Le realizzazioni della modernità e delle avanguardie in Umbria ...
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PERCORSI D'ARCHITETTURA<br />
<strong>Le</strong> <strong>realizzazioni</strong><br />
<strong>della</strong> <strong>modernità</strong><br />
e <strong>delle</strong> <strong>avanguardie</strong><br />
<strong>in</strong> <strong>Umbria</strong><br />
Futurismo<br />
e Razionalismo<br />
(Dal volume “Percorsi d’architettura <strong>in</strong> <strong>Umbria</strong>” di Francesco<br />
Qu<strong>in</strong>terio e Ferruccio Canali, a cura di Raffaele Avell<strong>in</strong>o.<br />
EDICIT Editrice Centro Italia, <strong>in</strong> collaborazione con il Collegio<br />
dei Geometri e Geometri Laureati <strong>della</strong> Prov<strong>in</strong>cia di Perugia)<br />
Il rapporto «ambiguo» che il Regime fascista ebbe con il<br />
Medioevo – da una parte celebrazione neo-medievale alla<br />
ricerca dei ‘miti <strong>delle</strong> orig<strong>in</strong>i romanze’, dall’altro un certo<br />
sospetto verso la possibile nostalgia di particolarismi antiimperiali<br />
e anti-unitari – ebbe come corrispettivo un rapporto<br />
altrettanto ambiguo con la Modernità, a volte favorita, a volte<br />
frenata, ma comunque assai viva esattamente come lo era, <strong>in</strong><br />
contemporanea, lo spirito neoprimitivista. Architettura di<br />
Regime era quella storicista, architettura di Regime era quella<br />
avanguardista.<br />
In una tale situazione articolata, all’<strong>in</strong>terno <strong>della</strong> quale ogni<br />
occasione architettonica comportava lo scontro tra le due<br />
tendenze e la vittoria di una o dell’altra non era mai scontata<br />
se non sulla base dei desiderata <strong>della</strong> committenza, anche <strong>in</strong><br />
<strong>Umbria</strong> i Movimenti d’Avanguardia poterono svolgere un<br />
proprio ruolo, seppur ovviamente m<strong>in</strong>ore rispetto ad altre<br />
realtà dove la concezione neo-medievale era meno forte.<br />
Anche il movimento artisticamente più eversivo come il<br />
Futurismo aveva trovato nella regione terreno fertile f<strong>in</strong><br />
dalla sua fondazione (1909) anche se, dal punto di vista<br />
architettonico, nulla era stato prodotto. Erano però emerse<br />
figure notevoli come quella di Gerardo Dottori, rampollo<br />
di una nobile famiglia eugub<strong>in</strong>a decaduta, o come Alberto<br />
Presenz<strong>in</strong>i Mattoli o Renato Profeta; Gruppi e Cenacoli erano<br />
nati ed erano morti, però, con troppa velocità (futurista). Nei<br />
Terni, Scuola XXVIII Ottobre (Progetto Filippo Ramaccioni,<br />
Direzione Lavori, Geom. Arnaldo Mar<strong>in</strong>i, 1933)<br />
primi anni Venti, con la r<strong>in</strong>ascita del Movimento («Secondo<br />
Futurismo») dopo le dispersioni <strong>della</strong> Guerra e grazie ad una<br />
fama ormai conseguita, toccava a Gerardo Dottori, a Perugia,<br />
aprire una ‘fase decorativa’ del Movimento che vedeva la pittura<br />
dialogare strettamente con l’architettura e con lo spazio <strong>in</strong> una<br />
serie di imprese come la ristrutturazione del Bar Ricci e del<br />
ristorante «L’altro mondo» del 1923, di gusto marcatamente<br />
futurista.<br />
Per il Bar Ricci (oggi distrutto), si trattava di un locale articolato<br />
<strong>in</strong> più sale tra le quali si ricordano la «Sala del Paradiso o di F.T.<br />
Mar<strong>in</strong>etti» e la «Sala dell’Inferno» che Dottori ebbe l’<strong>in</strong>carico<br />
di decorare e che, prima dell’<strong>in</strong>augurazione, il 29 ottobre<br />
1923, accolse <strong>in</strong> una cena privata Mar<strong>in</strong>etti con sua moglie<br />
Benedetta, Presenz<strong>in</strong>i, Dottori e l’editore Campitelli di Foligno<br />
