PARROCCHIA dei SS. FAUSTINO e GIOVITA - MODENA
PARROCCHIA dei SS. FAUSTINO e GIOVITA - MODENA
PARROCCHIA dei SS. FAUSTINO e GIOVITA - MODENA
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“Adorazione <strong>dei</strong> Pastori” Martin Schongauer, 1472 circa<br />
<strong>PARROCCHIA</strong> <strong>dei</strong> <strong>SS</strong>. <strong>FAUSTINO</strong> e <strong>GIOVITA</strong> - <strong>MODENA</strong><br />
N. 123<br />
www.parrocchiasanfaustino.it<br />
e-mail: segreteria@parrocchiasanfaustino.it<br />
DICEMBRE 2007 via Giardini, 231 - Tel. 059 35.02.66 - Fax 059 29.22.625 stampa: Tipo-Lito Paltrinieri<br />
I Sacerdoti e i Diaconi della Parrocchia augurano a tutti un sereno Natale in Cristo<br />
ed un Anno 2008 ricco della benedizione del Signore
attenzione alla fragilità dell’uomo d’oggi, pro-<br />
L’ mossa dalla Chiesa nel convegno di Verona,<br />
nel Convegno diocesano dell’1-2 giugno 2007 e<br />
fatta propria in quest’anno pastorale dalla nostra<br />
parrocchia, ci viene sollecitata dalla meditazione<br />
del mistero dell’incarnazione di Gesù. Il suo “farsi<br />
uomo” nella debolezza e povertà di un bambino ci<br />
provoca e stupisce. Se poi rappresentiamo questo<br />
avvenimento attraverso il segno del presepe,<br />
abbiamo l’occasione per comprendere cosa significa<br />
quella condizione di debolezza che riguarda<br />
ogni uomo, in particolare quello più sofferente e più<br />
povero. Il presepe, al di là del suo valore artistico e<br />
tecnico, ci permette di vedere da vicino, sulla base<br />
della narrazione <strong>dei</strong> Vangeli dell’infanzia, le condizioni<br />
di vita in cui è venuto al mondo Gesù. San<br />
Francesco di Assisi ebbe l’intuizione di poter ripresentare<br />
dal vivo la nascita di Cristo, costruendo un<br />
presepe vero, dove si potesse contemplare questo<br />
mistero di Gesù: “Vorrei vedere con gli occhi del<br />
corpo i disagi in cui si è trovato Gesù per la mancanza<br />
delle cose necessarie a un neonato, come fu<br />
adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno<br />
tra il bue e l’asinello”. Nella notte di Natale, a Greccio,<br />
vicino a Rieti, riuscì veramente a sperimentare<br />
“in visione”, la presenza di Gesù, accompagnata<br />
dalla partecipazione reale di contadini, pastori, animali<br />
del luogo, quali il bue, l’asino, le pecore. Il<br />
Santo pensava che poi, in futuro, col presepe,<br />
come era accaduto a lui, i fedeli di ogni tempo<br />
sarebbero stati in grado di contemplare l’umiltà, la<br />
radicale povertà, ma anche la bellezza del bambino<br />
P R E S E P I<br />
La fragilità nel segno del Presepe<br />
Gesù, la sua presenza nella quotidianità della vita.<br />
Facendo risaltare l’umanità di Gesù nel suo aspetto<br />
più debole e fragile, il presepe dà l’occasione<br />
anche a noi, oggi, di sentirci umili e di accorgerci<br />
delle persone più bisognose di cura e di affetto.<br />
Constatare questa condizione di fragilità, di sofferenza,<br />
da un lato può farci paura e procurare un<br />
certo disagio; dall’altro la nascita di Gesù è posta in<br />
un’atmosfera di bontà, di tenerezza, di semplicità<br />
che induce all’amore e alla commozione. Ma c’è di<br />
più: in Gesù bambino riconosciamo Colui che,<br />
abbassandosi fino a condividere la nostra umanità,<br />
ha innalzato ogni uomo ridonandogli una dignità e<br />
condizione di vita nuova, “divina” facendoci simili a<br />
Lui: “ …spogliò se stesso, assumendo la condizione<br />
di servo e divenendo simile agli uomini; apparso<br />
in forma umana umiliò se stesso…(San Paolo ai<br />
Filippesi 2, 7-8). Per questa sua umiliazione Gesù è<br />
stato esaltato, perché attraverso il dono di amore<br />
della sua vita, ha redento e portato la salvezza a<br />
tutta l’umanità. Infatti il Natale del figlio di Dio non è<br />
fine a se stesso, ma (come indicano le stupende<br />
icone presepiali dell’Oriente, dove la grotta è posta<br />
nel sepolcro) è proiettato alla Pasqua. Per l’incarnazione<br />
e redenzione di Cristo la fragilità dell’uomo<br />
riceve un senso, un significato sublime, una speranza<br />
di vita già ora sulla terra e oltre nell’eternità.<br />
Per questo, ammirando il presepe nelle sue varie<br />
ed infinite espressioni, divenendone anche appassionati<br />
costruttori e divulgatori, siamo pieni di gioia<br />
e speranza.<br />
diacono Remo Feverati
Nei locali del sottochiesa di San Faustino<br />
dall’8 dicembre 2007 al 6 gennaio 2008<br />
Terza Mostra<br />
<strong>dei</strong> Presepi Artistici<br />
Per il terzo anno consecutivo presentiamo<br />
una selezione di presepi artistici provenienti<br />
da diverse regioni d’Italia, opere di alcuni<br />
fra i migliori maestri presepisti italiani e<br />
spagnoli. Le scene illustrano vari episodi<br />
evangelici: dall’Annunciazione a Maria, alle<br />
nozze di Cana, da Gesù con Pilato all’annunzio<br />
ai pastori; in questa edizione abbiamo<br />
voluto evidenziare soprattutto l’evento<br />
principale, la Nascita di Gesù, con la presentazione<br />
di ben 11 scene. S. Francesco la<br />
rappresentò con tanta gioia e umiltà già nel<br />
13°secolo. Noi desideriamo continuare questa<br />
tradizione e ricordare che il Natale è<br />
questo: “la Natività di Gesù”. Il profeta Isaia<br />
