COMPETENZE NEONATALI E COMPETENZE EVOLUTIVE
COMPETENZE NEONATALI E COMPETENZE EVOLUTIVE
COMPETENZE NEONATALI E COMPETENZE EVOLUTIVE
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<strong>COMPETENZE</strong> <strong>NEONATALI</strong> E<br />
<strong>COMPETENZE</strong> <strong>EVOLUTIVE</strong><br />
Corso N.A.S.C.O. Prato 23-5-06 23 06<br />
Dr Michela Caselli
Il neonato è …<br />
• Un organismo profondamente complesso e<br />
pronto a rispondere alle principali esigenze poste<br />
dalla separazione dall’utero dall utero materno.<br />
• Un essere dotato di straordinarie competenze e<br />
di condotte pre-adattate<br />
pre adattate alle esigenze del suo<br />
ambiente, protagonista del proprio sviluppo<br />
(Milani Milani Comparetti, Comparetti,<br />
1982; Brazelton, Brazelton,<br />
1974; Lebovici, Lebovici,<br />
1983; Stern, Stern,<br />
1995).
Inizio prenatale del<br />
comportamento motorio<br />
• Motricità Motricit del feto: feto:<br />
““funzione funzione di di per per séé s<br />
rappresentante le le competenze competenze del del feto, feto,<br />
prima prima che che diventi diventi funzionale”” funzionale<br />
• Movimenti fetali<br />
7°-8° sett.: sett.:<br />
primi movimenti fetali<br />
rapido sviluppo del repertorio<br />
14°-15 14 15° sett.<br />
20° 20 sett: sett:<br />
movimenti oculari
I movimenti fetali assumono significato<br />
funzionale quando si integrano tra loro, nella<br />
necessità necessit di affrontare un problema posto<br />
dall’ambiente dall ambiente (es ( es: : “salti salti inrauterini”)<br />
inrauterini<br />
Repertorio di movimenti:<br />
movimenti:<br />
Normalità Normalit<br />
Patologia<br />
- Variabilità Variabilit<br />
- Stereotipia<br />
- Ricchezza - Obbligatorietà<br />
Obbligatoriet<br />
- Possibilità Possibilit di scelta
Nella vita extrauterina:<br />
• L’individuo individuo con l’apprendimento l apprendimento può<br />
sviluppare altre competenze, frutto<br />
dell’interazione dell interazione complessa tra patterns<br />
motori primari.<br />
“Appuntamenti Appuntamenti funzionali tra competenze<br />
organizzatrici”: organizzatrici : momenti cruciali nello<br />
sviluppo che rendono ragione anche di<br />
certe deviazioni dalla normalità.<br />
normalit
Movimenti generalizzati spontanei<br />
del feto e del neonato<br />
(Hopkins Hopkins, , Prechtl, Prechtl,<br />
1984)<br />
• Iniziano dalla 9° 9 sett. età et post-concezionale: post concezionale: Movimenti<br />
grossolani che coinvolgono tutto il corpo (durata che<br />
varia da pochi secondi a molti minuti)<br />
• Si modificano alla 6°-9° 6 sett. post-termine:<br />
post termine: motricità motricit<br />
incessante (movimenti circolari di piccola ampiezza e<br />
velocità velocit moderata) che si mescola a movimenti più pi<br />
grossolani (es ( es: : scalciare, pedalare)<br />
• Terminano alla 15°-20 15 20° sett. post-termine: post termine: quando si<br />
sviluppano altre competenze di movimento (es ( es: :<br />
afferramento, afferramento,<br />
sollevamento delle gambe)
• Il mancato viraggio a 6-9 6 9 settimane<br />
• Povertà Povert e irregolarità irregolarit dei relativi repertori<br />
Indicatore precoce di<br />
danno neurologico perinatale
Sviluppo psicomotorio<br />
Processo unitario in cui gli aspetti motori, sensoriali,<br />
comportamentali, cognitivi e psicorelazionali sono<br />
inscindibilmente legati e interdipendenti<br />
• Capacità Capacit motorie<br />
• Capacità Capacit di adattamento delle funzioni neurovegetative (stabilità (stabilit del<br />
colorito cutaneo, delle funzioni viscerali)<br />
• Capacità Capacit di adattamento a eventi esterni disturbanti<br />
• Capacità Capacit di autoregolazione (sonno-veglia)<br />
(sonno veglia)<br />
• Capacità Capacit interattive (sguardo, ascolto, mimica)<br />
• Consolabilità<br />
Consolabilit<br />
• Coccolabilità<br />
Coccolabilit
““La La motricitàà motricit evolve evolve secondo secondo il il ritmo ritmo della della<br />
maturazione, maturazione, ma ma anche anche secondo secondo il il ritmo ritmo delle delle<br />
possibili possibili interazioni interazioni con con l’’ambiente l ambiente che che gestisce gestisce , ,<br />
orienta orienta il il campo campo evolutivo evolutivo del del bambino bambino e e gli gli dàà d<br />
coerenza.”” coerenza. (Ajuraguerra<br />
Ajuraguerra, , 1974 )<br />
Comportamento interattivo madre-bambino<br />
madre bambino<br />
• Aspetti neurologici<br />
• Aspetti di significato relazionale
Lo sviluppo del bambino non è un<br />
processo lineare in cui esistono tappe e<br />
competenze acquistate<br />
meccanicamente a determinate età, et ,<br />
ma è un processo tortuoso e<br />
complesso, con momenti di rapido<br />
sviluppo alternati a fisiologiche<br />
regressioni, che ogni bambino<br />
interpreta con il suo carattere e la sua<br />
storia, che si intrecciano con la storia e<br />
la cultura della sua famiglia.
