Coluccio Salutati, Invectiva contra Antonium Luschum ... - Aula Digitale
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1<br />
Nel segNo<br />
di Petrarca<br />
L’Umanesimo e il Rinascimento Firenze capitale dell’Umanesimo <strong>Coluccio</strong> <strong>Salutati</strong><br />
<strong>Coluccio</strong> <strong>Salutati</strong><br />
Giurista, filosofo e letterato, cancelliere della Repubblica<br />
di Firenze dal 1375 all’anno della morte,<br />
<strong>Coluccio</strong> <strong>Salutati</strong> (1331-1406) è uno dei maggiori<br />
esponenti del cosiddetto “Umanesimo<br />
civile”, caratterizzato da un forte legame con la<br />
comunità cittadina e i valori repubblicani. Erede<br />
ideale di Petrarca, che non in<strong>contra</strong> mai personalmente<br />
ma di cui è corrispondente epistolare,<br />
ha un ruolo essenziale nella diffusione della cultura<br />
classica latina e greca, divenendo un punto<br />
di riferimento per studiosi e intellettuali anche<br />
non fiorentini della sua epoca.<br />
È tra i protagonisti degli incontri che periodicamente<br />
si svolgono nel convento di Santo Spirito<br />
e difende gli studia humanitatis dagli attacchi di<br />
intellettuali di formazione religiosa che sosten-<br />
1331 Il 26 febbraio nasce a Stignano in Valdinievole (Pistoia);<br />
segue la madre a Bologna, dove il padre vive in esilio<br />
e dove è avviato agli studi notarili.<br />
1341 Muore il padre.<br />
1351 È già attivo come notaio.<br />
1367-70 Compone le sue prime opere letterarie in versi e<br />
alcune esercitazioni retoriche.<br />
1374 Torna a Firenze.<br />
Masaccio e Filippino Lippi, particolare dell’affresco<br />
con La resurrezione del figlio di Teofilo, 1424-28<br />
(Firenze, Santa Maria del Carmine, cappella Brancacci).<br />
Molti critici ritengono che nell’uomo seduto in primo<br />
piano nell’immagine Masaccio abbia voluto ritrarre<br />
<strong>Coluccio</strong> <strong>Salutati</strong>.<br />
LA VITA E LE OPERE<br />
1375 Ricopre la carica di cancelliere, la più alta magistratura<br />
stabile della repubblica; mantiene l’incarico fino alla<br />
morte.<br />
1378 Negli anni del suo cancellierato Firenze attraversa<br />
una grave crisi politica che porta al “Tumulto dei ciompi”;<br />
nel corso di pochi anni si alternano al governo i “popolari”<br />
e i “magnati”: <strong>Salutati</strong> supera indenne tutte le turbolenze<br />
che scuotono la città.<br />
1396 Invita il dotto bizantino Emanuele Crisolora a insegnare<br />
greco allo Studio fiorentino.<br />
1399 Compone il trattato filosofico De nobilitate legum<br />
et medicinae (‘Sulla nobiltà delle leggi e della medicina’),<br />
nel quale esalta lo studio delle leggi, strumento indispensabile<br />
per il bene comune e la convivenza civile.<br />
Durante la guerra che oppone Firenze a Milano scrive l’<strong>Invectiva</strong><br />
contro Antonio Loschi, esaltando il primato politico<br />
e culturale di Firenze su tutte le città italiane.<br />
A Firenze compone tutte le sue più importanti opere di<br />
contenuto politico, letterario e morale, fra le quali il De laboribus<br />
Herculis (‘Le fatiche di Ercole’), in cui difende la<br />
poesia degli antichi (una prima redazione risalente agli anni<br />
1378-83, sotto forma di epistola, viene rielaborata ma rimane<br />
incompiuta per la morte dell’autore).<br />
1400 Compone il trattato politico De tyranno, nel quale<br />
sostiene – diversamente dai suoi contemporanei – che<br />
Dante aveva giustamente condannato gli uccisori di Giulio<br />
Cesare e difende il regime monarchico come migliore<br />
forma di governo.<br />
1403 Pubblica l’<strong>Invectiva</strong> contro Loschi, dopo una lunga<br />
revisione.<br />
1406 Muore a Firenze.<br />
© 2011 RCS Libri S.p.A./La Nuova Italia – R. Antonelli, M.S. Sapegno, Il senso e le forme
2<br />
la caNcelleria<br />
Florentina<br />
libertas<br />
L’Umanesimo e il Rinascimento Firenze capitale dell’Umanesimo <strong>Coluccio</strong> <strong>Salutati</strong><br />