diceva: “Ecco la vergine concepirà e partorirà<br />
un figlio, che chiamerà Emmanuele…<br />
(Is.7,14) e ancora: “Il bue conosce il proprietario<br />
e l’asino la greppia del padrone…<br />
(Is.1,3). Tutto era preannunciato e si è compiuto.<br />
Giuseppe Buffagni<br />
P R E S E P I<br />
Costruisci anche tu il tuo presepe!<br />
Lo scopo di questa mostra è quello di far ammirare,<br />
attraverso le opere di alcuni artisti, la bellezza e la<br />
varietà <strong>dei</strong> presepi del Natale di Gesù. Non solo:<br />
vogliamo suscitare in ogni visitatore il desiderio di partecipare<br />
direttamente all’evento, costruendo il proprio<br />
presepe in famiglia o altrove, secondo la propria ispirazione.<br />
Inoltre incoraggiamo quei giovani e adulti<br />
disponibili a collaborare con noi, anche col nostro<br />
aiuto, ad allestire un presepe o una scena del Natale,<br />
da collocare nella mostra del prossimo anno. Gli interessati<br />
sono invitati a lasciarci nome, cognome, indirizzo<br />
e numero di telefono.<br />
Grazie<br />
Il gruppo <strong>dei</strong> presepisti <strong>dei</strong> <strong>SS</strong>. Faustino e Giovita
A T T I V I T À I N S I E M E<br />
Dio amore disarmato<br />
Padre, forse l’uomo non ha fiducia in Te, ma Tu<br />
certamente ce l’hai nell’uomo: gli hai consegnato tuo<br />
Figlio, come un bambino qualsiasi, che senza amore non<br />
vive.<br />
Figlio dell’uomo, però Dio; fragile, piccolo, che<br />
comincia a fare i primi passi, appoggiandosi a una mano<br />
forte per non cadere; che cresce e impara dalle cose<br />
sofferte ad accettare anche la durezza e i rifiuti della gente;<br />
che piange per la morte dell’amico e prova angoscia<br />
davanti alla propria.<br />
Mio Dio, noi difficilmente ti perdoniamo per averci<br />
creati vulnerabili, non onnipotenti. La nostra tentazione è<br />
vivere l’incompiutezza nell’insoddisfazione o nella<br />
disperazione. Rifuggiamo la fragilità quotidiana della vita,<br />
mentre Tu l’hai ritenuta degna di Dio.<br />
Alla nostra idea di grandezza non fa comodo un Dio<br />
bambino, che si è spogliato della veste gloriosa della<br />
potenza e della divinità per rivestirsi di debolezza e di<br />
umanità. Nel nostro mondo, in cui vince chi si gonfia di sé<br />
per prevalere, a che serve un Dio disarmato, ferito,<br />
crocifisso? Che salvatore è?<br />
Pare assurdo: non ci ha tolto i problemi e i guai; non ha<br />
eliminato le malattie né la morte. Sono le nostre accuse,<br />
perché vorremmo che Tu, Dio potente, sistemassi le<br />
vicende come diciamo noi; ma hai un altro punto di vista.<br />
Detesti il male, però ci lasci liberi. Ci affidi la<br />
responsabilità del mondo e <strong>dei</strong> fratelli, ma non fermi la<br />
mano di Caino. Tu sai che non sarebbe amore costringere<br />
Caino ad amare.<br />
Non obblighi il Caino che è in me ad assomigliarti;<br />
cerchi soltanto di contagiarmi di amore e di misericordia;<br />
li riversi a torrenti, affinché ne siamo penetrati e guariti;<br />
allora la nostra ferita di infelicità può diventare spazio<br />
traboccante di gratitudine.<br />
Padre, Tu continui a credere in noi: siamo tua immagine<br />
e somiglianza, capaci di amare creativamente! Hai fede<br />
nell’uomo, anche quando noi non l’abbiamo in Te e negli<br />
altri.<br />
Proverò a guardare la realtà dal tuo orizzonte, a pesare i<br />
miei atti sulla bilancia dell’eternità per vincere il male con<br />
il bene, per oltrepassare la paura della morte.<br />
Così anche la fragilità acquisterà valore, perché in essa<br />
risalta perfettamente la potenza dell’amore.<br />
Questa è la tua forza inarrestabile, Dio amore disarmato.<br />
M. Lucia del Dio vivente<br />
Carmelo S. Anna, Carpineto Romano<br />
Doposcuola<br />
L’iniziativa, entrata nel quinto anno di attività, è rivolta a studenti<br />
che frequentano la Scuola media inferiore (o secondaria<br />
di primo grado) ed abitanti prevalentemente sul territorio parrocchiale.<br />
Un gruppo di volontari, in accordo con la Scuola<br />
statale “Luisa Guidotti”, segue i ragazzi in un percorso di recupero<br />
didattico – relazionale.<br />
Si cercano nuovi volontari, specialmente per l’insegnamento<br />
della lingua inglese.<br />
Azione Cattolica<br />
Dal mese di novembre sono ripresi gli incontri del gruppo<br />
adulti di azione Cattolica, con cadenza settimanale,<br />
ogni mercoledì dalle ore 15,30 alle ore 16,30 alternando<br />
adorazione eucaristica e catechesi sulle letture della<br />
domenica seguente. Gli incontri hanno come relatori i<br />
sacerdoti della parrocchia. Tutti sono invitati ad intervenire,<br />
non solo coloro che fanno parte dell’Azione Cattolica,<br />
perché la comprensione della Parola di Dio ci fa<br />
gustare pienamente la Santa Messa del giorno del<br />
Signore.<br />
Cena per i 40 anni<br />
Noi “ragazzi” del 1967 abbiamo festeggiato in parrocchia il<br />
nostro quarantesimo compleanno la sera del 26 ottobre 2007.<br />
E’ stato bello ritrovarsi e scoprire che stiamo ancora bene<br />
insieme, che ancora tante cose ci legano, ma soprattutto l’amicizia<br />
nata in parrocchia nei primi anni della nostra vita. Grazie,<br />
Signore, per averci concesso questa grande gioia!<br />
“Anche se sono passati tanti anni, ci siamo riconosciuti tutti...”