(Mar<strong>in</strong>etti era giunto a Perugia il 24 per una conferenza dal<br />
titolo «Futurismo e fascismo», poi stampata dallo stesso editore
folignate). Dottori aveva suddiviso le pareti <strong>delle</strong> sale <strong>in</strong> due<br />
registri: <strong>in</strong> quello più basso, a mo’ di zoccolatura, erano <strong>delle</strong><br />
d<strong>in</strong>amiche l<strong>in</strong>ee zigzaganti che dovevano fornire movimento<br />
all’ambiente, mentre al di sopra si ponevano grandi pannelli<br />
figurati. Anche il soffitto, <strong>in</strong> aderenza al grande lucernaio<br />
centrale, mostrava un’ampia fascia a motivi geometrici<br />
triangolari, mentre, sulla parete di fondo dell’ambiente<br />
rettangolare, era una grande composizione pittorica con<br />
elementi celesti, girandole e spirali (il moto perpetuo).<br />
Insieme a Prampol<strong>in</strong>i, poco prima, Dottori era divenuto<br />
consigliere editoriale e illustratore <strong>della</strong> casa editrice «Franco<br />
Campitelli» di Foligno, recensendo, <strong>in</strong> particolare, le mostre<br />
artistiche sulla rivista «Aperusen» (Campitelli sarebbe <strong>in</strong>fatti<br />
divenuto un vero e proprio editore ‘futurista’ pubblicando la<br />
prima edizione de “L’architettura futurista” di Virgilio Marchi<br />
nel 1926, poi l’“Arte teatrale” di Anton Giulio Bragaglia, il<br />
catalogo <strong>delle</strong> opere di Boccioni nel 1927, qu<strong>in</strong>di “Futurismo<br />
e fascismo” di Mar<strong>in</strong>etti nel 1927, “Liriche” di Folgore e<br />
romanzi di Paolo Buzzi.<br />
Nel 1926, <strong>in</strong>tanto, Dottori si trasferiva a Roma e del 1931<br />
era il “Manifesto dell’aeropittura futurista”, sottoscritto<br />
dallo stesso pittore e divenuto una sorta di vademecum per<br />
gli artisti umbri, che avrebbero fatto del «Futurismo rurale»,<br />
enucleato dallo stesso Dottori, e del «paesaggio moderno» i<br />
fulcri pr<strong>in</strong>cipali <strong>della</strong> loro ricerca artistica. E il lago Trasimeno,<br />
con i suoi futuristi aerovolanti che atterravano sulle sue acque<br />
e le sue <strong>in</strong>dustrie aeronautiche a Passignano, non poteva<br />
che costituire uno dei soggetti preferiti di quella Modernità<br />
(ribadita anche dalla costruzione dell’aeroporto di Perugia).<br />
Nel 1939 Dottori rientrava stabilmente a Perugia per ricoprire<br />
la cattedra di “Pittura” all’Accademia e dunque con l’<strong>in</strong>carico<br />
di Direttore: il Futurismo era assurto, dunque, alle più alte<br />
vette <strong>della</strong> cultura artistica regionale.<br />
Il secondo, e più ‘d<strong>in</strong>amico’ centro del Futurismo architettonico<br />
umbro era costituito, ovviamente, da Terni, la «città d<strong>in</strong>amica<br />
e dell’acciaio» dove si perseguiva un ricerca artistica connessa<br />
al ciclo produttivo dell’acciaieria. Il Gruppo Futurista ternano<br />
era nato soprattutto per volontà di Arnaldo Mar<strong>in</strong>i, geometra<br />
dell’Ufficio Tecnico del Comune, grande estimatore di Sant’Elia<br />
ed entrato <strong>in</strong> amicizia con Gerardo Dottori; ma vi era anche<br />
Giuseppe Preziosi, diplomato all’Accademia di Belle Arti di<br />
Perugia, e co<strong>in</strong>volto all’<strong>in</strong>terno <strong>della</strong> Commissione Edilizia del<br />
Comune, oltre a Fabrizio Ramaccioni, addirittura l’Ingegnere<br />
Capo dell’Ufficio Tecnico. L’architettura costituiva, dunque, il<br />
tema dom<strong>in</strong>ante degli <strong>in</strong>teressi del Gruppo.<br />
Nel Concorso bandito dal comune di Terni nel 1932 per la<br />
sistemazione di piazza Tacito (un problema ancora aperto<br />
