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La Gazzetta Bassanese APPUNTAMENTI 14 di Domenico Vittorini Il 16 e 17 aprile in occasione della Settimana di Beni Culturali anche Bassano Romano avrà la sua opportunità di essere presente; la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Roma, Rieti e Viterbo, in collaborazione con il Comune di Bassano Romano, l'Associazione Culturale La Rocca, l'Associazione Pro Loco e il supporto di Fiorella Proietti, Giosafat Cristiani e Marco Sivieri, terrà la manifestazione "Il volo della poesia e la poesia del volo" che verrà ospitata presso le sale di Palazzo Giustiniani- Odescalchi. La manifestazione prevede una mostra, curata da Marco Sivieri, di fo- tografie scattate tra gli anni 20 e 30 del secolo scorso durante i voli in mongolfiere e dirigibili. Spettacolari immagini che ritraggono momenti della grande guerra (1915/1918), vedute di Roma, delle nostre zone e di tante altre parti d'Italia, insomma viene proposto un emozionante volo di straordinaria bellezza e rarità. Le foto proposte fanno parte di una collezione privata appartenuta al Gen. A.M.I. Giuseppe Sivieri. Il Generale fu spesso ospite a Bassano grazie all'amicizia che lo legava al Capitano Lello Senzadenari, infatti, entrambi, appartenevano all'equipaggio Esperia, nome del dirigibili appartenuto agli Austriaci e che fu preda degli italiani durante il 1° conflitto mondiale. Gran parte della collezione di foto e altro materiale appartenuto al Generale Sivieri oggi è esposto presso il Museo Storico di Vigna di Valle. La mostra verrà inaugurata sabato 16 aprile alle ore 10,00. Domenica 17 alle ore 17,00 verrà presentato dal concittadino Sergio Fravolini la sua ultima raccolta di poe-sie " Là dove N. 170 - Aprile 2011 Settimana dei beni culturali anche nella dimora seicentesca. Previste visite guidate al piano nobile Il volo e la poesia tra gli affreschi di Palazzo Giustiniani un dolore tace", edito dalla Casa editrice Rupe Mutevole, con intermezzi musicali a cura di Augusto Mentuccia e dei suoi figli. La presentazione del libro sarà a cura di Silvia Denti, responsabile della Casa editrice. Durante i due giorni, in via del tutto eccezionale, sono previste visite guidate per ammirare i pregevoli affre-schi del piano nobile.
N. 170 - Aprile 2011 Don Pietro, decano del Monastero San Vincenzo, si racconta 92 anni contro il demonio Ordinato sacerdate dal 1942, è stato sempre vicino agli ammalati di Riccardo Moroni Don Pietro M. Niederkofler decano del Monastero di San Vincenzo, il 20 marzo scorso ha compiuto 92 anni ottimamente portati. Ordinato sacerdote nel 1942 in piena seconda guerra mondiale, arriva a Bassano verso la fine del conflitto e vi rimane per diversi anni prima di essere trasferito in una parrocchia di Perugia dove si ferma per circa venti anni, dopodiché, ritorna al Monastero di San Vincenzo, ed è ormai da oltre trent'anni ininterrotti che risiede qui da "noi". Va detto però che, mentre mi racconta storie ed aneddoti, nonostante la sua lucidità, sulle date, i ricordi si fanno flebili e, non avendo sottomano le carte dove ha appuntato le date dei passaggi più importanti della sua vita, potrebbe avermi detto delle inesattezze. Quando gli chiedo invece di dove è originario, mi dice con una punta di orgoglio, che proviene da uno dei posti più belli del mondo: Fiè, in provincia di Bolzano, ai piedi del massiccio dello Sciliar che domina l'altopiano di questo comune dell'Alto Adige, ora ambita meta turistica, ma all'epoca in cui don Pietro era un bambino, era solo un paesino di montagna dove per andare a scuola si dovevano affrontare tre ore di cammino fra andata e ritorno e fare il contadino era l'unica possibilità. Perché ha scelto di diventare sacerdote? Eravamo dieci figli, un giorno il parroco chiese a mia madre se almeno uno volesse farsi prete, mia madre scherzando, gli rispose che ce n'era uno più avido degli altri... parlava di me naturalmente... (si fa una bella risata). Se uno non voleva fare il contadino, le figure più importanti erano il maestro e il parroco e siccome vedevo che il maestro andava alla messa, ho pensato che la persona più importante fosse il prete (sorride ancora). Lei è molto conosciuto a Bassano perché da sempre va a visitare gli ammalati. Tutti l'hanno vista camminare almeno una volta per via S. Vincenzo, mentre si recava a casa di chi aveva bisogno di una parola di conforto, anche se in questi ultimi anni non ha disdegnato qualche passaggio in auto da chi, vedendola "arrancare" le ha fatto da autista. In effetti ora, vista l'età che non mi consente più di muovermi molto, ho fatto si, che ci fossero altre persone che portassero la comunione a chi sta male. Solo in casi gravi il parroco mi ha chiesto di andare io personalmente per le confes- sioni. Da dove nasce questo suo impegno? Quando sono stato ordinato sacerdote mia madre mi chiese quanti ammalati ero stato a visitare; io risposi nessuno, lei mi riprese subito dicendo: e tu saresti un prete? Mi ha mandato allora a visitare tutti gli ammalati del paese finché non consumassi almeno un paio di scarpe... È quindi grazie a mia madre se ho intrapreso questa missione! Lei è anche uno degli esorcisti della diocesi. Ha incontrato molte persone che sono venute da lei perché convinte di essere indemoniate? Molte persone vengono per capire se hanno il demonio in corpo o se hanno semplicemente dei disturbi curabili da un medico. Ma di queste, purtroppo tante, sono davvero possedute dal demonio. Riesce sempre a liberarle? Non sempre ci si riesce. Ha avuto mai paura? Si, ho avuto paura di morire. (me lo dice con uno sguardo che fa capire che con la mente è ritornato sull'episodio). Le va di raccontarmi La Gazzetta Bassanese STORIE DI VITA come è andata? È venuto un uomo una volta, con voce minacciosa e innaturale dicendomi: io ti ammazzo! (mi imita la voce) A quel punto ho chiamato il priore e ho fatto portare questa persona nel santuario, mi sono avvicinato al tabernacolo e ho pensato: se il Signore vuole, mi salverà. A quel punto l'uomo ha ripreso ad inveire contro di me, urlava, spostava i banchi della chiesa, poi mi si è avvicinato minacciandomi ancora, ad un certo punto è caduto a terra, quando si è rialzato ci siamo abbracciati. Era libero. Quell'uomo viene ancora a trovarmi qualche volta, adesso porta sul corpo le piaghe di Nostro Signore. Prima di chiudere questa piacevole chiacchierata, vuole dire qualcosa ai bassanesi? La sera prima di coricarmi, prego e faccio un esorcismo per tutto il mondo e in particolare per i Bassanesi e per chi mi conosce e mi vuole bene. Sto per andarmene quando mi fa segno di aspettare, va nella sua camera, ritorna con un foglio e me lo porge. Sono delle poesie. Alla mia domanda se fossero scritte da lui, mi fa notare il nome che riportano in calce: Si, sono le sue! Ora che ho scoperto anche questo suo lato poetico, chiudo con il finale di una poesia che credo racchiuda tutta l'essenza della sua lunga vita. ...Chiunque tu sia, ascolta il mio detto è l'amore che ti rende perfetto, che a ogni tuo gesto dona valore e muta in perle i giorni e le ore. Grazie don Pietro, la sua disponibilità e la sua dolcezza non le dimenticherò! 15
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