A T T I V I T À I N S I E M E<br />
Battesimi 16 settembre e 18 novembre<br />
La squadra under 13 femminile<br />
La squadra under 15 maschile<br />
Cresima 21 ottobre<br />
1, 2, 3… Forza Invicta… Olè!<br />
Sono in pieno svolgimento le attività della pallavolo<br />
in parrocchia, dai più piccoli del centro<br />
di avviamento alla pallavolo, ai più grandicelli<br />
delle squadre under 15 maschile(foto) e di under<br />
13 femminile(foto) che partecipano ai rispettivi<br />
campionati di categoria organizzati dal CSI. Le<br />
ragazze più grandi si cimentano nel campionato<br />
under 17 della UISP, mentre le squadre maggiori<br />
si stanno ben comportando nella terza divisione<br />
femminile e nella difficile avventura della serie D<br />
regionale maschile. Inoltre da quest’anno abbiamo<br />
iniziato in collaborazione con la scuola primaria<br />
San Faustino, all’interno della nuova palestra,<br />
un corso di attività motoria generale rivolto a<br />
bambine e bambini della prima e seconda elementare<br />
della scuola, che sta riscuotendo un<br />
incoraggiante successo. Infine nel pomeriggio di<br />
sabato 24 novembre abbiamo ricevuto in palestra,<br />
assieme ad una rappresentanza delle nostre<br />
giovani atlete impegnate in una partita, una delegazione<br />
di amministratori locali guidata dal sindaco<br />
di Modena Giorgio Pighi e dal presidente della<br />
circoscrizione Franco Fondriest, ai quali abbiamo<br />
illustrato le attività della nostra società come proposta<br />
educativa nell’ambito non solo della parrocchia<br />
ma anche di tutto il quartiere. Nell’assemblea<br />
della società del 10 dicembre si è provveduto al<br />
rinnovo del consiglio direttivo.<br />
Buone Feste a tutti!<br />
Claudio Andreoli
R I F L E S S I O N I I N P A R R<br />
Testimoni di Gesù Risorto,<br />
speranza del mondo<br />
Seguendo il solco tracciato dal 4° Convegno Ecclesiale<br />
Nazionale tenutosi a Verona nell’ottobre 2006, la nostra<br />
Diocesi si è messa in cammino verso il Convegno Diocesano,<br />
celebrato nel giugno 2007. In tale occasione, che ha visto la<br />
presenza di numerosi delegati da ogni parte della diocesi, si è<br />
riflettuto sull’attuale situazione al fine di individuare le proposte<br />
pastorali più idonee per essere sempre più “testimoni di<br />
speranza” nel territorio modenese. La nostra Comunità<br />
parrocchiale ha riflettuto, nei mesi di febbraio e marzo 2007, sui<br />
cinque ambiti proposti a Verona: Affettività, Lavoro e Festa,<br />
Fragilità, Trasmissione della Tradizione Cristiana, Cittadinanza.<br />
Sono state pertanto istituite cinque commissioni, aperte a tutti<br />
coloro che intendessero contribuire ad una approfondita<br />
comprensione degli ambiti indicati, con riferimento alla specifica<br />
situazione che si vive nel territorio della Parrocchia <strong>dei</strong> <strong>SS</strong><br />
Faustino e Giovita. Dai lavori di queste commissioni è nata la<br />
sintesi che viene qui presentata e che chiede ora di ricevere una<br />
pronta attuazione. L’intenzione è di offrire a tutti la ricchezza<br />
scaturita dall’impegno e dalla riflessione di molti, come contributo<br />
alla crescita di tutta la comunità.<br />
Le riflessioni delle cinque<br />
commissioni parrocchiali<br />
Una pastorale organica,<br />
coordinata che vive di relazioni<br />
Emerge da più parti l’esigenza di una pastorale organica che si<br />
prenda cura delle relazioni interpersonali a tutti i livelli, senza<br />
distinzioni di ruoli, gruppi o età. Ci si è resi conto di essere<br />
eccessivamente divisi per “compartimenti”, e che spesso questi<br />
“compartimenti” non comunicano fra di loro. Non forse per<br />
mancanza di volontà, ma in quanto manca un coordinamento ad<br />
ampio respiro che per mezzo di idonei strumenti consenta una<br />
maggiore circolazione di idee, informazioni ed iniziative.<br />
Una parrocchia aperta al contesto diocesano<br />
Si è anche sottolineata una certa chiusura verso ciò che già si fa e si<br />
organizza all’esterno della parrocchia, in particolare a livello<br />
diocesano. Vige una certa ritrosia a fare sinergia con gli uffici<br />
centrali della Diocesi. Una forte tradizione di autosufficienza ci fa<br />
dimenticare gli impegni più grandi e complessi. Come parte di una<br />
Diocesi è nostro dovere muoverci in sinergia con essa, pur<br />
chiedendo alla Diocesi stessa una maggiore attenzione alle<br />
esigenze delle parrocchie. Qui è comunque importante sottolineare<br />
che se la parrocchia si vive come autosufficiente, come una realtà<br />
che basta a se stessa, corre il rischio di impoverirsi. L’apertura<br />
all’esterno, pur con le difficoltà ed i rischi che può comportare, è<br />
sempre e comunque fonte di ricchezza ed evita, per chi è in grado<br />
di realizzarla, di irrigidirsi su propri schemi e proprie routine.<br />
Soltanto una parrocchia “aperta” può favorire relazioni di<br />
appartenenza ad una Chiesa che si percepisca universale.<br />
Una parrocchia "famiglia di famiglie"<br />
Si sente l’esigenza inoltre di creare momenti di incontro attraverso<br />
i quali avvicinare le persone con attività che facciano nascere,<br />
mantenere e consolidare legami positivi. Le occasioni di incontro<br />
permetterebbero un maggior scambio ed integrazione tra i diversi<br />
gruppi parrocchiali, facendoci maturare come comunità. Questo<br />
potrebbe inoltre suscitare un maggior senso di appartenenza alla<br />
parrocchia e quindi, in definitiva, alla Chiesa di Cristo. In tal<br />
modo, inoltre, si modificherebbe un sentore da più parti denunciato<br />
e cioè il fatto che la nostra parrocchia sia percepita come una<br />
comunità “chiusa”, refrattaria quasi a nuovi ingressi. Occorre<br />
un’azione mirata a modificare il significato che per molti la<br />
parrocchia riveste e cioè quello di essere percepita come una sorta<br />
di erogatrice di servizi (amministrazione <strong>dei</strong> battesimi, della<br />
comunione, della cresima, del matrimonio, <strong>dei</strong> funerali…). In tal<br />
modo le persone si avvicinano soltanto quando hanno una esigenza<br />
da soddisfare e poi si allontanano di nuovo senza intessere<br />
relazioni vere. Diverso sarebbe se l’immagine radicata nelle<br />
persone fosse quella di una parrocchia “famiglia di famiglie”, al<br />
cui interno “si sta bene”, dove si vivono relazioni vere, accoglienti,<br />
faccia a faccia, ove ci si aiuta reciprocamente, ci si fa carico gli uni<br />
degli altri in modo disinteressato, proprio come avviene in<br />
famiglia.<br />
Una parrocchia aperta al mondo,<br />
attenta alla storia<br />