Competenze del neonato nel<br />
I trimestre di vita<br />
Il bambino acquisisce:<br />
• Controllo dei suoi stati di vigilanza (sonno profondo,<br />
sonno leggero, veglia attenta, veglia agitata)<br />
• Competenze motorie (controlla il capo, unisce le mani<br />
sulla linea mediana, si ciuccia il pollice)<br />
• Capacità Capacit di sollecitare coccole ed elargire sorrisi e<br />
gorgheggi<br />
• Pianto modulabile e comunicativo<br />
• Metodi di auto-consolazione<br />
auto consolazione<br />
• Capacità Capacit di aspettare di più pi tra una poppata e l’altra l altra<br />
• Capacità Capacit di prestare attenzione ai genitori e di giocare<br />
con loro.
Competenze del neonato nel<br />
I trimestre di vita<br />
I genitori imparano a:<br />
• Capire e prevedere il loro bambino<br />
• Trovare i mezzi più pi efficaci per calmarlo<br />
• Sintonizzarsi sui ritmi e le esigenze del<br />
bambino<br />
• Comprendere il significato del pianto<br />
• Trovare un’intesa un intesa che riguarda<br />
l’alimentazione<br />
alimentazione
Competenze del neonato nel<br />
II trimestre di vita<br />
Il bambino:<br />
• Aumenta la consapevolezza del Sé S (Mahler Mahler, , 1975)<br />
• Aumenta le capacità capacit di movimento (es ( es: : rotolare,<br />
afferrare gli oggetti, tendere le mani, controllo assiale,<br />
vocalizzi)<br />
• Nel campo dell’alimentazione dell alimentazione le normali routine<br />
subiscono interferenze per il sorgere di nuovi interessi<br />
(svezzamento)<br />
• Aumenta il sonno notturno<br />
I genitori:<br />
• I legami affettivi genitori-bambino genitori bambino si stanno<br />
consolidando
Competenze del neonato nel<br />
III trimestre di vita<br />
Il bambino:<br />
• Maggior consapevolezza dell’adulto dell adulto significativo; minore<br />
disponibilità disponibilit ad accettare persone estranee<br />
• Inizio della sperimentazione<br />
• Nuove competenze motorie (es ( es: : posizione seduta, pinza<br />
superiore, deambulazione quadrupede)<br />
• Maggiore indipendenza al momento del pasto<br />
• Cerca i giocattoli, usa le sillabe per richiamare l’adulto l adulto<br />
I genitori:<br />
• Aiutano il bambino ad acquisire una nuova regolazione<br />
dei ritmi (sonno-veglia, (sonno veglia, alimentazione)<br />
• Alimentano il gioco condiviso
Competenze del neonato nel<br />
IV trimestre di vita<br />
Il bambino:<br />
• Nuove competenze motorie (es ( es: : stare in piedi,<br />
camminare lateralmente, camminare)<br />
• Impara il senso del tempo e il ritmo della reciprocità reciprocit<br />
della comunicazione (giochi del nascondino, dello<br />
scomparire e riapparire)<br />
• Esplora i suoni del linguaggio, accoppia le sillabe, dà d<br />
intonazioni diverse<br />
• Diviene cruciale il problema della separazione<br />
I genitori:<br />
• Apprendono quando e dove cominciare a mettere dei<br />
limiti per proteggerlo dai rischi<br />
• Preparano con cura tutti i distacchi
Sviluppo affettivo del neonato<br />
Lo Lo sviluppo sviluppo affettivo affettivo si si esprime esprime<br />
attraverso attraverso le le competenze competenze interattive interattive che che<br />
a a loro loro volta volta sostengono sostengono lo lo sviluppo sviluppo<br />
relazionale relazionale che che costituisce costituisce lo lo scheletro scheletro<br />
del del Séé S dell’’individuo<br />
dell individuo.
Lo sviluppo affettivo si fonda su tre principi<br />
biologici:<br />
1. Autoregolazione: Autoregolazione:<br />
regolazione<br />
preprogrammata dei ritmi biologici di base e<br />
di funzioni evolutive più pi complesse che<br />
emergono più pi avanti (umore, affetti)<br />
2. Preadattamento sociale: sociale:<br />
è geneticamente<br />
adattato all’interazione all interazione sociale
3. Monitoraggio affettivo: affettivo:<br />
fin dalla nascita il<br />
bambino valuta le esperienze in base al loro<br />
essere piacevoli o spiacevoli. Nella prima<br />
infanzia l’esperienza l esperienza affettiva del bambino<br />
guiderà guider la risposta del caregiver, caregiver,<br />
mentre<br />
successivamente sarà sar il bambino stesso ad<br />
utilizzare le sue esperienze affettive per<br />
indirizzare il suo comportamento.
Durante la vita fetale e dopo la nascita<br />
il cervello umano si sviluppa sotto<br />
l’influenza influenza crociata permanente di<br />
fattori genetici e fattori ambientali.<br />
ambientali<br />
Fattori genetici Fattori ambientali<br />
(patrimonio genetico) (esperienza)<br />
Attivazione neuronale
Fattori genetici Fattori ambientali<br />
I neonati mettono in atto i prerequisiti<br />
sensomotori, sensomotori,<br />
cognitivi ed emozionali della<br />
comunicazione con gli altri<br />
I bambini nascono con una capacità capacit<br />
biologica programmata di aggiungere<br />
significato alle percezioni con un<br />
minimo di stimolazione sociale.
