Elena Sofia Ricci - Immediately
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Anno IV n. 33 - 2012<br />
Foto di Luisa Cosentino<br />
Walter Veltroni:<br />
racconta “L’isola e le rose”<br />
Robert Doisneau:<br />
foto d’autore a Roma fino al 3 Febbraio<br />
<strong>Elena</strong> <strong>Sofia</strong> <strong>Ricci</strong>
Sommario<br />
6 Copertina<br />
10 Dedicato a...<br />
12 Architettura<br />
14 Libro del mese<br />
16 Roma news<br />
18 Speciale teatro<br />
20 Informazione pubblicitaria<br />
22 Mostra<br />
24 Intervista<br />
26 Mostra<br />
30 Mostra<br />
32 Roma Sport<br />
34 Benessere<br />
4 pontemilvio<br />
12<br />
Ponte Milvio<br />
Anno IV n. 33 - 2012<br />
Autorizzazione del tribunale di Roma<br />
n.124/2008 del 2-3-2008<br />
n. iscrizione al ROC 17682 del 27-11-08<br />
Editore<br />
<strong>Immediately</strong> s.r.l.<br />
sede legale via C. F. di Cambiano 82, Roma<br />
uffici via Crescenzio 103, Roma<br />
8<br />
Direttore responsaabile<br />
Giuseppe Costantini<br />
immediately@immediately.it<br />
Ufficio commerciale e pubblicità<br />
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cell. 347 5856368<br />
Ideazione e realizzazione<br />
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22<br />
26<br />
Progetto grafico e impaginazione<br />
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Chiuso in redazione il 12 novembre 2012<br />
Stampa<br />
Arti Grafiche Agostini s.r.l - Roma<br />
24<br />
30<br />
La responsabilità degli articoli è dei singoli autori. La collaborazione a questo periodico è del tutto gratuita e non retribuita.
Il sorriso di<br />
<strong>Elena</strong> <strong>Sofia</strong><br />
di Alessandra Stoppini<br />
<strong>Elena</strong> <strong>Sofia</strong> <strong>Ricci</strong> è nata a<br />
Firenze e della sua terra<br />
originaria conserva<br />
un accattivante accento<br />
toscano che le fornisce<br />
una marcia in più.<br />
Alternandosi con garbo<br />
tra cinema, teatro e televisione<br />
di qualità, l'attrice ha saputo<br />
costruirsi con intelligenza e lungimiranza<br />
una bella carriera diretta da<br />
registi come Pupi Avati, Carlo Verdone,<br />
Luigi Magni, Giovanni Veronesi,<br />
Luciano Odorisio, Carlo Vanzina,<br />
Fausto Brizzi e Ferzan Ozpetek. Non<br />
solo commedie brillanti ma anche<br />
ruoli drammatici, figure di donne<br />
forti, determinate e coraggiose<br />
come quella di Francesca Morvillo,<br />
moglie del giudice Giovanni Falcone,<br />
nella fiction Giovanni Falcone, l’uomo<br />
che sfidò Cosa Nostra “grande<br />
emozione ma anche molto senso di<br />
responsabilità”. Indimenticabile nella<br />
parte di Serena, pignola moglie di<br />
Carlo Verdone in Io e mia sorella che<br />
saprà vendicarsi con stile alla fine del<br />
film. “Mi sono molto divertita, è un<br />
film al quale sono legatissima. Ho un<br />
affetto particolare per Carlo di cui<br />
ho amato il suo ultimo libro. Ho riso<br />
e pianto leggendolo. Gli sono grata<br />
anche per questo”(1). Perfetta nobildonna<br />
d’inizio Novecento nella serie<br />
televisiva Orgoglio. Donna moderna<br />
nel film Genitori & figli - Istruzioni<br />
per l'uso. Moglie e madre in difficoltà<br />
ne Il pranzo della domenica, ma-<br />
Foto per gentile concessione Ufficio Stampa RAI<br />
Spigliatezza, simpatia e bravura sono<br />
le doti di una bella e ricercata attrice<br />
del nostro cinema.<br />
nifesto delle tragicomiche familiari.<br />
Superba svampita nella pellicola<br />
Mine vaganti film che le è valso il<br />
Nastro d'Argento per la Migliore Attrice<br />
Non Protagonista e il Ciak<br />
d'oro. Su tutti questi volti di donna<br />
a volte fragili, spesso ironici, sempre<br />
innamorati e volitivi, <strong>Elena</strong> <strong>Sofia</strong> <strong>Ricci</strong><br />
ha saputo dare la sua personale<br />
impronta, la sua spontaneità senza<br />
filtri e il suo incantevole sorriso, riscuotendo<br />
dal pubblico fin da subito<br />
stima e affetto.<br />
Dando una veloce scorsa alle sue<br />
belle e impegnative interpretazioni<br />
c'è un film, un personaggio o un regista<br />
al quale si sente più legata?<br />
Non c'è un personaggio particolare<br />
copertina<br />
pontemilvio<br />
7
copertina<br />
perché in tutti i miei ruoli metto tutta<br />
me stessa.<br />
Ho grande amore e grande stima nei<br />
confronti di tutti i registi che mi hanno<br />
diretta. Se proprio devo trovare<br />
un personaggio che mi è rimasto nel<br />
cuore e che mi porto dietro da dodici<br />
anni, forse è quello dell'Ignota di<br />
Luigi Pirandello della commedia<br />
Come tu mi vuoi. Un personaggio<br />
nel quale ho messo non solo tanto<br />
amore, ma tanta energia, tanta fatica.<br />
Credo sia stata la parte più impegnativa<br />
di tutta la mia carriera.<br />
Cinema, teatro, televisione, a quali<br />
di questi generi di spettacolo si sente<br />
più legata e perché?<br />
Mi sento legata ai personaggi che interpreto,<br />
quindi cinema, teatro, televisione<br />
non fa per me tanta differenza.<br />
Chiaramente l'esperienza teatrale ti dà<br />
la soddisfazione dell'impatto immediato<br />
con il pubblico.<br />
Quali sono state le ragioni del grande<br />
successo della fiction targata Rai<br />
1 Che Dio ci aiuti, nella quale ha interpretato<br />
la simpatica Suor Angela<br />
che si diletta nel risolvere casi polizieschi?<br />
Tra poco andrò sul set a interpretare<br />
Suor Angela qui a Modena dove sto<br />
girando la seconda serie... un successo<br />
incredibile, inaspettato a questi livelli.<br />
Nella seconda serie non ci sarà<br />
8 pontemilvio<br />
più l'indagine poliziesca ma verranno<br />
sviluppati temi sociali legati a<br />
svariate difficoltà umane, perché ci<br />
siamo accorti che nella seconda parte<br />
della prima serie i telespettatori si<br />
appassionavano di più quando trattavamo<br />
casi sociali, piuttosto che<br />
l'indagine vera e propria. Penso che<br />
il successo legato a Che Dio ci aiuti ci<br />
riporti a quel bisogno che c'è forte<br />
ed evidente, dopo anni di grande<br />
materialismo, di recuperare una spiritualità<br />
che abbiamo perso e di cui<br />
sentiamo il bisogno. Corriamo troppo<br />
dietro alle cose superflue, superficiali<br />
e non ci occupiamo molto né<br />
del nostro modo di vivere né tanto<br />
meno della nostra anima. Ho incontrato<br />
suore di clausura, attive o semi<br />
contemplative moderne e progressiste,<br />
molto più avanti di noi laici,<br />
quindi ho voluto eliminare nel personaggio<br />
di Suor Angela qualsiasi<br />
forma di bigottismo. Forse uno dei<br />
motivi del grande successo della serie<br />
è proprio dovuto a questo.<br />
Su Canale 5 sta andando in onda la<br />
quinta serie de I Cesaroni, una delle<br />
edizioni più attese per il ritorno di<br />
Lucia, da Lei interpretata, uno dei<br />
personaggi più amati dai telespettatori.<br />
Il quartiere romano della Garbatella<br />
si può paragonare al palcoscenico<br />
di Rugantino, la celebre commedia<br />
musicale di Garinei & Giovannini?<br />
Forse una volta, ora il quartiere è<br />
pieno di gente che lavora e quando<br />
noi arriviamo ingombriamo le vie, le<br />
piazze... siamo rumorosi e anche un<br />
po' invadenti. Però lo spirito romano<br />
è lo stesso del palcoscenico di Rugantino<br />
e aggiungo che è contagioso.<br />
Nella prima serie de I Cesaroni i telespettatori<br />
erano prevalentemente<br />
quelli del centro e del Sud d'Italia.<br />
Vuole sapere dove abbiamo fatto gli<br />
ascolti più alti? In Calabria, ancora<br />
più alti che nel Lazio! Poi, man mano<br />
che le serie si succedevano, lo spirito<br />
romano ha contagiato tutta l'Italia.<br />
Quando abbiamo fatto la conferenza<br />
stampa qualche giorno prima della<br />
messa in onda della quinta serie<br />
della fiction, era impressionante vedere<br />
quanta gente ci avesse accolto<br />
da Roma a Milano. Siamo saliti sul<br />
Frecciarossa a Roma e siamo arrivati<br />
a Milano grazie anche all'aiuto di<br />
Trenitalia. Centinaia e centinaia di<br />
ragazzi impazziti per I Cesaroni.<br />
Questa generosità tipica dei romani,<br />
questo essere anche un po' magari<br />
pressapochisti, questo non stupirsi<br />
più di niente e di nessuno evidentemente<br />
fa tanta simpatia. È quella<br />
Mamma Roma pasoliniana di Anna<br />
Magnani, quella Roma che abbraccia<br />
tutti, che non fa distinzione. Roma è<br />
molto democratica come città, non si<br />
dà arie di superiorità. Questo chiaramente<br />
ha colpito tutti, anche i ragazzi<br />
di Milano. Quando si lavora in<br />
televisione e per il cinema non si ha<br />
la percezione di quanto pubblico ci<br />
sia dietro lo schermo. Una risposta<br />
da parte del pubblico che è per noi<br />
tutti del cast della fiction, motivo di<br />
grande soddisfazione. Durante la<br />
conferenza stampa mi ponevo spesso<br />
questa domanda: Ce lo siamo davvero<br />
meritato tutto questo amore,<br />
tutto questo affetto?<br />
A quale lato della Sua personalità ha<br />
attinto per interpretare il ruolo di zia<br />
Luciana nel film corale Mine vaganti<br />
di Ferzan Özpetek?<br />
Non so quanto ci sia della mia personalità<br />
in quella vena di follia che<br />
esprimo attraverso le scelte professionali<br />
che faccio. Dico sempre che<br />
nella mia vita privata sono una donna<br />
noiosissima, molto seria, fedele e<br />
per niente trasgressiva. Divento molto<br />
trasgressiva nel lavoro, mi butto<br />
da un personaggio a un altro, nel cinema,<br />
teatro e televisione. Mi piace<br />
rivoluzionare e cambiare. In questo<br />
sono un po' folle come zia Luciana e<br />
poi sono cecata come lei. Quella parte<br />
della miopia di zia Luciana così accentuata<br />
è proprio mia. Quando Ferzan<br />
mi ha visto cambiare gli occhiali,
perché non ci vedo un accidente è<br />
impazzito dal ridere. Nella seconda<br />
stesura della sceneggiatura del film<br />
zia Luciana era diventata miope...<br />
In una recente intervista Carlo Verdone<br />
tra le altre cose ha detto che<br />
“siamo tutti responsabili se la commedia<br />
non tira più. Il cinema non è<br />
più lo stesso, ma questa è un'evidente<br />
banalità. Si parla molto di risorse<br />
tecnologiche, importantissime<br />
ma non tutto. Il punto è la creatività,<br />
sono i soggetti, le idee”. Concorda<br />
con l'opinione del regista/attore?<br />
Sì, concordo. Noi adesso abbiamo un<br />
parco di attori eccellenti, registi capaci<br />
dal punto di vista tecnico. Dove<br />
siamo più deboli è proprio nella<br />
scrittura, nelle idee che non hanno<br />
un grandissimo respiro. In Europa ci<br />
definiscono provinciali... invece di<br />
arrabbiarsi per le critiche io credo<br />
che sia meglio interrogarsi, perché<br />
questo modo di arrabbiarsi rischia di<br />
essere davvero terribilmente provinciale<br />
