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Non molti anni fa, la gente andava a raccogliere i fiori nei prati e nei boschi attratta <strong>per</strong> lo più dalla<br />

loro ut<strong>il</strong>ità che dalla loro bellezza.<br />

Infatti le medicine erano quasi esclusivamente ricavate dalle piante e <strong>qui</strong>ndi era molto importante<br />

sa<strong>per</strong>le riconoscere bene, inoltre le radici e le foglie dei fiori spontanei erano un’importante fonte<br />

di nutrimento, dai fiori e dai frutti si ottenevano cosmetici e tinture. Talvolta la su<strong>per</strong>stizione<br />

popolare attribuiva ad alcune piante anche dei poteri magici.<br />

Ancora oggi i fiori spontanei offrono a tutti la loro magia, ma anche chiedono <strong>il</strong> nostro aiuto e la<br />

nostra protezione, <strong>per</strong>ché le moderne tecnologie agricole ne hanno provocato la quasi totale<br />

scomparsa.<br />

Se vogliamo continuare a fruire <strong>del</strong>la presenza dei fiori, dobbiamo salvaguardarli, <strong>per</strong> fare ciò è<br />

indispensab<strong>il</strong>e conoscerli <strong>per</strong> nome e comprenderne le necessità vitali.<br />

L’origine di questi nomi si <strong>per</strong>de nella notte dei tempi, alcuni descrivono una qualità <strong>del</strong>la pianta,<br />

altri l’uso che se ne faceva, ad esempio dalla Saponaria si ricavava <strong>il</strong> sapone.<br />

Frequentemente <strong>il</strong> nome dei fiori varia da luogo a luogo, e talvolta uno stesso viene erroneamente<br />

attribuito a piante diverse, solo quelli scientifici e botanici non variano mai in tutte le regioni<br />

italiane e nel mondo intero.<br />

Il sistema scientifico <strong>per</strong> l’attribuzione dei nomi fu introdotto nel settecento dal naturalista<br />

svedese Carlo Linneo <strong>per</strong> mettere ordine nella confusione allora esistente, e <strong>per</strong> semplificare lo<br />

studio <strong>del</strong>la natura. Questi spesso derivano dal greco o dal latino, la prima parte <strong>del</strong> nome <strong>del</strong>la<br />

pianta definisce <strong>il</strong> genere a cui essa appartiene, la seconda parte definisce la specie.


Qui vogliamo presentarvi alcune schede di fiori spontanei <strong>del</strong> <strong>Parco</strong> <strong>del</strong> Monte Netto, in esse<br />

trovate <strong>il</strong> nome volgare, alcune foto ut<strong>il</strong>i <strong>per</strong> l’identificazione, la nomenclatura scientifica, la<br />

classificazione botanica ed alcune brevi note descrittive.<br />

Le piante si suddividono in:<br />

Autoctone: quelle che si sono originate ed evolute nel territorio in cui si trovano o che vi sono<br />

immigrate autonomamente da lungo tempo, stab<strong>il</strong>endovi popolazioni che si auto sostengono.<br />

Alloctone: quelle che sono state importate in una data regione dall’uomo (es: la comunissima<br />

Robinia pseudoacacia che proviene dal Nord America).<br />

Tra le Alloctone possiamo annoverare anche quelle provenienti da nazioni esotiche che hanno<br />

raggiunto <strong>il</strong> Monte Netto in modo fortuito: introdotte inavvertitamente dagli immigrati, attecchite<br />

nel substrato di piante coltivate altrove e da noi importate. Definiremo queste come alloctone<br />

occasionali se non hanno raggiunto una consistenza tale da <strong>per</strong>mettere loro una sopravvivenza<br />

continua nel tempo.<br />

Nel parco non sussistono piante spontanee Endemiche, cioè quelle che sono esclusive si un dato<br />

territorio.


Ach<strong>il</strong>lea m<strong>il</strong>lefolium L.<br />

ACHILLEA MILLEFOGLIE<br />

Famiglia: Compositae<br />

Sinonimi: Ach<strong>il</strong>lea setacea Waldstein et Kitaibel<br />

Nomi volgari: m<strong>il</strong>lefoglie, m<strong>il</strong>lefoglio, ach<strong>il</strong>lea,erba dei tagli,sanguinella, erba formica..<br />

Etimologia: <strong>il</strong> nome <strong>del</strong> genere, rimanda ad Ach<strong>il</strong>le, l’eroe greco che secondo la leggenda, ne scoprì le<br />

proprietà medicinali, m<strong>il</strong>lefoglie invece, <strong>per</strong> le sue foglie frastagliate.<br />

Morfologia:<br />

pianta erbacea, <strong>per</strong>enne, aromatica, con rizoma ramificato e strisciante, fusto eretto, striato e pubescente.<br />

Le foglie sono alterne, bi-tripennate, divise in strette lacinie, pelose durante la crescita, poi glabre.<br />

I fiori riuniti in corimbi, sono dotati di involucri ovali verde-gialli, <strong>il</strong> ricettacolo conico, porta 2 tipi di fiori: al<br />

centro i fiori <strong>del</strong> disco, tubulosi bianchi o gialli con 5 petali e sono ermafroditi; alla <strong>per</strong>iferia sono disposti 5<br />

fiori-femmina ligulati e simmetrici, bianchi o rosa.<br />

I frutti sono acheni compressi, senza pappo.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

presente in tutto <strong>il</strong> continente Europeo, anche in Siberia e sull’Himalaya, in Italia è comune. Pianta che non<br />

soffre la siccità e neppure <strong>il</strong> freddo, teme <strong>per</strong>ò i ristagni idrici e l'eccesso di umidità, talora ha carattere<br />

infestante. Pred<strong>il</strong>ige i terreni arg<strong>il</strong>losi e poveri di potassio, vegeta nei prati aridi, nei pascoli, negli incolti, al<br />

margini dei sentieri e <strong>del</strong>le strade, fiorisce da maggio a ottobre sino a 2.000 m.<br />

Proprietà ed usi:<br />

possiede proprietà vulnerarie, stimolanti, astringenti, sudorifere, digestive, antipiretiche, cicatrizzanti e<br />

emostatiche.<br />

Per uso esterno in caso di ferite, epistassi, ulcere, occhi arrossati e emorroidi.<br />

Attenzione l’uso prolungato può provocare fenomeni di fotosensib<strong>il</strong>izzazione <strong>del</strong>la pelle.<br />

L’infuso, usato <strong>per</strong> sciacquare i capelli, pare sia un ottimo rimedio contro la forfora, e favorirebbe anche la<br />

crescita.<br />

In Svezia si usava <strong>il</strong> m<strong>il</strong>lefoglio <strong>per</strong> preparare una birra piuttosto forte, ma serve anche <strong>per</strong> preparare infusi<br />

digestivi.


Abut<strong>il</strong>on theophrasti Medicus<br />

CENCIO MOLLE<br />

( Abut<strong>il</strong>on avicennae Gaertner- Abut<strong>il</strong>on pubescens Moench-Abut<strong>il</strong>on M<strong>il</strong>ler)<br />

Forma biologica :T scap (Terofite scapose. Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.)<br />

Descrizione : pianta annuale con fusto alto da 30- 150 cm , tomentoso e con cime addensate.<br />

Foglie lunghe fino a 15-20 cm., cordato-orbicolari, acuminate, molliccie a margine leggermente dentato. .<br />

Fiori ascellari solitari o appaiati di ca. 2 cm. di grandezza con peduncolo e petali liberi di ca. 1 cm.di<br />

grandezza, di un color giallo intenso con belle venature evidenti sull’arancio.<br />

I sepali ovali saldati alla base, mucronati ,pubescenti, ma senza epicalice .<br />

Frutto: mericarpi pubescenti e deiscenti, a forma di reni disposti a raggiera in una sorta di capsula.<br />

Antesi: Giugno- Settembre<br />

Tipo corologico : S. Siber- Pontica Originaria Sud-Sibirica<br />

Distribuzione in Italia : Piemonte, Lombardia ,Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Em<strong>il</strong>ia Romagna,<br />

Toscana, Lazio, Campania e Sic<strong>il</strong>ia. .<br />

Specie considerata infestante <strong>del</strong>le culture a ciclo primaver<strong>il</strong>e- estivo Questa specie deve la sua espansione<br />

all‘enorme quantità di semi prodotti ed alla capacità di questi di propagarsi tramite i mezzi meccanici, quali<br />

mietitrebbie,usati <strong>per</strong> la raccolta nei coltivi.<br />

Habitat :terreni umidi ed incolti, orti e campi coltivati .<br />

Proprietà: Ha proprietà emollienti ed antifiammatorie<br />

E’ conosciuta anche come Altea indiana, poichè contiene alcuni principi attivi <strong>del</strong>l’Altea officinalis, come la<br />

muc<strong>il</strong>lagine e l’asparagina, che ha potere diuretico ed antisettico.Vengono usate le radici. le foglie ed <strong>il</strong> fusto<br />

<strong>per</strong> l’alto contenuto di muc<strong>il</strong>lagine, <strong>per</strong> lenire le mucose <strong>del</strong> sistema respiratorio ed urinario.e produce effetti<br />

calmanti anche su ferite ed ulcere.<br />

I semi hanno potere lassativo e sono molto ut<strong>il</strong>i <strong>per</strong> eliminare gli ossiuri dall’intestino dei bambini.


Agrimonia eupatoria L.<br />

AGRIMONIA<br />

Famiglia: Rosaceae<br />

Sinonimi: Agrimonia odorata Gouan. M<strong>il</strong>l., Agrimonia officinarum Pit. Tourn.T., Aagrimonia officinalis<br />

Lamk., Agrimonia p<strong>il</strong>osa Ledeb., Agrimonia viscidula Bunge .<br />

Nomi volgari: agrimonia, eupatoria, eupatorio dei greci, erba di S. Guglielmo, erba <strong>del</strong> taglio, erba<br />

vettonica.<br />

Morfologia:<br />

pianta <strong>per</strong>enne, di aspetto erbaceo, munita di breve rizoma, ha fusto eretto, pubescente, semplice o poco<br />

ramificato, può raggiungere <strong>il</strong> metro d’altezza anche se generalmente non su<strong>per</strong>a i 60 cm.<br />

Nel primo anno di vita, questa pianta produce solamente una rosetta basale, successivamente con<br />

l’apparire <strong>del</strong> fusto, solo nella parte inferiore <strong>del</strong>lo stesso, compaiono le foglie cauline. Queste foglie alla<br />

base sono munite di due stipole avvolgenti <strong>il</strong> fusto, sono picciolate, imparipennate, di forma ovale, con<br />

margine dentato, di colore verde scuro nella pagina su<strong>per</strong>iore e grigio-biancastre in quella inferiore <strong>per</strong> la<br />

presenza di peli.<br />

Il fusto termina in un lungo racemo spiriforme, i fiori peduncolati, hanno corolla giallo-uovo formata da 5<br />

petali,obovato-ellittici. La base <strong>del</strong> fiore, legnosa e scanalata, porta una piccola corona di peli uncinati e duri<br />

che servono <strong>per</strong> fac<strong>il</strong>itare la dis<strong>per</strong>sione <strong>del</strong> frutto.<br />

I frutti sono acheni, racchiusi nel calice che, essendo uncinato, favorisce la disseminazione <strong>per</strong>ché si attacca<br />

al pelo degli animali che in questo modo lo trasportano.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

pianta diffusa in gran parte <strong>del</strong>le regioni <strong>del</strong> mondo, in Italia è specie comune in tutto <strong>il</strong> territorio, nei<br />

pascoli, nei prati, nei luoghi incolti, nelle siepi, ai margini dei prati soleggiati; pred<strong>il</strong>ige i terreni ben drenati<br />

in posizione soleggiata. Fiorisce da giugno a luglio sino a 1.200 m.<br />

Proprietà ed usi:<br />

erba amara, ricca di tannino, di resine e soprattutto di acido salic<strong>il</strong>ico, leggermente astringente, tonica,<br />

diuretica, antinfiammatoria, antiemorragica; migliora le funzioni epatiche e <strong>del</strong>la b<strong>il</strong>e.<br />

Per <strong>il</strong> contenuto di acido ursolico, che ha applicazioni analoghe a quelle <strong>del</strong> cortisone, è ut<strong>il</strong>e nella cura <strong>del</strong>le<br />

allergie.<br />

Nell’Europa <strong>del</strong> nord l’infuso, che ha un sapore gradevole, viene usato come un comune tè stimolante.


Ajuga reptans<br />

Sinonimi<br />

Ajuga barrelieri Ten. (1839)<br />

Ajuga breviproles Borbás (1899)<br />

Ajuga nantii Boreau (1863)<br />

Ajuga stolonifera Jeanb. & Timb.-Lagr. (1879)<br />

Tassonomia<br />

Regno: Plantae<br />

Divisione: Magnoliophyta<br />

Classe: Magnoliopsida<br />

Ordine: Lamiales<br />

Famiglia: Lamiaceae<br />

Nome italiano<br />

Bugola o Bugula, Iva comune, Erba di S.Lorenzo<br />

BUGOLA<br />

Descrizione<br />

A. reptans è una pianta erbacea <strong>per</strong>enne, stolonifera, alta fino a circa 20 cm.<br />

La radice è fascicolata; fusti a sezione tetragonale glabrescenti o pubescenti su coppie di facce opposte<br />

alternantisi ad ogni internodo, quelli fioriferi eretti, arrossati e con tomento lanoso (sempre su facce<br />

opposte) nella porzione apicale (e <strong>qui</strong>ndi anche sul rachide <strong>del</strong>l'infiorescenza); stoloni basali epigei e<br />

striscianti, lunghi fino a 30 (40) cm, foliosi e radicanti ai nodi.<br />

Foglie<br />

Foglie basali in rosette dense, <strong>per</strong>sistenti alla fioritura, con picciolo lungo come la lamina (questa 2-4 x 8-15<br />

cm), che è ovato-spatolata con margine da subintero a crenato.<br />

Foglie cauline più piccole (larghe 1,5-3 cm e lunghe 3-5 cm), opposte e sess<strong>il</strong>i, o subsess<strong>il</strong>i, a lamina ovata<br />

con margine subintero o crenato, di colore verde chiaro e lucide.<br />

Brattee fiorali (foglie cauline modificate) progressivamente più piccole dal basso verso l'alto, a maturità di<br />

colore purpureo-violaceo.


Fiori<br />

Infiorescenza a spicastro denso, lunga 10-15 cm, con i fiori disposti in pseudo-vertic<strong>il</strong>li all'ascella <strong>del</strong>le<br />

brattee. Brattee più brevi dei fiori, che così risultano ben visib<strong>il</strong>i.<br />

Fiori ermafroditi, con forma tipica <strong>del</strong>la famiglia.<br />

Calice sub-attinomofo, a sepali saldati in un tubo lungo 4-6 mm, peloso, con 5 denti calicini di pari<br />

lunghezza, o poco più lunghi.<br />

Corolla zigomorfa, gamopetala, con tubo corollino pubescente, lungo 9-10 mm, di colore variab<strong>il</strong>e<br />

dall'azzurro-violetto al bianco (comprese le tonalità intermedie).<br />

Labbro su<strong>per</strong>iore nullo, labbro inferiore lungo 6 mm, tr<strong>il</strong>obo (lobo centrale maggiore dei laterali). Lobi con<br />

venature bianche e nervature longitudinali più scure (o completamente bianchi negli esemplari<br />

apocromici).<br />

Stami 4, con antere giallastre, completamente emergenti dalla fauce.<br />

Ovario semiinfero, stigma bifido lungo e sporgente, che in mancanza <strong>del</strong> labbro su<strong>per</strong>iore viene protetto<br />

dalla pioggia dalle brattee <strong>del</strong> vertic<strong>il</strong>lo soprastante.<br />

Impollinazione entomof<strong>il</strong>a (farfalle e api).<br />

Frutti<br />

Il frutto è uno schizocarpo (tetrachenio reticolato) formato da 4 nucule con su<strong>per</strong>ficie rugosa.<br />

Periodo di fioritura<br />

Fioritura precoce (Gennaio-Marzo) in Sic<strong>il</strong>ia, più tardiva (Apr<strong>il</strong>e-Luglio) nel Nord e sulle Alpi.<br />

Territorio di crescita<br />

Specie spontanea <strong>del</strong> Continente Europeo (fino al Caucaso e ad eccezione di Scandinavia e fascia a clima più<br />

tipicamente mediterraneo), Medio Oriente e Africa settentrionale; in Italia è comune su tutto <strong>il</strong> territorio,<br />

ad eccezione <strong>del</strong>la Sardegna, meno frequente al Sud.<br />

Habitat<br />

Prati fert<strong>il</strong>i e concimati, lungo le siepi e margini dei sentieri, boschi di latifoglie, dal livello <strong>del</strong> mare fino a<br />

circa 1500 m di quota.<br />

Uso Alimentare<br />

I germogli e le foglie possono venire mangiati in insalata.<br />

Uso Cosmetologico<br />

Estratti <strong>del</strong>la pianta sono largamente ut<strong>il</strong>izzati in prodotti contro la caduta dei capelli e <strong>per</strong> la protezione e<br />

riparazione <strong>del</strong> cuoio capelluto. Un infuso <strong>del</strong>la pianta, ricca di tannini, è ut<strong>il</strong>e alle pelli <strong>del</strong>icate fac<strong>il</strong>mente<br />

arrossab<strong>il</strong>i e predisposte alla cou<strong>per</strong>ose.<br />

Uso Farmacologico<br />

La ricerca in campo farmacologico ha evidenziato che estratti <strong>del</strong>la pianta sono in grado di esercitare<br />

attività antiossidante ed anti radicali liberi. Possono venire utlizzati <strong>per</strong> uno svariato numero di patologie<br />

allergiche, sia sistemiche che cutanee e l'attività che esplicano è in grado di proteggere l'organismo dai<br />

danni causati dall'accumulo di metalli pesanti, come <strong>per</strong> esempio l'emosiderosi polmonare: una malattia<br />

caratterizzata da un accumulo di ferro nei polmoni.


Alliaria petiolata<br />

ALLARIA<br />

Sinonimi<br />

Alliaria officinalis Andrz., Arabis alliaria (L) Bernh., Erysimum alliaria L., Sisymbrium alliaria Scop.<br />

Tassonomia<br />

Regno:Plantae<br />

Divisione: Magnoliophyta<br />

Classe: Magnoliopsida<br />

Ordine: Capparales<br />

Famiglia: Brassicaceae (Cruciferae)<br />

Nomi italiano<br />

Alliaria, Alliaria comune, Lunaria selvatica.<br />

Descrizione<br />

Pianta erbacea alta fino a cm. 80-100, bienne, glabra con qualche pelo ai bordi <strong>del</strong>le foglie e nella parte<br />

alta; <strong>il</strong> fusto, generalmente semplice, ramoso solo nella parte più alta, è pubescente-v<strong>il</strong>loso soprattutto alla<br />

base; tutta la pianta, se stropicciata, emana un marcato odore di aglio; anche <strong>il</strong> sapore è agliaceo.<br />

Foglie<br />

Le foglie sono molto rugose ed intere: quelle su<strong>per</strong>iori sono più o meno romboidali, mentre le inferiori,<br />

provviste di lungo peduncolo, hanno una forma cordato-reniforme e sono sommariamente crenate; al<br />

momento <strong>del</strong>la fioritura le foglie inferiori cadono.<br />

Fiori<br />

I fiori sono riuniti in racemi corimbosi e presentano 4 petali bianchi, di lunghezza inferiore ad 8 mm.; i sepali<br />

sono verdastri ed in numero di 4, mentre gli stami, piuttosto corti, sono 6.<br />

Molto profumati, attirano api e farfalle che provvedono all'impollinazione.<br />

Frutti<br />

Si tratta di s<strong>il</strong>ique tetragonali eretto-patenti di cira 5-6 cm con piccoli semi grigi.


Periodo di fioritura<br />

Fiorisce da Apr<strong>il</strong>e a Luglio, a seconda <strong>del</strong>la quota.<br />

Habitat<br />

Comune in tutto <strong>il</strong> territorio italiano e assente in Sardegna; in Sic<strong>il</strong>ia e lungo le coste è meno frequente; in<br />

altitudine si può trovare fino ai 1600-1700 metri <strong>del</strong>la zona subalpina; pred<strong>il</strong>ige luoghi freschi. In alcune<br />

zone tende ad essere infestante.<br />

Somiglianze e varietà<br />

Non presenta grandi problemi di confusione con altre specie.<br />

Specie protetta<br />

Non risultano segnalazioni di norme a carattere generale, regionale, locale, che proteggano questa pianta.<br />

Costituenti chimici<br />

Mirosina, glucosidi solforati, cartenoidi, olio essenziale, vitamina C e petcina.<br />

Uso Alimentare<br />

Le foglie ed i fiori, di sapore molto sim<strong>il</strong>e all'aglio, ma più digerib<strong>il</strong>i di questo, vengono ut<strong>il</strong>izzati nei misti di<br />

insalate e cicorie, e con varie carni, ottimi anche in pa<strong>del</strong>la e nelle farciture di arrosti.<br />

I semi contengono un olio che viene ut<strong>il</strong>izzato <strong>per</strong> dare sapore a vari piatti, come quello di senape.<br />

Uso Cosmetologico<br />

Non conosciuto e non r<strong>il</strong>evato.<br />

Uso Farmacologico<br />

I semi di Alliaria petiolata possiedono proprietà stimolanti <strong>del</strong>l’appetito; viene anche ut<strong>il</strong>izzata quale<br />

espettorante, antiscorbuto, revulsivo, cicatrizzante, diuretica, vermifuga.<br />

Medicina alternativa e Curiosità<br />

Per non <strong>per</strong>dere i preziosi principi terapeutici si consiglia di ut<strong>il</strong>izzare solo la pianta fresca, non essiccata.<br />

Contiene diversi principi ut<strong>il</strong>i in fitoterapia quali oli, enzimi, glocosidi ecc.<br />

Il succo <strong>per</strong> uso esterno o la decozione serve nei casi di piaghe di diffic<strong>il</strong>e guarigione, ferite infette, ragadi e<br />

geloni ulcerati.<br />

Viene ut<strong>il</strong>izzata anche <strong>per</strong> produrre coloranti


Allium neapolitanum<br />

Sinonimi<br />

Allium candidissimus Cav.<br />

Allium album Santi<br />

Tassonomia<br />

Regno:Plantae<br />

Divisione:Magnoliophyta<br />

Classe:L<strong>il</strong>iopsida<br />

Ordine:L<strong>il</strong>iales<br />

Famiglia:L<strong>il</strong>iaceae<br />

Nomi italiano<br />

Aglio bianco,aglio napolitano.<br />

AGLIO BIANCO<br />

Descrizione<br />

Pianta erbacea <strong>per</strong>enne, bulbosa, alta fino a 50cm. Il bulbo è formato da molti bulb<strong>il</strong>li.<br />

Foglie<br />

Le foglie piatte e lineari, partono dal bulbo centrale e possono raggiungere i 40 cm di altezza.<br />

Fiori<br />

I fiori hanno uno stelo, senza foglia, alto fino a 50cm, sono portati in ombrella terminale, tale infiorescenza<br />

prima di sbocciare è racchiusa in una guaina membranacea. Le ombrelle possono essere costituite da un<br />

numero variab<strong>il</strong>e di corolle che possono raggiungere anche <strong>il</strong> numero di 40 unità. Sono di colore bianco<br />

candido, profumate, al loro interno spiccano le antere di colore quasi nero.<br />

Frutti<br />

I frutti sono capsule che crescono quando si seccano i tepali.


Periodo di fioritura<br />

Fiorisce da Apr<strong>il</strong>e a Giugno.<br />

Territorio di crescita<br />

Cresce in tutto <strong>il</strong> territorio italiano, fino ad 800m, ad esclusione <strong>del</strong>la Val d'Aosta e Piemonte.<br />

Habitat<br />

Luoghi erbosi litoranei e collinari, prati, cigli stradali e bordi boschivi.<br />

Somiglianze e varietà<br />

Allium ursinum.<br />

Specie protetta<br />

Non si riscontrano note di protezione <strong>del</strong>la specie, se non <strong>per</strong> l'Allium narcissiflorum V<strong>il</strong>l. (Aglio<br />

piemontese).<br />

Costituenti chimici<br />

Tutte le specie <strong>del</strong> genere allium contengono vitamina A, B1, B2, C, PP. Molti sali minerali:potassio,<br />

magnesio, calcio, ferro, manganese, selenio e pectina. Un antibiotico di nome Allicina.<br />

Uso Alimentare<br />

Tutti gli allium selvatici sono commestib<strong>il</strong>i. Gli steli, le foglie e i bulbi, si possono usare sia <strong>per</strong> insalate, sia<br />

<strong>per</strong> minestre o insaporire carni e frittate. I bulbi raccolti in estate e fatti seccare si conservano come l'aglio<br />

coltivato. Mettendo a macerare i bulbi nell'olio se ne ottiene un infuso aromatico <strong>per</strong> condire.<br />

Uso Farmacologico<br />

Avendo proprietà:antisettiche, colagoghe, coleretiche, espettoranti, ipotensive, stimolanti, toniche,<br />

vermifughe, viene usato come diuretico e depurativo <strong>del</strong> sangue. Fresco è un ottimo antireumatico, lenitivo<br />

e antibatterico. E' controindicato nelle gastriti e in chi soffre di pressione bassa,malati di fegato e mamme<br />

che allattano.<br />

Medicina alternativa e Curiosità<br />

Si usano le foglie e i bulbi pestati <strong>per</strong> disinfettare ferite. Cotto nel latte e poi fatto bere ai bambini,è un<br />

ottimo vermifugo intestinale. Nei fiori di Bach l'essenza floreale <strong>del</strong>l’aglio elimina le paure e le tensioni,<br />

porta forza e resistenza, mentre l'essenza di aglio possiede virtù stimolanti. Alcune molecole contenute<br />

nell'aglio, legandosi a mercurio e piombo, hanno <strong>il</strong> potere di espellerlo dal corpo umano.


