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Studio tecnico agro-ambientale 

FIORENZO PANDINI DOTTORE AGRONOMO 

Via Indipendenza 38 - 25135 Brescia (BS) Tel. e Fax 030-3366416 r.a. 

E-mail fiorenzo@studiopandini.it PEC f.pandini@conaf.pec.it 

C.F. PND FNZ 58P06 C895Z P.IVA n. 01734150988 

Albo Provincia Brescia n. 170 

Parco Agricolo Regionale Monte Netto 

Provincia di Brescia 

INTERVENTI DI TUTELA, PROMOZIONE, RIQUALIFICAZIONE E SICUREZZA AMBIENTALE 

NEL PARCHI REGIONALI E NELLE RISERVE E MONUMENTI NATURALI 

ai sensi della L.R. 86/1983 previsti dal D.D.U.O. 18/12/2009 n. 14171 

Recupero paesaggistico 

dell’antico Bosco dei Castagnari e 

della Pieve religiosa di Poncarale e 

salvaguardia dei Fontanili di Flero 

Brescia li 20/01/2012 

Il progettista Dottore Agronomo Fiorenzo PANDINI 

1



Collaboratori del progetto: 

Dottore Agronomo Fausto Nasi 

Dottore Agronomo Paola Simoncelli 

Dottore Forestale Elena Zanotti 

Geom. Franco Simoncelli 





2



“… qualche volta andiamo a goder la villa di 

Poncarale, la quale, come sapete, è dotata di 

ameno colle, di vaghe prospettive, di folti boschi 

di castagni, di copiosi vignali, di bei giardini, di 

sontuose stanze e di limpide acque …” 

(Agostino Gallo – 1553) 





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INDICE 





1. Incarico 5 

2. L’antico Bosco dei Castagnari di Poncarale 6 

2.1. Il quadro fitosanitario del Bosco dei Castagnari 11 

3. La Pieve religiosa di Poncarale 12 

3.1 Il quadro fitosanitario della Pieve 15 

4. I Fontanili di Flero 16 

4.1. I fontanili oggetto di intervento 16 

4.2. Generalità sui fontanili 17 

4.2.1. Definizione di fontanile 17 

4.2.2. Origine del fontanile 18 

4.2.3. Caratteristiche fisiche del fontanile 19 

4.2.4. Dinamica vegetazionale del fontanile 20 

4.2.5. La fauna del fontanile 21 

4.2.6. Importanza del fontanile 22 

4.2.7. Caratterizzazione dei fontanili di Flero 23 

4.3. Vaso Muse – asta sotto campo sportivo 23 

4.3.1. Valutazione della qualità delle acque del fontanile Vaso Muse con 

metodo I.B.E. 

4.3.2. Metodo di campionamento 29 

4.4. Asta ovest Vaso Orso 33 

4.5. Asta Vaso Campesana lungo la strada Prato Stella 36 

4.6. Altra testa Vaso Fiume 39 

5. Il progetto 43 

5.1 Generalità 43 

5.2. Il Bosco dei Castagnari 45 

5.2.1 Area interessata al recupero paesaggistico 45 

5.2.2. Metodo di lavoro 46 

5.2.3 Sintesi delle opere 47 

5.3 La Pieve religiosa 51 

5.3.1 Area interessata al recupero paesaggistico 51 

5.3.2. Metodo di lavoro 51 

5.3.3 Sintesi delle opere 51 

5.4. I fontanili di Flero 54 

5.4.1. Descrizione generale degli interventi 54 

5.4.2. Interventi sull’asta del fontanile Vaso Muse 58 

5.4.3. Interventi sull’asta del fontanile Vaso Orso 58 

5.4.4. Interventi sull’asta del fontanile Vaso Campesana (Prato Stella) 59 

5.4.5. Interventi sulla testa del fontanile Vaso Fiume 59 

6. Estratto del computo metrico economico delle opere 61 

7. Allegati 62 

28 

4



1. INCARICO 





Il sottoscritto Dott. Agronomo Fiorenzo PANDINI, iscritto all’Ordine dei Dottori 

Agronomi e Dottori Forestali della provincia di Brescia al n. 170, è stato incaricato da 

Parco Agricolo Regionale del Monte Netto, con sede in 25020 – Capriano del Colle (BS), 

Via G. Mazzini 8, C.F. e P.IVA n° 03029030982, in persona di Giuseppe ZIPPONI, in qualità 

di Direttore, di redigere un progetto per il “Recupero paesaggistico dell’antico Bosco dei 

Castagnari, della Pieve religiosa di Poncarale e dei Fontanili di Flero”, così come da 

Determinazione del Direttore n. 6 del 02.04.2011. 

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2. L’ANTICO BOSCO DEI CASTAGNARI DI 

PONCARALE 

Il “Bosco dei Castagnari” si sviluppa 

lungo i Vasi Fiume e Orso in Poncarale su 

una estensione di circa 3 ettari. 

Secondo le testimonianze di molti an- 

ziani del posto, nella zona erano presenti, 

fino alla metà dello scorso secolo, molti 

castagni secolari in produzione. 

In seguito, sia per le diffuse morie cau- 

sate dal cancro corticale fungino, malattia 

endemica in Europa sul castagno, quanto 

per una forte invasione di robinia, il casta- 

gneto è andato incontro ad una lenta ma 

inesorabile scomparsa. 

Documenti storici del ‘500 citano richiami 

e riferimenti di Agostino Gallo (Le vinti 

giornate dell’agricoltura e dè piaceri della 

villa) che arrivava ad esaltare la qualità 

vegetazionale dell’area. 

Il Gallo in tale opera, nel luglio del 1553 

scrisse: “… qualche volta andiamo a goder la 

villa di Poncarale, la quale, come sapete, è 

dotata di ameno colle, di vaghe prospettive, 

di folti boschi di castagni, di copiosi vignali, di 

bei giardini, di sontuose stanze e di limpide 

acque …”. 

Oggi, a testimonianza della vocazione 

castanicola dei secoli scorsi, restano una 

dozzina di vecchi esemplari ancora vivi ma 

fortemente deperenti e cariati (Fig. 1). 

Nel bosco vi sono poche altre specie 

pregiate di valore paesaggistico: tra queste 

alcune farnie, olmi, aceri e ontani (Fig. 2). 





Fig. 1 – Reliquie di castagni storici. 

Fig. 2 – Farnia monumentale. 

6







Purtroppo la maggior parte delle specie originarie è andata persa a seguito dell’ab- 

bandono delle cure boschive e dell’aggressività delle robinie, capaci oggi di dominare 

completamente la copertura arborea tipica del bosco. 

Proprio l’eliminazione della robinia (Robinia pseudoacacia L.), specie completamente 

estranea ai valori paesaggistici dell’area, rappresenta il perno su cui costruire il recupero 

dell’antico “Bosco dei Castagnari” (Figg. 3-4). 

In virtù dei significati storici e della valenza paesaggistica, ecologica, culturale e 

sociale, l’Amministrazione del Parco del Monte Netto ha pensato di tentare un interven- 

to di riqualificazione forestale dell’antico bosco oggi ormai andato perso dopo l’aggres- 

sione della citata robinia. 

Fig. 3 – Ortofoto dell’area del Parco del Monte netto; nell’ovale di colore giallo l’area del 

“Bosco dei Castagnari”. 

7







Fig. 4 – Particolare della Fig. 3; nell’ovale giallo l’area del “Bosco dei Castagnari”. 

La posizione strategica, affacciata di primo impatto sulle vie dominanti che collegano 

Brescia alla bassa bresciana, fa sì che un’opera di questo significato vada a generare un 

grande impatto paesaggistico sul territorio. 

Anche il collegamento con la pista ciclabile che unisce Brescia a Cremona concorre ad 

accrescere il valore ambientale di un’opera di riqualificazione paesaggistica di questo 

tipo. 

Solo una gestione che considera attentamente le problematiche agronomiche e 

forestali può permettere una vera tutela dei sistemi vegetale periurbani ad alta 

vulnerabilità. 

Per contro, la conservazione cieca di alberi malati e infettivi (es: grafiosi dell’olmo, 

cancro colorato del platano, tracheomicosi dell’acero, marciume radicale della robinia, ecc.) 

o estranei all’ambiente, come sono da considerarsi per esempio le robinie e gli ailanti, 

genera forme di cattiva educazione ecologica e ambientale. 

Su questi fondamenti si è mosso il Parco del Monte Netto affrontando lo studio dei 

circa 27.000 mq del “Bosco dei Castagnari”, area privata frazionata in 15 unità di 

proprietà e sottoposta a vincoli della Legge 29 giugno 1939, n. 1497 “Protezione delle 

bellezze naturali”. 

8



Fig. 5 - Panoramica su una porzione del 

bosco invaso dalla robinia. 

Fig. 6 - Robinie infestanti. 





Fig. 7 – Porzione di bosco con robinie derivanti da ricacci e con cattiva morfologia. 

9







Sotto l’aspetto paesaggistico ed ecologico il tentativo del Parco del Monte Netto può 

essere visto come esempio di tutela e valorizzazione del paesaggio. 

Oggi la robinia rappresenta più del 90% della copertura arborea dell’area boscata 

(Figg. 5-6). 

Buona parte degli individui sono in condizioni vegetative normali, sono monocormici, 

spesso filati per alta densità del sesto; non sono comunque rari i casi di cattiva morfolo- 

gia per difetti di crescita, carie legnose estese, cedimenti radicali (Fig. 7). 

Gli individui ceduati sono una minoranza in quanto l’area non è sottoposta a governo 

ordinario del bosco e nei diversi lotti si rileva uno stato selvicolturale molto diverso. 

Pur non essendo state eseguite aree di saggio forestale di 100 m 2 , è possibile stimare 

nel “Bosco dei Castagnari” una presenza del 90% di robinia con il restante 10% equa- 

mente distribuito tra giovani aceri (Acer campestre L., A. platanoides L., A. pseudo- 

platanus L.), olmi (Ulmus spp.), relitti di castagni storici e di novellame sottomesso 

(Castanea sativa L.), querce [(Quercus robur L., Q, petraea (Matt.) Liebl.], ontani (Alnus 

spp), pioppi (Populus nigra L., P. alba L.), salici (Salix spp.). 

La densità di esemplari arborei è molto variabile nel bosco e può indicativamente 

essere stimata pari a 500 piante/Ha nelle zone meno fitte e 1.500 piante/Ha nelle zone 

più ricche. 

Fig. 8 – Ortofoto dell’area con le radure 

10







Le radure nude e aperte sono minime e limitate alle aree del Fg. 3 particella 24 e Fg. 4 

particelle 1 e 109; in queste radure (Fig. 8), ben esposte all’insolazione, troviamo qualche 

giovane castagno affrancato, ma aggredito dalla robinia e destinato a deperire. 

2.1. Il quadro fitosanitario del “Bosco dei Castagnari” 

Le robinie del “Bosco dei Castagna- 

ri” non presentano significativi proble- 

mi sanitari e, nelle zone ben assolate, 

sono in buone condizioni vegetative. 

Nei pochi olmi presenti non è stata 

rilevata presenza di cancro subcorticale 

da Ophiostoma ulmi (Schwarz.) Nan. [= 

Ceratocystis ulmi (Buism, Moreau)] f.c. 

Graphium ulmi Schwarz.), malattia 

fungina vascolare incurabile. 

I vecchi castagni deperenti (Fig. 9) e 

rivegetati dalle ceppaie o dal tronco 

mostrano i segni delle vecchie infezio- 

ni del cancro corticale da Endothia 

parasitica (Murr.) Barr. 

