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riassunto embriologia - MedWiki

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EMBRIOLOGIA<br />

-riassunti-<br />

2010-2011


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

RICHIAMO ALLA GONADOGENESI<br />

Le cellule che danno origine ai gameti si differenziano dallʼectoderma primario (epiblasto)<br />

alla 2ʼ settimana. Da qui migrano nel sacco vitellino e prendono il nome di cellule germinali<br />

primordiali.<br />

Nella 4ʼ settimana dal sacco vitellino ritornano nellʼembrione collocandosi nella parte<br />

posteriore del tronco allʼaltezza della 10ʼ vertebra toracica dove avranno origine le gonadi.<br />

(durante questʼultima migrazione alcune cellule possono arrestarsi prima dando origine a<br />

tumori- teratomi).<br />

Lʼarrivo delle cellule germinali primordiali in questa regione stimola lʼepitelio celomatico a<br />

proliferare formando cordoni sessuali primitivi (corticali e midollari) che avvolgono le<br />

cellule germinali priomordiali. I cordoni formano 2 rigonfiamenti dellʼepitelio celomatico, ai<br />

lati della colonna vertebrale e ventralmente al mesonefrio: le creste genitali che<br />

rappresentano gli abbozzi delle gonadi. Le cellule dei cordoni andranno a costituire le<br />

cellule follicolari dei follicoli ovarici nella femmina e le cellule del Sertoli dei tubuli<br />

seminiferi nel maschio.<br />

GAMETOGENESI<br />

Insieme dei processi di meiosi e differenziazione che trasformano le cellule germinali<br />

primordiali in gameti (cellula germinale matura: spermatozoo - ovocita).<br />

La gametogenesi presenta sostanziali differenze nei due sessi, anche a livello cronologico:<br />

• SPERMATOGENESI (maschio)<br />

Inizia nella pubertà e continua per tutta la vita.<br />

Un ciclo di spermatogenesi ha una durata di 64 giorni ed è un processo che si compone di<br />

varie tappe<br />

1. Mitosi degli spermatogoni<br />

2. Meiosi degli spermatociti<br />

3. Spermiogenesi degli spermatidi.<br />

Durante la pubertà aumenta notevolmente la produzione di testosterone a cui si devono:<br />

caratteri sessuali secondari, maturazione dei tubuli seminiferi, inizio spermatogenesi.<br />

Le cellule di Sertoli si differenziano in un sistema di tubuli seminiferi.<br />

Le cellule germinali fino a quel momento quiescenti vanno incontro a proliferazione e<br />

differenziamento a dare gli spermatogoni che si posizionano a ridosso della membrana<br />

basale nellʼepitelio dei tubuli seminiferi intercalati tra le cellule di Sertoli che li separano<br />

così dal lume dei tubuli.<br />

1. Per mitosi dagli spermatogoni si originano gli spermatociti primari (cellule che si<br />

avviano alla meiosi) che completeranno la spermatogenesi mentre vengono gradualmente<br />

trasferite dalla parte basale a quella luminare dellʼepitelio dei tubi seminiferi.<br />

Durante il percorso avviene un processo di meiosi, con cui si ottengono gli spermatidi<br />

(spermatociti definitivi) e un processo di modificazione di questi ultimi, a dare infine gli<br />

spermatozoi, chiamato spermiogenesi.<br />

2


2. La meiosi si compone di due divisioni:<br />

Meiosi I: uno spermatocita primario dà origine a due spermatociti secondari con numero<br />

aploide di cromosomi (23) ancora duplicati (2n). Avviene il crossing over per gli<br />

spermatociti secondari presentano tra loro differenze geniche ancora maggiori.<br />

Meiosi II: i due spermatociti secondari si dividono (senza replicare il proprio DNA) dando<br />

origine a quattro spermatidi dal numero aploide di cromosomi a singolo filamento (1n).<br />

3. La spermiogenesi permette di ottenere spermatozoi dotati di:<br />

Testa contenente il nucleo incappucciato da una struttura vescicolare apicale (acrosoma)<br />

contenente enzimi litici.<br />

Coda costituita da una struttura microtubulare, comprendente un segmento intermedio in<br />

cui sono presenti mitocondri disposti a spirale (producono lʼenergia necessaria alla motilità<br />

caudale).<br />

La smermatogenesi può considerarsi conclusa con lʼingresso degli spermatozoi nel lume<br />

dei tubuli seminiferi (spermiazione)<br />

(la maturazione finale dello spermatozoo prende il nome di capacitazione e consiste in<br />

modificazioni essenziali dellʼacrosoma: questa avviene nelle vie genitali femminili.)<br />

• OVOGENESI (femmina)<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

È un processo discontinuo: inizia durante la vita fetale, attraversa un periodo di<br />

quiescenza fino alla pubertà e si completa ciclicamente ogni mese.<br />

Le cellule germinali, una volta formatesi le creste sessuali incominciano a proliferare e<br />

differenziarsi in ovogoni.<br />

Alla 12ʼ settimana gli ovogoni entrano in meiosi e si fermano in profase I diventando<br />

quiescenti. Il nucleo nel contempo si ingrossa incamerando molta acqua (vescicola<br />

germinale).<br />

Gli ovociti primari così fermatesi vengono rivestiti da uno strato di cellule dei cordoni<br />

sessuali andando a formare strutture chiamate follicoli primordiali.<br />

La seconda fase dellʼovogenesi prende il via con il sopraggiungere della pubertà<br />

(menarca) e si colloca allʼinterno del ciclo mestruale determinato e controllato dalla<br />

produzione di ormoni ipotalamici, ipofisari e ovarici.<br />

Durante ogni ciclo mestruale (durata 28 giorni) si assiste a:<br />

• maturazione di un singolo (max due) ovocita e ricostruzione dellʼendometrio (fase<br />

proliferativa) 5ʼ-14ʼ<br />

• espulsione dallʼovocita (ovulazione) 14ʼ<br />

• evoluzione del follicolo in un corpo luteo (fase secretoria) 14ʼ-28ʼ<br />

• Degenerazione della mucosa uterina e del corpo luteo (fase mestruale) 0-5ʼ<br />

Si iniziano a contare i giorni del ciclo a partire dalla prima mestruazione poichè, anche se<br />

in realtà questa rientra nella fase finale, costituisce lʼunico riferimento visibile di tutto il<br />

ciclo.<br />

3


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Al 5ʼ giorno dalla prima mestruazione lʼipotalamo produce lʼormone di rilasciamento<br />

delle gonadotropine (GnRH) che attiva per lʼappunto la produzione degli ormoni<br />

follicolostimolante (FSH) e luteinizzante (LH) da parte dellʼipofisi.<br />

FASE PROLIFERATIVA<br />

Con la produzione del FSH un gruppo (5-12) follicoli incomincia a maturare: lʼepitelio da<br />

stratificato si fa cubico e le cellule, insieme allʼovocita, dotano questʼultimo della zona<br />

pellucida.<br />

Lʼepitelio di questi follicoli incomincia ad aumentare di dimensioni formando una capsula<br />

pluristratificata: follicoli in accrescimento. Alcuni di questi follicoli degenerano mentre<br />

altri continuano ad accrescersi formando una zona cava piena di liquidi chiamata antro:<br />

follicoli antrali<br />

Il connettivo intorno a questi follicoli si differenzia formando due teche, interna e esterna.<br />

Mano a mano che continua lʼaccrescimento un solo follicolo riesce a completare la<br />

maturazione mentre gli altri degenerano.<br />

Il follicolo vescicoloso maturo risulta quindi formato dallʼovocita che si affaccia<br />

nellʼantro, circondato da un gruppo di cellule epiteliali (cumulo ooforo).<br />

OVULAZIONE<br />

Il 13ʼ-14ʼ giorno del ciclo, si riscontra un aumento della produzione delle gonadotropine<br />

(picco preovulatorio) che ha due conseguenze:<br />

1. Lʼovocita quiescente in profase I riprende improvvisamente il processo mitotico dando<br />

origine al primo globulo polare (cellula inattiva) e allʼovocita secondario.Entrambi<br />

intraprendono la seconda divisione della meiosi e, mentre il globulo polare darà origine<br />

ad altri 2 globuli polari, lʼovocita secondario si blocca in metafase II.<br />

2. Il follicolo si vascolarizza e diventa edematoso, come in una risposta infiammatoria, ed<br />

infine si rompe (40 ore dopo il picco preovulatorio) espellendo lʼovocita con attaccata<br />

una parte del cumulo ooforo (ovulazione). Questo complesso migra nellʼampolla e<br />

rimane vitale 24 ore prima di perdere la capacità di essere fecondato.<br />

Modificazioni uterine<br />

Le cellule follicolari intanto già dal 5ʼ giorno iniziano, sotto lʼeffetto delle gonadotropine e<br />

insieme alle cellule tecali, a secernere estrogeni che hanno il compito di rigenerare<br />

lʼendometrio sfaldatosi nella precedente mestruazione.<br />

FASE SECRETORIA<br />

Dopo lʼovulazione le restanti cellule del follicolo scoppiato proliferano e si differenziano in<br />

epitelio ghiandolare endocrino dando origine al corpo luteo. Questʼultimo produce il<br />

progesterone che avrà il compito di rendere ipertrofico lʼendometrio in in previsione di<br />

ricevere lʼembrione. Se lo zigote non si impianta, il corpo luteo degenera dopo 14 giorni<br />

(corpo albicante) e la mucosa uterina si sfalda a dare una nuova mestruazione.<br />

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EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

FECONDAZIONE<br />

Gli spermatozoi vitali incontrano il cumulo nellʼampolla della tuba e incominciano a<br />

penetrare per raggiungere lʼovocita. Il contatto di uno spermatozoo con i recettori della<br />

zona pellucida induce il rilascio degli enzimi dellʼacrosoma che permettono allo<br />

spermatozoo di entrare e fondere il proprio plasmalemma con quello dellʼovocita grazie a<br />

ponti microtubulari.<br />

La penetrazione comporta due eventi:<br />

1. La zona pellucida diviene impenetrabile ad altri spermatozoi<br />

2. Lʼovocita si riattiva completando la meiosi II producendo il terzo globulo polare e<br />

lʼovocita definitivo.<br />

Ora è presente unʼunica cellula che ospita al suo interno i due protonuclei, femminile e<br />

maschile, i quali si fondono dando vita allo zigote con corredo cromosomico diploide.<br />

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EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

PRIMA SETTIMANA<br />

Nelle prime 24 ore dalla fecondazione incomincia il processo di segmentazione<br />

embrionale che porta a varie divisioni cellulari dello zigote senza però accrescimento, per<br />

cui allʼinterno della zona pellucida il volume dellʼembrione non aumenta nonostante si<br />

producano varie cellule (blastomeri).<br />

Al terzo giorno i blastomeri sono diventati 8 e questi iniziano un processo di compattazione<br />

che porta allʼadesione di alcune cellule alla periferia e la segregazione di altre al centro.<br />

Questa compartizione determinerà il futuro differenziamento della massa cellulare interna<br />

(embrioblasto) nellʼembrione vero e proprio e della massa cellulare esterna (trofoblasto)<br />

nella placenta e annessi.<br />

Al quarto giorno i blastomeri sono circa 32 e determinano nellʼembrione lʼaspetto di<br />

morula. Questa incomincia ad assorbire liquidi che si vanno a raccogliere nella parte<br />

interna grazie a giunzioni occludenti che si formano tra le cellule del trofoblasto,<br />

determinando col crescere della pressione idrostatica la formazione di una grande cavità<br />

(blastocele) che costringe lʼembrioblasto ad aderire al trofoblasto, organizzatosi a formare<br />

un epitelio monostartificato, su un lato che prende il nome di polo embrionale mentre<br />

quellʼopposto viene a chiamarsi polo abembrionale.<br />

Al quinto giorno la zona pellucida viene lisa e la blastocisti può così prendere contato con<br />

lʼendometrio che è pronto a recepire lʼembrione grazie allʼazione del progesterone.<br />

Lʼimpianto della blastocisti nellʼutero determina:<br />

1. Aumento della vascolarizzazione e sviluppo delle ghiandole endometriali<br />

2. Lo stroma endometriale diventa la decidua, differenziatesi grazie al progesterone, che<br />

si ispessisce e secerne fattori di crescita e metaboliti (reazione deciduale)<br />

3. Il trofoblasto incomincia a produrre la gonadotropina corionica umana (hCG) che fa<br />

in modo che il corpo luteo resti in funzione fino alla 12ʼ settimana quando degenererà<br />

per lasciare la produzione di progesterone alla sola placenta.<br />

Impianti della blastocisti in posizione anomale determinano gravidanze ectropiche che<br />

possono essere rischiose per la madre provocando la rottura dei vasi sviluppatesi nella<br />

zona non adatta a contenere le dimensioni in accrescimento dellʼembrione. (gravidanze<br />

ectropiche sono riconoscibili per dolori e emorragie).<br />

6


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

GEMELLI:<br />

Provenienti da:<br />

• Due ovociti -> gemelli eterozigoti<br />

• Separazione allo stadio di due blastomeri -> gemelli bicoriali - biamniotici<br />

