Scarica il numero di MM del 29 febbraio 2012 - La Sestina ...
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lo a Giovanni Sacheli. 32 anni, laurea<br />
in Economia, ex revisore finanziario in<br />
un’azienda <strong>di</strong> moda. «Nel 2009 ho lasciato,<br />
un rischio. Ma con i social me<strong>di</strong>a<br />
ora guadagno <strong>di</strong> più». <strong>La</strong>vora da solo,<br />
come consulente. «<strong>La</strong> pagina <strong>di</strong> Sgarbi<br />
è solo uno tra tanti impegni. Una volta<br />
impostato <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o basta aggiornarlo. I<br />
contenuti me li passa l’ufficio stampa».<br />
Si chiama effetto piattaforma: Facebook<br />
è un universo che ospita <strong>di</strong>verse attività.<br />
Le principali sono le applicazioni, o App,<br />
giochi sv<strong>il</strong>uppati ad hoc per <strong>il</strong> sistema.<br />
E che possono attirare m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> utenti,<br />
come le gang <strong>di</strong> Mafia Wars, o i conta<strong>di</strong>ni<br />
<strong>di</strong> Farmv<strong>il</strong>le.<br />
L’Italia, qui, è molto in<strong>di</strong>etro: secondo<br />
Deloitte solo 1.600 posti <strong>di</strong> lavoro, contro<br />
i settem<strong>il</strong>a <strong>di</strong> Ingh<strong>il</strong>terra e Germania.<br />
«Scontiamo un ritardo tecnologico»,<br />
spiega Riccardo Cangini, 43 anni, «e <strong>il</strong><br />
fatto che <strong>il</strong> potenziale <strong>del</strong>le App lo hanno<br />
capito quasi solo i pubblicitari». Uno<br />
storico dei videogame, così si definisce<br />
Cangini. Con la sua Artematica per 15<br />
anni ha prodotto giochi per tutte le piattaforme,<br />
dal Pc alla Nintendo Wii. Titoli<br />
legati al fumetto italiano, come Martin<br />
Mistère o Dylan Dog.<br />
Da qualche anno <strong>il</strong> mercato è in crisi:<br />
«Reggono solo le major. Un giorno però<br />
vedo mio fratello giocare su Facebook.<br />
In 45 anni non aveva mai toccato un<br />
videogame: mi si è accesa una lampa<strong>di</strong>na».<br />
Nel 2010, grazie ai fon<strong>di</strong> <strong>di</strong> un venture<br />
capitalist m<strong>il</strong>anese, Cangini fonda<br />
Goods Games, primo sv<strong>il</strong>uppatore italiano<br />
<strong>di</strong> giochi per Facebook. Un cambio<br />
<strong>di</strong> clientela: sul social network «non ti<br />
rivolgi solo agli appassionati, ma anche<br />
ad “ignoranti <strong>di</strong>gitali”, giocatori mor<strong>di</strong><br />
e fuggi. Abbiamo dovuto semplificare al<br />
massimo <strong>il</strong> linguaggio. Come scendere<br />
da una BMW e prendere la bicicletta.<br />
Ma io mi occupo <strong>di</strong> entertainment ed è<br />
questo <strong>il</strong> nuovo standard».<br />
Con migliaia <strong>di</strong> utenti attivi, l’App <strong>di</strong><br />
maggiore successo è Fantacalciov<strong>il</strong>le,<br />
versione online <strong>del</strong>la sfida per aspiranti<br />
allenatori. Ma <strong>il</strong> grande progetto <strong>di</strong> Cangini<br />
si chiama Goods Games Network.<br />
«Lo lanceremo tra qualche settimana,<br />
sarà un aggregatore, un contenitore <strong>di</strong><br />
giochi per Facebook. Per <strong>il</strong> momento abbiamo<br />
circa 15 titoli, per lo più giochi <strong>di</strong><br />
carte». È rivolto ai tanti sv<strong>il</strong>uppatori d<strong>il</strong>ettanti,<br />
o quasi, d’Italia, molti dei quali<br />
studenti universitari. «Se accettano <strong>di</strong><br />
entrare nel network, noi forniamo loro<br />
una struttura: lo spazio sul server, un<br />
servizio <strong>di</strong> marketing e gli strumenti per<br />
monetizzare».<br />
Tradotto: una percentuale dei ricavi<br />
pubblicitari. Goods Games ha infatti un<br />
accordo con la concessionaria 4W MarketPlace,<br />
l’unica certificata da Facebook<br />
in Italia per vendere annunci all’interno<br />
<strong>del</strong>le App. A regime, sarà questa la<br />
principale fonte <strong>di</strong> guadagno <strong>del</strong>la società.<br />
«Forse sì», ammette Cangini, «sono<br />
<strong>di</strong>ventato un pubblicitario. Ma resto un<br />
creativo, e questa avventura è davvero<br />
stimolante».<br />
◄<br />
4<br />
RELIGIONE<br />
Se un like<br />
<strong>di</strong>venta<br />
una preghiera<br />
Dopo lo sbarco <strong>del</strong>la Chiesa<br />
cattolica sui social network,<br />
in pochi mesi sono aumentate<br />
le pagine de<strong>di</strong>cate alla fede<br />
Arcangelo Rociola<br />
arcangelo.rcl@gma<strong>il</strong>.com<br />
Foto <strong>di</strong> Facebook<br />
Mark Zuckerberg ha arato <strong>il</strong> terreno,<br />