I pochi castagni giovani affrancati 

sono invece sani, anche se già in diffi- 

coltà per l’aggressione delle robinie. 

Nelle querce, sia nelle giovani che 

nelle mature, non si registrano infesta- 

zioni di insetti xilofagi (Cossidi, Ceram- 

bicidi, Scarabeidi, Scolitidi) e anche il mal bianco od oidio è nei valori ordinari e 

accettabili. 

Anche la tortricide defogliatrice della quercia (Tortrix viridana L.) rientra in una 

condizioni di normalità. 

Complessivamente la copertura arborea del “Bosco dei Castagnari” è in buone 

condizioni sanitarie. 

Fig. 9 - Reliquie di castagno secolare. 

11



3. LA PIEVE RELIGIOSA DI PONCARALE 





La copertura arborea del pendio della Pieve religiosa (Figg. 10-11), sottoposta a vincoli 

della Legge 1 giugno 1939, n. 1089 e della Legge 29 giugno 1939, n. 1497, è comple- 

tamente diversa da quello del “Bosco dei Castagnari” sia nella natura dei suoli sia nello 

stato del tono vegetativo. 

La robinia resta sempre dominante (Fig. 12), ma il suolo, naturale e sub-acido nel 

“Bosco dei Castagnari”, è invece in questo caso artificiale e alcalino, in quanto derivante 

da antichi riporti di sbancamenti o demolizioni. 

Sul pendio si rileva un grave ed esteso decadimento fitosanitario di natura paras- 

sitaria e fisiologica che ha generato morie diffuse tra le robinie stesse. 

L’assenza di rinnovamento e le diffuse morie generano perciò sul pendio della Pieve 

una quadro di rarefazione della vegetazione che può aprire la strada a smottamenti o 

ruscellamenti pericolosi. 

Fig. 10 – Ortofoto dell’area de Parco del Monte Netto con indicazione dell’ubicazione 

della Pieve Religiosa di Poncarale. 

12



Fig. 11 – Particolare di Fig. 9; nel cerchio di colore giallo la Pieve Religiosa. 





Fig. 12 – Quadro del robinieto deperito sul pendio della Pieve religiosa di Poncarale. 

Le analisi fitosanitarie hanno riconosciuto in alcuni funghi parassiti cariogeni la causa 

dei marciumi radicali e delle fratture dei tronchi. 

Le analisi dei terreni hanno rilevato proprietà chimiche completamente diverse da 

quelle del “Bosco dei Castagnari” e evidenziano la completa nel senso di una assoluta 

mancanza di vocazione all’impianto del castagno ai piedi della pieve. 

Il suolo calcareo a pH alcalino (derivante da vecchi riporti) non è infatti idoneo all’in- 

troduzione del castagno mentre risulta idoneo ad altre essenze ugualmente nobili e 

vocate al paesaggio (ontani, roveri, farnie, olmi, aceri, ciliegi, ecc.). 

13







Fig. 13 – Robinieto deperito sul pendio a forte pendenza della Pieve religiosa di 

Poncarale. 

Fig. 14 – Robinieto con forte presenza di Hedera spp. sul pendio della Pieve religiosa. 

14







La giacitura del pendio della Pieve è inoltre un aspetto importante nelle conside- 

razioni progettuali e vincolerà le piantagioni ad opere di consolidamento bio-ingegne- 

ristico sulle pendenze presenti. 

Un discorso a parte, estraneo alla chimica dei suoli ma comunque importante nella 

gestione idraulica e del consolidamento, è quello delle giaciture ed esposizioni. 

Il pendio della pieve ha infatti una pendenza importante nelle zone alte (40°) ed è a 

rischio di cedimento nel caso venga abbandonato a sé stesso senza la idonea copertura 

vegetale erbacea, arbustiva, arborea (Fig. 13). 

Oggi, il fronte che guarda la zona del piazzale e del mercato è in precarie condizioni a 

seguito delle diffuse morie che hanno alleggerito la densità delle radici legnose. 

La protezione dalla forza battente delle piogge è in alcune ampie aree oggi garantita 

solo dalla copertura erbacea (Hedera spp., Fig. 14). 

Non si rilevano punti deboli con segni di smottamento ma, necessariamente, queste 

aree nude andranno consolidate con arbusti e specie arboree a più alta forza fittonante 

e fascicolata delle robinie. 

Si registrano però due situazioni molto diverse rapportando le alberature ai piedi 

della pieve rispetto a quelle del Bosco dei Castagnari. 

Più precisamente, ai piedi della Pieve si rileva una situazione monospecifica dominata 

dalla robinia infestante (Robinia pseudoacacia L.) per buona parte deperita o deperente. 

3.1. Il quadro fitosanitario della Pieve religiosa di Poncarale 

Il quadro sanitario delle robinie ai piedi della pieve è pessimo in quanto almeno una 

metà degli individui è deperito per marciumi radicali fungini e l’altra metà non risulta 

comunque in accettabili condizioni vegetative. 

Gli esami condotti su alcune ceppaie di robinie deperenti, o deperite, hanno rilevato la 

presenza di due micosi radicali incurabili e a decorso cronico: Armillaria mellea (Vahl.) P. 

Kumm. e Rosellinia necatrix Berl. ex Prill. 

Contro questi marciumi fungini radicali, tipicamente aggressivi sulle piante mature o 

comunque in difficoltà energetiche, non esistono cure risananti. 

Gli esemplari deperenti andranno incontro ad un inesorabile spegnimento ovvero 

rischieranno lo sradicamento e la caduta a terra. 

15



4. I FONTANILI DI FLERO 

4.1. I fontanili oggetto di intervento 





Il comune di Flero si trova posto per intero nella fascia dei fontanili. Il ricorso da parte 

degli agricoltori a dei pozzi di irrigazione ha determinato il progressivo abbandono della 

manutenzione dei fontanili, di conseguenza alcuni di essi presentano fenomeni di 

interramento piuttosto che corredo vegetazionale trascurato o assente o abbandonato. 

Scopo del presente progetto è il recupero naturalistico di 4 fontanili collocati nel 

Comune di Flero. 

I fontanili oggetto di intervento (Fig. 15) sono: 

Fig. 15 – Localizzazione su CTR dei fontanili oggetto di intervento. 

16







il fontanile Vaso Muse ha origine al centro del paese, in corrispondenza del polo 

scolastico. La testa del fontanile non è completamente visibile in quanto in parte è 

collocata sotto un parcheggio. L’asta del fontanile prosegue attraversando il parco 

comunale sino ad arrivare alla porzione in cui ha inizio l’intervento di recupero, 

collocata sotto al campo sportivo. Da qui l’asta prosegue in direzione Sud e va ad 

immettersi nel Vaso Fiume; 

l’asta ovest del Vaso Orso è collocata a Sud del nuovo raccordo autostradale 

Ospitaletto-Montichiari, in prossimità del sottopasso di via Torricelli. Presenta 

sviluppo Ovest-Est e si immette nel vaso Orso; 

l’asta Vaso Campesana per un tratto di circa 70 m è interessato da tubi Norton 

ancora funzionanti e si trova lungo la strada carrareccia denominata Prato Stella che 

confina con il Comune di Poncarale. Il Vaso Campesana nasce a Sud della Cascina 

Gussago, si sviluppa in direzione Nord-Sud ed in corrispondenza del confine con il 

Comune di Poncarale devia in direzione Ovest dove per un breve tratto, oggetto del 

nostro intervento, si vedono ancora dei tubi Norton. Da qui l’asta piega ancora in 

direzione Sud interessando il Comune di Poncarale; 

il fontanile Vaso Fiume si sviluppa a partire dal paese in direzione Nord-Sud. La testa 

su cui si intende intervenire è collocata dietro il centro commerciale “Le Risorgive” 

ed è caratterizzata da acqua nascente, si sviluppa inizialmente in direzione Nord- 

Sud, per piegare poi in direzione ovest ed andare ad alimentare il Vaso Fiume stesso. 

4.2. Generalità sui fontanili 

Per chi è cresciuto in un paese ricco di fontanili capisce subito di cosa si parla, ma 

spesso non sono note le origini dei fontanili piuttosto che le caratteristiche ecologiche e 

vegetazionali degli stessi. Inoltre in questa società sempre più frenetica il contatto con la 

natura comincia a mancare per cui spesso gli stessi cittadini non sanno di possedere un 

così importante patrimonio naturalistico. Scopo di questo capitolo è, quindi, quello di 

dare una breve descrizione sull’origine e funzionalità dei fontanili. 

4.2.1. Definizione di fontanile 

Il fontanile è un ambiente seminaturale creato dall’ingegno dell’uomo laddove l’acqua 

riemergeva dal suolo in modo del tutto naturale. È costituito da due parti essenziali: la 

17







testa, largo scavo principale (2-8 m) di forma varia e l’asta tratto di raccordo che convo- 

glia l'acqua nel “canale si scolo”, che la porterà mediante vari canali di irrigazione alle 

zone di utilizzo. 

La testa può assumere svariate forme, tuttavia le tipologie più diffuse riscontrabili sul 

territorio lombardo sono essenzialmente cinque: quella naturaliforme, quella allungata 

che è più diffusa, quella a T, quella quadrata ed infine quella a goccia. 

Un altro elemento caratterizzante il fontanile è l’argine, esso può variare in termini di 

pendenza e granulometria e dalla presenza o assenza di una struttura artificiale atta a 

garantirne la stabilità; inoltre gli argini possono essere più o meno colonizzati dalla 

vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea. 

Data la sua peculiarità di ambiente seminaturale la condizione fondamentale affinché 

mantenga nel tempo le sue caratteristiche, sia dal punto di vista naturalistico che da 

quello del suo utilizzo, è che sia costantemente gestito, ovvero mantenuto in uno stadio 

evolutivo precoce. In caso di abbandono scomparirebbe gradualmente per il progressivo 

accumulo di detrito e fango sul fondo. 

Asta 

Testa 

Fig. 16 - Sezione e pianta di un fontanile 

lombardo modificato dall’intervento 

umano (Fonte: Quaderno Habitat 

“Risorgive e Fontanili”) 

4.2.2. Origine del fontanile 

In una prima fase tra l’XI ed il XII Sec. i 

fontanili nacquero in seguito all’esigenza 

di bonificare i terreni inondati dalle acque 

naturalmente; successivamente dalla me- 

tà del XVI Sec. le acque così raccolte 

furono utilizzate per irrigare le coltiva- 

zioni in estate e, nei periodi freddi, 

attraverso l’irrigazione jemale le marcite. 

Si cominciò col porre sul fondo ghia- 

ioso dei tini in rovere senza fondo, alti 2-3 

m dai quali sgorgava l’acqua dalle “pol- 

le”. Successivamente si passò all’utilizzo 

di tubi in cemento sino ad arrivare ai tubi 

in ferro di 10-20 cm di diametro ed ad una 

lunghezza fino a 12 m, detti “tubi 

Norton” (Fig. 16). 

18



Fig. 17 – Localizzazione geografica della fascia dei fontanili. 





Geograficamente la fascia dei fontanili coincide con quella delle risorgive e si trova in 

una zona abbastanza omogenea della pianura padana situata a destra e a sinistra del 

fiume Po; la parte più settentrionale, più ricca di fontanili, coincide con il limite tra l’alta e 

la bassa pianura (Fig. 17). 

Nell’alta pianura vi sono terreni sabbioso-ghiaiosi permeabili, mentre nella bassa 

pianura vi sono terreni limosi-argillosi che riducono drasticamente la permeabilità delle 

acque verso le falde acquifere facilitando la loro ritenzione negli strati superficiali sino a 

determinare il fenomeno della risalita dell’acqua in superficie. 