• Separazione al passaggio dalla morula alla blastocisti -> gemelli monocoriali - biamniotici<br />

• Formazione di due linee primitive-> gemelli monocoriali -monoamniotici (spesso siamesi)<br />

7


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

SECONDA SETTIMANA<br />

EVOLUZIONE TROFOBLASTO:<br />

Il contatto con lʼendometrio induce la proliferazione del trofoblasto del polo embrionale con<br />

modalità di sincizio (sinciziotrofoblasto). Questo comincia a farsi strada nellʼendometrio<br />

in modo che la blastocisti si ritrova a penetrare nella mucosa uterina, attraverso la<br />

secrezione di proteasi della matrice, fino ad affondarvici completamente.<br />

Contemporaneamente il trofoblasto che ricopriva la cavità del blastocele si differenzia<br />

anchʼesso a dare il citotrofoblasto.<br />

EVOLUZIONE EMBRIOBLASTO:<br />

Lʼembrioblasto si differenzia in una struttura chiamata disco germinale bilaminare in<br />

quanto composto di due foglietti: uno interno rivolto verso il blastocele (ipoblasto) e uno<br />

più esterno (epiblasto)<br />

CAVITAʼ AMNIOTICA:<br />

Si forma tra le cellule dellʼepiblasto per assorbimento di acqua: le cellule dellʼepiblasto che<br />

si trovano schiacciate tra il citotrofoblasto e la nuova cavità (amnios) andranno a formare<br />

la membrana amniotica. -la cavità amniotica subirà un progressivo aumento delle<br />

dimensioni fino a avvolgere completamente lʼembrione allʻ8ʼ settimana.-<br />

SACCO VITELLINO E CAVITAʼ CORIALE:<br />

Le cellule dellʼipoblasto si espandono a ricoprire il citotrofoblasto ,che delimitava il<br />

blastocele, a formare la membrana di Heuser (epitelio pavimentoso semplice<br />


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Il magma reticolato viene quindi sostituito da liquido che va a disegnare una nuova cavità<br />

(cavità coriale o celoma extraembrionale) in espansione. Questa ingrandendosi<br />

circonda il sacco vitellino primario che si strozza a livello equatoriale, sospingendone una<br />

parte, che andrà a scomparire (vescicole esocelomiche), verso il polo abembrionale,<br />

mentre la parte aderente al disco embrionale andrà a costituire il sacco vitellino<br />

definitivo.<br />

Il sacco vitellino scompare dopo la nascita ma può lasciare una struttura anomala nel<br />

canale digerente chiamata diverticolo di Meckel<br />

La cavità coriale ha intanto circondato quasi completamente il complesso formato dal<br />

disco embrionale, al quale si attaccano ventralmente il sacco vitellino e dorsalmente<br />

lʼamnios, che risulta sospeso nella cavità grazie al peduncolo embrionale formato da<br />

mesoderma extraembr.<br />

Durante la 2ʼ-3ʼ settimana incomincia a svilupparsi il sistema circolatorio utero placentare,<br />

in particolare i villi ancoranti primari, secondari e poi terziari.<br />

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EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

TERZA SETTIMANA<br />

GASTRULAZIONE:<br />

Sulla superficie amniotica del disco embrionale si viene a formare un solco primitivo<br />

mediano che lo percorre fino a metà della sua lunghezza; il termina con una fossetta<br />

primitiva circondata da tessuto eminente, nodo primitivo.<br />

Questa struttura è detta linea primitiva e si sviluppa su quello che sarà poi lʼasse di<br />

simmetria dellʼindividuo: da ora in poi le strutture che si formeranno terranno conto di<br />

questa simmetria.<br />

Le cellule dellʼepiblasto cominciano a migrare nel tessuto sottostante del disco, attraverso<br />

la fessura della linea primitiva, provocando modifiche che portano alla formazione del<br />

disco embrionale trilaminare.<br />

I tre foglietti che compongono questo disco sono tutti di derivazione epiblastica:<br />

• Endoderma < sostituzione dellʼipoblasto.<br />

• Mesoderma < interposizione di cellule dellʼepiblasto tra questʼultimo e lʼendoderma.<br />

• Ectoderma < lʼoriginario epiblasto.<br />

Col procedere della gastrulazione la linea primitiva si ritira verso la sua porzione caudale<br />

dove lascia una massa di mesoderma che prende il nome di eminenza caudale (in<br />

posizione oppostopolare alla piastra precordale); questa, cavitandosi, formerà la parte più<br />

caudale del tubo neurale e i somiti sacrali e coccigei.<br />

MEMBRANE BUCCOFARINGEA E CLOACALE:<br />

Queste membrane derivano da depressioni dellʼectoderma, una craniale e una caudale,<br />

che prende contatto con lʼendoderma isolando così le due piccole porzioni terminali di<br />

mesoderma da quella centrale.<br />

queste due membrane (a struttura bilaminare) si lacereranno più avanti per dare origine<br />

rispettivamente allʼapertura orale (4ʼ settimana) e a quelle anale e genitale (7ʼ settimana).<br />

EVOLUZIONE MESODERMA:<br />

Le cellule andate a costituire il mesoderma, a seconda del sito di migrazione si<br />

condensano a creare varie strutturre:<br />

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EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

• Processo notocordale: occupa la parte centrale della linea mediana. Il processo<br />

notocordale, inizialmente cavo (20ʼ giorno), si fonde con il pavimento endodermico<br />

sottostante dando origine alla placca notocordale. Al 23ʼ giorno questa si evagina verso il<br />

mesoderma e si stacca completamente per ritornare al sito di origine, questa volta come<br />

cordone solido (notocorda): questa ha un ruolo fondamentale nel ripiegamento<br />

embrionale e nellʼinduzione al differenziamento di altri tessuti.<br />

• Piastra precordale: ammasso di cellule mesodermali poste cranialmente al processo<br />

notocordale. Induce alcune tra le strutture craniali del corpo.<br />

• Mesoderma parassiale: coppia di addensamenti cilindrici che incominciano ad<br />

• organizzarsi in coppie di corpi rotondi (somitomeri) ai lati della notocorda. A parte i primi<br />

sette somitomeri, i restanti si differenziano ulteriormente in somiti che percorrono<br />

lateralmente la notocorda dalla regione occipitale a quella caudale (segmentazione). La<br />

formazione dei somiti continua nella 4ʼ settimana e procede immediatamente dopo a<br />

quella della notocorda in senso cranio-caudale.<br />

• Mesoderma intermedio: coppia addensamenti cilindrici lateralmente al mesoderma<br />

parassiale. Formeranno gran parte dellʼapparato escretore.<br />

• Mesoderma laterale: posta ancora più lateralmente si differenzia in due strati: uno<br />

ventrale associato allʼendoderma (splancnopleura) e lʼaltro dorsale associato<br />

allʼectoderma (somatopleura).<br />

La somatopleura intraembrionale si continua con quella extraembrionale.<br />

PIASTRA NEURALE:<br />

Le cellule dellʼectoderma poste cranialmente alla linea primitiva, iniziano a differenziarsi e<br />

proliferare col retrocedere di questa. Si forma così la piastra neurale costituita da<br />

neuroectoderma, la cui parte craniale darà origine allʼencefalo e la parte caudale,<br />

allungandosi, al midollo spinale.<br />

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EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

MESENCHIMA<br />

Il mesenchima è spesso considerato come connettivo embrionale in quanto è un tessuto<br />

con unʼampia componente extracellulare; in realtà la matrice mesenchimale non è prodotta<br />

dalle cellule del mesenchima, ma rappresenta il prodotto di metabolismi, secrezioni,<br />

filtrazioni di varie cellule e perciò non può essere considerato un connettivo.<br />

Il mesenchima va piuttosto considerato come precursore di tutti i tipi di connettivo.<br />

Esso si forma, mano a mano che lʼembrione si sviluppa, tra i tre foglietti, come cuscinetti<br />

che in qualche modo li separano e li assistono nella differenziazione.<br />

Il mesenchima rappresenta di fatto una tappa intermedia nella differenziazione di vari<br />

tessuti (non solo connettivi) a partire da tutti e tre foglietti embrionali. Dire infatti che il<br />

mesenchima deriva solo dal mesoderma, non è del tutto vero: in realtà il mesoderma che<br />

si forma nelle tappe dello sviluppo facciale è di origine neuroepiteliale, mentre il<br />

mesenchima che dà origine allo strato connettivale della mucosa intestinale è di<br />

derivazione endoteliale.<br />

Questi due sono però casi particoalri; in realtà quasi tutto il mesenchima è di origine<br />

mesodermica e ne rappresenta, come già detto, una tappa differenziativa da cui otteniamo<br />

ad esempio: la rete dei vasi sanguigni, i reni definitivi, lo scheletro assile e quello degli arti,<br />

la muscolatura liscia e miocardica.<br />

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EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

QUARTA SETTIMANA<br />

NEURULAZIONE:<br />

(18ʼ-22ʼ giorno) È il processo che prevede la formazione del tubo neurale dalla piastra<br />

neurale in seguito a induzione della notocorda: sulla superficie di questa si formano due<br />

estroflessioni (pieghe neurali) separate da un solco sulla linea mediana (doccia neurale).<br />

Le pieghe, usando la doccia da cerniera, incominciano a piegarsi per incontrarsi: alla<br />

fusione di queste il tubo neurale così createsi sprofonderà sotto lʼectoderma (la parte che<br />

non si era precedentemente differenziata in piastra neurale) che ora prenderà il nome di<br />

ectoderma di rivestimento.<br />

Il tubo neurale provvederà a chiudere i due neuropori anteriore e posteriore per la fine<br />

della quarta settimana (rispettivamente 24ʼ e 26ʼ giorno).<br />

CRESTA NEURALE:<br />

La cresta neurale è una popolazione di cellule proveniente dalle pieghe neurali.<br />

Al momento della chiusura del tubo neurale tali cellule si allontanano migrando in varie<br />

sedi del corpo, dando origine a vari tipi di cellule di differenti tessuti:<br />

• Vari gangli e cellule gliari del SNP<br />

• Pia madre e aracnoide + endonevrio, perinevrio ed epinevrio<br />

• Midullosurrene<br />

• Cellule C della tiroide<br />

• Melanoblasti<br />

• Odontoblasti<br />

• Mesenchima cranio-facciale<br />

• Derma della faccia e del collo<br />

• Cartilagini degli archi faringei<br />

• Setto del cono truncus<br />

SOMITI:<br />

Circa 40 coppie (la prima parte dei somitomeri non si differenzia in somiti ma dà origine a<br />

parte dei muscoli striati della faccia e del collo) divise in:<br />

• Occipitali: 4<br />

• Cervicali:8<br />

• Toracici: 12<br />

• Lombari: 5<br />

• Sacrali: 5<br />

• Coccigei: 6<br />

13


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Ogni somita si divide in due parti:<br />

• Sclerotomo: costituito da cellule mesenchimali che migrano a circondare la notocorda e<br />

il tubo neurale, insieme a quelle controlaterali. Nel fare questo ogni sclerotomo si<br />

suddivide in una porzione craniale e una caudale che si fondono con quelle degli<br />

sclerotomi contigui. Si formano così le vertebre (la parte craniale del primo sclerotomo<br />

cervicale va a contribuire a formare la base cranica). Questa organizzazione<br />

intersegmentaria permette ai nervi craniali e spinali di estricarsi senza ostacoli in<br />

corrispondenza delle fessure createsi tra una vertebra e lʼaltra.<br />

(il disco intervertebrale è formato nellʼanello fibroso dalle cellule sclerotomiali, mentre<br />

nella parte polposa dalla notocorda che da questo momento sparisce sostituita dalla<br />

colonna vertebrale).<br />

Lo sclerotomo dà inoltre origine anche alla gabbia toracica e alle ossa degli arti.<br />

• Dermomiotomo: cellule che migrano lateralmente differenziandosi a loro volta in due<br />

parti:<br />

• Dermatomo: derma del collo, del tronco e degli arti<br />

• Miotomo: muscoli del dorso (epimero), del torace e dellʼaddome (ipomero)e degli arti.<br />

14


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

SVILUPPO DEL SISTEMA NERVOSO CENTRALE<br />

1. DIFFERENZIAMENTO DEL TESSUTO NEUROEPITELIALE DEL TUBO NEURALE<br />

Alla chiusura del tubo neurale, alla fine della 4ʼ settimana, inizia il differenziamento delle<br />

cellule di questʼultimo in senso cranio caudale dal rombo encefalo.<br />

Le cellule neuroepiteliali che circondano il canale incominciano a moltiplicarsi andando a<br />

formare lo strato germinativo. Da questo si genera una prima ondata proliferativa di<br />

neuroblasti che migrando portano alla formazione di un secondo strato concentrico al<br />

primo chiamato mantello.<br />

Il mantello quindi contiene i corpi dei futuri neuroni e andrà a costituire la sostanza grigia.<br />