Allium ursinum<br />

Aglio orsino, Aglio selvatico, Aglio dei boschi<br />

AGLIO ORSINO<br />

Forma biologica :G. bulb. Geofite bulbose. Piante <strong>il</strong> cui organo <strong>per</strong>ennante è un bulbo da cui, ogni anno,<br />

nascono fiori e foglie<br />

Descrizione: pianta <strong>per</strong>enne alta 20-40 cm provvista di un bulbo sott<strong>il</strong>e oblungo attorniato da tuniche<br />

intere biancastre membranose e scapo semic<strong>il</strong>indrico angoloso.<br />

Foglie generalmente 2 basali, ovali-lanceolate, lunghe 10-20 cm. e larghe 3-6, munite di un lungo picciolo<br />

alato, lungo 5-15 cm. di un colore verde br<strong>il</strong>lante, emananti un forte odore agliaceo<br />

Le infiorescenze, alla sommità <strong>del</strong>lo scapo, si riuniscono ad ombrella di 6-20 fiori , di forma subsferica<br />

irregolare di 3-6 cm. di diametro. Sono racchiuse prima <strong>del</strong>la fioritura da una spata cartacea intera o divisa<br />

in 2-3 lobi, caduca, che non su<strong>per</strong>a la grandezza <strong>del</strong>l’ombrella.<br />

I fiori sono formati da 6 tepali bianchi lanceolati lunghi ca. 1 cm., più lunghi degli stami e con un peduncolo<br />

lungo sino a 2 cm.<br />

Frutti capsule che si aprono longitudinalmente lasciando fuoriuscire i semi.<br />

Antesi: apr<strong>il</strong>e- giugno<br />

Tipo corologico: Eurasiatico- Tem<strong>per</strong>.<br />

Distribuzione in Italia : comune in tutto <strong>il</strong> territorio, esclusa la Sardegna, anche se nella pianura padana è<br />

ora raro o scomparso, in Sic<strong>il</strong>ia e Corsica si trova soprattutto sui r<strong>il</strong>ievi.<br />

Habitat: Si diffonde soprattutto nei boschi di latifoglie, luoghi ombrosi ed umidi, e particolarmente nelle<br />

vallecole umide in colonie numerose su terreni fert<strong>il</strong>i e ricchi.di humus, dal piano fino alla fascia<br />

submontana 1500 mt.<br />

Proprietà: Le proprietà <strong>del</strong>l’aglio orsino sono praticamente le medesime <strong>del</strong>l’aglio comune= A. sativum e<br />

gode fama principalmente quale antielmintico, ma è anche un buon diuretico, stimolante gastrico,<br />

antisettico, coleretico (ossia agisce sulle b<strong>il</strong>e) ed è un efficace depurativo disintossicante <strong>del</strong> sangue. Le


foglie fresche sulla pelle hanno proprietà rubefacenti ed usate pestate quale cataplasma leniscono gli<br />

ascessi ed i foruncoli.<br />

Ut<strong>il</strong>izzi in cucina: In campo culinario, nel <strong>per</strong>iodo primaver<strong>il</strong>e, sono raccomandate le foglie tenere,finemente<br />

tritate, <strong>per</strong> insaporire le insalate o aromatizzare <strong>il</strong> burro dando un sapore <strong>del</strong>icato e gradevole alle carni e<br />

non così deciso rispetto agli altri agli. Sono inoltre ut<strong>il</strong>izzate <strong>per</strong> insaporire patate, cicorie, uova, zuppe, brodi<br />

avendo cura di aggiungerle all’ultimo momento <strong>per</strong> apprezzare appieno <strong>il</strong> loro aroma.<br />

In cucina <strong>il</strong> bulbo può essere sostituto all’A. sativum.<br />

In Slovenia viene prodotto un'olio a base di foglie di aglio orsino da usare quale condimento su patate lesse,<br />

pane tostato, pasta e particolarmente consigliato <strong>per</strong> insaporire piatti di pesce, quali sgombro o merluzzo.<br />

Il preparato richiama in un certo senso <strong>il</strong> pesto alla genovese ed è composto da ca. <strong>il</strong> 40% di foglie di alglio<br />

orsino tagliate finemente, una manciata di mandorle tritate, sale e pepe quanto necessita, <strong>il</strong> tutto<br />

completato e ben rico<strong>per</strong>to da olio extra vergine di oliva.<br />

Quest'ultimo prezioso suggerimento ci è <strong>per</strong>venuto dal nostro carissimo socio ed amico Orionmax, che<br />

ringraziamo <strong>per</strong> la sua cortese collaborazione.<br />

Avvertenze e Curiosità: Le foglie <strong>del</strong>l’A. ursinum si possono scambiare con quelle <strong>del</strong>la Convallaria majalis<br />

L.= mughetto (pianta tossica), quando le piante non sono ancora in fiore, ma si riconoscono bene<br />

stropicciandole <strong>per</strong> <strong>il</strong> forte odore agliaceo.<br />

L’Allium ursinum e l’Allium victorialis( che è più raro e si trova in zone montane più elevate) sono gli unici<br />

agli ad avere foglie grandi lanceolate,a differenza degli altri che hanno foglie lunghe e strette


Sinonimi<br />

Ranunculus sylvarum Clus.<br />

Anemanthus morosus (L.) Fourr.<br />

Anemonanthea nemorosa (L.) S.F. Gray<br />

Anemone pentaphylla Hooker f<strong>il</strong>. ex Pritzel<br />

Anemone <strong>qui</strong>nquefolia L.<br />

Anemone nemorosa L.<br />

Tassonomia<br />

Regno: Plantae<br />

Divisione: Magnoliophyta<br />

Classe: Magnoliopsida<br />

Ordine: Ranunculales<br />

Famiglia: Ranunculaceae<br />

Nome italiano<br />

Anemone dei boschi, Anemone bianca, S<strong>il</strong>via<br />

ANEMONE DEI BOSCHI<br />

Descrizione<br />

Anemonoides nemorosa (L.) Holub è una pianta erbacea <strong>per</strong>enne, alta fino a 30 cm, con rizoma orizzontale<br />

di colore brunastro e dotato di squamosità effimera scura, dal quale, ogni anno, si originano numerose<br />

nuove radichette, che si immergono profondamente nel terreno, e nuovi fusti fiorali glabri, eretti e<br />

monocefali.<br />

Nelle ore serali o quando piove, A. nemorosa reclina i fiori, e li richiude parzialmente in modo da<br />

proteggere le parti fert<strong>il</strong>i.<br />

Foglie<br />

Foglie radicali decidue, assenti all'antesi, con picciolo eretto e lamina palmatosetta o bipalmatosetta, divisa<br />

in 3-5 lobi lanceolati irregolari, a loro volta più o meno profondamente divisi.<br />

Foglie cauline picciolate, con lamina come sopra, raggruppate in un vertic<strong>il</strong>lo di 3 situato all’altezza di circa i<br />

4/5 <strong>del</strong> fusto, con indumento sericeo.


Fiori<br />

Fiore ermafrodito singolo su un peduncolo di 2-3 cm lievemente peloso. I (5) 6 (12) sepali petaloidei sono<br />

ellittici e bianchi (più di rado bianco-rosei o bianco-celestini), spesso con striature roseo-violette nella faccia<br />

inferiore, lunghi da (10) 12-15 a 20-22 mm. Stami numerosissimi con antere gialle. Gineceo formato da<br />

numerosi carpelli liberi. Impollinazione entomof<strong>il</strong>a.<br />

Frutti<br />

Infruttescenza (poliachenio) globosa composta da tanti piccoli acheni ovoidali rico<strong>per</strong>ti da fitta pelosità<br />

sericea, ciascuno derivante dalla fecondazione e maturazione di un singolo carpello, <strong>il</strong> cui st<strong>il</strong>o <strong>per</strong>sistente<br />

va a formare un piccolo rostro apicale.<br />

Periodo di fioritura<br />

(Gennaio) febbraio - maggio. La fioritura inizia precocemente sui suoli appena abbandonati dalla neve.<br />

Territorio di crescita<br />

Specie spontanea <strong>del</strong> Continente Europeo, Medio Oriente e America Settentrionale. Presente, allo stato<br />

spontaneo, in tutta Italia - isole escluse - dal piano basale a quello montano, con frequenza decrescente da<br />

Nord a Sud, dove la sua presenza è limitata alla zona montana ed è dubbia <strong>per</strong> la Calabria.<br />

Habitat<br />

Pred<strong>il</strong>ige sottoboschi chiari di latifoglie (soprattutto querce e faggi) e radure ombrose, con terreni ricchi di<br />

humus e freschi, neutri o calcarei, dal livello <strong>del</strong> mare fin oltre i 1600 m di quota.<br />

Uso Alimentare<br />

La pianta non è commestib<strong>il</strong>e.<br />

Uso Cosmetologico<br />

Nessun uso cosmetico è conosciuto: tutte le parti <strong>del</strong>la pianta fresca contengono protoanemonina, una<br />

sostanza che può provocare serie irritazioni topiche.<br />

Uso Farmacologico<br />

Non esiste un uso farmacologico moderno di questa specie che, al momento attuale, è trascurata anche<br />

dalla ricerca in campo fitochimico e farmacologico.


Bellis <strong>per</strong>ennis<br />

Sinonimi<br />

Bellis hybrida Ten.<br />

Tassonomia<br />

Regno:Plantae<br />

Divisione:Magnoliophyta<br />

Classe:Magnoliopsida<br />

Ordine:Asterales<br />

Famiglia:Asteraceae<br />

Nome italiano<br />

Pratolina, margheritina, bellide dei prati.<br />

PRATOLINA<br />

Descrizione<br />

Piccola pianta erbacea, <strong>per</strong>enne, pubescente in ogni sua parte (ad eccezione dei singoli fiori), non più alta di<br />

12-15 cm e con robusta radice fittonante.<br />

Foglie<br />

Le foglie, disposte di solito in rosetta basale aderente al suolo, sono di colore verde, talora glaucescenti,<br />

con picciolo alato, a lamina spatolata e margine crenato, con ben visib<strong>il</strong>e la sola nervatura mediana.<br />

Fiori<br />

In capolini solitari raggiati, con diametro mediamente di 2 cm (carattere abbastanza costante) o<br />

leggermente maggiore, presenti quasi tutto l'anno, su scapi semplici, af<strong>il</strong>li, o portanti al più qualche foglia<br />

nella porzione basale fino ad un paio di cm d'altezza; le brattee involucrali, ovali ad apice arrotondato o ±<br />

acuto, sono disposte su due ranghi e sono pelose su tutta la lamina; su un ricettacolo conico insiste un disco<br />

di fiori ermafroditi tubulosi e attinomorfi, gialli, contornato da fiori ligulati (i cosiddetti "fiori <strong>del</strong> raggio")<br />

con ligule bianche ± sfumate di rosso-violetto all'apice. Il capolino si comporta come un unico fiore: di notte<br />

e quando <strong>il</strong> cielo è nuvoloso, oppure c'è molta umidità, si inclina e si richiude, mentre di giorno segue <strong>il</strong><br />

corso <strong>del</strong> sole, orientandosi verso di esso.


Frutti<br />

Frutto secco indeiscente (achenio) di forma ovale e contenente un seme privo di endos<strong>per</strong>ma, sprovvisto di<br />

pappo; la sua su<strong>per</strong>ficie può essere pubescente; la dis<strong>per</strong>sione avviene dopo la caduta, a contatto col<br />

terreno, <strong>per</strong> mezzo di formiche e altri insetti terricoli.<br />

Periodo di fioritura<br />

La fioritura avviene praticamente durante tutto l'anno nelle zone più fresche (montagna), con riposo<br />

vegetativo estivo altrove.<br />

Territorio di crescita<br />

Cresce su tutto <strong>il</strong> territorio italiano.<br />

Habitat<br />

Cresce nei prati umidi, negli incolti e nei giardini, dal piano fino a 2000 metri di quota.<br />

Costituenti chimici<br />

Acido ascorbico, malico, fumarico, tartarico, caffeico, acetico e ossalico, resine, olio essenziale, oli grassi,<br />

zuccheri, tannini, un principio amaro, inulina, muc<strong>il</strong>lagini, poliine, una saponina, triterpeni.<br />

Uso Alimentare<br />

Possono essere ut<strong>il</strong>izzate le foglie raccolte prima <strong>del</strong>la fioritura, in insalata o <strong>per</strong> le zuppe; i capolini possono<br />

essere preparati sott'aceto.<br />

Uso Cosmetologico<br />

In cosmesi si ut<strong>il</strong>izza <strong>per</strong> schiarire la pelle, detergere zone macerate dal sudore, decongestionare <strong>il</strong> viso<br />

attorno agli occhi.<br />

Uso Farmacologico<br />

La ricerca in campo fitofarmacologico sulla B. <strong>per</strong>ennis ha confermato che la pianta è moderatamente attiva<br />

come astringente, <strong>per</strong> ridurre la produzione di muco e <strong>per</strong> l'azione antinfiammatoria. Sono in corso studi<br />

<strong>per</strong> accertare l'efficacia <strong>del</strong>la saponina estratta dai fiori nell'inibire l'innalzamento <strong>del</strong> livello dei trigliceridi<br />

nell'organismo.


Bryonia dioica<br />

VITE BIANCA<br />

Sinonimi : Bryonia cretica L. subs dioica (Jacq.) Tutin<br />

Famiglia : Cucurbitaceae<br />

Nome volgare : Vite bianca; Zucca selvatica<br />

Etimologia: Il nome <strong>del</strong> genere deriva dal greco Bryo = crescere con vigore, con allusione alla potenza <strong>del</strong>le<br />

sue radici e allo sv<strong>il</strong>uppo rigoglioso <strong>del</strong>la pianta.<br />

Morfologia:<br />

Pianta erbacea <strong>per</strong>enne, rampicante, pelosa e ruvida, con grossa radice a fittone lunga circa 15 cm, che con<br />

la parte <strong>del</strong> fusto sotterranea forma una ceppaia carnosa, con scorza di colore giallastro che a primavera<br />

emette le gemme che daranno vita ai nuovi, fusti, frag<strong>il</strong>i con lunghi viticci arrotolati a spirale, lunghi 2-4 m.<br />

Le foglie alterne, dotate di un robusto picciolo, di colore verde opaco. sono palmato-lobate lunghe fino a 10<br />

cm , apice spesso ottuso e base cuoriforme, con 3-5 lobi e la su<strong>per</strong>ficie è cosparsa di peli irti che le rendono<br />

ruvida al tatto, sono palminervie, senza stipole, dotate di robusti cirri che <strong>per</strong>mettono alla pianta di<br />

aggrapparsi a qualsiasi sostegno. I fiori hanno calice a tubo diviso in 5 lobi, mentre la corolla a forma di<br />

campana, di colore giallo pallido striata di verde, ha anch’essa 5 lobi ovali-lanceolati. I fiori masch<strong>il</strong>i sono<br />

lunghi fino a 2 cm e sono circa <strong>il</strong> doppio di quelli femmin<strong>il</strong>i, hanno 5 stami di cui 4 saldati a due a due ed<br />

uno libero, mentre i fiori femmin<strong>il</strong>i hanno tre st<strong>il</strong>i saldati alla base che terminano con 3 stimmi globosi e<br />

pelosi, l’ovario è tr<strong>il</strong>oculare e ciascuna loggia contiene due ovuli. I frutti sono bacche globose, lisce, <strong>del</strong>la<br />

taglia di un chicco di ribes, di colore verde, poi rosso vivo a maturazione.<br />

Distribuzione – Habitat – Fioritura:<br />

Di origine europea zone mediterranee, è comune in ogni regione italiana con esclusione <strong>del</strong>la Sardegna.<br />

Vegeta in ambienti ruderali, boschi a mezz’ombra, siepi, dal mare alla regione sub-montana ( da 0 a 1000<br />

m) e fiorisce da Apr<strong>il</strong>e a Maggio.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi:<br />

Pianta velenosa in tutte le sue parti, dalla radice alle bacche, <strong>per</strong> <strong>il</strong> suo contenuto di diverse Cucurbitacine<br />

amare, Bryoside, Triterpene brionolo, Acido crisofanico, Polisaccaridi, è stata in passato usata comunque a<br />

scopi terapeutici, contro le affezioni alle vie respiratorie e le congestioni epato-b<strong>il</strong>iari.


Calystegia sepium<br />

V<strong>il</strong>ucchio bianco, Campanelle bianche<br />

VILUCCHIO BIANCO<br />

Descrizione: Pianta <strong>per</strong>enne, erbacea, con fusti volub<strong>il</strong>i, glabri, lunghi sino a 3 m.<br />

Le foglie picciolate, alterne, ovate o ovato-lanceolate, sagittate, con base cordata ed apice acuto, margine<br />

ondulato, lunghe sino a 10 cm .<br />

I fiori solitari, su lunghi peduncoli, all'ascella <strong>del</strong>le foglie; calice con cinque lobi spesso screziato di rosso,<br />

racchiuso da 2 grandi brattee, ovali, fogliacee. La corolla, campanulata con diametro di 4-6 cm è<br />

leggermente lobata, bianca, raramente appena tendente al rosa.<br />

I frutti sono capsule ovoidali contenenti 2-4 semi tondi e neri.<br />

Antesi: Maggio – Settembre<br />

Tipo corologico: Paleotemp.<br />

Distribuzione in Italia: Pianta comune in tutto <strong>il</strong> territorio.<br />

Habitat: Infestante <strong>del</strong>le colture erbacee, dei cereali, dei vigneti e degli incolti, sulle siepi, nelle radure dei<br />

boschi da 0 a 1.400 m. Pred<strong>il</strong>ige suoli arg<strong>il</strong>losi, umidi e ricchi di elementi nutritivi.<br />

Note di sitematica: Sim<strong>il</strong>e è Ipomea purpurea Roth., con grandi corolle azzurre o porporine, coltivata come<br />

ornamentale; originaria <strong>del</strong>l’America tropicale.<br />

Proprietà e ut<strong>il</strong>izzi: Pianta colagoga, purgante, lenitiva, febbrifuga, diuretica.<br />

L’infuso di foglie risulta ut<strong>il</strong>e <strong>per</strong> favorire le funzioni <strong>del</strong> fegato e nella cura <strong>del</strong>la stitichezza.<br />

Curiosità: I fiori si chiudono quando piove o <strong>il</strong> cielo è co<strong>per</strong>to, ma spesso restano a<strong>per</strong>ti di notte, in questo<br />

modo vengono visitati da falene ed altri insetti notturni. In particolare <strong>il</strong> fiore attrae la Herse convolvuli (L.),<br />

farfalla dalla lunga spirotromba, adatta a succhiare <strong>il</strong> nettare secreto alla base <strong>del</strong> fiore, che così viene<br />

impollinato.


Campanula rapunculus<br />

Tassonomia<br />

Regno:Plantae<br />

Divisione: Magnoliophyta<br />

Classe: Magnoliopsida<br />

Ordine: Campanulales<br />

Famiglia: Campanulaceae<br />

Nome italiano<br />

Raponzolo, campanula commestib<strong>il</strong>e.<br />

RAPONZOLO<br />

Descrizione<br />

Pianta a ciclo biennale, a portamento erbaceo alta fino a oltre 1-1,5 m; con fusto eretto o ascendente,<br />

spigoloso, glabro o poco peloso almeno alla base, poco ramoso oltre la metà apicale, o semplice; radice<br />

fittonante ingrossata, carnosa o lignificata, biancastra.<br />

Foglie<br />

Nel primo anno le foglie, lunghe da 4-6 cm a 12-13 cm, sono tutte disposte ± in rosetta basale aderente al<br />

terreno, a lamina spatolato-oblunga o obovata, picciolate; nel secondo anno sono presenti anche quelle<br />

cauline, lunghe 1,5-8 cm, sess<strong>il</strong>i e strettamente lanceolate o sublineari, diminuenti via via di dimensioni<br />

verso l’apice <strong>del</strong> fusto; margine da sub-intero o ondulato a dentellato; pelosità molto variab<strong>il</strong>e, semplice, o<br />

assente.<br />

Fiori<br />

Infiorescenze racemose lasse e strette, a volte poco ramificate; peduncoli fiorali molto brevi o comunque<br />

generalmente più corti dei fiori, con brattea lineare inserita all’incirca alla loro base; <strong>il</strong> calice, lungo fino a<br />

2/3 <strong>del</strong>la corolla, porta 5 lobi lineari-lesiniformi, da eretto-patenti a patenti in piena antesi, a volte poco<br />

revoluti, glabri; corolla campanulata azzurro-pallida, rosea, o bianca, lunga da 10-12 fino a 20-23 mm,<br />

generalmente glabra e divisa sino ad 1/3 <strong>del</strong>la sua lunghezza in 5 lobi lanceolati, leggermente revoluti, a<br />

volte con breve mucrone apicale; stami 5 con antere bianco-giallastre, ovario infero tr<strong>il</strong>oculare, st<strong>il</strong>o diviso


all’apice in 3 segmenti stigmatici; sia stami che st<strong>il</strong>o sono più brevi <strong>del</strong>la corolla.<br />

Frutti<br />

I frutti sono capsule poricide (pori laterali o nella parte apicale); semi numerosi, bruni e di piccole<br />

dimensioni.<br />

Periodo di fioritura<br />

Fiorisce da marzo a settembre.<br />

Territorio di crescita<br />

Cresce in tutto <strong>il</strong> territorio italiano, ad esclusione <strong>del</strong>le isole.<br />

Habitat<br />

Prati, anche alberati, cigli <strong>del</strong>le strade, fra l'erba, dal livello <strong>del</strong> mare fino a oltre 1500 m di quota.<br />

Uso Alimentare<br />

Il ra<strong>per</strong>onzolo è una apprezzata e ben nota specie commestib<strong>il</strong>e. Le radici possono essere consumate sia<br />

fresche che cotte. Da fresche costituiscono una piacevole aggiunta alle insalate primaver<strong>il</strong>i. Cotte hanno un<br />

sapore dolce, in qualche modo sim<strong>il</strong>e a quello <strong>del</strong>le noci, che le rende molto gustose. Le foglie cotte<br />

costituiscono un apprezzato contorno. I giovani germogli, in primavera, una volta sbollentati possono<br />

essere consumati come asparagi.<br />

Uso Cosmetologico<br />

Non si conoscono usi nella moderna cosmetologia <strong>per</strong> questa specie. Nella medicina popolare si consigliava<br />

di applicare un cataplasma di foglie <strong>per</strong> combattere le verruche.<br />

Uso Farmacologico<br />

L’inulina e la vitamina C presenti nella radice la rendono un efficace diuretico e rinfrescante. In particolare<br />

l’inulina, un oligosaccaride composto da catene di fruttosio, favorisce la digestione, riduce la produzione di<br />

gas intestinali ed ha un effetto lassativo.<br />

Medicina alternativa e Curiosità<br />

Nella moderna fitoterapia non c’è particolare uso di questa specie. Per uso alimentare, tuttavia, i principi<br />

attivi presenti le conferiscono proprietà vulnerarie, antisettiche, astringenti, rinfrescanti e lassative. La<br />

radice, priva di amido, può essere consumata anche dai diabetici. Con le foglie ed i fiori, lasciati in infuso, si<br />

prepara un colluttorio ut<strong>il</strong>e a combattere <strong>il</strong> mal di gola e le infiammazioni <strong>del</strong> cavo orale.