4.2.3. Caratteristiche fisiche del fontanile 

L’acqua dei fontanili presenta la caratteristica di possedere durante le diverse stagioni 

dell’anno una temperatura costante con valori pari a 11 ± 2 ºC e di conseguenza non 

ghiacciano nei mesi invernali. 

Le temperature massime si hanno in tardo autunno, le minime in tarda primavera. 

Tale peculiarità è stata sfruttata in passato per l’irrigazione delle marcite, pratica che 

consentiva di ottenere uno sfalcio di erba fresca fin dal mese di marzo, con un anticipo di 

due mesi rispetto ad un prato stabile. 

Oggigiorno le marcite sono quasi del tutto scomparse ciò sia per gli elevati costi di 

manutenzione per la sistemazione del terreno, che deve essere ogni anno controllata a 

mano, sia per la spinta economica che ha favorito il diffondersi della monocoltura 

(soprattutto mais) e per la variazione della dieta zootecnica dei bovini. 

La presenza dei fontanili, quindi, trova ragione di essere per l’irrigazione estiva oltre 

che per la valenza storico-naturalistica che li caratterizza. 

19



4.2.4. Dinamica vegetazionale del fontanile 





Il contorno dei fontanili è caratterizzato dall’accumulo del materiale di scavo ricavato 

in fase di realizzazione degli stessi; in tali aree si insediano tutte quelle specie, animali e 

vegetali, che un tempo popolavano le zone umide. 

Trattandosi di un sistema seminaturale legato all’attività dell’uomo, dal punto di vista 

ecologico il fontanile accoglie diverse comunità biotiche che, se lasciate stare, si evolve- 

rebbero verso uno stadio di equilibrio. 

Per esempio, nel caso di abbandono, la vegetazione può svilupparsi fino ad una 

situazione di “climax” di ricopertura dell’alveo con invasione da parte di macrofite 

emerse igrofile (Typha spp. e Phragmites comunis Trin.). 

In caso di mancanza di asportazione della vegetazione e dei residui di questa 

nell’alveo (fanghi che si accumulano sul fondo), pratica comunemente attuata e definita 

“spurgo”, si può arrivare ad un completo interramento della struttura. 

Le tipologie vegetazionali riscontrabili nei fontanili sono le seguenti: 

dopo lo spurgo il fondo del fontanile è caratterizzato dalla presenza di ghiaia e/o 

sabbia, la specie colonizzatrice di questo stadio primitivo è Apium (= Heloscia- 

dum) nodiflorum (L.) Lag. detto sedano d’acqua, cui si può accompagnare 

Nasturtium officinale L. (crescione) laddove la corrente d’acqua è debole; 

in seguito all’accumulo di biomassa compaiono stazioni sempre più ampie di 

Lemna trisulca L. e Callitriche stagnalis Scop., accompagnate da specie secondarie 

la cui concentrazione e composizione varia a seconda della velocità dell’acqua, 

del grado di illuminazione e dello spessore del fango accumulatosi sul fondo 

(Corbetta 1969, Albergoni et al. 1977). Questa associazione è identificabile con 

l’Helosciadetum; 

il progressivo accumulo di fango determina la comparsa di specie come 

Miriophyllum spicatum L. e/o Ceratophyllum demersum L. e la scomparsa 

dell’Apium nodiflorum (L.) Lag. e pertanto è stato proposto il passaggio da 

Helosciadetum a Myriophyllo-Nupharetum; 

nell’asta dove la corrente è più veloce ed i depositi più lenti perdura più a lungo 

l’Helosciadetum arricchito di specie più resistenti alla corrente come Elodea 

canadensis Michx., Vallisneria spiralis L., ecc.; 

successivamente a questo stadio l’ulteriore ispessimento di fango sul fondo 

consente l’insediamento del canneto con Thypha latifolia L. e/o Phragmites 

communis Trin.; questo stadio è ascrivibile allo Scirpo-Phragmitetum; 

20







a seguito di un abbandono si può assistere ad un progressivo interramento del 

fontanile con insediamento di specie erbacee, arbustive sino a quelle arboree 

con Populus alba L., Alnus glutinosa (L.) Gaertn. e talvolta Quercus robur L. e 

Fraxinus excelsior L. 

4.2.5. La fauna dei fontanili 

Così come la vegetazione erbacea ed arborea può variare, a seconda dello stadio di 

interramento o di degrado del fontanile, anche la componente faunistica può subire 

cambiamenti. 

Numerose sono le associazioni di microrganismi che si possono individuare più o 

meno facilmente e la loro presenza è direttamente collegata alla presenza di fonti di 

nutrimento (sali minerali e luce per gli autotrofi, in genere batteri per gli eterotrofi) ed 

alla concentrazione di ossigeno. 

Nei fontanili caratterizzati da ottime condizioni di manutenzione si creano delle 

condizioni stazionali (acqua limpida ed una temperatura costante tra i 12-18 ºC e buona 

concentrazione di ossigeno) tali da garantire la presenza di specie particolarmente 

sensibili e pertanto indicatrici di buona qualità dell’acqua. 

Con il progressivo interramento del fontanile si ha un calo della percentuale di 

ossigeno con conseguente aumento delle sostanze azotate, di ammoniaca ed idrogeno 

solforato; in tali condizioni solo le specie più rustiche sono in grado di resistere a scapito 

di quelle più sensibili e la situazione si deteriora ulteriormente laddove nelle teste si 

immettono gli scarichi fognari o industriali. 

Tra gli invertebrati meritano di essere menzionati i crostacei anfipodi, che vivono in 

acque sotterranee ed in ambiti interstiziali. 

Altri taxa sistematici più rappresentati nell’ambiente del fontanile sono gli oligocheti, 

gli irudinei, i molluschi, i crostacei e vari insetti, fra i quali: gli efemerotteri, i ditteri, i 

tricotteri, gli emitteri, ed i coleotteri. 

Tra i vertebrati le specie più significative sono: 

1. pesci: tra questi si ricordano la trota, la sanguinerola, il vairone e la lampreda padana 

e gli anfibi; 

2. rettili: vi sono diversi colubri, ma merita senz’altro di essere menzionato l’effetto 

dannoso arrecato dall’introduzione della tartaruga americana (Trachemys scripta 

elegans Wied.) che ha contribuito nel determinare la scomparsa della tartaruga 

palustre autoctona (Emys orbicularis L.); 

21







3. uccelli: sono presenti le specie che si adattano ad ambienti acquatici e a quello delle 

siepi e delle boscaglie: si citano come esempio il martin pescatore (Alcedo atthis L.), 

la gallinella d’acqua (Gallinula chloropus L.), l’usignolo di fiume (Cettia cetti Tem- 

minck), il germano reale (Anas platyrhynchos L.), mentre nei boschetti si possono 

trovare l’usignolo (Luscinia megarhynchos Brehm), il luì piccolo (Phylloscopus colly- 

bita Vieillot), il lucherino (Carduelis spinus L.), il fringuello (Fringilla coelebs L.), ecc.; 

4. mammiferi: per quel che riguarda la mammalofauna tra le specie più comuni vi sono 

il topolino delle risaie (Micromys minutus Pallas), l’arvicola terrestre (Arvicola terre- 

stris L.), la lepre comune (Lepus capensis L.), la faina (Martes foina Erxleben), volpe 

(Vulpes vulpes L.). Un mammifero alloctono di recente introduzione, che sta arre- 

cando numerosi danni di carattere gestionale, è la nutria (Myocastor coypus Molina), 

grosso roditore sudamericano che danneggia le colture e le arginature dei canali. 

4.2.6. Importanza dei fontanili 

Il fontanile come elemento della rete ecologica – L’attuale normativa sulla pianifi- 

cazione comunale prevede l’attuazione anche della Rete Ecologica Comunale. In questo 

contesto il fontanile, in quanto elemento seminaturale del paesaggio caratterizzato da 

un buon corredo vegetale e faunistico, può rappresentare sia un ganglio funzionale, ossia 

una piccola area di collegamento (testa) ove è possibile avere la ricostituzione di “stock 

biologici” da parte delle specie in migrazione, sia un corridoio ecologico (asta), ovvero un 

elemento naturale lineariforme attraverso il quale sono possibili gli spostamenti delle 

specie. Assume pertanto un importante ruolo nella realizzazione di una rete ecologica 

volta a preservare il livello di biodiversità delle specie, garantendo la possibilità a queste 

ultime di reagire in maniera positiva ai cambiamenti dell’ambiente. 

Valenza ricreativa – didattica – testimoniale del fontanile – Il recupero dei fontanili 

assume quindi un’importanza testimoniale di quella che era e, marginalmente, è ancora 

la tradizione agricola locale. Il fontanile potrebbe essere collocato all’interno di un 

progetto di educazione ambientale attraverso la creazione di aree ricreative munite di 

adeguati cartelli esplicativi ove si evidenzi la loro origine ed il loro ruolo polifunzionale 

dall’ausilio agricolo sino ad arrivare alla conservazione della biodiversità. L’esperienza 

diretta al fontanile, inoltre, può contribuire allo sviluppo di un sentimento di rispetto 

verso l’ambiente che ci circonda e di cui facciamo parte, elemento base di qualsiasi 

attività di educazione ambientale. 

22







Impiego agronomico – L’utilizzo dei fontanili come fonte di irrigazione per le marcite è 

ormai desueto, in ragione del fatto che la coltura delle marcite non rappresenta più una 

fonte di reddito. In agricoltura i fontanili trovano ancora impiego per la pratica dell’irri- 

gazione estiva e ciò ha rappresentato per anni l’elemento stesso di sussistenza dei 

fontanili, ma la mancanza di manodopera associata ad una sempre maggiore automa- 

zione e l’impiego dei pozzi di irrigazione ha reso sempre più marginale l’attività di 

manutenzione e preservazione dei fontanili. Il particolare periodo storico in cui ci 

troviamo, con progressivo aumento dei costi in generale, non ultimo quello dell’energia 

elettrica, sta determinando però un’inversione di tendenza che sta conducendo nuova- 

mente alla realizzazione di interventi di conservazione e riqualificazione dei fontanili 

esistenti, per mantenerne e potenziare la funzione agronomico-irrigua. 

4.2.7. Caratterizzazione dei fontanili di Flero 

Nel mese di gennaio del corrente anno sono eseguiti una serie di sopralluoghi per la 

determinazione dello stadio evolutivo in atto e, conseguentemente, la tipologia di 

interventi da attuare nelle diverse porzioni di fontanili indagate. 

Gli elementi rilevati sono stati: 

le condizioni del fondo e la presenza o meno di specie acquatiche e determinazione 

delle stesse; 

la presenza o meno di tubi Norton e la loro funzionalità; 

la presenza o meno di vegetazione sulle sponde e il tipo di gestione in corso; 

le condizioni delle sponde; 

l’analisi della qualità delle acque attraverso la valutazione con metodo I.B.E. 

Si precisa che la valutazione delle acque con metodo I.B.E. è stata fatta esclusiva- 

mente sull’asta del Vaso Muse in quanto le caratteristiche della corrente e del fondo 

meglio si prestavano all’esecuzione dell’analisi stessa. 

4.3. Vaso Muse - asta sotto campo sportivo 

Il Fontanile Vaso Muse nasce al centro del paese, in corrispondenza del polo scolasti- 

co; da qui si sviluppa attraversa il parco pubblico sino ad arrivare al punto di intervento, 

collocato sotto il campo sportivo (Fig. 18); l’area in cui si intende intervenire è di facile 

accesso e si ha un’ottima visibilità (Fig. 19). 

