fondo storico - Comune di Cuneo
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ca, ma i letterati <strong>di</strong> Mondovì, animati soprattutto dal canonico Gioachino Grassi <strong>di</strong><br />
S. Cristina, preoccupato <strong>di</strong> veder <strong>di</strong>sperdere o trasferire del materiale documentario<br />
così prezioso per la storia patria, ma anche dal padre francescano Clemente Doglio<br />
e dal cav. Francesco Saverio Vegnaben, fecero la proposta al prefetto <strong>di</strong> creare<br />
una biblioteca pubblica nella città 55 , proposta che, tra la fine del 1802 e gli inizi del<br />
1803, venne sicuramente accolta: a <strong>Cuneo</strong> infatti pervennero soltanto alcuni libri,<br />
per lo più provenienti dal comprensorio monregalese 56 .<br />
L’esistenza <strong>di</strong> una biblioteca pubblica attiva fino almeno al 1809 è ricordata da pubblicazioni<br />
coeve 57 , ma essa sicuramente non ebbe vita lunga, chiudendo i battenti<br />
forse con la Restaurazione 58 . I libri vennero restituiti infatti ai Padri della Missione,<br />
ritornando poi <strong>di</strong> proprietà del <strong>Comune</strong> con le soppressioni delle leggi Siccar<strong>di</strong> e<br />
confluendo quin<strong>di</strong> nella Biblioteca Civica fondata nel 1877 59 .<br />
55 Cfr. le lettere del Grassi al barone Giuseppe Vernazza del settembre e del novembre 1802 (Accademia<br />
delle Scienze <strong>di</strong> Torino, Carteggio Grassi-Vernazza, n. 9379 e 9380), e<strong>di</strong>te da G. CO-<br />
MINO, Gioachino Grassi <strong>di</strong> Santa Cristina e Giuseppe Vernazza <strong>di</strong> Freney. Note in margine ad un<br />
carteggio ine<strong>di</strong>to, Mondovì, Bottega “La Ghisleriana”, 1988, p. 22, in cui rispettivamente <strong>di</strong>ce:<br />
“L’abolizione dei corpi religiosi credo possa esser causa della <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> molte biblioteche<br />
nelle Città <strong>di</strong> provincia, dalle quali sperava io <strong>di</strong> poter ancora fare scoperte <strong>di</strong> libri stampati nella<br />
mia patria a me ignoti, e temo che una buona parte <strong>di</strong> dette Librerie andrà alle cartiere a far<br />
carta” e “In questa mia patria probabilmente si farà una Libreria pubblica, composta dei libri <strong>di</strong><br />
quelle degli soppressi Conventi, ma riuscirà essa e poco copiosa e poco buona per la grande <strong>di</strong>lapidazione<br />
fatta dei libri <strong>di</strong> alcune delle più buone da persone ignoranti”.<br />
56 ASC, Dipartimento della Stura, mazzo 7, fasc. 55, lettera del sottoprefetto del Circondario <strong>di</strong><br />
Mondovì al prefetto del 23 brumaio anno XI (14 novembre 1802), da cui si evince che vennero<br />
portate a <strong>Cuneo</strong> due casse del Monastero <strong>di</strong> Millesimo, e, da Mondovì, una dal Convento <strong>di</strong><br />
S. Agostino, dal Convento <strong>di</strong> S. Nicola, dalla Congregazione <strong>di</strong> S. Filippo, dal Monastero della<br />
Carità <strong>di</strong> Carassone, dal Convento <strong>di</strong> S. Domenico, un sacco dal Monastero della Maddalena,<br />
dal Monastero <strong>di</strong> S. Chiara e un altro da corporazioni <strong>di</strong>verse; mazzo 164, fasc. 5, lettera dei letterati<br />
<strong>di</strong> Mondovì al prefetto, senza data, in cui si esprime “rammarico che debbansi altrove trasferire<br />
i libri de’ soppressi conventi” e si propone la creazione <strong>di</strong> una biblioteca a Mondovì. Cfr.<br />
anche nota 48, per i libri dei Conventi <strong>di</strong> Ceva e Garessio. Da I. SACCO, La Provincia <strong>di</strong> <strong>Cuneo</strong><br />
dal 1800 ad oggi, Torino, Stu<strong>di</strong>o bibliografico Peyrot, 1956, vol. 1, p. 121 è riportata la testimonianza<br />
del Prefetto De Gregory che <strong>di</strong>ce: “ho lasciato a Mondovì quelli [i volumi] utili che erano<br />
doppi ed ho destinato un locale in quel <strong>Comune</strong>”.<br />
57 D. DESTOMBE, Annuaire statistique du Departement de la Stura pour l’an 1806, a Coni, chez<br />
Pierre Rossi, [1806], p. 133 (“Il y en a aussi une [bibliothèque] à Mondovì, qui a été cédée a cette<br />
ville par le préfet, et qui provient de ci-devant Missionaires”); ID., Annuaire statistique du Departement<br />
de la Stura pour l’an 1809, fesant suite a celui de 1806, a Coni, chez Pierre Rossi, [109],<br />
p. 124, in cui è ricordata “la bibliothèque de la ville”.<br />
58 Il Grassi infatti, con suo testamento del 17 novembre 1818, lasciò i documenti da lui raccolti e<br />
i suoi manoscritti sulla storia <strong>di</strong> Mondovì al capitolo della Cattedrale, esempio poi seguito dal Doglio,<br />
morto il 7 aprile 1820, fatti che fanno <strong>di</strong>re a E. MOROZZO DELLA ROCCA, Della vita e degli<br />
scritti <strong>di</strong> Gioachino Grassi <strong>di</strong> Santa Cristina. Discorso, Mondovì, tipografia A. Fracchia, 1886, p.<br />
38 che “Se in Mondovì fosse allora esistita una pubblica biblioteca municipale, sarebbe essa stata<br />
il luogo naturale <strong>di</strong> salvamento <strong>di</strong> quei nostri preziosi storici documenti”, ricordando solo l’esistenza,<br />
evidentemente presso il <strong>Comune</strong>, <strong>di</strong> “libri che già furono dei Missionari e dei Filippini”.<br />
59 In essa infatti si riscontrano libri del Convento dei Padri della Missione (in parte già appartenuti<br />
ai Gesuiti), del Convento della Vergine SS. dell’Annunziata degli Agostiniani scalzi, <strong>di</strong> quello<br />
<strong>di</strong> Nostra Donna dei Minori Osservanti, del Convento <strong>di</strong> S. Francesco dei Minori Conventuali,<br />
del Convento <strong>di</strong> S. Domenico dei Domenicani a Carassone, <strong>di</strong> quello dei Cappuccini e del<br />
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