Si è fatto giustamente rilevare la difficoltà della parrocchia ad<br />
intercettare le tante diversità ormai presenti sul nostro territorio. Etnie<br />
diverse, religioni diverse, culture diverse si sono insediate stabilmente<br />
nel nostro territorio, ma non “vivono” la parrocchia. Chi frequenta è per<br />
certi versi una porzione di popolazione già scremata da ogni elemento<br />
di diversità sostanziale. Mentre un tempo la parrocchia era uno spaccato<br />
reale del territorio, ora è solo in parte, e forse minimamente,<br />
rappresentativa. Occorre pensare a nuove modalità di dialogo e di<br />
incontro per non rischiare di porsi al di fuori della storia. La stessa<br />
visione antropologica scaturita al Convegno di Verona, dell’uomo che<br />
si confronta con gli altri, ci deve spingere su questa strada. Dobbiamo<br />
porre attenzione a non prendere troppa distanza da questi temi che<br />
invece stanno entrando nelle discussioni di tutti i giorni nelle case <strong>dei</strong><br />
cattolici e <strong>dei</strong> cittadini in generale.<br />
Una parrocchia in ascolto<br />
Nella concretezza dell’oggi, spesso l’incontro con queste diversità<br />
avviene tramite la Caritas parrocchiale, in quanto si tratta il più<br />
delle volte di persone che vivono in stato di povertà (materiale,<br />
culturale, lavorativa, affettiva…). E’ in funzione infatti il Centro di<br />
Ascolto con accoglienza ed aiuto a queste persone in cerca di<br />
lavoro, di abitazione, di regolarità, di sistemazione di bambini.<br />
Hanno bisogno di inserimento nel contesto sociale e culturale. Per<br />
alcuni, cattolici ed ortodossi, si tratta anche di ritrovare le proprie<br />
radici cristiane. Ci si attiva fornendo consigli, disbrigo di pratiche<br />
burocratiche, distribuendo generi alimentari, abbigliamento,<br />
mobili.<br />
Una parrocchia integrata nel "Pubblico"<br />
Emerge quindi la necessità di una maggiore integrazione ed<br />
utilizzazione delle conoscenze del “Pubblico” perché esse<br />
diventino anche patrimonio della parrocchia. Anche il Pubblico ha<br />
bisogno di questa apertura e di questo confronto perché solo con<br />
l’aiuto e la collaborazione delle diverse realtà sociali (tra cui le<br />
parrocchie) si potrà costruire una città a dimensione d’uomo,<br />
vivibile ed integrata; una società che è sempre più eterogenea e<br />
complessa.<br />
L'attenzione alle fragilità<br />
Allarghiamo ora il nostro sguardo sulle altre situazioni di fragilità che si<br />
incontrano nel territorio parrocchiale. Anziani, disabili e ammalati che<br />
vivono la solitudine, che hanno bisogno di essere ascoltati e seguiti con<br />
amore nelle loro richieste di aiuto materiale e spirituale. Ragazzi con<br />
difficoltà scolastiche, sia stranieri che italiani, che rischiano di rimanere<br />
emarginati per problemi legati alla lingua ed alle difficoltà nello studio,<br />
per i quali è stato attivato un “Doposcuola” gestito da insegnanti<br />
volontari della parrocchia. Disagi economici dovuti al costo degli affitti,<br />
all’impossibilità per le donne con figli piccoli di trovare<br />
un’occupazione, all’aumento del costo della vita per gli anziani.<br />
Ragazzi in difficoltà lasciati soli in casa per esigenze di lavoro, con la<br />
sola compagnia della televisione. Famiglie in crisi, con conseguente<br />
separazione e divorzio, chiuse alla fede, ma anche bisognose di<br />
riprendere i contatti.<br />
Essere testimoni di Cristo<br />
e della tradizione cristiana<br />
Di fronte ad una tale situazione ci si è interrogati sul senso della<br />
testimonianza cristiana. I laici che frequentano la parrocchia troppo
O C C H I A<br />
spesso nella vita quotidiana non vivono concretamente i valori che<br />
professano in Chiesa. Emerge sempre più un senso di<br />
deresponsabilizzazione nei confronti della città, dell’ambiente (creato)<br />
nel quale si vive e questo porta a non partecipare alla “vita pubblica”<br />
intesa come servizio agli altri, cioè come forma di carità non solo per i<br />
singoli ma per la collettività. E' importante quindi riflettere sulla<br />
situazione relativa alla trasmissione della tradizione cristiana e sul<br />
patrimonio di valori che essa comprende e di cui si fa portatrice. Si è<br />
rilevato anche nel nostro territorio un forte decadimento <strong>dei</strong> valori<br />
cristiani, che sono poi anche quelli morali e civili della nostra società,<br />
decadimento che si nota nella diffusa indifferenza a tutti i livelli, anche<br />
nelle persone vicine alla parrocchia. Esiste un problema di<br />
allontanamento delle persone da Cristo, dalla Chiesa e dal suo<br />
annuncio. Molti cristiani hanno una scarsa conoscenza della Sacra<br />
Scrittura e <strong>dei</strong> contenuti della fede. Questa non incide sullo stile di vita<br />
ed in ciò sta la principale debolezza nel momento del confronto con le<br />
altre religioni e con la società civile, con il rischio di indebolimento<br />
della propria identità cristiana.<br />
La catechesi ai fanciulli ed ai ragazzi<br />
In questo ambito ha particolarmente importanza l'azione di<br />
catechesi <strong>dei</strong> fanciulli e di animazione giovanile. Le giovani<br />
generazioni odierne sono da curare in modo particolare in quanto<br />
saranno i cristiani ed i testimoni di Cristo di domani. La catechesi<br />
<strong>dei</strong> fanciulli è particolarmente importante in quanto questa va ad<br />
impattare sul senso di appartenenza alla Chiesa che i ragazzi poi<br />
svilupperanno e sul tipo di relazione con Cristo e con gli altri che<br />
essi vivranno. I tassi di abbandono al post cresima sono molto<br />
elevati e le cause, molteplici, solo minimamente controllabili dalla<br />
parrocchia. Aiuterebbe forse una catechesi che punti meno alle<br />
nozioni e più allo sviluppo di relazioni, con Cristo innanzitutto e<br />
quindi anche con le persone. Occorre far sperimentare ai fanciulli<br />
il senso di appartenenza ad una comunità viva e vitale, far loro<br />
comprendere che tutti facciamo parte della grande famiglia di<br />
Cristo, per invogliarli a continuare il rapporto con il Signore e con<br />
la Chiesa. In questa azione riveste particolare importanza il<br />
coinvolgimento delle famiglie nel cammino di fede <strong>dei</strong> fanciulli e<br />
degli adolescenti.<br />
La relazione tra le generazioni<br />
I giovani spesso non si sentono capiti e accolti nel momento in cui<br />
propongono strade nuove, non tradizionali per servizi ed<br />
animazioni in parrocchia. Essi chiedono maggiore attenzione e più<br />
