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Aretusa Medica 100 anni - Ordine dei Medici Chirurghi ed ...

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Direttore Responsabile<br />

Dr. Biagio Scandurra<br />

R<strong>ed</strong>attore Capo<br />

Dr. Gaetano De Grande<br />

Comitato di R<strong>ed</strong>azione<br />

Dr. Orazio Antonuccio<br />

Dr. Cirino Guido Bruno<br />

Dr. Angelo Giudice<br />

Dr. Salvatore Rossitto<br />

Dr. Luca Signorelli<br />

Comitato Scientifico<br />

Prof. Franco Salomone<br />

Presidente<br />

Prof. Gaetano Bellomo<br />

Dr. Andrea Piccolo<br />

Editore<br />

Emanuele Romeo Editore<br />

by Emarom s.a.s.<br />

Via Forte Vigliena, 6 - Siracusa<br />

Tel. 0931.463133 - Fax 0931.463193<br />

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Stampa<br />

Nuova Grafica<br />

di Invernale Antonino<br />

Floridia (SR)<br />

Autorizzazione Tribunale di Siracusa n. 21 del 2/12/1989<br />

Anno XXI - Dicembre 2010 - Speciale <strong>100</strong> <strong>anni</strong><br />

Diffusione gratuita a tutti gli iscritti all'<strong>Ordine</strong> di Siracusa<br />

<strong>ed</strong> a tutti gli Ordini d'Italia.<br />

SOMMARIO<br />

Per un nuovo professionalismo m<strong>ed</strong>ico<br />

fondato sull’alleanza terapeutica<br />

di Am<strong>ed</strong>eo Bianco ................................................................ 3<br />

I cento <strong>anni</strong> degli Ordini <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong><br />

festeggiati anche a Siracusa<br />

di Biagio Scandurra ........................................................... 11<br />

Odontoiatria: la sfida dell’integrazione<br />

di Dario Di Paola ................................................................ 15<br />

Consapevoli della nostra missione<br />

di Chiara Barone ................................................................ 19<br />

Nel segno della continuità.................................................... 21<br />

La cerimonia a Roma............................................................. 27<br />

Evoluzione demografica degli iscritti<br />

agli Ordini provinciali............................................................ 29


Cosma, patrono <strong>dei</strong> chirurghi e Damiano, patrono <strong>dei</strong> m<strong>ed</strong>ici.<br />

(Frontespizio dell’opera di Hans von Gersdorf: Feldtbuch der Wundartzney –<br />

ricettario per la guarigione delle ferite – <strong>ed</strong>ita a Strasburgo nel 1517.<br />

Incisione di Hans Wechtlin).


ARETUSA MEDICA SPECIALE <strong>100</strong> ANNI 3<br />

PER UN NUOVO PROFESSIONALISMO<br />

MEDICO FONDATO<br />

SULL’ALLEANZA TERAPEUTICA<br />

AMEDEO BIANCO<br />

Presidente della F<strong>ed</strong>erazione Nazionale<br />

degli Ordini <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong> <strong>Chirurghi</strong> e degli Odontoiatri<br />

La malattia, al centro del tradizionale paradigma<br />

biom<strong>ed</strong>ico e al quale, a partire dalla<br />

metà dell’800, si è saldamente ancorata la<br />

travolgente ascesa del professionalismo m<strong>ed</strong>ico<br />

del ventesimo secolo, oggi configura in<br />

realtà una sorta di oggetto fluttuante all’interno<br />

dello spazio definito da tre diverse <strong>ed</strong><br />

a volte conflittuali rappresentazioni: quella<br />

del malato, quella del m<strong>ed</strong>ico, quella della<br />

società.<br />

In questo spazio si muovono con discrete<br />

fortune culture della salute e della cura “non<br />

ortodosse”, alcune relativamente vecchie<br />

(m<strong>ed</strong>icine e pratiche non convenzionali), altre del tutto nuove: il self-care, il<br />

well-being.<br />

La malattia, territorio indiscusso <strong>dei</strong> dottori, rappresenta in questi tempi, o<br />

meglio in questo nuovo secolo, un fenomeno multidimensionale in costante<br />

mutamento non solo per gli aspetti tecnico scientifici, ma anche come prodotto<br />

dell’interazione delle esperienze soggettive delle persone malate e <strong>dei</strong><br />

numerosi condizionamenti che la società nel suo complesso, per scelte eco-


4 SPECIALE <strong>100</strong> ANNI<br />

ARETUSA MEDICA<br />

nomiche, politiche <strong>ed</strong> etiche, impone alle pratiche professionali <strong>ed</strong> alle stesse<br />

possibilità di scelta <strong>dei</strong> cittadini.<br />

La moltiplicazione e la segmentazione <strong>dei</strong> saperi e delle competenze in<br />

m<strong>ed</strong>icina <strong>ed</strong> in sanità è paradossalmente diventato un tallone di Achille della<br />

tradizionale dominanza tecnica del m<strong>ed</strong>ico, laddove ha prima determinato<br />

e poi incentivato lo sviluppo di nuovi professionalismi sanitari che oggi<br />

lambiscono e talora invadono gli storici territori di attività esclusiva del m<strong>ed</strong>ico<br />

e dell’odontoiatra.<br />

Questi processi destabilizzano in modo pervasivo le basi cognitive e relazionali<br />

dell’esercizio professionale, producendo evidenti disagi nella misura<br />

in cui impongono risposte efficaci e coerenti ai cambiamenti che coinvolgono<br />

m<strong>ed</strong>ici, m<strong>ed</strong>icina e sanità, salvo scontare una sostanziale marginalità<br />

tecnica, civile e sociale della professione.<br />

Anche questo ci insegna la storia che abbiamo inteso raccontare in questo<br />

numero d<strong>ed</strong>icato a cento <strong>anni</strong> di professione, naturalmente vissuta in contesti<br />

sociali, civili e tecnico scientifici diversi ma straordinariamente accomunata<br />

da ragioni e passioni professionali che intatte dobbiamo consegnare al<br />

secolo che verrà.<br />

Abbiamo infatti bisogno della forza di quelle passioni e di quelle ragioni<br />

per comprendere il fenomeno, all’apparenza paradossale, secondo il quale,<br />

nel vissuto e nel percepito <strong>dei</strong> m<strong>ed</strong>ici, siano avvertite profonde incertezze sui<br />

fini e sugli scopi della m<strong>ed</strong>icina, della sanità e dello stesso esercizio professionale<br />

in una fase in cui è invece in crescita esponenziale il grande patrimonio<br />

civile e sociale che ha costruito l’ascesa e l’affermazione della dominanza<br />

del professionalismo m<strong>ed</strong>ico e cioè i saperi e i poteri della m<strong>ed</strong>icina<br />

sulla salute e sulla vita.<br />

Queste incertezze vanno affrontate individuando i determinanti <strong>dei</strong> grandi<br />

processi di cambiamento, valutando il loro impatto tecnico professionale,<br />

etico e sociale sul complesso sistema delle cure e dell’assistenza, sulle pratiche<br />

professionali, per contrastarne le derive minacciose, per accettarne invece<br />

le sfide capaci di produrre miglioramenti e prospettare in tal modo un<br />

riposizionamento, autonomo e responsabile, della professione m<strong>ed</strong>ica nel<br />