I neuroni del mantello incominciano a emettere i propri prolungamenti che si diramano alla<br />

periferia, formando un terzo strato concentrico (strato marginale) che andrà a costituire la<br />

sostanza bianca.<br />

Una seconda ondata proliferativa attraversa lo starto germinativo che questa volta produce<br />

glioblasti (precursori di astrociti e oligodendrociti) che andranno ad associarsi ai vari<br />

segmenti dei neuroni.<br />

Infine la terza ondata proliferativa dello starto germinale genera cellule ependimali che<br />

rimangono in sede a delimitare il canale neurale.<br />

15


I neuroblasti dello strato del mantello si<br />

addensano in quattro lamine; due in<br />

posizione simmetrico dorsale rispetto al<br />

canale (lamine alari) e altre due in<br />

posizione simmetrico ventrale (lamine<br />

basali).<br />

Tra loro le coppie di lamine sono<br />

separate da zone particolarmente<br />

assottigliate, le lamine del tetto e del<br />

pavimento.<br />

Nellʼencefalo questo schema è<br />

riconoscibile a livello del tronco encefalico, mentre si perde nel prosencefalo.<br />

Nel midollo spinale questa organizzazione<br />

resta riconoscibile: le lamine alari formano<br />

le colonne o corna posteriori mentre quelle<br />

basali formano le colonne o corna<br />

anteriori.<br />

Dalle corna anteriori prendono passaggio<br />

gli assoni dei neuroni motori.<br />

Dalle corna posteriori prendono invece<br />

passaggio i prolungamenti dei neuroni<br />

associativi che vengono raggiunti dalle<br />

fibre nervose sensitive dei gangli periferici.<br />

A livello dei segmenti toracico, lombare e<br />

sacrale le regioni più dorsali delle lamine<br />

basali si riuniscono a formare le corna<br />

laterali contenenti i motoneuroni del<br />

sistema simpatico e parasimpatico.<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Le fibre sia delle corna anteriori che posteriori confluiscono, allʼuscita dal midollo, in un<br />

unico nervo che quindi ha composizione mista di fibre afferenti (corna post.) e fibre<br />

efferenti (corna ant.).<br />

I nervi cranici invece possono anche essere composti solamente di fibre sensitive o<br />

motorie.<br />

I neuroni dei nervi uditivi sono invece di origine ectodermica di rivestimento, mentre i<br />

gangli e la glia periferici derivano dalla cresta neurale.<br />

16


2. SVILUPPO DELLʼENCEFALO<br />

Già durante la 4ʼ settimana, attraverso dei restringimenti delle pieghe neurali, sono<br />

distinguibili le tre vescicole primarie: (da craniale a caudale)<br />

1. Prosencefalo<br />

2. Mesencefalo<br />

3. Rombencefalo<br />

Alla 5ʼ settimana si assiste ad unʼulteriore<br />

suddivisione delle due vescicole terminali a dare in<br />

definitiva le cinque vescicole encefaliche<br />

secondarie: (da craniale a caudale)<br />

1. Telencefalo<br />

2. Diencefalo<br />

3. Mesencefalo<br />

4. Metencefalo<br />

5. Mielencefalo<br />

Sempre in questo periodo si assiste a una brusca flessione del tubo neurale in tre punti:<br />

• Flessura mesencefalica (concavità ventrale)<br />

• Flessura nucale o occipitale (concavità ventrale)<br />

• Flessura pontina (concavità dorsale)<br />

TELENCEFALO:<br />

A partire dal secondo mese, dal<br />

telencefalo si sviluppano gli emisferi<br />

cerebrali e le strutture che li uniscono tra<br />

loro: allʼinizio appaiono sotto forma di due<br />

palloncini simmetrici che iniziano a<br />

ingrandirsi e piegarsi ventralmente,<br />

mentre, aumentando di volume, si vanno<br />

ad accollare alle pareti del diencefalo.<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Il tetto e le pareti laterali di ciascun<br />

emisfero daranno origine alla corteccia<br />

cerebrale che, inizialmente liscia, subirà un<br />

processo progressivo di ripiegamento a dare le tipiche<br />

circonvoluzioni.<br />

Allʼinterno di ciascun emisfero è presente un diverticolo<br />

dellʼoriginario canale neurale: ne risulta una struttura a<br />

tre ventricoli, due laterali comunicanti col terzo<br />

ventricolo (impari e mediano nel diencefalo) attraverso<br />

i due forami di Monro.<br />

17


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

DIENCEFALO:<br />

Dalle lamine alari del diencefalo si sviluppano talamo, ipotalamo e epitalamo.<br />

La lamina del tetto dellʼepitalamo si evagina a formare lʼepifisi.<br />

Dal pavimento del diencefalo si evagina invece un diverticolo (infundibulo) che si<br />

sospinge ventralmente per incontrarsi con un altro diverticolo (tasca di Rathke)<br />

proveniente dalla volta dellʼectoderma sottostante. La tasca di Rathke perde quindi il<br />

contatto con la volta e si accolla allʼinfundibolo differenziandosi poi a dare lʼadenoipofisi,<br />

mentre lʼinfundibolo, che rimane attaccato come processo del pavimento del terzo<br />

ventricolo, si differenzierà in neuroipofisi.<br />

MESENCEFALO:<br />

Struttura di collegamento. La parete del mesencefalo si ispessisce in maniera vistosa,<br />

comprimendo il lume del canale neurale che diventa lo stretto canale di Silvio, il quale<br />

metterà in comunicazione il terzo ventricolo con il quarto.<br />

Il mesencefalo contiene alcuni nuclei di nervi cranici, centri visivi e uditivi.<br />

METENCEFALO:<br />

Dà origine a due ispessimenti:<br />

• Ponte: ventralmente. È una struttura di collegamento tra il midollo spinale, il cervelletto e<br />

il cervello.<br />

• Cervelletto: dorsalmente. È il centro di controllo dellʼequilibrio e della postura. Prende<br />

origine dalle lamine alari che si fondono incontrandosi sulla linea mediana. La porzione<br />

centrale è chiamata verme, mentre lateralmente si sviluppano gli emisferi cerebellari:<br />

tutte queste strutture vanno poi incontro a un complicato processo di ripiegamento.<br />

MIELENCEFALO:<br />

Dà origine con un ispessimento ventrale al midollo allungato, struttura che ha il compito<br />

di controllare molti processi tra cui i riflessi, funzioni respiratorie e caridache. Ospita<br />

anche la maggior parte dei nuclei dei nervi cranici.<br />

A livello del metencefalo e del mielencefalo il canale neurale dà origine a un quarto<br />

ventricolo che osservato dorsalmente ha forma di losanga.<br />

18


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

PLESSI CORIOIDEI E LIQUOR CEFALORACHIDIANO:<br />

Sulla volta dei ventricoli, la parete del tubo rimane molto sottile: queste zone non<br />

rimangono lisce ma si fanno corrugate formando estroflessioni che sporgono nelle cavità<br />

ventricolari. Queste estroflessioni prendono il nome di plessi corioidei e si costituiscono<br />

di un asse connettivale particolarmente vascolarizzato e un rivestimento epiteliale di<br />

ependima.<br />

I plessi corioidei filtrano in maniera molto selettiva il liquido interstiziale derivato dal<br />

sangue, generando così il liquor cefalorachidiano.<br />

Il liquor prodotto dai plessi corioidei circola nelle cavità del SNC (spazi ventricolari, canale<br />

midollare) e nello spazio subaracnoideo (permea così la corteccia celebrale e il cordone<br />

midollare) per venire riassorbito e immesso nel torrente venoso dalle granulazioni<br />

aracnoidali.<br />

La funzione del liquor è quella di creare una camicia acquosa che funziona da cuscinetto<br />

idraulico grazie alla spinta di Archimede (la forte composizione lipidica del cervello gli<br />

assicura infatti un peso specifico minore di quello dellʼacqua) proteggendo e<br />

ammortizzando il SNC.<br />

Inoltre, insieme al sangue, regola i delicatissimi equilibri omeostatici del sistema nervoso.<br />

La maggior parte della crescita dellʼencefalo si svolge dopo la nascita.<br />

19


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

RIPIEGAMENTO EMBRIONALE: FORMAZIONE DEI MESENTERI E<br />

DELLE CAVITAʼ CORPOREE.<br />

A partire dalla 4ʼ settimana i margini laterali, craniale e caudale del disco trilaminare<br />

incominciano a ripiegarsi sotto la spinta delle strutture assiali in via di formazione.<br />

La parte posta cranialmente alla membrana buccofaringea si ripiega a ferro di cavallo e si<br />

accosta alla porzione ventrale (superficie endodermica) del disco trilaminare, costituendo<br />

lʼarea cardiogenica.<br />

La porzione di mesoderma situata tra lʼaria cardiogenica e il margine craniale del disco,<br />

nel ripiegamento si va a interporre tra la regione cardiogenica e il colletto marginale del<br />

sacco vitellino, andando a costituire il setto trasverso che separerà la cavità pericardica<br />

dalla cavità peritoneale tranne che per dei fori dorsali (canali pericardio-peritoneali)<br />

chiusi successivamente dalle membrane pleuro-peritoneali.<br />

Il setto trasverso contribuisce alla genesi del diaframma dando origine al centro tendineo.<br />

Lʼanello muscolare invece deriva dai miotomi del mesoderma parassiale; infine i pilastri<br />

destri e sinistri sono di origine mesenchimale (di derivazione endodermica).<br />

La cavità pericardica primitiva però, durante la 5ʼ settimana, viene delimitata in tre porzioni<br />

da le pliche pleuropericardiche di somatopleura (splanco e somato) che partendo dai<br />

margini laterali della faccia interna del tronco proseguono medialmente sul piano frontale<br />

per fondersi a metà strada insieme alla splancnopleura rivestente lʼintestino anteriore: si<br />

formano così, ventralmente, la cavità pericardica definitiva e, dorsalmente, le due cavità<br />

pleuriche definite dalle pleure (formate dal foglietto viscerale e quello parietale) e dal<br />

pericardio (a tre foglietti: sierosa pericardica, pleura mediastinica e sacco fibroso<br />

pericardico).<br />

20


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Il ripiegamento della parte caudale spinge il peduncolo embrionale ad aderire al colletto<br />

marginale (opposto rispetto a prima) del sacco vitellino, portando lʼallantoide a divenire<br />

parte integrante delle cavità endodermiche (poi intestinali).<br />

Contemporaneamente anche i margini laterali del disco si stanno piegando ventralmente e<br />

si fondono sulla linea mediana. Il colletto del sacco vitellino si trova così a prendere stretto<br />

passaggio attraverso quella che sarà poi la regione ombelicale, e prende il nome di dotto<br />

vitellino.<br />

Con il progressivo ingrandirsi dellʼamnios il peduncolo embrionale e il sacco vitellino si<br />

troveranno sempre più stretti tra loro e, delimitati dalla membrana amniotica, andranno a<br />

formare il complesso del funicolo (cordone) ombelicale. Il sacco vitellino sarà<br />

scomparso alla nascita mentre il funicolo ombelicale, fino a tale termine, avrà il compito di<br />

permettere la circolazione sanguigna tra embrione e placenta.<br />

Il ripiegamento trasforma quindi lʼembrione da un disco trilaminare a una struttura tubulare<br />

concentrica a tre strati:<br />

Lʼectoderma, seguendo i vari ripiegamenti copre ora tutto lʼembrione (tranne nella zona<br />

ombelicale) e, con il contributo dei dermatomi, andrà poi a costituirne la cute.<br />

Il mesoderma, interposto tra il rivestimento ectodermico (a cui aderisce con la<br />

somatopleura) e il tubo gastroenterico (a cui aderisce con la splancnopleura), racchiude la<br />

cavità del celoma che ora diventa intraembrionale.<br />

Lʼendoderma (attraverso i ripiegamenti laterali) si trova ora a costituire un tubo a fondo<br />

cieco (delimitato dalle membrane buccofaringea e cloacale) in posizione ventrale rispetto<br />

al tubo neurale. Questo tubo costituisce lʼintestino primitivo e viene distinto in: intestino<br />

anteriore, medio e posteriore. Lʼintestino medio comunica con il dotto vitellino.<br />

21


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

PERITONEO:<br />

È una sierosa mesoteliare formata da un foglietto viscerale, derivante dalla<br />

splancnopleura, e un foglietto parietale derivante dalla somatopleura, separate<br />

essenzialmente da liquido peritoneale.<br />

I visceri che si trovavano quindi rivestiti dalla splancnopleura andranno a costituire gli<br />

organi intraperitoneali (ovvero che si affacciano sul peritoneo o vi sono appesi).<br />

