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Salvatore cuffaro - Narcomafie

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dell’ingegnere guzzino”. Ha poi puntualizzato Michele aiello, perché questo fatto avviene nel 1993<br />

e viene chiesta ad aiello di tracciare un quadro dei suoi rapporti dei suoi rapporti con antonino<br />

guzzino in precedenza, cioè prima del 93, e michele aiello ci ha detto che aveva conosciuto guzzino<br />

sin dal 1983 perché dirigerà l’ufficio tecnico, lavori pubblici del comune di bagheria, e ci ha riferito<br />

anche delle circostanze in cui si era sviluppata questa conoscenza e poi come questi rapporti<br />

avevano avuto qualche seguito, sempre sul piano, ci ha detto Michele aiello, del piano del lavoro.<br />

Michehe aiello imprenditore – ingegnere guzzino ingegnere, ufficio tecnico, etc. E ricorda Michele<br />

a iello, e anche questo riscontra perfettamente quanto detto da giuffrè, che l’ingengere guzzino, lui<br />

aiello, con le sue imprese aveva anche anche realizzato una strada interpoderale in territorio di<br />

caccamo. Una strada interpodrale che serviva la contrada san felice o san rocco, una zona dove<br />

l’ingegnere guzzino aveva una villetta e trascorreva il periodo estivo.<br />

Abbiamo sentito antonino puleo il quale naturalmente ci ha riferito, parola per parola, tutti i fatti<br />

riferiti da Michele Aiello su questa vicenda. Una vicenda interessante, che mostra aspetti<br />

interessanti: qui le date sono importanti, siamo nell’estate del 1993, ci dice che giuffrè che lui dal<br />

1994 in poi lui Michele aiello non lo vede più. Giuffrè, a cui devo dire sul punto non è stata<br />

formulata alcuna domanda durante l’istruttoria dibattimentale, è da sei anni capomandamento sul<br />

territorio di caccamo, dal 1987, e in tale qualità ha un ovvio, banale, interesse ad esercitare<br />

controllo su tutte le attività di impresa, economiche, che vengono svolte sul territorio di sua<br />

competenza mafiosa. E soprattutto sotto questo profilo, quello della effettività del potere di<br />

controllo esercitato dal capo mandamento sul suo territorio, possiamo dire, e ce lo ha detto<br />

chiaramente giuffrè, giuffrè ha un problema, ha un problema e questo problema si chiama diego<br />

guzzino, questo problema giuffrè lo ha dal 1984. Questo problema giuffrè lo avrà fino alla data del<br />

16 aprile 2002, cioè fino alla data in cui sarà tratto in arresto. Perché ha questo problema, che si<br />

chiama diego guzzino, perché giuffrè viene affiliato a cosa nostra nella posizione di soldato<br />

semplice, di accompagnatore, anzi di autista, di Francesco Intile che agli inizi degli anni 80 era<br />

capomandamento di caccamo. Intile ha un cognato che si chiama diego guzzino. Quando intile<br />

viene arrestato, nel 1983-84, per un brevissimo lasso temporale Intile lascia detto che al suo posto,<br />

le redini del mandamento, dovevano essere rette da suo cognato, cioè Diego Guzzino. Se non che<br />

accade che da li a poco viene arresta anche diego guzzino e le redini del mandamento vengono<br />

prese da antonino giuffrè e giuffrè, da quel momento, le redini del mandamento non le ha più<br />

abbandonate, anche perché nel frattempo nel 1987 la investitura ufficiale gli viene dal capo di cosa<br />

nostra, salvatore riina, perciò non c’era più motivo per giuffrè di lasciare le redini della direzione<br />

del mandamento. E da quel momento questa situazione di contesa della leadership del mandamento,<br />

ma anche della famiglia mafiosa di caccamo che ha contrapposto in una situazione di attrito<br />

antonino giuffrè e guzzino non è ma venuta meno, fino al momento del suo arresto 16 aprile 2002.<br />

Quindi giuffrè, come capo mandamento, nel corso degli anni in cui ha esercitato l’attività di<br />

controllo sulle attività in corso nel suo mandamento di fronte alle iniziative sotterranee, talvolta<br />

meno sotterranee, che dalla parte dei guzzino contestavano la sua leadership su tutto il<br />

mandamento. Su queste iniziative che antonino giuffrè aveva motivo di temere non vi è dubbio che<br />

ce ne fosse una meno evidente ma non meno pericolosa di qualche altra, e questa iniziativa che<br />

giuffrè aveva motivo di temere più delle altre è senza dubbio lo stringersi di particolari rapporti tra i<br />

guzzini che quindi avevano seguito nella famiglia mafiosa di caccamo e un gruppo imprenditoriale<br />

come quello di aiello. Rapporto che in quegli anni si andava stringendo sul terreno delle stradelle<br />

interpoderali e che era mediato da una figura tecnica, cioè il fratello di diego guzzino, antonino.<br />

Ecco perché giuffrè appena si rende conto che l’ingengere guzzino diventa un punto di riferimento<br />

per il gruppo di aiello sul suo territorio, il tramite di quel rapporto dal cui approfondirsi lui stesso<br />

giuffrè ha molto da temere, giuffrè si attiva immediatamente e si reca da aiello intimandogli di<br />

rompere ogni rapporto con l’ingegnere guzzino. Lo capiamo ancora meglio se volgiamo il<br />

ragionamento anziché dal punto di vista di osservatorio esterno, lo capiamo ancora meglio se ci<br />

poniamo dal lato prospettico di antonino giuffrè, cioè del capo mandamento di caccamo.<br />

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