core di quei processi decisionali che oggettivamente le competono e dai<br />

quali sempre più spesso risulta emarginata. Oggi, forse più di ieri, non è facile<br />

rivendicare ruoli autonomi <strong>ed</strong> avocare responsabilità in un contesto che,<br />

sempre più spesso, mette in evidenza preoccupanti inadeguatezze del decisore<br />

politico ad assumere le scelte che gli competono sugli aspetti diretta-


ARETUSA MEDICA SPECIALE <strong>100</strong> ANNI 5<br />

mente connessi con il corpo umano e con i suoi valori etici e civili e più in generale<br />

con le questioni di carattere sanitario concernenti le garanzie dell’equità<br />

e dell’efficacia della tutela della salute.<br />

Le scelte in sanità coinvolgono diritti <strong>dei</strong> cittadini e libertà delle persone e,<br />

anche per questo, hanno bisogno di una politica buona, capace cioè di scegliere<br />

gli indirizzi con autorevolezza, trasparenza e responsabilità, così come<br />

di una gestione <strong>dei</strong> servizi di cura <strong>ed</strong> assistenza competente <strong>ed</strong> efficiente<br />

nell’uso delle risorse.<br />

Questo cerchio virtuoso fatica a chiudersi, se i professionisti sono tenuti<br />

nell’angolo ridotti ad una anonima prima linea, esposta su un fronte sconfinato<br />

di m<strong>ed</strong>iazioni difficili tra presunte infallibilità e i limiti oggettivi della m<strong>ed</strong>icina<br />

e <strong>dei</strong> m<strong>ed</strong>ici, tra domande infinite e risorse definite, tra speranze <strong>ed</strong><br />

evidenze, tra accessibilità <strong>ed</strong> equità, tra chi decide e che cosa si decide.<br />

In questi nuovi contesti, assume una straordinaria rilevanza il compito di<br />

esercitare un ruolo efficace di indirizzo e governo della qualità dell’esercizio<br />

professionale non solo inteso come buona pratica tecnica ma anche come<br />

consapevole e responsabile assunzione di responsabilità civili e sociali nella<br />

garanzia del diritto alla tutela della salute nel secolo che verrà.<br />

La storia che proponiamo ci consegna la speranza di una missione possibile,<br />

quella cioè di poter responsabilmente e legittimamente saldare interessi<br />

professionali ad interessi generali della comunità.<br />

È ancora possibile che la professione m<strong>ed</strong>ica possa cessare di subire e<br />

cominciare a stupire se abbandonerà logiche e culture del passato, troppo<br />

spesso ridotte a mera difesa di interessi imm<strong>ed</strong>iati e parcellizzati, nell’illusione<br />

miope che salvando le rispettive parti si possa salvare il tutto.<br />

Queste logiche e queste culture hanno chiuso i m<strong>ed</strong>ici nelle varie ridotte<br />

professionali, i Sindacati di categoria, gli Ordini, le Società M<strong>ed</strong>ico-scientifiche,<br />

ognuno legittimamente <strong>ed</strong> orgogliosamente custode delle proprie diversità<br />

e <strong>dei</strong> propri territori di competenza <strong>ed</strong> ognuno generosamente impegnato<br />

a dare le proprie risposte alla propria percezione <strong>dei</strong> propri problemi.<br />

Il progetto che la Fnomceo ha messo in campo prima e dopo la Conferenza<br />

nazionale della Professione <strong>M<strong>ed</strong>ica</strong> svoltasi a Fiuggi, nel giugno<br />

2008, fondato su un’ampia coesione e sinergia delle rappresentanze storiche<br />

della professione nella costruzione di una piattaforma professionale comune,<br />

apre nuovi spazi di autorevolezza <strong>ed</strong> affidabilità verso i cittadini, le<br />

Istituzioni e la stessa Politica.<br />

In questo senso, sul piano generale, assume un valore sostanziale che


6 SPECIALE <strong>100</strong> ANNI<br />

ARETUSA MEDICA<br />

guarda al futuro l’esplicito pronunciamento sui principi generali che regolano<br />

il nostro sistema delle cure <strong>ed</strong> il primo impegno deve dunque essere per<br />

una tutela della salute garantita da un servizio universalistico, solidale, equo<br />

<strong>ed</strong> accessibile e di qualità.<br />

In questo modello, la nostra professione individua non solo uno strumento<br />

formidabile di coesione tra strati sociali, culture, per lo sviluppo <strong>dei</strong> diritti<br />

e delle libertà <strong>dei</strong> singoli e delle collettività, ma anche le condizioni permissive<br />

per lo sviluppo della moderna m<strong>ed</strong>icina sempre più sospinta nella innovazione<br />

dalla ricerca, dal massiccio ingresso delle tecnologie, da una circolazione<br />

vertiginosa <strong>dei</strong> saperi e <strong>dei</strong> bisogni.<br />

In questa sanità, caratterizzata dalla dominante presenza del terzo pagante<br />

pubblico che detta le sue regole, deve ancora compiutamente affermarsi<br />

un nuovo m<strong>ed</strong>ico, quello che non possi<strong>ed</strong>e le strutture, le tecnologie e<br />

nemmeno le fonti <strong>dei</strong> suoi saperi ma che è invece determinante nel produrre<br />

l’efficacia dell’intero sistema quando si cala nell’universo delle domande delle<br />

persone e delle comunità, quando deve fare i conti con la tenuta delle risorse<br />

e con la fiducia <strong>dei</strong> cittadini.<br />

Questo nuovo m<strong>ed</strong>ico, nel promuovere e praticare l’appropriatezza clinica,<br />

dà nuove prospettive alla sua missione di sempre, quella definita in vari<br />

articoli del Codice Deontologico e scolpita nel Giuramento Professionale, e<br />

cioè garantire la giusta distribuzione delle risorse secondo i bisogni, tutelare<br />

prioritariamente il bene salute e il bene vita, nel rispetto della libertà e dignità<br />

della persona, senza alcuna distinzione per quelle diversità vecchie e<br />

nuove (sociali, culturali, economiche, ambientali) che lo sviluppo della società<br />

moderna costantemente propone e che si traducono in forti elementi di<br />

disuguaglianze nell’accesso e nell’utilizzo delle tutele della salute.<br />

L’esercizio professionale del m<strong>ed</strong>ico, autonomo e responsabile costituisce<br />

altresì quel profilo di garanzia nella tutela della salute e della vita, che nessun<br />

altro può compiutamente e legittimamente avocare o revocare.<br />

Questo ruolo non è una scelta del m<strong>ed</strong>ico ma un suo obbligo, tanto che<br />

la nostra professione è fortemente esposta e responsabile sul piano dell’accessibilità<br />

ad alcuni diritti costituzionalmente sanciti (tutela della salute e della<br />

vita, della libertà e dignità della persona, della giustizia, della riservatezza,<br />

etc.) e il quotidiano esercizio professionale inevitabilmente intercetta forti<br />

valori civili riferiti alla persona e alle comunità, sempre più plurali, o meglio<br />

sempre più globali, per culture, storie, religioni, riferimenti etici.<br />

Non a caso, tutta la costruzione etica e civile della Deontologia Me-


ARETUSA MEDICA SPECIALE <strong>100</strong> ANNI 7<br />

dica e buona parte del futuro della professione m<strong>ed</strong>ica ruotano intorno<br />

ad un forte centro di gravità e cioè la relazione di cura o meglio l’alleanza<br />

terapeutica.<br />

Questa scelta non è un romantico disegno illuminista o un accorto ripiego<br />

per reggere l’urto insostenibile del nuovo paziente-impaziente <strong>ed</strong> esigente,<br />

ma il frutto più prezioso di intelligenze, di culture, di esperienze e sofferenze<br />

che hanno profondamente caratterizzato e talora condizionato i profili etici,<br />

civili e sociali di grandi questioni attinenti a diritti costituzionalmente protetti.<br />