spazi di aggregazione. Gli adulti, da parte loro, fanno forza sulla<br />
tradizione, sull'esperienza, e non sempre hanno riscontrato nei<br />
giovani quell'impegno responsabile e soprattutto quella costanza<br />
che è fondamentale quando si prendono impegni rivolti alla<br />
comunità. Occorre un maggiore sforzo da entrambe le parti per<br />
venirsi incontro. Da parte degli adulti, che rivestono un chiaro<br />
ruolo educativo in senso lato verso le nuove generazioni, questo<br />
sforzo deve essere poi particolarmente intenso.<br />
La responsabilità del laico<br />
e la condivisione della responsabilità<br />
Quest'ultimo passaggio ci consente di volgere lo sguardo sul<br />
settore del laicato adulto. Si è rilevata la necessità di laici che siano<br />
più disponibili ad assumere la responsabilità di impegnarsi per una<br />
crescita della comunità, abbandonando un atteggiamento a volte<br />
troppo passivo e collaborando maggiormente negli ambiti che<br />
vengono proposti, fornendo quindi la disponibilità per compiti e<br />
ministeri. Uno strumento di straordinaria importanza è in questo<br />
senso il Consiglio Pastorale Parrocchiale, organo ufficialmente<br />
deputato a condividere con il Parroco la responsabilità della<br />
conduzione della parrocchia. Esso è il luogo privilegiato per<br />
trattare tutte le questioni che riguardano la vita della parrocchia e<br />
<strong>dei</strong> suoi membri (l’evangelizzazione, la liturgia, i poveri, le<br />
fragilità, le opere di carità, le iniziative, la destinazione delle<br />
risorse…). Occorre perdere il timore di esporsi, di proporre, di<br />
enunciare nuove strategie, nuove visioni anche non tradizionali di<br />
pensare la pastorale in senso lato. In tal senso si auspica che le<br />
relazioni tra laici e sacerdoti si evolvano sempre più verso un<br />
maggior senso di collegialità e trasparenza. E' soltanto dal<br />
confronto, dall'ascolto delle ragioni reciproche, dalla possibilità di<br />
dissentire, dalla non prevenzione nei confronti di idee diverse e<br />
pareri contrari che possono consolidarsi relazioni improntate a<br />
mutua stima e rispetto.<br />
Il lavoro ed il senso della festa<br />
Il mondo del laicato adulto è inoltre interessato da un altro<br />
tema particolarmente importante, quello del lavoro. Occorre<br />
riprendere una sana alternanza tra tempo dedicato al lavoro e<br />
tempo dedicato alla festa, oggi non più distinti in modo chiaro.<br />
A ciò ha contribuito l'aumento considerevole di lavoratori con<br />
orario flessibile scandito sui sette giorni della settimana e la<br />
perdita del legame storico tra festività e tradizione religiosa (il<br />
Natale è talora vissuto come una “festa laica” di buoni<br />
sentimenti, la Pasqua come festa di primavera…). Il lavoro<br />
inoltre si è fatto più precario (i cosiddetti contratti atipici) con<br />
la conseguente difficoltà a progettare la propria vita famigliare<br />
sul medio lungo termine. Al contempo si rileva una tendenza a<br />
divenire schiavi sia del lavoro che del guadagno, sacrificando<br />
ad entrambi il nostro tempo. Anche la precarietà può condurre<br />
a situazioni di vero e proprio ricatto: di fronte al rischio di<br />
perdere il lavoro si è indotti a sacrificarvi più tempo. La prima<br />
comunità a pagare una simile situazione è certamente la<br />
famiglia. Le relazioni famigliari hanno infatti bisogno di<br />
tempo. Senza di esse difficilmente si potranno trasmettere i<br />
valori fondamentali alle nuove generazioni. Occorre quindi un<br />
maggior impegno a far sì che le scelte professionali non<br />
badino esclusivamente alla carriera ed al riscontro economico.<br />
Conclusione: Per essere testimoni di speranza<br />
Per concludere, una breve riflessione scaturita dai gruppi di lavoro<br />
su cosa significhi essere “testimoni di speranza”. Il testimone è una<br />
persona che mostra visibilmente quello in cui crede attraverso la<br />
propria vita quotidiana. Se non si “vedesse” non potrebbe essere un<br />
testimone. Sarebbe al più un uomo di fede, ma questo non farebbe<br />
di lui un testimone. Il cristiano è colui che racconta quello che è e<br />
che vive; è colui che si pone in ascolto della Parola di Dio e la mette<br />
in pratica nell’unico comandamento dell’amore a Dio ed al<br />
prossimo. Questa da sempre è la migliore testimonianza che<br />
possiamo dare del Vangelo. Due elementi qualificano poi nel<br />
concreto la testimonianza del cristiano: l’attenzione ai poveri e<br />
l’unità della Chiesa. Per essere veri testimoni di speranza occorre<br />
avere gli occhi puntati sui poveri, sugli ultimi, sugli emarginati, su<br />
chi soffre nel corpo e nello spirito. Gesù per primo è stato “un<br />
povero” ed ha indicato nel “povero” la via privilegiata della<br />
manifestazione di Dio. I cristiani devono essere riconosciuti per<br />
essere quelli più vicini ai poveri, quelli che vedono le ingiustizie e<br />
che intervengono per cambiare le situazioni. Per testimoniare la<br />
speranza, la parrocchia deve poi essere visibilmente una comunità.<br />
In essa si devono concretamente sperimentare relazioni vere, calde,<br />
affettuose, faccia a faccia, occorre condividere reciprocamente<br />
gioie, dolori, bisogni. E ciò non soltanto perché tutti apparteniamo<br />
alla famiglia umana e quindi per un generico senso di filantropia,<br />
ma perché tutti facciamo parte della famiglia di Cristo e<br />
condividiamo la stessa fede in lui. In una famiglia nessuno è<br />
indifferente a ciò che succede all’altro. Così deve essere nella nostra<br />
parrocchia. Emerge la necessità, da parte di tutti e a tutti i livelli, che<br />
si ritorni a riflettere su cosa significhi essere una comunità cristiana<br />
e su cosa possa risvegliare il senso profondo di appartenenza ad<br />
essa. Occorre favorire momenti profondi di spiritualità al pari di<br />
momenti di condivisione di vita. Occorre più desiderio di mettersi<br />
in gioco, di lasciarsi “impastare”, coinvolgere, puntando<br />
maggiormente su ciò che ci unisce, rispetto a ciò che ci divide.<br />
Occorre combattere fortemente contro tutto ciò che spezza i legami,<br />
le relazioni, contro tutto ciò che divide invece di unire. L’unità è<br />
ciò a cui tendiamo in Cristo alla fine <strong>dei</strong> tempi. L’unità deve quindi<br />
essere anche ciò a cui tendiamo oggi, pur con la limitatezza <strong>dei</strong><br />
nostri mezzi e delle nostre energie. Riconoscere le nostre fragilità<br />
assumendo uno stile di vita essenziale è il primo passo per poter<br />
condividere le difficoltà e le sofferenze degli altri, stando vicino a<br />
chi soffre.