dopo oltre c<strong>in</strong>quant’anni), per la collocazione di una fontana<br />
al posto del Monumento ai Caduti e per l’<strong>in</strong>troduzione<br />
di «parallelepipedi di verde», cioè chiome di lecci che<br />
armonizzassero con l’edificio <strong>della</strong> Banca d’Italia e con il<br />
‘neoclassico’ Palazzo del Governo di Bazzani, il Gruppo<br />
Futurista sostenne il progetto del futurista Ernesto La Padula,<br />
la cui fontana a base quadrata, ma con vasca circolare, grazie<br />
ad una serie di <strong>in</strong>tersecazioni di forme geometriche avrebbe<br />
creato getti d<strong>in</strong>amici, rimandando all’«aspetto generale di<br />
Terni, asserragliata dai fumaioli <strong>delle</strong> sue fonderie».<br />
Inizialmente La Padula aveva collaborato con V<strong>in</strong>cenzo<br />
Fiordigiglio presente come Artista nel primo progetto; poi<br />
il Concorso venne annullato «e ripetuta la gara per i tre<br />
ritenuti migliori (La Padula ormai solo; Aliotta-Mart<strong>in</strong>i;<br />
Ridolfi-Fagiolo). La Padula <strong>in</strong>viava, dunque, un progetto<br />
completamente diverso dal primo, producendo, <strong>in</strong> def<strong>in</strong>itiva,<br />
«due progetti di diversa concezione e forma, ma ambedue<br />
pregevoli».<br />
Mar<strong>in</strong>etti era stato a Terni, dopo una prima visita tra il 1919<br />
e il 1920 per un «giro teatrale di s<strong>in</strong>tesi futuriste»; vi tornava<br />
ancora nel 1932 con una conferenza su «Aviazione fascista e<br />
aeropittura futurista», probabilmente proprio <strong>in</strong> occasione di<br />
quanto si stava consumando per piazza Tacito. Dava risalto,<br />
non a caso, all’avvenimento la rivista romana «Futurismo»,<br />
sottol<strong>in</strong>eando come ormai il clima fosse cambiato rispetto alla<br />
«romanità di Cesar<strong>in</strong>o Bazzani (colonne, colonne, colonne<br />
… al Palazzo <strong>delle</strong> Poste, alla centrale <strong>in</strong> riva al Nera, al<br />
costruendo Palazzo del Governo) e con il fritto misto di tutti<br />
i r<strong>in</strong>ascimenti scolastici più pacchiani … Per la fontana …<br />
soltanto un futurista potrà <strong>in</strong>terpretare ed esprimere al cento x<br />
100 la misura d<strong>in</strong>amica dell’ambiente».<br />
A s<strong>in</strong>istra,<br />
Terni, Piano Regolatore del 1960 (M. Ridolfi e W. Frankl)<br />
A destra,<br />
Gerardo Dottori, “<strong>Umbria</strong>, primavera” (1945)<br />
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ANNO II | n. 12 | NOVEMBRE - DICEMBRE 2010<br />
V<strong>in</strong>to il concorso da Ridolfi, a Terni, <strong>in</strong>vece che una<br />
fontana futurista, toccò una fontana razionalista (anche se<br />
alla f<strong>in</strong>e si realizzò la fontana ideata da Ridolfi-Fagiolo non<br />
al secondo, ma al primo grado del Concorso). Il Gruppo<br />
Futurista ternano si mantenne comunque piuttosto vivo,<br />
con una serie di proposte, nell’ambito <strong>della</strong> progettazione<br />
architettonica, partecipando, il 28 ottobre 1933, alla «Prima<br />
Mostra Nazionale Futurista» di Roma, organizzata da M<strong>in</strong>o<br />
Somenzi, con diversi progetti elaborati da Mar<strong>in</strong>i, M<strong>in</strong>occhi e<br />
Ramaccioni: Mario M<strong>in</strong>occhi esponeva la proposta, avanzata<br />
per piazza Tacito, di una «Fontana-Luce», composta da un<br />
corpo centrale a tre riseghe circolari e concentriche oltre a<br />
quattro corpi <strong>in</strong> aggetto, con caduta dell’acqua frenata da<br />
«quattro morse a diga»; di Arnaldo Mar<strong>in</strong>i erano <strong>in</strong>vece l’idea<br />
per un albergo a Piediluco e per una piccola villa, con netta<br />