La nascita delle competenze<br />
genitoriali<br />
• Primissime fasi della gravidanza: gravidanza:<br />
cambiamenti<br />
riguardanti l’equilibrio l equilibrio e l’adattamento l adattamento della<br />
madre ad una nuova condizione (es ( es:ritmo :ritmo e<br />
qualità qualit del sonno, sensibilità sensibilit olfattiva e<br />
gustativa)<br />
• Percezione dei movimenti fetali: fetali:<br />
nascita della<br />
facilitazione genitoriale = promuovere,<br />
agevolare le competenze del bambino
• Procedere della gravidanza:<br />
gravidanza:<br />
processo di<br />
negoziazione = adattamento reciproco,<br />
organizzare nuovi ritmi comuni, definire/accettare<br />
limiti e disponibilità disponibilit (es es: : adeguare la posizione,<br />
modulare il tono muscolare, accostare le mani alla<br />
parete addominale)
Il disagio in gravidanza<br />
La gravidanza può costituire un periodo<br />
critico legato al compito maturativo che<br />
anche il corpo con i suoi cambiamenti<br />
esprime<br />
Disagio emozionale in gravidanza<br />
Problematiche relazionali ed evolutive del<br />
bambino
Disagio maturativo: maturativo:<br />
generato dall’assunzione dall assunzione del<br />
ruolo genitoriale e associato ai cambiamenti legati al<br />
diventare genitore e alla paura di non essere<br />
all’altezza all altezza del compito<br />
Disagio storico: storico:<br />
risale a eventi o situazioni<br />
precedenti all’esperienza all esperienza del diventare genitori, e il<br />
nuovo stato viene a modificare un equilibrio<br />
precedentemente raggiunto (es ( es: : genitori che hanno<br />
sofferto di patologie psichiatriche, gravi disagi<br />
relazionali)<br />
Disagio socio-ambientale<br />
socio ambientale: : il disagio è legato a<br />
elementi esterni che si sono frapposti nel periodo<br />
gestazionale (es es: : lutti, malattie, licenziamenti)
Intervento di sostegno<br />
genitoriale nel disagio in<br />
gravidanza<br />
• Disagio maturativo<br />
psicoterapie brevi<br />
• Disagio storico interventi di durata<br />
maggiore<br />
• Disagio socio-ambientale<br />
socio ambientale<br />
sostegno psicologico<br />
servizi sociali
Disturbi precoci - 1<br />
• Il Il neonato neonato èè ll’’essere essere psicosomatico psicosomatico per per<br />
eccellenza eccellenza (Gaddini Gaddini, , 1981)<br />
Le sue espressioni sono sempre psicofisiche<br />
• Il Il neonato neonato da da solo solo non non esiste esiste (Winnicott<br />
Il suo stato psicofisico è connesso<br />
all’ambiente<br />
all ambiente<br />
Winnicott, , 1958)
Disturbi precoci - 2<br />
Ogni disagio della sfera affettiva e relazionale trova<br />
come via espressiva il corpo<br />
Ogni disagio fisico si ripercuote sugli altri<br />
versanti<br />
effetti positivi: quando l’ambiente l ambiente<br />
rassicura di fronte alla sofferenza somatica<br />
effetti negativi: si innescano circuiti<br />
disfunzionali che investono tutto lo sviluppo
Disturbi precoci - 3<br />
• Disturbi precoci della relazione e<br />
Disturbi dell’attaccamento<br />
dell attaccamento<br />
• Disturbi della regolazione, Disturbi del sonno,<br />
Disturbi alimentari precoci<br />
• Disturbi psicosomatici e delle funzioni evacuative
Disturbi della prima infanzia<br />
• Paralisi cerebrali infantili<br />
• Ritardo mentale<br />
• Disturbi generalizzati dello sviluppo
Disturbi della relazione - 1<br />
• Qualità Qualit della relazione genitore-figlio<br />
genitore figlio<br />
Sviluppo della personalità personalit del bambino<br />
Rappresentazioni che il bambino si costituisce in<br />
relazione con gli altri
Disturbi della relazione - 1<br />
La presenza del Disturbo è definita da:<br />
• Caratteristiche dell’interazione: dell interazione: i comportamenti<br />
dei componenti della diade<br />
• Tono affettivo: tono emozionale caratteristico<br />
• Coinvolgimento psicologico: significato che il<br />
comportamento del bambino ha per i genitori<br />
+ Intensità, Intensit , frequenza e durata del disturbo
Disturbi della relazione - 3<br />
Classificazione 0-3 0 (National<br />
Infant Program, 1994)<br />
• Ipercoinvolgimento:<br />
Ipercoinvolgimento:<br />
National Center for Clinical<br />
• il genitore tende ad interferire con le finalità finalit e le intenzioni<br />
del bambino (controllo eccessivo, richieste improprie)<br />
• Il bambino può avere comportamenti confusi, di<br />
sottomissione o avere un livello di sviluppo inadeguato
Disturbi della relazione - 4<br />
• Ipocoinvolgimento:<br />
Ipocoinvolgimento<br />
• Il genitore mostra un coinvolgimento e una<br />
comunicazione sporadica o non in sintonia con i<br />
segnali del bambino<br />
• Il bambino può apparire trascurato sul piano fisico<br />
e psicologico
Disturbi della relazione - 5<br />
• Relazione ansioso/tesa:<br />
ansioso/tesa<br />
• Il genitore per quanto sensibile ai segnali del bambino, non<br />
sembra in grado di rispondere in modo adeguato,<br />
interpretando in modo errato il comportamento e lo stato<br />
emotivo del bambino<br />
• Relazione arrabbiata ostile: ostile<br />
• La rabbia e l’ostilit l ostilità sono in primo piano, gli scambi sono<br />
negativi e bruschi; la dipendenza del figlio sembra essere un<br />
peso per il genitore<br />
• Disturbo relazionale misto
Disturbi della relazione - 6<br />
• Maltrattamento:<br />
Maltrattamento<br />
• Fisico: comportamenti aggressivi in un clima di<br />
ostilità ostilit e rabbia<br />
• Verbale<br />
• Sessuale: comportamenti intrusivi estremi ed<br />
erotizzati
Terapia dei disturbi relazionali<br />
• Incontro con la coppia madre-bambino<br />
madre bambino<br />
con la coppia dei genitori e il bambino<br />
• La maggioranza si manifesta come condizioni fisiche dei<br />
bambini piccoli (problemi nutritivi, del sonno)<br />
consultazione del pediatra<br />
• Consultazione, terapia breve, intervento domiciliare
Disturbi relazionali<br />
dell’attaccamento<br />