Il Codice Deontologico, approvato nel dicembre 2006, si colloca all’interno<br />

di questa tradizione e, rispetto al prec<strong>ed</strong>ente del 1998 che aveva recepito<br />

i principi bioetici della Convenzione di Ovi<strong>ed</strong>o, appare ancora più<br />

positivo e propositivo, ancora meno paternalista e più lontano dalle suggestioni<br />

<strong>dei</strong> vecchi poteri e <strong>dei</strong> tradizionali autoritarismi della m<strong>ed</strong>icina e <strong>dei</strong><br />

m<strong>ed</strong>ici, per rafforzare invece una relazione m<strong>ed</strong>ico paziente, equilibrata, di<br />

pari dignità, fondata sull’informazione e sul consenso che, nel momento di<br />

ogni scelta, diventa un’alleanza.<br />

Un passaggio culturale e professionale non facile e non scontato che per<br />

alcuni suona ancora come una rinuncia o quantomeno come una intollerabile<br />

limitazione all’esercizio di una delega storicamente dominio indiscusso<br />

<strong>dei</strong> m<strong>ed</strong>ici, in altre parole una sorta di capitolazione dell’autonomia del m<strong>ed</strong>ico<br />

al prorompente emergere di un forte protagonismo del cittadino nelle<br />

scelte, a questo titolo variamente ridefinito come impaziente, consumatore,<br />

prepotente, esigente.<br />

Può così accadere, <strong>ed</strong> alcune esperienze lo confermano, che i conflitti oggi<br />

effettivamente comprimenti l’autonomia <strong>dei</strong> m<strong>ed</strong>ici <strong>ed</strong> oscuranti ruoli e poteri,<br />

quali ad esempio i limiti oggettivi della m<strong>ed</strong>icina e <strong>dei</strong> m<strong>ed</strong>ici a fronte di<br />

attese illimitate, la sostenibilità economica <strong>dei</strong> servizi sanitari scioccamente<br />

giocata su vincoli burocratici imposti, l’esasperato contenzioso m<strong>ed</strong>ico legale,<br />

pr<strong>ed</strong>atore di fiducia e di risorse <strong>ed</strong> alla base di devastanti pratiche difensive,<br />

i laceranti conflitti etici sulle scelte di inzio e fine vita, vengano talora<br />

identificati come il prodotto di una ipertrofia del principio di autodeterminazione<br />

del paziente.<br />

Il tramonto della storica “dominanza m<strong>ed</strong>ica” rischia così di scaricare tutto<br />

il suo potenziale di frustrazioni professionali nella relazione di cura, sollecitando<br />

una sorta di restaurazione di un neo paternalismo illuminato, un ritorno<br />

al passato improponibile e per giunta incapace di curare quel disagio.<br />

La centralità dell’alleanza terapeutica è dunque rafforzata in uno scena-


8 SPECIALE <strong>100</strong> ANNI<br />

ARETUSA MEDICA<br />

rio di esercizio professionale nel quale i due soggetti della relazione di cura<br />

sono attraversati da profondi e travolgenti cambiamenti.<br />

Il paziente è più consapevole <strong>dei</strong> suoi diritti, più informato e quindi più attento<br />

a rivendicare <strong>ed</strong> esercitare il proprio protegonismo nelle scelte; il m<strong>ed</strong>ico<br />

è sempre più schiacciato tra i crescenti obblighi verso questo paziente<br />

e i vincoli del contenimento <strong>dei</strong> costi, spesso malamente imposti e quindi percepiti<br />

come invadenti <strong>ed</strong> invasori delle sfere di autonomia e responsabilità<br />

proprie dell’esercizio professionale.<br />

Ma è soprattutto cambiato il contenuto della relazione di cura.<br />

• Sul piano tecnico-professionale, l’esplosione delle biotecnologie, della<br />

post-genomica, delle nanotecnologie, mentre esalta le potenzialità del tradizionale<br />

paradigma biom<strong>ed</strong>ico della diagnosi e cura della malattia accendendo<br />

attese e speranze quasi miracolistiche di nuovi straordinari poteri<br />

della m<strong>ed</strong>icina e <strong>dei</strong> m<strong>ed</strong>ici sulla vita biologica dal suo inizio alla sua<br />

fine, fatica invece a far comprendere i propri limiti e a motivare gli insuccessi<br />

senza perdere fiducia e ruoli.<br />

• Sul piano etico alcune di queste straordinarie conquiste si accompagnano<br />

a conflitti bioetici che toccano (e lacerano) valori profondi della persona<br />

e della collettività, altre pongono seri <strong>ed</strong> inquietanti dilemmi di giustizia<br />

in ragione delle risorse limitate.<br />

• Sul piano civile e sociale l’accesso equo a servizi di tutela efficaci, appropriati<br />

e sicuri sostanzia un diritto di cittadinanza, contribuendo a determinare<br />

senso di appartenenza ad una comunità <strong>ed</strong> ai suoi valori di solidarietà,<br />

di libertà, di tutela <strong>dei</strong> più fragili.<br />

Ai m<strong>ed</strong>ici di questo nuovo secolo spetta pertanto il difficile compito di trovare<br />

il filo del loro agire posto a garanzia della dignità e della libertà del<br />

paziente, delle sue scelte, della sua salute fisica e psichica, del sollievo della<br />

sofferenza e della sua vita in una relazione di cura costantemente tesa a<br />

realizzare un rapporto paritario <strong>ed</strong> equo, capace di ascoltare <strong>ed</strong> offrire risposte<br />

diverse a domande diverse.<br />

L’autonomia decisionale del cittadino, che si esprime nel consenso/dissenso<br />

informato, è l’elemento fondante di questa alleanza terapeutica al pari<br />

dell’autonomia e della responsabilità del m<strong>ed</strong>ico nell’esercizio delle sue<br />

funzioni di garanzia. In questo equilibrio, alla tutela <strong>ed</strong> al rispetto della libertà<br />

di scelta della persona assistita deve corrispondere la tutela <strong>ed</strong> il ri-