Altri visceri che nascono totalmente al di fuori della splancnopleura o vi si vanno a trovare<br />

appoggiandosi alla parete addominale, in seguito a modificazioni sono detti<br />

retroperitoneali.<br />

Oltre ai reni e alla vescica, sono retroperitoneali il duodeno, il colon ascendente e il colon<br />

discendente e il pancreas.<br />

MISURE:<br />

Lʼembrione misura 5mm il primo mese e 2cm il secondo. Al terzo le strutture interne sono<br />

quasi tutte già formate e può incominciare lʼaccrescimento.<br />

22


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

SVILUPPO DEL CUORE<br />

Si conclude alla fine del secondo mese<br />

Allʼinizio della 4ʼ settimana, dalla zona cardiogenica, si formano per vasculogenesi dal<br />

mesenchima splancnopleurico i due tubi cardiaci che, fondendosi tra loro a causa del<br />

ripiegamento, danno poi origine al tubo cardiaco primitivo (impari e mediano posto nella<br />

cavità pericardiaca primitiva).<br />

Già il 22ʼ-23ʼ giorno il tubo caridaco inizia a battere<br />

Il tubo cardiaco primitivo è formato da quattro foglietti derivanti dalla splancnopleura (in<br />

senso radiale):<br />

• Endotelio<br />

• Gelatina miocardica<br />

• Miocardio<br />

• Sierosa epicardica<br />

Nel tubo cardiaco primitivo compaiono dilatazioni<br />

alternate a solchi<br />

(in senso caudo-craniale):<br />

- 1. Seno venoso (formato dai corni dx / sx)<br />

- 2. Atrio primitivo<br />

- solco atrioventricolare<br />

- 3. Ventricolo primitivo<br />

- solco bulboventricolare<br />

- 4. Bulbo (formato dal cono di eiezione, dal<br />

tronco arterioso e dalle vie aortica e polmonare)<br />

(23ʼ giorno) Allungandosi il tubo cardiaco è<br />

costretto a un ripiegamento a S che porta il bulbo<br />

ventralmente. Il ventricolo a sinistra. Lʼatrio<br />

primitivo in alto e dorsalmente.<br />

Il seno venoso viene progressivamente incorporato dallʼatrio.<br />

SEPIMENTAZIONE DEGLI ATRI:<br />

Dal tetto dellʼatrio incomincia a crescere in direzione caudale, sul piano sagittale mediano,<br />

una membrana connettivale (septum primum) che individua i due atri destro e sinistro<br />

separandoli tranne per un foro (ostium primum).<br />

Nel solco atrioventricolare la parete si ispessisce sviluppando 4 rigonfiamenti (cuscinetti<br />

endocardici): i cuscinetti superiore e inferiore spingono per incontrarsi, separando su unʼ<br />

asse sagittale il canale atrioventricolare destro esinistro tramite il septum intermedium.<br />

Septum primum e semptum intermedium si fondono, chiudendo così lʼostium primum che<br />

viene sostituito dallʼostium secundum (più craniale).<br />

Subito a destra del septum primum si sviluppa il septum secundum (più spesso, con<br />

struttura muscolare) che si chiude a semiluna sul septum intermedium lasciando aperto<br />

uno spazio sul pavimento dellʼatrio destro, il foro ovale.<br />

Da ora fino alla nascita i due atri resteranno in contatto tramite questi due forami sfalsati,<br />

che costituiscono un sistema di valvola monodirezionale così che il sangue possa fluire<br />

solo dallʼatrio destro al sinistro (questo punto di cortocircuito verrà chiuso come gli altri al<br />

momento della nascita).<br />

23


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Ripiegamento definitivo: dorsalmente, atri dx e sx. Ventralmente: bulbo a sx, ventricolo a sx (separati dal<br />

setto bulbo ventricolare). In alto e ventralmente il cono truncus.<br />

Sezione sagittale (si osserva da destra). dopo la rimozione del bulbo: cavità a sinistra -> atrio.<br />

cavità a destra-> ventricolo. Parte ristretta-> solco atrio ventricolare.<br />

2. I cuscinetti endocardici sup. e e inf. formano il 3.formazione del setto e forame interventricolare<br />

septum intermedium ! !<br />

4.Fiormazione septum e ostium primum. 5.formazione ostium secundum e regressione ostium primum<br />

24


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

SEPIMENTAZIONE DEI VENTRICOLI:<br />

Un ampio rimodellamento porta allʼallineamento dei canali atrioventricolari (prima il<br />

ventricolo era spostato a sinistra): il solco bulbo-ventricolare si porta così in asse con il<br />

septum intermedium.<br />

Il ventricolo destro deriva quindi dal bulbo e dalla parte destra del cono di eiezione, mentre<br />

il sinistro origina dal ventricolo primitivo e dalla aprte sinistra del cono di eiezione.<br />

Dalla pavimento del solco bulboventricolare incomincia a formarsi il setto ventricolare<br />

muscolare che si congiunge al septum intermedium lasciando un forame interventricolare<br />

di comunicazione tra due ventricoli destro e sinistro nella parte apicale.<br />

In ciascuno dei canali atrioventricolari si vanno a creare due lembi con funzioni di valvole,<br />

la cui parte libera viene agganciata da corde tendinee, emerse da ispessimenti della<br />

parete interna dei ventricoli. ( queste e le relative trabecole costituiscono un sistema di<br />

ancoraggio che impedisce il rovesciamento delle valvole atrioventricolari nella cavità<br />

atriale al momento della diastole, in cui la pressione ventricolare aumenta.)<br />

Valvola atrioventricolare sinistra è detta bicuspide perchè formata da due lembi, mentre<br />

quella destra è detta tricuspide perchè formata quasi sempre da tre lembi.<br />

La parte craniale dei ventricoli comunica con una struttura di conformazione a imbuto<br />

rovesciato (cono truncus). Dalle pareti del cono truncus emergono degli ispessimenti che<br />

vanno a chiudere completamente il setto interventricolare, prima incompleto, e a dividere<br />

contemporaneamente il cono di eiezione in maniera spiraliforme con il setto aorticopolmonare.<br />

Il ventricolo destro comunica con il tronco polmonare, mentre il sinistro con lʼaorta<br />

ascendente.<br />

Nel cono truncus al passaggio tra cavità cardiaca e lume arterioso si formano tre<br />

ispessimenti per parte. Questi cuscinetti combinandosi con lembi membranosi vanno a<br />

formare le valvole semilunari aortiche e polmonari. Queste valvole hanno conformazione a<br />

nido di rondine con cavità rivolta verso il cuore, per cui permettono il flusso<br />

monodirezionale solamente in uscita.<br />

Infine il tratto aortico ascendete e il tronco polmonare si attorcigliano portando il primo<br />

dorsalmente e il secondo ventralmente.<br />

25


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

SVILUPPO DEL SISTEMA CIRCOLATORIO<br />

La formazione dei vasi sanguigni inizia il 17ʼ giorno in sede extraembrionale, con il<br />

generarsi di isolotti ematici (angioblasti e ematocitoblasti) nel mesoderma del sacco<br />

vitellino, del peduncolo embrionale e dei villi coriali.<br />

Il sangue inizia a scorrere nellʼembrione il 24ʼ giorno.<br />

La formazione di vasi sanguigni in sede embrionale inizia il giorno seguente nel<br />

mesoderma splancnopleurico del disco embrionale. Qui però non avviene in<br />

contemporanea lʼematopoiesi e i vasi si formano inizialmente per un processo di<br />

vasculogenesi: gli angioblasti si riuniscono a formare piccole vescicole (angiocisti) che<br />

fondendosi insieme danno origine a cordoni angioblastici.<br />

Successivamente la rete vascolare si espande per tutto il disco embrionale, sia per<br />

vasculogenesi sia per angiogenesi (gemmazione di vasi da cordoni angioblastici<br />

preesistenti), processo che diventerà via via prevalente.<br />

Contemporaneamente ai tubi cardiaci si originano anche le due aorte dorsali che<br />

prendono contatto con essi nella parte cefalica. in seguito al ripiegamento e al<br />

posizionamento dei tubi nel futuro torace, vengono trascinate a formare unʼansa dorso<br />

ventrale (primo arco aortico). Al primo arco ne seguono altri (vasculogenesi dal<br />

emsoderma parassiale) a formare un canestro costituito di 5 paia di arterie che originano<br />

dallʼespansione apicale del tronco arterioso (sacco aortico) e nellʼaorta ventrale e,<br />

attraversando gli archi faringei, si svuotano nelle due aorte dorsali.<br />

26


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

• Il 1ʼ e il 2ʼ arco si atrofizzano parzialmente, dando origine a porzioni di arterie della testa<br />

e del collo.<br />

• Il 3ʼ arco dà origine alle carotidi comuni<br />

• Il 4ʼ arco diventa, nella sua parte destra, il tronco brachio-encefalico e in quella sinistra,<br />

lʼarco aortico definitivo; lʼaorta discendente deriva dalla parte unita delle due aorte<br />

dorsali.<br />

• Il 6ʼ arco dà origine al dotto di Botallo.<br />

• I prolungamenti cefalici delle aorte dorsali formeranno le carotidi interne; le carotidi<br />

esterne invece, si formano secondariamente per gemmazione dalle carotidi comuni.<br />

Il 24ʼ giorno, il sacco vitellino si collega con lʼembrione attraverso le 2 vene e le 3 arterie<br />

vitelline, in questo modo i globuli rossi incominciano a circolare. Quando il sacco vitellino<br />

scomparirà, questi vasi andranno a servire lʼintestino (tronco celiaco, arteria mesenterica<br />

superiore, arteria mesenterica inferiore).<br />

Per il peduncolo passano invece le 2 vene (la destra si atrofizzerà in seguito) e le 2 arterie<br />

allantoidee (poi ombelicali).<br />

Dai margini del corpo si originano varie vene dette cardinali comuni:<br />

- 2 cardinali anteriori, dallʼestremità cefalica<br />

- 2 cardinali posteriori, dallʼestremità caudale<br />

- 2 cardinali comuni, desta e sinistra.<br />

Inizialmente il sistema venoso è simmetrico, ma dal secondo mese prenderà il<br />

sopravvento la componente destra: alla fine dello sviluppo le vene cave superiore e<br />

inferiore decorreranno sulla destra per buttarsi sullʼatrio destro.<br />

La vena cava inferiore deriva dalla vena vitellina destra, dalle vene cardinali posteriori<br />

destra e sinistra, dalle sopracardinali e dalle sottocardinali.<br />

Le vene cardinali comuni, le vene allantoidee e le vene vitelline si buttano inizialmente nel<br />

seno venoso che, incorporato nellʼatrio destro, dà origine al seno delle vene<br />

comprendente gli orifici delle vene cave superiore e inferiore (derivanti dal corno destro) e<br />

del seno coronarico (derivato dal corno sinistro), chiusi dalle valvole venose destra e<br />

sinistra.<br />

Anche il sistema prossimale di vene polmonari viene inglobato nel cuore, questa volta<br />

dallʼatrio sinistro, sul quale si affacceranno i quattro orifici delle vene polmonari definitive.<br />

27


CIRCOLAZIONE FETALE<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

La circolazione prenatale raggiunge la sua configurazione definitiva alla fine del secondo<br />

mese e rimane inalterata fino alla nascita, quando subisce drastiche modificazioni.<br />

Questa circolazione è detta cardio-placentare in quanto lʼossigenazione del sangue<br />

avviene tramite gli scambi placentari, mentre i polmoni rimangono inattivi fino alla nascita.<br />

In ragione di ciò il sangue dovrà bypassare il circolo polmonare avvalendosi di alcune vie<br />

preferenziali, gli shunts, i quali diventano sedi di mescolamento tra sangue ossigenato<br />

proveniente dalla placenta e sangue deossigenato proveniente dalla circolazione<br />

sistemica.<br />

Gli shunts, che si vanno a chiudere dopo la nascita, sono:<br />

1) forame ovale (sede intacardiaca): consente la comunicazione tra gli atrii<br />

2) dotto venoso di Aranzio (sede venosa): mette in comunicazione la vena ombelicale con<br />

la vena cava inferiore<br />

3) dotto arterioso di Botallo (sede arteriosa): mette in comunicazione l'arteria polmonare<br />

con lʼaorta discendente.<br />

Il percorso compiuto dal sangue ossigenato inizia dalla placenta per percorrere la vena<br />

ombelicale. Qui non entra nella circolazione portale inquanto il fegato nel feto non ha<br />

bisogno di processare il sangue perchè è già stato fatto dalla madre. Il sangue passa<br />

allora attraverso il dotto venoso ed entra nella vena cava inferiore per confluire poi<br />

nell'atrio destro (Il sangue della vena cava inferiore proviene dal circolo sistemico inferiore,<br />

dal circolo portale e dalla vena ombelicale).<br />

Allʼinterno dellʼatrio destro vengono a trovarsi due flussi di sangue:<br />

• Uno, costituito da sangue ricco di CO2, proveniente dal seno coronarico e dalla vena<br />

cava superiore che prende la via del ventricolo destro per essere spinto nellʼarteria<br />

polmonare;<br />

• Lʼaltro, misto ma piuttosto ricco di O2, proveniente dalla vena cava inferiore. Questo<br />

flusso, per impedire che si mischi con lʼaltro e diventi così a bassa percentuale di<br />

ossigeno, al momento di entrare nellʼatrio destro, viene convogliato grazie alla valvola di<br />