ispirazione al Razionalismo di Sartoris; Filippo Ramaccioni<br />
presentò alcuni progetti per il Mattatoio di Terni e per arredi<br />
d’ufficio. Si trattava <strong>in</strong> genere di proposte impostate su l<strong>in</strong>ee<br />
rettil<strong>in</strong>ee, chiari ed elementari volumi parallelepipedi, senza<br />
nulla aggiungere al nitore <strong>della</strong> composizione, <strong>in</strong> un’ottica<br />
assai vic<strong>in</strong>a, appunto, alla sensibilità razionalista.<br />
Dal punto di vista <strong>delle</strong> <strong>realizzazioni</strong>, Ramaccioni, che<br />
dal 1924 era a capo dell’Ufficio Tecnico, aveva proposto<br />
per anni architetture di gusto corrente, tardo eclettiche o<br />
storicistiche <strong>in</strong>fluenzate dalla presenza di Cesare Bazzani,<br />
come anche nel caso del nuovo Piano Regolatore <strong>della</strong> città,<br />
un Progetto di Ampliamento che sfruttava il sistema degli<br />
sventramenti, espandendo il tessuto sulla base di una griglia<br />
priva di spazi attrezzati e di aree verdi (tanto che nel 1932<br />
venne <strong>in</strong>vece bandito un Concorso nazionale). La vic<strong>in</strong>anza a<br />
Mar<strong>in</strong>i e l’adesione al Futurismo portarono però Ramaccioni<br />
ad un repent<strong>in</strong>o aggiornamento del proprio l<strong>in</strong>guaggio<br />
architettonico, come si vede <strong>in</strong> alcuni progetti non realizzati<br />
come la nuova chiesa di Campomicciolo (1931), la scuola di<br />
Borgo Bovio “G. Oberdan”, come la Caserma M.V.S.N., il<br />
Mattatoio di Terni (idea esposta a Roma nel 1933), anche<br />
se poi la «Scuola XXVIII Ottobre» fu l’unica a giungere a<br />
compimento con la Direzione Lavori del geometra futurista<br />
Arnaldo Mar<strong>in</strong>i.<br />
L’edificio mostra il suo fronte pr<strong>in</strong>cipale scandito da una griglia<br />
di <strong>in</strong>telaiatura bianca che gerarchizza la parte centrale aperta<br />
da f<strong>in</strong>estre seriali; sul lato m<strong>in</strong>ore è un corpo semicil<strong>in</strong>drico,<br />
svettante che, nel suo andamento quasi lenticolare, ricerca<br />
effetti di d<strong>in</strong>amismo stagliandosi rispetto alla mole bloccata<br />
dell’edificio (era l’’effetto Angiolo Mazzoni’, che era solito<br />
apporre paratatticamente, su blocchi rigidi e stereometrici,<br />
volumi d<strong>in</strong>amici autonomi).<br />
Da <strong>in</strong> alto a s<strong>in</strong>istra: Progetto di Mattatoio per Terni (presentato alla<br />
I Mostra Nazionale Futurista di Roma; Filippo Ramaccioni, 1933);<br />
Progetto per la Chiesa di Campo Micciolo (Filippo Ramaccioni,<br />
1932), Progetto per la Caserma milizia (1932); Progetto di Casa<br />
Rurale (Alfredo Innocenzi, 1935)<br />
Per la chiesa di Campomicciolo, Ramaccioni e Mar<strong>in</strong>i<br />
riflettevano sul tema <strong>della</strong> Mediterraneità, optando per una<br />
forma curvil<strong>in</strong>ea <strong>della</strong> parte centrale <strong>della</strong> chiesa (<strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea<br />
con le proposte avanzate da Concezio Petrucci per Segezia –<br />
Foggia), ma senza dimenticare, soprattutto, le ricerche formali<br />
barocche, tenute ben presenti dall’Estetica avanguardista. Per<br />
la Caserma M.V.S.N. la ricerca si <strong>in</strong>centra <strong>in</strong>vece sull’uso<br />
<strong>della</strong> bicromia (riprendendo le polemiche di Mar<strong>in</strong>etti e Fillia<br />
nei confronti dell’evanescenza monocromatica razionalista)<br />
specie nella svettante torre bicroma e nelle f<strong>in</strong>estre a nastro.<br />
Nella pianta del nuovo Mattatoio di Terni, <strong>in</strong>vece, la ricerca<br />
