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"accoglienza", "capacità di prescindere da cose ritenute<br />
necessarie", "camminare con la gente"... Termini uno più<br />
bello dell'altro, sfide lanciate alla mia incapacità di vivere<br />
libero <strong>com</strong>e gli uccelli dell'aria.<br />
Ricordo quello che ha detto un giorno il "facilitatore"<br />
chiamato a un nostro capitolo generale degli anni Ottanta:<br />
«Si discute sui progetti, sui mezzi, sul bisogno di dare<br />
testimonianza. Poi, si finisce col finanziarli, <strong>com</strong>e con il<br />
debito estero».<br />
Avanzando negli anni, faccio più fatica a distinguere, nei<br />
miei atteggiamenti, fra povertà e avarizia, tra cose<br />
necessarie e quelle di cui mi circondo perché mi danno<br />
sicurezza. Ci pensano i poveri, che battono ogni giorno alla<br />
porta, a non lasciarmi tranquillo in questa materia.<br />
Ricordo un testo di don Milani. Un giorno, un frate<br />
francescano si presentò alla sua canonica per la questua. A<br />
differenza dei frati di anni prima, questo viaggiava in<br />
Lambretta. «Se San Francesco vivesse oggi, si sposterebbe<br />
con questo mezzo», spiegò il frate. Conclusione di don<br />
Milani: «Mentre si allontanava, augurai che lo scooter gli si<br />
bruciasse sotto il sedere!».<br />
Anche il voto di castità ha subito notevoli<br />
bombardamenti.<br />
Ascesi, controllo dei sensi, mortificazione, penitenze...<br />
erano termini anticipatici, ma li si accettava, perché il<br />
desiderio di consacrarsi totalmente al Signore era sincero.<br />
Poi, si <strong>com</strong>inciò a parlare di "integrazione affettiva" e di<br />
rapporti amichevoli con l'altro sesso. Si diceva che non<br />
bisogna vedere il male dappertutto e che le attività pastorali<br />
andavano fatte insieme. La veste talare fu