Eustachio direttamente verso il forame ovale, dal quale raggiunge l'atrio sinistro per<br />

passare nel ventricolo sinistro ed essere poi pompato nellʼaorta.<br />

Dallʼaorta il sangue ossigenato si<br />

distribuisce attraverso le varie diramazioni:<br />

parte prende la via delle coronarie, parte<br />

continua nellʼarco aortico per entrare<br />

prima nel tronco brachio-cefalico, dal<br />

quale passa nella succlavia destra e nella<br />

carotide comune destra, e poi nella<br />

carotide comune sinistra e nella succlavia<br />

sinistra. (ogni carotide si biforca in un<br />

ramo esterno che irrora la faccia e un<br />

ramo interno che porta allʼencefalo. Ogni<br />

succlavia si biforca per portare da una<br />

parte il sangue allʼarto superiore e<br />

dallʼaltra, tramite le arterie vertebrali, al midollo spinale e al tronco encefalico).<br />

A questo punto il sangue entra nellʼaorta discendente per raggiungere il restante circolo<br />

periferico.<br />

28


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

La restante quota di sangue meno satura di O2 viene pompata dal ventricolo destro<br />

nellʼarteria polmonare; a causa dei polmoni collassati del feto, si crea una forte resistenza<br />

dei vasi sanguigni polmonari che spingono il sangue a entrare nel dotto di Botallo, così da<br />

rimmettersi in aorta discendente ( in questo modo il sangue deossigenato non raggiunge il<br />

cervello, che ha bisogno invece di sangue ossigenato) e pervenire quindi al circolo<br />

periferico.<br />

Lʼaorta nel suo tratto terminale si dirama delle arterie iliache esterne e interne, da queste<br />

ultime nel feto si dipartono le arterie ombelicali, che risalendo il cordone attorcigliate alle<br />

vene ombelicali, raggiungono la placenta per riossigenare il sangue e ricominciare il ciclo.<br />

MODIFICAZIONI ALLA NASCITA:<br />

Gli eventi che inducono le sostanziali modificazioni della circolazione alla nascita, sono<br />

due:<br />

1) chiusura della circolazione ombelicale: non arrivando più sangue nella vena ombelicale<br />

e nel dotto venoso questi si atrofizzano andando a costituire rispettivamente i legamenti<br />

rotondo e venoso del fegato. Queste modificazioni introducono quindi la circolazione<br />

portale obbligatoria.<br />

Le arterie ombelicali subiscono lo stesso destino e lʼultimo segmento di esse va a<br />

formare i legamenti vescicali laterali.<br />

2) Inizio della respirazione polmonare: cade la resistenza dei vasi polmonari e il sangue<br />

entra nella circolazione polmonare determinando lʼatrofizzazione del dotto di Botallo.<br />

Il sangue di ritorno dai polmoni entra quindi nellʼatrio sinistro provocando una pressione<br />

sul septum primum che aderisce al septum secundum provocando la chiusura del<br />

forame ovale che cicatrizzerà definitivamente più avanti.<br />

La chiusura degli shunts determina lʼinstaurarsi della circolazione doppia completa,<br />

costituita dalla circolazione sistemica e dalla circolazione polmonare, separate e distinte.<br />

29


SVILUPPO DEL TRATTO GASTROENTERICO<br />

Lʼintestino primitivo formatosi dal ripiegamento embrionale è diviso convenzionalmente (a<br />

seconda delle arterie che irrorano le varie zone) in tre tratti:<br />

• Intestino anteriore (craniale) chiuso dalla membrana buccofaringea (tronco celiaco)<br />

• Intestino medio (intermedio) comunicante con il dotto vitellino (arteria mesenterica sup.)<br />

• Intestino posteriore (caudale) chiuso dalla membrana cloacale (arteria mesenterica inf.)<br />

INTESTINO ANTERIORE:<br />

• Faringe<br />

• Esofago toracico<br />

• Esofago addominale<br />

• Stomaco<br />

• Duodeno (prima parte)<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

(4ʼ settimana) Lo stomaco prende origine da un rigonfiamento del tubo che cresce in<br />

maniera maggiore dorsalmente determinando la grande curvatura e la piccola curvatura<br />

dello stomaco. Infine (7ʼ-8ʼ settimana) lo stomaco ruota portando la grande curvatura a<br />

sinistra e la piccola a destra. Con questa rotazione lo stomaco costringe il duodeno a<br />

curvarsi dalla parte opposta determinandone così la tipica “C”, spingendolo sulla parete<br />

dorsale dove diventa retro peritoneale.<br />

A metà del duodeno nascono gemme endoteliali che vengono circondate da papille<br />

mesenchimali. Questi complessi guidano lo sviluppo del fegato e del pancreas:<br />

• Gemma epatocistica (ventrale): si biforca dando origine, da una parte, alla cistifellea,<br />

dallʼaltra, al fegato che formandosi incontra le vene vitelline e le scompagina dando<br />

origine ai sinusoidi epatici, allo stroma epatico, ai dotti biliari e ai dotti epatici.<br />

• Gemme pancreatiche (ventrale e dorsale) si sviluppano separatamente per poi fondersi<br />

e dare origine al pancreas e al complesso sistema di dotti pancreatici.<br />

La gemma dorsale dà origine a testa, corpo, coda del pancreas.<br />

La gemma ventrale ruota introno al duodeno unendosi alla dorsale, formando così il<br />

processo uncinato del pancreas e il dotto pancreatico definitivo.<br />

Dotto cistico e dotto pancreatico si immettono nel duodeno tramite un tratto comune<br />

(coledoco), derivante dalla porzione prossimale del dotto epatico.<br />

30


Sempre a causa del ripiegamento embrionale, il tubo<br />

intestinale rimane sospeso nel celoma grazie alle<br />

due lamine mesodermali. Queste lamine di attacco<br />

dellʼintestino al corpo prendono il nome di mesenteri.<br />

I mesenteri sono inizialmente due (mesogastrio<br />

ventrale -a 2 foglietti di derivazione splancnopleurica-<br />

e dorsale -derivante dal setto trasverso-) nel tratto<br />

toracico e solo uno, dorsale, nel tratto addominale.<br />

Con la rotazione dello stomaco e lo sviluppo del<br />

fegato, il mesogastrio ventrale si modifica dando<br />

luogo a:<br />

- piccolo omento (legamento tra stomaco e fegato)<br />

- capsula del fegato (tratto che avvolge il fegato)<br />

- legamento falciforme (legamento tra fegato e<br />

parete ventrale).<br />

Il mesogastrio dorsale invece dà origine dorsalmente a un recesso chiamato borsa<br />

omentale e ventralmente, nella parte in cui si connette allo stomaco, al grande omento.<br />

(4ʼ-5ʼ settimana) Allʼintero della borsa omentale si forma un addensamento di mesenchima<br />

che si differenzia presto in tessuto linfoide: la milza (quindi di derivazione mesodermica!).<br />

Questʼorgano ha inizialmente funzione emopoietica ma infine si specializzerà come<br />

organo emocataretico e organo linfoide secondario.<br />

Data la sua derivazione<br />

Con la rotazione dello stomaco questʼorgano finisce quindi sulla sinistra, mentre il fegato<br />

vinee portato a destra.<br />

INTESTINO MEDIO:<br />

• Duodeno (seconda metà)<br />

• Intestino tenue (duodeno, digiuno, ileo)<br />

• Cieco (e appendice)<br />

• Colon ascendente<br />

• Colon trasverso (prima parte)<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Lʼintestino medio subisce un importante processo di<br />

allungamento, addirittura più rapido<br />

dellʼaccrescimento addominale, che lo porta a<br />

formare una struttura orizzontale a forma di forcina<br />

chiamata ansa intestinale primitiva, che si estende<br />

verso la parete addominale ventrale. Lʼaccrescimento<br />

continua in maniera tanto massiva da determinare<br />

31


(6ʼ settimana) unʼerniazione nel funicolo ombelicale con una rotazione di 90ʼ. Alla 10ʼ<br />

settimana lʼernia rientra nella cavità addominale ruotando ancora di 180ʼ. La rotazione<br />

complessiva di 270ʼ in senso antiorario (rispetto allʼosservatore) determina poi la<br />

conformazione spaziale dellʼintestino tenue e della prima parte del crasso, di cui il cieco, il<br />

colon ascendente e il colon discendente diventano retroperitoneali.<br />

(Sono quindi retroperitoneali: cieco, colon ascendente-discendente, pancreas e duodeno.)<br />

Con il rientro dellʼernia il dotto vitellino si atrofizza; a volte rimane il diverticolo di Meckel a<br />

indicare questo passaggio.<br />

INTESTINO POSTERIORE E CLOACA:<br />

• Colon trasverso (seconda parte)<br />

• Colon discendente<br />

• Colon sigmoideo<br />

• Retto<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Lʼultima parte dellʼintestino posteriore che va dalla parte prossimale dello sbocco<br />

dellʼallantoide alla membrana cloacale prende il nome di cloaca.<br />

La cloaca va incontro a un processo di sepimentazione su un piano frontale<br />

prossimalmente allʼallantoide ad opera del setto urorettale, generando, ventralmente, il<br />

seno urogenitale e, dorsalmente, lʼintestino retto.<br />

Il margine distale del setto urorettale divide, in una zona che prende il nome di pireneo,<br />

anche la membrana cloacale in membrana urogenitale e membrana anale.<br />

Il canale ano-rettale deriva nei suoi 2/3 prossimali dallʼintestino posteriore, mentre il 3ʼ<br />

distale origina da unʼinvaginazione ectodermica (proctodeo).<br />

32


SVILUPPO DELLʼAPPARATO UROGENITALE<br />

1. SVILUPPO DELLʼAPPARATO ESCRETORE<br />

Si sviluppa nella cavità celomatica, formatasi tra la somatopleura e la splancnopleura,<br />

circonda il tubo intestinale latero-ventralmente: La membrana a ridosso dellʼintestino, la<br />

splancnopelura, va a formare il mesentere, la membrana che delimita esternamente la<br />

cavità celomatica, la somatopleura, diventa lʼepitelio celomatico.<br />

Lʼapparato escretore deriva essenzialmente dal mesoderma intermedio, costituito da due<br />

lunghi cordoni posti latero-dorsalmente nella celoma intraembrioanale.<br />

A partire dalla 4ʼ settimana i due cordoni eseguiranno tre tentativi per costituire i reni.<br />

1) Pronefrio: sepimentazione dei cordoni a livello cervicale in direzione cranio-caudale a<br />

dare una serie di masserelle contigue (nefrotomi) che, trasformatisi in vescicole,<br />

degenerano.<br />

2) Mesonefrio: sepimentazione<br />

dei cordoni a livello toracico. Le<br />

vescicole derivate questa volta<br />

vanno a costituire tubuli renali, i<br />

quali formano delle provvisorie<br />

capsule di Bowman, in torno a<br />

ciuffi di capillari, che fino al<br />

secondo mese rimangono ad<br />

attuare un provvisorio filtraggio e<br />

una minima produzione di liquido<br />

amniotico.<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

I tubuli con decorso più laterale si<br />

aggregano a formare due<br />

cordoncini che si portano verso il<br />

basso per unirsi a triangolo sulla<br />

parete esterna della cloaca.<br />

Questa struttura, diventata presto cava, prende il nome di dotto mesonefrico che nella<br />

parte terminale emette unʼevaginazione: la gemma uretrale.<br />

Lateralmente al mesonefro si è formato in contemporanea il dotto paramesonefrico,<br />

derivato però dallʼepitelio celomatico, che avrà un ruolo nella formazione delle gonadi<br />

femminili (alle gonadi maschili invece contribuirà il dotto mesonefrico che nella femmina,<br />

una volta prodotta la gemma uretrale, degenera).<br />

33


3) Blastema metanefrogeno: modificazione dei cordoni a livello lombo sacrale, a dare<br />

mesenchima. Combinandosi con le gemme uretrali, attraverso induzioni reciproche, darà<br />

origine ai reni definitivi (metanefri).<br />

La gemma uretrale darà origine<br />

(cranio-caudalmente):<br />

- dotti collettori<br />

- calici minori<br />

- calici maggiori<br />

- pelvi renali<br />

- uretere<br />

Dalle vescicole derivanti dal<br />

blastema si formerà, in<br />

continuità coi dotti collettori, il<br />

nefrone:<br />

- capsula di Bowman<br />

- tubulo prossimale<br />

- ansa di Henle<br />

- tubulo distale<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Dal mesenchima in cui si forma il rene si allungano sepimenti che lo suddividono in lobuli.<br />