dell attaccamento<br />
Tra 1 e 5 anni di età: et : quando quando le le emozioni emozioni ed ed i i<br />
comportamenti manifesti manifesti nelle nelle relazioni relazioni di di attaccamento<br />
attaccamento<br />
sono sono cosìì cos disturbati disturbati da da indicare indicare o o da da aumentare aumentare<br />
considerevolmente il il rischio rischio di di angoscia angoscia persistente persistente per per il il<br />
bambino bambino o o una una menomazione menomazione del del suo suo funzionamento<br />
funzionamento<br />
Classificazione (Zeanah Zeanah e Boris, 2000) :<br />
• Disturbi da assenza di attaccamento o da assenza di una<br />
figura di attaccamento discriminata<br />
• Disturbi della base sicura<br />
• Disturbo da attaccamento interrotto
Disturbi da assenza di<br />
attaccamento<br />
• Mancanza di preferenza per una figura di<br />
attaccamento<br />
• Con ritiro emozionale: bambino ritirato e inibito<br />
• Con socievolezza indiscriminata: il bambino cerca<br />
conforto e interazione con persone relativamente<br />
estranee
Disturbi della base sicura<br />
• Con comportamenti che mettono in pericolo il bambino:<br />
in presenza della figura di attaccamento il bambino<br />
mostra comportamenti pericolosi per la sua sicurezza o<br />
ha comportamenti aggressivi verso l’altro l altro e se stesso<br />
• Con esplorazione inibita ed eccessivo aggrapparsi:<br />
dipendenza eccessiva, limitazione dell’esplorazione<br />
dell esplorazione<br />
• Con vigilanza e compiacenza eccessive:<br />
acquiescenza compulsiva<br />
• Con inversione dei ruoli: bambino protettivo o<br />
autoritario/punitivo con la figura di accudimento
Disturbo da attaccamento<br />
interrotto<br />
• Il bambino reagisce alla perdita improvvisa della<br />
figura di attaccamento<br />
Conseguenze comportamentali:<br />
protesta – disperazione - distacco
Disturbi della regolazione - 1<br />
• Regolazione = capacità capacit del neonato di auto-<br />
regolare i propri stati interni, come capacità capacit<br />
organizzativa di esperienze e di risposte che si<br />
esplicano sul versante dell’interazione dell interazione con il<br />
caregiver. caregiver<br />
Il neonato è agente della propria<br />
autoregolazione e influisce sulla selezione delle<br />
proposte del caregiver
Disturbi della regolazione - 2<br />
• Difficoltà Difficolt che il bambino incontra nella<br />
regolazione del comportamento, dei<br />
processi fisiologici, sensoriali, attentivi, attentivi,<br />
affettivi e nell’organizzazione nell organizzazione di uno stato<br />
di calma, vigilanza o di uno stato affettivo<br />
positivo
Disturbi della regolazione - 3<br />
Classificazione 0-3: 0 3:<br />
• Tipo I – Ipersensibile: bambini iperreattivi anche<br />
a stimoli sensoriali bassi<br />
• Tipo II – Iporeattivo: bambini distratti e difficili<br />
da coinvolgere oppure autocentrati, autoassorti<br />
• Tipo III - Disorganizzato motoriamente: motoriamente:<br />
bambini<br />
impulsivi, con basso controllo del<br />
comportamento motorio, aggressivi e/o<br />
disorganizzati
Disturbi della regolazione - 4<br />
Risposte disorganizzate o poco modulate:<br />
modulate<br />
• Nelle reazioni o stati fisiologici (startle ( startle, , apnee, singhiozzi,<br />
respirazione)<br />
• Nella motricità motricit grossolana (iperattivit ( iperattività, , disorganizzazione<br />
motoria)<br />
• Nella motricità motricit fine (movimenti a scatti, deboli)<br />
• Nell’organizzazione<br />
Nell organizzazione attentiva (incapacità (incapacit a fissarsi su un<br />
dettaglio o perseveranza su un piccolo dettaglio)
Disturbi della regolazione - 5<br />
• Nell’organizzazione Nell organizzazione degli affetti (tonalità (tonalit affettiva<br />
dominante, grado di modulazione degli affetti, gamma<br />
degli affetti, capacità capacit di organizzare gli affetti all’interno all interno<br />
delle relazioni con gli altri)<br />
• Nell’organizzazione Nell organizzazione del comportamento (impulsività,<br />
(impulsivit ,<br />
aggressività)<br />
aggressivit<br />
• Nei pattern relativi al sonno, all’alimentazione, all alimentazione, al<br />
controllo sfinterico<br />
• Nel linguaggio e nelle difficoltà difficolt cognitive
Disturbi della regolazione - 5<br />
• Evoluzione:<br />
Evoluzione:<br />
Problemi comportamentali disadattivi nelle età et<br />
successive (ADHD, comportamenti oppositivi,<br />
difficoltà difficolt di socializzazione)<br />
Difficoltà Difficolt emozionali
Disturbi del sonno - 1<br />
• Stato intrinseco del bambino: stato<br />
biologico, temperamento, fattori evolutivi<br />
e maturativi<br />
• Contesto estrinseco della relazione<br />
bambino-caregiver<br />
bambino caregiver: : personalità personalit<br />
rappresentazioni mentali dei genitori,<br />
aspetti psicopatologici
Disturbi del sonno - 2<br />
• Dissonnie: Dissonnie:<br />
alterazioni della quantità, quantit , qualità qualit o<br />
ritmo del sonno (disturbi di inizio e<br />
mantenimento del sonno, ipersonnie, ipersonnie,<br />
disturbi del<br />
ritmo circadiano) circadiano<br />
• Parasonnie: Parasonnie:<br />
eventi parossistici associati al sonno<br />
• Disturbi del sonno associati a patologie<br />
internistiche-pichiatriche<br />
internistiche pichiatriche
Disturbi alimentari precoci<br />
• Difficoltà Difficolt a stabilire pattern regolari di alimentazione con<br />
adeguata immissione di cibo (crescita irregolare non<br />
dovuta a cause organiche)<br />
• Temperamento del bambino<br />
• Ambiente<br />
• Storia relazionale della madre<br />
• Stili di attaccamento<br />
• Processi maturativi e evolutivi<br />
• Processi autoregolativi<br />
interazioni madre-bambino<br />
madre bambino<br />
autoregolativi disturbi alimentari precoci
Epidemiologia DCA precoci<br />
• 25% bambini con un normale sviluppo psicofisico<br />
• 35% bambini con difficoltà difficolt di sviluppo (prematuri,<br />
immaturi)<br />
• Evoluzione:<br />