anche quando non lo siamo.<br />
Siamo sempre stati esterofili e ora ci<br />
offendiamo se qualcuno ci dice che<br />
non sappiamo raccontare una storia<br />
che vada al di là del proprio condominio.<br />
Pensiamo alle recenti polemiche<br />
che hanno fatto seguito alla fine<br />
della 69esima Mostra Internazionale<br />
d'Arte Cinematografica di Venezia.<br />
Che cosa si sente di dire alle maestranze<br />
di Cinecittà che in questo periodo<br />
sono in sciopero contro la decisione<br />
di trasformare gli storici studios<br />
in un resort con parcheggi?<br />
Ho contribuito, collaborato e sottoscritto<br />
la manifestazione. Siamo stati<br />
in tanti ad aver dato una mano, abbiamo<br />
contribuito dal punto di vista<br />
economico, dal punto di vista dell'impegno,<br />
penso alla raccolta delle<br />
firme. Ho passato la mia vita a Cinecittà,<br />
ci andavo da quando avevo sette<br />
anni insieme a mia madre, una<br />
grande scenografa. Ricordo che mi<br />
portava da Sanchini, ora non c'è più,<br />
che è stato un rinomato tappezziere<br />
scenico di Cinecittà. Mi perdevo fra<br />
le stoffe, le statue e il materiale scenografico<br />
degli studios. Pensare che<br />
tutto questo diventi un mega centro<br />
commerciale è qualcosa che non riesco<br />
a tollerare. L'Italia è certamente<br />
il Paese più ricco del mondo dal pun-<br />
to di vista culturale e artistico ma<br />
purtroppo non sappiamo valorizzare<br />
tutto ciò che abbiamo.<br />
C'è un regista italiano o straniero<br />
con il quale vorrebbe lavorare in futuro<br />
e c’è già qualcosa di prossima<br />
programmazione o in corso di lavorazione?<br />
Sono tanti i registi con i quali vorrei<br />
lavorare in Italia e all'estero. Mi piacerebbe<br />
per esempio tornare ad essere<br />
diretta da Ozpetek. Mi piacciono<br />
i registi Paolo Sorrentino e Giuseppe<br />
Tornatore. Per quanto<br />
riguarda i registi stranieri scelgo Steven<br />
Spielberg. Ah se mi capitasse! A<br />
mio avviso Spielberg è il più grande<br />
cineasta insieme a Orson Welles,<br />
Stanley Kubrick ed Alfred Hitchcock.<br />
Spielberg è visionario e nella sua<br />
produzione ha attraversato tutti i<br />
generi. Ha diretto i film della mia<br />
vita: E. T., Schindler List. Ho svariati<br />
progetti di lavoro ma non sveliamo<br />
nulla, resto zitta e muta...<br />
(1) Carlo Verdone La casa sopra i portici (Bompiani<br />
2012)<br />
copertina<br />
pontemilvio<br />
9
architettura<br />
La città<br />
illuminata<br />
di Paolo Brasioli (architetto)<br />
12 pontemilvio<br />
Foto di Paolo Brasioli<br />
L’<br />
immagine della metropoli<br />
notturna, vivacemente<br />
brillante<br />
e scintillante di luci,<br />
esercita da sempre<br />
sui cittadini un'attrazione<br />
quasi magica<br />
ed onirica fin<br />
da quando l'evoluzione della specifica<br />
tecnologia dell'illuminazione artificiale<br />
ha permesso tali risultati.<br />
Passata la prima lunga fase di gestione<br />
delle luci delle città improntata<br />
alla pura praticità e funzionalità al<br />
fine di garantire soprattutto sicurezza<br />
e vivibilità, la messa in scena, attraverso<br />
il sapiente uso delle luci,<br />
della vita urbana sta vivendo più recentemente<br />
nuove entusiastiche occasioni<br />
ed esperienze.<br />
Infatti la differenziata illuminazione<br />
degli edifici e o di elementi civici di<br />
spicco, come ruderi, monumenti e<br />
fontane, crea nuovi segni di riferimenti<br />
per l'identità urbana notturna,<br />
sia da lontano (nel paesaggio o<br />
ad esempio dall'aereo che la sorvola<br />
in avvicinamento), sia da ambiti e<br />
prospettive più ristrette all'interno
proprio degli spazi più intimi della<br />
città stessa. Le possibilità creative<br />
vanno dall'illuminazione diffusa e<br />
soft di intere facciate, che permettono<br />
ad esempio di rendere percepibili<br />
i confini spaziali di una piazza, fino<br />
a concetti maggiormente espressivi<br />
e talvolta artistici e temporanei in<br />
occasione di eventi e feste.<br />
Anche la sapiente differenziazione<br />
dell'illuminazione a seconda dell'orario<br />
della giornata, delle condizioni<br />
atmosferiche, andando ad agire<br />
sulle variabili del colore, dell'intensità<br />
e dell'orientamento, trova<br />
sempre maggiori, valenti ed intriganti<br />
applicazioni e soluzioni.<br />
Ovviamente le diverse tipologie dell'ambiente<br />
urbano e degli edifici, richiedono<br />
e stimolano un differente<br />
trattamento e concetto creativo del<br />
progetto illuminotecnico.<br />
Ad esempio le storiche quinte spaziali<br />
in muratura di palazzi e chiese<br />
e i monumentali e massicci bastioni<br />
dei castelli come si può immaginare,<br />
vengono trattati ed illuminati in<br />
modo ben differente dalle più moderne<br />
facciate in vetro trasparenti<br />
capaci di emettere eventualmente<br />
luce anche dal loro interno verso<br />
l'esterno.<br />
La luce, quindi, che non ha in se una<br />
struttura nel senso che non è tangibile,<br />
diviene l'unico e necessario "ingrediente"<br />
per mettere in risalto la<br />
matericità delle cose, dal piccolo dettaglio<br />
al grande complesso di forme<br />
rappresentato dalla città stessa in<br />
quella sinfonia di "echi" visivi che si<br />
vengono a determinare.
L'isola e le rose di Walter Veltroni<br />
di Alessandra Stoppini<br />
Éun viaggio nella memoria,<br />
nel nostro comune<br />
passato, l'ultimo<br />
libro di Walter Veltroni<br />
dedicato alle figlie<br />
“Martina e Vittoria,<br />
perché le parole, la<br />
fantasia, il pensiero<br />
degli altri salvano il mondo” che in<br />
una settimana ha stabilito il record<br />
di tre edizioni stampate. Si tratta di<br />
un racconto tra nostalgia e rimpianto<br />
di una grande amicizia condivisa<br />
e di un'utopia realizzata anche se<br />
breve, ambientata “in una stagione<br />
di passioni antiche, quella del '68“<br />
anno fatidico sotto molti punti di vista.<br />
Al largo di Rimini, città di Federico<br />
Fellini ma anche tra le città più<br />
colpite durante la II Guerra Mondiale,<br />
una piattaforma, un'isola artificiale<br />
sarebbe stato il sogno di libertà<br />
di un gruppo di ragazzi testardi e avventurosi.<br />
Un “progetto folle, figlio<br />
dell'ottimismo degli anni Sessanta”,<br />
che era la rappresentazione di quello<br />
spirito innovativo di una generazione<br />
che era “mossa da una incontenibile<br />
voglia di vivere, migliorare,<br />
scoprire”. Ragazzi che “sognavano<br />
cose da realizzare, fossero anche impossibili”,<br />
come aveva fatto Ulisse,<br />
per non costringersi a viver come<br />
bruti desiderando di seguire “virtute<br />
e canoscenza”. Come era accaduto a<br />
Cristoforo Colombo che “non era un<br />
14 pontemilvio<br />
realista”. Come non lo era Galileo<br />
giacché “cercavano qualcosa che<br />
non c'era ancora, nella coscienza e<br />
nel sapere di tutti”. Nel romanzo che<br />
Gino Paoli nel quotidiano Il Secolo<br />
XIX ha definito “una storia così disponibile<br />
che ci si possono attaccare<br />
i ricordi, le speranze, le utopie, i divertimenti<br />
e i sogni di ieri”, tutto ha<br />
inizio ai giorni nostri in una mattina<br />
di tarda estate al largo del Mar<br />
Adriatico “piatto e dolente”, quando<br />
Giovanni durante un'immersione<br />
ritrova per caso un oggetto di color<br />
“arancione sbiadito, come consumato”.<br />
Quell'oggetto “che ha resistito<br />
in fondo al mare per chissà quanto<br />
tempo” si rivela essere un contenitore<br />
frigorifero portatile “che si usavano<br />
un tempo”. Giovanni una volta<br />
aperta “la borsa frigorifera” trova<br />
nell'interno “un mucchio di dischi a<br />
quarantacinque giri, perfettamente<br />
conservati, disegni stampati”, un microfono,<br />
“un berretto blu stinto e<br />
una bandierina scolorita”, alcune<br />
carte ingiallite scritte in una strana<br />
lingua” con un'intestazione Insulo<br />
de la Rozoj. Cosa vorrà dire? Sarà il<br />
nonno di Daniela, appassionata di<br />
esperanto a rievocare “una lunga<br />
storia. Lunga, magica e dolorosa”<br />
come sottofondo She's a Rainbow<br />
dei Rolling Stones. Giulio “il bello<br />
della compagnia”, Giacomo e Lorenzo<br />
“il sognatore” figlio del proprie-<br />
Il romanzo di<br />
una storia vera<br />
ambientato<br />
nella Rimini<br />
Felliniana del<br />
1968 dove<br />
ogni sogno<br />
sembrava<br />
possibile.<br />
tario del “mitico Grand Hotel”, “erano<br />
stati a scuola insieme”, “si erano<br />
giurati di restare amici per sempre”.<br />
Si erano laureati, qualcuno già lavorava,<br />
altri aspettavano un impiego.<br />
“... perché non costruiamo un isolotto,<br />
una piattaforma, un luogo che<br />
possa accogliere le persone? Una<br />
specie di comunità dell'arte”. Da<br />
questa idea folle, utopica parte “il<br />
romanzo di un'incredibile storia<br />
vera” realmente accaduta prendendo<br />
in prestito il sottotitolo del volume.<br />
Finanziati dal padre di Lorenzo,<br />
il ragionier Guerrieri, aiutati dai progetti<br />
di Simone “il genio della classe”,<br />
dalla bella Elisa dalla “mente<br />
tecnica”, dalla giornalista con lo chignon<br />
nero Laura e dalla bella barista<br />
Luana, questi “ragazzi sognatori”<br />
riuscirono a far edificare “distante<br />
sei miglia dalla costa, poco più di undici<br />
km” dove lo spazio è internazionale,<br />
cioè fuori dalla legislazione degli<br />
stati, l'Isola delle Rose, una “robusta<br />
struttura in cemento e<br />
acciaio”. “Un'isola del bello, della<br />
scienza e dell'arte, in mezzo all'Adriatico”<br />
inaugurata il 16 maggio<br />
del 1968 ospite d'onore l'attrice dagli<br />
occhi verdi Marilù Tolo adorata<br />
dal ragionier Guerrieri. La “strana<br />
piattaforma al largo di Rimini” che<br />
avrebbe dovuto ospitare “un nuovo<br />
tipo di albergo. Una piccola locanda<br />
sul mare. Molto esclusiva. Per scritto
i e artisti”, era “la prima sfida realizzata<br />
della loro vita, la dimostrazione<br />
che un sogno può prendere forma,<br />
che un'utopia può diventare<br />
concreta, che le parole possono farsi<br />
legno e ferro”. In questo stato sovrano,<br />
indipendente, simbolo di una città<br />
ideale, un po' hippy e un po' bohémien<br />
si parlava l'esperanto “lingua<br />
etnica”, “di tutti e di nessuno,<br />
semplice, universale”.<br />
La stazione radio dell'Insulo de la<br />
Rozoj era ascoltata da tutte le radio<br />
della riviera perché “le porte erano<br />
aperte e tutti potevano dire la loro<br />
in trasmissione”. Gli argomenti spaziavano<br />
dal Vietnam al servizio di<br />
leva, da Robert Kennedy a Martin<br />
Luther King, dalla pillola anticoncezionale<br />
alla minigonna, dalla legge<br />
sui manicomi “alla vittoria dell'Italia<br />
agli Europei di calcio”. Per “risalire<br />
dalle parole alla musica” il modello<br />
