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La scuola abbandonata - cronaca di un diritto ... - I Siciliani giovani

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dei fondatori storici del Gapa e gli <strong>di</strong>ce: "Voi siete <strong>di</strong>seducativi, voi<br />

strumentalizzate… ci sono aule vuote in altre scuole e noi dobbiamo riempirle",<br />

facendo intuire che nella sua testa rimane la soluzione dello smantellamento della<br />

Doria e dell'utilizzo <strong>di</strong> fantomatiche aule della <strong>scuola</strong> <strong>di</strong> Via Case Sante, e che<br />

sempre nella sua testa non c'è traccia della <strong>di</strong>spersione scolastica. Una palese<br />

contrad<strong>di</strong>zione con quanto detto prima. Qualc<strong>un</strong>o urla: "Questa è la risposta al 2<br />

Febbraio", l'assessore risponde, gridando fuori <strong>di</strong> sé: "Iu sugnu natu a Via Playa,<br />

'ndò '41!". "È <strong>un</strong>'aggravante", risponde <strong>un</strong> uomo.<br />

Maria si avvicina all'assessore arrabbiata e <strong>di</strong>ce: "Ma <strong>di</strong> quali aule vuote va<br />

parlando!", e Maimone si calma, s'inchina, prende la ragazza per mano e <strong>di</strong>ce: "No,<br />

gioia, le aule vuote ci sono, dovremmo andarci con tutti gli altri ragazzi della tua<br />

età, non con gli adulti, e vedremmo…", qui <strong>un</strong>a telecamera si fa spazio, e zumma<br />

non sul volto <strong>di</strong> Maria, arrabbiato, ma sulla mano dell'Assessore, sui loro profili. E<br />

Maimone sorride, per <strong>un</strong> attimo. Per lui è abbastanza.<br />

"Abbiamo pensato a tutto!" (maggio)<br />

Le donne madri dell’Andrea Doria tornano al Palazzo degli Elefanti<br />

C'era il sole, quel mercoledì <strong>di</strong> metà Maggio. Caldo, forte, come questa terra sa<br />

donarcelo. C'era il sole ed era bello… C'era <strong>un</strong>a grande Piazza, col liotru nero maestoso<br />

in mezzo. Ne aveva viste tante in vita sua, mai <strong>un</strong>a parola, guar<strong>di</strong>ngo, sornione,<br />

dominava la città. C'era <strong>un</strong>a grande Piazza, ed era bella…<br />

C'erano le mamme, tante! I volti loro, provati, stanchi, fieri, nascondevano anni <strong>di</strong><br />

sofferenze, <strong>di</strong> ingiustizie, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti negati! C'erano le mamme, ed erano belle…<br />

Poi entrammo nel Palazzo del potere. Buio, triste, lussuoso e povero. Era brutto<br />

"il Palazzo". Ci fecero attendere. Poi entrammo in <strong>un</strong> salone. Una tavola, delle<br />

se<strong>di</strong>e, <strong>di</strong>versi uomini. C'era, al centro, l'Assessore Maimone. Composto, ben<br />

vestito, signorile. E ce n'era <strong>un</strong> altro che prese subito la parola, Drago si chiamava:<br />

"Amici, sono contento <strong>di</strong> ricevervi e <strong>di</strong> darvi ottime notizie: vi abbiamo risolto il<br />

problema! L'Andrea Doria continuerà ad esistere. Sì, così è! Un po' più in là, in <strong>un</strong><br />

plesso che per adesso si chiama Tempesta. Ma da domani cambierà nome. Noi<br />

pensiamo sempre a voi citta<strong>di</strong>ni! Ma credete davvero, che avremmo permesso che i<br />

vostri figli andassero ancora in <strong>un</strong>a <strong>scuola</strong> così insicura, così pericolosa?".<br />

Qualc<strong>un</strong>o allora ribatté <strong>di</strong>cendo che le scuole <strong>di</strong> Catania per l'80 % non rispettano<br />

le norme <strong>di</strong> sicurezza. Ma l'Assessore Drago replicò col sorriso in bocca: "Sì, mio<br />

caro amico, hai ragione, grazie per il prezioso intervento. Ma la Doria, non è <strong>di</strong> nostra<br />

proprietà! Saremmo cattivi amministratori se spendessimo male il vostro denaro.<br />

Sì, perché i sol<strong>di</strong> sono vostri, cioè "nostri"... nel senso che sono <strong>di</strong> tutti i citta<strong>di</strong>ni.<br />

E poi da qualche parte dobbiamo cominciare!"<br />

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