Disturbi Disturbi evolutivi della crescita<br />
Disturbi Disturbi di personalità personalit<br />
Problemi Problemi comportamentali<br />
DCA DCA IN ADOLESCENZA
Disturbi alimentari precoci - 1<br />
Classificazione di Chatoor (1997)<br />
• Disturbo alimentare dell’omeostasi<br />
dell omeostasi: :<br />
Esordio: 0-3 0 3 mesi<br />
Difficoltà Difficolt precoci a stabilire un’alimentazione un alimentazione regolare<br />
• Disturbo alimentare dell’attaccamento:<br />
dell attaccamento:<br />
Esordio: 2-8 2 8 mesi<br />
Mancanza di sintonizzazione tra madre e bambino e<br />
assenza di coinvolgimento nell’interazione nell interazione durante il pasto
Disturbi alimentari precoci - 2<br />
• Anoressia infantile<br />
Esordio: 6 mesi- mesi 3 anni<br />
Persistente rifiuto o estrema selettività selettivit del cibo e<br />
intenso conflitto nella relazione madre-bambino<br />
madre bambino<br />
relativo alla dipendenza, all’autonomia, all autonomia, al controllo<br />
• Disturbo alimentare post-traumatico<br />
post traumatico<br />
Improvviso rifiuto di cibo dopo un evento traumatico
Mericismo: Mericismo:<br />
ripetuto rigurgito e rimasticazione di<br />
cibo , dallo stomaco alla bocca, per almeno un<br />
mese tra 3-12 3 12 mesi, dopo i 18 mesi<br />
Pica: Pica:<br />
persistente ingestione di sostanze non<br />
alimentari per almeno un mese, inappropriata<br />
rispetto al livello di sviluppo (colori, gesso, spago,<br />
capelli, stoffa, escrementi animali, sabbia, foglie,<br />
sassi)
Intervento nei disturbi<br />
alimentari precoci<br />
Approccio multifocale:<br />
multifocale<br />
• Medico-internistico<br />
Medico internistico<br />
• Nutrizionale<br />
• Psicoterapico sulla relazione madre-bambino<br />
madre bambino<br />
• Psicoeducativo sull’ambiente<br />
sull ambiente<br />
(ricovero, pasto assistito)
Disturbi psicosomatici<br />
• In tutto il primo anno di vita e in parte il<br />
secondo anno di vita un disturbo della<br />
mente si traduce in quadri somatici<br />
• Picco di frequenza a due anni
Calendario delle manifestazioni<br />
psicosomatiche nell’infanzia:<br />
nell infanzia:<br />
• Turbe funzionali del lattante:<br />
• Colica idiopatica: idiopatica:<br />
I trimestre<br />
• Vomito: I semestre<br />
• Insonnie precoci: I semestre<br />
• Anoressia: II semestre<br />
• Eczema precoce: II semestre<br />
• Mericismo: Mericismo:<br />
II semestre<br />
• Asma del lattante: II semestre<br />
• Spasmi affettivi: 6-18 6 18 mesi
Turbe dalla prima infanzia alla pubertà: pubert<br />
Otorinolaringoiatriche e respiratorie: asma(5 anni);<br />
laringospasmo<br />
Dermatologiche: eczema (8-24 (8 24 mesi), alopecia<br />
Del tratto digestivo: anoressia mentale, vomito,<br />
ucera peptica, dolori addominali periodici (3-4 (3 4<br />
anni)<br />
Altre: emicrania e cefalea idiopatiche (6-7 (6 7 anni)
Coliche dei primi 3 mesi<br />
• Nelle ore serali dopo pochi minuti dal<br />
pasto il bambino diventa inquieto, piange<br />
e si accovaccia (sofferenza digestiva)<br />
• Può durare ore ed è difficile da calmare<br />
Madri sollecite e poco tolleranti ai disagi<br />
anche minimi del figlio
Asma<br />
• Bronchite asmatica del II semestre (fino ai<br />
2-3 3 anni)<br />
• Madre iperprotettiva<br />
• Espressione psicosomatica = modalità modalit<br />
regressiva per la presenza di difficoltà difficolt<br />
nell’area nell area della individuazione-separazione<br />
individuazione separazione
Laringospasmo (spasmi<br />
affettivi)<br />
• Dai 6-18 6 18 mesi, scompare a 2-3 2 3 anni<br />
• Due tipi:<br />
– Cianotico: in risposta a collera o frustrazione<br />
– Pallido: in risposta a spaventi o traumi<br />
• Bambino con scarsa tolleranza alle<br />
frustrazioni
Disturbi delle funzioni<br />
evacuative - 1<br />
• L’acquisizione acquisizione del controllo sfinterico dipende da:<br />
- maturità maturit fisiologica<br />
- interazione con l’ambiente l ambiente<br />
- dinamiche psicologiche bambino-coppia<br />
bambino coppia genitoriale<br />
Controllo notturno della defecazione<br />
Controllo diurno della defecazione<br />
Controllo diurno della diuresi<br />
Controllo notturno della diuresi
Disturbi delle funzioni<br />
• Encopresi funzionale:<br />
evacuative - 2<br />
Ripetuta evacuazione di feci, con modalità modalit non adeguate alle<br />
norme ambientali e alla maturazione del bimbo<br />
> 2-3 3 anni<br />
Primaria: 4 anni<br />
Secondaria: 4-8 4 8 anni<br />
• Enuresi funzionale:<br />
Ripetuta emissione di urina sia diurna che notturna,<br />
involontaria o intenzionale con modalità modalit non adeguate alla<br />
normativa dell’ambiente dell ambiente (più (pi comune l’enuresi l enuresi notturna)<br />
> 3-4 4 anni<br />
Primaria<br />
Secondaria
Disturbi generalizzati dello<br />
• Disturbo autistico<br />
• Disturbo di Rett<br />
• Disturbo di Asperger<br />
sviluppo - 1<br />
• Disturbo disintegrativo della fanciullezza<br />
• DGS non altrimenti specificati
Disturbi generalizzati dello<br />
sviluppo - 2<br />
• Anomalie qualitative dell’interazione dell interazione sociale<br />
• Anomalie qualitative della comunicazione<br />
• Repertorio limitato, stereotipato, ripetitivo di<br />
interessi e attività attivit<br />
• Gravità Gravit variabile, legata all’associazione all associazione o meno<br />
con il ritardo mentale
Disturbi generalizzati dello<br />
sviluppo - 3<br />
• L’autismo autismo si può associare a epilessia, anomalie<br />
cromosomiche, ecc<br />
• I bambini con autismo non hanno un normale potenziale<br />
intellettivo, possono presentare abilità abilit in alcune aree<br />
• La provenienza è da famiglie di tutti i livelli sociali<br />
• La causa non è riconducibile a problemi nell’interazione<br />
nell interazione<br />
genitori-bambino genitori bambino o a deficit di cura del bambino, ma il<br />
disturbo della relazione potrebbe essere conseguenza di<br />
un disturbo di base del bambino.