A fine 2ʼ mese il rene migra cranialmente nel celoma fino a posizionarsi definitavamente<br />

sotto le ghiandole surrenali (parte midollare


2. SVILUPPO DELLE GONADI<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

FASE INDIFFERENZIATA(fino alla 6ʼ sett):<br />

Le cellule che danno origine ai gameti si<br />

differenziano dallʼectoderma primario alla 2ʼ<br />

settimana. Da qui migrano nel sacco vitellino e<br />

prendono il nome di cellule germinali primordiali.<br />

Nella 4ʼ settimana dal sacco vitellino ritornano<br />

nellʼembrione collocandosi nella parte posteriore del<br />

tronco allʼaltezza della 10ʼ vertebra toracica dove<br />

avranno origine le gonadi.<br />

(durante questʼultima migrazione alcune cellule<br />

possono arrestarsi prima dando origine a tumori-<br />

teratomi).<br />

Lʼarrivo delle cellule germinali primordiali in questa<br />

regione stimola lʼepitelio celomatico a proliferare<br />

formando cordoni sessuali primitivi (corticali e<br />

midollari) che avvolgono le cellule germinali<br />

priomordiali. I cordoni formano 2 rigonfiamenti<br />

dellʼepitelio celomatico, ai lati della colonna<br />

vertebrale e ventralmente al mesonefrio: le creste<br />

genitali che rappresentano gli abbozzi delle gonadi.<br />

MASCHIO:<br />

La presenza del cromosoma Y è lʼelemento che determina la morfogenesi delle gonadi in<br />

senso maschile, attraverso una produzione ormonale a cascata.<br />

Sullʼ Y è presente il gene (SRY) responsabile della produzione del fattore di<br />

determinazione testicolare, da parte delle cellule cordonali le quali si trasformano nelle<br />

cellule di Sertoli.<br />

Le cellule di Sertoli cominciano a produrre il fattore antimulleriano che determina:<br />

1-degenerazione del dotto paramesonefrico<br />

2-mantenimento della trofia del dotto mesofrenico<br />

3-degenerazione dei cordoni corticali in tonaca albuginea a composizione connett. densa<br />

4-trasformazione e dei cordoni midollari in cordoni seminiferi (si caviteranno in pubertà)<br />

5-differenziazione delle cellule di Leidig < mesenchima<br />

Le cellule di Leidig incominciano a produrre testosterone per indurre la differenziazione dei<br />

genitali esterni; completato questo processo la produzione di testosterone resterà minima<br />

fino alla pubertà.<br />

35


Sempre dallʼepitelio celomatico si costituisce un<br />

sistema intricato di cordoncini (rete di Testis) collegato<br />

apicalmente, ai cordoni seminiferi.<br />

Con la rete di Testis prendono contatto parte dei tubuli<br />

mesofrenici (diventando i dotti efferenti) che si<br />

dipartono dal dotto mesofrenico. Questʼultimo va a<br />

formare lʼepididimo, il dotto deferente, le vescichette<br />

seminali e il dotto eiaculatore (che sbocca nellʼuretra<br />

pelvica).<br />

Lʼuretra pelvica viene circondata dalla ghiandola<br />

prostatica, derivante dalla proliferazione di cellule endodermiche della parete del seno<br />

urogenitale: allʼinterno di questa ghiandola viene inglobata una piccola area, otricolo<br />

prostatico, derivante dal dotto metamesofrenico degenerato.<br />

Il mesenchima circostante sotto la prostata induce la proliferazione endodermica da cui<br />

prendono origine le ghiandole bulbouretrali.<br />

I testicoli iniziano la loro discesa nello scroto al terzo mese e la completano dallʼottavo al<br />

nono, prendendo passaggio dal<br />

canale inguinale.<br />

FEMMINA:<br />

Lo sviluppo delle gonadi femminili<br />

procede naturalmente se non si<br />

intromette la produzione del fattore di<br />

determinazione testicolare.<br />

I cordoni midollari si atrofizzano,<br />

mentre i corticali incominciano a<br />

differenziarsi e proliferare dando<br />

origine alle cellule follicolari delle<br />

ovaie e vengono circondati da un<br />

epitelio cubico semplice di origine<br />

celomatica.<br />

Le cellule follicolari producono gli<br />

estrogeni, responsabili della<br />

differenziazione dei genitali esterni<br />

femminili.<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Dotto e tubuli mesonefrici<br />

degenerano(ne rimane traccia solo<br />

attraverso le cisti di Gartner).<br />

I dotti paramesonefrici si<br />

canalizzano, lasciando lʼestremità apicale con le fimbre aperta nella cavità celomatica, a<br />

poca distanza dalle ovaie.<br />

Questi dotti si avvicinano a canna di fucile, in corrispondenza della metà distale, per poi<br />

fondersi a dare la cavità dal quale prenderà origine<br />

lʼutero e una parte minore della vagina, mentre le parti prossimali, rimaste indipendenti,<br />

daranno origine alle tube uterine.<br />

36


Il tratto terminale del dotto paramesonefrico incomincia a proliferare verso lʼalto<br />

allontanando così il setto urogenitale che viene così indotto a proliferare anchʼesso. Questi<br />

due tubercoli si caveizzano e andranno a formare la porzione restante di vagina. Il setto<br />

urogenitalesi si è differenziato in uretra e, nella parte più distale, nel vestibolo della vagina.<br />

In questʼutimo punto si affaccia il lume vaginale che rimane ne separato tramite dei residui<br />

endodermici che costituiscono lʼimene.<br />

3. SVILUPPO DEI GENITALI ESTERNI<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

FASE INDIFFERENZIATA:<br />

I genitali esterni di entrambi i sessi attraversano una fase di sviluppo comune che si<br />

protrae per tutto il secondo mese.<br />

Ai lati della membrana cloacale si formano due pieghe cloacali che si uniscono nella parte<br />

craniale sulla linea mediana a formale il phallus. La parte restante di queste, posta<br />

ventralmente alla membrana urogenitale (che successivamente si perfora), prende il nome<br />

di pieghe urogenitali. Esternamente a queste si vanno a formare due pieghe più spesse, le<br />

cercini labioscrotali.<br />

MASCHIO -PENE:<br />

I cercini aumentano notevolmente di dimensioni e si fndono sulla linea mediana a dare lo<br />

scroto.<br />

Le pieghe urogenitali si allungano spingendo in alto il phallus che diventa il glande e si<br />

chiudono a cerniera (da caudale a craniale) a delimitare lʼuretra penìena che però non<br />

sbocca allʼesterno fermandosi nei pressi del glande, il quale si invaginerà per creare una<br />

continuità (di derivazione, quindi, ectodermica) tra ambiente esterno e uretra.<br />

FEMMINA -VULVA:<br />

Il phallus regredisce leggermente a formare il clitoride, le pieghe urogenitali non si fondono<br />

ma, andando a costituire le piccole labbra, rimangono aperte così che il vestibolo della<br />

vagina (sul quale si affacciano uretra e vagina) comunichi con lʼesterno.<br />

I cercini andranno a formare le grandi labbra.<br />

37


4. RIPOSIZIONAMENTO DELLE GONADI<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

I testicoli e le ovaie discendono entrambi nel celoma, trainati dal legamento gubernaculum:<br />

questo si fissa apicalmente al margine inferiore della gonade e caudalmente nella regione<br />

dei cercini labio-scrotali, a una porzione dilatata chiamata processo vaginale.<br />

MASCHIO:<br />

il testicolo viene trainato attraverso il canale inguinale incontrando e inglobando parte di<br />

varie fasce muscolari che danno origine al rivestimento del testicolo:<br />

- fascia trasversa -> fascia spermatica interna<br />

- muscolo obliquo interno -> fascia cremasterica<br />

- muscolo obliquo esterno -> fascia spermatica esterna<br />

I testicoli completano la loro discesa nello scroto solitamente per il 9ʼ mese.<br />

FEMMINA:<br />

le ovaie discendono dalla 10ʼ vertebra toracica allo sbocco delle tube uterine. Esaurito il<br />

suo compito, il gubernaculum, diventa il legamento rotondo dellʼutero e dellʼovaio.<br />

38


SVILUPPO DEL COLLO E DELLA TESTA<br />

La maggior parte della faccia e del collo si forma da particolari strutture chiamati archi<br />

faringei. Queste strutture simmetriche si compongono di un asse mesodermico circondato<br />

esternamente da ectoderma e internamente da endoderma: sono costituiti da<br />

estroflessioni (internamente prendono il nome di tasche) alternate a introflessioni (solchi).<br />

Gli archi faringei sono teoricamente sei, ma nellʼuomo il 5ʼ non si forma quasi mai.<br />

Allʼinterno di ogni arco sono presenti:<br />

• Elemento scheletrico ad ossificazione endocondriale (derivante dalla cresta neurale)<br />

• Elemento muscolare (derivante dai primi somitomeri)<br />

• Nervo cranico (insinuatosi dal SNC)<br />

• Arco arterioso (aortico)<br />

Gli elementi scheletrici del collo e della faccia sono così derivati:<br />

-I arco faringeo: processo mascellare e processo mandibolare, incudine e martello<br />

-II arco faringeo: ioide e staffa<br />

-III arco faringeo: ioide<br />

-IV/VI arco faringeo: cartilagini laringee<br />

Gli elementi muscolari del collo e della faccia sono così derivati:<br />

-I arco faringeo: muscoli masticatori<br />

-II arco faringeo: muscoli mimici<br />

-III arco faringeo: muscolo stilofaringeo<br />

-IV/VI arco faringeo: muscoli della fonazione e della deglutizione.<br />

IL COLLO<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Il collo è inizialmente formato da una cavità (faringe primitiva) a forma di imbuto circondata<br />

dagli archi faringei.<br />

Le ghiandole del collo derivano, secondo lo schema di gemme epiteliali e papille<br />

mesenchimali, dalle tasche faringee che si popolano di linfociti:<br />

-II tasca: tonsille<br />

-III tasca: timo e una coppia di paratiroidi (terze)<br />

-IV tasca: una coppia di paratiroidi (quarte)<br />

39


Timo: (4ʼ settimana) i due abbozzi simmetrici proliferano dalle 3ʼ tasche in cordoni che alal<br />

7ʼ settimana abbandonano la faringe e migrano dorsalmente allo sterno, per fondersi<br />

dando origine a una struttura bilobata<br />

Tiroide: (4ʼ settimana) si sviluppa da unʼinvaginazione endodermica del foro cieco della<br />

lingua e migra, attraverso il canale tireo-glosso, fino alla cartilagine crocoide (il dotto in<br />

seguito regredisce).<br />

Vie respiratorie: si formano a partire dalla finestra buccofaringea dalla quale si diparte un<br />

diverticolo endodermico (gemma polmonare). Questo, col crescere, dà origine alla doccia<br />

laringotracheale che, chiudendosi a canale, si allunga in direzione caudale.<br />

La gemma polmonare prende contatto col mesenchima che la porta a biforcarsi ,dando<br />

origine alle gemme bronchiali, e poi a ramificarsi negli alberi bronchiali.<br />

Le mucose alveolari e bronchiali saranno quindi di origine endodermica, mentre la<br />

vascolarizzazione e lo stroma derivano dalla splancnopleura.<br />

Lingua: la componente epiteliale della lingua si sviluppa dal I (nei 2/3 anteriori) e dal III, IV<br />

arco faringeo (nel 3ʼ posteriore), mentre quella muscolare deriva dai somiti.<br />

Due gemme linguali laterali (endodermiche) si sviluppano dal I arco faringeo e si<br />

incontrano medialmente (solco mediano). Sulla parte posteriore di questa struttura si<br />

attacca lʼeminenza ipofaringea (derivata dal III e IV), formando il solco trasverso: il punto di<br />

incontro dei due solchi corrisponde al foro cieco.<br />

Parotidi: derivano da unʼinvaginazione dellʼectoderma di rivestimento.<br />

Ghiandole sottolinguali e sottomandibolari: derivano da unʼinvaginazione<br />

endodermica.<br />

LA FACCIA<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

La faccia quindi si forma dallo sviluppo e dalla fusione di cinque protuberanze che<br />

incominciano a espandersi allʼinizio della 4ʼ settimana per terminare di fondersi allʼottava:<br />

la protuberanza frontale (contenente il telencefalo) e le due coppie di protuberanze<br />

mascellari e mandibolari derivanti dagli archi faringei.<br />

La protuberanza frontale è intervallata dalle due coppie di processi per mezzo di una<br />

depressione denominata stomodeo, costituita dalla membrana buccofaringea.<br />

40


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

(Malformazioni derivanti da questa fase dello sviluppo danno origine alle schisi facciali)<br />

