Ottobre 03.qxd - La Rocca
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2 LGB<br />
Riaperta<br />
la Biblioteca<br />
Con l’inizio dell’anno scolastico<br />
e dopo la pausa<br />
estiva è stata riaperta al<br />
pubblico la biblioteca<br />
comunale. Il via al nuovo<br />
anno è stato dato il 16 settembre<br />
scorso.<br />
<strong>La</strong> biblioteca comunale,<br />
gestita dall’Associazione<br />
Culturale <strong>La</strong> <strong>Rocca</strong> dopo<br />
aver siglato una convenzione<br />
con<br />
l’Amministrazione<br />
Comunale già un anno e<br />
mezzo fa, rispetterà i<br />
seguenti orari:<br />
MARTEDI’ dalla ore 9,00<br />
alle ore 12,00,<br />
MERCOLEDI’ dalle ore<br />
15,00 alle ore 18,00,<br />
VENERDI’ dalle ore 15,00<br />
alle ore 18,00.<br />
Con la riapertura della<br />
struttura pubblica è stato,<br />
ovviamente, riattivato il<br />
servizio di prestito dei testi<br />
al pubblico.<br />
Per gli alunni della<br />
prima e della seconda<br />
scuola elementare libri<br />
gratis per l’insegnamento<br />
della lingua inglese.<br />
<strong>La</strong> singolare iniziativa è<br />
p a r t i t a<br />
dall’Amministrazione<br />
Comunale del sindaco<br />
Giuseppe Marchetti e dell’assessore<br />
alla cultura e<br />
pubblica istruzione<br />
Giancarlo Torricelli in stretta<br />
collaborazione con l’istituto<br />
elementare di Bassano<br />
Romano. Il Comune, infatti,<br />
si farà totalmente carico<br />
della spesa per acquistare i<br />
libri per il corso d’inglese<br />
da distribuire a tutti gli alunni<br />
delle prime due classi. E<br />
quest’anno in arrivo un’al-<br />
N. 80 - <strong>Ottobre</strong> 2003<br />
INIZIATIVA DEL COMUNE PER LE SCUOLE ELEMENTARI<br />
Libri d’inglese gratis per gli studenti<br />
A sinistra.<br />
L’entrata della scuola<br />
elementare di Bassano<br />
Romano.<br />
L’Amministrazione<br />
Comunale distribuirà<br />
i testi d’inglese a tutti<br />
gli alunni della prima<br />
e della seconda classe.<br />
tra novità. L’insegnamento<br />
della lingua inglese sarà<br />
portato avanti con regolarità<br />
durante tutto l’arco dell’anno<br />
scolastico da poco<br />
iniziato.<br />
Fino ad oggi, infatti, le<br />
lezioni d’inglese venivano<br />
svolte tenendo conto della<br />
disponibilità dei singoli<br />
insegnanti.
N. 80 - <strong>Ottobre</strong> 2003<br />
Sopra. Il fosso che<br />
attraversa anche la<br />
Strada Provinciale<br />
Bassanese prima<br />
degli speroni<br />
tufacei (qui a destra).<br />
Benvenuti a Bassano!!!<br />
Un puzzo terribile attanaglia chi transita<br />
un tratto della strada provinciale da<br />
e per il bivio di Sutri.Il malsano odore<br />
proviene dal fosso che costeggia e sottopassa<br />
la strada nelle vicinanze dell'antico<br />
molino e dove il passaggio è<br />
delimitato da due speroni tufacei. Il<br />
fosso porta con sé tutti i "residui" del<br />
paese e nel periodo estivo, poi, l'acre<br />
odore aumenta in modo considerevole<br />
proprio per il caldo e la mancanza di<br />
piogge. E pensare che una volta era<br />
l'habitat di gamberi, testimoni di acque<br />
purissime, era la forza apportatrici di<br />
energia per la macina del grano e oggi<br />
è una fogna a cielo aperto. Sicuramente,<br />
per lo meno ce lo auguriamo, saranno<br />
stati studiati progetti per sanare tale<br />
ambiente che non è certamente un bel<br />
biglietto da visita per chi viene da fuori.<br />
ESTATE BASSANESE 2003<br />
Avanti con eventi di prestigio<br />
Sono finiti il 6 settembre scorso i festeggiamenti<br />
dell’Estate Bassanese 2003.<br />
Una bella estate, calda e accompagnata da<br />
molti eventi piacevoli e divertenti. Il<br />
cartellone si è subito presentato ricco<br />
anche di appuntamenti di rilievo dal punto<br />
di vista culturale e turistico.<br />
A partire dai Mercatini del ‘600 all’inizio<br />
di luglio (una delle edizioni più riuscite)<br />
fino alla rassegna “A teatro nel parco” che<br />
ha visto protagonisti attori di grande prestigio.<br />
Il tutto condito dalle varie feste che<br />
hanno tenuto compagnia ai cittadini per il<br />
periodo estivo. Buono il lavoro svolto dall’amministrazione<br />
comunale (che sembra<br />
puntare a manifestazioni di elevato grado<br />
artistico e culturale), dalle associazioni e<br />
dai vari gruppi locali che hanno dato vita<br />
ad un’estate davvero effervescente proponendo<br />
anche eventi nuovi, tra cui il riuscitissimo<br />
Rock Fest. Avanti così!<br />
E’ giunta in redazione, ancora una volta, una<br />
lettera senza alcuna firma. Ribadiamo che per<br />
la pubblicazione delle lettere e articoli su<br />
queste pagine bisogna indicare il proprio nome,<br />
cognome e riferimento telefonico.<br />
E’ possibile richiedere, poi, la pubblicazione<br />
senza la firma. Questo per dovere di cronaca e<br />
per una presa di responsabilità da parte di tutti,<br />
anche dei lettori.<br />
3 LGB
4 LGB<br />
Sopra.<br />
L’entrata<br />
all’area<br />
attrezzata.<br />
Qui a destra,<br />
il cartello del<br />
divieto di<br />
accesso per i<br />
mezzi a<br />
motore. In<br />
alto a destra,<br />
sotto l’albero una bella busta dell’immondizia. Al centro<br />
una macchina sosta nell’area pic-nic. Qui sotto, a<br />
sinistra un tavolo è stato divelto da terra. A destra,<br />
sotto il barbecue ancora buste di immondizia.<br />
N. 80 - <strong>Ottobre</strong> 2003<br />
NEL POLMONE DI BASSANO ROMANO. PER UN MAGGI<br />
Che bel spettacolo!<br />
Gli scandali<br />
“nascosti”<br />
nell’area pic-nic<br />
della faggeta
N. 80 - <strong>Ottobre</strong> 2003<br />
OR RISPETTO DELLA NATURA<br />
Intervenga<br />
l’Università Agraria<br />
Cartelli rotti e non rispettati, tavoli divelti<br />
da terra, immondizia lasciata in mezzo alla<br />
natura e auto parcheggiate nell’area dove<br />
c’è il divieto di accesso.<br />
Questo lo spettacolo che ci si è presentato<br />
davanti quando qualche domenica fa<br />
abbiamo fatto una visita all’area attrezzata<br />
pic-nic nella faggeta di Bassano di proprietà<br />
dell’Università Agraria. Uno scempio che sinceramente<br />
non avremmo voluto vedere.<br />
Le foto della pagina accanto e queste<br />