ARETUSA MEDICA SPECIALE <strong>100</strong> ANNI 9<br />

spetto dell’autonomia e responsabilità del m<strong>ed</strong>ico, in ragione della sua scienza<br />

e coscienza.<br />

Lo straordinario incontro, ogni volta unico e irripetibile, di libertà e responsabilità<br />

non ha dunque per il nostro Codice Deontologico natura meramente<br />

contrattualistica, ma esprime l’autentico e moderno ruolo del m<strong>ed</strong>ico<br />

nell’esercizio delle sue funzioni di garanzia.<br />

In questo nucleo forte di relazioni etiche, civili e tecnico-professionali il<br />

soggetto di cura e il curante, ciascuno “auto-re” di scelte, esprimono entrambi<br />

l’autonomia e la responsabilità che caratterizza ogni alleanza terapeutica<br />

e che in tal senso compiutamente rappresenta il luogo, il tempo e lo<br />

strumento per dare forza, autorevolezza e legittimazione a chi decide e a<br />

quanto decide.<br />

Più in generale, in un progetto che si propone di superare il disagio professionale<br />

di questi tempi, ci deve animare il comune disegno di una Professione<br />

vicina alle Istituzioni sanitarie, a supporto <strong>dei</strong> loro compiti di tutela della<br />

salute pubblica, <strong>ed</strong> ai cittadini soprattutto dove e quando sono oltreggiati<br />

da disinformazione, silenzi, incapacità amministrative e colpiti nei loro diritti<br />

alla tutela della salute da una devastazione <strong>dei</strong> territori e degli ambienti<br />

di vita e di lavoro.<br />

Una vicinanza ai cittadini, ai loro bisogni, alle loro inquietudini è oggi più<br />

che mai indispensabile per dare risposte forti <strong>ed</strong> equilibrate ai dubbi e alle<br />

incertezze tecniche, civili, etiche, che il travolgente sviluppo della m<strong>ed</strong>icina<br />

inevitabilmente propone, non dimenticando mai che anche in un mondo dominato<br />

dalle tecnologie, le parole, gli sguardi e le emozioni sono straordinari<br />

strumenti di cura.<br />

Dobbiamo tutelare i nostri giovani, garantendone l’ottimale formazione di<br />

base e specialistica, favorendo il loro ingresso esperto nella professione, promuovendo<br />

lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze derivanti da<br />

fonti autorevoli e libere da conflitti di interesse.<br />

È nostro compito contribuire a rendere il sistema sanitario affidabile<br />

per i cittadini, a vincere la sfida della sostenibilità economica assumendoci<br />

la responsabilità morale e tecnico-professionale dell’uso appropriato<br />

delle risorse.<br />

Cr<strong>ed</strong>o che questo sia l’appuntamento a cui ci chiama l’avvio del secolo<br />

nuovo che si spalanca dinnanzi a noi. Non lo possiamo mancare per ritornare<br />

ad essere autori orgogliosi del nostro futuro e cittadini responsabili del<br />

nostro Paese.


Il Consiglio Direttivo dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong> <strong>Chirurghi</strong> <strong>ed</strong> Odontoiatri di Siracusa


ARETUSA MEDICA SPECIALE <strong>100</strong> ANNI 11<br />

I CENTO ANNI DEGLI ORDINI<br />

DEI MEDICI FESTEGGIATI<br />

ANCHE A SIRACUSA<br />

BIAGIO SCANDURRA<br />

Presidente dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong> di Siracusa<br />

In tutta Italia, in occasione <strong>dei</strong> <strong>100</strong> <strong>anni</strong><br />

degli Ordini <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>, si sono tenute cerimonie<br />

commemorative e festeggiamenti,<br />

che hanno avuto il culmine a Roma dove si<br />

è tenuto un convegno e la celebrazione più<br />

solenne, cui hanno partecipato tutti i presidenti<br />

degli ordini provinciali.<br />

Parlare di questa lunga storia ordinistica<br />

non è facile, ma ne farò qualche cenno<br />

e mi soffermerò su quello che si è fatto a<br />

Siracusa.<br />

L'istituzione degli ordini provinciali <strong>dei</strong><br />

m<strong>ed</strong>ici fu fatta dal governo Giolitti con la<br />

legge N° 455 del 10 luglio 1910.<br />

Con l'avvento del fascismo, il governo di allora, con la legge N° 563<br />

del 3 aprile 1926, li sciolse e a questi subentrarono i sindacati fascisti di<br />

categoria.<br />

Solo dopo la caduta del regime fascista, con il D.L.C.P.S. N° 233 del 13<br />

settembre 1946, si provvide alla ricostituzione degli ordini professionali con<br />

gli stessi articoli di legge della 455/10, con il principio di provvisorietà, poi-


12 SPECIALE <strong>100</strong> ANNI<br />

ché si disse che una successiva legge avrebbe previsto la modernizzazione<br />

e l’adeguamento al nuovo corso che il Paese stava affrontando.<br />

Ma in Italia, dove non c’è nulla di più definitivo delle cose provvisorie, ci ritroviamo<br />

ancora oggi a dover amministrare un Ente che è diventato dinamico,<br />

con la stessa legge di <strong>100</strong> <strong>anni</strong> fa, e non è certo difficile d<strong>ed</strong>urre quale difficoltà<br />

incontriamo nel dover applicare ai nostri iscritti una legge così obsoleta.<br />

Fortunatamente negli <strong>anni</strong> si è potuto cambiare <strong>ed</strong> aggiornare il nostro<br />

Codice Deontologico, che regola molte delle azioni e <strong>dei</strong> rapporti fra m<strong>ed</strong>ici.<br />

Ciò è possibile perché l’aggiornamento viene fatto dalla nostra F<strong>ed</strong>erazione<br />

con il supporto di tutti gli ordini provinciali, senza dover passare dal<br />

Governo e dal Parlamento.<br />

Comunque per festeggiare questo <strong>anni</strong>versario ci è sembrato simpatico<br />

dare un segno tangibile di riconoscenza a tutti quei consiglieri, ancora in vita,<br />

che si sono avvicendati negli <strong>anni</strong> con amore e d<strong>ed</strong>izione, e qualche volta<br />

con sacrificio. Pertanto mi fa piacere ricordare tutti quelli a cui abbiamo<br />

consegnato l’attestato di benemerenza:<br />

ADAMO MARIO<br />

ADORNO SALVATORE<br />

ARCIERI SALVATORE<br />

ARTALE FRANCESCO<br />

AULICINO CATERINA<br />

BARONE GIOVANNI<br />

BLUNDO LUIGI<br />

BONARRIO PAOLO<br />

BORDONALI LIDIA<br />

BOSCO VINCENZO<br />

BURLÒ CORRADO<br />

CAPODIECI GIUSEPPE<br />

CARPINTERI MARINA<br />

CARUSO GIOACCHINO<br />

CARUSO GIUSEPPE<br />

CARUSO SALVATORE<br />

CAVALLARO LINO<br />

COLETTA CORRADO<br />

COPPA ADOLFO<br />

COSTA MARIO<br />

ARETUSA MEDICA


ARETUSA MEDICA SPECIALE <strong>100</strong> ANNI 13<br />

DE GRANDE GAETANO<br />

DENARO FILIPPO<br />

DENARO SALVATORE<br />

DI PAOLA DARIO<br />

DI STEFANO CORRADO<br />

ELIA FRANCO<br />

FERRARINI ETTORE<br />

FICARA ANTONIO<br />

FLORIDIA ALFIA PATRIZIA<br />

GIUDICE ANGELO<br />

GRASSO SILVANA<br />

GUERRIERI ROSANNA<br />

GULINO SEBASTIANO<br />

IACI GIUSEPPE<br />

ISAIA ARTURO<br />

JUDICA MANLIO<br />

LANTERI MARIA ROSALBA<br />

LIISTRO ANTONINO<br />

LIPANI ANTONIO<br />

LIUZZO ANTONELLO<br />

LOPES FRANCESCO<br />

MADEDDU ANSELMO<br />

MARTURANA SALVATORE<br />

MOSCATO VINCENZO<br />

NICASTRO ANTONIO<br />

PAPPALARDO VINCENZA<br />

PARISI SALVATORE<br />

PASQUALE CARMELO<br />

PETRUCCI MARIA PIA<br />

PICCOLO LUCIANO<br />

PINO GIUSEPPE<br />

PUGLISI SALVATORE<br />

PUNTILLO VINCENZO<br />

PUZZO GIUFFRIDA GIOVANNI<br />

RAMETTA EMANUELE<br />

RANDONE PAOLO<br />

RIZZA GIANCARLO


14 SPECIALE <strong>100</strong> ANNI<br />

ROMANO SEBASTIANO<br />

ROSALBA ARTURO<br />

SAETTA MARCO<br />

SCANDURRA BIAGIO<br />

SESTA VITTORIA<br />

SGALAMBRO FRANCESCO<br />

VALVO SALVATORE<br />

VIOLA BENEDETTO<br />

Altra iniziativa che il consiglio direttivo ha preso, sempre a margine <strong>dei</strong><br />

