Cos'è la disfagia infantile?
Cos'è la disfagia infantile?
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La <strong>disfagia</strong> <strong>infantile</strong> è una condizione che negli ultimi<br />
anni sta divenendo sempre più ingravescente. Una<br />
complicanza significativa risiede nel fatto che molto<br />
spesso, vista <strong>la</strong> gravità del caso, si ritiene necessario<br />
effettuare <strong>la</strong> trachetomia, con conseguente<br />
applicazione e permanenza per lungo tempo del<strong>la</strong><br />
cannu<strong>la</strong> tracheale.<br />
La doppia condizione determinata dal<strong>la</strong> patologia in sé e dai successivi disturbi del<strong>la</strong><br />
deglutizione, conseguenti al<strong>la</strong> tracheotomia, rende necessaria <strong>la</strong> presa in carico di questi<br />
bambini nel modo più professionale possibile da parte del logopedista, al fine di andare a<br />
migliorare <strong>la</strong> qualità di vita, non solo dei piccoli pazienti, ma anche dei familiari che si<br />
prendono cura di loro.<br />
Le strutture anatomiche che intervengono, in vari livelli, nel meccanismo deglutitorio sono<br />
principalmente appartenenti al cosiddetto “intestino cefalico” che ingloba in se strutture quali: <strong>la</strong><br />
cavità orale; <strong>la</strong> faringe con i suoi distretti: rinofaringe, orofaringe ed ipofaringe. Al processo prende<br />
parte, anche se marginalmente, “l’intestino anteriore” (esofago e stomaco).<br />
Bisogna sottolineare che tali strutture anatomiche,nel bambino, sono completamente diverse<br />
rispetto all’adulto, differenza che si ripercuote sulle sue abilità funzionali deglutitorie ma anche<br />
fonatorie.<br />
Ma vediamo meglio queste strutture anatomiche:<br />
“ Nel neonato <strong>la</strong> porzione facciale del cranio costituisce circa un ottavo dell’intera testa, rispetto<br />
al<strong>la</strong> metà dell’adulto; <strong>la</strong> crescita del cranio durante l’infanzia è molto più lenta rispetto alle altre<br />
parti dello scheletro, anche se <strong>la</strong> crescita del facciale è molto più veloce dopo il primo anno di età.<br />
La cavità orale si presenta con uno spazio molto ridotto, poiché riempito quasi totalmente dal<br />
muscolo linguale che appare re<strong>la</strong>tivamente grande rispetto al<strong>la</strong> cavità stessa; questo rapporto<br />
anatomico è determinato da una mandibo<strong>la</strong> picco<strong>la</strong> e retratta e da una lingua che riempie l’intera
cavità orale rimanendo in contatto con il pavimento ed il tetto del<strong>la</strong> bocca (Tra i 2 ed i 4 anni il<br />
terzo posteriore del<strong>la</strong> lingua inizia a scendere verso <strong>la</strong> faringe, muovendosi posteriormente ed in<br />
basso, questo spostamento terminerà verso i 9 anni).<br />
Il ridotto spazio orale presente nel neonato e nel bambino piccolo limita inoltre <strong>la</strong> quantità e <strong>la</strong><br />
direzione dei movimenti linguali, questa è una delle ragioni per cui <strong>la</strong> direzione dei movimenti<br />
linguali che si osserva nel<strong>la</strong> primitiva abilità di “suckling” , è limitata ad un’azione in-out: non c’è<br />
spazio disponibile per possibili movimenti linguali up-down.<br />
La cavità orale riempita dal<strong>la</strong> lingua, e posteriormente l’approssimazione del pa<strong>la</strong>to molle e<br />
dell’epiglottide, obbligano i neonati a respirare con il naso:<br />
il flusso di aria è diretto efficientemente verso il naso<br />
bypassando il più tortuoso passaggio orale; ciò<br />
rappresenta una funzione preservatrice per il bambino <strong>la</strong><br />
cui coordinazione tra suzione, deglutizione e respirazione,<br />
non è ancora ben stabilizzata.<br />