due righe più che una denuncia dello scandalo<br />
vorrebbero far riflettere per migliorare lo<br />
stato delle cose da qui in avanti.<br />
Innanzitutto, ancora una volta è evidente<br />
una manacanza di rispetto verso la cosa<br />
pubblica da parte di alcune persone che utilizzato<br />
il “polmone verde” di Bassano per<br />
passare qualche ora all’area aperta. A<br />
queste persone diciamo di fare una bella riflessione.<br />
All’Università Agraria, d’altra parte, si<br />
chiede un intervento per la tutela e la salvaguardia<br />
del territorio con maggiori controlli<br />
ma anche di fare ogni tanto ristrutturazione.<br />
Qualche barbecue ne ha bisogno.<br />
PRIMO PIANO<br />
<strong>La</strong> raccolta<br />
delle nocciole<br />
Un viaggio nella<br />
produzione<br />
delle nocciole a<br />
B a s s a n o<br />
Romano, con la<br />
storia, l’intervista<br />
ad un giovane produttore<br />
di questo importante<br />
prodotto e alcune<br />
domande al vice sindaco<br />
a cura di STEFANO PELLEGRINI<br />
G i a n c a r l o<br />
Torricelli.<br />
Le difficoltà, gli<br />
incentivi statali, la<br />
raccolta, la produzione,<br />
la qualità<br />
e i prezzi di questo 2003.<br />
Il servizio sulle nocciole<br />
segue alle pagine 6 e 7.<br />
Valori nutrizionali<br />
per 100 gr:<br />
Carboidrati: 1,8<br />
Proteine: 13<br />
Grassi: 62,8<br />
Calorie: 625 (nette)<br />
LA NOCCIOLA. Un po’ di storia<br />
Originaria dell'Asia Minore (anche se in Svizzera sono state trovate nocciole fra reperti<br />
risalenti all'età del rame), la nocciola era già conosciuta nell'antica Roma dove si regalavano<br />
piante di nocciolo per augurare felicità; in Francia durante l'Ancien Régime si regalava agli sposi<br />
come simbolo di fecondità. In Italia il nocciolo è coltivato in molte regioni del meridione (nelle<br />
province di Napoli, Avellino, Messina, Viterbo) ma si trovano coltivazioni di noccioli anche in<br />
Piemonte (Alba, Cuneo). Le varietà coltivate, a frutto tondo o a frutto allungato sono varie: tra<br />
le più pregiate la tonda gentile, la nocella bianca e nocella rossa. Le nocciole vengono utilizzate<br />
per la produzione di dolciumi (torrone, cioccolato) e da esse si ricava un olio usato come commestibile,<br />
come lubrificante e per saponi. <strong>La</strong> nocciolicoltura inoltre svolge una importantissima<br />
funzione per la conservazione dell'ambiente. Infatti i noccioleti, per effetto dell'alta percentuale<br />
di terreni dedicati alla loro coltivazione e per l'elevata densità di piante per ettaro, con il loro<br />
apparato radicale diffuso e l'ampia copertura offerta dalle loro chiome offrono una naturale difesa<br />
contro il dissesto idro-geologico del territorio.<br />
5 LGB
6 LGB<br />
PRIMO PIANO<br />
<strong>La</strong> raccolta delle nocciole<br />
Intervista a Emiliano Messina, giovane<br />
produttore locale di nocciole.<br />
Quali tipi di nocciola sono coltivati<br />
a Bassano? E in quale quantità?<br />
Principalmente sono presenti coltivazioni<br />
miste di tonda gentile romana e di<br />
nocchiona (chiamato anche nocciolone).<br />
Vengono prodotti anche altri tipi di nocciola,<br />
ma in quantità esigue. Per quanto<br />
riguarda la quantità, credo che ci aggiriamo<br />
intorno ai duemila, duemilacinquecento<br />
quintali, tenendo anche conto dei<br />
terreni situati nel nostro comune ma di<br />
proprietà di altri paesi.<br />
<strong>La</strong> nocciola di Bassano ha qualcosa<br />
da invidiare alle nocciole dei<br />
comuni vicini?<br />
Assolutamente no. Gli impianti nel<br />
<strong>La</strong>zio, nella zona dei Monti Cimini sono<br />
uguali tra di loro. <strong>La</strong> nocciola viterbese si<br />
differenzia dalle turche e dalle piemontesi,<br />
ed anche se quest’ultima è più rinominata,<br />
la qualità nostrana è superiore ad<br />
entrambe.<br />
Perché interi paesi vivono sulla<br />
produzione di nocciole e noi no?<br />
Perché da noi prevalgono i piccoli<br />
proprietari. Un singolo a Bassano<br />
possiede raramente più di uno, due ettari.<br />
A Caprarola, per<br />
esempio, ci sono<br />
delle grandi coltivazioni<br />
a conduzione<br />
familiare, c’è gente che ci vive. Da noi la<br />
produzione di nocciole è più un secondo<br />
lavoro, oppure un hobby per non andare<br />
al bar.<br />
I cittadini di Bassano convivono da<br />
anni con il problema della carenza<br />
idrica. Questo ha una qualche influenza<br />
sulla coltivazione delle nocciole?<br />
No. In altri paesi, dove sono presenti<br />
coltivazioni più estese, si scava un pozzo<br />
e si installa un impianto a goccia, che fornisce<br />
l’acqua necessaria direttamente alla<br />
pianta. A Bassano, con la nostra miriade<br />
di piccoli appezzamenti, è impensabile<br />
scavare per ognuno un pozzo ed installare<br />
un impianto a goccia. Questo tipo di<br />
irrigazione è presente in maniera molto<br />
esigua. Più che altro, si spera che piova.<br />
Che cosa serve a questo tipo di<br />
coltivazione?<br />
Tutto l’anno trattamenti fitosanitari<br />
(per lo sviluppo della nocciola e per la<br />
difesa della pianta da malattie e parassiti),<br />
lavori di inerbimento, potatura, e poi<br />
la concimazione a primavera e la raccol-<br />
N. 80 - <strong>Ottobre</strong> 2003<br />
<br />
“<strong>La</strong> resa è scarsa<br />
ma il prezzo sale”<br />
ta a settembre.<br />
Come è andata quest’anno?<br />
A seconda delle zone. Comunque,<br />
per fortuna il prezzo delle nocciole, che<br />
negli ultimi anni è andato calando, adesso<br />
è abbastanza alto. Purtroppo è scarsa la<br />
resa, soprattutto del nocchione, perché<br />
non avendo piovuto quando era necessario,<br />
la nocciola non si è sviluppata.<br />
L’anno scorso avevamo avuto un problema<br />
completamente diverso: aveva piovuto<br />
durante la raccolta, e parte delle nocciole<br />
erano umide, addirittura ammuffite.<br />
<strong>La</strong> pioggia è necessaria a primavera, con<br />
qualche temporalata estiva che, se non è<br />
troppo irruente, non guasta.<br />
Cosa bisogna fare per incentivare<br />
la produzione?<br />
Lo stato fornisce già incentivi per la<br />
coltivazione della nocciola di circa 500<br />