era la trasmissione rivoluzionaria Per<br />
voi giovani di Renzo Arbore. “Oggi<br />
è Ferragosto. Auguri a tutti. A te che<br />
stai per mettere Azzurro nel jukebox,<br />
a te che versi lo zucchero nel<br />
primo caffè del mattino, a te che ti<br />
sei stufato di leggere Kant... ”. Questo<br />
“sogno da Peter Pan realizzato”<br />
però fu subito giudicato pericoloso e<br />
sovversivo dalla polizia e dall'ordine<br />
costituito perché “non solo hanno<br />
deciso di proclamarsi stato indipendente,<br />
ma hanno anche scelto la loro<br />
lingua ufficiale”. L'isola in mezzo al<br />
mare rischiava di diventare l'isola<br />
che non c'è più. Per riportare alla<br />
luce una storia dimenticata, l’autore<br />
che è stato direttore dell'Unità, e ha<br />
avuto molti incarichi politici come vicepresidente<br />
del Consiglio, sindaco<br />
di Roma, segretario del Partito Democratico<br />
e candidato premier alle<br />
elezioni politiche del 2008, ha visitato<br />
Rimini città “poeticamente strana”<br />
incontrando il creatore della<br />
vera Isola delle Rose, l'ingegner<br />
Giorgio Rosa e alcuni protagonisti<br />
della vicenda come Franca Serra che<br />
andò a lavorare nell'Isola “e lì ci ha<br />
lasciato il cuore”. Giornalista e scrittore<br />
oltre che uomo politico Veltroni<br />
ha respirato l'aria tipicamente felliniana<br />
di Rimini come quelle manine<br />
di Fellini che “quando cominciavano<br />
a scendere dal cielo, a Rimini si diceva<br />
le manine sono su e l'inverno non<br />
c'è più”. Se in Noi, il precedente romanzo<br />
di Veltroni, lo scrittore descriveva<br />
anni cruciali, nodali in quatto<br />
stagioni che hanno cambiato il corso<br />
della nostra storia, nel suo ultimo romanzo<br />
l'autore pone a confronto<br />
due generazioni e due tempi storici:<br />
l'attuale “l'era della sfiducia, del ripiegamento<br />
su noi stessi, della chiu-<br />
sura” e gli anni Sessanta pieni di speranza,<br />
di fiducia e di forza di volontà.<br />
Un'epoca d'oro fatta di uomini<br />
come Bob Kennedy e Martin Luther<br />
King assassinati proprio nel 1968.<br />
L'utopia è necessaria desidera ricordarci<br />
l'autore che tra le pagine del libro<br />
sembra volersi rivolgere a tutti<br />
quei giovani “depressi e sfiduciati,<br />
angosciati e isterici” che non hanno<br />
nessuna direzione da seguire. Veltroni<br />
si riconferma un affabulatore di<br />
classe raccontandoci un'era che i nostri<br />
genitori ricordano con nostalgia<br />
e una storia che non poteva non diventare<br />
un romanzo. “E' straordinario<br />
come Walter sappia raccontare la<br />
vita di una generazione” in un volume<br />
dove “traspare un amore profondo<br />
verso il nostro Paese e una fiducia<br />
nelle sue potenzialità”. Sono le parole<br />
di Massimo D'Alema che ha re-<br />
libro del mese<br />
censito L'Isola e le rose sull'Unità nell'articolo<br />
intitolato Un sogno può<br />
riunire i figli con i padri. “Per tutti<br />
quelli della mia generazione il romanzo<br />
di Walter Veltroni ha il sapore<br />
della nostalgia e ci riporta in un<br />
tempo cruciale della nostra vita personale”.<br />
Un libro che contiene una<br />
splendida colonna sonora di musiche<br />
evergreen (Beatles, Doors, Otis Redding,<br />
Rolling Stones, Sonny & Cher,<br />
Mina con Se telefonando, Fabrizio<br />
De André con Bocca di Rosa e Patty<br />
Pravo con Ragazzo triste). A motivo<br />
di ciò desideriamo citare la strofa<br />
della canzone di Ivano Fossati C'è<br />
tempo che Walter Veltroni ha posto<br />
nella pagina dei ringraziamenti. “Dicono<br />
che c'è un tempo per seminare<br />
e uno più lungo per aspettare. Io<br />
dico che c'è un tempo sognato che<br />
bisognava sognare”.<br />
Walter Veltroni<br />
L'isola e le rose<br />
Rizzoli 2012<br />
Pp. 320 - 17,50 Euro.<br />
pontemilvio<br />
15
Roma news<br />
Apre Principe, nuovo tempio<br />
del gusto<br />
Dal 15 ottobre in via Liguria 36 a/c/d<br />
degustazioni gourmet<br />
nel nuovo laboratorio-store gastronomico<br />
dedicato all’arte culinaria<br />
con particolare attenzione al mondo<br />
iberico.<br />
Il laboratorio-store gastronomico dedicato<br />
all’arte culinaria ed al mondo<br />
iberico, nato con l’idea di proporre<br />
attraverso una formula innovativa,<br />
elegante ed efficace, un nuovo e<br />
sperimentale concetto di degustazione<br />
e vendita di prodotti alimentari<br />
di alta qualità “HQ”.<br />
Un progetto di tre giovani imprenditori,<br />
già presenti nel mercato e specializzati<br />
nell’importazione e distribuzione<br />
di prodotti alimentari spagnoli<br />
in Italia.<br />
Questa nuova attività si dedicherà<br />
anche alla creazione di eventi, attraverso<br />
esperti del campo musicale,<br />
culturale e dell’arte in generale, a<br />
cui saranno affidate la cura e l’immagine<br />
di PRINCIPE.<br />
Particolare attenzione è data alla<br />
Spagna con prodotti famosi e conosciuti<br />
nel mondo:<br />
Cerdo Iberico Puro, il suino nero di<br />
razza autoctona da cui proviene il rinomato<br />
Jamon Ibérico Puro de Bellota,<br />
il particolare prosciutto di<br />
ghianda conosciuto come Pata Ne-<br />
Neanche il maltempo ha fermato il<br />
remake della battaglia di Saxa Rubra,<br />
amarcord della sfida avvenuta il<br />
28 ottobre 312 fra Costantino e Massenzio.<br />
Oltre tremila persone hanno<br />
stazionato nei vari momenti delle<br />
due giornate nell'area preposta per<br />
il “Castrum” e in quella dove è stata<br />
replicata la disfida. Molte famiglie<br />
con i figli al seguito, studiosi della<br />
materia e semplici curiosi hanno vissuto<br />
con estrema attenzione la due<br />
giorni di “In hoc signo vinces”, manifestazione<br />
clou fra le iniziative cul-<br />
gra, il più pregiato al mondo - le sue<br />
varianti derivanti dalle pregiate carni;<br />
Anchoas del Cantabrico, le grandi e<br />
pregiate acciughe del Nord;<br />
Formaggi squisiti di pecora e capra<br />
vincitori di premi europei e mondiali;<br />
Olio extravergine di oliva Almazaras<br />
de la Subbética, dalle eccellenti qualità<br />
e tra i più premiati al mondo.<br />
Dell’Italia è possibile trovare solo eccellenze<br />
della cucina tradizionale e<br />
artigianale:<br />
dalla mozzarella di bufala ai formaggi<br />
stagionati; dai raccolti pregiati<br />
della terra alle fantastiche ed esclusive<br />
conserve; dai prodotti del grano<br />
alle squisitezze del cioccolato.<br />
In un ambiente semplice ma raffinato,<br />
in una calda atmosfera e accogliente<br />
sala arredata con stile e con<br />
laboratorio gastronomico a vista,<br />
sarà possibile fermarsi per un pranzo<br />
veloce, uno spuntino, oppure per un<br />
aperitivo.<br />
Un luogo d’incontro dove sperimentare<br />
un inedito viaggio culinario, accompagnati<br />
dai piatti esclusivi preparati<br />
dall’attento Chef, pronto a offrire<br />
realizzazioni semplici e gustose,<br />
tapas e pinchos rivisitate con il buon<br />
gusto tipico italiano.<br />
Rilevante attenzione sarà per il<br />
PRINCIPE, il prosciutto iberico, el Ja-<br />
turali del XX Municipio per l’anno 2012.<br />
Presenti il presidente del XX Municipio<br />
Gianni Giacomini, e con lui il vice<br />
presidente Marco Perina, oltre a Giuseppe<br />
Calendino, presidente della<br />
Commissione cultura. I rappresentati<br />
della massima istituzione locale hanno<br />
ricordato i momenti salienti della<br />
battaglia e sottolineato la grande attenzione<br />
rivolta dal XX Municipio<br />
alla cultura, non prima di ringraziare<br />
chi ha seguito e divulgato l'argomento<br />
del giorno: “Il sapere non è<br />
mai abbastanza”, questo il filo con-<br />
mon, presentato e offerto dai nostri<br />
esperti tagliatori, a cui tutti presteranno<br />
attenzione, in questa arte nobile<br />
del taglio al coltello.<br />
Cura e dettaglio anche nella selezione<br />
di champagne, vini e birre attraverso<br />
un originale servizio di mescita a cui<br />
il cliente potrà dedicarsi con attenzione.<br />
Per i momenti meno impegnati invece:<br />
frullati, frappè, caffè e bibite.<br />
Non mancherà il momento del caffè,<br />
buonissimo, semplice e simpatico da<br />
degustare.<br />
Essere nobile nell’arte culinaria. È<br />
questa la mission (e lo slogan) di<br />
PRINCIPE, la risposta alla cultura alimentare<br />
sempre più orientata alla ricerca<br />
costante della massima qualità<br />
gastronomica. Una tendenza che impone<br />
la garanzia di prodotti genuini<br />
e ricercati, servizio esclusivo e attenzione<br />
al cliente.<br />
PRINCIPE, un luogo d’incontro tra<br />
profumi, odori e sensazioni della Terra.<br />
PRINCIPE Arte Passione Gourmet<br />
Via Liguria 36 a/c/d – Roma<br />
Tel/fax: 06 45582545<br />
Mob. 338 8555698<br />
Aperto tutti i giorni 10.00-20.00 (l-v) e<br />
10.00 -13.00 (s). Chiuso la domenica<br />
www.dalprincipe.com<br />
principe@andreasrl.net<br />
Seguici su Facebook: PRINCIPE<br />
“In Hoc Signo Vinces”, successo di pubblico nonostante il maltempo<br />
duttore delle dichiarazioni “politiche”.<br />
Subito dopo è andata in scena la simulazione<br />
del confronto bellico, che<br />
era stato preceduto dall'illustrazione,<br />
da parte degli attori protagonisti,<br />
della vita vissuta a Roma millesettecento<br />
anni fa.<br />
Fra i presenti anche lo storico austriaco<br />
Pietro Bordin, chiare le sue<br />
origini italiane, vero e proprio cultore<br />
della materia.<br />
La manifestazione fa parte delle iniziative<br />
culturali del XX Municipio per<br />
l’anno 2012.<br />
Marco Perina,<br />
Vice Presidente del XX Municipio
A via Sistina e via Crispi<br />
il Natale arriva il<br />
25 Novembre<br />
Grazie ad un’iniziativa dell’Associazione via Sistina<br />
via Crispi, domenica 25 novembre sarà possibile fare<br />
shopping presso gli esercizi associati (oltre 70) senza<br />
auto e con una formula premiante.<br />
Traffico chiuso, negozi aperti, sconti<br />
del 15%. È questa la formula proposta<br />
dall’Associazione romana Commercianti<br />
di via Sistina e via Crispi<br />
che, per la giornata di domenica 25<br />
novembre, ha voluto giocare d’anticipo,<br />
organizzando una giornata natalizia<br />
un mese prima delle Feste. “la<br />
nostra intenzione – spiega Ciro Verrocchi,<br />
Presidente dell’Associazione<br />
e Direttore Generale dell’Hotel Inter<br />
Continental De La Ville di via Sistina<br />
- è quella di consentire ai romani ed<br />
ai tanti turisti presenti di potersi go-<br />
dere una delle più belle zone del<br />
centro storico, compresa tra via Sistina<br />
e via Crispi, passeggiando in assoluta<br />
tranquillità”. Le strade di via Sistina<br />
e via Crispi, per una volta restituite<br />
ai pedoni, diverranno così<br />
luogo ideale per lo shopping, attraverso<br />
la riscoperta di esercizi commerciali<br />
storici e di nuove attività,<br />
magari concedendosi il tempo per<br />