23



Fig. 18 – Localizzazione su CTR del Vaso Museasta 

sotto campo sportivo. 





Il fondo dell’asta per lo più 

ghiaioso si presenta in buone con- 

dizioni: infatti è possibile cammi- 

nare su di esso senza alcun pro- 

blema di sprofondamento. Questo 

è dovuto sia alla corrente dell’ac- 

qua, che rallenta l’interramento del 

sedime dell’alveo, sia alle manuten- 

zioni periodiche attuate dal pro- 

prietario del terreno confinante. 

L’asta si caratterizza per la 

presenza di 5 tubi Norton funzio- 

nanti; nel sopralluogo eseguito in 

data 5 gennaio 2012 è stata rilevata 

la presenza di un vecchio tubo sulla 

sponda destra orografica e se ne 

prevede il suo ripristino (Fig. 20). 

Il primo tratto di intervento (tra 

il ponticello e la chiusa) presenta la 

sponda sinistra idrografica priva di 

vegetazione, inoltre lungo quasi 

tutto il tratto è stato gettato del materiale lapideo rappresentato da relitti di muratura, 

di cui si prevede la bonifica (Fig. 21). 

La destra idrografica è meglio conservata, ma anch’essa è quasi totalmente priva di 

vegetazione (Fig. 22). 

Il resto dell’asta, dalla chiusa a Sud, presenta su entrambe le sponde un buon corredo 

vegetazionale costituito prevalentemente da platano, sambuco e robinia.; si tratta di un 

corredo vegetazionale ben tenuto, sottoposto a periodiche potature da parte dei 

frontisti. 

La criticità è rappresentata dal fatto che in alcuni punti tra una pianta e l’altra si sta 

sviluppando una vegetazione arbustiva costituita prevalentemente da rovi di cui si 

prevede una pulizia (Fig. 23). 

Per quanto riguarda le piante acquatiche è stata individuata, oltre all’erba gamberaia 

(Callitriche spp.), una pianta ossigenante che sottrae l'anidride carbonica e sali minerali 

contribuendo a rendere l'acqua limpida (Fig. 24), anche l’elodea (Elodea canadensis 

Michx.), pianta sommersa originaria del Canada, rustica, con foglie oblunghe verde 

24







scuro, riunite in verticilli, che si ancora al fondale grazie al margine seghettato delle 

foglie stesse, e presenta piccoli fiori color lavanda o rosa-porpora (Fig. 25). 

Fig. 19 - Vaso Muse tratto iniziale d’intervento collocato sotto il campo 

sportivo. 

Fig. 20 - Tubo Norton dismesso ed abbandonato lungo la sponda dell’asta. 

25







Fig. 21 - Sponda sinistra orografica tra il ponte e la chiusa interessata dal versamento 

di materiale lapideo. 

Fig. 22 - Sponda destra orografica tra il ponte e la chiusa, quasi completa - 

mente priva di vegetazione. 

26







Fig. 23 - Sponde caratterizzate e corredo vegetazionale costituito prevalentemente 

da platano. 

Fig. 24 - Erba gamberaia (Callitriche spp.) 

27



Fig. 25 - Elodea (Elodea canadensis). 





4.3.1. Valutazione della qualità delle acque del fontanile Vaso Muse con 

metodo I.B.E. 

Come detto solo per questo fontanile si è analizzata la qualità dell’acqua attraverso la 

valutazione con il metodo IBE. 

I.B.E. è l’acronimo di Indice Biotico Esteso, traduzione dell’inglese E.B.I. (Extended 

Biotic Index), termine utilizzato in alternativa a quello italiano. 

Lo scopo dell’indice è quello di “[...] formulare diagnosi della qualità di ambienti di 

acque correnti sulla base delle modificazioni nella composizione delle comunità di 

macroinvertebrati, indotte da fattori di inquinamento delle acque e dei sedimenti o da 

significative alterazioni fisiche dell’alveo bagnato.” (Ghetti, 1997). 

Le specie indicatrici sono quelle dei macroinvertebrati appartenenti al cosiddetto 

Macrobenthos, cioè insetti (spesso allo stato di larva), molluschi, anellidi che vivono in 

acqua, a contatto con il fondo e che, pur essendo piccoli, sono definiti “macro” perché 

visibili ad occhio nudo. 

Il loro ciclo vitale è sufficientemente lungo da vederli presenti tutto l’anno e da poter 

dunque permettere di considerare significativo il legame fra la loro eventuale scomparsa 

e la presenza di condizioni di stress ambientale. 

Sono poi facilmente individuabili, resistenti alla corrente e facili da catturare con 

retini; inoltre, i diversi gruppi tassonomici dimostrano gradi di sensibilità allo stress 

28







differenti, passando, ad esempio, dai Plecotteri, molto sensibili, ad Oligocheti e Chirono- 

midi, viceversa molto tolleranti, attraverso tutta una serie di classi intermedie di 

tolleranza allo stress ambientale, costituite da Efemerotteri, Tricotteri, Gammaridi, e 

Anellidi, in ordine di resistenza crescente. 

L’I.B.E. si basa dunque sull’analisi della composizione della comunità macrobentonica 

e sulla rilevazione della sua “diversità” in senso ecologico, cioè sulla valutazione della 

diversificazione della struttura dell’ecosistema locale che, come è noto, risulta tanto 

maggiore vedendo la presenza di un alto numero di specie diverse, anche se rappre- 

sentate da pochi individui quanto più l’ecosistema stesso è equilibrato e stabile, e quindi 

“sano”. 

4.3.2. Metodo di campionamento 

La metodologia di lavoro utilizzata è quella classica elaborata dal prof. P.F. Ghetti e 

pubblicato nella revisione più aggiornata dalla Provincia Autonoma di Trento 

(Ghetti,1997). 

Per l’applicazione dell’I.B.E. sono state seguite le procedure convenzionali che si 

possono sintetizzare in uno studio preliminare del corso d’acqua con successivo campio- 

namento, arricchito da una prima definizione del valore dell’indice biologico su campo. In 

seguito tale indice è stato perfezionato e controllato in laboratorio per la determina- 

zione conclusiva della qualità biologica dell’acqua. 

Gli strumenti e i materiali necessari per il campionamento sono stati: 

1. retino immanicato per macroinvertebrati; 

2. secchi; 

3. vasche a fondo piano bianche; 

4. nastro metrico; 

5. pinzette; 

6. provette Falcon con tappi per campioni; 

7. etichette e pennarelli; 

8. lenti d’ingrandimento 10x; 

9. cassetta di pronto soccorso, sapone liquido, stracci e asciugamani; 

10. stivali; 

11. colini o setacci con maglie da 1-2 mm; 

12. scheda di rilevazione dei dati e occorrente per scrivere e classificare. 

29



Fig. 26 - Esempio di Retino per macroinvertebrati. 





Il campionamento dei macroinvertebrati bentonici è stato effettuato con l’apposito 

retino di raccolta immanicato, con maglie di 0,5 mm, dopo 20 m dalla chiusa (Fig. 26). 

Nell’alveo si è proceduto lungo un transetto ideale in senso obliquo nella direzione 

della corrente, per una superficie standard di 250 m 2 , per un tempo di cattura di 10' per 

ogni punto, tempo oltre il quale il numero di unità sistematiche non aumenta più signifi- 

cativamente (Francalanci, 1985). 

I campioni macrobentonici raccolti sono stati in gran parte analizzati in loco, con 

l’utilizzo di strumenti ottici appropriati e quindi restituiti al sito di prelievo dopo averli 

conteggiati. 

Solo alcuni campioni hanno richiesto di essere analizzati in laboratorio con osserva- 

zioni stereomicroscopiche grazie alla consultazione del “Manuale per il riconoscimento 

dei Macroinvertebrati delle acque dolci italiane” redatto dalla Provincia Autonoma di 

Trento, il quale è organizzato in chiavi dicotomiche sempre più dettagliate. 

30

ORDINI 



Limiti per la definizione di 

"UNITA' SISTEMATICA” 

Plecotteri Genere 

Tricotteri Famiglia 

Efemerotteri Genere 

Odonati Genere 

Coleotteri Famiglia 

Molluschi Genere 

Crostacei Famiglia 

Megalotteri Genere 

Emitteri Genere 

Ditteri Famiglia 

Tricladi Genere 

Irudinei Genere 

Oligocheti Famiglia 

Tabella 1 - Tabella standard per la definizione 

sistematica necessaria per l’individuazione 

delle unità sistematiche. 

N. unità 

sistematiche 

2 Tricotteri 

2 Efemerotteri 

1 Coleotteri 

3 Ditteri 

Unità sistematica 

3 Crostacei (Asellidi, Gammaridi, 

Ostracode) 

3 Molluschi 

1 Tricladi 

1 Tubifex (verme cilindrico rosso) 

3 Irudinei (sanguisughe) 

1 Oligochete (lombrico d’acqua) 

Tabella 2 - Unità sistematiche riconosciute. 





Il numero di unità sistematiche 

rilevato, in seguito al definitivo rico- 

noscimento di laboratorio, è stato 

calcolato tenendo in considerazione 

il dettaglio previsto dalla metodica 

per ognuno dei gruppi sistematici, 

riportato nella Tabella 1. 

Il riconoscimento delle unità 

sistematiche ha portato all’esito 

della Tabella 2. 

Una volta individuato il numero 

definitivo di unità sistematiche si è 

potuto procedere all’utilizzo della 

Tabella di riferimento per il calcolo 

del valore I.B.E. (Tab. 3), in cui viene 

riportato in ordinata l’elenco dei 

possibili gruppi di macroinvertebrati 

presenti in un corso d’acqua, secon- 

do una sensibilità all’inquinamento 

via via minore dall’alto verso il basso, 

mentre in ascissa vengono presenta- 

ti dei range numerici, che si riferi- 

scono al numero complessivo di uni- 

tà sistematiche riscontrate in un 

prelievo. 

Infine, una volta individuato il 

valore I.B.E. riferibile al campione 

studiato, utilizzando la successiva 

Tabella 4, è stato possibile far corri- 

spondere al valore IBE ottenuto la 

classe di qualità II corrispondente ad 

acque poco inquinate: ambiente con 

moderati sintomi di inquinamento o 

di alterazione. 

31







Tabella 3 - Determinazione valore IBE, in rosso il valore esemplificativo ottenibile 

in una Stazione con 20 unità sistematiche catturate e due famiglie di Tricotteri 

presenti e due famiglie di Efemerotteri in assenza di Plecotteri. 

Tabella 4 - Conversione dei valori IBE in classi di qualità con relativo 

giudizio e colore. 

32



4.4. Asta ovest Vaso Orso 

Fig. 27 - Localizzazione su CTR dell’asta Ovest del Vaso 

Orso. 





L’asta su cui si intende 

intervenire presenta una lun- 

ghezza di 132 m, ha inizio con 

l’intersezione della viabilità 

che parte dal sottopasso di 

via Torricelli e termina in cor- 

rispondenza dell’immissione 

con il Vaso Orso di direzione 

Nord-Sud (Figg. 27-28). 

Immediatamente ad Est 

dall’immissione con il Vaso 

Orso si trova un bacino arti- 

ficiale (sguass) mantenuto per 

la caccia da capanno agli uc- 

celli acquatici, caratterizzato 

dalla presenza di un esteso 

canneto a Phragmites austra- 

lis Trin. 

Le condizioni del fondo 

dell’asta su cui si intende in- 

tervenire sono nel complesso 

buone. 