Euro a ettaro. In più, la cooperativa dei<br />
monti cimini e sabatini a Capranica, un<br />
rivenditore che lavora anche le nocciole<br />
fino a produrre un prodotto finito, rimborsa<br />
il 50% dei prodotti fitosanitari, for-
N. 80 - <strong>Ottobre</strong> 2003<br />
nisce contributi per la potatura e per la doppia raccolta.<br />
Quello che bisognerebbe fare è allargare la<br />
produzione Bassanese, invece di vendere i nostri<br />
terreni coltivati a nocciole a Caprarola e a<br />
Capranica. Si potrebbero creare stabilimenti che<br />
possano portare ricchezza a Bassano e dare lustro<br />
alla produzione locale. Invece, la nostra nocciola<br />
arricchisce Caprarola.<br />
S. P.<br />
<strong>La</strong> nocciola dei Monti Cimini<br />
Il <strong>La</strong>zio, grazie al rilevante contributo dei Monti<br />
Cimini, è la seconda Regione in Italia per produzione di<br />
nocciole, dopo la Campania, per volume prodotto.<br />
L'Italia è il secondo produttore mondiale dopo la<br />
Turchia: la quantità delle nocciole di questo paese (di<br />
bassa qualità) è più che quintuplicata negli ultimi anni,<br />
provocando una flessione dei prezzi del 72%, e una crisi<br />
che investe tutto il settore. Negli ultimi cinquanta anni<br />
la produzione della nocciola è cresciuta notevolmente:<br />
in provincia di Viterbo la superficie coltivata a nocciole<br />
è passata tra il 1950 e i giorni nostri da duemila a diciottomila<br />
ettari, con una produzione media di 350 mila<br />
tonnellate e una produzione lorda vendibile di 62 milioni<br />
di Euro. Le imprese agricole addette al settore,<br />
quasi sempre a conduzione familiare, sono circa 12<br />
mila.<strong>La</strong> nocciola più coltivata nel Viterbese è la Tonda<br />
Gentile Romana, di forma subsferica, la cui polpa<br />
chiara e consistente svela all’assaggio il gusto delicato<br />
tipico di questa varietà. I grassi insaturi presenti, oltre a<br />
fornire un buon apporto nutritivo segnalano, con un<br />
gusto di rancido o di muffa, le nocciole scadenti, perché<br />
vecchie, raccolte in ritardo, mal conservate.<br />
PRIMO PIANO<br />
DALL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE<br />
Iniziative per proteggere la produzione delle nocciole dei Monti Cimini<br />
Il vice sindaco Giancarlo Torricelli:<br />
“Unitevi in una cooperativa”<br />
. A parlare così è il vice sindaco di<br />
Bassano Romano Giancarlo Torricelli.<br />
E per affrontare questa situazione il comune di Bassano Romano,<br />
insieme agli altri comuni dell’area (Caprarola, Capranica, Ronciglione,<br />
Sutri), all’amministrazione provinciale e ai produttori agricoli si stanno<br />
muovendo per ottenere il riconoscimento per la nocciola dei Monti Cimini<br />
del marchio DOP (denominazione di origine protetta).<br />
.<br />
Si è già tenuta a Viterbo una manifestazione a favore di questo tipo di<br />
richieste, con la partecipazione dell’amministrazione di Bassano, e .<br />
7 LGB
8 LGB<br />
Bassano e Chios<br />
legati dalla famiglia<br />
Giustiniani<br />
di DOMENICO VITTORINI<br />
e ENRICO GIUSTINIANI<br />
occasione del gemellaggio tra<br />
InOrtona e l'isola di Chios nel<br />
nome di San Tommaso Apostolo le cui<br />
spoglie giunsero nella cittadina<br />
abruzzese nel 1258 dall'isola greca, il<br />
comune di Bassano ha presentato, tramite<br />
l'interessamento della lega Italo-Ellenica,<br />
al vice sindaco dell'isola Liparis e al rappresentante<br />
del Metropolita Ortodosso<br />
dell'isola Geomelos Dimitros, una lettera<br />
d'intenti per gettare le basi di un futuro<br />
gemellaggio tra le due comunità.<br />
Bassano e Chios sono unite nella<br />
lunga storia della famiglia Giustiniani<br />
che fino al 1566, per oltre due secoli,<br />
amministrò l'isola per conto della<br />
Repubblica Genovese.<br />
L'amministrazione dei Giustiniani ha<br />
dato luogo nell'isola ad una comunità<br />
internazionale e cosmopolita che viaggiò<br />
in tutto il mondo creando importanti società<br />
commerciali.<br />
Le colonie genovesi, in effetti, non<br />
mancavano di risorse.<br />
Poste ai confini dell'Oriente, vedono<br />
arrivare nei loro porti i prodotti<br />
dell'Estremo Oriente.<br />
Esse propongono in scambio, fino al<br />
cuore dell'Asia, panni e tele, vino e<br />
balocchi.<br />
Esse raccolgono gli schiavi, delle<br />
tribù caucasiche, che vanno a servire<br />
nelle famiglie agiate delle città<br />
d'Occidente o a potenziare i feudi agricoli<br />
della Sicilia.<br />
Le colonie Genovesi d'oltremare<br />
sono il punto d'incontro privilegiato tra il<br />
mondo della steppa e della foresta e le<br />
città mercantili mediterranee.<br />
Intermediari fra economie complementari,<br />
le colonie genovesi sono anche centri<br />
che valorizzano le più importanti<br />
risorse locali: cera, miele, pellicce e cereali<br />
per quelle di Crimea, allume destinato<br />
a fissare le tinture delle stoffe<br />
d'Occidente per Focea (Asia Minore),<br />
mastice, questo "chewing-gum" del<br />
Medioevo per Chios, che contingenta la<br />
produzione e commercializzazione in<br />
tutto il mondo.<br />
Già dall'epoca dei Giustiniani a<br />
Chios fu applicata<br />
la concezione<br />
pragmatica delle<br />
leggi civile e<br />
tributarie delle<br />
consuetudini<br />
mercantili<br />
Genovesi con<br />
una parsimoniosa<br />
distribuzione dei privilegi a tutti i<br />
componenti delle diverse casate dirigenti:<br />
genovesi, greche, bizantine, anche con<br />
matrimoni misti tra i diversi gruppi etnici<br />
sempre volti a favorire le attività commerciali,<br />
ponendo quelle basi di una<br />
crescita di un ceto dirigente multinazionale<br />
che viene posto come obiettivo<br />
anche oggi con la nascita dell'Unione<br />
Europea.<br />
Il Marchese Vincenzo Giustiniani,<br />
nasce a Chios nel 1564 ed eredita dal<br />
padre il feudo di Bassano. Fu un uomo<br />
educato alle arti, al gusto del bello ed<br />
attraverso i suoi molti viaggi ebbe una<br />
visione cosmopolita della vita. Dimostrò<br />
un grande eclettismo e una grande passione<br />
per le scienze e un forte attaccamento<br />
per le suo origini Genovesi e<br />