Capsella bursa-pastoris<br />

BORSA DEL PASTORE<br />

Famiglia: Cruciferae<br />

Sinonimi: Thlaspi busa pastoris (L.)<br />

Nomi volgari: borsa <strong>del</strong> pastore, cassella, erba di Giuda, erba ra<strong>per</strong>ina, borsacchina, borsacchia, cassetta,<br />

scarsellina, erba storna.<br />

Etimologia:dal latino capsella = cofanetto, piccola borsa, con riferimento alla forma dei frutti, sim<strong>il</strong>i alle<br />

vecchie bisacce dei pastori.<br />

Morfologia:<br />

Pianta erbacea, annuale o biennale, con fusto eretto,es<strong>il</strong>e, ramificato e co<strong>per</strong>to di corti peli, alta sino a 60<br />

cm, con radice legnosa, a fittone e poco ramificata. Se viene stropicciata emana un forte odore di solforato.<br />

Le foglie hanno forma estremamente variab<strong>il</strong>e, le basali sono lanceolate-lobate, dentate o intere e formano<br />

rosetta; le cauline sono sess<strong>il</strong>i, inguainanti, glabre.<br />

I fiori sono ermafroditi, riuniti in piccoli grappoli terminali, di colore bianco, hanno calice composto da 4<br />

sepali verdi, ovali, a<strong>per</strong>ti. La corolla comprende 4 petali bianchi, opposti, più lunghi dei sepali <strong>del</strong> calice.<br />

Frutti: sono s<strong>il</strong>iquette appiattite, cuoriformi, contenenti semi oblunghi di colore marrone.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:Originaria probab<strong>il</strong>mente, <strong>del</strong>le regioni mediterranee, si è diffusa con le<br />

coltivazioni <strong>del</strong> frumento, divenendo una <strong>del</strong>le infestanti più cosmopolite. In Italia è pianta comune<br />

ovunque,cresce sino a 2.300 m adattandosi ad ogni tipo di clima vegeta negli orti, nelle vigne, nei muri, nei<br />

luoghi coltivati, nelle radure dei boschi; si tratta di piante a più cicli, i semi cadono appena nascono, <strong>per</strong> cui<br />

la si può trovare fiorita tutto l’anno.<br />

Proprietà ed usi:<br />

La borsa <strong>del</strong> pastore ha proprietà emostatiche, astringenti, antiemorragiche, in particolare principi attivi<br />

presenti nella pianta consentono di far contrarre la muscolatura <strong>del</strong>l’utero <strong>per</strong> cui ne frenano le emorragie,<br />

regolarizzando <strong>il</strong> ciclo mestruale. Ut<strong>il</strong>e anche nella cura <strong>del</strong>le epistassi, <strong>del</strong>le diarree, <strong>del</strong>le emorroidi e <strong>del</strong>le<br />

varici. Lo stelo fresco, tritato e macerato <strong>per</strong> 24 ore nell’aceto può essere applicato sulle infezioni cutanee.<br />

Dai semi, in tempo di carestia, si estraeva olio.


Centaurea jacea<br />

Famiglia: Compositae.<br />

Nomi volgari: Erba amara, fiordaliso stoppione.<br />

ERBA AMARA<br />

Morfologia:<br />

pianta <strong>per</strong>enne, erbacea, con la radice principale più sv<strong>il</strong>uppata rispetto alle secondarie, non o poco<br />

ramosa, fusto eretto e co<strong>per</strong>to di tormento biancastro, questo dona alla pianta <strong>il</strong> caratteristico colore<br />

verde-salvia. Alta sino a 100 cm, ma normalmente 30-70 cm.<br />

Foglie vagamente dentate, le inferiori sono picciolate, ovato lanceolate spesso pennatifide, le su<strong>per</strong>iori<br />

intere, lanceolate e sess<strong>il</strong>i.<br />

I fiori viola-porpora, sono capolini solitari, globulosi con i fiori, tutti ligulati, <strong>per</strong>iferici più grandi di quelli<br />

centrali. Involucro a bratte esterne e medie con appendice scariosa piuttosto ampia, bruna, giallastra o<br />

scolorata, intera o più o meno lacera al margine o frangiata.<br />

Il frutto è un achenio bianco.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

Originaria <strong>del</strong>l’Europa sud orientale, in Italia è pianta molto comune dei cespugli, dei prati dei pendii<br />

soleggiati, fiorisce principalmente da Giugno a Agosto, ma la si può trovare fiorita anche a settembre, dal<br />

piano sino a 1.500 m.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi:<br />

I suoi principi attivi sono costituiti da Centaurina, potassio, magnesio e tannini che le conferiscono<br />

proprietà tonificanti, amaricanti, stomachiche e diuretiche e digestive. Viene impiegata anche <strong>per</strong> calmare<br />

l’ardore <strong>del</strong>le febbri infant<strong>il</strong>i e d<strong>il</strong>uita in acqua come collirio <strong>per</strong> le congiuntiviti.


Chelidonium majus<br />

CELIDONIA<br />

Famiglia: Papaveraceae<br />

Nomi volgari: celidonia, erba da porri, erba nocca, erba porraia, chelidonia grande, erba purinea, erba de<br />

caol, cir<strong>il</strong>onia, selidonia, erba de ranas.<br />

Morfologia:<br />

pianta <strong>per</strong>enne, di aspetto erbaceo, cespitoso, ha fusto prostrato o ascendente ramoso e munito di peli<br />

sparsi, alta sino a 70 cm. Tutti gli organi <strong>del</strong>la pianta sono <strong>per</strong>corsi da una rete di canali laticiferi, nei quali<br />

scorre un succo arancione aspro e caustico, che fuoriesce alla minima incisione. Tutta la pianta emana un<br />

odore forte e sgradevole.<br />

Il rizoma è c<strong>il</strong>indrico, ramificato, esternamente è bruno-rosso, giallo all’interno, produce diverse radichette<br />

di color arancio-bruno.<br />

Le foglie, più chiare nella pagina inferiore, sono alterne, imparipennate, con segmenti lobati, dei quali<br />

l’apicale è tr<strong>il</strong>obato; le inferiori sono picciolate, mentre le cauline sono sess<strong>il</strong>i.<br />

I fiori dal lungo peduncolo, formano piccole ombrelle apicali,o solitari all’ascella fogliare, i 2 sepali <strong>del</strong> calice<br />

sono precocemente caduchi, la corolla ha 4 petali ovali di colore giallo oro e molti stami a f<strong>il</strong>amenti rigonfi<br />

appena sotto le antere.<br />

I frutti sono capsule lineari che contengono un gran numero di semi reniformi, br<strong>il</strong>lanti e neri, muniti di<br />

un’escrescenza polposa e gelatinosa, molto apprezzata dalle formiche, che in questo modo provvedono alla<br />

disseminazione.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

è presente in tutta Europa sino alle regioni subartiche, in Italia è pianta moltocomune nei luoghi ombrosi,<br />

lungo le strade, vicino agli immondezzai e alle macerie, sui vecchi muri e negli incolti; vegeta sino a 1.300 m<br />

e fiorisce da marzo ad ottobre.<br />

Proprietà ed usi:<br />

ATTENZIONE tutte le parti <strong>del</strong>la pianta e specialmente le radici risultano tossiche <strong>per</strong> <strong>il</strong> loro contenuto in<br />

alcaloidi: chelidonina e cheleritrina, quest’ultima fa starnutire e provoca sensazione di soffocamento.<br />

I suoi principi attivi sono affini a quelli <strong>del</strong>l’oppio, <strong>per</strong> cui <strong>il</strong> suo impiego è volto soprattutto a calmare <strong>il</strong><br />

dolore, fa parte infatti <strong>del</strong>la composizione di diversi farmaci spasmolitici, calmanti, batteriostatici; è inoltre


oftalmica, purgante, stomachica e diuretica<br />

È efficace contro taluni tipi di funghi microscopici e certi protozoi parassiti.<br />

Es<strong>per</strong>imenti rivelerebbero una sua azione inibitrice contro le cellule tumorali.<br />

Il latice che se ingerito causa bruciori alla bocca e alla faringe, vomito, paralisi e anche coma, è efficace<br />

invece nel trattamento <strong>del</strong>le verruche, dei calli e duroni.<br />

Fusti e foglie essiccate, nella medicina popolare, venivano consigliati <strong>per</strong> ped<strong>il</strong>uvi atti a riattivare la<br />

circolazione.<br />

Questa pianta, essendo molto tossica, deve essere usata solo sotto stretto controllo medico.<br />

Curiosità:<br />

<strong>per</strong> gli alchimisti <strong>del</strong> medioevo, era un ingrediente indispensab<strong>il</strong>e <strong>per</strong> la fabbricazione <strong>del</strong>la pietra f<strong>il</strong>osofale;<br />

fa parte <strong>del</strong>le “erbe magiche <strong>del</strong>la notte di S. Giovanni”( erbe che vengono colte all’alba <strong>del</strong> 24 giugno), con<br />

le quali si preparano potentissimi f<strong>il</strong>tri, talismani, oli, ma soprattutto i famosi"sali". Ci sono quelli <strong>per</strong><br />

l'amore, <strong>il</strong> lavoro, la fortuna, la guarigione e altro, con la celidonia si preparano i "sali <strong>per</strong> togliere le<br />

negatività".<br />

Questo sale misto a celidonia , dopo vari riti magici eseguiti rigorosamente in una notte di luna piena, potrà<br />

essere usato solo con la luna nuova e <strong>il</strong> suo potere durerà un anno.<br />

Messo sotto lo zerbino, ad esempio, allontana <strong>per</strong> sempre i falsi amici e gli invidiosi protegge dai malefici,<br />

favorisce le risoluzioni legali<br />

La leggenda vuole che le rondini facciano cadere una goccia di latice di celidonia negli occhi ancora chiusi<br />

dei rondinotti aiutandoli in questo modo ad aprirli.


Cichorium intybus<br />

Radicchio selvatico<br />

RADICCHIO SELVATICO<br />

Fusto prostrato od eretto, ispido <strong>per</strong> peli rivolti in basso. Foglie irregolarmente pennato-partite o pennatosette,<br />

con segmenti triangolari acuti, generlamente alterne. Fiori disposti in capolini numerosi, sess<strong>il</strong>i o<br />

peduncolati, con corolla azzurro intenso. Il frutto è un achenio con pappo formante una breve coroncina<br />

apicale.<br />

La raccolta:<br />

Di tutte le erbe spontanee dei nostri campi, la cicoria può vantare diversi primati: in primo luogo è quella<br />

che più ha contribuito al sostentamento dei nostri avi in ogni epoca, pane e cicoria ripassata era uno dei<br />

pasti più diffusi e tipici. In secondo luogo, è l’erba che più di tutte è rimasta impressa nella memoria sociale<br />

<strong>del</strong> popolo romano, ed ancora oggi torme di cittadini <strong>del</strong> tutto privi <strong>del</strong> rapporto con la campagna,<br />

conoscono almeno di nome la cicoria. Storicamente la cicoria proprio <strong>per</strong> la sua onnipresenza era raccolta<br />

da tutti, ma <strong>per</strong> chi non voleva stancarsi, esisteva <strong>il</strong> cicoriaro, raccoglitore professionale, che con <strong>il</strong> suo<br />

sacco a spalla ed <strong>il</strong> suo caratteristico coltello lungo e sott<strong>il</strong>e andava <strong>per</strong> campi <strong>per</strong> raccogliere e vendere. La<br />

cicoria presentava e presenta un solo grande inconveniente: bisogna “caparla”, ovvero mondarla da foglie<br />

vecchie, terra e radici. Per comprendere in quale considerazione era tenuta la cicoria a Roma, cito un passo<br />

di Cesare Pascarella (La sco<strong>per</strong>ta <strong>del</strong>l’America), <strong>per</strong> dimostrare la magnificenza <strong>del</strong>la nuova terra appena<br />

sco<strong>per</strong>ta, viene tirata in ballo la cicoria!


Cirsium vulgare<br />

CARDO ASININO<br />

( Carduus lanceolatus L., Cirsium lanceolatum Scopoli, Cnicus lanceolatus W<strong>il</strong>ldenow)<br />

Cardo asinino,Stoppione maggiore, Spione maggiore, Cardoncello maggiore.<br />

Forma biologica : H. bienn. Emicriptofite bienni. Piante a ciclo biennale con gemme poste a livello <strong>del</strong><br />

terreno.<br />

Descrizione: pianta erbacea biennale con fusto eretto, ramoso completamente co<strong>per</strong>to di aculei di 3 mm.<br />

ca. con ali spinose, può raggiungere anche i 2 metri di altezza.<br />

Foglie rade, decorrenti lungo <strong>il</strong> fusto, di un colore verde sopra, biancastre e tomentose sotto,<br />

profondamente incise, più o meno triangolari-lanceolate, a lobi ineguali, terminanti con una spina<br />

giallastra.<br />

Infiorescenze a capolino, racchiuso da un involucro ovoide lungo 3-5 cm.con brattee terminanti con spina a<br />

punta triangolare e corolla rosso porpora. Fiori ermafroditi, impollinazione tramite farfalle ed api.<br />

I frutti sono acheni di 3-4 mm., con pappo bianco setoloso di 2-3 cm.<br />

Antesi :giugno- ottobre<br />

Tipo corologico : Paleotem<strong>per</strong>ata. Eurasiatiche in senso lato, che ricompaiono anche nel Nord Africa.(<br />

Specie divenuta cosmopolita).<br />

Distribuzione in Italia : presente in tutte le regioni ed isole.<br />

Habitat :cresce nei luoghi incolti, ai margini dei fossati e dei canali e nelle praterie, dalla pianura alla<br />

montagna sino 1700 metri.<br />

Proprietà : la pianta è una buona mellifera.


Colchicum autumnale<br />

Tassonomia<br />

Regno:Plantae<br />

Divisione:Magnoliophyta<br />

Classe:L<strong>il</strong>iopsida<br />

Ordine:L<strong>il</strong>iales<br />

Famiglia:L<strong>il</strong>iaceae<br />

FALSO ZAFFERANO<br />

Nomi italiani<br />

Falso zafferano, Colchico autunnale, Zafferano bastardo, Giglio matto, Freddolina.<br />

Descrizione<br />

Pianta <strong>per</strong>enne con bulbo verticale, a forma di <strong>per</strong>a e rico<strong>per</strong>to da una tunica bronzea, che non emette fiori<br />

finché ci sono le foglie. Foglie e semi appaiono in primavera, poi seccano e spariscono lasciando posto ai<br />

fiori in autunno. Tutta la pianta è velenosa.<br />

Foglie<br />

Le foglie <strong>del</strong> Colchicum spuntano in primavera e muoiono in autunno prima che compaiano i fiori; sono di<br />

colore verde scuro, lunghe fino a 30 cm, larghe circa 7cm, con leggere striature più scure.<br />

Fiori<br />

I fiori, sim<strong>il</strong>i a quelli dei Crocus, spuntano in autunno nascendo direttamente dal bulbo sotterraneo, <strong>per</strong> lo<br />

più a mazzetti di 3 ma anche fino a 7; hanno 6 tepali di colore viola/rosa non variegati, fusi in un unico tubo<br />

<strong>per</strong>igoniale. Il fiore (lobi + tubo) è lungo complessivamente fino a 20 cm; ermafrodita, ha antere gialle su 6<br />

stami, 3 dei quali più lunghi dei restanti, e 3 st<strong>il</strong>i sporgenti dal tubo e separati tra loro.<br />

Frutti<br />

I frutti sono capsule ovoidali, verdi, collocate nel cuore <strong>del</strong>le foglie in primavera; contengono circa 200 semi<br />

che sono dapprima bianco lattiginosi ma col passare <strong>del</strong> tempo scuriscono.<br />

Periodo di fioritura


I fiori spuntano fra agosto e ottobre.<br />

Territorio di crescita<br />

C. autumnale è diffuso e comune nel nord Italia fino alla Toscana. La specie è stata ritrovata anche in<br />

Sardegna.<br />

Habitat<br />

Cresce nelle radure boschive, nei prati e nei luoghi umidi, ma non in substrato calcareo.<br />

Uso Alimentare<br />

Per la sua tossicità è altamente vietato <strong>il</strong> consumo alimentare umano; anche le bestie di grossa taglia lo<br />

evitano, mentre gli ovini se ne cibano voracemente, col risultato di produrre poi un latte non commestib<strong>il</strong>e.<br />

Uso Cosmetologico<br />

Data la tossicità <strong>del</strong>l'intera pianta non si conoscono usi cosmetologici.<br />

Uso Farmacologico<br />

Oltre che <strong>per</strong> le forme acute di gotta è ut<strong>il</strong>e <strong>per</strong> la cura di alcune forme di epatite cronica. Trova impieghi<br />

anche nel trattamento esterno di alcune forme tumorali grazie alle sue capacità di ridurre la duplicazione<br />

cellulare. Gli ut<strong>il</strong>izzi in farmacologia di questa pianta, contenente sostanze tra le più velenose, sono<br />

necessariamente riservati ai medici e si limitano all'ut<strong>il</strong>izzo <strong>del</strong>la sola colchicina pura.<br />

Pianta da evitare e non ut<strong>il</strong>izzata in fitoterapia <strong>per</strong> la sua velenosità.<br />

Medicina alternativa e Curiosità<br />

In omeopatia <strong>il</strong> C. autumnale viene usato, in minime dosi, <strong>per</strong> la poliartrite e nella ritenzione degli acidi urici<br />

che provoca la gotta. Mentre in veterinaria come diuretico e <strong>per</strong> curare i malanni articolari degli animali.<br />

Anticamente <strong>il</strong> decotto <strong>del</strong>la pianta veniva frizionato sul derma <strong>per</strong> <strong>il</strong> trattamento <strong>del</strong>le sciatalgie e nelle<br />

affezioni <strong>del</strong> trigemino


Convolvulus arvensis<br />

Tassonomia<br />

Regno: Plantae<br />

Divisione: Magnoliophyta (Angios<strong>per</strong>mae)<br />

Classe: Magnoliopsida (Dicotyledones)<br />

Ordine: Solanales<br />

Famiglia: Convolvulaceae<br />

Nome italiano<br />

V<strong>il</strong>ucchio comune<br />

Nomi locali: liatorja (Sard.)<br />

VILUCCHIO COMUNE<br />

Descrizione<br />

Pianta <strong>per</strong>enne, rizomatosa, strisciante o rampicante, glabra o con poca e corta pubescenza; fusti ramificati,<br />

volub<strong>il</strong>i, a sezione in genere poligonale, lunghi fino a 2 m; si arrampica alle altre specie erbacee, o alle<br />

recinzioni, avvolgendosi ad essi (da cui <strong>il</strong> nome <strong>del</strong> genere), anche grazie a particolari alette longitudinalielicoidali<br />

di cui sono dotati i fusti.<br />

Foglie<br />

Picciolate, con lamina astata o sagittata, ± allungata o arrotondata, margine intero, spesso ondulato e ±<br />

revoluto, apice da ottuso a subacuto, a volte mucronato; <strong>il</strong> picciolo è lungo all’incirca quanto la lamina nella<br />

parte basale <strong>del</strong> fusto, diventandone rapidamente più breve verso l’apice.<br />

Fiori<br />

Solitari o in coppie, portati all’ascella <strong>del</strong>le foglie; peduncoli lunghi e ± rigidi, con 2 brattee lineari ± opposte<br />

<strong>il</strong> cui nodo è, sovente, ginocchiuto; calice 5-mero dialisepalo, sepali oblunghi ad apice ottuso, o smarginato,<br />

o troncato, mucronato, ± pubescenti sul dorso, margine ± c<strong>il</strong>iato; corolla gamopetala, imbutiforme, da<br />

completamente biancastra a completamente rosacea, o, ancora più frequentemente, con 5 bande<br />

longitudinali bianche alternate ad altrettante rosate, sulla faccia abassiale sono presenti, centrate all'incirca<br />

sull'asse di quelle rosate (se evidenti), 5 ulteriori bande radiali liguliformi porporine, congiunte, e verdigiallastre,<br />

alla base; stami 5, di diversa lunghezza e con antere sagittate; st<strong>il</strong>o f<strong>il</strong>iforme, stigma bifido.


Frutti<br />

Capsula glabra, ellissoideo-sferoidale, più lunga <strong>del</strong> calice portante 3-4 semi scuri.<br />

Periodo di fioritura<br />

Potenzialmente tutto l’anno, a seconda <strong>del</strong>le condizioni climatiche.<br />

Territorio di crescita<br />

Specie diffusa in tutta la fascia tem<strong>per</strong>ata e subtropicale <strong>del</strong> nostro pianeta, ad eccezione <strong>del</strong>l’Australia; è<br />

presente in tutte le Regioni italiane.<br />

Habitat<br />

Prati incolti o coltivati, a volte anche infestante, bordi <strong>del</strong>le strade, da 0 a 1500 m di quota.<br />

Uso Alimentare<br />

Non si conoscono usi alimentari <strong>per</strong> questa pianta, che costituisce foraggio <strong>per</strong> gli animali al pascolo.<br />

Uso Farmacologico<br />

L’ estratto di C. arvensis L. è la fonte di una speciale classe di glicoproteine (Proteoglycan) che si sono<br />

dimostrate efficaci nell’inibire l’angiogenesi ossia <strong>il</strong> processo attraverso <strong>il</strong> quale i tumori favoriscono la<br />

crescita di nuovi vasi sangugni nell’organismo, necessari alla crescita <strong>del</strong> tumore stesso. La radice e le parti<br />

verdi <strong>del</strong>la pianta contengono un glucoside resinoso (convolvolina) che ha effetti purgativi.<br />

Medicina alternativa e Curiosità<br />

Tulle le parti <strong>del</strong>la pianta, specialmente le radici, possono essere ut<strong>il</strong>izzate come rimedi fitoterapici ( infuso,<br />

soluzione idroalcolica, polvere, succo fresco ) <strong>per</strong> le proprietà lassative, colagoghe e toniche <strong>del</strong>la<br />

digestione. La pianta intera macinata, <strong>per</strong> uso esterno, è ut<strong>il</strong>e a maturare foruncoli ed ascessi e in caso di<br />

emorroidi. In Sic<strong>il</strong>ia , secondo una tradizione popolare, la pianta viene usata <strong>per</strong> nutrire i conigli<br />

inappetenti. I Greci, nell’antichità, ritenevano che le Baccanti fossero use adormarsi <strong>il</strong> capo con corone di<br />

edera e fiori di convolvolo. La tendenza di C. arvensis a ricoprire qualunque sostegno e a invadere <strong>il</strong> terreno<br />

a discapito <strong>del</strong>le altre piante ne ha fatto <strong>il</strong> simbolo <strong>del</strong>l’invadenza e <strong>del</strong>la civetteria. In una fiaba dei fratelli<br />

Grimm, “ Il Bicchierino <strong>del</strong>la Madonna” , la vergine beve <strong>il</strong> vino offertole da uno stanco carrettiere nella<br />

corolla di un fiorellino: <strong>il</strong> fior di convolvolo.


Daucus carota<br />

Sinonimi<br />

Daucus gingidium L. subsp. gingidium<br />

Daucus gingidium L.<br />

Daucus communis Rouy & E.G.Camus<br />

Tassonomia<br />

Regno: Plantae<br />

Divisione:Magnoliophyta<br />

Classe: Magnoliopsida<br />

Ordine: Apiales<br />

Famiglia:Apiaceae<br />

Nome italiano<br />

Carota selvatica, cepo bianco, pastinaca, gallinaccio.<br />

CAROTA SELVATICA<br />

Descrizione<br />

Pianta erbacea biennale, a volte <strong>per</strong>ennante, con radice a fittone verticale ± ingrossato e lignificato, di<br />

colore giallo-biancastro; scapo fiorale rigido e irsuto, può essere semplice o ramificato fin dalla base,<br />

assumendo un portamento da slanciato a semi-cespuglioso, raggiunge in genere l'altezza di 1 m, potendo, a<br />

volte, su<strong>per</strong>are anche 1,70-2 m.<br />

Foglie<br />

Le foglie sono picciolate e abbraccianti <strong>il</strong> fusto, da 1 a 4-pennatosette (sono divise fino alla nervatura<br />

principale), quelle basali con un numero maggiore di divisioni, e di dimensioni maggiori, rispetto a quelle<br />

<strong>del</strong>la parte apicale; i segmenti sono da lineari a oblunghi a lanceolati, in prevalenza lineari nella foglie <strong>del</strong>la<br />

porzione apicale.<br />

Fiori<br />

Infiorescenze ad ombrella composta di dimensioni variab<strong>il</strong>i e portanti alla base un numero variab<strong>il</strong>e di


attee in genere pennatosette con divisioni ± lineari e la cui lunghezza non eccede mai <strong>il</strong> raggio<br />

<strong>del</strong>l'ombrella; alla base <strong>del</strong>le ombrelline secondarie sono presenti brattee di dimensioni più piccole e con<br />

lamina <strong>del</strong>la stessa forma, ma con meno divisioni; fiori minuti, <strong>del</strong>icatamente profumati, o quasi inodori,<br />

zigomorfi e con 5 petali da biancastri a ± rosati, quelli più esterni all'ombrella di dimensioni maggiori; al<br />

centro <strong>del</strong>l'ombrella è generalmente presente (ma può anche non esserci) un fiore ster<strong>il</strong>e con corolla di un<br />

colore porporino assai scuro, tendente al nero.<br />

Frutti<br />

Acheni da bruni a ± rossastri a maturità, da ovali a ellittici, con due ordini di coste longitudinali, uno con soli<br />

peli semplici, l'altro portante solo aculei; durante la fruttificazione le brattee alla base <strong>del</strong>la infiorescenza<br />

tendono a chiudersi a protezione dei frutti assumendo spesso una forma globosa.<br />

Periodo di fioritura<br />

Fiorisce da Apr<strong>il</strong>e a Ottobre inoltrato.<br />

Territorio di crescita<br />

Il Daucus carota si trova su tutto <strong>il</strong> territorio italiano fino a 1400 mt.<br />

Habitat<br />

Considerata pianta infestante, si trova fac<strong>il</strong>mente in posti assolati, prati, ambienti rurali e <strong>per</strong>fino lungo le<br />

strade <strong>per</strong>iferiche di città.<br />

Costituenti chimici<br />

Nel Daucus sono state segnalate numerose sostanze: acetone, asarone, colina, etanolo, acido formico,<br />

saccarosio, glucosio, glutatione, asparagina, Carotene, vitamine B1, B2, C, PP, E, D. La pianta contiene<br />

inoltre glucidi, provitamina A, vitamina B e C, sali minerali e pectite.<br />

Uso Alimentare<br />

La pianta non ha usi particolari alimentari,benchè si possano usare le foglie tenere in insalata e le radici<br />

tagliate a pezzi e fatte bollire,poi condite.Dai semi si estrae un olio, ut<strong>il</strong>izzato nella fabbricazione di liquori e<br />

nella preparazione di composti aromatici.<br />

Uso Cosmetologico<br />

L’olio dal <strong>del</strong>icato profumo di iris, viene impiegato in profumeria e nelle creme antirughe miscelato e<br />

combinato con altri oli di origine vegetale. Le radici vengono impiegate nell'industria <strong>per</strong> l'estrazione di<br />

carotene e di coloranti. Ut<strong>il</strong>izzata anche <strong>per</strong> la preparazione <strong>del</strong>le più note maschere di bellezza, la cui<br />

ricetta prodigiosa sembrerebbe essere una miscela <strong>per</strong>fetta <strong>del</strong>la polpa di questa pianta, con avocado e<br />

cetriolo.<br />

Uso Farmacologico<br />

In fitoterapia viene indicata come vitaminica, rimineralizzante, stimolatrice <strong>del</strong>le difese immunitarie,<br />

oftalmica, diuretica e cicatrizzante. Per applicazioni dermatologiche, dai semi si ottiene un olio essenziale,<br />

ut<strong>il</strong>issimo <strong>per</strong> la cura <strong>del</strong>la psoriasi, degli eczemi e <strong>del</strong>le dermatiti. I semi e i frutti <strong>del</strong>la carota selvatica<br />

hanno proprietà diuretiche. L'infuso di carota selvatica è efficace in caso di difficoltà di urinare.