Anche il primo tratto in 

prossimità dell’intersezione 

con la viabilità del sottopasso (circa 57 metri), pur essendo privo di tubi Norton e 

possedendo quindi una portata idrica inferiore, presenta un fondo ancora ghiaioso e 

calpestabile (Fig. 29). 

Il resto dell’asta è interessato da una serie di 19 tubi Norton posti a distanza, l’uno 

dall’altro, di circa 3 metri, caratterizzati da una enorme gittata idrica che preservano, 

quindi, le condizioni di un buon fondo. 

Di questi 19 tubi Norton ve ne sono 3 non funzionanti (partendo con la conta 

dall’intersezione con il vaso Orso si tratta del sesto, settimo ed ottavo, Fig. 30), mentre 

ve ne è un altro, il quinto, che comincia a manifestare segni di intasamento in quanto 

presenta una gittata idrica inferiore agli altri; per questi quattro tubi è previsto lo spurgo. 

33







Fig. 28 - Asta Ovest Vaso Orso, si vede il punto di partenza dell’intervento in 

corrispondenza dell’intersezione con la viabilità del sottopasso di Via Torricella. 

Fig. 29 - Dettaglio del fondo nel primo tratto in prossimità dell’intersezione con la 

viabilità del sottopasso. 

34



Fig. 30 - in rosso i 3 tubi Norton completamente otturati da spurgare. 





Fig. 31 - Sponde dell’asta prive di vegetazione. Si evidenzia come la sponda destra 

idrografica sia mantenuta in ordine dal conduttore del campo confinante, mentre la 

sinistra, confinando con un incolto, è abbandonata. 

Entrambe le sponde dell’asta sono prive di vegetazione, la sponda destra idrografica 

è più ripida e confina con un campo agricolo coltivato, mentre la sinistra orografica 

confina con un incolto (Fig. 31). 

35







Quest’ultima sponda sarà interessata da una piantumazione arborea con specie 

autoctone, mentre per la sponda destra, ove è evidente l’interesse del conduttore del 

terreno agricolo a mantenere uno strato erbaceo e viste inoltre le premesse, non è 

prevista alcuna ricostituzione vegetazionale. 

Per quanto riguarda le piante acquatiche, anche in questo caso sono state individuate 

l’erba gamberaia (Callitriche spp.) ed elodea (Elodea canadensis Michx.). 

4.5. Asta Vaso Campesana lungo la strada Prato Stella 

Fig. 32 – Localizzazione su CTR dell’Asta Vaso 

Campesana. 

posta ad Est, ad 1 m nella zona Ovest. 

La strada carrareccia di Prato 

Stella si trova al confine tra 

Flero e Poncarale e presenta la 

peculiarità di essere particolar- 

mente fruita dalla popolazione 

locale. 

Dopo circa 100 metri dall’in- 

nesto della strada con l’abitato 

e lungo il canale posto a Nord 

della stessa si trovano, per circa 

65 m, una serie di tubi Norton 

che contribuiscono ad abbellire 

tale zona. 

L’intervento parte dalla zona 

interessata dai tubi e si sviluppa 

verso Ovest per un tratto com- 

plessivo di 96,50 m (Figg. 32- 

33). 

L’asta del Vaso Campesana in 

questo tratto presenta un alveo 

particolarmente ristretto pas- 

sando da 1,40 m, nella porzione 

Il fondo presenta fenomeni di interramento particolarmente evidenti nella porzione 

Ovest, si interverrà quindi su tutto il tratto con l’asportazione del materiale fangoso. 

36







Fig. 33 - Asta fontanile posto a nord della strada carrareccia di Prato Stella. Si vede il 

sedime dell’alveo stretto e la presenza di tubo otturati (cerchietto rosso). 

Fig. 34 - Tubo Norton completamente 

otturato (cerchietto rosso). 

Fig. 35 - Tubo Norton parzialmente 

otturato (cerchietto rosso). 

37



Fig. 36 - Interventi di potatura a carico della vegetazione. 





Fig. 37 - Scivolo di nutria lungo la sponda Nord dell’asta al confine con il campo 

coltivato. 

38







Alcuni tubi Norton sono otturati (ne sono stati contati 5, Figg. 34 e 35) e la situazione 

più critica si riscontra nella zona Ovest dell’intervento che presenta un minor apporto 

idrico; lo spurgo dei tubi in questo tratto potrebbe influire positivamente rallentando 

l’interramento dell’asta. 

Il corredo vegetazionale cambia a seconda della sponda: infatti la porzione a confine 

con i campi coltivati presenta, al limite Est dell’intervento, un tratto di circa 34 m 

interessato da un buon corredo vegetazionale rappresentato da ceppaie di platano, ma 

da questo punto in poi la copertura arborea scompare quasi totalmente, e si hanno 

sporadici esemplari di noce e ceppaie di platano. 

La sponda che confina con la strada, invece, presenta una copertura arborea ben 

distribuita e rappresentata principalmente da platano (Platanus spp.), salice (Salix spp.), 

nocciolo (Corylus avellana L.) ed in minor misura da olmo campestre (Ulmus minor Mill.), 

sambuco (Sambucus nigra L.) ed acero campestre (Acer campestre L.). 

In prossimità dell’innesto con il canale, che si sviluppa in direzione Nord-Sud nel 

comune di Poncarale, la vegetazione arborea, costituita per lo più da salice, è stata 

tagliata mediante interventi di capitozzatura (Fig. 36). 

La sponda verso strada è più bassa e la presenza della componente vegetazionale 

contribuisce ad arrestarne il degrado, mentre la sponda Nord, che confina con il campo 

coltivato, è più alta e ripida. 

In sede di sopralluogo si sono individuate tracce della presenza della nutria (Myo- 

castor coypus Molina) con possibili danni alle sponde (Fig. 37). 

4.6. Altra testa Vaso Fiume 

L’area in esame si trova dietro il Centro Commerciale di recente realizzazione 

denominato “Le Risorgive” ed in adiacenza ad un recente intervento di potenziamento 

della rete ecologica mediante rimboschimento, attuato a compensazione ambientale a 

corredo della nuova infrastruttura stradale denominata “Raccordo autostradale 

Ospitaletto-Montichiari” (Fig. 38). 

Si tratta di una testa di fontanile caratterizzata dalla presenza di acqua nascente: non 

vi sono infatti infissi tubi Norton. 

Dalla testa parte un’asta, di circa 50 metri, in direzione Nord-Sud per poi piegare 

verso Ovest ed immettersi, dopo 35 m, nel Vaso Fiume. 

L’area presenta una folta vegetazione arborea ed arbustiva lasciata alla libera evo- 

luzione, rappresentata principalmente da esemplari di platano (Platanus spp.), ontano 

39



Fig. 38 – Localizzazione su CTR dell’Asta Vaso 

Campesana. 





nero [Alnus glutinosa (L.) 

Gaertn.], olmo campestre (Ulmus 

minor Mill.), robinia (Robinia 

pseudoacacia L.), pioppo (Populus 

spp.), mentre nello strato arbu- 

stivo vi è il rovo (Rubus ulmifolius 

Schott.) e la sanguinella (Cornus 

sanguinea L.). 

La zona di testa ha una lar- 

ghezza media di 6 m (Fig. 39), 

mentre l’asta è larga circa 3 metri 

ed anch’essa è contornata da una 

fitta vegetazione arborea ed 

arbustiva (Fig. 40). 

La vegetazione è talmente 

fitta che in alcuni tratti a seguito 

di autopotature le ramaglie vanno 

ad invadere la sede dell’alveo 

stesso (Fig. 20). 

gamberaia (Callitriche spp.) ed elodea (Elodea canadensis Michx.). 

Il fondo è sabbioso e si è 

individuata la presenza di erba 

Considerate le peculiarità del luogo si è deciso di intervenire solo a carico della 

vegetazione spondale mediante un diradamento delle piante, ciò al fine di rendere l’area 

maggiormente fruibile ed allo stesso tempo, di rallentare il naturale fenomeno di interra- 

mento a cui andrebbe incontro se abbandonata a se stessa. 

Nel rimboschimento immediatamente ad Ovest del fontanile si è riscontrata la 

presenza dell’infestante denominata zucchino selvatico (Sicyos angulatus L.) specie 

annuale epifita lianosa appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae. 

Il portamento lianoso e volubile permette a questa specie di svilupparsi al di sopra 

della vegetazione già presente ricoprendola con il suo copioso apparato fogliare. 

La conseguente riduzione dell'infiltrazione luminosa agli strati sottostanti determina 

stroncamenti nelle specie arboree. 

L'infestazione viene contenuta tramite le lavorazioni del suolo e tecniche di diserbo 

negli ambienti agricoli, ma risulta di difficile controllo negli ambienti naturali e negli 

impianti di rinaturalizzazione dove l'intervento con mezzi meccanici e/o chimici non è 

sostenibile. 

40







Fig. 39 - Testa del fontanile caratterizzata da fitta vegetazione arborea ed arbustiva. 

Fig. 40 - Testa del fontanile caratterizzata dalla presenza di acqua affiorante naturalmente. 

41







Fig. 41 - Testa del fontanile contornata da una fitta vegetazione arborea ed arbustiva. 

Fig. 42 - In questo tratto si vede come la fitta vegetazione sta invadendo anche la 

sede dell’alveo. 

42



5. IL PROGETTO 

5.1 Generalità 





Il progetto di riqualificazione, così come approvato dalla Regione Lombardia, risulta 

costituito da tre parti distinte, e precisamente: 

il Bosco dei Castagnari; 

la Pieve religiosa di Poncarale; 

i Fontanili di Flero. 

Le prime due aree oggetto dell’intervento presentano esigenze e vocazioni completa- 

mente diverse, in quanto il pendio della Pieve necessita di opere di consolidamento e di 

“miglioramento paesaggistico”, mentre il Bosco dei Castagnari necessita di operazioni di 

bonifica dalle specie infestanti per poi intervenire con le nuove piantagioni autoctone e 

naturalizzate di pregio. 

Il Bosco dei Castagnari rientra negli ambiti della Legge 1497/39, mentre la Pieve 

religiosa è sottoposta anche ai vincoli della Legge 1089/39. 

Per quanto concerne, invece, i Fontanili di Flero il progetto prevede prevalentemente 

un loro ripristino e una riqualificazione dell’area in senso naturalistico. 

Con D.d.u.o. 22 dicembre 2010 n. 13487 la Regione Lombardia approvava la 

graduatoria dei progetti presentati a seguito della pubblicazione del bando pluriennale 

per la concessione di contributi i n conto capitale per la realizzazione di interventi di 

tutela, promozione, riqualificazione e sicurezza ambientale e per la realizzazione di 

sistemi di produzione di energia da fonti rinnovabili nei parchi regionali e nelle riserve e 

monumenti naturali ai sensi della l.r. 86/83. 

Tra i progetti ammessi in graduatoria ed indicati nell’Allegato 1 alla D.d.u.o., al n. 49 

dell’elenco, vi era quello presentato dal Parco del Monte Netto che prevedeva un 

finanziamento pari ad € 229.000,00. 

Nella relazione allegata al progetto preliminare veniva prevista una spesa pari a: 

Antico Bosco dei Castagnari: € 70.356,00 

Pieve religiosa di Poncarale: € 32.969,00 

Fontanili di Flero (n. 3 interventi): € 52.500,00 

somme a disposizione: € 72.146,00 

Importo complessivo finanziamento richiesto: € 229.000,00 

43







Durante la fase di elaborazione del progetto definitivo-esecutivo l’intervento relativo 

alla Pieve religiosa di Poncarale rimaneva inalterato, mentre quelli inerenti il Bosco dei 

Castagnari e i Fontanili di Flero subivano modifiche abbastanza sostanziali come meglio 

specificato di seguito. 

