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i fines Castellana. - Itinerari Medievali

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nemmeno 4 chilometri a sud di Castell’Arquato.<br />

In una donazione dell’832 viene elargita la quarta parte dei beni di un<br />

personaggio situati hic finibus <strong>Castellana</strong> 20 . Non si nomina alcuna località<br />

nel testo, che è esente da lacune, ma nell’actum risulta che il documento è<br />

stato scritto a Marriano. Quindi, tale luogo doveva essere nei <strong>fines</strong><br />

<strong>Castellana</strong>. Se osserviamo la carta al 100.000 dell’Istituto Geografico<br />

Militare, constatiamo l’esistenza ai giorni nostri di ben 4 località, in<br />

territorio a quel tempo piacentino, col nome di Mariano o simile. C’è<br />

Mariano di Valmozzola, nell’antica circoscrizione plebana di Gusaliggio, a<br />

sud di Varsi; Mariano di Pellegrino, a un paio di chilometri circa a est di<br />

questa località, che doveva appartenere alla pieve piacentina di Iggio 21 ;<br />

Mariano a un po’ più di 2 chilometri a sud di Castell’Arquato; Il Marano tra<br />

il torrente Nure e il flume Trebbia, all’altezza di Rivergaro, a press’a poco<br />

19 chilometri a ovest di Castell’Arquato. Solo Il Marano ci sembra non<br />

potesse rientrare nei <strong>fines</strong> <strong>Castellana</strong>, data la sua vicinanza a Piacenza. Gli<br />

altri tre Mariano potevano tutti far parte del nostro territorio. Quale di essi<br />

esisteva già allora? Marianum compare anche in altri documenti del secolo<br />

IX, che possono aiutarci nell’identificazione. L’anno 843 due fratelli<br />

vendono 5 appezzamenti di terreno in fundo Bagnolo 22 . La quarta pezza era<br />

situata, precisamente, in Monteglo. L’atto è stilato a Mariano e fra i<br />

testimoni compaiono un Pietro scurio, probabilmente da intendersi scario,<br />

Va1perto de Mariano e Lamperto de Albariola. In una donazione dell’884 si<br />

nominano dei beni in fundo et loco Gudi e in fundo et loco qui dicitur<br />

Mariano 23 . Le terre in questione vengono donate a Sant’Antonino di<br />

Piacenza e l’atto è scritto a Cucullo ad plebe Sancti Nazarii. Falconi,<br />

nell’indice, alla voce Cucullo aggiunge tra parentesi la variante Cogullo. Ma<br />

non lo si trova sulle carte. Facile è, però, trovare la pieve di San Nazzaro. Le<br />

Rationes Decimarum contemplano una sola pieve piacentina di questo<br />

titolo, compresa esattamente tra le chiese poste ultra Nuriam et Arda 24 . Vi<br />

sono, poi, due cappelle recanti lo stesso titolo, ma situate in città 25 . La pieve<br />

era, dunque, rispetto a Piacenza, al di là, cioè a est del Trebbia. Doveva<br />

trattarsi dell’odierno San Nazzaro, sul Po, a una quindicina di chilometri<br />

dalla città. Qui doveva, dunque, essere Cucullo, la cui pieve portava il titolo<br />

di S. Nazzaro. C’è, però, una grossa difficoltà: nell’atto di un placito<br />

20 ibid., n. 11, p. 17.<br />

21 Rationes Decimarum Italiae nei secoli XIII e XIV, Aemilia, a cura di A. Mercati, E.<br />

NASALLI-ROCCA, P. SELLA, Città del Vaticano MDCCCCXXXIII, nn. 5443, 5562, 5868,<br />

5449, 5560, 5838. Cfr. E. NASALLI-ROCCA, cit., p. 153 e p. 152.<br />

22 FALCONI, n. 20, p. 31.<br />

23 ibid., n. 51, p. 89.<br />

24 Rationes Decimarum cit., n. 5521.<br />

25 ibid., nn. 5721, 5767, 5768.

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