I L P U N T O S U I L A V O R I<br />
anno che si sta per chiudere è stato particolarmente<br />
L’ intenso anche per quanto riguarda l’attività della Commissione<br />
Affari Economici: desideriamo ripercorrerne con<br />
voi i momenti più significativi. Quando, nella primavera del<br />
2007, Don Mauro comunicò all’Arcivescovo che la salute gli<br />
impediva di proseguire il mandato ed appariva imminente la<br />
nomina di un nuovo Parroco, furono tante, tantissime le persone<br />
che ci invitarono a trovare un’abitazione per Don<br />
Mauro all’interno della Parrocchia, come tangibile segno di<br />
gratitudine per quasi quarant’anni di ministero incessantemente<br />
svolto a servizio della Comunità di San Faustino. In<br />
un primo momento, si pensò di ricavare un miniappartamento<br />
all’interno <strong>dei</strong> locali posti in Via Giardini e facenti parte<br />
dell’ex Convento delle Suore Francescane: furono realizzati<br />
progetti tecnici ed avviate le necessarie pratiche amministrative.<br />
A giugno l’Arcivescovo nominò il nuovo Parroco nella<br />
persona di Don Alberto, il quale, reso edotto della situazione,<br />
manifestò subito il desiderio, molto apprezzato, che Don<br />
Mauro potesse rimanere ancora più “vicino” alla Parrocchia.<br />
L’attenzione è allora caduta su un vano abitativo di circa 65<br />
mq., (ex appartamento del campanaro) da tempo disabitato<br />
ed in pessime condizioni, posto sotto la Canonica e con<br />
ingresso da dietro alla palestra (per intenderci, lo spazio<br />
che, durante la sagra, viene occupato dalla pista per mini<br />
go-kart). L’appartamento, di proprietà della Parrocchia, non<br />
era da tempo utilizzato come residenza ma serviva per svolgere<br />
gli incontri di catechismo, fino al maggio scorso. Questa<br />
soluzione, tra l’altro, avrebbe consentito di rispondere ad<br />
un’esigenza da tempo avvertita, ossia quella di realizzare un<br />
ascensore anche a servizio della Canonica (accessibile pure<br />
da detto ingresso), senza rubare spazio al piazzale. Sono<br />
subito iniziati i lavori di ristrutturazione, che non hanno avuto<br />
Notizie dalla Commissione Affari Economici<br />
Il rifacimento dell’appartamento sotto la Canonica<br />
In alto a sinistra l’ascensore e il terrazzo; in alto a destra<br />
la struttura del nuovo tetto; sotto, il garage e l’ingresso<br />
all’appartamento; a destra, il complesso dopo l’intervento<br />
sosta nemmeno durante il mese di agosto e che hanno consentito<br />
a Don Mauro di trasferirsi nel nuovo alloggio già da<br />
metà settembre, in coincidenza con l’ingresso di Don Alberto.<br />
Qualche imprevisto c’è stato (per esempio, si è dovuto<br />
rifare il tetto, per eliminare recenti infiltrazioni e sostituire il<br />
materiale utilizzato, ormai non più a norma) ma, tutto sommato,<br />
si è riusciti a non discostarsi troppo dai preventivi. Si è<br />
approfittato dell’occasione per dare una “rinfrescata” alla<br />
Canonica, anche realizzandovi una lavanderia. Questi, in<br />
sintesi, i “numeri” dell’intervento: ristrutturazione appartamento<br />
e garage, 75.000 euro; ingresso piano terra, cancello,<br />
porta, vano scale, impianto ascensore, ponteggio, intonaco<br />
e tinteggiatura esterna, 70.000 euro; ristrutturazione locali<br />
secondo piano, lavanderia, infissi, impermeabilizzazione e<br />
rifacimento pavimentazione terrazzo, rifacimento copertura<br />
e impermeabilizzazione tetto, 60.000 euro; lavori e tinteggiatura<br />
interna locali e infissi Canonica/terrazzo, 16.000 euro;<br />
acquisto cucina, 9.000 euro; per complessivi 230.000 euro<br />
circa (IVA compresa). Di tale importo, circa 12/13.000 euro<br />
sono stati offerti – in denaro e beni – dalla generosità di privati<br />
e imprese nonché degli stessi Don Alberto e Don<br />
Mauro, che hanno integralmente “girato” alla Parrocchia le<br />
offerte personali ricevute nella circostanza. Un ulteriore contributo<br />
(circa 3.500 euro) è arrivato tramite le buste distribuite<br />
nel Bollettino della Sagra. Un caloroso grazie a coloro che<br />
hanno già contribuito, con offerte di ogni tipo. Mancano<br />
all’appello ancora oltre 200.000 euro… (e le Imprese possono<br />
ottenere la deducibilità per le offerte fatte per questo<br />
scopo). Un grazie anticipato a quanti contribuiranno in futuro,<br />
sia per la Canonica che per i vari lavori delle strutture<br />
parrocchiali.<br />
La Commissione Affari Economici
I L P U N T O S U I L A V O R I<br />
Il giorno 11 novembre 2007 sono stati benedetti i<br />
locali della scuola ristrutturati durante l’estate; dopo la<br />
preghiera, presieduta da Don Alberto, coadiuvato da<br />
don Mauro, tanti Parrocchiani hanno avuto la possibilità<br />
di visitare i locali della scuola e dell’ex convento.<br />
E’ stata anche l’occasione per “fare il punto” della<br />
situazione. Per quanto riguarda l’ex convento (ex abitazione<br />
delle Suore francescane): è stato acquistato<br />
dalla Parrocchia alcuni anni fa, accendendo un mutuo<br />
bancario; è costituito da una porzione <strong>dei</strong> piani terra,<br />
primo e secondo, con ingressi da Viale della Pace e<br />
da Via Giardini; ne fanno parte anche la palestra e la<br />
cappella, ove da tempo si svolgono ritiri di ragazzi,<br />
giovani e adulti della Parrocchia; confina (anche) con<br />
la Scuola ed in particolare, al primo piano, con la Sala<br />
Polivalente realizzata di recente, alla quale ha accesso<br />
diretto; i locali, tutti bisognosi di ristrutturazione,<br />
vengono attualmente utilizzati, almeno in parte, come<br />
aule di catechismo; l’obiettivo è quello di ristrutturare<br />
almeno una porzione dell’immobile e di adibirla ad<br />
oratorio per ragazzi e giovani, venendo incontro così<br />