Greche e per la gente di Bassano.<br />
Bassano intende, nell'ambito di un<br />
progetto finanziabile dall'Unione<br />
Europea, in sinergia anche con la provincia<br />
di Viterbo, incoraggiare i rapporti tra<br />
le due comunità al fine di favorire uno<br />
scambio culturale, turistico e sociale al<br />
fine di rafforzare il dialogo tra i cittadini<br />
dell'Unione Europea e il comune retaggio<br />
culturale, allo scopo di migliorare le<br />
conoscenze sull'integrazione europea e lo<br />
scambio di esperienze che si possono<br />
concretizzare in scambi culturali con<br />
viaggi di istruzione, sinergie commerciali<br />
e turistiche. Un gesto che vuol significare<br />
riconciliazione, dialogo, amicizia e scoperta<br />
di un mondo lontano e misterioso.<br />
<strong>La</strong> ragione per cui viene ricordata la<br />
famiglia Giustiniani non è solo per l'aver<br />
realizzato in pochissimo tempo cospicue<br />
ricchezze ed essere stati i primi mecenati<br />
dell'arte, celebrati in una grande mostra<br />
nel 2001 a Roma, ma soprattutto per il<br />
fatto di essersi dedicati a finanziare<br />
iniziative benefiche già esistenti in favore<br />
dei meno fortunati della Famiglia e dei<br />
poveri in generale e tra questi specialmente<br />
dei profughi da Chios e del feudo<br />
di Bassano.<br />
Alla fine del cinquecento una dietro<br />
l'altra cadono le ultime colonie Genovesi<br />
e Veneziane nel mediterraneo.A Chios fin<br />
dal XIV secolo la famiglia Giustiniani,<br />
tramite la "maona", una vera e propria<br />
N. 80 - <strong>Ottobre</strong> 2003<br />
STORIA E CULT<br />
Ad Ortona sono state getta<br />
tra il centro viterb<br />
un legame antico per<br />
società per azioni (la prima documentata<br />
nella storia), aveva esercitato per conto<br />
della Repubblica Genovese l'amministrazione<br />
dell'isola posta a pochi<br />
chilometri dalla costa dell'odierna<br />
Turchia.<br />
Chios, grande più o meno un quarto<br />
della provincia di Viterbo, era fin dal<br />
medio evo un fiorente porto noto soprattutto<br />
per il suo mastice dal gusto leggermente<br />
dolciastro, utilizzato nell'alimentazione<br />
(gomma da masticare, nelle<br />
bevande e nei dolci), nella cosmetica e<br />
nella farmacologia.<br />
Nel 1566 i Turchi conquistano<br />
Chios, saccheggiando l'isola, diciotto<br />
ragazzi uccisi dopo atroci torture il 6 settembre<br />
1566, furono canonizzati dalla<br />
Chiesa, un dipinto fregia il palazzo dei<br />
dogi a Genova un altro e nel museo<br />
Capodimonte di Napoli.<br />
I pochi superstiti tornarono in Italia,<br />
tra di essi Giuseppe Giustiniani. Dopo le<br />
tappe di un esilio che è poi un fuga, prima<br />
a Malta, poi a Messina, quindi a Napoli<br />
ed infine a Civitavecchia, venne a Roma,<br />
con grandi ricchezze e con cinque figli:<br />
due maschi, Benedetto e Vincenzo e tre<br />
femmine: Angelica, Virginia e Caterina<br />
che sposa con nobili famiglie Romane.<br />
A Roma, tramite l'aiuto del cognato,<br />
Giuseppe Giustiniani fu introdotto con la<br />
sua attività negli affitti o nei negozi camerali<br />
riuscendo ad aumentare prodigiosamente<br />
le sue sostanze. L'esperienza di più<br />
generazioni dedite al commercio e ai<br />
cambi non poteva passare inosservata<br />
nella dinamica Roma di Gregorio XIII.<br />
Giuseppe Giustiniani si occupa<br />
anche di beneficenza con copiosi lasciti<br />
ad opere di bene, con la particolare raccomandazione<br />
di assistere i profughi di<br />
Chios con varie attività, tra cui alcune<br />
considerate oggi anacronistiche come la<br />
dote alle "zitelle sciote illibate". Nel 1595<br />
Giuseppe compra il feudo di Bassano<br />
dagli Anguillara.<br />
Dei due figli di Giuseppe, entrambi<br />
nati a Chios, Benedetto intraprese la carriera<br />
ecclesiastica divenendo Cardinale,<br />
Vincenzo, ereditò dal padre il feudo di<br />
Bassano ed il 22 novembre del 1605<br />
ottenne il titolo di Marchese.<br />
Vincenzo è uomo educato alle arti, fu
N. 80 - <strong>Ottobre</strong> 2003<br />
URA LOCALE<br />
te le basi del gemellaggio<br />
ese e l'isola greca:<br />
un amicizia futura<br />
lo scopritore del grande pittore<br />
Caravaggio, dimostrò un grande eclettismo<br />
e una grande passione per le scienze.<br />
Entrambi i fratelli furono accorti<br />
collezionisti d'arte coltivando una viva<br />
passione per l'antico, accumulando una<br />
straordinaria quantità di sculture e bassorilievi<br />
che letteralmente invasero tutti gli<br />
spazi delle sue residenze.<br />
<strong>La</strong> natura eclettica dei suoi interessi è<br />
dimostrata dall'inventario della sua biblioteca,<br />
nel quale sono elencati volumi di<br />
storia, di filosofia, ma anche di astrologia,<br />
medicina e divinazione.<br />
Almayden, storico dell'epoca, parlando<br />
del Marchese Vincenzo I Giustiniani e<br />
delle sue doti di sapiente, mecenate e<br />
viaggiatore, lo descrive così: "cavaliere<br />
di virtù e meriti incomparabili, noti a<br />
tutto il mondo…Non vidi mai tale ingegno<br />
al mondo….Di tutto s'intendeva, di<br />
tutto discorreva, anche delle scienze più<br />
recondite; e con essere affabile aveva<br />
ridotto in casa sua una conversatione di<br />
cavalieri et uomini letterati …. Fece<br />
mobilissimo viaggio in tutta Europa, il<br />
quale pose in carta e diresse a me" (pubblicato<br />
da un Codice Ottoboniano della<br />
biblioteca Vaticana)<br />
Tornati da Chios, i Giustiniani<br />
trovarono a Bassano Romano il posto<br />
ideale per costruirvi la loro residenza che<br />
nel casino di caccia detto "la rocca" nel<br />
giardino all'italiana riproduce il castello a<br />
cinque torri merlate che nelle sue linee<br />
architettoniche ricorda lo stemma della<br />
famiglia ancora presente sui alcuni<br />
palazzi di Chios.<br />
<strong>La</strong> "rocca" era un piccolo forte perso<br />
nel verde dove sembra<br />
che la famiglia<br />
trascorresse la maggior<br />
parte del loro<br />
tempo a Bassano<br />
forse anche per l'incredibilesomiglianza<br />
di questa "rocca"<br />
con le fortificazioni<br />
della terra natia del<br />
Marchese.<br />
Il marchese<br />
poneva grande rispetto per le sue origini,<br />