<strong>100</strong> <strong>anni</strong> degli Ordini, è stata quella di istituire un Albo d’Onore in cui iscrivere<br />

quei m<strong>ed</strong>ici della nostra provincia che si sono distinti particolarmente,<br />

vuoi per meriti sanitari che etici <strong>ed</strong> anche nel sociale.<br />

In quest’albo, che ogni anno provv<strong>ed</strong>eremo ad aggiornare, abbiamo deliberato<br />

di iscrivere i seguenti colleghi:<br />

LUIGI GALLO<br />

MICHELE SCIBILIA<br />

PIETRO FICHERA<br />

LUIGI BRIGANTI<br />

LEONARDO GIULIANO<br />

ARETUSA MEDICA<br />

Infine abbiamo voluto fare un numero speciale di ARETUSA MEDICA per<br />

ricordare le attività svolte <strong>ed</strong> anche vecchi eventi, riproducendo documenti<br />

dal dopoguerra in poi, conservati nei nostri archivi e testimoni della vitalità<br />

<strong>dei</strong> m<strong>ed</strong>ici che ci hanno prec<strong>ed</strong>uto, ma a volte anche testimoni di contrasti e<br />

contrapposizioni svoltesi sempre in un ambito civile e deontologico, cosa che<br />

oggi non sempre avviene.<br />

Mi auguro che questo numero speciale sia accolto con favore da tutti,<br />

avendo lo scopo di riscoprire le nostre radici e di conoscere persone che tanto<br />

hanno dato alla sanità siracusana.


ARETUSA MEDICA SPECIALE <strong>100</strong> ANNI 15<br />

ODONTOIATRIA:<br />

LA SFIDA DELL’INTEGRAZIONE<br />

DARIO DI PAOLA<br />

Presidente Commissione Albo Odontoiatri di Siracusa<br />

Il 2010 è stato un anno particolare, come<br />

lo sono tutti gli <strong>anni</strong> in cui coincidono <strong>anni</strong>versari<br />

importanti: mi riferisco ai cento <strong>anni</strong><br />

di nascita degli Ordini <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong> <strong>ed</strong> ai<br />

trent’<strong>anni</strong> di istituzione del corso di laurea<br />

in Odontoiatria.<br />

Due avvenimenti che si intrecciano e pongono<br />

<strong>dei</strong> momenti di riflessione, l’uno, in un<br />

mondo m<strong>ed</strong>ico chiamato a risolvere i nuovi<br />

problemi posti da una società in rapida evoluzione<br />

e, l’altro, in un mondo odontoiatrico<br />

con la necessità di mantenersi aderente ai<br />

propri valori.<br />

L’importanza di avere <strong>dei</strong> solidi valori di riferimento rappresenta il senso<br />

più profondo di celebrare il centenario di un’istituzione nata a tutela della salute<br />

pubblica <strong>ed</strong> a garanzia del Codice Deontologico.<br />

La storia m<strong>ed</strong>ica dell’ultimo secolo è indissolubilmente legata agli avvenimenti<br />

storici che hanno segnato la società <strong>ed</strong> i costumi. In questo secolo<br />

non dobbiamo dimenticare che ci sono state le grandi guerre, con gli<br />

episodi eclatanti della seconda guerra mondiale che hanno lasciato <strong>dei</strong>


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ARETUSA MEDICA<br />

segni indelebili, laddove è mancato il rispetto per l’uomo.<br />

Gli ultimi decenni sono altresì stati caratterizzati da una certa deriva economicista,<br />

che si è fatta progressivamente più marcata, con il tentativo di strumentalizzare<br />

un’arte che si riduce a fr<strong>ed</strong>da tecnica, in assenza dell’inscindibile<br />

binomio “scienza e coscienza”.<br />

La storia dell’istituzione del corso di laurea in odontoiatria in Italia è anche<br />

la storia di una specialità m<strong>ed</strong>ica che diventa professione autonoma. In<br />

effetti l’odontoiatria come professione autonoma è espressione della cultura<br />

anglosassone, basti pensare che già nella prima metà dell’Ottocento esisteva<br />

un corso di laurea negli Stati Uniti mentre da noi ci si è arrivati nel 1980,<br />

sostanzialmente per imposizione delle Autorità Comunitarie.<br />

La legge 409, del luglio 1985 istituisce in Italia la professione di Odontoiatra<br />

e stabilisce un unico canale formativo, ovvero il corso di laurea in<br />

odontoiatria e protesi dentaria (durata 6 <strong>anni</strong>), in seno alla facoltà di <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>na<br />

e Chirurgia: “Formano oggetto della professione di odontoiatra le attività<br />

inerenti alla diagnosi <strong>ed</strong> alla terapia delle malattie <strong>ed</strong> anomalie congenite<br />

<strong>ed</strong> acquisite <strong>dei</strong> denti, della bocca, delle mascelle e <strong>dei</strong> relativi tessuti,<br />

nonché alla prevenzione <strong>ed</strong> alla riabilitazione odontoiatriche. Gli odontoiatri<br />

possono prescrivere tutti i m<strong>ed</strong>icamenti necessari all’esercizio della loro<br />

professione”.<br />

In seno a ciascun <strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong> provinciale e alla F<strong>ed</strong>erazione Nazionale<br />

viene costituita una Commissione Albo Odontoiatri (CAO) costituita<br />

dal Presidente CAO e da altri 4 membri consiglieri.<br />

Di fatto, dal punto di vista legale e deontologico l’Odontoiatra è un<br />

M<strong>ed</strong>ico, la cui sfera di pertinenza è esclusivamente quella odontoiatrica.<br />

Per contro viene esclusa per il m<strong>ed</strong>ico non Odontoiatra, o meglio non<br />

iscritto all’albo odontoiatri, la possibilità di esercizio di prestazioni afferenti<br />

l’Odontoiatria.<br />

La condizione necessaria per l’esercizio dell’Odontoiatria è infatti l’iscrizione<br />

all’Albo degli Odontoiatri del proprio <strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>, cui hanno diritto,<br />

oltre ai laureati in odontoiatria, tutti i m<strong>ed</strong>ici in possesso del titolo di specializzazione<br />