gono la superiorità delle Sacre Scritture per l’educazione e l’elevazione dell’uomo. Tra<br />
i suoi discepoli ci sono Leonardo Bruni e Poggio Bracciolini, che gli succedono nella<br />
carica di cancelliere.<br />
La cancelleria a Firenze è il luogo in cui si elaborano le linee della politica estera e le<br />
prerogative del cancellierato – una delle poche magistrature fiorentine stabili ed elettive<br />
– oggi equivarrebbero a quelle di un segretario di Stato per gli affari esteri: si trattava<br />
quindi di una posizione prestigiosa ma anche delicata, considerando quanto potesse<br />
contare il rispetto della forma nei rapporti con le altre potenze, che erano tenuti in<br />
larga parte tramite corrispondenza epistolare. Il cancelliere doveva perciò possedere<br />
doti specifiche: non solo conoscenze giuridiche, intelligenza politica e abilità diplomatica,<br />
ma anche finezza psicologica, efficacia letteraria, capacità persuasiva.<br />
Vi è una stretta correlazione tra l’indirizzo di governo dell’oligarchia fiorentina e la veste<br />
letteraria che <strong>Coluccio</strong> <strong>Salutati</strong>, nella sua qualifica di cancelliere, elabora per esprimerlo<br />
e comunicarlo: a volte le sue epistole ufficiali sono veri e propri manifesti, sia<br />
politici che culturali, nei quali ha particolare rilievo il tema della libertà.<br />
Negli anni del suo cancellierato, Firenze è in guerra con Milano, allora governata<br />
dal duca Gian Galeazzo Visconti, il quale tenta di costituire un grande Stato unitario<br />
che, secondo la propaganda viscontea, avrebbe assicurato la pace a tutta l’Italia<br />
centro-settentrionale. La risposta di <strong>Coluccio</strong> alla campagna antifiorentina promossa<br />
da Antonio Loschi, segretario di Gian Galeazzo, è affidata all’<strong>Invectiva</strong> <strong>contra</strong> <strong>Antonium</strong><br />
<strong>Luschum</strong> Vicentinum (‘Invettiva contro Antonio Loschi di Vicenza’, 1403), basata<br />
sulla celebrazione e sulla difesa della Florentina libertas. L’invettiva contro Antonio<br />
Loschi elabora una vera e propria trasfigurazione mitica di Firenze quale erede<br />
e continuatrice della civiltà di Roma repubblicana; Firenze è descritta come «il fiore<br />
d’Italia e la sua parte più bella» perché libera, fondata sull’indipendenza territoriale<br />
e sull’autogoverno, simbolo cioè di un sistema politico e istituzionale antitetico a<br />
quello “tirannico” del Visconti a Milano, che ha imposto con la violenza il proprio<br />
dominio e che è giunto al potere attraverso il delitto e l’inganno. Il tema della Florentina<br />
libertas, caro all’Umanesimo civile fiorentino, sarà ripreso e approfondito da<br />
Leonardo Bruni.<br />
I GENERI<br />
L’epistola umanistica<br />
L’epistolario è una raccolta di lettere ordinate secondo<br />
l’esplicita volontà dell’autore; il genere epistolare,<br />
già praticato in età classica e medievale, è<br />
tra i più frequentati dagli umanisti, per la sua disponibilità<br />
ad accogliere una grande varietà di<br />
contenuti e di registri stilistici.<br />
Durante l’Umanesimo la lettera ha una dimensione<br />
fondamentalmente pubblica e viene concepita<br />
come una delle voci di un dialogo: i dotti se<br />
ne servono non solo per comunicare tra loro, per<br />
scambiarsi informazioni letterarie, in particolare<br />
sui codici antichi, ma anche per dar vita a dibattiti,<br />
polemiche culturali e politiche. Talvolta l’epistola<br />
assume la dimensione di un trattatello che affronta<br />
argomenti filosofici, politici, morali o scientifici.<br />
Come già quello di Petrarca, gli epistolari umanistici<br />
hanno comunemente come modello Cicerone.<br />
© 2011 RCS Libri S.p.A./La Nuova Italia – R. Antonelli, M.S. Sapegno, Il senso e le forme
3<br />
l’ePistolario<br />
Inno a Firenze<br />
Giustizia<br />
e libertà<br />