nella sala del palazzo di Bassano dedicata<br />
alle muse ha voluto far affrescare il<br />
porto di Genova a ricordo della provenienza<br />
dei suoi avi e il porto di Chios a<br />
suggello di una località che ha dato tanto<br />
a questa famiglia.<br />
Girolamo Giustiniani cugino del<br />
marchese Vincenzo nel 1585 scrive probabilmente<br />
la prima storia di Chios (documento<br />
conservato nell'archivio di stato di<br />
Roma)<br />
Un legame con Chios comunque<br />
ininterrotto nel tempo, tanto che anche la<br />
Sacra Rota non più tardi del 14 giugno<br />
1839, dopo ben 275 anni, li appella ancora<br />
come Giustiniani principi di Chios<br />
("Vincentius ex Nobilissima Ianuensi<br />
familia Justinianorum dynastarum olim<br />
Chij in mari Aegeo").<br />
Vincenzo Giustiniani, all'età di 67<br />
anni si trovò senza eredi legittimi e decise<br />
di nominare suo erede universale Andrea<br />
Giustiniani, figlio di Cassano Giustiniani<br />
Banca, il quale dall'isola di Chios si era<br />
trasferito a Messina.<br />
Andrea Giustiniani, sposa Donna<br />
Maria Pamphili, figlia di Donna Olimpia<br />
e nipote del Cardinale Gio Batta Panfilio<br />
futuro Innocenzo X. Questo matrimonio<br />
gli consente di aumentare notevolmente il<br />
suo prestigio personale, tanto che il Papa<br />
lo nomina Principe di Bassano nel 1645.<br />
Un incisione d'epoca mostra una sua<br />
immagine con lo sfondo del porto di<br />
Chios.<br />
A sinistra.<br />
Porto di Scio.<br />
Affresco nel<br />
Palazzo<br />
Giustiniani-<br />
Odescalchi<br />
di Bassano<br />
Romano<br />
Questo fu un periodo<br />
d'oro per la comunità di Bassano che<br />
da villaggio si trasforma, sotto la spinta<br />
dei Giustiniani, rapidamente in un vero e<br />
proprio borgo, attraverso un piano regolatore<br />
concepito e realizzato secondo il<br />
gusto del tempo.<br />
Il popolo di Chios, come il popolo di<br />
Bassano chiamava i Giustiniani con i<br />
titoli di Signori, Principi, Sovrani; i documenti<br />
e gli scrittori li dicono "Dynastae"<br />
e "dynastes" dal greco è princeps, regulus:<br />
signore, barone, principe e re, ma i<br />
Giustiniani memori della madre patria,<br />
riconobbero sempre su Chios la sovranità<br />
assoluta di Genova ("non prima dell'antica<br />
reggia s'impossessarono e lo scettro di<br />
questa alla Repubblica ne inviarono, e<br />
volentieri addossandosi la primiera<br />
dipendenza, che veros Genova professava<br />
quell'isola, si compiacquero di non comunicare<br />
la propria signoria con la sua<br />
patria" da Gammurri: "Historia<br />
Genealogica delle famiglie nobili toscane<br />
e umbre") e i cospicui lasciti testamentari<br />
ai bisognosi delle due comunità sottolineano<br />
un esercizio non dispotico del<br />
potere, fatto davvero inusuale a quel<br />
tempo.<br />
I Scioti come i Bassanesi, popoli fieri<br />
e diffidenti degli stranieri consideravano i<br />
Giustiniani "signori", non nel senso di<br />
"despoti", ma nel senso buono della parola<br />
che eleva l'uomo nobile d'animo, con la<br />
cultura e con l'umanità ed il rispettoso del<br />
prossimo di qualsiasi grado sociale.<br />
9 LGB
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L’Intervista Pazza<br />
Mara, proprietaria de "Il<br />
Gingillo". Ha conseguito la terza<br />
media a Bassano Romano.<br />
Hobby: Ballo<br />
Come è nato il nome "Il<br />
Gingillo"? Si adattava a questo<br />
tipo di negozio, che vende tutte<br />
cose piccole.<br />
Cosa ci consigli di comprare<br />
nel tuo negozio? Tutto.<br />
Ti è piaciuto Pippo Franco?<br />
Così e così. Lo facevo più spiritoso.<br />
Con l’euro i prezzi sono<br />
aumentati? Molto.<br />
Favorevole all’Oktoberfet? Sì.<br />
Come sono fatti gli alieni?<br />
Brutti verdi e con la testa<br />
grande? Ma simpatici, perché<br />
tutti i brutti sono simpatici.<br />
Animelle o salsicce? Salsicce.<br />
Se un sultano arabo ti volesse<br />
comprare, quanti cammelli<br />
dovrebbe sborsare? Mi è successo<br />
quest’estate in Tunisia.<br />
Mi davano 4 Ferrari e 60 cammelli.<br />
<strong>La</strong>ura Pausini o Gigi<br />
d’Alessio? Gigi d’Alessio.<br />
Spumante o champagne?<br />
Champagne perché mi fa pizzicare<br />
il naso.<br />
Ti piace la Multipla? Sì.<br />
Sembra un po’ una rana però è<br />
spaziosa.<br />
Spenderesti mille euro in un<br />
colpo solo in un negozio di…<br />
Abbigliamento o scarpe. Ma<br />
non tutti per me.<br />
Capelli ricci o capelli lisci?<br />
Lisci. Ce li ho ricci e li odio.<br />
Andrai a vedere Terminator<br />
3? No.<br />
Raul Bova o Brad Pitt?<br />
Indifferente.<br />
Che cosa vedi con la parabola?<br />
Canale 5, Rete 4 e spero di<br />
prendere Sky.<br />
Topolino o Paperino?<br />
Paperino perché è sfortunato<br />
Il genio della lampada è un<br />
po’ stanco: un solo desiderio?<br />
Andare su un isola insieme<br />
a Raul Bova e Brad Pitt.<br />
Meglio soli o male accompagnati?<br />
Soli.<br />
Il tuo motto è… Andare avanti.<br />
Sempre.<br />
11 LGB
12 LGB<br />
Riceviamo<br />
e pubblichiamo<br />
Molto tempo fa avevo un<br />
amico cane, un vero amico. Mi potevo fidare totalmente di lui,<br />
mi seguiva e si accontentava di poco. Giocavamo bene insieme,<br />
correvamo nel prato e quasi mangiavamo insieme, prima io e<br />
poi lui, perché mi avevano detto che il cane risponde alla<br />
legge del branco e io dovevo fare il capobranco.<br />
Andavamo a spasso, io prima e lui dopo, sempre al mio<br />
fianco.<br />
"Non mi contava le bollette" e neanche andava<br />
per fatti suoi. Dove io mi fermavo lui si fermava e quando<br />
ripartivo lui pronto era al mio fianco. Quando è morto ho<br />
pianto, avevo 16 anni, da allora non ho più voluto attaccarmi<br />
agli animali. Oggi vedo tante persone che anziché portare a<br />
spasso il cane, vengono portate, anzi, trascinate dal cane.<br />
Durante la passeggiata se il cane passa vicino a qualcuno<br />
ringhia o abbaia. Vedo cani che si comportano da padroni, da<br />
capobranco. Il cane fa l'uomo e l'uomo fa il cane.<br />
Checché se ne dica, il cane ragiona in funzione del branco<br />
e il capobranco nel caso specifico deve essere il proprietario.<br />