<strong>ed</strong> i m<strong>ed</strong>ici immatricolati ante 1980 che hanno optato, come<br />

diritto acquisito, per tale iscrizione (oltre anche ad una particolare quota di<br />

m<strong>ed</strong>ici immatricolati tra 1980 e 1985 che hanno superato la prova attitudinale<br />

ai sensi della legge 471).<br />

È chiaro che tutti i prec<strong>ed</strong>enti canali formativi come la specializzazione<br />

in odontoiatria post laurea in <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>na (ormai non più attiva), hanno deter-


ARETUSA MEDICA SPECIALE <strong>100</strong> ANNI 17<br />

minato la contemporanea presenza di odontoiatri di differente formazione<br />

accademica, comunque oggi tutti obbligatoriamente iscritti allo stesso Albo<br />

<strong>ed</strong> equiparati ai sensi di legge nella stessa sfera di competenze.<br />

L’istituzione dello specifico Albo degli Odontoiatri in seno a ciascun <strong>Ordine</strong><br />

Provinciale, se da un lato individua e differenzia una specifica professione,<br />

dall’altra ne esalta la appartenenza al mondo m<strong>ed</strong>ico con i suoi imprescindibili<br />

valori.<br />

In effetti il problema alla base è conciliare il modello ordinistico, nato per<br />

tutelare il diritto alla salute dagli interessi economici e che mette al centro la<br />

cura della persona, con un modello basato sul libero mercato, che mette al<br />

centro l’erogazione del servizio.<br />

Il nostro pensiero come odontoiatri, di cui mi faccio portavoce, è che l’appartenenza<br />

all’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong> è di per sé garanzia di rispetto <strong>dei</strong> principi<br />

deontologici.<br />

È di questi giorni il dibattito sulla eventuale istituzione dell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> Dentisti,<br />

come entità del tutto autonoma e staccata, opportunità che i competenti<br />

Ministeri hanno proposto alla categoria, attraverso la nostra rappresentanza<br />

nazionale.<br />

L’obiettivo dovrebbe essere quello di gestire meglio le problematiche di<br />

una professione m<strong>ed</strong>ica che, al contrario delle altre, esercita per il 92% degli<br />

iscritti in regime libero-professionale, e che la rende quindi peculiare rispetto<br />

a tutte le altre.<br />

In effetti il pensiero prevalente, e chi scrive ne è fortemente convinto, è<br />

quello di non volere intraprendere un percorso di totale autonomia.<br />

Al di là degli innegabili problemi di natura gestionale che i piccoli Ordini<br />

avrebbero, data il relativamente esiguo numero di iscritti, il problema di fondo<br />

rimane la nostra identità di <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>, che verrebbe in parte snaturata da<br />

questo distacco.<br />

Il nostro obiettivo è quello di una maggiore autonomia gestionale e decisionale<br />

in seno all’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>, con delle normative specifiche in tale<br />

direzione.<br />

Altro argomento di estrema attualità è quello della lotta all’esercizio abusivo<br />

della nostra professione, fenomeno tutt’altro che debellato e talvolta addirittura<br />

favorito da alcuni iscritti con il fenomeno del “prestanomismo”.<br />

Non possiamo dimenticare, l’opera meritoria che stanno svolgendo i carabinieri<br />

della sanità su tutto il territorio nazionale per garantire la certezza<br />

del diritto nell’esercizio professionale dell’odontoiatria, a tutela “in pri-


18 SPECIALE <strong>100</strong> ANNI<br />

ARETUSA MEDICA<br />

mis” della salute pubblica e della dignità della professione.<br />

I dati forniti dagli stessi NAS dimostrano l’ampiezza del fenomeno e l’intensificarsi<br />

dell’attività di repressione che costituisce certamente un aspetto<br />

fondamentale della lotta alla piaga dell’abusivismo.<br />

Certamente non è colpa delle forze dell’ordine se la normativa non pone<br />

loro a disposizione strumenti efficaci e dissuasivi per stroncare definitivamente<br />

un fenomeno che avvilisce la nostra professione e rappresenta un<br />

aspetto tutto particolare e sconosciuto negli altri Paesi comunitari.<br />

Sono tante le problematiche legate al divenire di una professione relativamente<br />

giovane che deve confrontarsi con problematiche sempre nuove e<br />

legate ad una società in continua evoluzione.<br />

Ancora una volta è proprio il riconoscerci nel Codice Deontologico, il<br />

punto di riferimento per il nostro futuro.<br />

Nella speranza di un futuro basato non sulla mercificazione della prestazione<br />

sanitaria ma con il paziente e la sua salute orale al centro <strong>dei</strong> nostri<br />

obiettivi.


ARETUSA MEDICA SPECIALE <strong>100</strong> ANNI 19<br />

CONSAPEVOLI<br />

DELLA NOSTRA MISSIONE<br />

CHIARA BARONE<br />

Nota di r<strong>ed</strong>azione<br />

Abbiamo chiesto ad uno <strong>dei</strong> più giovani m<strong>ed</strong>ici le sue riflessioni sui cento<br />

<strong>anni</strong> degli Ordini. Ecco cosa ne pensa la dott.ssa Chiara Barone.<br />

Quella di fare il m<strong>ed</strong>ico in realtà spesso<br />

non è una scelta: penso sia più corretto definirla<br />

una vocazione. Per lo meno questo è<br />

quello che è successo a me: fin dai primi <strong>anni</strong><br />

di liceo avevo deciso che sarei diventata<br />

una genetista, dovevo solo capire quale era<br />

la strada più giusta per conciliare la mia<br />

continua voglia di studiare con la possibilità<br />

di entrare in contatto con la gente. Poi l’occasione<br />

di parlare con un genetista m<strong>ed</strong>ico<br />

mi ha definitivamente chiarito le idee: avevo<br />

capito cosa volevo diventare nella vita e<br />

avrei concentrato tutte le mie forze per riuscirci<br />

al meglio.<br />

La strada non è semplice ma se si desidera ardentemente una cosa spesso<br />

la fatica si sente meno <strong>ed</strong> è stato così che ho prima superato i quiz per acce-


20 SPECIALE <strong>100</strong> ANNI<br />

ARETUSA MEDICA<br />

dere al corso di laurea in <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>na e Chirurgia a Catania e poi, dopo sei <strong>anni</strong><br />

di studio intenso, ho ottenuto prima la laurea <strong>ed</strong> in seguito l’ingresso alla<br />

scuola di specializzazione da me scelta sin dall’inizio: Genetica <strong>M<strong>ed</strong>ica</strong>.<br />

Il 27 Maggio 2010 poi, proprio qualche settimana dopo l’inizio della mia<br />

attività di m<strong>ed</strong>ico in formazione, l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong> di Siracusa, in occasione<br />

dell’Assemblea Annuaria Ordinaria, ha organizzato, come da diversi<br />

<strong>anni</strong> a questa parte, una cerimonia per accogliere nell’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong><br />

della nostra provincia tutti i nuovi laureati in <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>na e Chirurgia <strong>ed</strong> in<br />

Odontoiatria. Nella stessa occasione sono stati consegnati i Caducei d’Oro<br />

ai <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong> iscritti da cinquant’<strong>anni</strong> al nostro <strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>. Per noi, giovani<br />

leve di questo nuovo mondo, è stata un’esperienza speciale: non è stato<br />

un “passaggio del testimone” bensì un’occasione di confronto con chi ha<br />

già percorso questa stessa strada, affrontandone sia le difficoltà ma anche<br />

le soddisfazioni professionali.<br />

Ho inoltre avuto l’onore di leggere, a nome mio e di tutti i miei colleghi,<br />

insieme ad un collega Odontoiatra che ha letto alcuni articoli del Codice di<br />