due chiacchiere nella storica sala da<br />
tè dell’hotel De LA Ville o presso gli<br />
esclusivi bar della zona.<br />
Gli esercizi commerciali che fanno<br />
“Acquisti d’Oro”<br />
romaviasistinaviafrancescocrispi<br />
ASSOCIAZIONE<br />
Via Sistina - Via Francesco Crispi<br />
Carta n° 0001<br />
Roma news<br />
parte dell’Associazione via Sistina –<br />
via Crispi (oltre 70) regaleranno un<br />
piccolo panettone e la shopping card<br />
a coloro che faranno una spesa superiore<br />
a 50 euro. Con la shopping card<br />
dal 1 dicembre 2012 sarà possibile<br />
usufruire di sconti del 15% per acquisti<br />
a partire da 150 euro (anche<br />
cumulati in più negozi).<br />
“questa è solo una delle iniziative<br />
cui stiamo dando vita –conclude Verrocchi-<br />
per rilanciare non solo i consumi,<br />
ma anche l’immagine e la vivibilità<br />
del centro storico di Roma”.<br />
“Associazione Via Sistina - Via Francesco Crispi”<br />
Noi partecipiamo al circuito<br />
Benvenuti<br />
pontemilvio 17
speciale teatro<br />
Si riapre il sipario al<br />
Teatro Cassia con grandi novità<br />
Sonia Costantini è il nuovo<br />
Direttore Artistico del Teatro Cassia.<br />
di Alessandra Stoppini<br />
“I<br />
l mio è un progetto<br />
poliedrico e<br />
ambizioso” ci ha<br />
dichiarato Sonia<br />
Costantini, Consigliere<br />
del Municipio<br />
Roma XX, la<br />
sera dell'inaugurazione<br />
della stagione 2012/2013 del<br />
Teatro Cassia avvenuta lo scorso 12<br />
ottobre, alla quale hanno partecipato<br />
il vicesindaco del Comune di<br />
Roma Sveva Belviso, il Presidente del<br />
Municipio Roma XX Gianni Giacomini,<br />
il senatore Cesare Cursi, il senatore<br />
Andrea Augello, l'Assessore alla<br />
Cultura Marco Perina, l’Assessore ai<br />
lavori pubblici Stefano Erbaggi, il<br />
consigliere al Comune di Roma Federico<br />
Guidi, Presidente della Commissione<br />
Bilancio di Roma Capitale.<br />
“Desidero offrire al pubblico che verrà<br />
a trovarci una stagione in senso<br />
teatrale e letterario, ma anche volta<br />
al divertimento, all’evasione, al piacere<br />
di trascorrere una serata scegliendo<br />
tra un panorama di propo-<br />
18 pontemilvio<br />
ste differenziate tra prosa, musica<br />
jazz, classica e d’intrattenimento con<br />
un'attenzione particolare al teatro<br />
dei ragazzi”. Il Teatro è diventato da<br />
alcuni anni un punto di riferimento<br />
culturale e la Prof. Costantini grazie<br />
alla sua esperienza in vari settori artistici,<br />
spaziando tra la carriera pianistica<br />
concertistica e sviluppando le<br />
competenze nella scenografia, regia<br />
e composizione collaborando con<br />
Roman Polanski e Luca Barbareschi,<br />
ha creato un “cartellone d'eccezione”<br />
pronto a soddisfare i palati più<br />
esigenti.<br />
Prof.ssa Costantini, sotto la Sua gestione<br />
cosa propone il cartellone<br />
2012/2013? “Aprirà la stagione teatrale,<br />
l’esilarante Rap-sodia di Dosto<br />
& Yevsky con la partecipazione di<br />
Donna Olimpia: è un esplosivo intreccio<br />
di musica e comicità. Seguirà<br />
con la regia di Gennaro Monti, Don<br />
Chisciotte contro gli spiriti del male<br />
un testo noto rivisitato con creatività<br />
e colpi di scena, i cui movimenti sono<br />
a cura di Giovanna Nicodemo. A dicembre<br />
Milena Miconi e Francesca<br />
Nunzi presenteranno in prima nazionale<br />
Beate Noi! (testo di Mauro Graiani):<br />
due Sante sono sparite dal calendario,<br />
perché nessuno le prega<br />
più… Il 31 dicembre si brinderà al<br />
nuovo anno con Giggino Passaguai<br />
regia di Paolo Triestino e testo di Antonio<br />
Grosso. Alla fine di Gennaio<br />
andrà in scena I radiogiornali parlano<br />
solo di me, spettacolo diretto da<br />
Teo Bellia. Si tratta di un testo intrigante<br />
ambientato in un locale notturno<br />
frequentato da loschi figuri,<br />
dove un detective di scarsissime capacità<br />
cerca di risolvere un giallo: tra<br />
Jazz, (musica eseguita dal vivo) dark<br />
lady e cadaveri presunti, si svolge un<br />
noir divertente al limite del grottesco.<br />
Come ho anticipato, non ci sarà solo<br />
la stagione teatrale, nella mia veste<br />
di consulente musicale della Casa del<br />
Jazz di Roma, ho pensato di presentare<br />
la I edizione del Festival Jazz:<br />
Roma suona. Inaugurerà il 7 novembre<br />
lo spettacolo Un incontro in Jazz,
Gino Paoli incontra musicalmente<br />
Danilo Rea, Flavio Boltro, Rosario<br />
Bonaccorso, Roberto Gatto il gotha<br />
dei musicisti italiani Jazz. Una serata<br />
eccezionale, come gli altri appuntamenti<br />
che seguiranno.<br />
Con l’obiettivo di avvicinare un largo<br />
pubblico alla musica, ho pensato a<br />
una stagione concertistica variegata,<br />
per tutti i gusti.<br />
Anche il teatro per l’infanzia, quest’anno<br />
ha un programma irresistibile:<br />
La Bella e la Bestia, I tre porcellini,<br />
Sashamania & friends, Raperonzolo<br />
il principe ranocchio, tutti spettacoli<br />
realizzati da veri professionisti dello<br />
spettacolo per ragazzi”.<br />
Quali sono le novità salienti del Teatro<br />
Cassia? “Desidero parlare prima<br />
di tutto di Cassiaproposte una selezione<br />
di spettacoli dove la cultura<br />
del merito è il leitmotiv. Il Teatro Cassia,<br />
infatti, darà una chance reale e<br />
concreta a tutte quelle compagnie, a<br />
tutti quegli artisti, musicisti, scrittori<br />
che desiderano essere inseriti nella<br />
programmazione teatrale. Ho stabilito<br />
che Il ricavato del 10% del prezzo<br />
degli abbonamenti sarà devoluto<br />
alla Fondazione Movimento Bambino<br />
presieduta dalla Dott.ssa Maria<br />
Rita Parsi e all'Associazione Amici di<br />
Fido onlus. Con Teatro in Bus invece<br />
sarà offerto un servizio di navetta<br />
dedicata alla terza età, alle persone<br />
con diversa abilità, alle persone sole,<br />
proprio per dare l’opportunità di<br />
partecipare la domenica pomeriggio<br />
alle iniziative teatrali. Saranno individuati<br />
dei punti strategici d’incontro<br />
nei diversi quartieri di Roma,<br />
dove il Bus accoglierà le persone che<br />
si saranno preventivamente prenotate<br />
gratuitamente alla segreteria del<br />
Teatro. Ma le sorprese non finiscono<br />
qui! Nel nostro teatro all’interno<br />
dello spazio Bar, sarà offerto gratuitamente<br />
un aperitivo il venerdì sera<br />
dalle ore 20.00”.<br />
”Prove Aperte”. Di che cosa si tratta?<br />
“Sono matinèe teatrali e musicali,<br />
dove i ragazzi potranno partecipare<br />
e respirare la tensione, l’emozione<br />
vibrante delle prove degli spettacoli<br />
che andranno in scena la sera.<br />
Un vero e proprio dialogo interattivo,<br />
con i protagonisti sul palco, i ragazzi<br />
si sentiranno partecipi e vivranno<br />
le emozioni delle prove di<br />
uno spettacolo in diretta. Da settembre<br />
saranno aperte le iscrizioni ai<br />
corsi teatrali e musicali tenuti da attori<br />
e musicisti professionisti, un laboratorio<br />
interattivo che raggiunge-<br />
rà obiettivi didattici straordinari. Il<br />
teatro si avvarrà della collaborazione<br />
di Matteo Ciampi, appartenente alla<br />
terza generazione della famosa Ditta<br />
specializzata in pianoforti. Sono<br />
convinta che il Teatro Cassia diventerà<br />
il polo culturale d’eccellenza a<br />
Roma Nord, una oasi di serenità e<br />
una grande sfida, da vincere ovviamente<br />
tutti insieme. Quindi vi aspetto!”.<br />
Teatro Cassia<br />
Via Santa Giovanna Elisabetta, 69<br />
Parcheggio riservato<br />
Tel. 0696527967 - 3384768700<br />
info@teatrocassia.it<br />
promozione@teatrocassia.it<br />
www.teatrocassia.it<br />
Ponte Milvio partner del<br />
Teatro Cassia.<br />
La rivista Ponte Milvio ha rinnovato<br />
anche per questa stagione la partnership<br />
con il Teatro Cassia.<br />
Grazie a tale accordo i nostri lettori<br />
potranno avere uno sconto del<br />
25% sul biglietto d’ingresso.<br />
Per info e modalità:<br />
promozione@teatrocassia.it<br />
pontemilvio<br />
19
informazione pubblicitaria<br />
Infezioni del cavo orale ed<br />
alitosi sono due problemi<br />
diffusi ma risolvibili. Forse in<br />
pochi sanno però che tale<br />
sgradevole disturbo deriva<br />
dalla presenza di batteri nocivi<br />
all’interno del cavo orale,<br />
i quali rilasciano gas volatili,<br />
che determinano l’odore caratteristico.<br />
Il cavo orale infatti è la prima “<br />
porta di ingresso " di batteri e virus<br />
che, se non debellati dalle difese immunitarie<br />
del nostro organismo,<br />
danno origine a infezioni sistemiche<br />
o locali. Molti Colluttori antisettici<br />
pubbliredazionale<br />
Alitosi e piccole infezioni<br />
del cavo orale... Addio!<br />
Infezioni del cavo orale ed alitosi sono<br />
due problemi diffusi ma risolvibili.<br />
20 pontemilvio<br />
sono a base di Clorexidina, un disinfettante<br />
chimico ad azione antisettica<br />
ed ampio spettro d'azione, utilizzato<br />
ampiamente in campo odontoiatrico<br />
per la sua prolungata azione<br />
sui denti e sulle mucose orali.Forhans<br />
mette a disposizione tre diversi<br />
prodotti a base di Clorexidina per<br />
combattere l’ALITOSI e le infezioni<br />
del cavo orale:<br />
Forhans ClexidinSpray, clorexidina<br />
0,30%.<br />
Particolarmente indicato nei casi ove<br />
necessiti una spiccata azione antisettica<br />
localizzata, nebulizzato sulla<br />
parte infiammata lo spray Forhans<br />
Clexidin aiuta indiscutibilmente a ridurre<br />
l’infiammazione, combattendo<br />
l’azione dei batteri . Lo speciale<br />
beccuccio erogatore permette di<br />
raggiungere le parti del cavo orale<br />
anche difficili da raggiungere.<br />
Forhans Collutori Clexidin allo 0,12%<br />
( dose di mantenimento) e allo 0,20%<br />
( dose di attacco ) di Clorexidina.<br />
L’uso corretto e regolare dei colluttori<br />
Forhans Clexidin aiuta a prevenire<br />
e risolvere problemi e fastidi generati<br />
da infezioni batteriche del<br />
cavo orale, aiutando la risoluzione di<br />
fastidiose infezioni del cavo orale e<br />
faringeo, problemi gengivali e parodontali...<br />
Lotta all’Alitosi !<br />
Forhans Clexidin Gel 0,30%.<br />
Grazie alla sua formulazione in gel<br />
può essere usato nelle zone che lo<br />
necessitano visto la sua particolare<br />
densità che impedisce lo scivolamento<br />
del prodotto e garantendo la sua<br />
maggior permanenza nella zona richiesta.<br />
Forhans Collutori<br />
La linea Forhans comprende tre diversi colluttori a base di Clorexidina:<br />
Clexidin 0,12 (indicato come coadiuvante nel trattamento di stomatiti e parodontiti)<br />
Clexidin 0,20 (consigliato per azioni d’urto dopo piccoli interventi di chirurgia orale – es. estrazioni)<br />
Clexidin spray (concentrazione 0,30. Grazie al beccuccio erogatore permette di raggiungere le parti che<br />
necessitano di particolare azione antisettica.