si <strong>in</strong>centrava sui volumi cil<strong>in</strong>drici e semicil<strong>in</strong>drici isolati,<br />
posti a formare un fronte sfuggente e d<strong>in</strong>amico. La mancata<br />
realizzazione <strong>delle</strong> opere privò però Terni di quella ricerca<br />
futurista.<br />
Migliori gli esiti per esempi di m<strong>in</strong>ore impegno come il<br />
Monumento funerario a Mario Umberto Borzacch<strong>in</strong>i (pilota),<br />
nel Cimitero Monumentale del 1933-1935, dove l<strong>in</strong>ee ricurve<br />
e raggiere movimentano la rigida stereometria volumetrica<br />
del complesso; oppure per i numerosi stand espositivi che<br />
Giuseppe Preziosi venne chiamato a realizzare prima per il<br />
teatrale “carro di Tespi”, poi per le Mostre del Dopolavoro <strong>della</strong><br />
“Società Terni” (vero committente di opere avanguardiste), poi<br />
per i prodotti <strong>della</strong> stessa Società (stand per l’Esposizione di<br />
Bologna nel 1935, per l’Esposizione Mondiale di Arti, Scienze<br />
e Industrie di Bruxelles e per la Mostra dei V<strong>in</strong>i tipici a Siena,<br />
sempre del 1935, dove si pubblicizzava la «calciocianammide»,<br />
il più importante fertilizzante prodotto dalla Società Terni, per<br />
la Fiera Campionaria di Tripoli del 1936, per la IV Biennale<br />
<strong>della</strong> Floricoltura di San Remo del 1938).<br />
Preziosi non mancò però di partecipare anche a <strong>in</strong>terventi<br />
architettonici veri e propri con la propria consulenza<br />
e soprattutto con le proprie decorazioni artistiche: da<br />
Ramaccioni venne chiamato a collaborare, nel 1932, alla<br />
sistemazione del Monumento ai Caduti, dopo che era stato<br />
spostato per la realizzazione <strong>della</strong> nuova fontana.
Ma soprattutto dal 1934 il centro di Collestatte, dove la<br />
Società Terni aveva un proprio <strong>in</strong>sediamento produttivo,<br />
divenne luogo di sperimentazioni avanguardiste.<br />
Se Preziosi venne <strong>in</strong>caricato dell’organizzazione <strong>della</strong><br />
«Seconda Mostra d’Arte del Dopolavoro <strong>della</strong> “Società<br />
Terni”», il borgo fu anche <strong>in</strong>teressato da un aggiornamento<br />
architettonico che prevedeva la nuova chiesa del Sacro Cuore<br />
(1933), <strong>in</strong> cui il tema tradizionale del campanile a vela<br />
centrale veniva modernizzato e rivissuto <strong>in</strong> chiave futurista<br />
con una mostra cont<strong>in</strong>ua, mentre l’<strong>in</strong>terno mostrava una<br />
nudità contrapposta all’uso di paramenti <strong>in</strong> mattoni e alla<br />
scultura sull’altare del futurista Mario M<strong>in</strong>occhi; la sede<br />
del Dopolavoro Aziendale di Papigno veniva trattata con<br />
forme e materiali evocativi <strong>della</strong> produzione <strong>in</strong>dustriale,<br />
con all’<strong>in</strong>terno una d<strong>in</strong>amica scala semielicoidale e nuovi<br />
arredi <strong>in</strong> ferro, mentre l’arco del secondo <strong>in</strong>gresso era<br />
evidentemente esemplato sulla grafica futurista di gusto<br />
deperiano.<br />
Altrettanto <strong>in</strong>teressante la realizzazione <strong>della</strong> chiesa di<br />
San Giuseppe del villaggio operaio di Nera Montoro,<br />
sempre <strong>della</strong> metà degli anni Trenta, caratterizzata da tre<br />
grandi fornici scavati <strong>in</strong> facciata e da porre, dunque, <strong>in</strong><br />
relazione con il contemporaneo edificio religioso realizzato<br />
da Ernesto La Padula a Pisticci (che ne avesse fornito una<br />
versione variata dopo la vicenda <strong>della</strong> fontana di Terni?):<br />
la carica avanguardistica <strong>in</strong> un tema delicato quale quello<br />