Questo non significa non rispettare il cane, questo significa<br />
rispettare le regole della natura. Prima mangio io e poi il cane.<br />
In macchina e a casa, prima entro io poi il cane. Il cane, proprio<br />
perchè intelligente, rispetta sempre le gerarchie, ma bisogna<br />
fargli sapere quali sono.Quindi se portiamo a spasso il cane,<br />
bisogna sapere chi è il capobranco. SOPRATTUTTO LO<br />
DEVE SAPERE IL CANE. Se non siamo sicuri di chi comanda,<br />
bisogna munire di collare e museruola il cane e di paletta e<br />
scopetta noi stessi.<br />
Rispettare il cane è sintomo di amore per la natura e rispetto<br />
per gli altri. Ricordiamoci anche che esistono leggi che<br />
L'amico cane<br />
N. 80 - <strong>Ottobre</strong> 2003<br />
vanno rispettate. I cani da soli<br />
non possono andare in giro senza museruola (c'è chi ha<br />
paura e va rispettato) e comunque in caso di danneggiamenti<br />
ne risponde il proprietario. Non dimentichiamo<br />
che le forze dell'ordine sono tenute a fare grosse multe<br />
e anche ad abbattere l'animale nei casi estremi.<br />
Purtroppo, e lo si legge sempre più spesso sui giornali,<br />
alcuni cani sbranano letteralmente le persone solo perchè<br />
hanno o hanno avuto il proprietario sbagliato (da<br />
qui probabilmente il famoso detto " Era tanto una brava<br />
persona e adesso s'è fatto un cane").<br />
Qualche sera fa, passeggiando, un grosso cane mi si è avvicinato<br />
con fare sospetto, forse voleva giocare, forse no; era<br />
senza museruola e senza padrone. Io, "per non sapere ne leggere<br />
e scrivere", con passo veloce ho raggiunto un posto sicuro<br />
ed ho aspettato che il cane andasse via.<br />
Da quella sera vado a spasso munito di un grosso bastone<br />
"d'appoggio". Voglio bene ai cani, ma li considero tali, non<br />
voglio essere annusato ne li annuso, non voglio essere morso ne<br />
li mordo. Ma con tutto il rispetto che ho per gli animali, se quel<br />
cane mi si avvicina di nuovo, penso che quattro o cinque bastonate<br />
... al padrone... poi lo denuncio per abbandono di animale<br />
ed eventualmente chiedo i danni.<br />
Se proprio volete bene al cane, sappiate che è molto diverso<br />
avere un cane amico che un amico cane. Prima di metterlo a<br />
vivere con voi, informatevi su come va tenuto, non è un giocattolo.<br />
Bisogna amare gli animali, tutti, ma anche rispettare gli<br />
umani, perchè per quanto assurdo possa sembrare non c'è animale<br />
che valga il più misero degli uomini... o no?<br />
MD
N. 80 - <strong>Ottobre</strong> 2003<br />
Come già era apparso<br />
nell’articolo pubblicato su<br />
queste pagine nel mese di<br />
luglio scorso, la signora<br />
Adele Vincenti, già finalista<br />
insieme ad Adelmo<br />
Fabretti e Luciano<br />
Marchetti al Premio<br />
Nazionale Mario dell’Arco<br />
del Centro Culturale<br />
Giuseppe Gioachino Belli<br />
(la fase conclusiva del<br />
concorso e la relativa premiazioneè<br />
avvenuta il 3<br />
ottobre a Roma), ha di<br />
nuovo dimostrato le sua<br />
capacità poetiche. Il<br />
Consiglio Accademico del<br />
Centro Culturale Belli nei<br />
giorni scorsi l’ha proclamata<br />
ancora una volta tra<br />
i 74 finalisti su 448 parte-<br />
POESIA<br />
Adele Vincenti è di nuovo<br />
finalista ad un concorso<br />
nazionale di poesia<br />
cipanti al XV Premio<br />
Nazionale Belli. <strong>La</strong> premiazione<br />
è prevista l’11<br />
dicembre prossimo in<br />
Campidoglio, nella Sala<br />
Protomoteca alla presenza<br />
del Sindaco di Roma<br />
Walter Veltroni,<br />
dell’Assessore alle<br />
Politiche Culturali Gianni<br />
Borgna, del Presidente<br />
del consiglio comunale di<br />
Roma Giuseppe<br />
Mannino, oltre che di altre<br />
numerose autorità.<br />
Un’immensa soddisfazione<br />
e gioia è stata<br />
espressa da Adele<br />
Vincenti e la nostra<br />
redazione augura alla<br />
stessa un buon proseguimento<br />
nell’arte poetica.<br />
Nostalgia<br />
Se rallegrare non posso<br />
questo silenzio che nasconde<br />
sogni e pensieri,<br />
cercherò in una notte sbiadita oscuri<br />
e uggiosi spazi.<br />
Vi raggiungerò oscure ombre,<br />
che consumandovi nell’infinito,<br />
nascondete in uno scrigno,<br />
luce, sogni e speranza.<br />
Vi lascerò correre tra spazi lucenti<br />
e ammalianti e di quei passaggi<br />
ogni stella brillerà.<br />
Ruberò un pensiero a quell’attimo che fugge<br />
dal profondo della mente,<br />
e stordita spazierò fra ombre, luci,<br />
sogni e realtà,<br />
e fra ricordi sbiaditi cercherò un rifugio.<br />
<strong>La</strong>scerò che un bel sogno svanisca e attenderò<br />
che un altro ne arrivi e con questo gioco<br />
il tempo consumerò.<br />
Fra ombre e luci smarrirò l’anima,<br />
fra cielo e mare l’anima smarrirà<br />
e in un tacito rimpianto, ogni ombra<br />
nella speranza svanirà.<br />
Adele Vincenti<br />
(21 marzo 2003)<br />
13 LGB
14 LGB<br />
IL RACCONTO<br />
DI GIANFRANCO<br />
"<strong>La</strong> terra non vi darà più frutti spontaneamente, ti guadagnerai il<br />
pane con il sudore della fronte. Tu Eva sarai assoggettata a tuo marito<br />
e partorirai i figli tra le doglie". Qualcosa disse pure al serpente ma<br />
quello non è attinente al tema. E' il succo della dura sentenza con la<br />
quale i nostri progenitori, furono cacciati dal paradiso terrestre, per<br />
aver disobbedito all'unica regola che gli era stata imposta. Adamo deve<br />
essersi sentito un verme e deve aver pensato con un certo sgomento a<br />
quello che lo attendeva. Si accorse ben presto cosa intendeva il<br />
padreterno con il sudore della fronte. Era stata sancita, definitivamente,<br />
la nascita della prima forma di attività obbligatoria: il lavoro. Egli<br />
avrebbe dovuto lavorare per procacciarsi il cibo. Sono passati migliaia<br />
d'anni da quando il fatto dovrebbe essere avvenuto ma, a conferma che<br />
il lavoro è un'istituzione divina, niente è cambiato nella sostanza.<br />
Qualunque esso sia, richiederà sempre impegno e sacrificio. <strong>La</strong> fisica<br />
lo definisce come prodotto di due grandezze: forza per spostamento e<br />
la sua unità di misura è il chilogrammetro. Spostando una bottiglia<br />