Erigeron annuus<br />

CESPICA ANNUA<br />

Famiglia: Compositae<br />

Sinonimi: Stenactis annua ((L.)Less.), Aster annuus L.<br />

Nomi volgari: Cespica annua, Cespola annua.<br />

Etimologia: <strong>il</strong> nome generico dal greco “er” = “sollecito” e “gerou” = “vecchio”, con riferimento alla breve<br />

durata <strong>del</strong>la fioritura.<br />

Morfologia:<br />

pianta annua, spesso bienne, pelosetta, di aspetto erbaceo, fusti eretti semplici o ramificati in alto, con<br />

radici fibrose, altezza sino a 150 cm.<br />

Le foglie basali sono picciolate, lanceolato-dentate, le cauline sono sess<strong>il</strong>i, lanceolate o lineari, intere, con<br />

margine c<strong>il</strong>iato, pubescenti da entrambi i lati, lunghe sino a 9-10 cm.<br />

I corimbi terminali portano capolini dal diametro 2 cm, con i fiori <strong>del</strong> raggio ligulati di colore biancovioletto,<br />

quelli <strong>del</strong> disco gialli e tubulosi.<br />

I frutti sono acheni con pappo molle di peli radi.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

originaria <strong>del</strong> Nord America ora è specie naturalizzata in Europa; In Italia è comune nelle regioni<br />

settentrionali e centrali, dove possiamo trovarla nelle aree antropizzate, negli incolti e nelle macerie.<br />

Fiorisce da giugno a novembre sino a 1.200 m.


Fragaria vesca<br />

FRAGOLINA DI BOSCO<br />

Sinonimi<br />

Fragaria vulgaris Ehrh. - Potent<strong>il</strong>la vesca (L.) Scop. - Fragaria sylvestris (L.) Duchesne<br />

Tassonomia<br />

Regno: Plantae<br />

Divisione: Magnoliophyta<br />

Classe: Magnoliopsida<br />

Ordine: Rosales<br />

Famiglia: Rosaceae<br />

Nomi italiano<br />

Fragolina di bosco, fragola comune, fragola selvatica.<br />

Descrizione<br />

si tratta di una pianta rizomatosa, erbacea, <strong>per</strong>enne, che si sv<strong>il</strong>uppa con lunghi cordoni rizomatosi radicanti,<br />

presentante piccoli fusti eretti e a consistenza legnosa, alti dai 5 a 15 cm.<br />

Foglie<br />

Le foglie sono riunite con lunghi piccioli in rosette caratteristiche trifogliate, hanno un margine nettamente<br />

denticolato, la faccia inferiore è decisamente più smorta, biancastra e moderatamente pubescente. Hanno<br />

una lunghezza media che osc<strong>il</strong>la tra i 5 e i 7 cm.<br />

Fiori<br />

L'infiorescenza è composta con pochi fiori bianchi, portanti normalmente cinque petali (possib<strong>il</strong>i anche 4 o<br />

6) e aventi un diametro di poco su<strong>per</strong>iore al centimetro.<br />

Frutti


Il frutto apparente si presenta globoso, cm un diametro di circa 2 cm e di un bel colore rosso scarlatto. In<br />

realtà dal punto di vista botanico si tratta di un "falso frutto" esito <strong>del</strong> rigonfiamento <strong>del</strong> ricettacolo floreale<br />

prodottosi conseguentemente alla fecondazione <strong>del</strong> fiore, questa struttura sferoide porta sulla sua<br />

su<strong>per</strong>ficie numerosi piccoli acheni neri, che altro non sono che <strong>il</strong> frutto vero e proprio.<br />

Periodo di fioritura<br />

Secondo <strong>il</strong> sito geografico di crescita (Nord/Sud, pianura/montagna), la fioritura si realizza da Marzo a<br />

Luglio.<br />

Territorio di crescita<br />

Pianta ubi<strong>qui</strong>taria la troviamo ovunque, presente in tutte le regioni d'Italia, cresce sia in pianura che in<br />

montagna sino al limite <strong>del</strong>la vegetazione.<br />

Habitat<br />

Cresce nel sottobosco, lungo i margini <strong>del</strong>le stradine interne <strong>del</strong> bosco, nelle scarpate in genere.<br />

Uso Alimentare<br />

<strong>il</strong> frutto viene consumato da tempi immemorab<strong>il</strong>i sia crudo che cotto, viene ut<strong>il</strong>izzato <strong>per</strong> la preparazione di<br />

macedonie e marmellate, spesso si accompagna al gelato. Con l'infuso di foglie si produce una bevanda<br />

gradevolissima dall'intenso sapore e profumo.<br />

Uso Cosmetologico<br />

La polpa dei suoi frutti schiacciati viene applicata con maschere finalizzate a schierire zone epidermiche<br />

fortemente pigmentate e melaminiche.<br />

Uso Farmacologico<br />

Viene usata come astringente intestinale, antinfiammatorio, ipotensivo, diuretico, antigottoso, rinfrescante<br />

e <strong>qui</strong>ndi consigliata in modo particolare nel trattamento <strong>del</strong>la diarrea, pelle e mucose arrossate, ematuria,<br />

ittero. La polpa schiacciata può essere applicata sul derma <strong>per</strong> trattare gli eritemi dovuti ad eccessi<br />

nell'esposizione solare.<br />

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo<br />

medico.<br />

Medicina alternativa e Curiosità<br />

Secondo le indicazioni di Bach la fragola sarebbe ut<strong>il</strong>e a rafforzare <strong>il</strong> senso di dignità, l'e<strong>qui</strong>librio psicofisico,<br />

l'affermazione <strong>del</strong> proprio io. Secondo la medicina Antroposofica le foglie di vite e fragola sono consigliate<br />

<strong>per</strong> le patologie epatiche. Nel linguaggio dei fiori la fragola rappresenta l'Amore e la Stima. Nel Medioevo le<br />

foglie essiccate di fragola intrecciate e raccolte in appositi cordoni, se indossate come cinte, si ritenevano<br />

ut<strong>il</strong>i come rimedio protettivo contro <strong>il</strong> morso dei serpenti. I viandanti che riposavano all'a<strong>per</strong>to a tale scopo<br />

proteggevano i giacigli circondandoli con foglie di fragola.


Galega officinalis<br />

CAPRAGGINE<br />

Capraggine, Ruta di Capra,Lavamani , Chiappamosche, Aruta Capraria<br />

Descrizione: è una pianta erbacea <strong>per</strong>enne, da 50 cm. a 1 mt. di altezza, con corto rizoma, da cui parte un<br />

abbondante sistema radicale.<br />

Fusto erbaceo, eretto, glabro, cavo all’interno, alla base <strong>del</strong> picciolo sono inserite 2 stipole allungateaccuminate.<br />

Le foglie glabre, imparipennate con 11-19 foglioline,che sono oblunghe-lanceolate,mucronate all’apice,con<br />

margine intero.<br />

I fiori, sfumati dal l<strong>il</strong>la al rosa ed al bianco, sono disposti in racemi all’ascella <strong>del</strong>le foglie su<strong>per</strong>iori di ca, 10-<br />

20 cm. Il calice, di forma campanulata, ha 5 denti triangolari allungati, mentre la corolla è formata da 1<br />

carena, 2 ali ed 1 vess<strong>il</strong>lo. Il frutto è un legume sinuoso e strozzato tra un seme e l‘altro, di lunghezza 2-3<br />

cm.<br />

Antesi: Maggio - Luglio<br />

Distribuzione in Italia: Presente in tutta la penisola, assente nelle isole<br />

Habitat: Cresce nei terreni freschi, rive dei fossi, dei fiumi e canali, dal mare alla regione sub montana di<br />

tutta Italia, ma più rara nell’Italia Meridionale, fino a 800 m.<br />

Proprietà, usi e curiosità: Nei tempi passati è stata usata nell’alimentazione umana <strong>per</strong> <strong>il</strong> suo potere<br />

nutritivo, <strong>per</strong> le sue proprietà diaforetiche, contro le febbri e la peste, quale antidoto. Infatti, uno dei suoi<br />

nomi popolari ,in Germania ,era “ Pest<strong>il</strong>enzkraut”, ossia erba <strong>del</strong>la peste.<br />

Nella tradizione popolare , l’uso <strong>del</strong>la droga,ormai molto limitato, veniva impiegato oltre che sudorifero ed<br />

antitossico di ordine generale, come stimolatore <strong>per</strong> aumentare la portata lattea alle nutrici. Il suo potere<br />

galattogeno era così apprezzato, che in alcune zone <strong>del</strong>la pianura padana, era consuetudine somministrare<br />

decotti alle puer<strong>per</strong>e.<br />

Così pure nelle campagne veniva considerata una ottima foraggera e si coltivava <strong>per</strong> arricchire i foraggi di<br />

principi attivi stimolanti la secrezione di latte nelle bovine e <strong>per</strong> conservare a lungo la portata di latte.<br />

Alcuni studiosi confermarono queste proprietà ed altri in seguito le negarono. Molti ricercatori moderni,che<br />

hanno affrontato la verifica di codeste proprietà, non sono riusciti ad affermarle con certezza, anche se in<br />

alcuni casi si sono riscontrati miglioramenti di volume e <strong>del</strong>la circolazione <strong>del</strong>le ghiandole mammarie.


Galium aparine<br />

ATTACCAMANO<br />

Attaccamano, Caglio as<strong>per</strong>ello, Attaccaveste, Attaccaroba, Erba taca, Reseghetta, Strozzagalline,<br />

Scattalingula.<br />

Forma biologica: T scap<br />

Descrizione: Pianta annua erbacea, strisciante o ascendente, spesso rampicante su altre piante;<br />

fusti angolosi, robusti e tenaci, scabri <strong>per</strong> la presenza di irti aculei reflessi; lunghezza sino a 2 m.<br />

Le foglie sono vertic<strong>il</strong>late 6÷9, lineari÷lanceolate o ellittiche hanno apice mucronato spinulose sul bordo e<br />

sulla nervatura centrale, sulla pagina inferiore <strong>del</strong> lembo f<strong>il</strong>e di peli duri.<br />

I fiori formano cime bipare ascellari e peduncolate, piccole corolle bianco÷verdi, i lobi <strong>del</strong>la corolla sono<br />

nettamente separati.<br />

I frutti sono diacheni co<strong>per</strong>ti di setole uncinate che si fissano solidamente ad ogni appiglio, fac<strong>il</strong>itando in<br />

questo modo la dis<strong>per</strong>sione.<br />

Antesi: Marzo÷Settembre<br />

Tipo corologico: Eurasiat.<br />

Distribuzione in Italia: Presente in tutto <strong>il</strong> territorio, isole comprese.<br />

Habitat: Comune sui bordi stradali, campi incolti, siepi, boscaglie da 0 a 1.700 m.<br />

Proprietà ed usi: Erba amara rinfrescante dal sapore salato, leggermente lassativa<br />

depurativa, diuretica, antinfiammatoria, astringente, tonica sul sistema linfatico.<br />

Come la maggior parte dei Galium ha fama di alterativo e tonico linfatico efficace in caso di eczema e<br />

psoriasi e altre condizioni infiammatorie croniche.<br />

Per uso interno in caso di febbri ghiandolari, tons<strong>il</strong>liti, cistite, eczema psoriasi.<br />

Per uso esterno in caso di ulcere, infiammazioni cutanee, piccole lesioni e psoriasi.<br />

In cucina i cinesi lo ut<strong>il</strong>izzano come verdura, mentre i semi tostati possono essere ut<strong>il</strong>izzati come surrogato<br />

<strong>del</strong> caffè.


Galium verum<br />

CAGLIO ZOLFINO<br />

Caglio zolfino, Gallio, Caglio, Erba da caglio, Erba zolfina, Ingrassabue, Presuola.<br />

Foma biologica: H scap (Emicriptofite scapose. Piante <strong>per</strong>ennanti <strong>per</strong> mezzo di gemme poste a livello <strong>del</strong><br />

terreno e con asse fiorale allugato, spesso privo di foglie).<br />

Descrizione: Pianta <strong>per</strong>enne, erbacea, rizomatosa, raggiunge 1 m di altezza. Fusti c<strong>il</strong>indrici o<br />

subquadrangolari, glabrescenti o solcati da 4 linee di peli annerenti nel secco, poco ramificati.<br />

Le foglie sono riunite in vertic<strong>il</strong>li di 8-12 elementi, strette, lineari, con stipole sim<strong>il</strong>i a foglie, lucide sopra e<br />

pubescenti di sotto, revolute al margine, hanno una nervatura centrale r<strong>il</strong>evata, molto evidente.<br />

I fiori portati da brevi peduncoli, sono di colore giallo intenso, molto piccoli, disposti in folte pannocchie<br />

terminali, glabri e profumati. La corolla di 2-4 mm. è divisa un 4 punte, tra la quali si intercalano 4 stami<br />

dalle antere marrone.<br />

I frutti sono acheni glabri, levigati e brunastri.<br />

Antesi: Giugno – Settembre<br />

Distribuzione in Italia: Presente in tutto <strong>il</strong> teritorio.<br />

Habitat: Prati aridi, lungo i sentieri, ai margini dei boschi, nei luoghi sabbiosi e sassosi sino a 1.700 m.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi: Pianta diuretica, antireumatica, antispasmodica, sedativa, astringente, indicata contro<br />

le malattie <strong>del</strong>l’apparato urinario.<br />

Per uso esterno può essere impiegata <strong>per</strong> combattere le dermatosi, le piaghe che cicatrizzano con difficoltà<br />

e le affezioni <strong>del</strong>la pelle in genere.<br />

Anticamente era erba usata <strong>per</strong> la coagulazione <strong>del</strong> latte, oggi, <strong>il</strong> caglio, si estrae dall’abomaso dei vitelli<br />

lattanti.<br />

Questa pianta, come altri Galium, ha la proprietà di tingere i tessuti: in giallo se si usano i fiori, in rosso se si<br />

usano le radici.


Geranium molle<br />

Sinonimi<br />

Geranium stipulare Kunze<br />

Tassonomia<br />

Regno: Plantae<br />

Divisione: Magnoliophyta (Angios<strong>per</strong>mae)<br />

Classe: Magnoliopsida (Dicotyledones)<br />

Ordine: Geraniales<br />

Famiglia: Geraniaceae<br />

Nome italiano<br />

Geranio comune<br />

GERANIO COMUNE<br />

Descrizione<br />

Pianta erbacea annuale alta fino a 30 (40) cm, con fitta pelosità biancastra, morbida e variegata,<br />

generalmente <strong>per</strong> peli semplici lunghi fino a circa 2 mm e peli semplici o ghiandolari vistosamente<br />

più brevi. Fusticini es<strong>il</strong>i, ma rigidi, sub-eretti o ascendenti, arrossati, scanalati almeno nella parte<br />

basale.<br />

Foglie<br />

Picciolate, con lamina da sub-orbicolare a reniforme, palmatifida con segmenti principali a loro<br />

volta divisi in (2)3(4) lobi generalmente arrotondati, più di rado ulteriormente divisi; pelosità<br />

appressata alla lamina, o al più eretto-patente, sia semplice che ghiandolare, avvertib<strong>il</strong>e al tatto<br />

come velluto, su entrambe le facce; picciolo lungo fino a 12-14 cm nelle foglie basali,<br />

progressivamente più breve andando verso l’apice dei fusti; divisioni <strong>del</strong>la lamina più marcate<br />

nelle foglie su<strong>per</strong>iori, che hanno dimensioni più ridotte rispetto alle altre e sono divise in 5 lobi,<br />

interi o, a loro volta, divisi in 2-3 segmenti. Stipole pelose su almeno una faccia e sul margine, ±<br />

erette e leggermente involute.<br />

Fiori<br />

In cimette generalmente 2-flore, in posizione opposta alle foglie su<strong>per</strong>iori e apicali; peduncolo con<br />

indumento sim<strong>il</strong>e ai fusti, e portante un vertic<strong>il</strong>lo di piccole brattee scariose e v<strong>il</strong>lose, all’incirca


sub-erette e lanceolate o 2-lobate, alla base <strong>del</strong>la diramazione dei pedicelli di ciascun fiore; calice<br />

5-mero <strong>per</strong>sistente, ma non accrescente, alla fruttificazione, con sepali liberi, lanceolati e pelosi, ±<br />

appressati ai petali, e con breve (< 0,2 mm) mucrone, generalmente arrossato, all’apice; corolla 5mera<br />

dialipetala, da rosea a violetto-porporina, con petali eretto-patenti, glabri almeno sulla<br />

pagina su<strong>per</strong>iore, largamente ellittici e smarginati all’apice, oppure 2-lobati, più lunghi dei sepali;<br />

stami 10 con f<strong>il</strong>amenti biancastri e antere violacee; ovario su<strong>per</strong>o 5-loculare, st<strong>il</strong>o unico, diviso<br />

all’apice in 5 segmenti revoluti, e disposti, <strong>qui</strong>ndi, radialmente.<br />

Frutti<br />

Infruttescenza a schizocarpo, formata, alla base, da 5 acheni (mericarpi) glabri occultati dal calice,<br />

e da un becco tozzo e pubescente <strong>per</strong> brevi peli eretto-patenti, ristretto e portante i resti degli<br />

stigmi all’apice; la lunghezza complessiva non su<strong>per</strong>a, di solito, i 10 mm, e a maturità assume un<br />

colore brunastro.<br />

Periodo di fioritura<br />

Da marzo a settembre; nelle regioni con estati molto torride e inverni moderatamente freddi la<br />

fioritura si arresta all'inizio <strong>del</strong>l'estate con successivo disseccamento <strong>del</strong>la pianta, ma può essere<br />

anticipata anche di 1 o 2 mesi durante l'inverno.<br />

Territorio di crescita<br />

Specie originaria <strong>del</strong>l'Europa e <strong>del</strong> continente Asiatico, è stata introdotta in quasi tutte le restanti<br />

parti <strong>del</strong> Globo, divenendo così subcosmopolita; in Italia è presente allo stato spontaneo in tutte le<br />

Regioni.<br />

Habitat<br />

Prati, coltivi, vigne, generalmente in zone ben antropizzate, dal livello <strong>del</strong> mare fino a circa 1000 m<br />

di quota, nelle zone più tem<strong>per</strong>ate può spingersi anche ad altezze più elevate.<br />

Uso Alimentare<br />

Indagini etnobotaniche nel territorio <strong>del</strong>la Garfagnana hanno documentato un uso alimentare<br />

<strong>del</strong>le foglie di G. molle come ingrediente nelle zuppe.<br />

Uso Cosmetologico<br />

Non si conoscono usi cosmetici <strong>per</strong> questa specie.<br />

Uso Farmacologico<br />

Il contenuto in tannino conferisce attività astringente e quello in terpeni attività antisettica.<br />

Medicina alternativa e Curiosità<br />

Nella medicina popolare la pianta è considerata astringente, vulneraria ed anodina (agisce sul<br />

cervello e sul Sistema Nervoso, diminuendo la sensib<strong>il</strong>ità al dolore).<br />

Nicholas Culpe<strong>per</strong>, insigne botanico, erborista, medico ed astrologo britannico, vissuto nella prima<br />

metà <strong>del</strong> Seicento, sosteneva che questa specie ha un ampio spettro di usi medicinali e che<br />

costituisce un’eccellente rimedio <strong>per</strong> ferite e <strong>per</strong> sanguinamenti di vario genere, in grado di<br />

favorire la coagulazione e di curare dolori di varia natura, ulcere e fistole.


Geranium pratense<br />

Geranio dei prati<br />

Forma biologica: H scap<br />

GERANIO DEI PRATI<br />

Descrizione: Pianta erbacea <strong>per</strong>enne, con fusti pubescenti, eretti ramificati con biforcazioni dicotome .<br />

Le foglie palamto partite a lobi acuti, basali e cauline sono profondamente divise in 5-7 lobi aguzzi, incisidentati,<br />

quelle radicali sono larghe e sv<strong>il</strong>uppate. Le cauline sono opposte e più piccole verso l’alto.<br />

I fiori a simmetria radiata, hanno corolla da blu-violetta a rosa, qualche volta quasi bianca, con petali di 2<br />

cm col fondo disegnato da venature più scure. Hanno 5 sepali lanceolati trinervi e con mucrone terminale,<br />

5 petali obovati e ovario su<strong>per</strong>o circondato da 10 stami saldati alla base.<br />

L’ovario dà luogo a capsule che a maturità si separano in 5 acheni. Caratteristica <strong>del</strong> frutto è di essere<br />

ripiegato verso <strong>il</strong> basso.<br />

Antesi: Guigno – Agosto<br />

Tipo corologico: Eurosiber.<br />

Distribuzione in Italia: Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia<br />

Giulia, Liguria, Em<strong>il</strong>ia Romagna, Toscana.<br />

Habitat: Prati falciab<strong>il</strong>i e pingui, suoli freschi generalmente umidi e ricchi di humus, neutri o alcalini, da 500<br />

a 1300 m.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi: Pianta antinfiammatoria, analgesica, febbrifuga e vulneraria.


Helianthus tuberosus<br />

ELIANTO<br />

Famiglia: Compositae<br />

Nomi volgari: elianto, topinambur, tartufo di canna, patata <strong>del</strong> Canadà, patata selvatica, girasole tuberoso,<br />

carciofo <strong>del</strong> Canadà, tartufola bastarda, fior di sole, <strong>per</strong>a di terra.<br />

Etimologia: <strong>il</strong> nome <strong>del</strong> genere che significa “sole fiore” è dovuto ai grandi capolini raggiati sim<strong>il</strong>i al sole, <strong>il</strong><br />

nome specifico si riferisce agli organi ipogei.<br />

Morfologia:<br />

pianta <strong>per</strong>enne, erbacea, infestante, con robusti rizomi tuberosi, fusti eretti, irsuti alta sino a 3 m.<br />

Le foglie sono picciolate, pubescenti, le inferiori ovato-cordate, le altre ovate o lanceolate attenuate alla<br />

base, opposte ed alterne hanno lamina su<strong>per</strong>iore verde scura, dentellata.<br />

I capolini, di colore giallo intenso e larghi fino a 8 cm, sono portati da lunghi e sott<strong>il</strong>i peduncoli spesso riuniti<br />

in gruppi di 4-5 o più, presentano fiori <strong>per</strong>iferici con lunghe ligule gialle solcate.<br />

I frutti sono acheni.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

originaria <strong>del</strong>l’America, alcuni sostengono settentrionale altri meridionale, si è diffusa come infestante in<br />

tutta l’Europa, si adatta fac<strong>il</strong>mente alle tem<strong>per</strong>ature più diverse, cresce sia nei terreni arg<strong>il</strong>losi, umidi e<br />

pesanti sia nei terreni, asciutti e sabbiosi, anche se pred<strong>il</strong>ige questi ultimi. In Italia la si può trovare negli<br />

incolti, nei luoghi umidi lungo le rive dei corsi d’acqua, negli ambienti ruderali. Fiorisce da agosto a ottobre<br />

sino a 800 m.<br />

Proprietà ed usi:<br />

<strong>il</strong> tubero che somiglia <strong>per</strong> forma e consistenza ad una patata ma, contrariamente alla patata non contiene<br />

amido, contiene invece <strong>il</strong> 15% circa di glucidi composti quasi esclusivamente dal polisaccaride inulina;<br />

adatto <strong>qui</strong>ndi, nei regimi ipocalorici degli obesi e dei diabetici. Ricco di vitamine A e B. Il Lactobac<strong>il</strong>lus che<br />

contiene lo rende ut<strong>il</strong>e alle donne che allattano, buon energetico, adatto nell’alimentazione degli anziani<br />

dei convalescenti e dei bambini. Ut<strong>il</strong>e <strong>per</strong> chi soffre di cattiva digestione e stitichezza.<br />

In America è stata sin dai tempi più remoti un’importante pianta alimentare, oggi vive un <strong>per</strong>iodo di<br />

risco<strong>per</strong>ta grazie al diffondersi dei prodotti salutisti, si può usare in cucina in ogni ricetta che richiede la<br />

presenza di patate o di farine, con modalità e risultai identici.