Con<br />
gengive sanguinanti addio !<br />
“Mettici una croce sopra con Forhans”<br />
In farmacia!<br />
“Con Forhans la battaglia è vinta”<br />
segui i nostri spot su<br />
Se hai problemi di gengive<br />
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l’azione combinata della Linea<br />
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ai problemi di sanguinamento<br />
gengivale e infi ammazioni del<br />
cavo orale.<br />
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mostra<br />
Al Palaexpo fino al 3 febbraio 2013<br />
Robert Doisneau<br />
Il Bacio dell'Hotel de Ville, 1950_copyright © atelier Robert Doisneau<br />
Il grande fotografo francese ci ricorda con i suoi<br />
celebri scatti che Parigi è sempre Parigi.<br />
di Alessandra Stoppini<br />
“S<br />
ous le ciel de<br />
Paris s'envole<br />
une chanson...<br />
” cantava Yves<br />
Montand e<br />
Doisneau con<br />
le sue tante<br />
fotografie ferma<br />
un istante irripetibile e lo scatto diventa<br />
subito storia di un'epoca, di una<br />
nazione e della sua società.<br />
Così è avvenuto nella celebre foto Il<br />
bacio all'Hotel De Ville (1950) pubblicata<br />
il 12 giugno dello stesso anno<br />
dal magazine Life: due innamorati si<br />
baciano con passione in mezzo alla<br />
strada tra l'indifferenza dei passanti.<br />
Questa e più di 200 fotografie originali,<br />
scattate da Doisneau nella Ville<br />
Lumière tra il 1934 e il 1991, sono<br />
esposte in una grande rassegna an-<br />
22 pontemilvio<br />
tologica allestita a Palazzo delle<br />
Esposizioni raggruppate per tema e<br />
in modo da ripercorrere i soggetti a<br />
lui più cari.<br />
Questo imperdibile allestimento fotografico<br />
nasce per iniziativa dell’Azienda<br />
Speciale Palaexpo, dell’Atelier<br />
Doisneau, della Fratelli Alinari<br />
Fondazione per la Storia della<br />
Fotografia e di Civita, con il patrocinio<br />
della Ville de Paris e di Roma Capitale.<br />
Le immagini di Doisneau sono<br />
oggi conservate nelle più grandi collezioni<br />
in Francia, negli USA e in<br />
Gran Bretagna ed esposte in tutto il<br />
mondo.<br />
La mostra conduce il visitatore in<br />
un’emozionante passeggiata nei<br />
giardini di Parigi, lungo la Senna, per<br />
le strade del centro e della periferia<br />
e poi nei bistrot, negli atelier di<br />
moda e nelle gallerie d’arte della capitale<br />
francese, perché come amava<br />
dichiarare il foto giornalista “ho<br />
molto camminato per Parigi, prima<br />
sul pavé e poi sull’asfalto, solcando<br />
in lungo e in largo per mezzo secolo<br />
la città”.<br />
I soggetti prediletti delle fotografie<br />
in bianco e nero di Doisneau, nato<br />
esattamente cento anni fa il 14 aprile<br />
a Gentilly, Val-de-Marne, alla periferia<br />
di Parigi e scomparso il 1 aprile<br />
1994 a Montrouge, periferia di Parigi,<br />
sono, infatti, gli abitanti della capitale<br />
francese: le donne, gli uomini,<br />
i bambini, gli innamorati, gli animali<br />
e il loro modo di vivere questa città<br />
che non finisce mai di sedurre e stupire.<br />
“Io non fotografo la vita reale,<br />
ma la vita che mi piacerebbe che fosse”,<br />
eppure da quest’apparente con-
traddizione questo giornalista per<br />
immagini che aveva lavorato al fronte<br />
durante la II Guerra Mondiale per<br />
poi dedicarsi a guerra finita per 50<br />
anni alle foto di strada, seppe riprendere<br />
con i suoi innumerevoli scatti le<br />
tante sfumature, sensazioni, atmosfere<br />
ed emozioni di una città in fermento<br />
che mutava sotto i suoi occhi.<br />
Fedele per un cinquantennio all'agenzia<br />
fotografica Rapho, Doisneau<br />
con la sua fotografia umanista,<br />
come fu definita in patria, immortalò<br />
volti anonimi di bambini che giocano,<br />
di uomini e donne in amore e,<br />
qui non possiamo non citare Jacques<br />
Prévert, di donnine allegre e di gente<br />
comune. Ecco Les Halles il grande<br />
mercato di Parigi, brulicante di voci<br />
e suoni, che ci riporta ai romanzi di<br />
Zola, le piazze e i boulevard, le periferie<br />
e il centro della città, i giardini,<br />
le panchine, tutta quella vita quotidiana<br />
che rende viva e vibrante la capitale<br />
in uno spazio - tempo che ci<br />
porta come per magia a percorrere i<br />
viali con lui. “L'indigeno sono io,<br />
fuso nella massa. Faccio parte della<br />
scenografia: francese medio, statura<br />
media, segni particolari: nessuno.<br />
Ah, si! La macchina fotografica. Ma<br />
ce ne sono talmente tante, e poi io<br />
non me la porto con fare ostentato<br />
intorno al collo, come un’etichetta.<br />
No: discreto, efficiente, mi confondo<br />
nel gregge dei pedoni”. Pedone tra<br />
la folla il fotografo incontra personaggi<br />
del calibro di Pablo Picasso, Juliette<br />
Gréco, Colette, Marguerite Duras,<br />
Simone de Beauvoir, Alberto<br />
Giacometti e un certo Georges Simenon<br />
con l'inseparabile pipa e appare<br />
strano non trovare accanto all'autore<br />
belga il commissario Maigret.<br />
Splendidi gli scatti di Parigi sotto la<br />
neve, dei pescatori lungo la Senna e<br />
alle spalle la cattedrale di Notre -<br />
Dame, oltre a una seducente Juliette<br />
Binoche di bianco vestita. Tres chic<br />
quelli che ritraggono i più sofisticati<br />
stilisti francesi nei loro atelier: Coco<br />
Chanel, Yves Saint Laurent, Cristian<br />
Dior e Cristian Lacroix. Citiamo infine<br />
il grande manifesto presente in<br />
mostra che ritrae il fotografo mentre<br />
con la sua Rolleiflex ci osserva con<br />
sguardo acuto e sornione. Robert<br />
Doisneau sembra pronto a scattare<br />
una foto ai visitatori che non si stancano<br />
di ammirare le sue.<br />
La ballata di Pierrette d'Orient, 1953_copyright © atelier Robert Doisneau<br />
Robert Doisneau.<br />
Paris en liberté 29 settembre 2012 - 3 febbraio 2013<br />
Palazzo delle Esposizioni<br />
via Nazionale, 194 Roma<br />
Orario: martedì/mercoledì e giovedì 10.00 - 20.00,<br />
venerdì e sabato 10.00 - 22.30.<br />
L'ingresso è consentito fino a un'ora prima della chiusura.<br />
Prezzo biglietti: intero 7,00 euro - ridotto 5,50 euro.<br />
INFO: 0639967500 www.palazzoesposizioni.it<br />
pontemilvio<br />
23
Paolo Petrocelli<br />
cittadino d’Europa<br />
“È stata la musica a essersi avvicinata a me”<br />
dichiara l’artista che ha dedicato la sua vita<br />
alle note del pentagramma.<br />
Ldi Alessandra Stoppini<br />
a migliore gioventù italiana<br />
è ben rappresentata<br />
da Paolo Petrocelli,<br />
ventisette anni, talento<br />
e passione per la musica,<br />
per la cultura e per i<br />
viaggi. Un artista poliedrico<br />
che ha iniziato a<br />
studiare musica e a suonare il violino<br />
all'età di 8 anni e a 12 è stato ammesso<br />
al Conservatorio di Santa Cecilia.<br />
Manager musicale e culturale,<br />
vincitore di premi di ricerca, esperto<br />
della Commissione Nazionale Italiana<br />
per l’UNESCO (Organizzazione<br />
delle Nazioni Unite per l'Educazione,<br />
la Scienza e la Cultura) in ambito di<br />
cultura musicale, Paolo inoltre si è<br />
24 pontemilvio<br />
specializzato nello studio della musica<br />
europea del XX secolo divenendo<br />
uno tra i maggiori rappresentanti<br />
della nuova generazione di studiosi<br />
della musica britannica del Novecento.<br />
Un autentico cittadino d'Europa che<br />
ha avuto il coraggio e la volontà di<br />
guardare oltre i confini nazionali<br />
“sono attivo in ambito internazionale<br />
ed europeo su progetti multiculturali”,<br />
dimostrando che con tenacia,<br />
ambizione e passione si può ottenere<br />
il meglio della vita. “La<br />
musica per me ha sempre rappresentato<br />
un linguaggio universale, il migliore<br />
modo per comunicare l’armonia<br />
interiore”.<br />
Paolo è stato difficile conciliare lo<br />
studio scolastico con l'impegno al<br />
Conservatorio?<br />
Non è stato sempre facile conciliare<br />
gli impegni scolastici con l’attività in<br />
conservatorio, soprattutto durante<br />
gli anni di liceo classico. Tuttavia nel<br />
mio modo di vedere la formazione,<br />
non ho mai fatto grandi distinzioni<br />
tra i due percorsi. Scuola e conservatorio<br />
prima, università e conservatorio<br />
poi, hanno rappresentato per me<br />
un unico grande mondo, dove poter<br />
crescere e imparare. Studiare musica<br />
ha inciso in maniera decisiva sulla<br />
mia educazione e più in generale<br />
sulla crescita della mia persona.<br />
Il tuo talento creativo è la dimostrazione<br />
che con la cultura si vive e che<br />
può diventare un mestiere. In che<br />
cosa consiste la figura professionale<br />
del Manager culturale?<br />
Si può vivere lavorando per la cultura<br />
e per la musica. Bisogna solo cercare<br />
la propria strada con grande<br />
onestà e dignità. Al momento in<br />
campo musicale sono attivo come direttore<br />
associato della sede di Roma<br />
dell’agenzia IMG Artists, leader<br />
mondiale nel management dello<br />
spettacolo e dei grandi eventi, e<br />
come Vicepresidente dell’Orchestra<br />
Italiana del Cinema, la prima compagine<br />
sinfonica italiana interamente<br />
dedicata alla promozione della musica<br />
per film. In ambito istituzionale,<br />
collaboro con alcune tra le più importanti<br />
organizzazioni internazionali,<br />
tra cui l’UNESCO, l’European<br />
Cultural Parliament e l’European<br />
Music Council. Con grande entusiasmo,<br />
porto infine avanti la mia attività<br />
accademica, sia in qualità di ricercatore<br />
presso le Università di Yale,<br />
Oxford e Cambridge, sia in qualità di<br />
lettore e professore per LASALLE College<br />
of Arts di Singapore, IED e LUISS.<br />
L'Articolo 9 della Costituzione Italiana<br />
dichiara: “La Repubblica promuove<br />
lo sviluppo della cultura e la ricerca<br />
scientifica e tecnica... ”. Secondo<br />
te è un intento rimasto solo sulla<br />
carta? Qual è il compito che spetta a<br />
Voi giovani?<br />
La Repubblica siamo noi cittadini.<br />
Siamo noi in primis a doverci preoccupare<br />
di promuovere lo sviluppo<br />
della cultura e della ricerca! L’errore<br />
è pensare che sia solo chi governa a<br />
doversi occupare di questo. Certamente<br />
la loro responsabilità è di<br />
mettere il Paese nelle condizioni di<br />
esprimersi al meglio, sostenendolo<br />
con politiche sociali ed economiche<br />
efficaci. Ma dipende anche da noi e<br />
in particolare dalle giovani genera-
zioni. Possiamo e dobbiamo fare<br />
molto. L’Italia ha bisogno di noi giovani,<br />
di nuove forze, nuove idee. Ciascuno<br />
nel proprio ambito professionale<br />
deve “iniettare” nuova linfa<br />
con cui attivare dall’interno un processo<br />
di sviluppo e rinnovamento<br />
che sia in grado di condurci verso<br />
una nuova fase di crescita e rilancio.<br />
Non è semplice e certamente richiederà<br />
del tempo. Noi giovani dobbiamo<br />
prendere però consapevolezza<br />
che è questo il nostro compito adesso.<br />
Di cosa si occupa la rassegna The<br />
Spirit of the British Music?<br />
La mia grande passione per la musica<br />
“made in UK” mi ha spinto nel<br />
2011 a fondare e dirigere “The Spirit<br />
of British Music” un’esclusiva stagione<br />
di concerti a Roma interamente<br />
dedicata alla musica britannica moderna<br />
e contemporanea. L’iniziativa,<br />
patrocinata dal British Council, l’Ambasciata<br />
Britannica a Roma, la Camera<br />
di Commercio Britannica per l’Italia,<br />
l’Accademia Britannica di archeologia,<br />
storia e belle arti, la British<br />
Music Society e la Royal Musical Association,<br />
è nata con l’intenzione di<br />
proporre un’offerta culturale innovativa,<br />
stimolante e diversificata, destinata<br />
a un pubblico internazionale<br />
ed eterogeneo. Sede dei concerti i<br />
luoghi di rappresentanza britannica<br />
a Roma, quali l’Ambasciata, il British<br />
Council, l’Accademia Britannica e alcuni<br />
tra più importanti spazi musicali<br />