alle richieste da tempo avanzate da numerose famiglie.<br />
Per quanto riguarda la Scuola parrocchiale (dell’infanzia<br />
e primaria): è parrocchiale, non tanto perché esercitata<br />
in “muri” di proprietà della Parrocchia di San<br />
Faustino, ma perché destinata anzitutto a coloro che,<br />
appartenenti alla Parrocchia, decidono di scegliere la<br />
scuola paritaria (rimane comunque fermo il principio<br />
Scuola e Oratorio<br />
“familiare”, secondo cui chi ha fratelli o sorelle che già<br />
frequentano ha anch’egli diritto di frequentare; solo per<br />
i posti che dovessero eventualmente rimanere liberi si<br />
accolgono le domande di chi non ha alcun “collegamento”<br />
con la comunità parrocchiale); è ritenuta a San<br />
Faustino, da oltre quarant’anni, una delle espressioni<br />
dell’anima educativa della comunità parrocchiale, consentendo<br />
di seguire i bimbi tutti i giorni della settimana<br />
(e non solo per poche ore) e di avvicinare anche le<br />
relative famiglie; pur strettamente collegata alla Comunità<br />
di San Faustino, ha una gestione economica<br />
distinta; attualmente, tra primaria e infanzia, è frequentata<br />
da 231 bimbi; ogni anno molte domande non vengono<br />
accolte in quanto eccedenti i posti disponibili;<br />
quattro insegnanti, di cui tre nel luglio 2007, hanno<br />
rinunciato alla chiamata nella scuola statale preferendo<br />
rimanere nella scuola paritaria; l’estate scorsa sono<br />
stati eseguiti significativi interventi di adeguamento<br />
delle strutture alle nuove normative: sono state realizzate<br />
scale di sicurezza, è stata ricavata una sala polivalente<br />
(ad uso anche della Parrocchia), sono stati<br />
potenziati i laboratori di informatica e le aule (musica,<br />
atelier di disegno, laboratori, ecc.); il costo di tali interventi<br />
è stato di circa 150.000 euro, coperto per oltre<br />
l’80% dalle offerte <strong>dei</strong> genitori <strong>dei</strong> bimbi frequentanti (il<br />
residuo verrà raccolto con altre iniziative); i programmi<br />
più immediati prevedono di sostituire le finestre con<br />
infissi a norma e di realizzare la cosiddetta sezione<br />
“primavera”, destinata ai bimbi da 2 a 3 anni.<br />
Don Alberto e don Mauro nel momento della benedizione; a sinistra, alcuni genitori e insegnanti; sotto, il rinfresco nel cortile della scuola<br />
Nuova illuminazione<br />
sotto la tettoia<br />
Poiché negli ultimi mesi sono aumentati<br />
episodi spiacevoli nella zona non sufficientemente<br />
illuminata adiacente alla cappella<br />
feriale, si è provveduto ad aumentare l’impianto<br />
luci per rendere più sicuro il passaggio<br />
di tutti. Questo permette anche di<br />
valorizzare un luogo dove poter sostare<br />
dopo le celebrazioni serali.
P E L L E G R I N A G G I<br />
Assisi III media e I superiore, 2-4 novembre 2007<br />
“ “<br />
“<br />
“<br />
Dopo il pellegrinaggio, abbiamo chiesto ai ragazzi di esprimere le loro opinioni.<br />
Oltre a visitare posti meravigliosi è stata un’esperienza<br />
bellissima, sia spirituale, sia per la compagnia. Durante<br />
il pellegrinaggio, nonostante qualche incomprensione, siamo<br />
riusciti ad integrarci e a trascorrere tre giorni stupendi. Dopo<br />
questi ricordi, aspettiamo tutti alla prossima gita.<br />
Ornella<br />
Assisi? Beh… tre giorni intensi, divertenti, da ripetere! Ma<br />
questo sarebbe troppo banale da dire… Penso, piuttosto,<br />
che quei tre giorni di pellegrinaggio siano serviti ad ognuno<br />
di noi per iniziare a vivere sulle orme di S. Francesco, per<br />
renderci conto che qualche volta, ascoltare quello che il<br />
Signore ci dice e, perché no, dirgli qualche “Sì” non è poi<br />
così male!<br />
Credo che quello che in ciascuno di noi dovrebbe essere<br />
rimasto di quei giorni insieme sia il desiderio e la volontà di<br />
adoperarsi per compiere il progetto che, da là in alto, Lui<br />
pianifica su di noi… questo potrebbe essere possibile<br />
riflettendo anche sulla vita di San Francesco e Santa Chiara<br />
(come abbiamo fatto noi) e provando a vivere sulle orme di<br />
quei Santi che hanno saputo dire un grande “Sì” nella loro<br />
vita.<br />
Comunque sono stati davvero tre giorni indimenticabili che ci<br />
hanno anche permesso di conoscerci meglio. Grazie.<br />
Elisabetta<br />
Assisi: è stato un viaggio sicuramente indimenticabile sui<br />
passi di San Francesco. Ringrazio don Alberto, gli<br />
educatori ma soprattutto Fra’ Massimo che ci ha guidati per<br />
Assisi e dintorni facendoci capire quanto S. Francesco amasse<br />
questi luoghi.<br />
Venerdì 2 novembre abbiamo visitato il santuario della Verna<br />
dove siamo rimasti colpiti dai profondi crepacci che<br />
Francesco amava scalare per ritirarsi in preghiera senza<br />
essere disturbato; sempre a La Verna abbiamo visto il luogo<br />
dove Francesco ha ricevuto le stigmate. Al sabato, dopo un<br />
tragico risveglio alle 6,45, ci aspettava la città di Assisi,<br />
l’Eremo delle Carceri e San Damiano, sotto la guida di Fra’<br />
Massimo. Alla sera, dopo la cena, abbiamo mangiato un<br />
gelato a Perugia. Infine, alla domenica, dopo aver visitato il<br />
Santuario di Rivotorto, abbiamo partecipato alla S.Messa<br />
solenne nella grande Basilica di Santa Maria degli Angeli,<br />
dove è conservata la Porziuncola, il luogo dove San<br />
Francesco ha fondato l’Ordine <strong>dei</strong> Frati Minori.<br />
Michele<br />
Igiorni 2, 3 e 4 novembre sono andata insieme al gruppo<br />
della mia parrocchia ad Assisi. Io c’ero già stata un’altra<br />
volta coi miei genitori: è una città piccolina e molto carina.<br />
Noi siamo andati lì per capire la vita di San Francesco. Le<br />
cose che mi sono piaciute di più sono: la Chiesa di San<br />