Joseph Ratzinger lo ha benedetto, i<br />
fe<strong>del</strong>i lo hanno evangelizzato. «Esprimo<br />
la mia religiosità fuori da internet e lo<br />
faccio anche su internet. Non vedo cosa<br />
ci sia <strong>di</strong> strano. D’altronde, la fede va<br />
testimoniata sempre». Alessandro, 25<br />
anni <strong>di</strong> Vibo Valentia, è tra gli amministratori<br />
<strong>di</strong> una <strong>del</strong>le fan page <strong>di</strong> Facebook<br />
de<strong>di</strong>cate alla Madonna <strong>di</strong> Medjugorje.<br />
Il web, a suo avviso, è solo un mezzo in<br />
più per esprimere la propria fede.<br />
È passato meno <strong>di</strong> un anno da quando<br />
Benedetto XVI ha sdoganato i nuovi<br />
me<strong>di</strong>a intravedendo in essi questa<br />
potenzialità. L’occasione era la 45°<br />
Giornata mon<strong>di</strong>ale <strong>del</strong>le comunicazioni<br />
sociali. «Comunicare <strong>il</strong> Vangelo attraverso<br />
i nuovi me<strong>di</strong>a», aveva detto <strong>il</strong><br />
Papa, «significa non solo inserire contenuti<br />
<strong>di</strong>chiaratamente religiosi sulle<br />
piattaforme dei <strong>di</strong>versi mezzi, ma anche<br />
testimoniare con coerenza, nel proprio<br />
prof<strong>il</strong>o <strong>di</strong>gitale e nel modo <strong>di</strong> comunicare,<br />
scelte, preferenze, giu<strong>di</strong>zi che siano<br />
profondamente coerenti con <strong>il</strong> Vangelo,<br />
anche quando <strong>di</strong> esso non si parla in forma<br />
esplicita» (Verità, annuncio e autenticità<br />
<strong>di</strong> vita nell’era <strong>di</strong>gitale, Libreria<br />
vaticana, 2011). In altre parole, connettetevi<br />
e pre<strong>di</strong>cate.<br />
Da allora sui social network le pagine e i<br />
prof<strong>il</strong>i – ufficiali e non – de<strong>di</strong>cate a santi,<br />
profeti e uomini <strong>di</strong> Chiesa, sono aumentate<br />
a ritmo vertiginoso. Oggi sono<br />
circa un migliaio in lingua italiana, e <strong>di</strong>ventano<br />
centinaia <strong>di</strong> migliaia in tutte le<br />
lingue <strong>del</strong> mondo. Si collocano quasi tutte<br />
su quella sott<strong>il</strong>e linea <strong>di</strong> confine che<br />
separa <strong>il</strong> sacro dal profano, perché su<br />
Facebook ognuno scrive con la propria<br />
sensib<strong>il</strong>ità ed è impossib<strong>il</strong>e mantenere<br />
l’ortodossia <strong>del</strong> messaggio evangelico.<br />
In alcuni passi <strong>del</strong> suo <strong>di</strong>scorso, che le<br />
cronache vaticane <strong>del</strong> tempo raccontano<br />
02<br />
dalla gestazione piuttosto travagliata,<br />
Ratzinger lascia intravedere i rischi legati<br />
a questa apertura <strong>del</strong> Vaticano ai<br />
nuoi me<strong>di</strong>a. Ad ogni modo le sue parole<br />
hanno avuto un’ampia eco. E oggi gli effetti<br />
sono evidenti a tutti. Con esempi <strong>di</strong><br />
rigore, eccessi ed eccentricità, come chi<br />
si rivolge a Dio attraverso le fan page.<br />
Don Davide M<strong>il</strong>ani, portavoce <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ocesi<br />
<strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, non nasconde qualche<br />
riserva: «Non bisogna scambiare Facebook<br />
per un pulpito da cui pre<strong>di</strong>care, né<br />
considerarlo uno strumento per rivolgersi<br />
a Dio. Si con<strong>di</strong>vidono contenuti,<br />
pagine, pensieri, ma non è quello <strong>il</strong> momento<br />
autentico <strong>del</strong>la preghiera».<br />
Quella <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano è tra le <strong>di</strong>ocesi più attive<br />
sul web. Ha da poco innaugurato un<br />
sito de<strong>di</strong>cato al settimo incontro mon<strong>di</strong>ale<br />
<strong>del</strong>le famiglie, m<strong>il</strong>ano<strong>2012</strong>.com,<br />
assumendo anche un social me<strong>di</strong>a manager<br />
per le comunicazioni. Il virtuale è<br />
un mezzo. «Noi siamo molto impegnati<br />
sul fronte dei nuovi me<strong>di</strong>a. Ma <strong>il</strong> nostro<br />
fine rimane comunque la pastorale».<br />
I fe<strong>del</strong>i a volte non la pensano proprio<br />
così, e non si sentono pecorelle smarrite.<br />
«Prego attraverso Facebook perchè anche<br />
lì sento la sua presenza», racconta<br />
Michela, 37 anni <strong>di</strong> Spezzano Albanese,<br />
Cosenza, ma residente a M<strong>il</strong>ano.<br />
Lei non ha alcuna paura che la sua fede<br />
possa essere snaturata dai social network.<br />
Anzi, è un rischio che la fede, per<br />
lei, non corre affatto. Visita <strong>di</strong>verse de-