della capitale, tra cui il Circolo degli<br />
Artisti. Nella prima edizione abbiamo<br />
così programmato concerti di<br />
musica classica, rock, indie e dj-set,<br />
coinvolgendo esclusivamente artisti<br />
giovani, tra cui anche “I Blame<br />
Coco” (la figlia di Sting).<br />
Sei uno dei coordinatori di un’interessante<br />
realtà il Network giovanile<br />
italiano del Parlamento Culturale Europeo.<br />
Ce ne vuoi parlare?<br />
Il nascente Network Giovanile Italiano<br />
del Parlamento Culturale Europeo<br />
è una nuova importante realtà,<br />
che stiamo andando a creare proprio<br />
in queste settimane. Il gruppo è parte<br />
dello Youth Network Europeo,<br />
una rete costituita da giovani artisti<br />
e professionisti attivi nel settore cultura<br />
residenti in Europa, di età compresa<br />
tra i 20 e i 35 anni. I fondatori<br />
e membri della YN sono uniti da un<br />
comune interesse: promuovere il valore<br />
delle arti e della cultura a favore<br />
del rafforzamento della coesione europea.<br />
L’European Cultural Parliament<br />
è stato fondato nel 2001 e riunisce<br />
delegati da 43 paesi europei.<br />
Tra i membri italiani ci sono anche<br />
Umberto Eco e Michelangelo Pistoletto.<br />
Inoltre, nel 2011 ho rappresen-<br />
tato l’Italia in qualità di delegato<br />
giovanile al VII Forum Giovani dell’UNESCO<br />
a Parigi. Nel 2012 sono stato<br />
nominato Coordinatore della nascente<br />
Commissione Italiana Giovani<br />
dell’UNESCO ed Esperto della Commissione<br />
Nazionale Italiana per<br />
l’UNESCO in ambito di cultura musicale.<br />
Con grande entusiasmo sto raccogliendo<br />
e selezionando in queste<br />
settimane le adesioni di giovani rappresentanti<br />
dei diversi settori del<br />
mondo della cultura e dell’arte in<br />
Italia: cinema, musica, teatro, danza,<br />
letteratura, moda, giornalismo. Il<br />
gruppo si riunirà con buona frequenza<br />
per discutere e trattare di<br />
“macrotemi” indicati dallo Youth<br />
Network europeo e lavorare alla realizzazione<br />
di una piattaforma internet,<br />
che diventerà il principale mezzo<br />
di comunicazione dello YN. Si lavorerà<br />
quindi allo sviluppo di<br />
progettualità sia a livello europeo,<br />
che a livello nazionale.<br />
Che consigli ti sentiresti di dare a un<br />
giovanissimo desideroso di intraprendere<br />
il tuo percorso professionale?<br />
Il solo consiglio che mi sento di dare<br />
è quello di seguire le proprie passioni<br />
e di non restare mai in attesa di<br />
qualcuno o qualcosa. Il cambiamento<br />
parte da noi.<br />
intervista<br />
pontemilvio<br />
25
arte<br />
La Casa museo di<br />
Keats e Shelley<br />
Accanto alla scalinata di Trinità dei Monti il<br />
Museo - Biblioteca dedicato al romanticismo.<br />
di Alessandra Stoppini<br />
IIn Piazza di Spagna, uno dei<br />
luoghi più scenografici del<br />
mondo, al numero 26 c’è un<br />
piccolo palazzo romano color<br />
rosa antico che sembra contemplare<br />
con britannico distacco<br />
il frastuono proveniente<br />
dai turisti e dalla fontana<br />
prospiciente l'edificio. Al secondo<br />
piano del palazzo, costruito nel 1725<br />
contemporaneamente alla costruzione<br />
della scalinata, visse e morì John<br />
Keats. La Keats - Shelley Memorial<br />
House nasce in perenne memoria dei<br />
poeti romantici, John Keats, Percy<br />
Bysshe Shelley, George Gordon, Lord<br />
Byron e Henry John Leigh Hunt. La<br />
Casa Museo, continua meta di pellegrinaggio<br />
per tutti gli amanti dei<br />
poeti romantici inglesi, contiene una<br />
ricca collezione di quadri, sculture,<br />
manoscritti, oggetti e prime edizioni<br />
che rievocano la vita di Keats, Shelley<br />
e Lord Byron. Il suggestivo appartamento<br />
è anche luogo di studio e<br />
d’informazione grazie alla ricca biblioteca<br />
consultabile dietro richiesta<br />
al Direttore. Nel 1900 l'edificio aveva<br />
rischiato di essere demolito, in quel-<br />
26 pontemilvio<br />
la piazza che nel XVII e nel XVIII secolo<br />
era una tappa obbligata per i<br />
membri dell'aristocrazia inglese che<br />
a Roma completavano la loro educazione<br />
culturale. Anche George Gordon<br />
Byron nel 1817 aveva alloggiato<br />
al n. 66 nella casa di fronte al museo.<br />
La poetessa Elisabeth Barrett Browning,<br />
Hans Christian Andersen, lo<br />
scrittore americano Henry James erano<br />
tutti vissuti nelle vicinanze di<br />
Piazza di Spagna e Shelley ebbe qui<br />
l'ispirazione di scrivere un’ode funebre<br />
per l’amico Keats. In seguito il<br />
palazzetto fu destinato ad abitazione<br />
privata. Fra gli altri, vi alloggiò il<br />
medico svedese Axel munthe, il celebre<br />
autore de La storia di San Michele.<br />
Per evitare il pericolo della demolizione<br />
della casina rossa, com’era<br />
nota ai romani, fu lanciato un appello<br />
e nel 1906, con l’appoggio dei re<br />
di Inghilterra e d’Italia e del Presidente<br />
degli Stati Uniti, fu fondata la<br />
Keats - Shelley Memorial Association.<br />
Tre anni dopo la casa fu aperta<br />
al pubblico, con un museo e una biblioteca<br />
per ricordare Keats, Shelley<br />
e gli altri poeti romantici che erano<br />
stati in Italia. Lo stesso Re Vittorio<br />
Emanuele III presiedette alla cerimonia<br />
d’inaugurazione avvenuta il 3<br />
aprile 1909. La raccolta di libri, manoscritti<br />
e altri tesori è andata costantemente<br />
ampliandosi nel corso<br />
del secolo scorso e il museo oggi è visitato<br />
da oltre ventitremila visitatori<br />
ogni anno, provenienti da ogni parte<br />
del mondo. La biblioteca, contenente<br />
più di ottomila volumi creata<br />
dall’ambasciatore inglese Nelson<br />
Gay, comprende molti dei primi libri<br />
pubblicati sui romantici della seconda<br />
generazione ed è fornita di opere<br />
legate a Byron: quasi tutte le edizioni<br />
complete ottocentesche e molte<br />
di quelle del novecento. Vi sono anche<br />
numerose traduzioni in italiano<br />
e una selezione di studi italiani su<br />
Byron. Minore invece è il numero di<br />
prime edizioni delle opere di Keats e<br />
Shelley, mentre è conservata una piccola<br />
raccolta di libri di viaggio e di<br />
storia che celebrano il Grand Tour.<br />
Breve e infelice fu l'esistenza terrena<br />
di John Keats (1795 - 1821), rischiarata<br />
dalla presenza di Fanny Brawne
la sua Bright Star (Stella Fulgente). Il<br />
poeta inglese che non riuscì in vita a<br />
ricevere le lodi che i suoi poemi e le<br />
sue poesie avrebbero meritato “penso<br />
che entrerò a far parte dei poeti<br />
inglesi dopo la mia morte” ammalato<br />
di tubercolosi era giunto a Roma<br />
via Napoli il 15 novembre del 1820<br />
con il suo amico pittore John Severn.<br />
Il soggiorno romano era stato consigliato<br />
a Keats dal suo medico, lo<br />
scozzese James Clarke. Quest'ultimo<br />
aveva trovato ai due uomini due<br />
stanze nel palazzetto che si trovava<br />
alle pendici della celebre scalinata di<br />
Piazza di Spagna, allora molto popolare<br />
tra gli artisti inglesi a Roma e<br />
per questo chiamata il Ghetto degli<br />
Inglesi. I due giovani pagando cinque<br />
scudi al mese di pigione alla padrona<br />
di casa Anna Angeletti, si sistemarono<br />
al secondo piano, in due<br />
stanze: un saloncino occupato da Severn<br />
comunicante con una stanzetta<br />
d’angolo occupata da Keats con soffitto<br />
a cassettoni e caminetto, provvista<br />
di due finestre che si affacciavano<br />
sulla piazza e sulla scalinata.<br />
I pasti erano forniti a domicilio<br />
27
dall’Osteria della Lepre di via Condotti,<br />
di fronte al celebre Caffè Greco,<br />
luogo di ritrovo preferito dagli<br />
stranieri e soprattutto dagli inglesi.<br />
Finché le condizioni di salute lo consentirono,<br />
Keats accompagnava Severn<br />
lungo il Pincio ma l'aria romana<br />
non era di suo giovamento anzi il<br />
poeta sentiva che la fine era ormai<br />
vicina. “Ho la continua sensazione<br />
che la mia vita reale sia finita, e che<br />
io stia vivendo un'esistenza postuma”.<br />
Così nella sua ultima lettera datata<br />
30 novembre 1820 John scrisse<br />
al suo fraterno amico Charles Brown.<br />
“Riesco a malapena a dirti addio, anche<br />
per lettera. Sono sempre stato<br />
impacciato nel fare gli inchini”. Del<br />
soggiorno romano di Keats abbiamo<br />
notizie principalmente dalla corrispondenza<br />
di Severn e dal suo diario<br />
perché il poeta non scrisse quasi nulla.<br />
A dicembre una ricaduta costrinse<br />
Keats a letto immobile, niente più<br />
passeggiate o brevi uscite a cavallo<br />
insieme al giovane ufficiale inglese,<br />
il tenente Elton, anch’egli malato di<br />
tubercolosi. L'amico Severn faceva di<br />
tutto per alleviare le sofferenze a<br />
John, aveva persino affittato un pianoforte<br />
“a scudi 7 di versamento” (la<br />
28 pontemilvio<br />
SaloJohn Buckland Wright<br />
Paolo and Francescane<br />
ricevuta si trova esposta nella stanza<br />
del poeta), per rallegrarlo con le melodie<br />
di haydn ma Keats che aveva<br />
studiato in Inghilterra chirurgia non<br />
nutriva più alcuna speranza. Il 23<br />
febbraio John Keats morì all'età di<br />
venticinque anni. Le ultime parole<br />
che il poeta rivolse al suo amico furono<br />
“Severn, Severn, sollevami, non<br />
vedi che sto morendo, morirò facilmente,<br />
non spaventarti, grazie a Dio<br />
è giunta l'ora”. Il poeta fu sepolto a<br />
Roma nel Cimitero Acattolico all'ombra<br />
della Piramide Cestia. Sulla sua<br />
tomba chiese fosse inciso: “Qui giace<br />
un uomo il cui nome fu scritto sull’acqua”.<br />
Severn rimasto a Roma, divenne<br />
console britannico. Morì a<br />
Roma nel 1879 all'età di ottantasei<br />
anni ed è sepolto accanto a Keats.<br />
Anche se la Keats - Shelley Memorial<br />
House porta anche il suo nome, Shelley<br />
non incontrò mai Keats a Roma.<br />
Egli si trovava nel nord d'Italia quando<br />
Keats morì, rimase talmente sconvolto<br />
dalla notizia che scrisse alcuni<br />
mesi dopo l'elegia intitolata Adonais.<br />
Shelley annegò un anno dopo<br />
al largo delle coste toscane a soli<br />
ventinove anni. Le sue ceneri furono<br />
portate a Roma per essere sotterrate<br />
nel Cimitero Acattolico. Non essendoci<br />
altri luoghi a ricordo di Shelley,<br />
i fondatori del Museo vollero riconoscere<br />
l'importanza dell'Italia nella<br />
sua vita e nelle sue opere dedicandolo<br />
anche a lui.<br />
La Keats - Shelley Memorial House è<br />
composta di quattro ambienti. Una<br />
cortese signorina inglese ci informa<br />
che quello che oggi è l’atrio d’entrata<br />
allora era un armadio, accessibile<br />
sia dall’ingresso sia da una porta, ora<br />
murata, posta nella stanza di Keats.<br />
La porta principale si trovava a destra<br />
di quella attuale. Il salone ora<br />
sede della biblioteca (gli scaffali in<br />
noce furono inseriti al principio del<br />
secolo scorso, omaggio dei membri<br />
della Borsa di New York e del generale<br />
W.J. Palmer di Colorado Springs)<br />
all'arrivo di Keats e Severn era divisa<br />
da una tenda lungo l’arco centrale.<br />
Dall’altra parte della tenda si apriva<br />
l’abitazione della padrona di casa. Le<br />
tre grandi bacheche al centro della<br />
sala sono dedicate a tre celebri lettori<br />
di Keats: Oscar Wilde (si può notare<br />
il sonetto che lo scrittore redasse<br />
dopo aver visitato la tomba di Keats),<br />
Walt Whitman (presente il<br />
manoscritto Sulla poesia di John Keats<br />
1857) e Theodore Roosevelt<br />
(esposta lettera a Robert Underwood<br />
Johnson, fondatore della Keats -<br />
Shelley Memorial Association dove il<br />
Jessie Marion King<br />
Isabella
Presidente USA esprime il suo sostegno<br />
all'Associazione). In questa stanza<br />
si possono vedere anche alcuni cimeli<br />
quali un reliquiario a conchiglia<br />
appartenuto a Papa Pio V, contenente<br />
una ciocca di capelli di John Milton<br />