L’Umanesimo e il Rinascimento Firenze capitale dell’Umanesimo <strong>Coluccio</strong> <strong>Salutati</strong><br />
Le oltre novecento lettere sono la parte più importante dell’opera di <strong>Coluccio</strong> <strong>Salutati</strong>:<br />
scritte nell’arco di circa un trentennio, consentono di osservare la storia italiana di quegli<br />
anni dalla prospettiva fiorentina, oltre a costituire una testimonianza preziosa per la<br />
vita letteraria e politica del tempo. Come quello di Petrarca, l’epistolario di <strong>Salutati</strong> assume<br />
quale modello Cicerone; tra i destinatari vi sono papi, principi italiani e stranieri<br />
e i più importanti umanisti contemporanei all’autore. Le lettere ufficiali scritte in qualità<br />
di cancelliere e conservate all’Archivio di Stato di Firenze sono rilevanti per la conoscenza<br />
del suo pensiero politico e talvolta ci informano anche su vicende più personali:<br />
l’attesa per nuovi libri che <strong>Salutati</strong> è curioso di leggere, sentimenti e riflessioni private<br />
legate ai suoi studi.<br />
<strong>Invectiva</strong> <strong>contra</strong> <strong>Antonium</strong> <strong>Luschum</strong> Vicentinum<br />
Nella parte finale dell’invettiva lo scontro tra Firenze e Milano è presentato come una rievocazione<br />
di quello fra l’antica Roma e le popolazioni germaniche. <strong>Coluccio</strong>, infatti, indica la civiltà fiorentina<br />
come l’erede diretta e naturale dell’antica Roma, baluardo contro la tirannide esercitata da<br />
Gian Galeazzo Visconti nel ducato di Milano. Nell’attitudine delle popolazioni lombarde a vivere<br />
sotto il dominio visconteo, <strong>Salutati</strong> vede l’impronta “barbarica” dei Longobardi. L’autore inneggia<br />
nelle ultime righe alla grandezza di Firenze, che non ha eguali nel resto della penisola: le bellezze<br />
naturali, l’equità delle leggi, l’industriosità dei cittadini, lo splendore dei monumenti, il gran<br />
numero di concittadini illustri, la rendono «il fiore d’Italia e la sua parte più bella».<br />
5<br />
10<br />
Prosatori latini del Quattrocento,<br />
trad. di E. Garin, Einaudi,<br />
Torino 1976, vol. I.<br />
1. da te: ‘dall’esempio che tu mi dai’.<br />
2. voi: i sudditi del ducato di Milano.<br />
Ma vedo da te 1 , e me ne sono fermamente persuaso, che voi 2 a tal punto godete della<br />
servitù, da non potere più vivere senza un padrone, da non saper rimanere nella<br />
aperta dolcezza della libertà. Obbedire alle leggi, che regolano tutti con la giustissima<br />
misura dell’eguaglianza, è per voi un giogo 3 gravoso e un’orribile schiavitù;<br />
obbedire invece al tiranno, che regola tutto secondo l’arbitrio del proprio volere,<br />
è per voi una somma libertà ed un’inestimabile dignità 4 . Per questo tu pensi che<br />
quella parte del popolo fiorentino, che fuori delle mura della nostra città vive nei<br />
municipi e nei campi, e la cui libertà tu neppure immagini, desideri in luogo della<br />
soggezione 5 alla nostra città la schiavitù sotto il vostro padrone. È lungi 6 , e prego<br />
che lungi rimanga, tanta follia e tanta stoltezza da coloro di cui è gloria singolare<br />
potersi dire Fiorentini, essendo nostri per nascita, per legge, per dono di fortuna 7 .<br />
3. giogo: ‘peso’.<br />
4. dignità: ‘onore’.<br />
5. in luogo della soggezione: ‘al posto<br />
dell’obbedienza’.<br />
6. lungi: ‘lontana’.<br />
7. nostri ... fortuna: gli abitanti del con-<br />
tado sono, a tutti gli effetti, fiorentini,<br />
sia perché nati nel territorio di Firenze,<br />
sia perché obbediscono alle stesse leggi<br />
di coloro che vivono in città: tutto ciò<br />
è per loro un dono della sorte e non un<br />
motivo di scontento.<br />
© 2011 RCS Libri S.p.A./La Nuova Italia – R. Antonelli, M.S. Sapegno, Il senso e le forme
4<br />
Firenze<br />
e Roma<br />
Firenze-fiore<br />
e le sue<br />
glorie<br />
Spazio<br />
simbolico<br />
e spazio<br />
politico<br />