Deontologia <strong>M<strong>ed</strong>ica</strong>, il Giuramento di Ippocrate che ci ha reso definitivamente<br />

consapevoli della nostra missione: “in qualsiasi casa andrò, io vi entrerò<br />

per il sollievo <strong>dei</strong> malati…”, il m<strong>ed</strong>ico quindi al servizio dell’ammalato<br />

nel rispetto assoluto della dignità della persona.<br />

È quindi fondamentale la ferma volontà nel percorrere la strada intrapresa,<br />

consapevoli delle difficoltà che si potranno frapporre nel raggiungimento<br />

<strong>dei</strong> propri traguardi ma allo stesso tempo fieri, come lo sono io, di avere<br />

seguito la “nostra vocazione” guidati dal vero entusiasmo che rimane il motore<br />

della nostra vita.


ARETUSA MEDICA SPECIALE <strong>100</strong> ANNI 21<br />

NEL SEGNO<br />

DELLA CONTINUITÀ<br />

A CURA DELLA REDAZIONE<br />

Quello del presidente è un mestiere difficile. Deve essere un fervido sostenitore<br />

d’ogni attività diretta alla tutela e all'accrescimento professionale e<br />

morale <strong>dei</strong> m<strong>ed</strong>ici, colleghi e amici con i quali interloquire per annusarne<br />

umori e guardare verso il futuro. L’<strong>Ordine</strong> si occupa della tenuta degli albi e<br />

delle altre funzioni che la legge demanda allo stesso mentre il Consiglio direttivo<br />

è il suo principale organo collegiale, espressione diretta dell’assemblea<br />

degli iscritti che ne elegge i membri, nel proprio seno, a scrutinio segreto<br />

e a maggioranza <strong>dei</strong> voti e dura in carica tre <strong>anni</strong>. Al Consiglio direttivo<br />

spetta compilare, tenere, aggiornare e pubblicare l’albo dell’<strong>Ordine</strong>, vigilare<br />

alla conservazione del decoro e dell’indipendenza dell’<strong>Ordine</strong>, designare<br />

i rappresentanti dell’<strong>Ordine</strong> presso commissioni, enti e organizzazioni<br />

di carattere provinciale e comunale, promuovere e favorire tutte le iniziative<br />

intese a facilitare il progresso culturale degli iscritti e dare il proprio concorso<br />

alle autorità locali nello studio e nella attuazione <strong>dei</strong> provv<strong>ed</strong>imenti che<br />

comunque possono interessare l’<strong>Ordine</strong>. Il presidente è invece la faccia dell’<strong>Ordine</strong><br />

e l’interfaccia verso l’esterno, il suo operato dev’essere stimolo per<br />

i più giovani <strong>ed</strong> esempio per gli altri. E a Siracusa ci si è voluti affidare a poche<br />

persone che hanno accresciuto l’importanza dell’ente. Forse anche per<br />

questo in oltre 60 <strong>anni</strong> di storia del dopoguerra, l’<strong>Ordine</strong> <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong> ha avuto<br />

appena 5 presidenti, a volte con incarichi anche ventennali.


22 SPECIALE <strong>100</strong> ANNI<br />

Eccoli tutti:<br />

Dal 1950 al 1952 Romano Serafino<br />

Dal 1952 al 1963 Giov<strong>anni</strong> Pacetto<br />

Dal 1963 al 1967 Luigi Gallo<br />

Dal 1967 al 1993 Leonardo Giuliano<br />

Dal 1993 a oggi Biagio Scandurra<br />

ARETUSA MEDICA<br />

In realtà l’unico dubbio riguarda la prima presidenza di Leonardo Giuliano<br />

e la durata in carica di Luigi Gallo, visto che non ci sono documentazioni<br />

univoche e certe. Di sicuro, però, i 27 <strong>anni</strong> di presidenza del dott. Giuliano<br />

e i 18, ma ancora in corso, del dott. Scandurra dimostrano la voglia di<br />

garantire continuità e un lavoro ben svolto dai m<strong>ed</strong>ici chiamati a ricoprire un<br />

ruolo così importante. Interessanti i documenti di vera e propria campagna<br />

elettorale e risalenti a oltre 30 <strong>anni</strong> fa, o l’umiltà con cui per le elezioni del<br />

‘70 il presidente Giuliano scriveva: «noi consiglieri e revisori, pur consci di<br />

non rappresentare il meglio di quanto la classe m<strong>ed</strong>ica della provincia può<br />

esprimere, in considerazione dell’opera intrapresa e collegialmente portata<br />

avanti con il consenso della stragrande maggioranza <strong>dei</strong> colleghi, abbiamo<br />

deciso di ripresentarci…».<br />

E sono passati 40 <strong>anni</strong> da allora. Di Luigi Gallo in particolare si ricorda<br />

la sua attività di m<strong>ed</strong>ico condotto, m<strong>ed</strong>ico di <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>na generale, Ostetrico,<br />

fondatore e presidente della sezione provinciale della F.I.M.M. di Siracusa<br />

e segretario provinciale della sezione F.I.M.M.G. di Siracusa mentre Leonardo<br />

Giuliano (primario di <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>na Legale all'Osp<strong>ed</strong>ale Umberto I di Siracusa)<br />

si impegnò a titolo personale a stipulare un mutuo per avere la s<strong>ed</strong>e<br />

attuale dell’<strong>Ordine</strong>, che riteneva (a ragione) conferisse ulteriore prestigio, soprattutto<br />

in virtù di un’aula magna tale da poter ospitare convegni di caratura<br />

provinciale e nazionale, così com’è avvenuto.<br />

Infine Biagio Scandurra, classe ‘48, m<strong>ed</strong>ico convenzionato di m<strong>ed</strong>icina<br />

generale e m<strong>ed</strong>ico legale, dal 1975 è consigliere dell’<strong>Ordine</strong> per il quale ha<br />

svolto in prec<strong>ed</strong>enza il compito di segretario. È inoltre componente del Consiglio<br />

Nazionale della F<strong>ed</strong>erazione Nazionale degli Ordini <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong> <strong>Chirurghi</strong><br />

e degli Odontoiatri e della Commissione Nazionale per il “fisco e la<br />

previdenza”, componente del Consiglio Nazionale dell’Ente Nazionale Previdenza<br />

<strong>ed</strong> Assistenza <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>.<br />

È con lui e grazie ai Consigli che si sono succ<strong>ed</strong>uti e l’hanno aiutato che<br />

si è giunti al centesimo <strong>anni</strong>versario in un buono stato… di salute.