e di Elisabeth Barrett Browning,<br />
e una maschera di carnevale in cera<br />
di Lord Byron. La collezione del museo<br />
accoglie anche le ciocche di Shelley,<br />
Keats e Leigh Hunt perché nel<br />
XIX Secolo era consuetudine tra amici<br />
scambiarsi ciocche di capelli come<br />
simbolo di affetto. Di grande impatto<br />
il bel ritratto di Severn Shelley alle<br />
Terme di Caracalla (1845) dipinto a<br />
olio che raffigura il poeta mentre<br />
compone il Prometeo liberato che<br />
ben si armonizza con l'ambiente circostante.<br />
Due grandi finestre in fondo<br />
sono due immortali fotografie di<br />
Roma che ci ricordano che ci troviamo<br />
sotto la scalinata di Piazza di<br />
Spagna. Sopra di noi ecco la Chiesa<br />
di Trinità dei Monti che si staglia in<br />
tutta la sua magnificenza.<br />
La stanza della terrazza così chiamata<br />
perché conduce a una piccola terrazza<br />
che guarda sulla scalinata è un<br />
piccolo ambiente che nel 1820 era<br />
adibito a cucina. Ora la piccola saletta<br />
ospita oggetti legati a Shelley, Byron<br />
e ai membri del loro circolo<br />
come la stampa di Mary Shelley<br />
(1841) l'autrice di Frankenstein, e la<br />
stampa di Teresa Magni (1836),<br />
l'amante preferita di Byron. Si può<br />
inoltre ammirare la seconda edizione<br />
di The Cenci l'unico dramma di<br />
Shelley che narra la tragica storia di<br />
Beatrice Cenci. Il terzo ambiente cui<br />
si accede attraversando il salone era<br />
utilizzato come soggiorno e da Severn<br />
come stanza da letto.<br />
Alle pareti si notano i tre ritratti in<br />
miniatura dei fratelli Keats, John,<br />
George e Tom, un ritratto di Severn<br />
tutti datati 1818. Del 1819 è il famoso<br />
ritratto di Keats di Severn, al quale<br />
il poeta era talmente affezionato<br />
che prima di partire per l'Italia lo regalò<br />
alla sua fidanzata Fanny Brawne.<br />
La bacheca conserva due immagini<br />
di Fanny: una silhouette del<br />
1823 e l'altra che la raffigura nel<br />
1833 circa. Dopo la morte di Keats,<br />
“Addio Fanny, che Dio ti benedica”,<br />
la Fulgida Stella del poeta portò il<br />
lutto per molti anni non togliendosi<br />
mai l'anello che Keats le aveva donato.<br />
L'unica lettera autografa di Keats<br />
della collezione reca la data del giugno<br />
1818 ed era stata scritta dal poeta<br />
a Severn, quando un “piccolo malessere”<br />
lo aveva costretto a casa.<br />
Sono presenti inoltre la prima edizione<br />
di Lamia, Isabella, La vigilia di<br />
Sant'Agnese, Endymion (con com-<br />
menti a margine di Keats e la sua firma<br />
sul frontespizio) e altre poesie di<br />
Keats del 1830.<br />
L'ultimo ambiente è quello dove<br />
John Keats è morto e una targa ricorda<br />
quell'infausto giorno: IN THIS<br />
ROOM ON THE 23RD OF FEBRUARY<br />
1821 DIED JOHN KEATS. Una stanza<br />
semplice ed elegante le cui finestre<br />
si affacciano su uno dei luoghi più<br />
affascinanti dell'Urbe. Un soffitto<br />
decorato, un delicato celeste alle pareti,<br />
i mattoni del pavimento, una<br />
piccola scrivania dove la nostra immaginazione<br />
colloca Keats intento<br />
nella scrittura e un piccolo camino<br />
che a volte Severn usava per cucinare.<br />
Secondo la legge vaticana, dopo<br />
la morte di Keats per debellare l'infezione<br />
tutto quanto era contenuto<br />
nella sua stanza: i mobili, le tende e<br />
perfino la carta da parati doveva essere<br />
portato via e bruciato. Il letto ricoperto<br />
da finissime lenzuola di seta,<br />
a righe verdi e bianche, come si usavano<br />
allora è quindi l'ultima acquisizione<br />
di rilievo della collezione del<br />
museo nel 2003. Un letto che risale<br />
circa al 1820, in noce italiana, di forma<br />
semplice, a barca. Commuove il<br />
ritratto di Keats sul letto di morte<br />
opera di Severn posto sopra il letto<br />
disegnato circa tre settimane prima<br />
che il poeta morisse della stesso male<br />
che aveva già ucciso la madre e il fratello<br />
minore Tom.<br />
Il visitatore non può fare a meno di<br />
confrontare la maschera funebre di<br />
Keats che si trova accanto al letto<br />
con quella presa in vita che si trova<br />
nella stanza accanto creata da Haydon<br />
nel 1816 la quale secondo la sorella<br />
di Keats Fanny “era una copia<br />
perfetta dei tratti del mio caro fratello”.<br />
La notizia della morte del<br />
poeta giunse in Inghilterra circa un<br />
mese dopo la scomparsa di Keats.<br />
Nel maggio del 1821 così Fanny<br />
Brawne scrisse a Fanny Keats “posso<br />
dire a te che dopo di me lo amavi più<br />
di tutti, che io non mi sono ripresa,<br />
né mai mi riprenderò”. Le lettere ancora<br />
chiuse di Fanny Brawne, oltre a<br />
quelle della sorella, furono sepolte insieme<br />
a Keats.<br />
La Keats - Shelley House è un luogo<br />
fuori dal tempo, dall'atmosfera unica<br />
che conserva intatta quell'aura di<br />
romanticismo caratteristica dell'opera<br />
di John Keats, sicuramente uno<br />
dei più sublimi e delicati poeti di tutti<br />
i tempi. “Una cosa bella è una gioia<br />
per sempre, il suo splendore aumenta,<br />
mai potrà passare nel nulla,<br />
per sempre manterrà un suo luogo<br />
quieto per noi, un sonno pieno di<br />
dolci sogni”.<br />
John Keats Endymion (1817).<br />
Per quest’articolo sono state fondamentali<br />
le citazioni tratte dalla Guida<br />
Keats - Shelley House Edizioni Il<br />
Labirinto Roma (2007).<br />
Dal 9 aprile al 24 novembre 2012 si<br />
svolgerà presso i locali della Keats -<br />
Shelley House la mostra Illustrating<br />
Keats. L'esposizione raccoglie le immagini<br />
più belle tratte dalle edizioni<br />
illustrate delle opere di John Keats<br />
che sono apparse dall’età vittoriana<br />
fino ai giorni nostri.<br />
Keats - Shelley Memorial House<br />
Museo e Biblioteca<br />
Piazza di Spagna, 26 - 00187 Roma<br />
Tel. 066784235<br />
Orari di apertura:<br />
Lun/Ven: 10-13, 14-18;<br />
Sabato: 11-14, 15- 18.<br />
Domenica chiuso<br />
Il museo sarà chiuso il 15 agosto.<br />
Biglietti: Intero € 4,50, ridotto €<br />
3,50.<br />
www.keats-shelley-house.org<br />
Info@keats-shelley-house.org<br />
pontemilvio<br />
arte<br />
29
LLa delicata luminosità<br />
del cielo d'Olanda screziato<br />
da nuvole color<br />
bianco latte e gli interni<br />
borghesi della vita quotidiana<br />
nella Deft del<br />
XVII Secolo. L'arte di<br />
quel grande, indiscusso<br />
maestro che è Johannes Vermeer è<br />
tutta compresa in questa atmosfera<br />
e in quella luce ghiacciata e stupefacente<br />
del Nord che incanta il visitatore<br />
in una mostra che “è un evento<br />
forse irripetibile per l'Italia” come ha<br />
dichiarato Mario De Simoni, direttore<br />
generale dell'Azienda Palaexpò -<br />
Scuderie organizzatrice dell'esposizione.<br />
Coprodotta con MondoMostre, la<br />
mostra è a cura di Arthur K. Wheelock,<br />
Curator of Northern Baroque<br />
Paintings, National Gallery of Art di<br />
Washington, Walter Liedtke, Curator<br />
of European Paintings, Metropolitan<br />
Museum of Art di New York e Sandrina<br />
Bandera, Soprintendente per il<br />
Patrimonio Artistico Storico, Artistico<br />
ed Etnoantopologico di Milano.<br />
Della vita di uno tra i pittori più<br />
amati dal grande pubblico, nato a<br />
Deft il 31 ottobre 1632 e morto sempre<br />
a Deft il 15 dicembre 1675, si sa<br />
pochissimo. Sappiamo che Vermeer,<br />
figlio di un tessitore di seta che commerciava<br />
anche in opere d'arte, dipinse<br />
non più di 50 quadri nella sua<br />
vita, il suo catalogo ne contiene ap-<br />
30 pontemilvio<br />
Johannes Vermeer<br />
A Lady Standing at a Virginal, 1670/1673 ca.<br />
Olio su tela, 51.7 x 45.2 cm<br />
The National Gallery, Londra<br />
Vermeer<br />
illumina Roma<br />
Alle Scuderie del Quirinale una<br />
rassegna sul maggior esponente della<br />
pittura olandese del XVII secolo<br />
La mostra sarà a Roma fino al<br />
20 gennaio 2013.<br />
di Alessandra Stoppini<br />
pena 37 e solo 26, conservati in 15<br />
collezioni diverse, possono essere<br />
movimentati. Delle opere del pittore<br />
olandese riconosciute autografe,<br />
nessuna appartiene a una collezione<br />
italiana. Vermeer lavorava solo su<br />
commissione dipingendo due o tre<br />
opere l’anno, quel necessario per<br />
mantenere la moglie Catherina Bolnes<br />
e gli undici figli.<br />
La mostra romana presenta una preziosa<br />
selezione di 8 opere di Johannes<br />
Vermeer (dipinti tra il 1655 e il<br />
1675) e 49 opere di artisti olandesi<br />
suoi contemporanei (Carel Fabritius<br />
dal quale Vermeer apprese i primi<br />
rudimenti del mestiere, Nicolaes<br />
Maes, Gerard ter Borch Pieter de Hooch,<br />
Gerard Dou, Gabriel Metsu,<br />
Frans van Mieris e Jacob Ochtervelt).<br />
Un suggestivo confronto nato per<br />
esaltare il secolo d'oro dell'arte olandese<br />
(basti pensare che solo a Deft vi<br />
erano 25mila abitanti e 52 artisti)<br />
che riflette la cultura medio - borghese<br />
dell'Olanda del Seicento. I<br />
committenti di Vermeer e dei suoi<br />
colleghi erano sia collezionisti - mercanti<br />
sia piccoli borghesi, quali panettieri<br />
e birrai che esponevano i<br />
quadri nelle loro abitazioni, sempre<br />
in cerca di nuovi soggetti. Quindi era<br />
la vita privata, reale, quotidiana fatta<br />
di gesti e istanti intimi quali il corteggiamento,<br />
lo studio della scienza<br />
e della musica il tema delle opere<br />
degli artisti fiamminghi. Una narrazione<br />
per immagini, attimi di un universo<br />
operoso, luminoso e assorto<br />
velato di sottile ironia proprio mentre<br />
nello stesso periodo storico in Italia<br />
le grandi committenze, quali la<br />
Chiesa e le corti principesche, chiedevano<br />
forme d'arte pubblica e di<br />
grande formato.<br />
Vermeer dunque ci racconta “un<br />
mondo per noi assolutamente ignoto”<br />
sancisce Rossella Vodret ex So-<br />
printendente al Polo Museale della<br />
città di Roma. Nella mostra alle Scuderie<br />
“vedremo quasi un terzo dell'opera<br />
di Vermeer che può essere<br />
mostrata in giro per il mondo” afferma<br />
De Simoni. Quello che distingue<br />
le 8 opere di Vermeer da quelle dei<br />
suoi contemporanei saggiamente<br />
esposte lontane una dall'altra, quasi<br />
una a ogni sala, è la luce che sprigionano<br />
dove i colori dominanti sono il<br />
blu e il giallo. L'artista, infatti, è conosciuto<br />
anche come il Maestro della<br />
luce olandese per la sua straordinaria<br />
capacità di descrivere la luce del<br />
cielo d’Olanda. Sembra, infatti, che<br />
dopo l’avanzata del terreno bonificato,<br />
il colore del cielo olandese sia<br />
cambiato perché la luce non è stata<br />
più riflessa verso l’alto dalle paludi e<br />
dai laghi. Questi dipinti sono anche<br />
una testimonianza preziosa per rivivere<br />
la delicata luminosità dei cieli<br />
olandesi.<br />
Nella prima sala delle Scuderie che<br />
accoglie i visitatori, si confronta<br />
l'olio su tela La stradina (1658 circa)
un raro esterno di Vermeer conservato<br />
ad Amsterdam con il grande dipinto<br />
veduta del Municipio nuovo di<br />
Amsterdam (1667) di Jan van der<br />
Heyden proveniente dalla Galleria<br />
degli Uffizi di Firenze. La variopinta<br />
stradina di Deft che contiene anche<br />
due piccole figure femminili può essere<br />
scambiata per una fotografia<br />
ante - litteram dove il cielo assomiglia<br />
al blu delle famose ceramiche di Deft.<br />
Le cronache raccontano della commozione<br />
del Presidente Giorgio Napolitano,<br />
che ha visitato in anteprima<br />
la mostra che ha registrato 70<br />
mila prenotazioni già prima dell'apertura,<br />
di fronte a un piccolo olio<br />
su tela Ragazza con il cappello rosso<br />
(1665/1667) tavoletta di legno di<br />
quercia, diciotto centimetri di base,<br />
prestato dalla National Gallery di<br />
Washington sfolgorante di rosso e<br />
blu lapislazzulo, dalla posa simile al famoso<br />