Il neonato non presenta <strong>la</strong> stessa conformazione<br />
anatomica del<strong>la</strong> via alimentare e di quel<strong>la</strong> respiratoria tipiche dell’adulto.<br />
L’epiglottide è più <strong>la</strong>rga e con il pa<strong>la</strong>to molle è in diretto accostamento fino all’età di 3-4 mesi;<br />
questa differenza strutturale rispetto all’anatomia dell’adulto permette al bambino di deglutire il<br />
cibo e di farlo scivo<strong>la</strong>re lungo i <strong>la</strong>ti esterni dell’epiglottide, per farlo poi passare attraverso i seni<br />
piriformi nell’esofago. La <strong>la</strong>ringe, organo per eccellenza del<strong>la</strong> fonazione,nel bambino è molto<br />
corta, circa 2 cm, un terzo di quel<strong>la</strong> adulta. È situata molto in alto nel collo insieme all’osso ioide,<br />
in prossimità con <strong>la</strong> base lingua. In questa posizione favorisce <strong>la</strong> respirazione nasale durante<br />
l’alimentazione.<br />
I meccanismi di suzione, deglutizione e respirazione, dei neonati e dei bambini piccoli, sono meno<br />
raffinati di quelli dei bambini più grandi e degli adulti: c’è maggiore possibilità per i cibi e per i<br />
liquidi di rifluire nelle cavità nasali e di trasportare batteri alle tube di Eustachio. La direzione<br />
orizzontale delle tube fornisce un passaggio diretto verso l’orecchio medio e può provocare<br />
infezioni nel bambino soggetto a questo tipo di ma<strong>la</strong>ttie; con <strong>la</strong> crescita del bambino le tube<br />
assumeranno una direzione più verticale e l’incidenza di infezioni dell’orecchio medio risulterà<br />
notevolmente ridotta.<br />
Dal punto di vista funzionale, ovvero fisiologico, il bambino si distingue nettamente dall’adulto<br />
infatti fa parte del<strong>la</strong> conoscenza comune sapere che nel primo trimestre di vita l’alimentazione
avviene al seno o con biberon, e lo sviluppo del<strong>la</strong> fase di preparazione<br />
extraorale è di facile osservazione , in quanto il neonato sino ai 4-6 mesi<br />
si alimenta esclusivamente di <strong>la</strong>tte materno o artificiale; in seguito inizia<br />
un periodo di svezzamento in cui i cibi di differente consistenza, sapore,<br />
odore, temperatura e contenuto nutrizionale verranno introdotti<br />
gradualmente. Si assiste ad un’evoluzione del modo in cui il cibo viene<br />
introdotto nel cavo orale: seno, tettarel<strong>la</strong>, tazza, cucchiaio, forchetta.<br />
Per tale motivo funzioni come l’addentare e il morso compaiono solo in un secondo momento.<br />
Per quanto riguarda le fasi buccale, orale e faringea lo sviluppo di queste inizia già in fase<br />
fetale; intorno all’11 a settimana di età gestazionale è possibile osservare i primi atti deglutitori ,<br />
mentre solo dal<strong>la</strong> 18 a - 24 a inizia il succhiare, che senza valore nutrizionale ha significato<br />
propedeutico a quanto avverrà successivamente. In questo stesso periodo inizia <strong>la</strong> produzione del<br />
surfactante polmonare, indispensabile per <strong>la</strong> respirazione, tuttavia bisogna attendere <strong>la</strong> 23 a - 24 a<br />
settimana di età gestazionale perché il meccanismo per l’al<strong>la</strong>ttamento al seno sia funzionalmente<br />
coordinato.<br />
Tre sono gli atti da coordinare: suzione, respirazione e deglutizione.<br />
Quando <strong>la</strong> lingua, come specificato nell’anatomia, ha a<br />
disposizione uno spazio maggiore per potersi muovere, i<br />
modelli di suzione, che prima erano principalmente<br />
riflessi, iniziano ad acquisire un modello volontario: <strong>la</strong><br />
lingua acquista un maggiore controllo neurologico che le<br />
permette di muoversi di più e di esplorare il suo più<br />