dell’Architettura sacra e <strong>delle</strong> sue decl<strong>in</strong>azioni futuriste<br />
prendeva corpo nella riduzione <strong>delle</strong> forme strutturali,<br />
mentre sull’altare era esposta una pittura di Preziosi con San<br />
Giuseppe e il Bamb<strong>in</strong>o e dietro un paesaggio «aeropittorico».<br />
Da ricordare, ancora, la Colonia lacustre “IX Maggio”,<br />
quasi term<strong>in</strong>ata nel 1936 e def<strong>in</strong>itivamente f<strong>in</strong>ita nel 1938 a<br />
Collesanto (oggi Mazzelvetta) sul lago di Piediluco, donata<br />
dalla “Società Terni” alla Federazione dei Fasci ternana.<br />
Sorta su uno sperone roccioso a dom<strong>in</strong>are il lago già «la<br />
sua ubicazione può considerarsi ardita… perché è stato<br />
scelto un impervio costone trasformato mediante opere di<br />
sistemazione <strong>in</strong> un parco pittoresco con piazzali e viali …<br />
l’edificio è costituito da due corpi di fabbrica collegati tra<br />
loro dal corpo centrale ove si sviluppa la lum<strong>in</strong>osa scala che<br />
dà accesso alle camerate e al refettorio … la Colonia è stata<br />
costruita con criteri di severa semplicità, ma con festosità<br />
di colori». L’edificio era imponente, con torri monumentali<br />
aggettanti dalle accentuate profondità (anche se poi una<br />
ristrutturazione degli anni Sessanta per realizzare un albergo<br />
ha <strong>in</strong> buona parte offuscato la Modernità del complesso); ma<br />
già il progetto aveva avuto diverse trasformazioni a partire da<br />
una prima proposta, non realizzata, dell’<strong>in</strong>gegner <strong>Le</strong>opoldo<br />
Paganelli, un dipendente <strong>della</strong> Società Terni; sappiamo<br />
che Giuseppe Preziosi venne contattato come «consulente<br />
artistico e decoratore» per caratterizzare l’ambiente di<br />
<strong>in</strong>gresso, con bassorilievi e ornamentazioni <strong>in</strong> cui le l<strong>in</strong>ee<br />
con moto obliquo <strong>in</strong>tersecavano quelle orizzontali e anche<br />
i carattere tipografici <strong>della</strong> scritta «Marcia su Roma»<br />
contribuivano a creare un effetto d<strong>in</strong>amico, come esempio<br />
di «plastica murale futurista» che utilizzava materiali diversi.<br />
La stagione futurista ternana, pur non troppo ricca, si<br />
stagliava comunque nel panorama complessivo se non altro<br />
proprio per la sua caratterizzazione architettonica (anche<br />
se con risultati nei quali la ricerca morfologica risultava<br />
certamente <strong>in</strong>novativa, sebbene non dirompente).<br />
Non molto meglio, almeno <strong>in</strong> questa fase, andava ai<br />
rappresentanti del Movimento Razionalista <strong>in</strong> <strong>Umbria</strong>, con<br />
<strong>in</strong> prima l<strong>in</strong>ea, sempre a Terni, Mario Ridolfi, che aveva<br />
v<strong>in</strong>to la competizione per la fontana di piazza Tacito con<br />
la sua proposta, presentata <strong>in</strong>sieme a Fagiolo, non priva di<br />
<strong>in</strong>fluenze futuriste, anche se stemperate da echi metafisici.<br />
Del resto la rivista razionalista per eccellenza «Casabella»<br />
<strong>in</strong> Italia, registrava per l’<strong>Umbria</strong> il solo <strong>in</strong>tervento<br />
di Agnoldomenico Puca nello stadio di Narni; e,<br />
probabilmente, non doveva sembrare un granché come<br />
numero, se non per qualità.<br />
A s<strong>in</strong>istra,<br />
Terni, Papigno, Dopolavoro<br />
Aziendale, prospetto (G.<br />
Preziosi, dopo il 1930)<br />
A destra,<br />
Terni, la Fontana monumentale<br />
<strong>in</strong> Piazza Tacito (Mario<br />
Ridolfi e Mario Fagiolo<br />
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