<br />

di informare in merito alla qualità dell’acqua dell’acquedotto<br />

deve misurarsi con gli ingenti investimenti<br />

in pubblicità delle multinazionali dell’acqua, la situazione<br />

è –se possib<strong>il</strong>e- peggiorata dal fatto che le<br />

uniche informazioni che <strong>il</strong> cittadino riceve dall’ente<br />

locale sono quelle previste per legge in caso di non<br />

conformità dei parametri di qualità (1).<br />

La mancanza di informazione sui controlli effettuati<br />

sulle acque del rubinetto e sui parametri che vengono<br />

analizzati si riflette sulle decisioni di consumo<br />

dell’acqua. Per i cittadini della provincia di <strong>Caserta</strong><br />

esiste un problema di “asimmetria informativa” in<br />

relazione alle caratteristiche dell’acqua del rubinetto,<br />

la cui qualità è garantita da norme che elevano la<br />

nostra acqua tra le migliori d’Europa.<br />

E anche dalla nostra ricerca risulta che non c’è alcuna<br />

ragione di dubitare della qualità dell’acqua che<br />

sgorga dai nostri rubinetti. I 41 parametri chimici<br />

analizzati da <strong>Legambiente</strong> per i venti campioni d’acqua,<br />

sono tutti, di gran lunga al di sotto dei limiti di<br />

qualità imposti dalla legge.<br />

Sarebbe auspicab<strong>il</strong>e, quindi, la realizzazione di campagne<br />

educative in grado di informare e sensib<strong>il</strong>izzare<br />

la cittadinanza sia sulle caratteristiche qualitative<br />

dell’acqua pubblica, sia all’ut<strong>il</strong>izzo consapevole<br />

di tale risorsa, in modo da fornire agli sfiduciati e<br />

ai disinteressati gli elementi necessari ad acquisire<br />

una maggiore consapevolezza.<br />

In molti casi, per raggiungere quest’obiettivo, è bastato<br />

pubblicare e comunicare la “carta d’identità”<br />

delle acque comunali.<br />

Un ulteriore elemento da non sottovalutare in un’azione<br />

informativa, ancor più in un periodo di crisi<br />

come quello attuale, è l’abnorme rapporto tra <strong>il</strong><br />

prezzo dell’acqua imbottigliata rispetto a quella da<br />

rubinetto. Con una spesa dichiarata di 280 euro<br />

all’anno per l’acqua minerale, che pone i consumatori<br />

<strong>Caserta</strong>ni al di sopra della media italiana,<br />

sarebbe di sicuro impatto l’informazione che per la<br />

stessa quantità di acqua da rubinetto, la spesa sarebbe<br />

pari a poco più di un euro!<br />

In conclusione, in perfetta linea con gli obiettivi che<br />

ci eravamo posti, <strong>il</strong> progetto “Ti voglio bere” ha tracciato<br />

<strong>il</strong> solco in cui innestare una iniziativa corale<br />

che coinvolga e metta a sistema i Comuni, l’Autorità<br />

d’Ambito, gli Enti addetti ai controlli, <strong>il</strong> volontariato<br />

ambientale e i gestori dei servizi, partendo dal<br />

principio -che prendiamo in prestito proprio da una<br />

campagna di Mineracqua, associazione delle aziende<br />

imbottigliatrici- che “da un’informazione trasparente<br />

nascono scelte libere”.<br />

St<strong>il</strong>i di consumo e qualità dell’acqua di rubinetto nella Provincia di <strong>Caserta</strong> - T.V.B. ti voglio bere! - 35


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Ogni territorio ha le sue criticità e le sue eccellenze, bisogni diversi, differenze culturali e sociali.<br />

Ogni intervento per migliorare la qualità della vita dei luoghi che viviamo, per avere concretezza e successo,<br />

deve tenere conto di tutto questo. É quello che fanno con passione, giorno per giorno, i volontari dei circoli di<br />

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