ritratto La ragazza col turbante.<br />
In mostra manca appunto La ragazza<br />
con l'orecchino di perla di Vermeer<br />
ma è esposto Donna con orecchino<br />
di perle (1654) di Fabritius il pittore<br />
morto a soli 32 anni nell'esplosione<br />
di una polveriera tragico avvenimento<br />
cittadino che Egbert van der Poel<br />
ritrasse nell'olio su tavola Veduta di<br />
Deft con l'esplosione del 1654 presente<br />
lungo il percorso espositivo.<br />
Gli altri capolavori di Vermeer in mostra<br />
sono Giovane donna con bicchiere<br />
di vino (1659/60), Santa Prassede<br />
(1655) opera giovanile dalla<br />
collezione privata di Barbara Piasecka<br />
Johnson, Allegoria della fede<br />
(1670/72) olio su tela dal Metropolitan<br />
Museum of Art di New York, Giovane<br />
donna seduta al virginale<br />
(1670/72) proveniente da una collezione<br />
privata di New York e Giovane<br />
donna in piedi al virginale (1670/72)<br />
prestato da un museo londinese. La<br />
Johannes Vermeer<br />
Girl with a Red Hat, 1665/1667 ca.<br />
Olio su tela, 23.2 x 18.1 cm<br />
National Gallery of Art, Washington<br />
suonatrice di liuto (1662/63) è una<br />
rara fascinazione e un sussulto nell'animo<br />
di chi osserva. Non si finisce<br />
mai di ammirare il piccolo dipinto<br />
conquistati dalla perfezione e dalla<br />
cura di ciascun dettaglio.<br />
Questo sublime artista possiede il<br />
potere di “farci percepire i sentimenti<br />
delle sue piccole figure femminili”<br />
ha dichiarato Sandrina Bandera. Citiamo<br />
inoltre Il suonatore di violoncello<br />
(1658/1660) di Gabriel Metsu<br />
Royal Collection Londra, Curiosità<br />
(1660/1662) di Gerard ter Borch Metropolitan<br />
Museum of Art di New<br />
York e Concerto di famiglia<br />
Egbert van der Poel<br />
A view of Delft with the Explosion of 1654, 1654<br />
Olio su tavola, 36 x 49 cm<br />
Collezione Johnny van Haeften, Londra<br />
(1668/1670) di Godefridus Schalken<br />
concesso in prestito da Sua Maestà la<br />
Regina Elisabetta II di Inghilterra.<br />
Il maestro della luce amato da Proust<br />
morì quasi in povertà e la moglie fu<br />
costretta a cedere due dipinti del defunto<br />
marito a un fornaio per saldare<br />
un debito di 617 fiorini. Pietro Citati<br />
ha spiegato che del pittore non<br />
esiste “una lettera, una pagina di appunti,<br />
un disegno, un ritratto”.<br />
Johannes Vermeer ci parla attraverso<br />
i suoi capolavori con la sua straordinaria<br />
raffinatezza esecutiva e il suo<br />
è un linguaggio muto che arriva al<br />
cuore.<br />
pontemilvio<br />
mostra<br />
Vermeer.<br />
Il secolo d'oro dell'arte olandese<br />
Scuderie del Quirinale<br />
via XXIV Maggio 16, Roma<br />
27 settembre 2012<br />
20 gennaio 2013<br />
Ingresso:<br />
€ 12 - ridotto € 9,50<br />
Orario:<br />
da domenica a giovedì 10-20;<br />
venerdì e sabato 10-22.30.<br />
L’ingresso è consentito fino a un’ora<br />
prima dell'orario di chiusura.<br />
Info:<br />
tel. 06.39967500<br />
Catalogo Skira € 49,00<br />
www.scuderiequirinale.it<br />
31
Roma sport<br />
SPQR Sport Day<br />
Via dei Fori Imperiali, per un giorno città dello sport.<br />
GGrande successo<br />
a Via dei Fori Imperiali<br />
per l'“Spqr<br />
Sport Day”, la<br />
manifestazione<br />
promossa dal Dipartimento<br />
Sport<br />
di Roma Capitale<br />
che ha portato oggi in piazza oltre<br />
trecentomila persone. Una giornata<br />
all'insegna dello sport in una domenica<br />
di sole nel cuore della città,<br />
chiuso al traffico per ospitare la palestra<br />
a cielo aperto più bella e più<br />
grande del mondo. A fare una passeggiata<br />
tra i campi allestiti ad hoc<br />
per l'occasione e dedicati al rugby e<br />
al calcio, al basket e al tennis, all'hockey<br />
e al badminton, agli antichi<br />
giochi di strada e alle più innovative<br />
discipline sportive, il sindaco di<br />
Roma Capitale Gianni Alemanno e il<br />
Delegato alle Politiche Sportive di<br />
Roma Capitale Alessandro Cochi.<br />
«La nostra città offre una grande vetrina<br />
per lo sport - ha commentato il primo<br />
cittadino - e questo enorme successo<br />
dimostra che Roma ha voglia e piacere<br />
di dedicarsi all'attività fisica. Per<br />
questo il messaggio che lanciamo è<br />
molto forte e chiaro: nessuno deve essere<br />
privato della possibilità di fare<br />
sport, perché lo stesso è anzitutto uno<br />
strumento di educazione e di crescita».<br />
32 pontemilvio<br />
«In via dei Fori Imperiali ci sono decine<br />
di migliaia di persone. Un bilancio<br />
assolutamente positivo per questa<br />
prima edizione - ha detto il delegato<br />
alle Politiche Sportive<br />
Alessandro Cochi - Sicuramente un<br />
punto di partenza: manifestazioni di<br />
questo tipo andrebbero promosse<br />
più spesso. Il successo dell'evento testimonia<br />
quanto importante sia il<br />
coinvolgimento del mondo dello<br />
sport a 360 gradi. La collaborazione<br />
con le Federazioni, con gli Enti di<br />
Promozione Sportiva sotto l'egida<br />
del CONI, con i Gruppi Sportivi Militari,<br />
con le associazioni dilettantistiche<br />
e non è la riprova che insieme si<br />
possono realizzare iniziative che<br />
rientrano a pieno titolo nella mission<br />
del Dipartimento Sport: far sì che<br />
sempre più romani pratichino sport,<br />
soprattutto in periferia, giovani,<br />
meno giovani e diversamente abili,<br />
perché chi fa attività fisica sta meglio<br />
con se stesso e con gli altri.<br />
Quando poi si riesce, come oggi – ha<br />
aggiunto il delegato Cochi – a far incontrare,<br />
in una cornice d'eccezione<br />
come Via dei Fori Imperiali, lo sport<br />
di vertice con quello di base la soddisfazione<br />
cresce: è bello pensare<br />
che un ragazzino possa per la prima<br />
volta praticare una determinata disciplina<br />
e dire ai propri genitori, 'da<br />
domani voglio iscrivermi ad una palestra'».<br />
Sul palco allestito a via dei Fori Imperiali<br />
sono saliti, insieme alle istituzioni,<br />
numerosi vip e campioni dello<br />
sport, alcuni dei quali provenienti<br />
dalla recente olimpiade londinese.<br />
Tra questi, Marcos Evangelista De<br />
Moraes, meglio noto come Cafù, ex<br />
difensore della Roma e miglior terzino<br />
destro della storia giallorossa,<br />
Giacomo Losi, l'indimenticato capitano<br />
giallorosso, anche lui nella Hall of<br />
Fame della Roma, il pugile Vincenzo<br />
Mangiacapre, la Nazionale di Rugby,<br />
la schermitrice Ilaria Salvatori, le ginnaste<br />
azzurre Elisa Santoni ed Elisa<br />
Blanchi, il tiratore Roberto Di Donna,<br />
l'arciere Ilario di Buò, il tuffatore<br />
romano Tommaso Marconi, la remiera<br />
Gabriella Bascelli, Oxana Corso,<br />
reduce della trionfale spedizione alle<br />
Paralimpiadi di Londra con due ori al<br />
collo conquistati nei 100 e 200 metri.<br />
Hanno partecipato all'evento anche<br />
la Fondazione Castelli, l'Associazione<br />
Alessandro Bini, la Fondazione Gabriele<br />
Sandri ed altre associazioni<br />
che si battono per la prevenzione e<br />
la salute nello sport.<br />
Proprio sotto il Campidoglio è stato<br />
derby tra Lazio e Roma, che hanno<br />
allestito i propri villaggi, presi d'assalto<br />
da giovani e meno giovani.
enessere<br />
Alzi la mano chi<br />
non porta mai<br />
un tacco sopra i<br />
7 cm !!!<br />
Sono irresistibili!<br />
Del resto i tacchi<br />
stanno alle donne<br />
come i motori<br />
agli uomini. Come farne a meno?<br />
Persino io che vivo per lo più scalza,<br />
non posso fare a meno di comprare<br />
quello che rappresenta l’oggetto del<br />
desiderio di ogni donna: la scarpa<br />
con il tacco vertiginoso.<br />
Non che gli Ugg siano meglio: stare<br />
in tutto quel calore anche quando<br />
non fa freddo semplicemente per il<br />
godurioso effetto pantofola....<br />
Analizziamo un pò la posizione e i<br />
suoi effetti:<br />
La prima riflessione da farsi è quella<br />
sulla postura.<br />
Il fatto di posizionare più in alto i talloni<br />
modifica il baricentro: le ginocchia<br />
si stenderanno maggiormente<br />
per tenere l'equilibrio, il bacino ruoterà<br />
in avanti (lo so è quello che vi<br />
piace perché vi da l'andatura da Paperina)<br />
e di conseguenza la curva naturale<br />
della nostra colonna a livello<br />
lombare, diventerà maggiore.<br />
A lungo andare cominceremo ad<br />
avere dolori proprio in quella parte<br />
della schiena.<br />
In base all’altezza del tacco, il piede<br />
si "arcuerà" mantenendo una posizione<br />
non idonea per assicurare una<br />
buona circolazione sanguigna (e direi<br />
anche linfatica).<br />
Risultato: dolori e gonfiori.<br />
34 pontemilvio<br />
Amato tacco 12...<br />
Quanto ti amo,<br />
ma quanto mi fai male!<br />
di Claudia Rossoni<br />
certified Pilates Teacher<br />
Studio Pilates Roma<br />
www.studiopilatesroma.it<br />
Fin qua ho detto tutto quello che già<br />
sappiamo ma che volutamente “dimentichiamo”<br />
ogniqualvolta saliamo<br />
sulle nostre scarpe preferite.<br />
Andiamo ora ad analizzare gli effetti<br />
sulle gambe:<br />
ginocchio: la pressione all'interno<br />
dell'articolazione può arrivare anche<br />
al 26% in più del normale.<br />
Ciò può portare a degenerazione della<br />
cartilagine e di tutte le altre parti<br />
dell'articolazione (Artrite precoce).<br />
Polpaccio: a furia di stare arrampicate,<br />
il vostro muscolo si accorcerà. Ve<br />
ne accorgerete camminando scalze,<br />
trovando fatica ad appoggiare i talloni.<br />
La contrattura/accorciamento<br />
potrà essere tale da aver<br />
bisogno della riabilitazione per riuscire<br />
a stare con i talloni a terra senza<br />
provare dolore.<br />
Stesso discorso vale per il Tendine di<br />
Achille che, perdendo elasticità, potrà<br />
procurarvi delle infiammazioni<br />
quando userete i tacchi bassi<br />
Dolore calcaneare. E' una patologia<br />
che insorge a causa dell'appoggio<br />
del tallone e per la pressione della<br />
scarpa. L'osso si "allarga" e compare<br />
un'escrescenza subito sotto il tendine<br />
di Achille. Si elimina solo con intervento<br />
chirurgico.<br />
Caviglie: vengono sottoposte a grande<br />
lavoro ed al rischio di storte.<br />
Cuscinetto plantare: è la parte in cui<br />
si scarica tutto il peso del corpo. Al<br />
momento la presenza del "plateau",<br />
nei modelli all'ultimo grido, allevia<br />
leggermente il dolore perché rende<br />
più solida la scarpa, ma la possibilità<br />
di contrarre una metatarsalgia è<br />
molto alta.<br />
Dita: la costrizione della posizione<br />
delle dita, a causa della punta corta<br />
o stretta, o della posizione esagerata,<br />
può causare le dita a martello e/o<br />
l'alluce valgo. Oltre all'ovvio dolore<br />
conseguente, se ne ricava una deformazione<br />
piuttosto brutta. Unica so-<br />
luzione, anche in questo caso, sarà<br />
quella chirurgica.<br />
A questo punto sarete abbattute o<br />
demotivate. Come consiglio però, mi<br />
sento di dire che non è necessario<br />
buttarli via per sempre, ma farne<br />
buon uso. Non è una frase fatta.<br />
Cercate di non portarli h24 ma di alternarli<br />
con tacchetti più bassi o calzature<br />
che sostengano in modo confortevole<br />
il piede.<br />
Trovate il modo di tenere il più possibile<br />
un'andatura che permetta una<br />
corretta articolazione della caviglia.<br />
Se proprio non potete fare a meno<br />
dei tacchi alti, cercate di compensare<br />
i problemi che possono derivare dall’uso<br />
facendo ginnastica sui tappeti<br />
elastici o esercizi a piedi nudi. In alternativa<br />
potreste dedicarvi ad esercizi a<br />
casa con la banda elastica seguiti da<br />
pediluvi e massaggi di mobilizzazione<br />
per le dita ed il metatarso.<br />
Infine, altra valida alternativa è rappresentata<br />
dalla ginnastica propriocettiva,<br />
ma in questo caso è bene rivolgersi<br />
a personale esperto.
Gengive sanguinanti addio!<br />
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