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LA CERIMONIA<br />

A ROMA<br />

A CURA DELLA REDAZIONE<br />

Centoquindicimila m<strong>ed</strong>ici di tutta Italia oggi compresi nella fascia di età tra<br />

i 51 e i 59 <strong>anni</strong> – ovvero il 38% di tutta la popolazione m<strong>ed</strong>ica attiva – andranno<br />

in pensione nei prossimi 10/15 <strong>anni</strong> <strong>anni</strong>. Tra questi sono compresi<br />

il 48% <strong>dei</strong> m<strong>ed</strong>ici occupati in regime di dipendenza dai Servizi Sanitari Regionali<br />

e Università, il 62% <strong>dei</strong> <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong> di <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>na Generale, il 58% <strong>dei</strong> P<strong>ed</strong>iatri<br />

di Libera Scelta, il 55% degli Specialisti Convenzionati interni.<br />

Cifre spaventose, ma per far fronte a questa emergenza formativa è necessario<br />

costruire un progetto efficace che si fondi su una maggiore connettività<br />

e flessibilità nelle relazioni e nelle “regole di ingaggio” tra le opportunità<br />

a disposizione per la formazione di un m<strong>ed</strong>ico di qualità: le facoltà di<br />

<strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>na e le strutture pubbliche e private accr<strong>ed</strong>itate <strong>dei</strong> Servizi Sanitari Regionali.<br />

È questa la prospettiva <strong>dei</strong> m<strong>ed</strong>ici italiani, che si sono riuniti il 2 e 3<br />

dicembre scorsi a Roma, al salone delle Fontane, al convegno “La qualità<br />

professionale per la qualità delle cure”, che si svolge nell’ambito della II<br />

Conferenza nazionale della Professione m<strong>ed</strong>ica, quest’anno organizzata<br />

per il centesimo <strong>anni</strong>versario dell’<strong>Ordine</strong>.<br />

Uno <strong>dei</strong> punti più cruciali e sensibili anche per l’opinione pubblica è il<br />

meccanismo della selezione degli accessi a <strong>M<strong>ed</strong>ici</strong>na che deve garantire<br />

l’individuazione equa, trasparente <strong>ed</strong> efficace delle migliori attitudini a questi<br />

studi e all’esercizio della professione: «La moderna Formazione di un me-


28 SPECIALE <strong>100</strong> ANNI<br />

ARETUSA MEDICA<br />

dico – ha spiegato il presidente della FNOMCeO, Am<strong>ed</strong>eo Bianco – è una<br />

complessa “costruzione” <strong>ed</strong>ucativa, culturale, tecnico-scientifica, che ha ampi<br />

risvolti civili e sociali e rispetto alla quale occorre condividere le responsabilità,<br />

le esperienze, le intelligenze e le competenze di tutti i soggetti, vecchi<br />

e nuovi, con il fine ultimo di tutelare la centralità <strong>dei</strong> diritti del cittadino<br />

sano e malato». Quindi, costruire un professionista che sappia governare<br />

l’evoluzione delle conoscenze tecnico-scientifiche con contenuti più strettamente<br />

umanistici (attenzione alle relazioni con i pazienti e alle organizzazioni<br />

sanitarie).<br />

Durante il convegno è stato presentato il “progetto per la qualità professionale<br />

del m<strong>ed</strong>ico”, che si fonda su un processo continuo e integrato, parte<br />

dall’accesso agli studi di m<strong>ed</strong>icina e si conclude al termine della vita attiva<br />

professionale misurandosi non solo con l’evoluzione <strong>dei</strong> saperi tecnicoscientifici.<br />

Formazione universitaria, certo, ma anche formazione continua<br />

post laurea: il sistema italiano è in forte ritardo nella cultura della promozione<br />

e della valutazione della qualità <strong>dei</strong> professionisti e <strong>dei</strong> servizi, di<br />

standard e indicatori di performance e competenze di singoli, delle équipes<br />

e delle organizzazioni sanitarie, di sistematica produzione e diffusione di<br />

buone pratiche e in questo progetto un ruolo fondamentale deve essere<br />

svolto dalle Società M<strong>ed</strong>ico Scientifiche realizzando al più presto un modello<br />

di accr<strong>ed</strong>itamento istituzionale per garantire il loro riconoscimento in<br />

ruoli di interlocutori stabili, affidabili e autorevoli delle istituzioni sanitarie e<br />

<strong>dei</strong> decisori in sanità.<br />

Ma dopo <strong>100</strong> <strong>anni</strong> di vita serve anche dell’altro, qualcosa che avvicini il<br />

m<strong>ed</strong>ico alla gente: spesso sono in pochi a conoscere le attività dell’<strong>Ordine</strong>,<br />

visto come organo di autotutela e non come un ente a difesa <strong>dei</strong> cittadini.<br />

Ecco che durante il Convegno è stato sottolineata l’importanza di imbastire<br />

un piano di comunicazione annuale e l’attivazione di notizie che possano<br />

interessare tutti, oltre a innovazioni che possano mantenere vivo l’interesse<br />

degli iscritti e non soltanto alla vita dell’<strong>Ordine</strong>: una newsletter telematica,<br />

eventi, interviste autorevoli ma anche gli orari degli osp<strong>ed</strong>ali, di ambulatori<br />

e farmacie, consigli degli esperti sulle influenze di stagione da una parte<br />

e pubblicazioni di studi importanti dall'altra. Insomma, nel centesimo anno<br />

serve anche un nuovo modello di comunicazione in Sanità.


ARETUSA MEDICA SPECIALE <strong>100</strong> ANNI 29<br />

EVOLUZIONE DEMOGRAFICA<br />

DEGLI ISCRITTI<br />

AGLI ORDINI PROVINCIALI<br />

A CURA DELLA REDAZIONE<br />

La curva demografica degli iscritti agli Ordini provinciali


30 SPECIALE <strong>100</strong> ANNI<br />

Professionisti operanti nel pieno della capacità professionale nell’età 30-70<br />

<strong>anni</strong>. Nella presente curva sono rappresentati i m<strong>ed</strong>ici, non iscritti ad altro albo<br />

e i professionisti iscritti sia all’albo m<strong>ed</strong>ici che all’albo odontoiatri.<br />

La situazione attuale ci dice che:<br />

ARETUSA MEDICA<br />

• Non tutti gli iscritti, per ragioni diverse, continuano ad esercitare la professione<br />

m<strong>ed</strong>ica.<br />

• La popolazione attuale è prevalentemente maschile, ma il trend demografico<br />

porterà, nel giro di qualche decennio, ad invertire l’attuale composizione.<br />

• La curva degli iscritti evidenzia come esista una maggiore densità di professionisti<br />

iscritti nella fascia di età tra i 50 e i 60 <strong>anni</strong>, che nei prossimi<br />

decenni non continuerà a esercitare la professione m<strong>ed</strong>ica.<br />

• La popolazione professionale di m<strong>ed</strong>ici (tra i 30 e i 70), se verranno mantenuti<br />

gli attuali livelli formativi, tenderà a ridursi.<br />

Di quanto? V<strong>ed</strong>iamo di capirlo per approssimazione.<br />

L’attuale popolazione, in relazione all’uscita del picco professionale per il<br />

2030, sarà destinata a ridursi sensibilmente. La dimensione della riduzione<br />

dipende chiaramente dai livelli formativi, al momento stimati costanti. Nell’ipotesi<br />

degli attuali livelli formativi, dell’attuale curva demografica professionale,<br />

la popolazione (30/70 <strong>anni</strong>) potrebbe essere inferiore anche di<br />

80/<strong>100</strong>.000 unità.


ARETUSA MEDICA SPECIALE <strong>100</strong> ANNI 31


32 SPECIALE <strong>100</strong> ANNI<br />

ARETUSA MEDICA

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