Nel caso del Bosco dei Castagnari, alcuni proprietari non hanno aderito al progetto e 

pertanto l’area oggetto di intervento è scesa da circa 27.000 m 2 a 16.550 m 2 mentre 

l’importo delle opere è rimasto costante. 

Ciò è dovuto al fatto che nell’area oggetto di intervento sono stati implementati una 

serie di lavori atti a garantire e migliorare la sicurezza dei fruitori del sito oltre che a 

meglio bonificare l’area dalla robinia con l’abbattimento di circa 250 esemplari che 

verranno utilizzato in loco per interventi di ingegneria naturalistica. 

Un altro fatto di cui si è venuti a conoscenza in occasione dei sopralluoghi è la 

presenza di un piccolo manufatto in muratura delle dimensioni di circa m 1,5 x 1,5 x 1,5 

all’interno del quale è collocata una pompa. 

In attesa della verifica di eventuali diritti di terzi, si ipotizzato un suo mascheramento 

con arbusti già inseriti nell’elenco delle specie utilizzate nell’area. 

Al contrario, è invece aumentato il numero dei fontanili oggetto di intervento su 

espressa richiesta dell’Amministrazione locale, pur mantenendo costando l’impegno di 

spesa. 

Gli elaborati tecnici del progetto allegati alla presente relazione comprendono: 

computi metrici economici delle opere (Allegato 1); 

piè di lista delle contrassegnature del Bosco dei Castagnari e Pieve religiosa 

(Allegato 2); 

corografie dei fontanili di Flero (Allegato 3); 

estratti catastali dei fontanili di Flero (Allegato 4); 

tavole di progetto degli interventi sul Bosco dei Castagnari e della Pieve religiosa 

(Allegato 5); 

repertorio fotografico dello stato dei luoghi del Bosco dei Castagnari e della Pieve 

religiosa (Allegato 6); 

prescrizioni e piano delle manutenzioni (Allegato 7). 

44



5.2. Il Bosco dei Castagnari 

5.2.1. Area interessata al recupero paesaggistico 





L’area occupata dal Bosco dei Castagnari è identificata dalle seguenti particelle: 

Fg. Particella Superficie (m 2 ) Proprietà 

3 23 Pirlo Bortolo (*) 

24 (**) 

25 Abiatico Giuseppina, Tiziana, Lucia (**) 

116 Poli Franco (***) 

117 Abiatico Angelo, Graziella e altri (**) 

4 1 (**) 

2 Rossi Letizia, Schioppetti F.lli (**) 

7 1.240 Maghini Aleandro e Rizza Angelina 

8 990 Pola Giulio 

9 590 Prandelli Eugenio, Varini Teresa 

10 710 Belotti Rosa 

11 1.100 Badinelli Maria, Capelli Vittorio 

109 (**) 

110 (**) 

111 Schioppetti Carolina (**) 

112 Schioppetti Enrico (**) 


137 740 Belotti Orsola 


6 1 860 Bau Giancarlo, Treccani Ida 

2 1.510 Bau Giancarlo, Treccani Ida 

5 1.740 Parco del Monte Netto 

6 1.440 Vecchia Giovanni 



45



Totale 16.550 Superficie concessa per l’intervento 

Legenda: 

(*) Non partecipa al progetto in quanto ha sistemato direttamente l’area di proprietà; 

(**) Proprietari che non hanno aderito al progetto; 

(***) Proprietario aderente, ma con lotto ingestibile. 





Dopo l’approvazione del progetto preliminare da parte della Regione Lombardia, la 

Direzione ha contattato tutti i proprietari interessati ed alcuni di essi non hanno aderito 

all’iniziativa. 

L’area oggetto della riqualificazione paesaggistica del Bosco dei Castagnari, pertanto, 

passa dai circa 27.000 m 2 complessivi a 16.550 m 2 . 

Tra gli aderenti al progetto sono stati esclusi due proprietari per le seguenti 

motivazioni: 

il Sig. PIRLO Bortolo ha provveduto in proprio alla sistemazione dell’area; 

il Sig. POLI Franco è contornato da proprietari che non hanno aderito al 

progetto, e pertanto il lotto di sua proprietà non è tecnicamente gestibile. 

Il progetto prevede la riqualificazione di un reliquato boschivo aggredito dalla robinia 

mediante l’eliminazione graduale delle specie infestanti seguita dalla reintroduzione di 

essenze autoctone pregiate, così come più oltre indicato. 

Unitamente alla riqualificazione botanica, verranno realizzate le opere di consolida- 

mento naturalistico dei punti a pedonalità difficile utilizzando i fusti di robinie tagliate, 

opportunamente frazionate in paleria di varie dimensioni. 

5.2.2. Metodo di lavoro 

A seguito dell’incarico sono stati effettuati numerosi sopralluoghi al fine di: 

1. individuare correttamente l’area di intervento, considerato che non tutti i proprietari 

delle aree appartenenti al Bosco dei Castagnari hanno aderito al progetto; 

2. individuare i soggetti di robinia da abbattere nell’immediato e da utilizzare nelle 

opere di ingegneria naturalistica; 

3. individuare i soggetti deperenti delle altre specie, per il taglio selettivo; 

4. verificare lo stato del sentiero ciclo-pedonale e individuare i punti di intervento per 

la messa in sicurezza con idonea staccionata; 

5. individuare i punti in cui è necessario intervenire con piccoli movimenti di terra per 

rendere meglio percorribile il sentiero ciclo-pedonale; 

46







6. effettuare uno studio floristico per l’individuazione delle specie da utilizzare nella 

piantumazione di rigenerazione del bosco. 

Alcuni dei suddetti sopralluoghi sono stati effettuati unitamente ad un topografo, 

anche per la successiva restituzione grafica sia dell’area di intervento sia delle principali 

opere da eseguire. 

5.2.3. Sintesi delle opere 

Le opere necessarie per il recupero paesaggistico del Bosco dei Castagnari possono 

essere così riassunte: 

1. eliminazione graduale delle robinie con frazionamento dei fusti da riposizionare in 

sito sia per opere di ingegneria naturalistica sia per la creazioni di percorsi guidati, 

con frazionamento e accatastamento in sito di parte delle risulte e trinciatura della 

parte rimanente; 

2. eliminazione selettiva dei soggetti arborei deperenti delle altre essenze con 

frazionamento e accatastamento in sito di parte delle risulte e trinciatura della parte 

rimanente; 

3. ripristino del percorso ciclo-pedonale e sua messa in sicurezza con staccionata nei 

punti a ridosso del Cavo Orso; 

4. messa a dimora delle nuove alberature e dei nuovi arbusti. 

A seguito dell’approvazione del progetto da parte dell’Ente Parco, si provvederà alla 

contrassegnatura delle piante di robinia da abbattere mediante martello forestale e 

vernice rossa; stesso procedimento sarà seguito anche per le specie diverse dalla robinia 

soggette a taglio selettivo in quanto soggetti deperenti. 

Le alberature abbattute, per la porzione di diametro superiore a 20 cm, verranno 

frazionate in tronchi della lunghezza media di m 4 ed utilizzati nella formazione di 

palificate di sostegno per la rimodellazione del sentiero ciclo-pedonale. 

La frazione di fusto inferiore a 20 cm e fino ad 8 cm verrà trasformata in paleria della 

lunghezza di m 1 e 1,5 da infiggere nel terreno come sostegni dei tronchi di maggiori 

dimensioni. 

Solo dopo la formazione della palificata lungo il ciglio di scarpata debole, si interverrà 

con miniescavatore per rimodellare il sentiero e per posare, nei punti da mettere in 

sicurezza, la staccionata. 

Per quanto concerne la piantagione di alberature e arbusti, a seguito di vari sopral- 

luoghi, la scelta è caduta sulle seguenti specie: 

47



a) alberi: 

Specie Numero piante 

Acer campestre 150 

Alnus glutinosa 100 

Carpinus betulus 100 

Castanea sativa 100 

Fraxinus ornus 50 

Populus alba 50 

Prunus avium 50 

Quercus robur 50 

Salix alba 100 

Salix viminalis 100 

Ulmus minor 150 

b. arbusti: 

Totale piante 1.000 


Berberis vulgaris 100 

Buddleja davidii 100 

Cornus mas 50 

Cornus sanguinea 100 

Crataegus monogyna 100 

Ligustrum vulgare 100 

Paliurus spina-christi 100 

Viburnum lantana 50 

Viburnum opulus 100 

Totale arbusti 800 





Il materiale vegetale impiegato sarà costituito da piantine forestali dell’età di due anni 

in contenitore o fitocella. 

48







Per gli alberi l’altezza sarà compresa tra 100 e 150 cm, mentre per gli arbusti sarà di 

50-100 cm. 

Il materiale vegetale utilizzato, così come previso dalla normativa vigente, sarà 

certificato a norma del D.Lgs. 386/2003. 

Alla messa a dimora seguirà, per i soli alberi, il tutoraggio con canna di bambù del 

diametro di 1 cm. Tutte le piantagioni saranno dotate di shelter fotodegradabile di 

altezza pari a 50 cm e di disco pacciamante in fibra naturale del diametro minimo pari a 

25 cm, per la difesa dalle infestanti. 

1). 

Il piano dei lavori prevede i seguenti interventi e le forniture di cui a seguito (Allegato 

Art.01 

Art.02 

Art.03 

Art.04 

Art.05 

Taglio selettivo su alberature mature indicate dalla D.L. e contrassegnate sul 

tronco, senza estirpazione ceppaia, su superficie varia, soggetti di taglia 

variabile con sramatura in sito dei tronchi, cippatura in sito della risulta, 

frazionamento dei fusti in pali di lunghezza 3-4 m e loro posizionamento al 

piede di pali in castagno con chiodatura ad angolare di ferro zincato misura 

10x10cm 

Taglio selettivo su alberature giovani indicate dalla D.L. senza contrassegnatura 

sul tronco, senza estirpazione ceppaia, su superficie varia, soggetti di taglia 

variabile < 20 cm con sramatura in sito dei tronchi, cippatura in sito della risulta, 

frazionamento dei fusti di diametro 10 cm in paleria di 

misura 1,0-1,5 m da infiggere per 50 cm nel terreno nei punti indicati dalla D.L. 

Tracciamento per individuazione generale della localizzazione di impianto delle 

nuove alberature e dei nuovi arbusti 

Decespugliamento e trinciatura di arbustame di altezza < 2m su terreno con 

pendenza

Art.06 

Art.07 

Art.08 

Art.09 

Art.08 



Castanea sativa 

Fraxinus ornus 

Populus alba 

Prunus avium 

Quercus robur 

Salix viminalis 

Salix alba 

Ulmus minor 

Berberis vulgaris 

Buddleja davidii 

Cornus mas 

Cornus sanguinea 

Crataegus monogyna 

Ligustrum vulgare 

Paliurus spina-christi 

Viburnum lantana 

Viburnum opulus 





Rimodellazione percorso pedonale lungo vaso Orso con miniescavatore per 

livellamenti e sterri di modesta entità 

Lavorazione superficiale e stabilizzazione del percorso pedonale di accesso da 

Via Castagnari tra le Particelle 5-6 del Fg. 6 

Raccolta e asporto con smaltimento dei rifiuti inerti e delle macerie edili 

presenti nelle aree di accesso da Via Castagnari tra le Particelle 5-6 del Fg. 6 

Rimodellazione del fosso di scolo da Via Castagnari al Cavo Orso con scavo di 

ampiezza 100 cm e profondità 30 cm 

Fornitura e posa di staccionata in pali di castagno torniti diametro 10 cm, 

costituita da corrimano con diagonali a sezione mezzotonda interasse 2 m, 

montanti verticali di sezione circolare e di altezza fuori terra di 1 m con 

ferramenta di assemblaggio in acciaio zincato 

50



5.3. La Pieve religiosa 

5.3.1. Area interessata al recupero paesaggistico 





L’area interessata dall’intervento è costituita dal pendio alberato della Pieve religiosa 

e oggi occupato da un vecchio robinieto deperente. 