d'acqua che pesa un chilo da un capo all'altro della tavola, circa un<br />
metro, avrò compiuto un lavoro di un chilogrammetro; se la stessa<br />
operazione la faccio con un cocomero di dieci chili, avrò fatto un<br />
lavoro di dieci chilogrammetri. Ora è del tutto evidente che la fisica si<br />
è limitata a considerare il lavoro solo per ciò che concerne le applicazioni<br />
pratiche, definendo le grandezze che lo compongono e fornendone<br />
l'unità di misura ma ignorandone completamente la componente<br />
intellettuale. Nei casi portati ad esempio si da per scontato che qualcuno<br />
abbia la volontà di spostare la bottiglia ed il cocomero. Cosa del<br />
tutto arbitraria, se il cocomero invece che sulla tavola, stesse in cantina<br />
ed io dicessi a mio figlio di spendere trecento chilogrammetri e di<br />
andarlo a prendere, probabilmente il pesante frutto rischierebbe di<br />
marcire. A meno di non andare da soli o ricorrere a velate minacce, si<br />
dovrebbe aspettare che l'amata prole, maturi la predisposizione mentale<br />
necessaria, cioè l'altra componente del lavoro. Il padreterno pure<br />
non la ha considerata ma lui era del tutto giustificato; se infatti egli<br />
avesse detto ad Adamo: "ti guadagnerai il pane senza sudore della<br />
fronte”, il malcapitato non avrebbe capito. Dentro di se avrebbe pensato<br />
che il padreterno scherzava poiché nessuna variazione era imposta<br />
al suo stile di vita. Certo il dubbio lo avrebbe colto allorché Eva<br />
avesse lo stesso ricevuto il castigo ma, avrebbe potuto pensare che, in<br />
fondo la colpa della disobbedienza era la sua e per questo era stata<br />
punita. Per contro non poteva dire ad Adamo: "i tuoi discendenti, fra<br />
molti anni, faranno gli impiegati di concetto in una azienda e faticheranno<br />
come muli senza sudore della fronte", anche in questo caso, la<br />
cosa sarebbe stata tutt'altro che chiara. Può darsi anche che il padreterno<br />
non prevedesse ancora uno sviluppo tecnologico per l'umanità.<br />
Abbiamo così visto che il lavoro è diviso in due grandi categorie: il<br />
manuale e l'intellettuale. Abbiamo visto anche che il lavoro manuale<br />
può essere misurato mentre per l'intellettuale la fisica non lo prevede.<br />
Le ragioni di questa carenza sono molteplici. <strong>La</strong> fisica nei suoi enun-<br />
N. 80 - <strong>Ottobre</strong> 2003<br />
<strong>La</strong> fisica applicata all’uomo: il lavoro<br />
ciati ha bisogno che le grandezze in gioco si comportino sempre nella<br />
stessa maniera. Non è ipotizzabile che una macchina possa svolgere un<br />
lavoro diverso a seconda, per esempio, delle condizioni atmosferiche.<br />
Quello che per la macchina è un'anomalia per l'uomo è invece una<br />
regola. Nelle prestazioni lavorative, egli risente di una discreta serie di<br />
variabili che ne determinano il rendimento. Si può misurare allora il<br />
lavoro intellettuale? Certamente, come per il lavoro manuale, si valutano<br />
i frutti che esso produce. Il lavoro di un uomo che sta scavando<br />
una buca lo valutiamo immediatamente dalla grandezza del mucchio di<br />
terra che ha davanti. Il lavoro di uno scrittore o di un regista potremmo<br />
valutarlo dai libri che scrive e dai film che dirige, ma ciò non basta,<br />
bisogna introdurre un altro concetto: la produttività. Lo capisce anche<br />
un bambino che se lo scrittore scrive libri che nessuno legge, ed il regista<br />
fa dei film che nessuno vede, il loro lavoro è improduttivo.<br />
Parimenti sarebbe un operaio che si mettesse a spalare la sabbia in riva<br />
al mare, tutto il lavoro di una giornata sarebbe spazzato via da un'onda.<br />
Misurando quindi quanti lettori hanno comprato il libro e quanti<br />
spettatori hanno visto il film, diremmo quello scrittore o quel regista<br />
hanno fatto un pessimo, un buon od un ottimo lavoro. Riassumendo<br />
possiamo senz'altro affermare che, qualunque sia il nostro lavoro manuale<br />
od intellettuale o la combinazione dei due, qualcuno lo valuterà e<br />
dirà quanto esso è stato produttivo ed in base a questo avremo o meno<br />
diritto ad un compenso, monetario o in termini di gratificazione<br />
morale. Questo per quanto riguarda noi comuni mortali. C'è però una<br />
classe di persone, sempre più copiosa, che sfugge alla dura legge della<br />
produttività. Tra le varie categorie che la compongono, emerge quella<br />
dei politici. Per fare il politico non serve una competenza specifica, non<br />
è richiesto un titolo di studio né delle qualità particolari. Bisogna avere<br />
la fiducia dei cittadini. Non è poco e diciamo che nel sistema democratico<br />
questo supera le altre possibili carenze. Una volta eletti però, la<br />
valutazione complessiva dovrebbe avere tutti i crismi delle altre valutazioni.<br />
Questo purtroppo non accade. Nei confronti dei politici in<br />
genere, noi cittadini maturiamo una sorta di indulgenza che è ben lontana<br />
da quella dimostrata per le altre categorie. Un artigiano che non<br />
eseguisse il lavoro stipulato, non lo pagheremmo. Parimenti, un<br />
operaio che non svolgesse il compito assegnato, sarebbe scarsamente<br />
pagato e redarguito in malo modo. I nostri parlamentari, per esempio,<br />
ricevono dallo stato per le loro prestazioni, circa venti mila euro al<br />
mese. Non sono bruscolini e, si da per scontato, che essi per un dovere<br />
morale e per uno spiccato senso civico, svolgano un lavoro corrispettivo<br />
allo stipendio percepito. Abbiamo visto, negli esempi fatti che ogni<br />
lavoro, per essere retribuito, deve essere produttivo. E' vero che misurare<br />
la produttività di un lavoro così complesso come quello del politico<br />
è estremamente difficile ma, permettetemi di osservare, che ad una<br />
classe politica così litigiosa, che spende una così grande quantità di<br />
energie nelle dispute e nelle beghe di palazzo, che si trasforma di<br />
giorno in giorno, col solo obiettivo di mantenersi al potere, abbandonando<br />
le linee guida che le hanno conquistato la fiducia degli elettori,<br />
di tempo ne resta ben poco per produrre il progetto politico di cui il<br />