Hy<strong>per</strong>icum <strong>per</strong>foratum<br />

Sinonimi<br />

Hy<strong>per</strong>icum veronense Schrank<br />

Hy<strong>per</strong>icum noeanum Boiss.<br />

Tassonomia<br />

Regno: Plantae<br />

Divisione: Magnoliophyta<br />

Classe: Magnoliopsida<br />

Ordine: Theales<br />

Famiglia: Clusiaceae o Guttiferae<br />

ERBA DI SAN GIOVANNI<br />

Nome italiano<br />

I<strong>per</strong>ico, Erba di San Giovanni, Cacciadiavoli, M<strong>il</strong>lebuchi, Erba <strong>del</strong>l´olio rosso, P<strong>il</strong>atro, Erba trona<br />

Descrizione<br />

Pianta erbacea <strong>per</strong>enne alta 20 - 80 cm, glabra in tutte le sue parti; fusto fiorifero rigido,<br />

legnosetto alla base, e ramificato, non <strong>per</strong>sistente (si secca) dopo la fruttificazione; fusticini ster<strong>il</strong>i<br />

prostrati e striscianti, privi di foglie durante <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo riproduttivo, <strong>per</strong>sistenti e fogliosi durante lo<br />

svernamento, in cui, dunque, la pianta assume portamento reptante.<br />

Foglie<br />

Foglie sess<strong>il</strong>i, opposte, da lanceolate a ovali, ristrette verso la base <strong>del</strong>la lamina, con margine<br />

intero e ottuse all'apice, ghiandolose <strong>per</strong> ghiandole scure concentrate <strong>per</strong> lo più lungo <strong>il</strong> margine<br />

<strong>del</strong>la pagina inferiore <strong>del</strong>la lamina e traslucide su tutta la lamina, tali <strong>qui</strong>ndi che, se guardate<br />

controluce, diano l'impressione di essere bucherellate (da cui l'epiteto <strong>per</strong>foratum).<br />

Fiori<br />

Infiorescenze in corimbi apicali. Fiori attinomorfi pentameri.<br />

Sepali interi, da strettamente ovati a lesiniformi, sempre acuti o acuminati.<br />

Petali ellittici, asimmetrici, di colore giallo intenso, ghiandolosi e macchiettati di nero sul margine,<br />

irregolarmente dentellati o crenati.<br />

Ovario su<strong>per</strong>o 3-carpellare, st<strong>il</strong>i 3, liberi, con stigma rossastro.


Stami numerosi (50 - 60), saldati alla base in 3 gruppi, in modo da formare altrettanti fasci.<br />

Frutti<br />

Il frutto è una capsula ovale setticida, che contiene semi di colore bruno.<br />

Periodo di fioritura<br />

Maggio-Agosto<br />

Territorio di crescita<br />

Pianta originaria <strong>del</strong>l’arcipelago britannico, è oggi diffusa in tutto <strong>il</strong> mondo e presente senza<br />

eccezioni in tutte le regioni d'Italia.<br />

Habitat<br />

Pred<strong>il</strong>ige terreni asciutti, margini <strong>del</strong>le strade e dei campi, radure soleggiate, dal piano basale al<br />

piano montano.<br />

Uso Alimentare.<br />

Talvolta la pianta ed <strong>il</strong> frutto vengono ut<strong>il</strong>izzati come sostituto <strong>del</strong> tea. I fiori possono venire usati<br />

<strong>per</strong> fare l'Idromele.<br />

Uso cosmetologico<br />

L'estratto oleoso entra nella composizione di cosmetici emollienti ed idratanti, <strong>per</strong> pelli secche,<br />

screpolate e sensib<strong>il</strong>i e tendenti alla cou<strong>per</strong>ose. L'attività dermoprotettiva e decongestionante<br />

<strong>del</strong>l'olio di i<strong>per</strong>ico ne fa un ingrediente elettivo in prodotti doposole e dopobarba. Assolutamente<br />

controindicato invece <strong>per</strong> l'esposizione al sole, in quanto fotosensib<strong>il</strong>izzante.<br />

Uso Farmacologico<br />

Molti studi in campo farmacologico sono in corso sulle proprietà di questa specie. Prove di<br />

laboratorio hanno verificato l'efficacia degli estratti <strong>del</strong>la pianta come antinfiammatori e <strong>per</strong><br />

l'azione contro <strong>il</strong> batterio che provoca la Tubercolosi. Poiché due dei suoi componenti, l'hy<strong>per</strong>icina<br />

e la pseudohy<strong>per</strong>icina, hanno manifestato una forte attività antiretrovirale, priva di seri effetti<br />

collaterali, sono in corso ricerche <strong>per</strong> verificarne l'efficacia nel trattamento <strong>del</strong>l'AIDS. Ugualmente<br />

ne è allo studio l'efficacia terapeutica <strong>per</strong> varie forme di tumore, <strong>per</strong> alcune malattie <strong>del</strong>la pelle fra<br />

cui la psoriasi, <strong>per</strong> l'artrite reumatoide, l'ulcera peptica, l'Alzheimer e <strong>per</strong>sino <strong>per</strong> i postumi<br />

<strong>del</strong>l'ubriachezza. Pianta elettiva nella medicina popolare e in erboristeria <strong>per</strong> trattare la<br />

depressione, man mano che gli studi sull'Hy<strong>per</strong>icum aumentano, si fa strada anche nella medicina<br />

occidentale moderna l'accettazione <strong>del</strong>la sua efficacia in questo senso.<br />

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto<br />

controllo medico.


Lamium maculatum<br />

FALSA ORTICA<br />

Sinonimi<br />

Lamium affine Guss. & Ten. in Ten. [1835-1838, Fl. Nap., App. 4 : 10]<br />

Lamium album L. var. maculatum L. [1753, Sp. Pl. : 579]<br />

Lamium cupreum Schott & al. [1855, Ísterr. Bot. Wochenbl., 1855 : 357]<br />

Lamium foliosum Crantz [1769, Stirp. Austr., ed. 2, 4 : 258]<br />

Lamium laevigatum L. [1763, Sp. Pl., ed. 2 : 808]<br />

Lamium melissifolium M<strong>il</strong>l. [1768, Gard. Dict., ed. 8 : n_ 5]<br />

Lamium mutab<strong>il</strong>e Dumort. [1829, Flor. Belg. : 45]<br />

Lamium niveum Schrad. [1841, Linnaea, 15, Litt. : 94]<br />

Lamium pallidiflorum Beck [1887, Ann. Naturhist. Hofmus. Wien, 2 : 144]<br />

Lamium rugosum Aiton [1789, Hort. Kew., ed. 1, 2 : 296]<br />

Tassonomia<br />

Regno: Plantae<br />

Divisione: Magnoliophyta<br />

Classe: Magnoliopsida<br />

Ordine: Lamiales<br />

Famiglia: Lamiaceae<br />

Nomi italiano<br />

Falsa ortica (<strong>per</strong> la somiglianza con l'Ortica) - Dolcimele (<strong>per</strong> <strong>il</strong> gusto dolce <strong>del</strong> fiore).<br />

Descrizione<br />

E' una pianta erbacea <strong>per</strong>enne alta mediamente cm 20-40 (80); <strong>il</strong> fusto, verde, quasi glabro, presenta una<br />

sezione quadrangolare e, quando si adagia sul terreno, emette <strong>del</strong>le radici in corrispondenza dei nodi; L.<br />

maculatum è una piantina che, se l'ambiente lo consente, tende a diventare tappezzante ed infestante.<br />

Foglie<br />

Nei climi meridionali è una pianta sempreverde, mentre, altrove, <strong>per</strong>de le foglie in autunno <strong>per</strong> germogliare<br />

nuovamente ai primissimi torpori pre-primaver<strong>il</strong>i; le foglie sono crenate, opposte, di forma ovale e<br />

pubescenti; <strong>il</strong> colore è verde, spesso con macchia biancastra lungo la nervatura centrale, mentre le<br />

dimensioni non su<strong>per</strong>ano i 5-6 cm di lunghezza.<br />

Fiori<br />

Di colore rosa, lavanda con macchie porpora e sfumature biancastre, sono posti a piccoli grappoli in<br />

corrispondenza <strong>del</strong>l'apice <strong>del</strong> fusto e alle ascelle dei nodi <strong>del</strong>la parte alta.


Frutti<br />

Piccolissimi acheni brunastri, esteticamente insignificanti.<br />

Periodo di fioritura<br />

La fioritura avviene da Marzo a Giugno ma, in particolari condizioni climatiche, si protrae fino all'autunno<br />

inoltrato.<br />

Territorio di crescita<br />

E' presente in tutte le regioni italiane con minore frequenza al Sud, praticamente assente in Sic<strong>il</strong>ia;<br />

da 0 a 1300 metri slm e, nelle regioni meridionali, arriva a 1800.<br />

Periodo di fioritura Fiorisce da Marzo a Giugno ma, in particolari condizioni climatiche, continua fino<br />

all'autunno inoltrato.<br />

Habitat<br />

Gradisce posizioni semiombreggiate ma luminose e fresche: prati, margine dei boschi e degli orti, terreni<br />

abbandonati ed incolti; non sopporta <strong>il</strong> gelo ed i caldi esas<strong>per</strong>ati.<br />

Uso Alimentare<br />

Le foglie di L. purpureum ed altri Lamium, vengono raccolte prima <strong>del</strong>la fioritura e consumate crude in<br />

insalata, oppure cotte da sole o insieme ad altre erbe selvatiche.<br />

Uso Cosmetologico<br />

Infusi di tutte le parti <strong>del</strong>la pianta <strong>per</strong> compresse, lavande e frizioni; con l'acqua dist<strong>il</strong>lata dei fiori e <strong>del</strong>le<br />

foglie si preparano colliri.<br />

Uso Farmacologico<br />

Questa pianta è ut<strong>il</strong>izzata <strong>per</strong> le sue proprietà depurative, astringenti, antiemorragiche.<br />

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo<br />

medico.<br />

Medicina alternativa e Curiosità<br />

In passato veniva usata <strong>per</strong> combattere la scrofolosi, eruzione cutanea causata da una forma di tubercolosi.


Leontodon hispidus<br />

DENTE DI LEONE COMUNE<br />

Famiglia: Compositae<br />

Sinonimi: Leontodon proteiformis V<strong>il</strong>l.<br />

Nomi volgari: dente di leone comune.<br />

Etimologia: dal greco, <strong>il</strong> nome <strong>del</strong> genere, a indicare <strong>il</strong> margine dentato <strong>del</strong>le foglie.<br />

Morfologia:<br />

pianta <strong>per</strong>enne, di aspetto erbaceo, eretto, da peloso ispida a quasi glabra, alta sino a 45 cm.<br />

Le foglie, riunite in rosetta basale, sono lievemente dentate. Gli scapi fiorali portano un fiore solitario,<br />

pendulo prima <strong>del</strong>la fioritura, con fiori ligulati gialli, a volte con striature rossastre.<br />

I frutti sono acheni con pappo piumoso color marrone chiaro.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

diffusa in tutta l’Europa continentale, in Italia è pianta molto comune nei prati, nei pascoli e lungo i sentieri.<br />

Fiorisce da giugno a ottobre sino a 2.700 m.<br />

Proprietà ed usi:<br />

è pianta buona diuretica.


Linaria vulgaris<br />

LINAJOLA COMUNE<br />

Linajola comune, Linajola campestre, Erba strega, Linaria Cordiali, Tentennino.<br />

Forma biologica: H scap (Emicriptofite scapose-Piante <strong>per</strong>ennanti <strong>per</strong> mezzo di gemme poste a livello <strong>del</strong><br />

terreno e con asse fiorale allugato, spesso privo di foglie).<br />

Descrizione: Pianta <strong>per</strong>enne, grac<strong>il</strong>e, di aspetto erbaceo, con rizoma strisciante, lignificata alla base, fusti<br />

eretti, ramosi, pelosi e ghiandolosi in alto. Altezza 30-80 cm.<br />

Le foglie sono sono sess<strong>il</strong>i, alterne, lanceolate, acute, lineari, con margine revoluto, uninervie, un po’<br />

glauche.<br />

I fiori sono eliotropici, peduncolati, accompagnati da bratteee lineari, formano grappolo dapprima conico,<br />

poi allungato; tutta l'infiorescenza è pelosa con ghiandole frammiste ai peli. La corolla giallo zolfo, ha una<br />

macchia arancione sulla volta arcuata <strong>del</strong> labbro inferiore, termina con uno s<strong>per</strong>one ricurvo.<br />

I frutti sono capsule ovoidi, che contengono una gran quantità di piccoli semi neri.<br />

Antesi: Giugno – Ottobre.<br />

Tipo corologico: Euroasit.( Eurasiatiche in senso stretto, dall'Europa al Giappone).<br />

Distribuzione in Italia: Specie comune in tutta la penisola, assente in Sic<strong>il</strong>ia e Sardegna.<br />

Habitat: Incolti, ruderi, macerie, massicciate ferroviarie, in posizione soleggiata 0-1.500 m.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi: Erba amara, acre, astringente, emolliente, depurativa, diuretica e lassativa. Attiva<br />

soprattutto sul fegato.<br />

Pianta impiegata nel passato come diuretico, in caso di edema, oggi usata raramente.<br />

Per uso interno: in caso di disturbi <strong>del</strong>la pelle, enterite, epatite, problemi alla cistifellea e edema.<br />

Per uso esterno: contro emorroidi, eruzioni cutanee, piaghe ed ulcere, buon emostatico.<br />

I fiori, raccolti giovani, sono commestib<strong>il</strong>i in insalata.


GINESTRINO<br />

Lotus corniculatus<br />

( Lotus corniculatus var. arvensis Pers., Lotus corniculatus var. genuinus Pospichal)<br />

Ginestrino, Ginestrina comune, Trifoglina.<br />

Forma biologica: H scap (Emicriptofite scapose. Piante <strong>per</strong>ennanti <strong>per</strong> mezzo di gemme poste a livello <strong>del</strong><br />

terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.)<br />

Descrizione: Pianta <strong>per</strong>enne, di aspetto erbaceo prostrato, molto variab<strong>il</strong>e, caratterizzata da un rizoma<br />

sv<strong>il</strong>uppato in più direzioni; fusti lignificati alla base, striati, glabri o scarsamente pelosi, prostrati o<br />

ascendenti, non molto ramificati; altezza sino a 40 cm.<br />

Le foglie alterne, con 5 segmenti, i 2 inferiori inseriti all’attaccatura <strong>del</strong> fusto e sim<strong>il</strong>i a stipole, gli altri 3<br />

brevemente picciolati da oblanceolati o ellittici; sia <strong>il</strong> margine che le nervature possono presentare lunghi<br />

peli, oppure essere glabri.<br />

I fiori di colore giallo intenso, talora screziati di rosso, formano ombrelle pauciflore portate da lunghi<br />

peduncoli. Cinque sepali, che fondendosi formano <strong>il</strong> calice tubolare, con denti più o meno uguali. Hanno<br />

corolla pap<strong>il</strong>ionacea con vess<strong>il</strong>lo ripiegato verso l’alto, 2 petali laterali liberi mentre i 2 petali inferiori sono<br />

fusi tra loro a formare la carena terminante a forma di becco, rivolta verso l’alto.<br />

I frutti sono baccelli sott<strong>il</strong>i c<strong>il</strong>indrici, che contengono numerosi semi lucidi, di colore marrone con segni più<br />

scuri.<br />

Antesi: Apr<strong>il</strong>e÷Settembre<br />

Tipo corologico: Paleotemp divenuta Cosmopol.<br />

Distribuzione in Italia: Molto comune in tutto <strong>il</strong> territorio.<br />

Habitat: Prati, pascoli aridi, incolti erbosi, da 0 a 1.800 m.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi: Proprietà sedative, antispasmodiche, antiinfiammatorie, astringenti.<br />

In fitoterapia la pianta è impiegata come tonico cardiaco.<br />

Il Ginestrino, da cui è possib<strong>il</strong>e estrarre un colorante giallo, è stato coltivato sin dal XVIII secolo, in quanto<br />

ottimo foraggio dalle scarse esigenze, può essere ut<strong>il</strong>izzato <strong>per</strong> la produzione di fieno o destinato al pascolo<br />

diretto, poiché non crea problemi di meteorismo agli animali.


Lythrum salicaria<br />

(Salicaria spicata Lamk., Salicaria vulgaris Moench).<br />

SALCERELLA<br />

Salcerella, Riparella, Lisimachia rossa, Verga rossa dei fossi, Stipa marina.<br />

Descrizione: Pianta <strong>per</strong>enne erbacea, rizomatosa, fusti eretti semplici o ramificati, leggermente legnosi alla<br />

base, tetragoni, pubescenti. Altezza 40 - 120 cm.<br />

Le foglie ellittiche sess<strong>il</strong>i, lanceolate, cuoriformi alla base, a margine intero, la pagina inferiore nervata;<br />

quelle alla base sono opposte, le su<strong>per</strong>iori alterne.<br />

Da brattee ascellari sbocciano fiori rosa-violaceo, che formano lunghe e vistose spighe terminali. Il calice è<br />

formato da sepali triangolari, epicalice con segmenti di 1-2.5 mm più lunghi e più stretti dei sepali, la<br />

corolla formata da 6 petali patenti, lanceolati, ottusi, stami 12.<br />

I frutti sono capsule b<strong>il</strong>oculari, ovoidi, deiscenti, contengono diversi semi bruno-giallastri.<br />

Antesi: Giugno – Settembre<br />

Tipo corologico: Subcosmop.<br />

Distribuzione in Italia: Diffusa in tutto <strong>il</strong> territorio.<br />

Habitat: Luoghi umidi, paludi, sponde di laghi e fiumi, ambienti salmastri, sino a 1.200 m.<br />

Note di sistematica: Nel Meridione sembra prevalere una popolazione con foglie e calici fortemente<br />

tomentosi e in tutto <strong>il</strong> territorio si presentano fiori con st<strong>il</strong>o di misure variab<strong>il</strong>i, più breve o più lungo degli<br />

stami.<br />

Specie sim<strong>il</strong>e Lythrum virgatum L., rara e diffusa in alcune zone <strong>del</strong>la Lombardia. <strong>del</strong> Piemonte e <strong>del</strong>l’Em<strong>il</strong>ia;<br />

si differenzia <strong>per</strong> le dimensioni inferiori, le foglie attenuate alla base, i denti <strong>del</strong> calice tutti di uguale<br />

dimensione.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi e curiosità: Pianta astringente, antibatterica diuretica, antiemorragica.<br />

Per uso interno in caso di diarrea, dissenteria, <strong>per</strong> regolarizzare <strong>il</strong> flusso mestruale.<br />

Per uso esterno, in infuso, <strong>per</strong> detergere piaghe, ferite e dermatiti da contatto; come antinfiammatorio <strong>del</strong><br />

cavo orale, in caso di pelle grassa e comedonica, ottimo anche come detergente intimo e in caso di cuoio<br />

capelluto grasso e con forfora; in compresse su emorroidi e vene varicose.<br />

La radice, ricca di tannino, un tempo veniva usata <strong>per</strong> la concia <strong>del</strong>le pelli, mentre dai fiori, veniva estratto<br />

un colorante usato in pasticceria e e <strong>per</strong> tingere le fibre naturali, soprattutto di cotone o di lana.<br />

I giovani germogli possono essere impiegati con altre erbe, in insalta, le foglie essiccate come surrogato <strong>del</strong><br />

tè. Diffusa come ornamentale, in alcune zone <strong>del</strong> mondo viene considerata infestante.


Malva sylvestris<br />

Sinonimi<br />

Malva ruderalis Salisb.<br />

Malva sinensis Cav.<br />

Malva vulgaris Ten.<br />

Malva racemosa C. Presl in J. & C. Presl.<br />

Malva mauritiana L.<br />

Malva recta Opiz<br />

Malva ambigua Guss.<br />

Tassonomia<br />

Regno:Plantae<br />

Divisione:Magnoliophyta<br />

Classe:Magnoliopsida<br />

Ordine:Malvales<br />

Famiglia:Malvaceae<br />

Nomi italiano<br />

Malva selvatica.<br />

MALVA SELVATICA<br />

Descrizione<br />

La malva è una pianta erbacea <strong>per</strong>enne, cespugliosa, con fusti eretti, a volte striscianti, può raggiungere e<br />

oltrepassare <strong>il</strong> metro di altezza, la radice è un fittone verticale. La pianta è eliotropica cioè segue <strong>il</strong> sole.<br />

Foglie<br />

Le foglie, di colore verde, sono disposte a ventaglio, con 5 o 7 lobi, con forma rotondeggiante o dentata,<br />

portate da un lungo picciolo.<br />

Fiori<br />

I fiori sbocciano in primavera e sono di colore rosa-violetto, la corolla è formata da 5 petali con striature più<br />

scure e si trovano all'ascella <strong>del</strong>le foglie, in coppia o a mazzetti.<br />

Frutti<br />

I frutti sono piccoli e tondi e reticolati, di forma schiacciata e contengono un unico seme.<br />

Periodo di fioritura<br />

Da Marzo a Luglio.


Territorio di crescita<br />

Cresce su tutto <strong>il</strong> territorio italiano fino a 1600 mt.<br />

Habitat<br />

Vive e cresce fra le rovine, ai margini <strong>del</strong>le strade, nei prati.<br />

Uso Alimentare<br />

Decisamente conosciuto e diffuso l'uso alimentare <strong>del</strong>le foglie di questa pianta, crude in insalata o cotte nei<br />

misti di verdure, nelle minestre e nelle zuppe. Trovano anche impiego nella preparazione <strong>del</strong> ripieno dei<br />

ravioli, spesso vengono aggiunte ed ut<strong>il</strong>izzate nell'impasto <strong>del</strong>le polpette.<br />

Uso Cosmetologico<br />

Contiene importanti principi emollienti e lenitivi, grazie a tali proprietà entra nella composizione di una<br />

miriade di prodotti cosmetologici. Le radici presentano proprietà risolventi e ut<strong>il</strong>izzate con impacchi caldi<br />

sul viso, sono efficaci <strong>per</strong> <strong>il</strong> trattamento <strong>del</strong>le foruncolosi. Masticare le radici o frizionarci i denti, favorisce<br />

lo splendore e la salute degli stessi. Infusi di malva aggiunti nell'acqua <strong>del</strong> bagno, possono trovare un<br />

ottimo impiego <strong>per</strong> realizzare immersioni emollienti e r<strong>il</strong>assanti.<br />

Uso Farmacologico<br />

I prodotti contenenti la malva vengono usati contro le infiammazioni <strong>del</strong> cavo orofaringeo, acidità gastrica,<br />

gengiviti e coliti. Queste indicazioni terapeutiche sono dovute al fatto che la pianta svolge una forte azione<br />

antiinfiammatoria su tutte le mucose sulle quali viene applicata. Inoltre svolgendo una decisa azione che<br />

desensib<strong>il</strong>izza le terminazioni nervose, riduce e controlla <strong>il</strong> bruciore che accompagna sempre gli stati<br />

infiammatori in genere.<br />

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo<br />

medico.<br />

Medicina alternativa e Curiosità<br />

Nel linguaggio dei fiori la malva è <strong>il</strong> simbolo <strong>del</strong>l'Amore materno, <strong>del</strong>la dolcezza e <strong>del</strong>la tran<strong>qui</strong>llità. Non<br />

esistono conferme scientifiche che supportano le indicazioni terapeutiche <strong>del</strong>la malva, rivolte alla cura <strong>del</strong>le<br />

malattie <strong>del</strong>l'apparato urinario e respiratorio, spesso indicate nella medicina popolare. I bambini <strong>del</strong>le<br />

campagne liguri mangiavano i semi che chiamavano"panini", erano morbidi e dolci e le mamme dicevano<br />

che levavano loro le infiammazioni alle gengive. La cultura spagirica ritiene che questa pianta subisca<br />

l'influenza di Venere, amplificando e migliorando tutti gli aspetti collegati alla sfera sessuale direttamente o<br />

indirettamente: in sequenza, <strong>il</strong> desiderio, la fert<strong>il</strong>ità, <strong>il</strong> parto e l'allattamento, ne sarebbero beneficamente<br />

influenzati. In passato la malva era considerata una dei più potenti afrodisiaci, un piccolo contenitore di<br />

stoffa con i semi <strong>del</strong>la pianta, preparato in concomitanza di una complicatissima situazione astrale, veniva<br />

collocato in prossimità dei organi genitali e si era convinti che questo accendesse momenti di libido<br />

incontenib<strong>il</strong>i. Salvo poi trasformarsi dopo qualche secolo in un vegetale da considerarsi eccellente, quale<br />

calmante ad uso anafrodisiaco. Infine nel medioevo, era considerata una pianta test <strong>per</strong> la fert<strong>il</strong>ità o <strong>per</strong><br />

segnalare la verginità, bagnando con l'urina di una fanciulla una piantina di malva ed attendendo gli esiti di<br />

tale applicazione <strong>per</strong> qualche giorno, a seconda che la pianta morisse o meno, si stab<strong>il</strong>iva la fert<strong>il</strong>ità o la<br />

verginità <strong>del</strong>la fanciulla sottoposta al test.