Catastalmente l’area è identificabile in: 

Fg. Particella Superficie (m 2 ) 

6 44 650 

45 430 

50 770 

Totale 1.850 

5.3.2. Metodo di lavoro 

I sopralluoghi hanno mirato a valutare: 

1. stato chimico-fisico del suolo presente; 

2. stato fitosanitario e strutturale della vegetazione presente; 

3. vocazione paesaggistica dell’ambito; 

4. individuazione dei punti in cui è necessario intervenire con piccoli movimenti di terra 

per rendere meglio percorribile l’area; 

Il computo delle opere di impianto è stato finalizzato ad un assestamento capace di 

dare consolidamento al versante, strutturalmente debole, considerando l’inaccessibilità 

al pubblico dell’area. 

5.3.3. Sintesi delle opere 

Il progetto prevede: 

1. infissione picchetti di castagno e posa lungo le linee di livello dei fusti recuperati e 

loro chiodatura ai pali di castagno; 

2. taglio raso integrale delle robinie presenti (25 esemplari) senza asportazione delle 

ceppaie unitamente al frazionamento dei tronchi da riutilizzarsi in sito per i 

consolidamenti e la preventiva e sramatura e cippatura delle chiome; 

51







3. posa terricciato torboso sub-acido con mescolamento al suolo del sito per la 

successiva piantagione degli arbusti lungo il fronte a monte dei fusti picchettati a 

terra. 

4. fertilizzazione organica generale del suolo con stallatico pellettato e terriccio 

torboso sub-acido; 

5. piantagione degli arbusti e delle nuove alberature; 

6. posa in opera di impianto di irrigazione ad ala gocciolante collegato a pubblico 

acquedotto. 

Per quanto concerne la piantagione di alberature e arbusti, a seguito di vari 

sopralluoghi, la scelta è caduta sulle seguenti specie: 

a) alberi 

Fornitura e messa a dimora di alberature circ. 8-10 cm in zolla o vaso affrancato 

comprensiva di palo in castagno scortecciato stagionato non trattato di lunghezza 2 m e 

diametro 4-5 cm con disco pacciamante diametro 50 cm in fibra di cocco, comprensivo di 

interramento di 1 kg/pianta di stallatico pellettato. 


Acer campestre 10 

Alnus glutinosa 13 

Celtis australis 14 

Fraxinus excelsior 10 

Prunus avium 10 

Quercus robur 10 

Salix alba 13 

b) arbusti 

Totale piante 80 

Fornitura e messa a dimora di arbusti in vasetto 10cm, disco pacciamante diametro 25 

cm in fibra di cocco, shelter diametro 15 cm comprensivo di interramento di 250 g/pianta 

di stallatico pellettato. 


Buddleia davidii 50 

Cornus sanguinea 50 

52



Crataegus monogyna 50 

Viburnum lantana 50 

Viburnum opulus 50 

Totale arbusti 250 





Il piano dei lavori prevede i seguenti interventi e le seguenti forniture (Allegato 1). 

Art.01 

Art.02 

Art.03 

Art.04 

Art.05 

Taglio integrale su alberature, senza estirpazione ceppaia, su superficie in 

pendio, con sramatura in sito dei tronchi, cippatura in sito della risulta, 

frazionamento dei fusti in pali di lunghezza 3-4 m e loro posizionamento al 

piede di pali in castagno 

Tracciamento per individuazione generale della localizzazione di impianto delle 

nuove alberature e dei nuovi arbusti 

Fornitura e messa a dimora di alberature circ. 12-14 cm in vaso con apertura 

manuale di buche di idonea dimensione, in zona a pendio 50%, comprensivo di 

fornitura e posa tutore in legno 6 cm trattato e disco pacciamante diam. min. 

55 cm. 

Acer campestre 

Alnus glutinosa 

Celtis australis 

Fraxinus excelsior 

Prunus avium 

Quercus robur 

Salix alba 

Fornitura e messa a dimora di arbusti in vaso 18 cm con apertura manuale di 

buche di idonea dimensione, in zona a pendio 50% comprensivo di disco 

pacciamante diam. min. 25 cm. 

Buddleja davidii 

Cornus sanguinea 

Crataegus monogyna 

Viburnum lantana 

Viburnum opulus 

Fornitura di substrato torboso fibroso privo di compost e con 25% di lapillo 

vulcanico, pH

Art.06 

Art.07 

Art.08 







Raccolta manuale e asporto con smaltimento dei rifiuti inerti e delle macerie 

edili presenti sul fronte nord-est in pendio 50% 

Fornitura e posa di pali appuntiti in castagno trattato di diam. 10 cm e lungh. 1,0 

m con infissione per 50 cm 

Fornitura e messa in opera di impianto di irrigazione ad ala gocciolante 

autocompensante superficiale comprensivo di allaccio alla rete e centralina 

5.4. I Fontanili di Flero 

5.4.1. Descrizione generale degli interventi 

Per i fontanili oggetto di intervento si è provveduto a contattare il Museo Di Scienza 

Naturali di Brescia nella persona del Dott. Naturalista Stefano Armiraglio per meglio 

verificare se vi siano degli elementi naturalistici significativi da tutelare. Sulla sola base 

della documentazione in loro possesso e dalla consultazione della Monografia di Natura 

Bresciana n. 29 – 2008 “Zone umide della pianura bresciana e degli anfiteatri morenici 

dei laghi d’Iseo e di Garda” a cura di Silvio Frattini è emerso che non vi sono particolari 

emergenze. Non vi sono, quindi, prescrizioni particolari in merito alle tecniche di 

recupero da impiegare anche se si sottolinea che si procederà seguendo tecniche di 

ingegneria naturalistica e cercando di arrecare il minor danno possibile nel rispetto della 

flora e fauna esistente. 

Per ogni fontanile è prevista la posa di una bacheca con un pannello didattico volto a 

formare e stimolare la popolazione locale sull’importanza di tali ambienti acquatici. 

Vengono di seguito riportate le descrizioni generali degli interventi. Seguirà per ogni 

singolo fontanile una breve descrizione degli interventi previsti con relativa motivazione 

delle scelte effettuate. 

Per una identificazione di dettaglio degli interventi si rimanda al computo metrico 

estimativo ed alla cartografia allegati. 

Spurgo del fondo – Pulitura dell’alveo con asportazione del fango e della vegetazione 

che generalmente viene ammassata sui bordi del fontanile stesso, ma non entro la fascia 

di rispetto delle ripe. Tale intervento si attua prevalentemente sulla testa del fontanile in 

quanto sull’asta e nel canale la corrente è più veloce ed i depositi avvengono più 

54







lentamente, ma vi sono situazioni in cui il progressivo abbandono del fontanile ha 

determinato una riduzione della portata idrica con conseguente tendenza 

all’interramento anche delle aste. Tale operazione, a seconda delle circostanze e del 

livello di interramento, può essere attuata a mano o utilizzano appositi mezzi meccanici 

come una piccola escavatrice o i cosiddetti “ragni” che possono operare anche con 

sponde ripide e suoli molto fangosi. 

Spurgo dei tubi Norton – Il tubo Norton è un tubo di ferro della lunghezza variabile dai 

6 ai 10 metri infisso nel terreno e munito nella parte terminale (quella sotto terra) di una 

serie di fori attraverso i quali entra l’acqua che risale sino a sgorgare nell’alveo. A seguito 

dell’abbandono e dell’alternanza di periodi secchi e periodi umidi, può capitare che i fori 

si ostruiscano e l’acqua non riesce più a risalire, per cui lo spurgo si realizza mediante 

l’utilizzo di un compressore che comporta la pulizia dei fori. 

Sostituzione dei tubi Norton – In alcuni casi il livello di deterioramento dei tubi è tale 

che lo spurgo non basta a riattivarli per cui si prevede la sostituzione degli stessi. 

Consolidamento spondale – Stabilizzazione delle sponde tramite la realizzazione di 

tecniche di ingegneria naturalistica. Al fine di attuare tale intervento verranno tagliate le 

piante insistenti sulle sponde in corrispondenza dell’area in cui si andrà a realizzare la 

palificata, sarà quindi necessario intervenire per lo stesso motivo asportando anche le 

ceppaie delle piante stesse. La realizzazione del consolidamento prevede le seguenti due 

fasi: 

realizzazione di un assito in legno a sostegno delle scarpate del fontanile, costituito 

da pali in larice, castagno o robinia scortecciati, posti ogni 100 cm, del diametro di 10- 

12 cm, lunghezza 150 cm, infissi nel terreno per 2/3 della lunghezza e fuori terra per 

circa 50 cm. A ridosso della parete emergente verranno disposti orizzontalmente 

doppi assoni della lunghezza di 200 cm, altezza di 25 cm. A completamento 

dell'opera si prevede il riempimento a monte degli assoni con materiale presente in 

loco; 

regolarizzazione delle scarpate compreso costipamento e riprofilatura del terreno 

eseguito a mano o con mezzi meccanici ed ogni altro opere ed accessorio per dare 

l'opera compiuta a regola d'arte secondo indicazioni della D.L. 

Rinfoltimento con specie arboree – Alcune porzioni di sponda sono prive di vegeta- 

zione per cui si prevede una piantumazione andante con lo scopo di rinfoltire la 

copertura arborea esistente. L’intervento consiste in: 

55







1. scelta delle specie e tecniche di impianto: per la scelta delle specie vegetali si fa 

riferimento alla “Direttiva sull’impiego dei materiali vegetali vivi negli interventi di 

ingegneria naturalistica in Lombardia” (BURL-1° supplemento straordinario al n. 31 

del 29 luglio 1997), ottenendo varie finalità ecologiche ed ambientali, quali il miglio- 

ramento pedologico, microclimatico, faunistico e paesaggistico del territorio. Il 

materiale forestale da impiegare sarà munito di apposita certificazione di provenien- 

za ai sensi del DLgs 386/2003 e di passaporto verde sullo stato fitosanitario per le 

sole essenze vegetali individuate in allegato al D.Lgs. 214/2005 (che ha sostituito il 

previgente D.M. 31/01/1996). Nello specifico saranno impiegati esemplari arborei ed 

arbustivi delle seguenti specie: 

Alnus glutinosa (ontano nero); 

Acer campestre (acero campestre); 

Cornus mas (corniolo); 

Cornus sanguinea (sanguinello); 

Crataegus monogyna (biancospino comune); 

Salix alba (salice bianco); 

Salix cinerea (salice cinereo); 

Salix eleagnos (salice ripaiolo); 

Salix triandra (salice delle ceste); 

Populus alba (pioppo bianco); 

Populus canescens (pioppo canescente); 

Viburnum opolus (pallon di maggio). 

Si interverrà ponendo le piante nei tratti privi di vegetazione ad una distanza 

massima di 6 m impiegando per i soggetti arborei diametro tra i 18-20 cm ed età 

S1T2. 

La messa a dimora delle piantine avverrà preferibilmente in giornate con tempera- 

tura non troppo rigida e con poco vento, con apertura manuale o meccanica delle 

buche. 

Le buche per la piantagione delle specie vegetali dovranno avere le dimensioni più 

ampie possibili in rapporto alla grandezza delle piante da mettere a dimora. 