L’Umanesimo e il Rinascimento Firenze capitale dell’Umanesimo <strong>Coluccio</strong> <strong>Salutati</strong><br />
15<br />
20<br />
25<br />
30<br />
35<br />
40<br />
8. natura ... romano: Firenze è stata fondata<br />
dai Romani e dall’antica Roma ha<br />
ereditato la naturale predisposizione alla<br />
libertà e le leggi necessarie a regolare<br />
equamente la convivenza fra i cittadini.<br />
9. nazione: ‘popolo’.<br />
10. ed è tanto sua proprietà: ‘ed è a<br />
tal punto una sua prerogativa’.<br />
11. mio: il pronome possessivo richiama<br />
il legame d’amicizia tra <strong>Salutati</strong> e Loschi.<br />
12. il fiore d’Italia: gioco di parole basato<br />
sul nome latino di Firenze, Florentia<br />
(‘fiorente’, ‘in fiore’).<br />
13. edifizi: ‘edifici’.<br />
14. più grande di popolo: ‘che ha una<br />
popolazione più numerosa’.<br />
15. più gloriosa di cittadini: ‘che ha un<br />
numero altrettanto elevato di cittadini<br />
illustri’.<br />
Che cosa significa infatti essere fiorentino, se non essere per natura e per legge<br />
cittadino romano 8 , e per conseguenza libero e non schiavo? È infatti proprio della<br />
nazione 9 e del sangue romano quel dono divino che si chiama libertà; ed è tanto<br />
sua proprietà 10 che chi smette di essere libero non può più ragionevolmente essere<br />
chiamato cittadino romano e neppur fiorentino. Tal dono, tal nome glorioso,<br />
chi vorrà mai perdere, fatta eccezione per coloro cui non importa diventare da<br />
liberi schiavi? […]<br />
Non posso credere che il mio 11 Antonio Loschi, che ha visto Firenze, o alcun<br />
altro, chiunque l’abbia vista, a meno che non sia del tutto folle, possa negare che<br />
essa sia davvero il fiore d’Italia 12 e la sua parte più bella. Qual città, non soltanto<br />
in Italia ma in tutto il mondo, è più salda nella cinta delle sue mura, più superba<br />
di palazzi, più adorna di templi, più bella di edifizi 13 , più splendida di porticati,<br />
più ricca di piazze, più lieta di ampie strade, più grande di popolo 14 , più gloriosa<br />
di cittadini 15 , più inesauribile di ricchezze, più feconda nei campi? Qual 16 mai ha<br />
un luogo 17 più bello, un cielo più salubre, quale è più linda 18 , più ricca di pozzi,<br />
più dolce di acque, più operosa di arti 19 , più ammirabile in tutto? Quale più ricca<br />
di ville 20 , più potente di borghi, più abbondante di municipi 21 , più dotata di agricoltori?<br />
Qual città, priva di porto, ha tanto traffico di merci? Dove maggiore 22 il<br />
commercio, più ricco per varietà di scambi, più abile per sottili accorgimenti 23 ?<br />
Dove uomini più illustri, e per tacer degl’infiniti che sarebbe fastidioso ricordare,<br />
così insigni per imprese, valenti nelle armi, potenti per giusti domini 24 , e famosi?<br />
dove Dante, dove Petrarca, dove Boccaccio? Dimmi, ti prego, o belva terribile, a<br />
qual luogo, a quali uomini darai il primato in Italia, se Firenze può dirsi la feccia 25<br />
d’Italia? Volesse Dio che intatta rimanendo la gloria della repubblica fiorentina<br />
al punto in cui è di libertà e di potenza 26 , il resto d’Italia potesse esser tale che i<br />
Fiorentini paragonati agli altri potessero dirsi davvero la feccia d’Italia! Ma poiché<br />
in questo mondo corruttibile 27 tanta grandezza è senza dubbio impossibile,<br />
vergognati, o il più sporco degli sporchi, sterco ed escremento dei Lombardi, o<br />
meglio dei Longobardi 28 , di chiamare feccia d’Italia i fiorentini, che sono dell’Italia<br />
il vero ed unico onore!<br />
16. Qual: ‘quale altra città’.<br />
17. luogo: ‘posizione’.<br />
18. linda: ‘pulita’.<br />
19. più operosa di arti: ‘più attiva e dinamica<br />
per il gran numero di attività<br />
che vi si svolgono’.<br />
20. ville: nel significato latino di “abitazione<br />
di campagna”.<br />
21. più potente ... municipi: è ‘più influente<br />
per il gran numero di paesi e città<br />
che le riconoscono autorità e le obbediscono’.<br />
22. Dove maggiore: è, sottinteso.<br />