Autismo infantile - 1<br />
• Compromissione qualitativa<br />
dell’interazione dell interazione sociale:<br />
– Compromissione dei comportamenti non<br />
verbali (sguardo, mimica, gesti)<br />
– Incapacità Incapacit di sviluppare relazioni con i<br />
coetanei adeguate ai livelli di sviluppo<br />
– Mancanza di ricerca spontanea della<br />
condivisione di gioie, interessi e obiettivi con<br />
gli altri<br />
– Mancanza di reciprocità reciprocit sociale ed emotiva
Autismo infantile - 2<br />
• Compromissione qualitativa della comunicazione<br />
– Ritardo o totale mancanza di sviluppo del linguaggio<br />
parlato senza compensi<br />
– Marcata compromissione della capacità capacit di iniziare o<br />
sostenere una conversazione<br />
– Uso di linguaggio stereotipato, ripetitivo, eccentrico<br />
– Mancanza di giochi di simulazione vari e spontanei, o<br />
di giochi di imitazione sociale adeguati al livello di<br />
sviluppo
Autismo infantile - 3<br />
• Modalità Modalit di comportamento, interessi,<br />
attività attivit ristretti e stereotipati<br />
– Dedizione a uno o più pi interessi ristretti e<br />
stereotipati aomali<br />
– Sottomissione rigida a inutili rituali o abitudini<br />
– Manierismi motori stereotipati o<br />
ripetitivi(battere o torcere le mani o il capo)<br />
– Persistente ed eccessivo interesse per parti di<br />
oggetti
Autismo infantile - 4<br />
• Ritardi o funzionamento anomalo in<br />
almeno una delle seguenti aree, con<br />
esordio prima dei 3 anni:<br />
– Interazione sociale<br />
– Linguaggio usato nella comunicazione sociale<br />
– Gioco simbolico o di immaginazione
Autismo infantile - 5<br />
• Ingravescente: Ingravescente:<br />
fin dal primo anno di vita<br />
• Regressivo: dal secondo anno di vita, con<br />
rallentamento, arresto o regressione dello<br />
sviluppo<br />
• Fluttuante
Autismo infantile - 5<br />
• Segnali di allarme:<br />
– I anno: non aggancia lo sguardo, non sorride al volto<br />
materno, non riconosce la voce materna, non mostra<br />
la reazione all’estraneo, all estraneo, può mostrare interessi<br />
particolari (luce, mani, movimento oggetti), disturbi<br />
del sonno e dell’alimentazione. dell alimentazione. (bambini “troppo troppo<br />
buoni”) buoni<br />
– II anno: ritardo del linguaggio, tendenza<br />
all’isolamento all isolamento (non cerca gli altri bambini, evita lo<br />
sguardo, non risponde), attività attivit ripetitive, stereotipie<br />
motorie (sfarfallio mani, deambulazione in punta),<br />
crisi di agitazione incontenibili
Disturbo disintegrativo<br />
dell’infanzia<br />
dell infanzia<br />
Sviluppo normale fino ai 3-4 3 4 anni (anche<br />
10)<br />
Marcata regressione in molteplici aree:<br />
• perdita del linguaggio<br />
• comportamenti ripetitivi<br />
• difficoltà difficolt ai cambiamenti<br />
• Ansietà Ansiet<br />
• deterioramento intellettivo
• Sviluppo normale<br />
Disturbo di Rett<br />
– Rallentamento nella crescita della testa<br />
– Marcato ritardo intellettivo<br />
– Stereotipie delle mani (lavarsi le mani, torcere<br />
le mani)<br />
– Epilessia, atassia
Disturbo di Asperger<br />
• Primi anni di sviluppo normali<br />
• Deficit sociali all’ingresso all ingresso a scuola<br />
– Non riescono a mantenere contatti<br />
– Scarsa empatia<br />
– Interessi ossessivi<br />
• Deficit di riconoscimento delle emozioni<br />
• Linguaggio deviato rispetto all’uso all uso e al significato<br />
• Goffaggine e movimenti impacciati
Intervento nei DGS<br />
• Non esiste possibilità possibilit di prevenzione e cura<br />
• E’ possibile influire sulla capacità capacit di adattamento<br />
e sulla qualità qualit di vita del soggetto e della<br />
famiglia<br />
Trattamento<br />
Trattamento psicoeducativo<br />
Psicoterapia Psicoterapia di supporto per il<br />
bambino e la famiglia<br />
Terapia Terapia farmacologica
HANDICAP<br />
• Menomazione: Menomazione:<br />
qualsiasi perdita o anomalia a<br />
carico di arti, organi, tessuti o altre strutture del<br />
corpo, transitoria o permanente.<br />
• Disabilità: Disabilit : qualsiasi riduzione, parziale o totale,<br />
della capacità capacit di svolgere una attività attivit nel modo o<br />
nei limiti ritenuti normali per un essere umano.<br />
• Handicap: Handicap:<br />
condizione di svantaggio,<br />
determinata da una menomazione o da una<br />
disabilità, disabilit , che limita o impedisce lo svolgimento<br />
del ruolo proprio di quella persona in relazione<br />
all’et all età, , al sesso e ai fattori sociali e culturali
HANDICAP<br />
• L’Handicap Handicap non è una malattia ma la<br />
conseguenza di una menomazione o di una<br />
disabilità disabilit sulla vita di un individuo in<br />
relazione al suo contesto sociale<br />
Aspetti clinici della menomazione o della<br />
Disabilità Disabilit<br />
Reali potenzialità potenzialit di sviluppo<br />