spazioso alloggio; attraverso il gioco e l’esplorazione <strong>la</strong><br />
lingua scopre le sue possibilità. In tale periodo si<br />
sottolinea il passaggio dal<strong>la</strong> modalità di suzione chiamata<br />
“sukling” , modello motorio del<strong>la</strong> lingua di tipo in-out ad un modello di suzione in direzione up-<br />
down ovvero in modalità “suking”, variando spesso con il ritorno al familiare movimento in-out<br />
usato nei mesi precedenti.<br />
Una maggiore padronanza di apertura e di chiusura del<strong>la</strong> mandibo<strong>la</strong>,dovuta al<strong>la</strong> sua crescita,<br />
rende possibile all’ATM di arrivare gradualmente ad una stabilità posturale interna; quando l’osso<br />
ioide e <strong>la</strong> <strong>la</strong>ringe crescono verticalmente verso il basso si assiste ad una maggiore separazione tra<br />
l’epiglottide e <strong>la</strong> <strong>la</strong>ringe: ora il cibo può passare direttamente sopra l’epiglottide, piuttosto che
correre lungo i <strong>la</strong>ti, eliminando l’originaria abilità del neonato di respirare e deglutire<br />
simultaneamente.<br />
Fra i 3 e i 6 anni il pattern motorio del<strong>la</strong> masticazione raggiunge <strong>la</strong> maturazione completa.”<br />
Il modello fisiologico appena descritto può andare incontro a differenti variazioni durante <strong>la</strong><br />
maturazione se insorgono problemi dovuti a:<br />
Prematurità e/o immaturità. Il b/o prematuro presenta in generale oltre al<strong>la</strong> povertà di<br />
peso, una mancanza di energia per consumare gli alimenti con conseguente facile<br />
affaticabilità durante il pasto; presenza di riflessi orali depressi; povera motilità linguale e<br />
<strong>la</strong>biale ed infine una disorganizzazione del modello di suizione- deglutizione- respirazione<br />
Alterazioni anatomiche congenite delle vie aeree e di alimentazione ovvero naso,<br />
rinofaringe e faringe ( atresia e stenosi delle coane, infezioni nasali e paranasali, sindromi<br />
genetiche : Pierre-Ruben e Cruzon; <strong>la</strong>biopa<strong>la</strong>toschisi, iposviluppo del pa<strong>la</strong>to molle ecc..)<br />
Deficit anatomici acquisiti. Presenza di traumi esterni ed interni ( intubazione ed<br />
endoscopia); ma<strong>la</strong>ttie infiammatorie; aca<strong>la</strong>sia…<br />
Alterazioni neurologiche. Trauma Cranio Encefalico,danno ipossico-cerebrale,atrofia<br />
corticale, microcefalia,anencefalia, infezioni cerebrali (meningiti), mielomeningocele ecc..<br />
Patologie neuromusco<strong>la</strong>ri. Distrofia musco<strong>la</strong>re miotonica, poliomelite, miastenia gravis, S.<br />
Guil<strong>la</strong>n-Barrè<br />
Disordini gastrointestinali. GERD, infiammazioni intestinali, esofagite da reflusso e vomito.<br />
Comportamenti anoressici dell’infanzia<br />
Sindrome da immunodeficienza acquisita<br />
Dipendenza dal<strong>la</strong> sonda alimentare<br />
Neuropatie sensoriali<br />
Disordini metabolici<br />
Limitazioni comportamentali e cognitive. Ritardo mentale e autismo<br />
I SINTOMI<br />
I sintomi che frequentemente si riscontrano nei piccoli con<br />
problemi di deglutizione sono:<br />
- Tosse<br />
- conati di vomito,
- vomito,<br />
- soffocamento,<br />
- affaticamento,<br />
- calo di peso,<br />
- assenza di crescita,<br />
- rifiuto di alimentazione.<br />
Considerando l’alta complessità assistenziale del bambino disfagico è impossibile trattare i sintomi<br />
disfagici non tenendo in considerazione in modo globale il bambino, per cui essendo il disturbo di<br />
alimentazione causa di più fattori che interferiscono gli uni con gli altri <strong>la</strong> valutazione ed il<br />
trattamento dei disordini deglutitori va condotto in team multidisciplinare nel quale sono presenti<br />