Medicago lupulina<br />

ERBA MEDICA LUPULINA<br />

Erba medica lupulina, Trifoglino selvatico, Erba medica nera, Trifoglio <strong>del</strong> luppolo, Erba medica <strong>del</strong><br />

luppolo.<br />

Forma biologica:T scap (H scap)<br />

Descrizione: Pianta erbacea, annua, talora <strong>per</strong>enne, fusti angolosi, talora lignificati alla base, ramoso<br />

ascendenti, pelosi; altezza 5÷25 cm.<br />

Le foglie sono trifogliate, pelose nella pagina inferiore, glabre in quella su<strong>per</strong>iore, munite di piccioli (quello<br />

centrale più lungo) e stipole lanceolate e un piccolo mucrone, hanno forma ellittica con margine lievemente<br />

dentato nel ½ apicale, e con venature laterali parallele.<br />

I fiori sono riuniti in capolini leggermente ovoidi, portati da peduncoli che partono all’ascella <strong>del</strong>le foglie;<br />

sono di colore giallo, hanno corolla tipicamente pap<strong>il</strong>lionacea. Il calice è corto-peloso con un tubo lungo 0,5<br />

mm.<br />

I frutti sono legumi reniformi (2mm), raggiunta la maturazione <strong>il</strong> colore volge al nero, contengono un solo<br />

seme.<br />

Antesi: Apr<strong>il</strong>e-Luglio ( Non è raro trovare fioriture già a febbraio÷marzo, che si protraggono sino in autunno<br />

inoltrato)<br />

Tipo corologico: Paletemp.<br />

Distribuzione in Italia: Presente in tutto <strong>il</strong> territorio.<br />

Habitat: Ambienti ruderali, incolti aridi, bordi dei campi e scarpate. Da 0 a 1.500 m, talvolta sino a 2.000 m.<br />

Medicago minima (L.) Bartal.che ha legume a spirale e con spine<br />

Trifolium dubium Sibth., che si differenzia <strong>per</strong> non avere foglie mucronate e <strong>per</strong> l'ecologia: Medicago<br />

lupulina si trova in ambienti xerici, mentre Trifolium dubium in prati fert<strong>il</strong>i e campi.<br />

Trifolium campestre Schreber.<br />

Mentre <strong>il</strong> genere Medicago si caratterizza <strong>per</strong> i frutti spiraliformi, Medicago lupulina ha frutti reniformi.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi: Pianta antibatterica e lenitiva. Discreta foraggera, è buona mellifera ricercata dalle<br />

api. I semi hanno certo valore <strong>per</strong> gli uccelli ed i roditori.


Medicago sativa<br />

ERBA MEDICA<br />

Famiglia: Leguminosae<br />

Sinonimi:Medicago agropyretorum Vass<strong>il</strong>czenko, Medicago jemenensis Sinskaya, Medicago ladak<br />

Vass<strong>il</strong>czenko, Medicago sogdiana Vass<strong>il</strong>czenko, Medicago tibetana Vass<strong>il</strong>czenko, Medicago transoxana<br />

Vass<strong>il</strong>czenko,<br />

Medicago vera Kirschleger<br />

Nomi volgari: erba medica, erba Spagna, alfa-alfa, luzerne.<br />

Morfologia:<br />

pianta <strong>per</strong>enne, di aspetto erbaceo, fusto ramificato,eretto e ricco di numerosi germogli laterali, dai quali,<br />

dopo <strong>il</strong> taglio, si originano nuovi fusti, rizomatosa. Alta sino a 80 cm.<br />

Le foglie stipolate, sono oblunghe, alterne, trifogliate e con margine denticolato, la foglia mediana,<br />

presenta un breve picciolo. I fiori di colore violetto, nascono riuniti in racemi all’ascella <strong>del</strong>le foglie, sono<br />

pentapetali: i due petali inferiori, più o meno saldati fra loro, formano la carena, ai lati altri due petali e<br />

su<strong>per</strong>iormente <strong>il</strong> <strong>qui</strong>nto petalo, detto stendardo.<br />

I frutti sono legumi spiralati con su<strong>per</strong>ficie reticolata e pubescente, contenenti numerosi semi lucidi.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

originaria <strong>del</strong>l'Asia occidentale e divenuta cosmopolita, in Italia è molto comune in tutto <strong>il</strong> territorio. Cresce<br />

nei prati aridi, negli incolti, nei luoghi erbosi ,bordo dei campi; fiorisce da apr<strong>il</strong>e a settembre sino a 1.200 m.<br />

Proprietà ed usi:<br />

al contrario degli uomini, i cavalli e gli animali domestici, fin da tempi lontanissimi, si sono cibati di erba<br />

medica giovandosi <strong>del</strong>le sue benefiche proprietà.<br />

Erba dolciastra, astringente, rinfrescante, antiemorragica, diuretica e ricca di minerali, è preziosa <strong>per</strong> <strong>il</strong> suo<br />

alto contenuto in vitamina A, vitamina liposolub<strong>il</strong>e nei grassi, di conseguenza resta sostanzialmente intatta<br />

anche quando viene essiccata, contiene quantità sostenute, di vitamine A, E, C, D, K, B1, B2, alcuni derivati<br />

cumarinici, fosforo, zolfo, calcio, magnesio, ferro e potassio.<br />

In medicina, in quanto ricca di vitamine e minerali, è un rimedio ricostituente e preventivo, stimola<br />

l'appetito, ut<strong>il</strong>e nelle convalescenze, nell'anemia, nelle emorragie e nell'osteoporosi. Previene <strong>il</strong> colesterolo<br />

alto, sembra abbia effetti protettivi verso le malattie degenerative, agisce come tonico generale<br />

rimuovendo tossine dal sangue, favorisce la digestione e rinforza unghie e capelli.<br />

Attenzione l’erba medica contiene anche porfirine, che influenzano la funzione epatica e possono causare<br />

fotosensib<strong>il</strong>izzazione, <strong>qui</strong>ndi cautela.<br />

In cucina le foglie si possono consumare crude o cotte come verdura, mentre i semi vengono fatti<br />

germinare e usati <strong>per</strong> insaporire insalate. Le foglie possono essere usate come <strong>il</strong> tè.


ACETOSELLA DEI BOSCHI<br />

Oxalis acetosella<br />

Acetosella dei boschi, Pane degli angeli, Pancuculo, Trifoglio acetoso.<br />

Forma biologica : G. rhiz. Geofite rizomatose.Piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che<br />

ogni anno emette radici e fusti avventizi<br />

Descrizione : pianta acaule <strong>per</strong>enne erbacea, eretta, di 5- 15 cm. di altezza, con rizoma squamoso con<br />

scaglie carnose munite di peli.<br />

Le foglie tutte basali, con lungo picciolo, nascenti dal ceppo radicale, sono formate da tre foglioline<br />

obcordate, cuoriformi.<br />

I fiori solitari su peduncoli di 5-10 cm. sono bianchi, di 12-20 mm. di grandezza, con venature di color<br />

malva-l<strong>il</strong>la, raramente rosa ed una macchia basale gialla. La corolla è formata da 5 petali spatolati ed <strong>il</strong><br />

calice è munito di 5 sepali elittici smussati, 10 stami di cui 5 lunghi, e 5 corti.<br />

La pianta produce 2 tipi di infiorescenza, la prima a primavera che dà origine a pochi semi, mentre la<br />

seconda in estate, con peduncoli cortissimi, si autoimpollina e produce la maggior quantità di semi <strong>per</strong> la<br />

riproduzione di piante successive.<br />

Il frutto è una capsula lunga 4-10 mm., che a maturità proietta i semi a distanza.<br />

Antesi : Apr<strong>il</strong>e- giugno.<br />

Tipo corologico : Circumboreale. Zone fredde e tem<strong>per</strong>ate fredde <strong>del</strong>l’Europasiberia e Nord-America.<br />

Distribuzione in Italia :E’ diffusa e spontanea nelle regioni settentrionali e centrali, dalla pianura alla<br />

montagna, nel meridione nelle zone montane, assente nelle zone litoranee e nelle isole.<br />

Habitat :boschi di carpini e faggi, ad essenze miste, su terreni acidi ricchi di humus, su ceppaie marcescenti,<br />

e generalmente su pendii esposti a nord.Pianta molto sensib<strong>il</strong>e alla luce, infatti durante le ore più calde sia i<br />

fiori che le foglie tendono a richiudersi. Per compiere la sua fotosintesi necessita solo di l/10 di luce diurna,<br />

<strong>per</strong> questo motivo vive in luoghi esclusivamente ombrosi ( pianta sciaf<strong>il</strong>a).<br />

Proprietà ed Ut<strong>il</strong>izzi : questa pianta erbacea di piccole dimensioni ha proprietà rinfrescanti, astringenti,<br />

depurative e <strong>per</strong> via esterna ha potere antinfiammatorio e decongestionante. E’ considerata anche pianta<br />

antiscorbutica <strong>per</strong> <strong>il</strong> suo contenuto di vitamina C.Purtroppo è controindicata ai sofferenti di disturbi renali,<br />

epatici ed ai gottosi, <strong>per</strong> <strong>il</strong> suo elevato contenuto di ossalato acido di potassio, che ad elevate dosi, può<br />

causare calcolosi, intossicazioni e gravi lesioni renali. In cucina si impiegavano le foglioline tenere <strong>per</strong> le<br />

insalate miste e salse verdi <strong>per</strong> renderle più gradevoli con quello spiccato sapore acidulo e penetrante,<br />

sempre naturalmente usate con molta parsimonia.


Phytolacca americana<br />

Sinonimi<br />

Phytolacca decandra L.<br />

Tassonomia<br />

Regno: Plantae<br />

Divisione: Magnoliophyta<br />

Classe: Magnoliopsida<br />

Ordine: Caryophyllales<br />

Famiglia: Phytolaccaceae<br />

Nome italiano<br />

Uva turca, Cremesina, Amaranto<br />

UVA TURCA<br />

Descrizione<br />

P. americana è una pianta erbacea <strong>per</strong>enne, con un grosso fittone fusiforme, e con fusto eretto lignificato<br />

alla base, succulento in alto, che si sv<strong>il</strong>uppa in altezza fino a 3,5 m con ramificazioni regolari. Fusto<br />

principale a sezione tetragonale e rami subc<strong>il</strong>indrici (o leggermente tetragonali), lisci, glabri, e di colore che<br />

varia dal verde chiaro ad un rosso violaceo br<strong>il</strong>lante che diviene <strong>il</strong> colore dominante con l’avanzare <strong>del</strong>la<br />

stagione.<br />

Foglie<br />

Grandi foglie alterne, brevemente picciolate (picciolo sott<strong>il</strong>e, lungo 1-2 cm), ovali- (o ellittico-) -lanceolate, a<br />

margine intero o ondulato, apice acuto e spesso mucronato, base cuneata o arrotondata, lunghe fino a 25<br />

cm e larghe fino a 10 cm. Pagina su<strong>per</strong>iore di colore verde chiaro e lucido, che tende ad ingiallire nelle<br />

stazioni più soleggiate, e pagina inferiore opaca con nervatura r<strong>il</strong>evata e, non di rado, arrossata.<br />

Fiori<br />

Riuniti in racemi eretti e lassi, subc<strong>il</strong>indrici, lunghi fino a 15 cm e larghi 2,5-3 cm, inseriti nei fusti in<br />

posizione opposta alle foglie; fiori minuti, ermafroditi, su brevi peduncoli patenti o sub-patenti da biancoverdastri<br />

a rosati a porporini, a seconda <strong>del</strong>lo stadio di sv<strong>il</strong>uppo; <strong>per</strong>ianzio attinomorfo <strong>del</strong> diametro di 6-7<br />

mm formato da 4-5 (6) elementi sepaloidi bianchi, verdastri o rosa, <strong>per</strong>sistenti e riflessi alla maturazione dei<br />

frutti. Stami mediamente 10; ovario su<strong>per</strong>o verdastro costituito da 10 carpelli concresciuti al centro <strong>del</strong><br />

fiore, st<strong>il</strong>i brevi e <strong>per</strong>sistenti.<br />

Frutti<br />

Durante la maturazione dei frutti, i racemi da eretti diventano penduli.


Il frutto immaturo, originato dall’insieme dei carpelli, ha colore verde e forma sim<strong>il</strong>e a quella di una zucca;<br />

sono ancora ben visib<strong>il</strong>i le commessure tra i dieci carpelli originari. Giunto a maturazione, è una bacca<br />

lucida, globosa ± appiattita, con un diametro di 7-8 mm, e di colore porpora molto scuro, quasi nero. Ogni<br />

frutto contiene 10 semi lucidi e neri, di forma lenticolare.<br />

La spremitura <strong>del</strong> frutto produce un succo fortemente colorante in viola.<br />

Periodo di fioritura<br />

Luglio-Ottobre<br />

Territorio di crescita<br />

Originaria <strong>del</strong>le regioni orientali <strong>del</strong> Nordamerica dove cresce spontanea, risulta naturalizzata in tutto <strong>il</strong><br />

territorio italiano.<br />

Habitat<br />

P. americana è pianta ruderale, che cresce di preferenza in terreni incolti, bordi di strade, massicciate<br />

ferroviarie, terrapieni, rive dei corsi d'acqua, in pianura e in collina; pred<strong>il</strong>ige terreni freschi e ricchi di<br />

humus, dal livello <strong>del</strong> mare ai 350 (400) m di quota.<br />

Uso Alimentare<br />

Malgrado la tossicità <strong>del</strong>la pianta è diffuso l'uso alimentare di alcune sue parti. Le foglie si mangiano lessate<br />

come gli spinaci, con l'indicazione di cambiare almeno una volta l'acqua <strong>del</strong>la bollitura e di ut<strong>il</strong>izzare solo<br />

foglie giovani poiché l'effetto tossico aumenta con l'età.<br />

I giovani getti vengono cotti e ut<strong>il</strong>izzati come gli asparagi ed anche molto apprezzati: questo ut<strong>il</strong>izzo<br />

alimentare, diffuso soprattutto nei paesi di cultura anglosassone come gli USA, è comunque da guardare<br />

con diffidenza a causa <strong>del</strong>la tossicità confermata di tutta la pianta. Anche i frutti vengono ut<strong>il</strong>izzati <strong>per</strong> fare<br />

dolci o come colorante alimentare: poiché sono fra le parti più tossiche, sembra saggio astenersi dal loro<br />

consumo.<br />

Uso Cosmetologico<br />

Non si conoscono usi cosmetologici <strong>per</strong> questa specie: alcuni componenti tossici possono fac<strong>il</strong>mente<br />

attraversare la barriera cutanea e, in particolare, la linfa può provocare dermatiti da contatto in soggetti<br />

sensib<strong>il</strong>i.<br />

Uso Farmacologico<br />

Da un punto di vista fisiologico la fitolacca è attiva sulla pelle, sulle strutture ghiandolari, specie <strong>del</strong> cavo<br />

orale, sul sistema sessuale e, con particolare efficacia, sulle ghiandole mammarie. Inoltre è attiva sui tessuti<br />

fibrosi e sierosi e sulle mucose degli apparati digestivo ed urinario.<br />

Esercita attività antinfiammatoria, antivirale, immunostimolante, antitumorale, espettorante, emetica,<br />

catartica, ipnotica, purgativa, antiepatotossica.<br />

Attualmente la ricerca su questa specie si concentra, con speciale interesse, sull'effetto di alcuni<br />

componenti su diverse forme di cancro, come la leucemia e i carcinomi e sulla Sindrome da<br />

Immunodeficienza Ac<strong>qui</strong>sita. In particolare dalla Fitolacca è stata isolata una proteina (PAP) che è<br />

attualmente usata <strong>per</strong> inibire la replicazione <strong>del</strong> virus HIV nelle cellule umane.<br />

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo<br />

medico.


Plantago lanceolata<br />

LINGUA DI CANE<br />

Famiglia: Plantaginaceae<br />

Sinonimi: Plantago minor L.<br />

Nomi volgari: piantaggine minore, piantaggine femmina, lanciola, petacciola, centonervi, cinquenervi,<br />

lingua di cane, Pio <strong>qui</strong>nto, erba di S.Antonio, erba pitocchina, scontamano, piantana, orecchie di gatto,<br />

orecchie d’asino.<br />

Morfologia:<br />

pianta <strong>per</strong>enne, erbacea, con breve e grosso rizoma, alta sino a 45 cm.<br />

Le foglie in rosetta basale, sono lunghe, diritte, lanceolate, a margine intero o dentato, munite di un breve<br />

picciolo, solitamente glabre. I lembi fogliari sono <strong>per</strong>corsi da 5 nervature principali parallele ben marcate.<br />

All’altezza <strong>del</strong>le foglie basali spuntano scapi fiorali, co<strong>per</strong>ti di peli irti, con 5 striature longitudinali,<br />

terminano con una spiga di fiori ovale o conica.<br />

I fiori si sv<strong>il</strong>uppano all’altezza <strong>del</strong>le brattee membranose brune. Il calice è composto di 2 sepali liberi e di 2<br />

saldati, che sono diritti con una nervatura centrale verde. La corolla è tubolare e in forma di imbuto, divisa<br />

in 4 punte ovali bruno-rosa. I 4 stami dotati di lunghi f<strong>il</strong>etti e di antere gialle oltrepassano la corolla<br />

biancastra.<br />

I frutti sono capsule ovali che contengono più semi..<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

diffusa in quasi tutta Europa, in Italia è pianta molto comune in tutto <strong>il</strong> territorio; vegeta negli orti, nelle<br />

macerie, lungo le strade, nei campi e nei pascoli, fiorisce da apr<strong>il</strong>e a giugno sino a 2.000 m.<br />

Proprietà ed usi:<br />

pianta antibatterica, espettorante, emostatica, astringente, oftalmica, lenitiva, lassativa, emolliente.<br />

I semi contengono sino al 30% di muc<strong>il</strong>lagine che gonfiandosi nell’intestino, agisce da lassativo<br />

decongestionando le mucose irritate, un glucoside, l’anacubina, che stimola la secrezione di acido urico,<br />

sostanze battericide, flavonoidi, tannino, vitamine A C K, pectine. Se ne fanno infusi, succhi, decotti. Se<br />

ingerita in quantità elevata può provocare stitichezza.<br />

Indicata nelle affezioni <strong>del</strong>le vie respiratorie, nella cura <strong>del</strong>le affezioni <strong>del</strong> cavo orale e <strong>del</strong>la gola, nei<br />

disturbi gastrici, in caso di punture d'insetti, in caso di congiuntivite, ulcere, ferite e bruciature.<br />

Questa pianta è ut<strong>il</strong>izzata e coltivata dall’industria farmaceutica <strong>per</strong> preparare sciroppi contro la tosse.<br />

Attenzione: avendo la pianta proprietà emostatiche e coagulanti, è consigliab<strong>il</strong>e consultare <strong>il</strong> medico<br />

prima <strong>del</strong>l’uso.


Portulaca oleracea<br />

PORCELLANA<br />

Famiglia: Portulacaceae<br />

Nomi volgari: porcellana, procacchia, procaccia, sportellacchia.<br />

Morfologia:<br />

pianta annua, di aspetto erbaceo, dotata di fusti prostrato-striscianti, eretti in situazioni di scarsa<br />

<strong>il</strong>luminazione, lisci, carnosi, cavi, spesso rossastri, molto ramificati; alta sino a 30 cm.<br />

Le foglie verde chiaro, carnose e sess<strong>il</strong>i sono alternate spatolate, ovali, glabre, lunghe sino a 3 cm,<br />

vertic<strong>il</strong>late attorno ai fiori.<br />

Fiori piccoli <strong>per</strong> nulla appariscenti, gialli, con 4-6 petali, si aprono <strong>per</strong> poche ore durante <strong>il</strong> mattino,<br />

solamente quando c'è <strong>il</strong> sole, sono solitari o riuniti in gruppetti di 2-5.<br />

I frutti sono capsule membranose contenenti molti semi.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

originaria <strong>del</strong>l'Eurasia , diffusa in quasi tutte le regioni <strong>del</strong> mondo, in Italia è comune infestante in tutto <strong>il</strong><br />

territorio; cresce senza problemi in qualsiasi terreno, si adatta ai suoli sabbiosi e detritici, infestante <strong>del</strong>le<br />

colture, la si trova fac<strong>il</strong>mente nei campi, nei luoghi incolti, nelle aree antropizzate, soprattutto su suoli<br />

pesanti.<br />

Fiorisce da maggio ad ottobre sino a 1.700 m.<br />

Proprietà ed usi:<br />

erba acida, rinfrescante, antiscorbutica, depurativa, vermifuga, febbrifuga, diuretica, tonica.<br />

In medicina, <strong>per</strong> uso interno, in caso di dissenteria, enterite acuta, emorroidi ed emorragie post-partum.<br />

Per uso esterno in caso di foruncoli, punture d’api ed eczema.<br />

Studi recenti hanno dimostrato come la Portulaca oleracea sia una ricca fonte di acidi grassi omega-3,<br />

probab<strong>il</strong>mente importanti <strong>per</strong> la prevenzione degli attacchi cardiaci e nell’aumento <strong>del</strong>le difese <strong>del</strong> sistema<br />

immunitario.<br />

Già nota agli antichi Egizi, questa pianta compare nella letteratura medica cinese attorno al 500, è oggi<br />

coltivata come verdura in diverse parti <strong>del</strong> mondo, soprattutto in Francia.<br />

In cucina le foglie dal sapore acidulo, crude o cotte, si consumano in insalata e mescolate all’acetosa; sono<br />

ut<strong>il</strong>izzate <strong>per</strong> preparare minestre saporite e rinfrescanti., si possono conservare sottaceto.


Potent<strong>il</strong>la reptans<br />

Erba pecorina, Cinquefoglie comune, Sp<strong>il</strong>labuco.<br />

ERBA PECORINA<br />

Forma biologica: H ros (Emicriptofite rosulate. Piante <strong>per</strong>ennanti <strong>per</strong> mezzo di gemme poste a livello <strong>del</strong><br />

terreno e con foglie disposte in rosetta basale).<br />

Descrizione: Pianta <strong>per</strong>enne, stolonifera, di aspetto erbaceo, strisciante, con grosso rizoma; i fusti, lunghi<br />

40-100 cm, normalmente pubescenti, mettono radici in corrispondenza dei nodi.<br />

Le foglie sono palmate, la lamina è divisa in 5 segmenti, oblungo-ovati, dentati, alla base <strong>del</strong>le foglie sono<br />

presenti 2 stipole.<br />

I fiori solitari, portati da lunghi piccioli eretti all'ascella <strong>del</strong>le foglie <strong>del</strong>la rosetta basale, sono di color giallo<br />

oro, la corolla è composta da 5 petali smarginati all’apice, hanno parecchi pist<strong>il</strong>li elicati.<br />

I frutti sono piccoli acheni.<br />

Antesi: Maggio – Settembre<br />

Tipo corologico: Paleotemp. (Eurasiatiche in senso lato, che ricompaiono anche nel nord-africa), divenuta<br />

sub-cosmopolita (in quasi tutte le zone <strong>del</strong> mondo, ma con lacune importanti: un continente, una zona<br />

climatica).<br />

Distribuzione in Italia: Pianta comune in tutto <strong>il</strong> territorio<br />

Habitat: Vegeta lungo i sentieri, negli incolti, negli ambienti ruderali, nei prati erbosi, nei luoghi umidi sino a<br />

1.600 m.<br />

Proprietà ed usi: Proprietà astringenti, febbrifughe e debolmente antispasmodiche.<br />

In decotto è un buon rimedio contro la dissenteria.<br />

In passato, tutta la pianta godeva fama di antidoto atto a guarire dalle morsicature degli animali velenosi,<br />

al succo venivano attribuite proprietà ut<strong>il</strong>i nella cura <strong>del</strong>le malattie polmonari.