• Far leva sulle parti sane dell’individuo dell individuo e del suo<br />
ambiente
Strutturazione<br />
dell’identit<br />
dell identità del disabile<br />
• Fasi di reazione sociale nei confronti della<br />
disabilità: disabilit<br />
1. Rifiuto: Rifiuto:<br />
l’aspetto, l aspetto, i segni, le manifestazioni del disabile<br />
suscitano repulsione.<br />
2. Iperprotezione: Iperprotezione:<br />
protezione oltre le necessità necessit dettate<br />
dalla disabilità; disabilit ; sopravvalutazione<br />
3. Interazione normale: normale:<br />
riconoscere l’altro l altro come persona,<br />
comprendendone anche difetti umani non connessi con<br />
la disabilità<br />
disabilit
Riabilitazione:<br />
obiettivo e definizione<br />
Acquisizione della maggiore autonomia<br />
possibile<br />
• Autonomia: “Possibilit Possibilità e capacità capacit di<br />
progettare la propria esistenza<br />
per entrare in relazione con gli altri<br />
e sempre con gli altri<br />
partecipare attivamente alla<br />
costruzione della società” società”
Riabilitazione<br />
• Riabilitazione tecnica: ridurre al minimo la<br />
disabilità disabilit<br />
• Tecniche sanitarie specifiche per le incompetenze<br />
funzionali e per le conseguenze secondarie (es ( es: :<br />
deformità deformit osteoarticolari nelle PCI)<br />
• Riabilitazione sociale: ridurre le specifiche<br />
problematiche dell’handicap<br />
dell handicap<br />
• Interventi sulla problematica interattiva, familiare,<br />
microsociale e sull’integrazione sull integrazione sociale
Riabilitazione<br />
• Alternanza e integrazione della<br />
riabilitazione tecnica e sociale<br />
• Accanimento terapeutico per ridurre la disabilità disabilit<br />
segregazione riabilitativa<br />
• Negazione della disabilità disabilit<br />
noncuranza riabilitativa
Ritardo Mentale<br />
• Insufficiente sviluppo delle abilità abilit<br />
cognitive con impossibilità impossibilit a raggiungere<br />
un livello di intelligenza appropriato all’et all età<br />
Deficit nel comportamento adattivo<br />
all’ambiente<br />
all ambiente<br />
Problematiche nello sviluppo affettivo<br />
Distorsioni dello sviluppo della<br />
personalità<br />
personalit
Ritardo mentale - Diagnosi<br />
• QI < 70<br />
• Deficit del funzionamento adattivo in almeno<br />
una delle seguenti aree: aree:<br />
capacità capacit di prestazione,<br />
prestazione,<br />
comunicazione,<br />
comunicazione,<br />
cura della persona, vita in<br />
famiglia, famiglia,<br />
capacità capacit sociali/interpersonali,<br />
sociali/interpersonali,<br />
uso delle<br />
risorse della comunità, comunit , autodeterminazione,<br />
autodeterminazione,<br />
capacità capacit di funzionamento scolastico, scolastico,<br />
lavoro e<br />
tempo libero, libero,<br />
salute e sicurezza<br />
• Esordio prima dei 18 anni di età<br />
et
Ritardo mentale - Eziologia<br />
• Cause genetiche (anomalie cromosomiche, forme<br />
sindromiche)<br />
sindromiche<br />
• Cause esogene prenatali (infezioni, alcol, farmaci,<br />
malnutrizione materna)<br />
• Cause esogene perinatali (traumi, prematurità)<br />
prematurit<br />
• Cause esogene postnatali (infezioni, traumi, agenti<br />
tossici)<br />
• Fattori psico-sociali<br />
psico sociali o altri disturbi psicopatologici<br />
(deprivazione di accudimento e stimoli, turbe affettive<br />
precoci, autismo)
Ritardo mentale -<br />
Classificazione<br />
• RM lieve (QI da 50-55 50 55 a 70)<br />
• RM medio (QI da 35-40 35 40 a 50-55) 50 55)<br />
• RM grave (QI da 20-25 20 25 a 35-40) 35 40)<br />
• RM profondo (QI < 20-25) 20 25)
Ritardo Mentale - Intervento<br />
• Presa in carico del bambino e della famiglia<br />
• Diagnosi<br />
• Trattamento cognitivo neuropsicologico (psicomotricità,<br />
(psicomotricit ,<br />
logopedia)<br />
• Intervento di io-ausiliario<br />
io ausiliario<br />
• Intervento a scuola (insegnante di sostegno, programmi<br />
semplificati)<br />
• Sorveglianza psicologica (psicoterapie, terapie<br />
farmacologiche)<br />
farmacologiche
Ritardo Mentale - Intervento<br />
• Momenti critici:<br />
• Consegna della diagnosi<br />
• Ingresso alla scuola (confronto con gli altri bambini,<br />
difficoltà difficolt di autostima)<br />
• Pubertà Pubert (corpo, appartenenza al gruppo, prime<br />
esperienze di allontanamento da casa)<br />
• Adulto e indipendenza (distacco dalla famiglia,<br />
autonomia economica, rapporto di coppia)
Ritardo Mentale - Intervento<br />
• Obiettivi dell’intervento<br />
dell intervento:<br />
• Delimitare nei genitori il criterio di diversità: diversit : il<br />
bambino ritardato non è normale, ma neppure è<br />
strutturalmente diverso<br />
• Evitare che il bambino venga tenuto<br />
impropriamente in uno stato di artificioso<br />
infantilismo<br />
• Impedire che il bambino venga considerato<br />
“normale normale”
Ritardo mentale medio<br />
• Obiettivi dell’intervento dell intervento nella prima<br />
