102a Stagione ConCertiStiCa 2011/2012 - Ordine degli Avvocati di ...

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Sala maFFeiana
“In questa piazza abbiamo fatto guadagni / di due nuovi edifici, alteri e magni, / l’un per
l’Accademia chiara ed illustre / più che per l’ampie logge e stanze e sale / non ben finita
ancor da mano industre …”. I versi farraginosi che il poeta Adriano Grandi scriveva
nel 1617 testimoniano del fervore costruttivo in piazza Bra, in quel luogo ove, circa un
secolo prima, non si era eretto un palazzo progettato da Palladio. Passato al Comune e
poi investito dal Senato Veneto all’Accademia Filarmonica sotto il titolo feudale perpetuo,
qui fu costruito un fabbricato nel cui cortile fu collocato il primo nucleo di quello
che diventerà il Museo Lapidario Maffeiano. Era il Teatro Filarmonico, inaugurato il
6 gennaio 1732, distrutto da un incendio nel 1749, riaperto nel 1754, bruciato nuovamente
nel 1945, a causa di un bombardamento. Questa fitta sequenza di nascite, morti
e rinascite dello storico edificio ha risparmiato solamente il Ridotto del teatro, chiamato
“Sala Maffeiana”, grazie all’eroico intervento di un vigile del fuoco che tagliò le travi
che lo univano al resto dell’edificio. Qui lo spirito del tempo si è fermato e sussiegoso
ma sorridente si dispiega a noi dalle pareti affrescate allo splendido soffitto decorato a
cassettoni, alle balaustre. Una lunga storia di amore per la musica e la cultura che, com’è
noto, vide anche un giovanissimo Wolfgang Amadeus Mozart tenere una pubblica “Academia”,
ovvero un concerto, il 5 gennaio 1770.
Cortile del Museo Maffeiano, particolare dell’accesso in Sala Maffeiana, incisione in rame della fine del Settecento.