Prunella vulgaris<br />

Labiatae<br />

Prunella comune, Brunella, Morella<br />

Forma biologica: H scap<br />

PRUNELLA COMUNE<br />

Descrizione : Pianta <strong>per</strong>enne, erbacea, strisciante, rizomatosa, i fusti spesso brunastri o violacei sono poco<br />

ramificati co<strong>per</strong>ti di peli radi; raggiunge i 20 cm di altezza.<br />

Le foglie <strong>del</strong>la rosetta basale sono picciolate disposte a 2-6 paia con lamina lanceolata intera o<br />

irregolarmente crenulata, quelle su<strong>per</strong>iori sono sess<strong>il</strong>i, lanceolate e intere, <strong>il</strong> paio estremo si trova subito<br />

sotto l’infiorescenza.<br />

I fiori con corolla blu violetta, raramente bianchi, sono b<strong>il</strong>abiati, caratterizzati da un labbro su<strong>per</strong>iore alto<br />

ed arcuato, sono riuniti a spiga compatta, nascono all’ascella <strong>del</strong>le 2 foglie più elevate; brattee reniformi<br />

lungamente appuntite<br />

I frutti sono poliacheni rotondi.<br />

Antesi: Apr<strong>il</strong>e÷Ottobre<br />

Tipo corologico: Circumbor.<br />

Distribuzione in Italia: Presente in tutto <strong>il</strong> territorio, isole comprese.<br />

Habitat: Prati pascoli, luoghi erbosi da 0÷200 m slm.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi: Acido rosmarinico, acido oleanolico, acido betulinico, acido ursolico, triterpenoidi,<br />

flavonoidi, tannini e polisaccaridi.<br />

Pianta antibatterica, antispasmodica, antipiretica, ipotensiva, antisettica, astringente, febbrifuga,<br />

vermifuga, vulneraria, diuretica, stomachica, stitica e tonica.<br />

Per uso interno in caso di emorragie e mestruazioni abbondanti, mal di testa, pressione sanguigna elevata,<br />

mastite e congiuntivite.<br />

Per uso esterno può essere impiegata <strong>per</strong> cicatrizzare e curare piccole lesioni, piaghe, scottature, contusioni.<br />

Come collutorio favorisce la regressione <strong>del</strong>le infiammazioni e <strong>del</strong>le piccole ulcerazioni <strong>del</strong>le mucose <strong>del</strong>la<br />

bocca legate a disordini alimentari.


Ranunculus ficaria<br />

Sinonimi<br />

Ficaria degenii Hervier<br />

Ficaria verna Hudson<br />

Ficaria vulgaris A.St.-H<strong>il</strong>.<br />

Ficaria ranunculoides Roth<br />

Tassonomia<br />

Regno: Plantae<br />

Divisione: Magnoliophyta<br />

Classe: Magnoliopsida<br />

Ordine: Ranunculales<br />

Famiglia: Ranunculaceae<br />

Nome italiano<br />

Favagello, erba fava, erba da emorroidi.<br />

FAVAGELLO<br />

Descrizione<br />

Ranunculus ficaria L. è una pianta erbacea <strong>per</strong>enne, glabra, con radici fascicolate e carnose, biancastre, e<br />

con tuberetti radicali bianco-brunastri (4,5 x 10 mm) a forma di fico oppure di dimensioni maggiori,<br />

oblunghi (lunghezza fino a 3 cm); fusti con asse cavo, prostrato-ascendenti e radicanti ai nodi, che si ergono<br />

solo con scapi uniflori alti fino a un massimo di 30 cm e con diametro max di 5 mm.<br />

Foglie<br />

Le foglie sono picciolate, subcarnose e glabre; picciolo slargato alla base; lamina da ovata a reniforme, con<br />

base sempre cordata, sulla pagina su<strong>per</strong>iore di colore verde intenso e lucido, spesso con maculatura<br />

biancastra fra le nervature principali e/o scuramente brunastre a cavallo <strong>del</strong> nervo mediano (a volte anche<br />

di alcuni nervi laterali), pagina inferiore di un verde più opaco; nervatura radiato-reticolata evidente su<br />

entrambe le pagine; margine da subintero a ondulato, a volte lobato nella porzione basale, apice ottuso.<br />

Foglie radicali con lamina mediamente 5 x 6,5 cm, lungamente (7-11 cm) picciolate; quelle cauline di<br />

dimensioni ridotte (2 x 2,5cm), con picciolo decisamente più breve e portante, generalmente, dei bulb<strong>il</strong>li<br />

all'ascella (che consentono la propagazione agamica <strong>del</strong>la pianta).<br />

Fiori<br />

Caratteristica <strong>del</strong> genere Ranunculus è la disposizione vertic<strong>il</strong>lata degli elementi <strong>per</strong>ianziali (calice e corolla)<br />

e spiralata degli elementi sessuali (stami e carpelli).<br />

Calice generalmente costituito da 3 sepali (raramente 4 o 5) ovati e ± scariosi, di colore verde-biancastro o


verde-giallastro.<br />

Corolla dialipetala con (6)8-11(14) petali da ellittici o obovati a lungamente ovati o oblunghi, di colore giallo<br />

vivo e lucente, alla base dei quali si trova una squama nettarifera di colore dorato. In popolazioni<br />

geograficamente separate si è riscontrata una cospicua differenza nel numero medio di petali (da circa 9 a<br />

circa 11) <strong>per</strong> esemplare, differenza che non sembra <strong>per</strong>ò avere implicazioni sistematiche.<br />

Stami in numero molto elevato, come in tutte le piante <strong>del</strong> genere Ranunculus; antere gialle; gineceo<br />

apocarpico, cioè costituito da numerosi carpelli non saldati tra loro.<br />

Frutti<br />

Poliachenio, ossia infruttescenza costituita da numerosi achenii, in R. ficaria lunghi mediamente 2,5 mm,<br />

pubescenti o irsuti.<br />

Periodo di fioritura<br />

R. ficaria L. fiorisce da gennaio a maggio (con variazioni altitudinali e regionali).<br />

Territorio di crescita<br />

R. ficaria L. è specie spontanea <strong>del</strong>l'Europa, Medio Oriente e Africa settentrionale; presente in tutto <strong>il</strong><br />

territorio italiano, isole comprese, con popolamenti aventi, in qualche caso, <strong>il</strong> carattere di tribù locali.<br />

Habitat<br />

Zone fresche e umide dei prati ai margini dei boschi, o lungo i corsi d'acqua, nei piani basale e montano fino<br />

a 1300 m s.l.m.<br />

Uso alimentare<br />

Questa pianta entra nella lista <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Salute <strong>per</strong> l'impiego non ammesso nel Settore degli<br />

Integratori Alimentari.<br />

Malgrado alcuni dei componenti le conferiscano un variab<strong>il</strong>e grado di tossicità, è considerata commestib<strong>il</strong>e,<br />

anche se soltanto prima <strong>del</strong>la fioritura, durante e dopo la quale si sv<strong>il</strong>uppa la protoanemonina, una<br />

sostanza irritante <strong>per</strong> le mucose e <strong>per</strong> la pelle.<br />

Le foglie giovani possono essere ut<strong>il</strong>izzate fresche, in insalata, o cotte e consumate come gli spinaci. I tuberi<br />

sono nutrienti e possono essere cotti ed usati come contorno vegetale. I boccioli, ancora chiusi, in alcune<br />

culture vengono messi in conserva e ut<strong>il</strong>izzati come i cap<strong>per</strong>i.<br />

E' comunque consigliab<strong>il</strong>e molta cautela nel consumo.<br />

Uso cosmetologico<br />

I componenti attivi rendono questa pianta irritante <strong>per</strong> pelle e mucose e non si conoscono usi cosmetici <strong>per</strong><br />

essa.<br />

Uso Farmacologico<br />

Per uso topico, le saponine presenti esercitano attività antiemorrodale, fungicida e, insieme al tannino,<br />

hanno potere astringente. La protoanemonina presente nella pianta fresca ha proprietà antibatteriche,<br />

rubefacienti, vescicatorie e revulsive.<br />

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto controllo<br />

medico.<br />

Medicina alternativa e Curiosità<br />

Nel nostro paese questa specie è compresa nell’elenco <strong>del</strong>le piante di esclusiva ut<strong>il</strong>izzazione<br />

medicamentosa, vendib<strong>il</strong>i solo in farmacia.Nella medicina popolare Ranunculus ficaria è stata<br />

tradizionalmente ut<strong>il</strong>izzata nel trattamento topico di ulcere, emorroidi, ragadi anali, e <strong>per</strong> favorire la<br />

guarigione <strong>del</strong>l'episiotomia, dopo <strong>il</strong> parto. Per l'uso interno se ne conoscono ut<strong>il</strong>izzi tradizionali, in varie<br />

culture, come astringente. I petali sono stati ut<strong>il</strong>izzati <strong>per</strong> sbiancare i denti.La presenza di principi tossici<br />

rende consigliab<strong>il</strong>e l'ut<strong>il</strong>izzo terapeutico esclusivamente sotto controllo medico.


Rosa canina<br />

Famiglia: Rosaceae<br />

Nomi volgari: rosa di macchia, rosa selvatica.<br />

ROSA SELVATICA<br />

Morfologia:<br />

arbusto legnoso, con rami pendenti cosparsi di robusti aculei uncinati, raramente dritti.<br />

In ambiente a<strong>per</strong>to si tratta di un arbusto tondeggiante alto 1-3 m, con ampia ramificazione, negli arbusteti,<br />

invece, è poco ramificato e tende ad arrampicarsi sugli arbusti circostanti. Pianta eliof<strong>il</strong>a che radica in<br />

profondità<br />

Le foglie alterne con alla base 2 stipole lanceolate, sono divide in 5-7 foglioline ovali o ovato ellittiche,<br />

appuntite, generalmente glabre o lievemente pubescenti, dentellate ai margini.<br />

I fiori peduncolati, solitari o in gruppi di 2-3 , profumati, hanno 5 petali bianchi o rosati, i sepali sono<br />

concrescenti e formano un ricettacolo sim<strong>il</strong>e a una coppa chiusa che contiene molti ovari. A maturità<br />

questo ricettacolo, divenuto rosso vivo, si trasforma in frutto, <strong>il</strong> cinorrodio.<br />

I frutti sono piriformi, contengono moltissimi acheni durissimi e rico<strong>per</strong>ti di corti peli rigidi.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

diffusa in gran parte <strong>del</strong>l’Europa, a nord fino alla Scandinavia meridionale, in Italia e è frequente nelle sue<br />

diverse forme e varietà, in tutto <strong>il</strong> territorio; nelle radure e, in qualità di arbusto pioniero, nei prati, pascoli,<br />

campi e vigneti abbandonati. Su suoli abbastanza profondi, limosi, moderatamente aridi.<br />

Fiorisce da maggio a luglio sino a 1.600 m, fruttifica tra settembre e ottobre.<br />

Proprietà ed usi:<br />

i frutti sono ricchi di vitamina C, acidi organici, tannini, pectine carotenoidi e soprattutto bioflavonoidi,<br />

pigmenti naturali dall´importante azione antiossidante.<br />

La vitamina C è sinergica con i bioflavonoidi, aiuta la cicatrizzazione di ferite, ustioni, gengive sanguinanti,<br />

abbassa l’ incidenza dei coaguli sanguigni, previene le infezioni virali e batteriche.<br />

Pianta antinfiammatoria, antiallergica, astringente, blandamente diuretica, cicatrizzante, antisettica,<br />

vasoprotettrice.<br />

In medicina <strong>per</strong> uso interno: in caso di raffreddori, influenza, gastrite e diarrea.<br />

I frutti si usano <strong>per</strong> preparare sciroppo, impiegato come integratore alimentare, in particolare nella dieta<br />

dei neonati e usato dall’industria farmaceutica come aromatizzante <strong>del</strong>le medicine. Gli estratti dei frutti si<br />

aggiungono alle pastiglie di Vitamina C.<br />

I petali sono ut<strong>il</strong>i <strong>per</strong> combattere la diarrea, <strong>il</strong> mal di gola se spremuti, possono essere usati <strong>per</strong> preparare<br />

un buon collirio.<br />

Alcuni impiegano le foglie e i boccioli come blando lassativo e cicatrizzante; le galle ricche di tannino hanno<br />

proprietà astringenti e toniche.


Uso cosmetico: la maschera di bellezza ottenuta omogeneizzando con frullatore i "frutti" freschi (tagliati,<br />

svuotati con cura e lavati più volte <strong>per</strong> eliminare i piccoli peli aguzzi che possono conficcarsi nella pelle) è<br />

una <strong>del</strong>le più efficaci <strong>per</strong> <strong>il</strong> suo effetto schiarente, levigante e tonificante <strong>del</strong>la pelle.<br />

In cucina: i frutti raccolti dopo la prima gelata, sono ottimi <strong>per</strong> preparare conserve e marmellate. Seccati e<br />

macerati in acquavite e zucchero danno un ottimo liquore; seccati e tritati si possono usare <strong>per</strong> fare tè e<br />

seccati e ridotti in farina sono stati ut<strong>il</strong>izzati anticamente <strong>per</strong> fare una specie di pane.<br />

Una rosa lasciata riposare <strong>per</strong> una settimana nella grappa, conferirà alla stessa un colore rosato ed un<br />

aroma <strong>del</strong>icato, molto indicata nella grappa di moscato.<br />

Gli steli <strong>del</strong>la Rosa canina costituiscono i portainnesti ideali <strong>per</strong> le rose coltivate.<br />

Curiosità:<br />

narra la leggenda, che se oggi possiamo ammirare la bellezza <strong>del</strong>la rosa, lo dobbiamo al dio <strong>del</strong> vino Bacco<br />

che , invaghitosi di una ninfa, tentò di con<strong>qui</strong>starla, ma lei fuggì finché non inciampò in un cespuglio.<br />

Cespuglio che <strong>per</strong> riconoscenza Bacco trasformò in rosa, facendogli spuntare splendidi fiori di un <strong>del</strong>icato<br />

color rosato, <strong>il</strong> colore <strong>del</strong>le guance <strong>del</strong>la sua ninfa.<br />

Lasciando la mitologia <strong>per</strong> la scienza, apprendiamo che la rosa è nata in realtà più di quaranta m<strong>il</strong>ioni di<br />

anni fa, datano a quel tempo i re<strong>per</strong>ti foss<strong>il</strong>i di questo fiore ritrovati nel Colorado e nell´Oregon.<br />

Le rose erano già importanti nell’antichità dove venivano ut<strong>il</strong>izzate nei rituali, nella fabbricazione di<br />

cosmetici, in profumeria e in campo medico.<br />

Fu la poetessa greca Saffo (IV secolo a.C.) a definire la rosa “regina dei fiori”<br />

Gli Assiri, pare, furono i primi a scoprirne le virtù. In età romana si usavano i petali di rosa <strong>per</strong> fare "<strong>il</strong> piatto<br />

di rose con cervella, uova, vino e salsa di pesce".<br />

Greci Romani e Persiani impiegavano diverse specie di rose a scopo terapeutico, nel 77 d.C. Plinio citava<br />

ben 32 disturbi che potevano essere curati con preparati a base di rose.<br />

La famosa acqua di rose, venne inventata da Avicenna, un celebre medico <strong>per</strong>siano, tra <strong>il</strong> IX e <strong>il</strong> X secolo.<br />

Gli alchimisti <strong>per</strong>siani <strong>del</strong> XVI secolo producevano un essenza su<strong>per</strong>iore <strong>per</strong> dist<strong>il</strong>lazione. L’essenza è un<br />

prodotto costosissimo, se si considera che <strong>per</strong> produrre 300 grammi di olio serve circa una tonnellata di<br />

petali, <strong>per</strong> questo motivo oggi viene largamente sintetizzata.<br />

Circa <strong>il</strong> 96% dei profumi femmin<strong>il</strong>i e <strong>il</strong> 46% di quelli masch<strong>il</strong>i contengono essenza di rosa.<br />

La rosa canina ha avuto un ruolo importante nella fornitura di vitamina C ai bambini britannici durante la<br />

seconda guerra mondiale (i suoi frutti erano detti “arance <strong>del</strong> nord”), in sostituzione <strong>del</strong>la fonte normale<br />

degli agrumi (allora diffic<strong>il</strong>i da re<strong>per</strong>ire).<br />

Nel linguaggio dei fiori alla rosa si attribuisce un duplice significato: <strong>del</strong>icatezza e piacere, ma anche<br />

sofferenza e dolore fisico.


Rumex acetosa<br />

Romice, Acetosa, Erba brusca, Soleggiola, Ossalida.<br />

ROMICE<br />

Descrizione: Pianta <strong>per</strong>enne, erbacea, con sott<strong>il</strong>e rizoma orizzontale, fusti eretti, scanalati, arrossati in<br />

basso, fogliosi fin sotto l’infiorescenza, ramosi all'infiorescenza.. Altezza 40-110 cm.<br />

Le foglie basali picciolate, picciolo 1,5 volte la lamina che è larga 2-3x5-7 cm, ovvero 2-3 volte più lunga che<br />

larga, strette, con base astata; le cauline su<strong>per</strong>iormente sess<strong>il</strong>i, con lobi divergenti, acuti o arrotondati,<br />

diretti verso <strong>il</strong> basso ma non amplessicauli.<br />

L’infiorescenza è compatta, costituita da piccoli fiori dal <strong>per</strong>ianzio verde formato da 6 elementi di cui i 4<br />

esterni rotondo-ovoidali, con escrescenze dure, rotonde o tetragonali. I sepali interni si arrotolano al<br />

momento <strong>del</strong>la fruttificazione.<br />

I futti sono acheni neri e lucenti, protetti da tepali <strong>per</strong>sistenti che assumono colore rosso ruggine.<br />

Antesi: Maggio – Agosto<br />

Tipo corologico: Circumbor. (Zone fredde e tem<strong>per</strong>ato-fredde <strong>del</strong>l'Europa, Asia e Nordamerica).<br />

Distribuzione in Italia: Comune in tutto <strong>il</strong> territorio.<br />

Habitat: Prati fert<strong>il</strong>i e concimati, lungo i fossati e nei pascoli, pred<strong>il</strong>ige terreno arg<strong>il</strong>loso e ricco. Diffusione<br />

altitudinale da 0 a 1.800 m.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi: Erba acida, antiscorbutica, astringente, rinfrescante, depurativa, diuretica, lassativa.<br />

La pianta contiene vitamina C, ossalato di potassio e acido ossalico, ferro.<br />

La maggior parte <strong>del</strong>le specie di Rumex, contiene ossalati sim<strong>il</strong>i a quelli <strong>del</strong>lo spinacio e <strong>del</strong> rabarbaro,<br />

queste sostanze in eccesso sono velenose. Qundo si trova nel foraggio fresco, in dosi eccessive, può causare<br />

distrubi digestivi, specialmente ai cavalli e alle pecore.<br />

In passato i bimbi che abitavano in campagna, staccavano le cime <strong>del</strong> Romice <strong>per</strong> masticarle e <strong>per</strong> gustarne<br />

<strong>il</strong> succo leggermente acidulo. Dalle mie parti, nella bergamasca, veniva chiamata “erba cicia”, proprio a<br />

indicare questa abitudine.<br />

Impiegata, grazie alle proprietà depurative e drenanti, nella cura <strong>del</strong>le malattie cutanee, quali l'acne, le pelli<br />

grasse e le punture degli insetti, in caso di eccessiva sudorazione e alitosi.<br />

Le foglie fresche, sminuzzate e applicate sul viso, hanno effetto astringente sui pori d<strong>il</strong>atati.<br />

In cucina le foglie giovani e fresche, possono essere impiegate <strong>per</strong> insaporire insalate, salse, minestre,<br />

formaggi molli, frittate.


Rumex crispus<br />

( Lapathum crispum Scopoli)<br />

Romice crespo, Lapazio<br />

ROMICE CRESPO<br />

Descrizione: Pianta erbacea <strong>per</strong>enne, glabra, con radice fittonante, fusto c<strong>il</strong>indrico, striato, eretto, spesso<br />

soffuso di rosso-bruno, ramoso alla sommità. Altezza sino a 120 cm.<br />

Le foglie inferiori hanno lungo picciolo amplessicaule, lamina oblungo-lanceolata ondulata con margine<br />

crespo, quelle inserite sul fusto, sono alterne con picciolo ridotto sott<strong>il</strong>i ovali ed appuntite. I piccioli sono<br />

scanalati, sovente lievemente arrotolati sulla pagina inferiore <strong>del</strong>le foglie, dove formano una guaina<br />

membranosa.<br />

I fiori riuniti in vertic<strong>il</strong>li all’ascella <strong>del</strong>le foglie su<strong>per</strong>iori, formano dense infiorescenze verdastre.<br />

Hanno <strong>per</strong>igonio erbaceo <strong>per</strong>sistente diviso in 6 lacinie.<br />

I frutti sono piccoli acheni cuoriformi, rico<strong>per</strong>titi dalle valve membranose <strong>del</strong> <strong>per</strong>ianzio.<br />

Antesi: Maggio-Luglio<br />

Tipo corologico: Subcosmop<br />

Distribuzione in Italia: Presente in tutto <strong>il</strong> territorio.<br />

Habitat: Terreni umidi e arg<strong>il</strong>losi, nei prati e ai margini <strong>del</strong>le strade, ruderi, da 0 a 1.500 m.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi: Erba amara, astringente, depurativa, rinfrescante, antianemica.<br />

Impiegata in caso d<strong>il</strong>aringite,tosse secca e mal di gola.<br />

La sua radice, molto ricca di ferro, è ut<strong>il</strong>izzata come antianemico, tonico-ricostituente, astringente.<br />

Per uso esterno, cataplasmi di foglie possono essere impiegati in presenza di dermatiti, affezioni cutanee,<br />

foruncoli.<br />

Le giovani foglie possono essere usate nelle minestre, oppure miste ad altre erbe cucinate lesse.<br />

Curiosità: Rumex crispus L. in America, è fra le poche piante che naturalizzate dall’Europa, sono state<br />

adottate da alcune tribù indiane e ut<strong>il</strong>izzate insieme ad altre specie native d Rumex, in particolare i teton<br />

dakota applicavano le foglie verdi tritate ai foruncoli <strong>per</strong> promuoverne <strong>il</strong> processo suppurativo. Le radici<br />

contenenti tannino erano invece ut<strong>il</strong>izzate dai flambeau ojibwa <strong>per</strong> favorire la cicatrizzazione e la chiusura<br />

dei tagli.


Saponaria officinalis<br />

SAPONARIA<br />

Famiglia: Caryophyllaceae<br />

Nomi volgari: saponaria, saponella, garofano a mazzetti, condizi, gelsomino matto, savonea.<br />

Etimologia: <strong>il</strong> nome <strong>del</strong> genere driva dal latino”sapo” = “sapone e si riferisce all’alto contenuto di saponine<br />

di queste piante, che fanno schiuma come <strong>il</strong> sapone.<br />

Morfologia:<br />

pianta <strong>per</strong>enne, di aspetto erbaceo, provvista di rizoma strisciante, ramificato di colore bruno rossastro;<br />

fusti eretti o ascendenti, glabri o leggermente pubescenti, talvolta legnosi alla base. Alta sino a 1 m.<br />

Gli steli ster<strong>il</strong>i o semplici hanno foglie opposte, ovali, oblunghe e ricurve. Le inferiori brevemente picciolate<br />

, le su<strong>per</strong>iori sess<strong>il</strong>i e opposte ai nodi, rico<strong>per</strong>te di peli corti o glabre, rugose sugli orli, con 3 nervature<br />

r<strong>il</strong>evate.<br />

I fiori di colore rosa più o meno intenso, con 5 petali appena smarginati , calice violaceo, tubuloso e<br />

pubescente, sono riuniti in cime compatte alla sommità degli steli. Emanano un <strong>del</strong>icato profumo,<br />

soprattutto verso sera.<br />

I frutti sono capsule oblungo-piriformi che contengono numerosi semi neri.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

propria <strong>del</strong>le zone eurosiberiane, diffusa in tutta l’Europa continentale, in Italia è molto comune ama i<br />

terreni freschi e umidi: le rive dei corsi d’acqua, gli ambienti ruderali, campi e aree antropizzate.<br />

Fiorisce da giugno ad agosto sino a 1.000 m.<br />

Proprietà ed usi:<br />

conosciuta sin dall’antichità, oltre che saponina, un glucoside tossico, contiene resina e vitamina C.<br />

Usare con prudenza e solo dietro prescrizione medica.<br />

Le sue proprietà sono principalmente depurative, diuretiche, espettoranti, sudorifere e toniche.<br />

In medicina <strong>per</strong> uso interno in caso di gotta e dermatiti, congestioni bronchiali e ittero.<br />

Oggi è usata raramente <strong>per</strong> <strong>il</strong> suo effetto irritante sull’apparato digerente. In eccesso distrugge i globuli<br />

rossi, provoca paralisi dei centri vasomotori.<br />

Per uso esterno <strong>il</strong> decotto è ut<strong>il</strong>e in caso di dermatiti e <strong>per</strong> pelle colpita da acne o da psoriasi.<br />

Sebbene talvolta venga consigliata come shampoo, può causare gravi irritazioni agli occhi.<br />

La radice e le foglie essiccate venivano impiegate, prima che fosse avviata la produzione commerciale <strong>del</strong><br />

sapone, intorno ai primi <strong>del</strong>l’Ottocento, come detergente <strong>per</strong> lavare capi <strong>del</strong>icati.<br />

Un decotto di saponaria, ottenuto facendo bollire le diverse parti <strong>del</strong>la pianta in acqua piovana è <strong>il</strong> rimedio<br />

ideale <strong>per</strong> ridare splendore a pizzi, ricami, tessuti in seta e f<strong>il</strong>ati, tessuti antichi i cui colori siano stati<br />

offuscati dalla polvere e dal tempo.