Le buche devono essere scavate in modo che risultino larghe e profonde almeno 

una volta e mezzo rispetto alle dimensioni della zolla. 

La messa a dimora degli alberi dovrà avvenire in relazione alle quote finite, avendo 

cura che le piante non presentino radici allo scoperto né risultino, una volta 

assestatosi il terreno, interrate oltre il livello del colletto. 

56







L'imballo della zolla costituito da materiale degradabile (juta, canapa ecc...) dovrà 

essere tagliato al colletto, aperto sui fianchi, senza rimuoverlo da sotto la zolla, che 

dovrà essere integra, sufficientemente umida e aderente alle radici. 

Prima del riempimento delle buche, gli alberi dovranno essere resi stabili per mezzo 

sostegni idonei alla grandezza della pianta (canne di bambù e/o pali tutori) e 

legature, al fine di limitare lo scalzamento ad opera del vento. 

A riempimento ultimato, dopo aver costipato con cura la terra in maniera tale che 

non rimangano vuoti attorno alla zolla, attorno alle piante dovrà essere formata una 

conca per la ritenzione dell'acqua. Le piante andranno irrigate subito dopo 

l'impianto per facilitare il costipamento e l'assestamento della terra attorno alle 

radici e alla zolla; 

2. posa di dischi pacciamanti: la crescita delle erbe spontanee direttamente intorno alle 

piantine costituisce, nei primi 3 -4 anni, il maggiore problema per la buona riuscita 

dell'impianto; infatti tali erbe sono temibili concorrenti, soprattutto per la 

sottrazione di risorse idriche del terreno. Per limitare la crescita delle infestanti 

nell'immediato intorno delle piantine arbustive, dove è più difficile eseguire la 

sfalciatura meccanica, lungo i tracciati segnati sul terreno, e alla base delle piante 

arboree verrà posata manualmente, una piastra pacciamante. In questa maniera si 

migliora il mantenimento dell'umidità, con notevole vantaggio per lo sviluppo 

vegetativo delle piantine. Le piastre pacciamanti che saranno impiegate sono dotate 

di taglio e foro centrale per la messa a dimora, sono in grado di resistere alle 

intemperie per diversi anni e migliorano l’efficacia ed il mantenimento dell’umidità; 

3. posa di tubi shelter su tutte le piantine: al fine di proteggere il fusto e creare un 

microclima particolarmente favorevole per un più rapido sviluppo, intorno ad ogni 

piantina verrà installato uno shelter costituito da un involucro di plastica biodegra- 

dabile del diametro di circa 9 - 10 cm (cilindrico, quadrato, triangolare, ecc.), fissato 

da 2 picchetti sostenitori; 

4. manutenzione: durante i primi anni d'impianto sono necessarie delle manutenzioni 

soprattutto per contenere le infestanti e per garantire l'eventuale irrigazione di 

soccorso. L'esecuzione è da preferire nel tardo autunno e d'inverno per alberi e 

arbusti a radice nuda e pane di terra; nel caso idi utilizzo di piante in vaso anche in 

altri periodi, anche se preferibilmente fuori dal periodo vegetativo per impedire 

eccessivi stress. Dal punto di vista gestionale si raccomandano periodici diserbi, sia 

meccanici che manuali, dopo la messa a dimora nei pressi delle giovani pianticelle e 

rinnovamento della pacciamatura. Inoltre, sostituire immediatamente le fallanze per 

non creare troppi spazi nell'impianto, che verrebbero occupati da specie invasive 

indesiderate. 

57



5.4.2. Interventi sull’asta del fontanile Vaso Muse 

Gli interventi previsti consistono in: 

1. fondo: è in buone condizioni per cui non è previsto alcun intervento; 





2. assito laterale: su tutto il tratto, ad eccezione della porzione in muratura in 

corrispondenza della chiusa, sono previste opere di contenimento delle sponde; 

3. tubi Norton: sostituzione di un tubo Norton trovato dismesso sulla sponda destra 

idrografica; 

4. sponde: la sponda sinistra idrografica tra il ponticello e la chiusa è interessata, per un 

tratto di 12 m, da un riporto di vario materiale lapideo di cui se ne prevede la 

bonifica; 

5. vegetazione delle sponde: nel complesso è ben rappresentata e mantenuta, nei 

diversi tratti si prevedono i seguenti interventi: 

tratto tra il ponticello e la chiusa: piantumazione di piante arboree autoctone su 

entrambe le sponde; 

tratto di 150 m posto dopo la briglia: pulizia delle scarpate invase da arbusti; 

6. posa bacheca con pannello didattico. 

5.4.3. Interventi sull’asta ovest Vaso Orso 

Gli interventi previsti consistono in: 

1. fondo: è in buone condizioni per cui non previsto alcun intervento; 

2. assito laterale: su tutto il tratto di 132 m sono previste opere di contenimento delle 

sponde; 

3. tubi Norton: è previsto lo spurgo di 4 tubi Norton, tre dei quali completamente 

inattivi; 

4. vegetazione delle sponde: come detto quest’asta è completamente priva di 

vegetazione sarebbe interessante intervenire su entrambe le sponde con una 

piantumazione, ma la destra idrografica presenta una sponda ripida ed immediata- 

mente coltivata dal conduttore del terreno agricolo adiacente per cui la piantuma- 

zione sulla sponda inclinata risulterebbe di difficile attuazione. Viceversa la sponda 

sinistra è inclinata leggermente di meno e l’area adiacente è incolta per cui in questo 

tratto la realizzazione di una piantumazione è fattibile; sono previsti: 

sponda sinistra idrografica: piantumazione di piante arboree autoctone ; 

58







sponda destra idrografica: a meno di un accordo specifico con la proprietà, non è 

prevista alcuna piantumazione; 

5. realizzazione bacino di contenimento per allevamento trote: nelle volontà dell’Ammi- 

nistrazione ci sarebbe l’intenzione di realizzare, in questa area, un allevamento di 

trote con il fine di incrementare il valore naturalistico e faunistico del luogo. 

Considerato che l’asta è posta immediatamente a sud di una vasta zona industriale, 

opera preliminare all’esecuzione dell’intervento è appurare la salubrità delle acque 

previa analisi delle stesse. Si evidenzia che il mappale posto a nord dell’asta è stato 

acquisito dalla Società Centropadane ed al momento attuale è incolto, sarebbe 

auspicabile che l’amministrazione comunale di confrontasse con la stessa per 

valutare le loro intenzioni ed eventualmente proporre la realizzazione dell’alleva- 

mento di trote. Considerate le strette tempistiche progettuali e la scarsa reperibilità 

dei referenti della Società Autostrade Centropadane, non è stato possibile da parte 

dei progettisti attuare tale confronto; 


5.4.4. Interventi sull’asta Vaso Campesana (Prato Stella) 

1. fondo: presenta fenomeni di interramento, in special modo la porzione ovest, è 

pertanto prevista la pulizia del fondo con asportazione del fango; 

2. assito laterale: su tutto il tratto di 96,5 m sono previste opere di contenimento delle 

sponde; 

3. tubi Norton: è previsto lo spurgo di 5 tubi Norton; 

4. vegetazione delle sponde: Il corredo vegetazionale è scarso sulla sponda confinante 

con il campo agricolo, è previsto pertanto, previa accordo con la proprietà, la 

piantumazione di piante arboree autoctone; 


5.4.5. Interventi sulla testa del Vaso Fiume 

Per questo fontanile l’intento è di preservarne le caratteristiche naturali intervenendo 

il meno possibile ed esclusivamente a carico della vegetazione ripariale con lo scopo di 

rallentare la naturale evoluzione del sito che porterebbe alla scomparsa, per 

interramento, del fontanile. 

L’intervento prevede: 

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1. fondo: non previsto alcun intervento. 





2. assito laterale: le sponde del fontanile sono basse e non presentano cedimenti per 

cui non è prevista la posa dell’assito. 

3. tubi Norton: l’acqua nasce naturalmente e non è necessario incrementarla per cui 

non si posa alcun tubo Norton. 

4. vegetazione delle sponde: la vegetazione attorno al fontanile è particolarmente fitta, 

si interverrà a carico della stessa con un leggero diradamento in modo da dare un 

po’ di luce all’alveo e rallentare l’interramento stesso. Si tratta di un intervento poco 

invasivo volto alla selezione dei soggetti peggiori, ammalorati e/o spezzati. 

5. posa bacheca con pannello didattico: si, in particolare si potrà mettere in risalto il 

fenomeno di risalita naturale dell’acqua e, considerata l’immediata adiacenza con un 

rimboschimento per il potenziamento della rete ecologica, si potrà porre 

l’attenzione sulle possibilità di insediamento di fauna e flora tipica. 

60







6. ESTRATTO DEL COMPUTO METRICO ECONOMICO 

DELLE OPERE 

In allegato vengono inseriti i quadri economici dei computi metrici (Allegato 1). 

I cronoprogrammi prevedono l’avvio dei cantieri del verde nel mese di febbraio e la 

loro conclusione per la fine di marzo. 

I cantieri delle opere di servizio e struttura viabilistica verranno concluse entro la fine 

del mese di aprile. 

QUADRO ECONOMICO 

BOSCO 

CASTAGNARI PIEVE RELIGIOSA 

FONTANILI 

FLERO 

Forniture e messa in opera € 49.539,00 € 23.950,00 € 52.500,00 

Manutenzioni quinquennali (30%) € 19.871,70 € 5.750,00 € - 

Totali parziali € 69.410,70 € 29.700,00 € 52.500,00 

Totale generale 151.610,70 € 

Per spese tecniche progettazione, IVA e cassa 11.685,00 € 

Per spese tecniche direzione lavori, IVA e cassa 4.320,00 € 

Totale spese tecniche 16.005,00 € 

IVA 21% su importo a base di asta 31.838,25 € 

Imprevisti 3,0% 4.656,95 € 

Acquisto terreni 23.373,00 € 

Divulgazione e comunicazione 1% 2.516,10 € 

Totale somme a disposizione 77.389,30 € 

Per opere e forniture 151.610,70 € 

Totale complessivo 229.000,00 € 

Il Progettista 

Dottore Agronomo Fiorenzo Pandini 

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7. ALLEGATI 

Allegato 1 – Computo metrico economico delle opere e quadro generale: 

interventi Bosco dei Castagnari; 

interventi Pieve religiosa di Poncarale; 

interventi Fontanili di Flero; 

quadro generale; 





Allegato 2 – Piè di lista delle contrassegnature Bosco dei Castagnari e Pieve religiosa; 

Allegato 3 – Corografie fontanili di Flero: 

corografia Vaso Muse; 

corografia Vaso Orso Ovest; 

corografia Vaso Campesana – Prato Stella; 

corografia Vaso Fiume; 

Allegato 4 – Estratti catastali fontanili di Flero: 

estratto catastale Vaso Muse; 

estratto catastale Vaso Orso Ovest; 

estratto catastale Vaso Campesana – Prato Stella; 

estratto catastale Vaso Fiume; 

Allegato 5 - Tavole di progetto: 

Tavola 1 –zona Ovest Bosco dei Castagnari (scala 1:500); 

Tavola 2 – zona Est Bosco dei Castagnari (scala 1:500); 

Tavola 1 – Pieve religiosa di Poncarale (scala 1:200); 

Allegato 6 – Repertorio fotografico dello stato dei luoghi (Bosco dei Castagnari e Pieve 

religiosa di Poncarale); 

Allegato 7 - Prescrizioni e piano delle manutenzioni. 

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clicca qui per visualizzare il file. - Parco del Monte Netto

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