Damiano perché all’interno c’è il crocifisso e anche degli<br />
affreschi dipinti da vari pittori: Giotto e Cimabue.<br />
Però ho anche visto la basilica superiore e quella inferiore<br />
dove gli affreschi sono dipinti da Giotto, allievo di Cimabue.<br />
Gli affreschi rappresentano la vita di San Francesco. Ma la<br />
chiesina che mi è piaciuta di più è San Damiano perché<br />
intanto sono andata a visitarla anche dentro ed è bellissima e<br />
poi dentro ci sono tanti gradini che arrivano fino in cima.<br />
All’interno c’è il crocifisso che è magnifico. La vorrei rifare<br />
questa esperienza. Mi è davvero piaciuta, spero tanto di<br />
ritornarci presto perché in quei giorni abbiamo visto tutto<br />
quello che io desideravo. Ci ritornerò molto presto e poi io<br />
sono molto interessata all’arte e ho già raccontato alla mia<br />
insegnante tutte le esperienze che ho fatto. Mi sono fatta anche<br />
delle nuove amicizie.<br />
Elena
Sopra, il cammino lungo il colonnato;<br />
a destra, l’atto di affidamento a Maria<br />
P E L L E G R I N A G G I<br />
Sul Cammino a metà luglio 2008<br />
La Parrocchia organizza un pellegrinaggio a Santiago de Compostela<br />
da venerdì 11 Luglio a domenica 20 Luglio 2008, secondo il<br />
seguente programma di massima: venerdì 11: viaggio aereo ed arrivo<br />
al punto di partenza sul Cammino di Santiago; da sabato 12 a giovedì<br />
17 giornate di cammino a piedi (circa 20 Km al giorno) sull’antica via<br />
del Cammino francese (alloggio negli ostelli <strong>dei</strong> pellegrini); venerdì 18<br />
arrivo a Santiago con visita alla città e partecipazione alle celebrazioni<br />
solenni del Santuario; sabato 19 escursione a Finis Terrae; domenica<br />
20 rientro a Modena. E’ prevista una spesa indicativa di 500<br />
Euro a partecipante. Chi fosse interessato è pregato di iscriversi<br />
presso l’ufficio parrocchiale unitamente alla caparra di 50 Euro pro<br />
capite, non oltre il 27 gennaio p.v. Per ulteriori informazioni e chiarimenti<br />
rivolgersi ai seguenti numeri: Frassineti Simone 059340988;<br />
Sarti Sandro e Simona 059828313; Bagni Giuseppe e Paola<br />
059341654. E’ inoltre allo studio la possibilità di un pellegrinaggio<br />
in pullman che toccherà la località di Lourdes per giungere poi<br />
venerdì 18 a Santiago, dove si unirà al gruppo <strong>dei</strong> pellegrini e proseguirà<br />
assieme a loro anche sabato 19. Il programma esatto è in<br />
fase di definizione ma il periodo di svolgimento indicativamente<br />
andrà da sabato 12 o domenica 13 fino a domenica 20 Luglio.<br />
Santuario di San Luca 7 ottobre 2007<br />
Tutti a Santiago de Compostela!<br />
Alcuni tratti del cammino<br />
e, sopra, la meta del nostro<br />
viaggio, il Santuario a Santiago<br />
de Compostela
APPUNTAMENTI DEL PERIODO DI PREPARAZIONE<br />
E CELEBRAZIONE DEL NATALE<br />
SABATO 15 DICEMBRE<br />
Alle ore 15.30 Confessioni per ragazzi dalla<br />
3° media alla 4° superiore<br />
LUNEDÌ 17 DICEMBRE<br />
Alle ore 18.30 Celebrazione in preparazione<br />
al Natale con i ragazzi del catechismo (dalla<br />
2° elementare alla 2° media) e i loro genitori.<br />
MARTEDÌ 18 DICEMBRE<br />
Alle ore 17 Confessioni per i ragazzi di 4°<br />
elementare.<br />
Alle ore 18 Confessioni per i ragazzi di 5°<br />
elementare<br />
MERCOLEDÌ 19 DICEMBRE<br />
Alle ore 17 Confessioni per i ragazzi di 1°<br />
media.<br />
Alle ore 18 Confessioni per i ragazzi di 2°<br />
media.<br />
GIOVEDÌ 20 DICEMBRE<br />
Alle ore 20.30 Celebrazione eucaristica per i<br />
giovani.<br />
SABATO 22 DICEMBRE<br />
Dalle ore 16 alle ore 19 Confessioni per<br />
giovani e adulti.<br />
DOMENICA 23 DICEMBRE<br />
Al termine della Messa delle ore 10<br />
benedizione delle statuette di Gesù bambino;<br />
alle ore 15 pomeriggio di canti e festa per<br />
tutti organizzato dal Circolo ACLI Domus<br />
MARTEDÌ 24 DICEMBRE<br />
Dalle ore 9.30 alle ore 12 e dalle ore 16<br />
alle ore 19 Confessioni per giovani e adulti.<br />
Alle ore 23.15 Ufficio delle letture e alle ore<br />
24 Messa di mezzanotte di Natale.<br />
MERCOLEDÌ 25 DICEMBRE<br />
<strong>SS</strong>. Messe alle ore 8.30; 10.00; 11.30 e<br />
19.00.<br />
Alle ore 17 Concerto di Natale proposto dai<br />
bambini e dai giovani della Parrocchia.<br />
GIOVEDÌ 26 DICEMBRE<br />
Santo Stefano protomartire.<br />
Festa non di precetto, ma con orario festivo<br />
delle <strong>SS</strong>. Messe: 8.30; 10.00; 11.30; 19.00.<br />
DOMENICA 30 DICEMBRE<br />
Festa della Santa Famiglia.<br />
Orario festivo.<br />
LUNEDÌ 31 DICEMBRE<br />
Festa di san Silvestro I, papa, compatrono<br />
della nostra Arcidiocesi di Modena-Nonantola.<br />
Alle ore 18 S. Rosario; alle ore 18.30 canto<br />
del Te Deum, come ringraziamento per l’anno<br />
che si conclude.<br />
Alle ore 19.00 Celebrazione eucaristica e<br />
alle ore 21.30 Veglia diocesana di preghiera<br />
per la pace.<br />
MARTEDÌ 1 GENNAIO 2008<br />
Solennità di Maria <strong>SS</strong>.ma, Madre di Dio.<br />
Festa di precetto, le S.Messe saranno con<br />
orario festivo.<br />
DOMENICA 6 GENNAIO 2008<br />
Solennità dell’Epifania.<br />
Festa di precetto, le S.Messe saranno con<br />
orario festivo.<br />
DOMENICA 13 GENNAIO 2008<br />
Festa del Battesimo del Signore.<br />
Alle ore 11.30 Celebrazione del Battesimo<br />
<strong>dei</strong> bambini.<br />
ORARIO DELLA PREGHIERA<br />
COMUNITARIA IN CHIESA<br />
FERIALE<br />
ore 7.45 e 8.45 Lodi mattutine<br />
ore 9.00 Celebrazione eucaristica<br />
ore 18.30 Santo Rosario<br />
ore 19.00 Celebrazione eucaristica<br />
FESTIVO<br />
ore 8.15 Lodi mattutine<br />
ore 8.30, 10, 11,30 Celebrazioni eucaristiche<br />
ore 18.00 Santo Rosario, esposizione<br />
Ss.mo Sacramento<br />
ore 18.30 Vespri cantati<br />
ore 19.00 Celebrazione eucaristica