paese ha bisogno e per il quale li paga.<br />
G. Liberati
N. 80 - <strong>Ottobre</strong> 2003<br />
<strong>La</strong> Gazzetta Bassanese<br />
Periodico mensile<br />
di informazione<br />
di Bassano Romano<br />
Iscritto al Registro<br />
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del Tribunale di Viterbo<br />
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Le lettere per la<br />
pubblicazione<br />
sul giornale devono<br />
pervenire in redazione<br />
entro il 15 di ogni mese.<br />
Scritti, manoscritti, foto,<br />
anche se non pubblicati, non<br />
verranno restituiti.<br />
Anno VII - N° 80<br />
OTTOBRE 2003<br />
Riceviamo e pubblichiamo. Sulle parole di Berlusconi in merito al regime fascista<br />
“Siamo al disprezzo dei valori della Repubblica”<br />
"Mussolini non ha ucciso nessuno, (...) al massimo ha inviato gli oppositori politici in vacanza al confino",<br />
queste le testuali parole pronunciate qualche giorno fa dal Presidente del Consiglio, nonché presidente<br />
di turno dell'Unione Europea, Silvio Berlusconi.<br />
<strong>La</strong> disinvoltura con la quale vengono rivissute e rivoltate contro ogni verità di fatti e di interpretazioni<br />
le vicende della storia di oltre settanta anni dell'Italia contemporanea non è soltanto la prova della volgarità<br />
morale di una classe dirigente, ma è anche un problema che ci parla del livello di degrado e di inciviltà cui<br />
siamo arrivati. Esaltare di fatto e riabilitare un regime che privò il Paese di ogni libertà politica, che asservì i<br />
giudici alla politica, che distrusse ogni libera informazione, che fece della scuola uno dei canali privilegiati<br />
dello stato totalitario, che istituì un sistema di repressione e di discriminazioni politiche e razziali, secondo<br />
nel quadro dei regimi di tipo fascista soltanto a quello nazista; già tutto ciò dà la misura dell'inadeguata consapevolezza<br />
con la quale l'attuale maggioranza parlamentare fa i conti con le radici stesse della Repubblica e<br />
della sua Costituzione. Nello stesso momento, il colpo di spugna sulle responsabilità di Mussolini tende a far<br />
dimenticare anche le responsabilità dell'Italia (un Paese ininterrottamente in guerra dalla fine degli anni venti<br />
al 1945) nella destabilizzazione dell'ordine internazionale, responsabilità tali che l'Italia divenne la principale<br />
alleata della Germania nazista nell'opera di distruzione dell'Europa, facendosi complice volontaria dello spietato<br />
imperialismo tedesco, al solo scopo di raccogliere le briciole delle sue conquiste. L'indecenza di queste<br />
prese di posizione non è cosa che possa riguardare solo gli storici. E' un problema di credibilità dell'intero<br />
popolo italiano. Questo volgere in ridicolo e in barzelletta ogni momento difficile della nostra storia, quasi a<br />
volerne esorcizzare le lacerazioni che fanno parte della vita reale, rivela la pochezza di chi pronuncia simili<br />
battute, ma diventa anche insopportabile elemento di confusione e di manipolazione quando a pronunciarle è<br />
un Presidente del Consiglio. Siamo, infatti, al di là del qualunquismo, siamo al disprezzo dei valori da cui<br />
nasce la Repubblica, siamo al dileggio degli uomini che, come il nostro concittadino Mariano Buratti, alla<br />
violenza fascista si opposero, permettendo al Paese di riacquistare dignità civile e democratica. In questo<br />
comportamento rozzo ed arrogante c' è un'astuzia: quella di ricompattare, di fronte agli insuccessi e alle<br />
promesse mancate del suo Governo, una sorta di melassa nazionalpatriottica composta da tutti i frammenti di<br />
un progetto politico che è fondato essenzialmente sulla fiducia nel capo.<br />
Le dichiarazioni di Berlusconi parlano ad un'Italia nostalgica, che non ha mai metabolizzato responsabilità<br />
ed orrori del passato, che non ha mai veramente accettato la Costituzione, un'Italia che ritrova in questa<br />
visione edulcorata della dittatura fascista la sintesi di tutte le sue pulsioni populistiche, antipopolari, antiliberali<br />
ed anticomuniste, condite da tutti i luoghi comuni di una subcultura che per decenni ha alimentato sberleffi<br />
contro la democrazia, contro la Costituzione, contro la Resistenza. Interroghiamoci tutti sul significato<br />
che hanno i messaggi impliciti nelle esternazioni di Berlusconi. Tanto per parlare di scuola, visto che siamo<br />
all'inizio di un nuovo anno, quale incoraggiamento viene dato ai tanti insegnanti che si sforzano di far capire<br />
alle generazioni più giovani l'irresponsabilità della politica bellicista del fascismo e i caratteri dello scontro<br />
frontale del 1943/45?<br />
Al di là di ogni correttezza di merito, può essere lecito che un Presidente del Consiglio sostituisca una<br />
meditata valutazione storico-politica con le chiacchiere ed i pettegolezzi del più infimo livello? Il giudizio sul<br />
fascismo è uno dei metri di valutazione della salute dello stato democratico. Lo è in Italia, ma lo è a maggior<br />
ragione nei confronti dell'Europa. In questo semestre di presidenza italiana il nostro governo sta facendo di<br />
tutto per rendersi impresentabile. In Germania, in un paese che ha vissuto una dura e faticosa resa dei conti<br />
con il nazismo, episodi come quelli di cui si fa protagonista Berlusconi non sarebbero possibili. Il Presidente<br />
del Bundestag, Jenninger, è stato costretto a lasciare l'alto incarico non per aver sminuito le responsabilità del<br />
nazismo nella persecuzione degli ebrei, ma per non aver trovato il tono giusto, ossia una sufficiente sensibilità<br />
nel richiamare le responsabilità. Come Assessore alla Cultura e come cittadino democratico ho voluto scrivere<br />
queste righe perchè, come affermò il grande scrittore ebreo Primo Levi riferendosi alla tragedia nazifascista,<br />
"...il rischio più grande è l'indifferenza, perchè è successo e può succedere di nuovo". Nessuna indifferenza<br />
dunque, ma indignazione morale e disobbedienza per rimontare il degrado politico e civile in cui ci<br />
sta trascinando questo governo.<br />
Giancarlo Torricelli, Assessore alla Cultura<br />
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