Sempre nello stesso periodo sulla protuberanza frontale si vengono a formare un paio di<br />

ispessimenti ectodermici chiamati placodi nasali.<br />

Ciascun placode si invagina dando origine a un processo nasale mediale e un processo<br />

nasale laterale, i quali racchiudono una fossa nasale.<br />

I due processi nasali mediali migrano lʼuno verso lʼaltro e fondendosi formano un primitivo<br />

setto nasale mediano e più caudalmente il processo intermascellare, al quale si attaccano,<br />

fondendosi a loro volta, i due processi mascellari in espansione (si crea così il palato<br />

primitivo, originatosi da un espansione dorsale del setto intermascellare). Dalla parte<br />

mediale di questi si formano due lamine palatine che incontrandosi medialmente<br />

completano il palato duro. Il setto nasale definitivo deriva da una proliferazione del tetto<br />

della cavità nasale, che si chiude sul palato duro con uno sperone mediano, delimitando le<br />

due cavità nasali definitive.<br />

In questa zona, grazie alle aperture delle coane posteriori in seguito a lacerazione della<br />

membrana naso-buccale, le cavità nasali si aprono sulla faringe.<br />

Le ossa della teca cranica si formano per ossificazione mantellare da mesenchima<br />

derivante dalla cresta neurale.<br />

41


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

GLI OCCHI:<br />

Termine del primo mese. Ai lati del diencefalo si forma una coppia di estroflessioni di<br />

neuroepitelio a dare due vescicole ottiche, unite al resto del SNC tramite due peduncoli<br />

ottici.<br />

La vescicola raggiunge lʼectoderma di rivestimento e toccandolo ne induce il<br />

differenziamento: la vescicola si invaginerà a formare il calice ottico, mentre lʼectoderma si<br />

ispessisce a formare il placode del cristallino.<br />

Il placode si invagina e si stacca generando la vescicola del cristallino che viene alloggiata<br />

allʼinterno del calice ottico, mentre del mesenchima va a circondare il calice ottico e a<br />

interporsi tra le due strutture.<br />

Le cellule situate nella parte posteriore della vescicola del cristallino incominciano ad<br />

allungarsi in fibre che vanno a obliterare la cavità della vescicola e a produrre proteine che<br />

le rendono totalmente trasparenti. Le cellule anteriori si differenziano in un epitelio cubico<br />

monostratificato con capacità staminali.<br />

Nel calice ottico la differenziazione dà origine ai due<br />

strati della retina (questi non sviluppano giunzioni tra<br />

loro, è perciò frequente in seguito ai traumi il distacco<br />

della retina):<br />

• La parete interna si differenzia nelle cellule nervose<br />

coni e bastoncelli che sviluppando le fibre nervose<br />

verso il SNC obliterano la cavità del peduncolo ottico e<br />

lo trasformano in nervo ottico.<br />

• La parte esterna si differenzia nellʼepitelio pigmentato<br />

della retina<br />

La capsula mesenchimale che circonda il calice ottico, si<br />

differenzia a dare corioide (int.


LʼORECCHIO:<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Orecchio interno (< ectoderma):<br />

3ʼ settimana. Ai lati dellʼectoderma di rivestimento a livello del tratto rombo enecefalico<br />

compaiono due rigonfiamenti ectodermici (placodi uditivi o otici), abbozzi del labirinto<br />

membranoso costituente lʼorecchio interno.<br />

Il ripiegamento della testa sposta i placodi allʼaltezza del secondo arco faringeo; qui i<br />

placodi si invaginano generando le due vescicole uditive che si staccano dallʼectoderma.<br />

La vescicola uditiva va incontro a modificazioni che la portano ad assumere la forma di<br />

clessidra con una parte caudale (sacculo), una craniale (orticolo) e un diverticolo dorsale<br />

(sacco endolinfatico).<br />

Dallʼorticolo si sviluppano tre creste messe a semicerchio che poi si perforano a dare i<br />

canali semicircolari (sedi dellʼapparato vestibolare).<br />

Dal sacculo invece si forma un diverticolo che si riavvolge più volte su se stesso dando<br />

origine alla coclea (sede delle percezioni sonore).<br />

Dalle cellule della vescicola uditiva si generano anche lʼVIII paio di nervi crnanici (acustico<br />

e statoacustico), che sono quindi di origine ectodermica di rivestimento.<br />

Il neuroepitelio dellʼ orecchio interno (che poi verrà alloggiato nella rocca petrosa)<br />

permette di recepire gli stimoli sonori e e le accelerazioni lineari e angolari.<br />

Orecchio medio (


SVILUPPO DEGLI ARTI<br />

4ʼ settimana. Si formano le gemme degli arti prima superiori e poi inferiori per induzione<br />

dei segnali provenienti dai somiti di quella regione.<br />

Il rivestimento ectodermico di ciascuna gemma forma un ispessimento distale (cresta<br />

ectodrmica apicale) sotto il quale è presente un asse mesodermico (splancnopleura):<br />

questi due elementi inducono lo sviluppo specifico di quel determinato arto.<br />

Inizialmente la formazione degli arti superiori (24ʼ giorno) avviene in leggero anticipo<br />

rispetto a quella degli arti inferiori (28ʼ giorno), ma in seguito continua in modo sincrono.<br />

Scheletro articolazioni e tendini derivano dal mesoderma splancnopleurico: le ossa degli<br />

arti e dei cingoli si originano per ossificazione endocondriale e pericondriale.<br />

I muscoli sono invece di origine somitica.<br />

Le gemme che danno origine agli arti si sviluppano inizialmente secondo un piano<br />

orizzontale da mediale a laterale e rivolte su un piano frontale. In queste incominciano a<br />

insinuarsi i nervi spinali che così hanno un decorso a unʼaltezza simile a quella di origine.<br />

Con il ruotare degli arti tra la 6ʼ e 9ʼ settimana (superiore: lateralmente, inferiore:<br />

medialmente), lo schema di innervazione assume andamento spirale.<br />

I PLACODI<br />

I placodi sono ispessimenti dellʼectoderma di rivestimento legati alla formazione degli<br />

organi di senso.<br />

Dai placodi derivano:<br />

• Placodi olfattivi: i neuroni dei nervi olfattori.*<br />

• Placodi del cristallino: il cristallino (i nervi ottici derivano invece dal calice ottico).<br />

• Placodi otici (acustici): lʼepitelio sensoriale dellʼorecchio interno e i neuroni del nervo<br />

statoacustico.*<br />

• Placodi epibranchiali: neuroni dei nervi facciale, glossofaringeo e vago.*<br />

*(neuroni di origine ectodermica!)<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

44


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

SVILUPPO DEL SISTEMA TEGUMENTARIO<br />

1. SVILUPPO DELLA CUTE<br />

Termine del 2ʼ mese. Lʼepidermide deriva dallʼectoderma di rivestimento: questo<br />

monostrato cellulare si sviluppa e si ispessisce disponendosi in due strati di cellule:<br />

• Il periderma: riveste tutto lʼembrione ed è composto da cellule nucleate saldamente<br />

legate tra loro da giunzioni occludenti in modo da rendere il corpo dellʼembrione<br />

impermeabile al liquido amniotico.<br />

• Uno strato basale che prolifera dando origine prima allo strato spinoso e poi allo strato<br />

corneo: lo strato basale rimane poi a costituire lo strato germinativo.<br />

Al formarsi dellʼepidermide sottostante, il periderma, che ha esaurito il suo compito, inizia<br />

a sfaldarsi e in parte si desquama nel liquido amniotico e in parte resta attaccato<br />

allʼepidermide del feto a dare la vernice caseosa.<br />

Il derma invece deriva principalmente dalla somatopleura e dai dermotomi tranne che nella<br />

faccia e nel collo, dove deriva dalla cresta neurale.<br />

2. SVILUPPO DEGLI ANNESSI CUTANEI<br />

Nella cute si formano inoltre gli abbozzi degli annessi quali peli, unghie e ghiandole. con<br />

modalità tra loro simili: una gemma epiteliale (ectodermica) si spinge più o meno in<br />

profondità e viene circondata da una papilla mesenchimale; queste si inducono a vicenda<br />

particolari differenziamenti per portare poi allo sviluppo definitivo dellʼannesso cutaneo.<br />

GHIANDOLE MAMMARIE:<br />

4ʼ settimana. Compaiono due ispessimenti ectodermici laterali (creste mammarie) che si<br />

protraggono dal lato esterno dellʼascella per dirigersi medialmente lungo la linea<br />

emiclavicolopubica e poi portarsi ancora più medialmente allʼinterno della coscia.<br />

Nella nostra specie, normalmente, le linee mammarie degenerano lasciando una sola<br />

coppia di gemme primarie a livello toracico.<br />

(frequenti i casi di capezzoli sovrannumerari -di solito immediatamente sotto i capezzoli<br />

fisiologici- più rarari i casi di mammelle sovrannumerarie)<br />

Alle gemme primarie lasciano posto alle gemme secondarie le quali si introflettono<br />

esternamente a dare le fossette mammarie. Intanto lʼasse mesenchimale prolifera e guida<br />

lʼepitelio sottostante a formare le ghiandole vere e proprie che poi trasformano le fossette<br />

in capezzoli rilevati.<br />

(questo processo può non avvenire abbastanza frequentemente e dà origine al capezzolo<br />

invertito).<br />

Con la pubertà le ghiandole mammarie subiranno un processo di accrescimento maggiore<br />

nel sesso femminile, al quale si accompagna, sempre in questo sesso, la localizzazione<br />

massiccia di adipe sottocutaneo a formare la piramide mammaria.<br />

In gravidanza e specialmente dopo il parto la produzione di estrogeni e progesteroni<br />

provoca un ulteriore sviluppo di questa ghiandola che assume aspetto alveolare<br />

composto, nella quale le cellule galattogene producono latte in seguito alla stimolazione<br />

trofica rappresentata dal succhiamento.<br />

45


UNGHIE:<br />

3ʼ mese. Ispessimenti epidermici si formano sulla superficie delle dita di mani e piedi.<br />

Portandosi sulla faccia dorsale di queste si affossano venendo rivestiti prossimalmente e<br />

lateralmente da pieghe ectodermiche (pliche ungueali). Lo strato germinativo della plica<br />

prossimale si specializza nella radice proliferativa dellʼunghia.<br />

DENTI:<br />

6ʼ settimana. nellʼepitelio stomodeale si delineano due lamine di proliferazione: lamina<br />

dentaria e lamina alveolare.<br />

La lamina alveolare fa in contro a un processo di delaminazione “a pagine di libro” dando<br />

origine a due tessuti cellulari separati dal solco alveolare, che delimiterà così il labbro dal<br />

piano osseo mascellare e mandibolare.<br />

La lamina dentaria va incontro a una proliferazione disomogenea che porta allo sviluppo di<br />

10 isolate gemme dentali per arcata.<br />

Con le modalità tipiche degli annessi ectodermici, la gemma epiteliale entra in contatto con<br />

una papilla mesenchimale e si invagina spinta dal mesenchima il quale forma una cupola<br />

basale: stadio di cappuccio (lʼepitelio infatti riveste come un cappuccio la papilla).<br />

La papilla dentale incomincia a invaginarsi nella sua parte basale spingendosi verso la<br />

componente epiteliale, formando così una struttura cupoliforme: stadio di campana.<br />

In questo stadio la papilla si differenzia in due regioni (entrambe fortemente cave), una più<br />

periferica costituita da odontoblasti, che incominciano a produrre quella che sarà poi la<br />

matrice mineralizzata della dentina, e una più interna che darà origine alla polpa dentale.<br />

La zona di contatto tra la papilla e lʼepitelio incomincia gradualmente a prendere la forma<br />

della futura corona (la corona è la parte del dente che sporge).<br />

Odontoblasti < mesenchima<br />

Adamantoblasti < epitelio<br />

Cementoblasti < mesenchima<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

46


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Lʼepitelio dentale si differenzia a formare lʼorgano dello smalto (bistratificato: superficiale-><br />

elementi pavimentosi. Profondo-> adamantoblasti) che ha il compito di produrre lo smalto<br />

a ridosso della dentina; scompare con lʼinizio della masticazione e non è più rigenerabile.<br />

La radice del dente incomincia a<br />

formarsi quando il dente deve erompere:<br />

lʼepitelio dello smalto posto in prossimità<br />

del colletto si spinge in profondità<br />

formando la guaina epiteliale della<br />

radice. Queste cellule inducono il<br />

differenziamento delle cellule<br />

mesenchimali che circondano la dentina<br />

in cementoblasti responsabili della<br />

produzione di cemento (simile al tessuto<br />

osseo non lamellare). La radice però,<br />

internamente, è cava e formata dalla polpa nella quale decorrono vasi e innervazioni.<br />