23. più abile ... accorgimenti?: ‘più efficiente<br />
per l’ingegnosità dei metodi?’.<br />
<strong>Salutati</strong> allude alla proverbiale abilità<br />
dei mercanti fiorentini, che concepirono<br />
sistemi nuovi, come ad esempio la<br />
lettera di credito, per limitare i rischi le-<br />
gati alla loro professione e per viaggiare<br />
senza denaro contante.<br />
24. così insigni ... domini: ‘altrettanto<br />
celebri per le loro gesta, abili nelle<br />
azioni militari, influenti per il numero di<br />
territori sottomessi e governati con giustizia’.<br />
25. feccia: ‘la parte peggiore’.<br />
26. di libertà e di potenza: ‘per la sua<br />
libertà e per l’importanza che ha acquisito<br />
tra gli altri Stati italiani’.<br />
27. corruttibile: ‘dove ogni cosa è caduca,<br />
mortale’.<br />
28. Longobardi: la Lombardia prende<br />
il nome dai Longobardi, popolazione di<br />
origine germanica; qui <strong>Salutati</strong> oppone<br />
se stesso e i fiorentini, eredi della grande<br />
civiltà di Roma, ai Lombardi – e allo<br />
stesso Loschi – eredi dei “barbari”<br />
© 2011 RCS Libri S.p.A./La Nuova Italia – R. Antonelli, M.S. Sapegno, Il senso e le forme
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L’Umanesimo e il Rinascimento Firenze capitale dell’Umanesimo <strong>Coluccio</strong> <strong>Salutati</strong><br />
ANALISI DEL TESTO<br />
Giustizia e libertà<br />
Il punto di forza nel ragionamento di <strong>Salutati</strong> è<br />
l’opposizione fra libertà e servitù: obbedire alle<br />
leggi è di gran lunga preferibile che obbedire a<br />
un tiranno. Poiché non esiste libertà senza giustizia,<br />
solo il rispetto delle leggi può garantire tutti i<br />
cittadini dal pericolo della tirannide, che consiste<br />
appunto nel capriccio e nell’arbitrio di uno solo,<br />
mentre le leggi della Repubblica di Firenze sono<br />
espressione di una volontà più vasta e condivisa.<br />
Firenze e Roma<br />
Firenze è, inoltre, l’erede naturale dell’antica Roma:<br />
essere fiorentino significa aver ereditato una<br />
spontanea disposizione alla libertà e alla giustizia;<br />
per tale ragione, secondo <strong>Salutati</strong>, le popolazioni<br />
assoggettate da Firenze, amministrate con equità,<br />
le obbediscono volentieri e non si ribellano,<br />
nonostante la propaganda antifiorentina promossa<br />
dal ducato di Milano.<br />
Firenze-fiore e le sue glorie<br />
Nell’ultima parte dell’invettiva, <strong>Salutati</strong> proclama<br />
il primato politico, culturale e morale di Firenze sul<br />
resto d’Italia con toni e argomenti che anche altri<br />
scrittori fiorentini riprenderanno e preciseranno<br />
nel corso di tutto il Quattrocento. Firenze/Florentia<br />
porta già nel nome la connotazione simbolica<br />
della sua grandezza: essa è il fiore d’Italia e nessuna<br />
città può reggere il confronto per le bellezze<br />
naturali, l’operosità dei cittadini, l’ampiezza e la<br />
ricchezza dei commerci e del territorio, il numero<br />
di cittadini illustri per le imprese militari e la cultura.<br />
Immancabile la menzione delle più eminenti<br />
glorie cittadine, Dante, Petrarca e Boccaccio, le<br />
tre Corone, ma <strong>Coluccio</strong> vuole impressionare il<br />
lettore soprattutto attraverso la descrizione dello<br />
spazio urbano.<br />
Spazio simbolico e spazio politico<br />
<strong>Salutati</strong>, infatti, menziona le bellezze architettoniche<br />
di Firenze esaltandone la razionalità, l’utilità<br />
e la quantità. Lo splendore dei palazzi, pubblici<br />
e privati, l’eleganza, l’ampiezza e il numero di<br />
porticati, piazze e strade – luoghi aperti e pubblici<br />
– rimandano simbolicamente alla forza e alla<br />
ricchezza della tradizione repubblicana fiorentina.<br />
La descrizione dello spazio architettonico ha una<br />
chiara valenza politica perché è espressione concreta<br />
del “buon governo” della città.<br />
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