infanzia: infanzia<br />
Attitudine a comunicare (mimica, manipolazione,<br />
gioco)<br />
Analizzare razionalmente la realtà realt (esperienze<br />
concrete)<br />
Costruzione dell’identit dell identità (realismo, rispetto<br />
costanza, rapporto fiduciario, dialogo, semplicità semplicit di<br />
linguaggio, ricchezza di esperienze e relazioni)
Ritardo mentale lieve<br />
• Scarto minimo tra normalità normalit e anormalità<br />
anormalit<br />
Aspetti positivi Aspetti negativi<br />
- Ampia autonomia - consapevolezza<br />
acuta e dolorosa<br />
- Vivace comunicazione - problemi<br />
psicologici<br />
- Integrazione sociale - problemi di<br />
integrazione nelle<br />
situazioni “informali informali
Ritardo mentale lieve<br />
• Obiettivi dell’intervento dell intervento nella prima infanzia: infanzia<br />
Capacità Capacit di costruirsi un ruolo autentico<br />
Attenersi con delicatezza e rispetto alla realtà realt<br />
Attenzione all’ambiente all ambiente familiare (incomprensione,<br />
intolleranza, depressione)<br />
Correzione delle anomalie fisiche (strabismo,<br />
dismorfismi) dismorfismi)<br />
o funzionali (balbuzie, goffaggine<br />
psicomotoria)
Ritardo mentale grave<br />
• Obiettivi dell’intervento dell intervento nella prima infanzia: infanzia<br />
Condurre ad una sufficiente percezione di sé s<br />
Vivere almeno una relazione empatica duale<br />
Contenere le angosce distruttive e destrutturanti<br />
Fungere da ponte sociale per relazioni anche minime<br />
Assumere il ruolo di mediatori della comunicazione
Paralisi cerebrali infantili<br />
• Disturbo della postura e del movimento<br />
stabile ma non immodificabile dovuto a un<br />
disordine non progressivo che colpisce il<br />
cervello immaturo<br />
• Patologia motoria + disturbi sensitivi-<br />
sensoriali<br />
+ ritardo mentale
Eziologia<br />
• Cause prenatali (insufficienza placentare, malattie<br />
croniche materne, fattori tossici, infezioni, traumi)<br />
• Cause perinatali (distacco placenta, anomala<br />
presentazione fetale, stress respiratorio, ittero)<br />
• Cause postnatali (traumi, infezioni SNC)<br />
Danno encefalico<br />
(emorragie intracraniche, encefalopatie ipossico-ischemiche<br />
ipossico ischemiche, ,<br />
meningoencefaliti)<br />
meningoencefaliti
Disabilità Disabilit fisica<br />
• Acquisire coscienza dei propri limiti, cercando, al<br />
tempo stesso, di far perno, per la massima<br />
realizzazione di sé, s , sulle capacità capacit presenti<br />
• Mettere da parte sentimenti di illecita<br />
compassione per attivare invece ogni risorsa di<br />
aiuto rispettoso e teso alla maturazione<br />
• Coltivare interessi e attività attivit accessibili a<br />
praticabili, evitando il sentimento di inferiorità inferiorit e<br />
invidia<br />
• Sfruttare tutte le risorse disponibili sotto il profilo<br />
dell’autonomia<br />
dell autonomia
L’interlocutore interlocutore del disabile<br />
• Obiettivi generali:<br />
• Presa sulla realtà: realt : capacità capacit di prendere e<br />
mantenere il contatto con il reale, evitando di<br />
creare un Sé S disarmonico, confuso, retratto<br />
• Tenuta rispetto alla presa: possibilità possibilit di vivere e<br />
agire con continuità continuit e sufficiente prevedibilità;<br />
prevedibilit ;<br />
saper storicizzare la propria esperienza<br />
• Equilibrio: saper reggere le frustrazione, il<br />
dolore, la paura, l’ansia l ansia<br />
• Partecipazione: rapporto duale, di gruppo,<br />
separazione, individuazione
L’interlocutore interlocutore del disabile<br />
• Fungere da contenitore per l’ansia l ansia e<br />
l’angoscia: angoscia: saper dare sicurezza, conferire<br />
fiducia, fare da contenitore<br />
• Fare da polo di riferimento e barriera<br />
difensiva: barriera contro l’intrusione l intrusione di<br />
errori di giudizio, falsi ragionamenti,<br />
illusioni<br />
• Evitare l’isolamento<br />
l isolamento
L’interlocutore interlocutore del disabile<br />
• Essere persona: autentica, non coltivare<br />
ipocrisie, non sbandierare ideologie<br />
• Essere presenza: discreta e concreta,<br />
disponibile, generosa, paziente<br />
• Essere professionali: avere costantemente<br />
consapevolezza di quanto si sta facendo e del<br />
perché perch lo si fa
L’interlocutore interlocutore del disabile<br />
• Educazione tecnica (competenze operative e loro<br />
utilizzo) o educazione “sentimentale<br />
sentimentale” (lavoro che porta al<br />
massimo equilibrio emozionale e affettivo)?<br />
• Obiettivo prioritario: educazione “sentimentale<br />
sentimentale”<br />
Non Non conta tanto che cosa insegnare, ma<br />
come farlo, affidandosi più pi alla qualità qualit che<br />
alla quantità quantit<br />
• Deficit quantitativo ritardo<br />
• Deficit qualitativo malattia psichica<br />
• Il prendersi cura viene prima del curare e per<br />
prendersi cura la dimensione umana è essenziale