I denti da latte sono 20. Ma alla base di questi è presente un diverticolo delle originarie<br />

gemme che darà origine ai denti definitivi in numero di 32.<br />

47


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

ANNESSI EMBRIONALI<br />

Durante la prima settimana lʼembrione riceve ossigeno e nutrienti per semplice difffusione<br />

ma col crescere di questo si rende necessario un più efficiente sistema di scambio: la<br />

circolazione utero-placentare.<br />

Questo sistema si avvale di due organi che restano trofici e attivi fino al momento del<br />

parto: la placenta e il funicolo ombelicale.<br />

PLACENTA:<br />

Organo che dalla seconda settimana fino alla nascita presiede allʼimportazione di nutrienti<br />

dal sangue materno e allʼespulsione di scorie di rifiuto in esso. Inoltre la placenta secerne<br />

vari ormoni tra cui progesterone, estrogeni e prostaglandine.<br />

(9ʼ giorno) La costituzione di questo sistema ha inizio dal 9ʼ giorno, quando allʼinterno del<br />

sinciziotrofoblasto si formano le lacune trofoblastiche con le quali prendono contatto i<br />

capillari dellʼendometrio adiacente (sinusoidi materni).<br />

48


Contemporaneamente il citotrofoblasto, dalla parte opposta, prolifera creando dei gettoni<br />

di tessuto che si spingono nello spazio sinciziale tra le lacune: queste propaggini sono<br />

chiamate villi ancoranti primari.<br />

(16ʼ giorno) Dopo una settimana incomincia a entrare nellʼasse dei villi primari il<br />

mesoderma extraembrionale, trasformandoli così in villi ancoranti secondari.<br />

(20ʼ giorno) Per i processi di vasculogenesi, allʼinterno del mesoderma extraembrionale si<br />

incominciano a creare dei vasi che prendono contatto con la vascolarizzazione<br />

dellʼembrione: si sono formati i villi ancoranti terziari che coprono tutta la superficie del<br />

corion.<br />

Il sangue materno non si mescola mai al<br />

sangue embrionale infatti, a causa di<br />

queste strutture, le sostanze di scambio<br />

devono attraversare vari tessuti per<br />

giungere da embrione a madre o viceversa<br />

(endotelio dei vasi, il connettivo dellʼasse<br />

dei villi, il citotrofoblasto, il<br />

sinciziotrofoblasto)<br />

Questa collaborazione tra tessuti materni<br />

ed embrionali costituisce un trapianto<br />

fisiologico che, nonostante la scarsa<br />

compatibilità istologica (50%), è<br />

inspiegabilmente tollerato per tutta la<br />

durata della gravidanza.<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

Nel secondo mese avvengono<br />

sostanziali modificazioni che<br />

portano alla costituzione del<br />

sistema circolatorio uteroplacentare<br />

definitivo.<br />

A livello del corion connesso al<br />

peduncolo embrionale, i villi<br />

incominciano a crescere (corion<br />

frondosum) mentre su tutte il<br />

resto del corion i villi si<br />

atrofizzano (corion liscio).<br />

I villi si accrescono notevolmente<br />

anche attraverso la formazione di<br />

varie ramificazioni terminali,<br />

costituendo così un vero e<br />

proprio albero villoso placentare.<br />

Le lacune intanto si sono trasformate in spazio intervilloso ripieno di sangue, verso il quale<br />

i villi protendono.<br />

Si forma così la placenta che appare come in disco di circa 20cm di diametro e 3cm di<br />

spessore; formata da una piastra basale (faccia materna), divisa in cotiledoni dai setti<br />

placentari, e da una piastra coriale (faccia embrionale) dal quale si diparte il cordone<br />

ombelicale.<br />

49


EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

FUNICOLO o CORDONE OMBELICALE:<br />

Collega lʼembrione/feto al corion/placenta. Lʼinserzione su questa può essere centrale, ma<br />

più spesso è eccentrica.<br />

Lʼaspetto è quello di un cordone a torciglione di lunghezza media 50cm e diametro 1-2cm.<br />

Allʼinterno del funicolo decorrono le due arterie e la vena ombelicali, circondate da tessuto<br />

connettivo mucoso o gelatina di Wharton.<br />

LE MEMBRANE:<br />

• AMNIOS: di aspetto splendente e traslucido, riveste la faccia interna del corion, della<br />

placenta e del funicolo ombelicale.<br />

Costituito da epitelio semplice pavimentoso o cubico e da una lamina basale che manca<br />

sul funicolo.<br />

• CORION: delimita tutto il prodotto del concepimento, si trova a contatto con la decidua<br />

da una parte e con lʼamnios dallʼaltra tranne in prossimità della placenta con cui è in<br />

diretta continuità.<br />

LIQUIDO AMNIOTICO:<br />

Composizione simile al plasma sanguigno, alla nascita occupa un volume di circa 1litro.<br />

La continua produzione del liquido amniotico è affidata allʼurina fetale, mentre il<br />

riassorbimento avviene tramite deglutizione e assimilazione nella mucosa intestinale, da<br />

qui è condotto nel corpo della madre attraverso la palcenta.<br />

50


PROCESSI MORFOGENETICI<br />

Sono i processi che portano costituzione della forma definitiva dellʼorganismo secondo<br />

due attributi propri di ogni cellula:<br />

DESTINO PROSPETTICO: differenziamento e sviluppo in virtù della propria posizione e<br />

del momento dello sviluppo<br />

POTENZA PROSPETTICA: capacità di una cellula di differenziarsi in altri tipi di cellule.<br />

I processi morfogenetici sono:<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

PROLIFERAZIONE:<br />

Non serve solo a fare crescere lʼorganismo nel suo insieme, ma una proliferazione<br />

localizzata e mirata può portare allʼacquisizione di forme precise.<br />

Citologia: alla proliferazione corrisponde sempre attività mitotica indotta da fattori di<br />

crescita, citochine e altre molecole.<br />

FORMAZIONE DI PIEGHE:<br />

• Invaginazione: lʼepitelio forma una concavità apicale, sporgendo sul lato basale.<br />

• Evaginazione: lʼepitelio forma una concavità basale, sporgendo sul lato apicale.<br />

(formazione di vescicole ottiche, pliche pleuropericardiche)<br />

Citologia: a questi processi corrisponde sempre unʼattività proliferativa in quanto la<br />

superficie deve per forza aumentare.<br />

Ogni cellula attua una polarizzazione per piegarsi su una determinata superficie, indotta<br />

dal contatto tra membrana e integrine della matrice; sotto la membrana si riorganizza di<br />

conseguenza il citoscheletro che porta alla contrazione.<br />

Si formano giunzioni occludenti tra le cellule.<br />

MOVIMENTO:<br />

Può avvenire per chemiotassi (le cellule seguono, in negativo o in positivo, la<br />

concentrazione di una determinata molecola) oppure per apotassi (le cellule rimangono<br />

attaccate a molecole che le guidano per il percorso).<br />

Può avvenire con varie modalità:<br />

• Citotropico: le cellule si muovono le une rispetto alle altre in zone circostanziate<br />

• Sticotropico: movimenti solidali di file di cellulle collegate tramite giunzioni (mesoderma<br />

del disco trilaminare).<br />

• Movimento di massa: ogni cellula si muove indipendentemente ma con la stessa<br />

direzionetra loro (cellule dello sclerotomo).<br />

• Movimento di cellule isolate: (cellule della cresta neurale)<br />

Citologia: il movimento avviene tramite la formazione di pseudopodi.<br />

51


COALESCENZA:<br />

due strutture migrano giungono vicine e si fondono (formazione del tubo neurale<br />

formazione del setto urorettale).<br />

Citologia: le cellule si una struttura riconoscono con recettori di membrana lʼaltra struttura<br />

e creano giunzioni.<br />

DELAMINAZIONE:<br />

una struttura si divide dando origine a due strutture separate (mesoderma laterale del<br />

disco trilaminare).<br />

Citologia: le cellule devono riconoscere come estranee quelle vicine, tramite recettori di<br />

membrana e quindi rompere le giunzioni.<br />

SCHIZZOCELIA:<br />

Formazione di cavità senza morte cellulare, ma per distanziamento delle cellule a causa<br />

dellʼaumento di pressione da parte della sostanza secreta (formazione blastocele).<br />

Citologia: le cellulle formano tra di loro giunzioni occludenti e si polarizzano per lʼattività<br />

secretoria.<br />

DEISCENZA:<br />

Messa in comunicazione di due cavità (perforazioni delle membrane cloacale,<br />

buccofaringea...).<br />

Citologia: processi di apoptosi<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

52


DERIVATI<br />

1. Derivati dell'ectoderma<br />

- Neuroectoderma: tubo neurale (SNC), creste gangliari (SNP) e derivati di queste;<br />

- Nervi: olfattori, statoacustici, vago, facciale;<br />

- Stomodeo;<br />

- Cute e annessi: peli e ghiandole sebacee, sudoripare e mammarie;<br />

- Genitali esterni e prostata.<br />

- Proctodeo<br />

2. Derivati del tubo neurale:<br />

- Neuroblasti e spongioblasti del SNC;<br />

- Ipofisi (neuroipofisi);<br />

- Vescicole ottiche (retina- nervo ottico)<br />

3. Derivati della cresta neurale:<br />

- Neuroni e cellule gliari del SNP;<br />

- Cellule meningeali e perineurali;<br />

- Melanoblasti;<br />

- Cellule della midollare surrenale (che producono adrenalina, mentre quelle della corticale<br />

derivano dal mesoderma);<br />

- Cellule C della tiroide (sistema neuroendocrino diffuso, producono calcitonina);<br />

- Ectomesenchima della testa e del collo, e dell'impalcatura connettivale del cuore.<br />

4. Derivati dello stomodeo<br />

- Labbra;<br />

- Ipofisi (adenoipofisi);<br />

- Vestibolo della bocca;<br />

- Denti;<br />

- Ghiandole salivari e parotidi;<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

5. Derivati dell'entoderma<br />

- Intestino anteriore: intestino del capo (tasche faringee) e del tronco (esofago, stomaco,<br />

pancreas, fegato, cistifellea, parte del duodeno), apparato respiratorio;<br />

- Intestino medio: duodeno, digiuno, ileo, cieco, appendice vermiforme, colon ascendente,<br />

2/3 destra colon trasverso;<br />

- Intestino posteriore: 1/3 sinistra colon trasverso, colon discendente, colon sigmoideo,<br />

retto e cloaca (leg. Vescicombelicale, vescica, uretra pelvica, seno urogenitale definitivo,<br />

ghiandole bulbouretrali ).<br />

6. Derivati delle tasche branchiali<br />

- I tasca: timpano, cavità timpanica, tromba di Eustachio, celle mastoidee;<br />

- II tasca: tonsille, loggia tonsillare;<br />

- III tasca: abbozzo ventro-caudale all'abbozzo principale del timo, quello dorso-cefalico<br />

alle paratiroidi terze (o inferiori);<br />

- IV tasca: paratiroidi quarte (o superiori);<br />

- V tasca (senza dotto): colonizzata di cellule della cresta neurale, le cellule C o<br />

parafollicolari della tiroide.<br />

53


7. Derivati degli archi branchiali<br />

- I arco: cartilagine di Meckel: ossificazione mantellare del corpo della mandibola e lamine<br />

pterigoquadrate delle ossa mascellari, incudine e martello endocondrali; primi tre tubercoli<br />

auricolari; lingua (2/3, dai tubercoli linguali laterali);<br />

- II arco: cartilagine di Reichert: staffa, processo stiloideo, legamento stiloioideo, piccole<br />

corna e bordo superiore dell'osso ioide; ultimi tre tubercoli auricolari;<br />

- III arco: grandi corna e bordo inferiore dell'osso ioide; lingua (eminenza ipofaringea)<br />

- IV arco e VI arco: formazione della laringe, piccolo contributo alla lingua.<br />

8. Derivati dei solchi branchiali<br />

- I solco: meato acustico esterno,<br />

- II solco: seno cervicale;<br />

- III solco: componente minore del timo.<br />

9. Derivati del mesoderma parassiale<br />

- Somitomeri e poi somiti, che origineranno sclerotomi e dermomiotomi;<br />

-> Sclerotomi: formano i corpi vertebrali avvolgendo tubo neurale e notocorda, coste e<br />

sterno;<br />

-> Dermotomi: partecipano alla formazione di derma e ipoderma;<br />

-> Miotomi: formano la muscolatura scheletrica, si dividono in un epimero (forma i muscoli<br />

della colonna vertebrale) e un ipomero (migra nella porzione anteriore del torace e negli<br />

arti, per originarne la muscolatura).<br />

10. Derivati del mesoderma intermedio<br />

Pronefro, mesonefro e metanefro, quindi buona parte dell'apparato urinario e parte<br />

dell'apparato genitale maschile (epididimo, dotto deferente, dotto eiaculatore, vescichette<br />

seminali)<br />

11. Derivati dellʼepitelio celomatico<br />

- Creste genitali;<br />

- Dotti di Muller (paramesonefrici);<br />

- Rete Testis<br />

- Corticosurrene<br />

EMBRIOLOGIA -riassunti-<br />

12. Derivati del mesenchima<br />

- Tessuti connettivi (propriamente detti e di sostegno);<br />

- Miocardio e muscolatura liscia;<br />

- Endocardio ed endotelio dei vasi sanguigni e linfatici;<br />

- Cellule ematiche e derivati;<br />

- Cellule sinoviali ed endotelio corneale;<br />

- Cellule staminali indifferenziate.<br />

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