diverse figure professionali oltre il logopedista come il pediatra, l’otorino, il chirurgo, il<br />
neuropsichiatra <strong>infantile</strong>, il gastroenterologo,il nutrizionista, il medico radiologo, il fisioterapista<br />
etc. Per raggiungere il successo è fondamentale che queste figure <strong>la</strong>vorino insieme integrando le<br />
proprie conoscenze, tenendo conto le esigenze del bambino .<br />
LA VALUTAZIONE LOGOPEDICA CLINICA E STRUMENTALE<br />
Momento fondamentale per l’inquadramento del<strong>la</strong> patologia è <strong>la</strong> valutazione clinica operata<br />
dal logopedista, durante tale verranno osservati:<br />
a) <strong>la</strong> regione cranio –facciale in generale e poi:<br />
b) <strong>la</strong>bbra<br />
c) lingua<br />
d) pa<strong>la</strong>to<br />
e) sensibilità oro – facciale<br />
f) riflessi orali<br />
g) fonazione (il pianto)<br />
h) comunicazione<br />
i) funzione <strong>la</strong>ringea<br />
j) auscultazione del<strong>la</strong> deglutizione<br />
k) auscultazione del<strong>la</strong> respirazione post deglutitoria
l) misurazione del<strong>la</strong> saturimetria<br />
Passo successivo consta nell’osservazione al pasto, momento importantissimo che insieme al<strong>la</strong><br />
precedente valutazione permette di sti<strong>la</strong>re il programma riabilitativo, attenzionando in<br />
partico<strong>la</strong>r modo <strong>la</strong> modalità di alimentazione e l’abilità di alimentazione ( attenzionando anche<br />
e soprattutto le modalità in cui i genitori propongono il cibo ai figli); <strong>la</strong> qualità e <strong>la</strong> quantità dei<br />
cibi somministrati; <strong>la</strong> postura di alimentazione e <strong>la</strong> comunicazione al pasto.<br />
La valutazione strumentale ha anche uno scopo riabilitativo nel valutare le consistenze<br />
alimentari favorevoli e le posture facilitanti e più sicure; si può quindi affermare che l’esame<br />
strumentale è indicato ogni volta che esista un dubbio rispetto al<strong>la</strong> sicurezza dell’atto<br />
deglutitorio.<br />
La precocità del<strong>la</strong> presa in carico è importante perché il problema deglutitorio influisce<br />
drasticamente sullo stato di salute del bambino e del suo benessere.<br />
IL PROGRAMMA DI RIABILITAZIONE DEGLUTITORIA<br />
Esso ha come obiettivi:<br />
OTTIMIZZARE LA NUTRIZIONE<br />
MIGLIORARE LA QUALITA’ DELL’ENTRATA NUTRIZIONALE<br />
RIDURRE AL MINIMO I RISCHI DI ASPIRAZIONE<br />
AUMENTARE IL REPERTORIO DI ABILITA’<br />
MANTENERE IL LIVELLO FUNZIONALE<br />
GARANTIRE UN CORRETTO ASSETTO POSTURALE<br />
APRIRE NUOVI CANALI DI COMUNICAZIONE<br />
SVILUPPARE UNA PROPRIA CREATIVITA’<br />
SVILUPPARE UNA CAPACITA’ RELAZIONALE<br />
CONTROLLARE LA FRUSTRAZIONE<br />
FORNIRE UN CONTENIMENTO NELLA RELAZIONE<br />
L’equipe riabilitativa che si occupa di disturbi di deglutizione<br />
effettua un <strong>la</strong>voro anche sul<strong>la</strong> famiglia, in partico<strong>la</strong>re<br />
l’alimentazione ha anche un’implicazione psicologica sul<strong>la</strong><br />
mamma, in quanto,<strong>la</strong> difficoltà di alimentare il proprio figlio
interferisce notevolmente sul suo ruolo, incrementando sentimenti negativi e attività poco<br />
propositive ed altamente inadeguate che interferiscono in una situazione già complessa dal<br />
punto di vista psicologico e gestionale.<br />
Quindi tale <strong>la</strong>voro di col<strong>la</strong>borazione è fondamentale! La madre verrà supportata, istruita ed<br />
aiutata . Tale istruzione sarà rivolta anche ai possibili col<strong>la</strong>boratori familiari come il papà, <strong>la</strong><br />
nonna, <strong>la</strong> tata affinché <strong>la</strong> mamma non sia l’unica in grado di alimentare e gestire il bambino.