S<strong>il</strong>ene alba<br />

SILENE BIANCA<br />

Famiglia: Caryophyllaceae<br />

Sinonimi: Lychnis alba M<strong>il</strong>ler, Melandryum pratense Roehling, Melandryum album Garcke, Melandryum<br />

ves<strong>per</strong>tinum Fries.<br />

Nomi volgari: s<strong>il</strong>ene bianca, orecchiella, orecchietta, boccon di pecora.<br />

Etimologia: <strong>il</strong> nome <strong>del</strong> genere deriva da S<strong>il</strong>eno, accompagnatore ebbro di Bacco, dal ventre rigonfio come<br />

<strong>il</strong> calice di queste piante, <strong>il</strong> nome specifico indica <strong>il</strong> colore <strong>del</strong> fiore.<br />

Morfologia:<br />

pianta <strong>per</strong>enne, di aspetto erbaceo, ascendente, fusto ramificato, viscoso-glanduloso; alta fino a 80 cm.<br />

Le foglie lanceolate, opposte, lungamente v<strong>il</strong>lose sono spesso accompagnate da un fascetto di foglie più<br />

piccole.<br />

Specie dioica con fiori solitari che si aprono la sera, impollinati da farfalle crepuscolari; hanno calice<br />

rigonfio, tubuloso, bruno-rossastro, peloso e 5 petali bianchi, b<strong>il</strong>obati.<br />

I frutti sono capsule piriformi, deiscenti, con molti semi.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

pianta di provenienza eurasiatica, in Italia è comune in tutto <strong>il</strong> territorio, la si può trovare nei coltivi, sui<br />

detriti, negli incolti ai margini <strong>del</strong>le strade e aree antropizzate. Ama <strong>il</strong> caldo e i terreni ricchi di sostanze<br />

azotate. Fiorisce da maggio a ottobre sino a 1.300 m.<br />

Proprietà ed usi:<br />

con le giovani foglie si possono preparare ottime zuppe, oppure si possono consumare bollite e saltate in<br />

pa<strong>del</strong>la.<br />

L’intera pianta viene ut<strong>il</strong>izzata nella preparazione <strong>del</strong>la “minestrella” , zuppa antica e poverissima composta<br />

da 27 erbe che viene solitamente accompagnata da focaccette di granoturco.


Solanum nigrum<br />

ERBA MORELLA<br />

Famiglia: Solanaceae<br />

Sinonimi: Solanum vulgatum W<strong>il</strong>ld., Solanum vulgare Park., Solanum hortense Dod. Ger., Solanum Morella<br />

Desvaux.<br />

Nomi volgari: erba morella, morella comune, pomidorella, ballerina, erba puzza, iritrigno, uva lupina,<br />

sondra, solatro ortolano, cerasella selvaggia.<br />

Morfologia:<br />

pianta erbacea annuale o <strong>per</strong>enne, con radice a fittone, ha fusti eretti o coricati, con due striature<br />

longitudinali, glabri o scarsamente pelosi, angolosi e ramificati, alta sino a 80 cm.<br />

Le foglie sono alterne, ovali, intere o marginate, con denti radi.<br />

I piccoli fiori sono riuniti in cime lasse all’ascella <strong>del</strong>le foglie, hanno calice conico, corolla a 5 petali appuntiti<br />

di colore bianco con antere gialle riunite a cono.<br />

I frutti sono bacche globose, prima verdi, poi nere, piene di minuscoli semi.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

diffusa in tutta Europa, in Italia è molto comune in tutto <strong>il</strong> territorio, vegeta negli ambienti ruderali e<br />

antropizzati, è infestante <strong>del</strong>le coltivazioni di bietola e di mais, fiorisce da marzo a novembre sino a 900 m.<br />

Proprietà ed usi:<br />

pianta velenosa <strong>per</strong> <strong>il</strong> suo contenuto di solanina un alcaloide tossico che attacca i globuli rossi, ha<br />

comunque proprietà antispasmodiche, analgesiche, narcotico-sedative, emollienti, febbrifughe, diuretiche<br />

e purganti, se ne sconsiglia l’uso in automedicazione, le preparazioni potrebbero risultare nocive.<br />

Nel passato, la medicina popolare, consigliava l’uso <strong>del</strong>le foglie schiacciate come rimedio <strong>per</strong> le bruciature e<br />

<strong>per</strong> i foruncoli.<br />

Note:<br />

alla famiglia <strong>del</strong>le Solanaceae appartengono molte specie economicamente importanti, alcune originarie<br />

<strong>del</strong>le Americhe, come la melanzana (Solanum melongenum), la patata (Solanum tuberosum), <strong>il</strong> pe<strong>per</strong>one<br />

(Capsicum annuum), <strong>il</strong> tabacco (Nicotiana tabacum), <strong>il</strong> pomodoro (Lyco<strong>per</strong>sicon esculentum). Altre specie<br />

sono coltivate a scopo ornamentale, ad esempio diverse cultivar <strong>del</strong> genere Petunia e la Solanum<br />

dulcamara variegatum, quest’ultima un bel rampicante dalle bacche rosse.<br />

Specie sim<strong>il</strong>e è la Solanum luteum che si differenzia <strong>per</strong> i frutti di colore rosso-arancio.


Stachys sylvatica<br />

Stregona dei boschi, Matricale<br />

STREGONA DEI BOSCHI<br />

Forma biologica: H scap (Emicriptofite scapose. Piante <strong>per</strong>ennanti <strong>per</strong> mezzo di gemme poste a livello <strong>del</strong><br />

suolo e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie).<br />

Descrizione: Pianta erbacea, <strong>per</strong>enne, dall’odore sgradevole; fusti pelosi, ramosi in alto a sezione<br />

quadrata, altezza sino a 60 cm.<br />

Le foglie sono picciolate, vellutate, opposte, con lamina ovale e bordi dentati. Le su<strong>per</strong>iori, che portano le<br />

infiorescenze sono più sott<strong>il</strong>i e con picciolo più breve.<br />

I fiori, sono disposti in glomeruli vertic<strong>il</strong>lati di 3-6 fiori, all’ascella <strong>del</strong>le foglie su<strong>per</strong>iori. Calice vellutato e<br />

glanduloso a 5 denti. Corolla, b<strong>il</strong>abiata, purpurea, pubescente esternamente, <strong>il</strong> labbro inferiore è tr<strong>il</strong>obato e<br />

striato di bianco.<br />

I frutti sono acheni.<br />

Antesi: Giugno – Agosto<br />

Tipo corologico: Eurosiber.<br />

Distribuzione in Italia: Presente in tutto <strong>il</strong> territorio<br />

Habitat: Boschi di latifoglie, luoghi erbosi, terreno umido, zone ombrose da 0 a 1.700 m.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi: Pianta emmenagoga, diuretica, stiptica, tonica.<br />

Dai fusti è possib<strong>il</strong>e ricavare una fibra dura.<br />

Come la Stachys officinalis era, nel passato, considerata un toccasana <strong>per</strong> molte malattie. Veniva coltivata<br />

negli orti dei monasteri. Era inoltre diffusa la convinzione che tenesse lontani i serpenti.


TRIFOGLIO CAMPESTRE<br />

Trifolium campestre<br />

(Trifolium procumbens L.; T.rifolium agrarium Auct Fl. Ital.non L.; Mel<strong>il</strong>otus agraria Desfontaines )<br />

Trifoglio campestre.<br />

Forma biologica: T. scap -Terofita scaposa. (Piante annue con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie).<br />

Descrizione: Pianta erbacea, annua con fusti es<strong>il</strong>i, eretti o ascendenti, talvolta ramificati alla base,<br />

pubescenti, portanti 1-2 capolini. Altezza 5-20 cm.<br />

Le foglie con 2 stipole lanceolate, sono alterne, trifogliate, ellittiche, brevemente picciolate le laterali, la<br />

mediana ha picciolo più lungo, <strong>il</strong> margine su<strong>per</strong>iore lievemente dentellato.<br />

Inflorescenze in piccoli capolini ovati, portati da peduncoli ascellari, sono costituiti da 20-30 fiori, calice con<br />

5 denti, i due su<strong>per</strong>iori piú lunghi, gli altri tre piú brevi, corolla prima gialla, dopo l’antesi, bruno rossiccia.<br />

I frutti sono piccoli legumi.<br />

Antesi: Apr<strong>il</strong>e – Agosto<br />

Tipo corologico: W-Paleotemp.<br />

Distribuzione in Italia: Comune in tutto <strong>il</strong> territorio.<br />

Habitat: Presente al bordo dei campi, mei sentieri, negli incolti aridi da 0 a 800 m.<br />

Note di sitermatica: Sono descritte 2 varietà<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi: Pianta diuretica e buona mellifera.


Trifolium repens<br />

TRIFOGLIO BIANCO<br />

Famiglia: Leguminosae<br />

Nomi volgari: Trifoglio bianco, Trifoglio ladino, Trifoglio rampiacante.<br />

Etimologia: <strong>il</strong> nome <strong>del</strong> genere deriva dal latino “tri” = “tre” e “folium” = “foglia”, con riferimento alle foglie<br />

ternate.<br />

Morfologia:<br />

pianta bi-triennale in condizioni non umide, mentre è <strong>per</strong>enne nelle zone irrigue-umide <strong>del</strong>la Lombardia di<br />

aspetto erbaceo, con rizomi riccamente ramificati, fusti striscianti, stoloniferi, solo in alcuni casi cespugliosi,<br />

e sovente violacei, ascendenti nella parte su<strong>per</strong>iore e talvolta rico<strong>per</strong>ti di corti peli. Non su<strong>per</strong>a mai i 30 cm<br />

di altezza e forma vasti tappeti nei prati; è fac<strong>il</strong>mente distinguib<strong>il</strong>e dagli altri trifogli <strong>per</strong> le foglie spesso<br />

vagamente chiazzate di bianco.<br />

Le foglie alterne, sono trifogliate con lunghi piccioli e grandi stipule terrestri membranose. Le stipule sono<br />

saldate alla base e appuntite all’estremità. Le foglioline sono sess<strong>il</strong>i, larghe ovali, finemente dentate, di<br />

colore verde con una chiazza bianca.<br />

I fiori sono capolini globosi, solitari, bianchi, verdastri o rosa, composti da 40-80 elementi all’apice di<br />

peduncoli eretti, più alti <strong>del</strong>le foglie. Dopo la fioritura i fiori diventano penduli e bruni.Il calice campanulato,<br />

<strong>per</strong>corso da 10 nervature è diviso in 5 denti appuntiti (2 lunghi e 3 corti). La corolla simmetrica racchiude 10<br />

stami, di cui 9 saldati da f<strong>il</strong>etti.<br />

I frutti sono legumi, lineari, appiattiti, con 3-4 semi cuoriformi, di colore variab<strong>il</strong>e giallo, arancio e rosso che<br />

rimangono nel calice disseccato.<br />

Distribuzione – habitat – fioritura:<br />

specie paleotem<strong>per</strong>ata, divenuta subcosmopolita, in Italia è molto comune lungo le strade campestri, al<br />

margine dei boschi, nei prati, in qualsiasi tipo di terreno tranne in quelli troppo compatti o, all'opposto,<br />

troppo sabbiosi. In montagna si spinge fino a 2.000 metri fiorisce da apr<strong>il</strong>e a ottobre.<br />

Proprietà ed usi:<br />

pianta antireumatica, depurativa, oftalmica, detergente, tonica.<br />

Indicata <strong>per</strong> i distrurbi <strong>del</strong>la digestione e le diarree ostinate, le infiammazioni <strong>del</strong>le vie respiratorie, i<br />

reumatismi; <strong>per</strong> uso esterno, è antisettico.<br />

Unito alle graminacee rappresenta un ottimo foraggio e a questo scopo è anche seminato, si estende con<br />

grande rapidità, migliora i pascoli magri. Fornisce 5-8 sfalci di ottima qualità che, normalmente, sono<br />

ut<strong>il</strong>izzati come foraggio verde.<br />

I fiori possono essere ut<strong>il</strong>izzati in frittata , uniti alle foglioline possono essere ut<strong>il</strong>izzati come ingredienti <strong>per</strong><br />

una bevanda tipo “sangr<strong>il</strong>la”.<br />

In una brocca spremere <strong>il</strong> succo di un'arancia e tagliare la buccia in piccoli pezzi (solo la parte colorata),


aggiungere una bottiglia di vino rosso secco e una bottiglia di vino bianco secco. Unire 5 o 6 manciate di<br />

fiori di trifoglio e foglie tenere, mescolare accuratamente. Lasciare a riposare in frigorifero avendo<br />

l’accortezza di coprire <strong>il</strong> recipiente, <strong>per</strong> un paio di giorni, mescolando una volta al giorno. F<strong>il</strong>trare <strong>il</strong> li<strong>qui</strong>do e<br />

aggiungere una pesca matura, ma soda tagliata a pezzetti e circa 100 grammi di zucchero di canna e<br />

mescolare bene. Servire freddissimo.<br />

Nel passato, durante <strong>per</strong>iodi di carestia, i capolini secchi venivano raccolti <strong>per</strong> essere macinati, integrando<br />

in questo modo la farina.<br />

Come tutte le specie appartenenti al genere Trifolium rappresenta un'ottima fonte sia di nettare che di<br />

polline <strong>per</strong> le api, anche se la riduzione <strong>del</strong>la coltivazione con <strong>il</strong> sistema <strong>del</strong>le "marcite" lombarde ha ridotto<br />

notevolmente la produzione di miele allo stato uniflorale.<br />

Curiosità:<br />

dalla "Flora <strong>del</strong>l'apicoltore lombardo", pubblicata sulla rivista "L'Apicoltore" nell'anno 1873.<br />

"Fra le moltissime specie di trifoglio l'apicoltore deve conoscerne tre che tanto <strong>per</strong> la loro diffusione, come<br />

<strong>per</strong> la quantità di miele che somministrano riescono d'una importanza non comune. Le tre specie sono: <strong>il</strong><br />

Trifoglio pratense, o di Lombardia, o di Stiria, <strong>il</strong> Trifoglione, o incarnato, ed <strong>il</strong> Trifoglio ladino, o cavallino, o<br />

domestico.<br />

Alcuni apicoltori dissero che le api non raccolgono miele sul Trifoglio incarnato in causa <strong>del</strong>la profondità <strong>del</strong><br />

calice, anzi alcuni vorrebbero che l'ape italiana <strong>per</strong> avere una lingua più allungab<strong>il</strong>e <strong>del</strong>la tedesca <strong>per</strong><br />

raccogliere miele da codesto fiore mentre l'ape tedesca non lo può.<br />

In ogni modo l'importanza di codesto Trifoglio è molto minore <strong>del</strong>le altre due, e specialmente <strong>del</strong> Trifoglio<br />

ladino che dà ottimo e abbondante miele.<br />

Note:<br />

<strong>il</strong> genere venne istituito da Linneo, ad esso attualmente, si attribuiscono circa trecento specie distribuite<br />

essenzialmente nelle regioni tem<strong>per</strong>ate e subtropicali <strong>del</strong>l'emisfero nord; poche specie vivono spontanee<br />

sulle Ande e nell'Africa meridionale.<br />

La flora spontanea <strong>del</strong>l'Italia è ricca di specie di Trifolium; <strong>il</strong> Fiori ne indica una sessantina; <strong>il</strong> Fenaroli, nella<br />

descrizione <strong>del</strong>la flora <strong>del</strong>le Alpi, una dozzina, alcune localizzate in forme endemiche nelle zone più alte<br />

<strong>del</strong>le Alpi e degli Appennini. Piante annuali o <strong>per</strong>enni, a foglie composte da 3 foglioline,raramente 5-7.<br />

Alcune specie di trifoglio producono acido cianidrico,letale <strong>per</strong> <strong>il</strong> bestiame, quando crescono in determinate<br />

condizioni ambientali.<br />

Nella specie T. repens si distinguono tipi diversi:<br />

- var. sylvestre o selvatica a foglie piccole, comprende le forme che entrano come componenti naturali dei<br />

prati e dei pascoli e che si sono selezionate a seconda <strong>del</strong>la forma di ut<strong>il</strong>izzazione. Sono forme <strong>per</strong>enni, con<br />

elevata capacità di radicamento, in grado di colonizzare velocemente <strong>il</strong> suolo. Le dimensioni degli organi<br />

vegetativi e riproduttivi sono ridotte.<br />

- var. hollandicum o comune a foglie medie, poco diffusa in Italia.<br />

- var. giganteum, o ladino a foglie larghe, varietà gigante selezionatasi nelle zone <strong>del</strong> Cremonese e <strong>del</strong><br />

Lodigiano caratterizzate da terreni alluvionali freschi e leggeri. Si differenzia dal trifoglio bianco <strong>per</strong> le<br />

maggiori dimensioni degli organi vegetativi e riproduttivi. La selezione ha portato a che questa varietà<br />

sopporti con difficoltà la mancanza nel terreno di adeguati livelli di umidà.


Verbena officinalis<br />

Verbenaceae<br />

VERBENA<br />

Verbena, Erba corce, Erba sacra, Erba colombina, Erba crocina, Erba turca, Barbegna, Erba <strong>del</strong>la m<strong>il</strong>za,<br />

Birbina, Virminaca, Crebena.<br />

Forma Biologica: H scap - Emicriptofite scapose. Piante <strong>per</strong>ennanti <strong>per</strong> mezzo di gemme poste a livello <strong>del</strong><br />

terreno e con asse fiorale allugato, spesso privo di foglie.<br />

Descrizione: Pianta <strong>per</strong>enne, di aspetto erbaceo ascendente, con radice fusiforme; fusto ruvido,<br />

quadrangolare, legnoso alla base ramificato nella parte su<strong>per</strong>iore, alta sino a 1 m.<br />

Le foglie inferiori sono opposte, oblunghe, si restringono in un corto picciolo. Le mediane sono più grandi,<br />

tr<strong>il</strong>obate, con <strong>il</strong> segmento centrale più sv<strong>il</strong>uppato dei 2 laterali, questi ultimi sono oblunghi lineari e dentati.<br />

Le foglie cauline sono sess<strong>il</strong>i, lanceolate, dentate o intere si riducono progressivamente. Tutte le foglie sono<br />

coriacee, di colore grigio-verde, pelose e rugose.<br />

I fiori sono raccolti in lunghe spighe che formano una pannocchia all’ascella <strong>del</strong>le piccole brattee. Il calice è<br />

tubuloso, glanduloso, diviso in 4-5 denti. La corolla possiede 2 labbra poco distinte, rosa- l<strong>il</strong>la o bianche.<br />

I frutti sono capsule compresse cuoriformi, all'interno divise in 4 logge contenenti ciascuna un seme.<br />

Tipo corologico: Paleotemp.divenuta Cosmop.<br />

Distribuzione in Italia: Presente in tutto <strong>il</strong> territorio.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi: Erba molto amara, aromatica, rinfrescante, diuretica, antinfiammatoria e analgesica:<br />

calma i nervi, aumenta la sudorazione e la secrezione lattea, frena le emorragie, migliora <strong>il</strong> funzionamento<br />

di fegato e cistifellea, stimola l’utero. Antinevralgica ut<strong>il</strong>e <strong>per</strong> alleviare i dolori mestruali; emmenagoga,<br />

stimola <strong>il</strong> flusso mestruale se scarso.<br />

In caso di sinusite, si possono effettuare inalazioni respirando direttamente i vapori di un decotto di verbena<br />

caldo.<br />

Grazie alle sue proprietà astringenti si può assumere in caso di diarrea o coliche intestinali. Nell’uso interno,<br />

essa stimola la produzione di succo gastrico e favorisce gli scambi metabolici.<br />

Tran<strong>qui</strong>llante naturale, ut<strong>il</strong>e nell'ansia, nell'insonnia e nella tensione nervosa.<br />

L’infusione costituisce un eccellente gargarismo <strong>per</strong> le infiammazioni <strong>del</strong>la cavità orale e <strong>per</strong> le piccole<br />

emorragie <strong>del</strong>le gengive, ottimo rimedio anche <strong>per</strong> detergere le piccole lesioni e infiammazioni <strong>del</strong>la pelle.<br />

In cosmesi l’infuso può essere <strong>per</strong> usato come decongestionante <strong>per</strong> gli occhi.


Veronica chamaedrys<br />

VERONICA COMUNE<br />

Veronica comune, Occhi <strong>del</strong>la Madonna, Crescione dei prati.<br />

Forma biologica: H scap (Emicriptofite scapose. Piante <strong>per</strong>ennanti <strong>per</strong> mezzo di gemme poste a livello <strong>del</strong><br />

terreno e con asse fiorale allungato, spesso privo di foglie.)<br />

Descrizione: Pianta <strong>per</strong>enne, erbacea, fusti eretti o ascendenti, spesso rossastri, semplici o ramosi, glabri o<br />

con 2<br />

linee di peli, altezza 10÷30 cm.<br />

Le foglie sono opposte, sess<strong>il</strong>i o brevemente picciolate, pelosette, lamina ovato÷lanceolata, a margine<br />

seghettato.<br />

I fiori in lunghe infiorescenze portati da peduncoli, sbocciano all’ascella <strong>del</strong>le foglie in racemi multiflori,<br />

generalmente opposti. Calice con 4 lacinie lanceolate spesso pelose, corolla blu÷celeste con un anello<br />

bianco centrale.<br />

I frutti sono capsule triangolari, pelose e compresse.<br />

Antesi: Apr<strong>il</strong>e÷Giugno<br />

Tipo corologico: Euro÷Sib. (Europa meridionale e zone subsiberiane.)<br />

Distribuzione in Italia: Presente in tutta la penisola. Comune nelle regioni settentrionali, più rara in quelle<br />

centro÷meridionali, assente in Sardegna e Sic<strong>il</strong>ia.<br />

Habitat: Prati, pascoli, boschi, luoghi ricchi di nitrati; da 0 a 2.200 m.<br />

Proprietà ed ut<strong>il</strong>izzi÷Curiosità: Ha proprietà espettoranti, toniche, stomachiche, vulnerarie.<br />

Amara e stimoltante, entra nella composizione <strong>del</strong> "tè svizzero".<br />

È tra le piante che i coloni europei hanno introdotto in nord America.


VERONICA A FOGLIE DI SERPILLO<br />

Veronica serpyllifolia<br />

(= Veronica borealis (Laest.) Neuman,Veronica. humifusa Dicks., Veronica tenella All.)<br />

Veronica a foglie di Serp<strong>il</strong>lo, Veronica con foglie di Timo.<br />

Descrizione: Pianta erbacea <strong>per</strong>enne, fusti brevemente pubescenti, striscianti e radicanti ai nodi, ramificati<br />

con rami fioriferi eretti.<br />

Le foglie sono picciolate, ovali, intere o lievemente crenate, glabre opposte salvo che nell’infiorescenza dei<br />

fiori ascellari, dove sono ridotte a brattee.<br />

I fiori, in racemi lassi all’ascella <strong>del</strong>le brattee fogliari, sono brevemente picciolati, hanno lacinie calicine<br />

ellittico-ovali. 4 petali, <strong>il</strong> su<strong>per</strong>iore più grande dei laterali, quello inferiore più stretto, compongono la<br />

piccola corolla 5÷8 mm, biancastra o celeste striata di blu o viola, glabra esternamente, pubescente<br />

all’interno. Stami 2, ovario su<strong>per</strong>o 2 carpelli.<br />

I frutti sono capsule più larghe che lunghe, con calice <strong>per</strong>sistente, compresse, subrotonde, con peli<br />

ghiandolari, 20÷30 semi giallo chiari, con eleosoma.<br />

Antesi: Maggio÷Ottobre<br />

Tipo corologico: Circumbor.divenuta subcosmop.<br />

Distribuzione in Italia: Presente in tutto <strong>il</strong> territorio, isole comprese, 0÷2500 m<br />

Habitat: Luoghi freschi e umidi, lungo i corsi d’acqua, prati, torbiere, sentieri, magaforbieti.


Vinca Minor<br />

Sinonimi<br />

Vinca ellipticifolia Stokes<br />

Vinca hum<strong>il</strong>is Salisb.<br />

Vinca intermedia Tausch<br />

Tassonomia<br />

Regno: Plantae<br />

Divisione: Magnoliophyta<br />

Classe: Magnoliopsida<br />

Ordine: Gentianales<br />

Famiglia: Apocynaceae<br />

PERVINCA MINORE<br />

Nomi italiano<br />

Pervinca minore.<br />

Nomi locali: Scio da morto (Lig); Chiocchinet e Viola d'spagna (Piem); Carniola e fiur de mort<br />

(Lomb); Campanelle (Ven); Viola mata (Em); Erba vinca e Mortine (Tosc); Vinga-<strong>per</strong>vinga (Abr);<br />

Viola e ciucciu (Camp)<br />

Descrizione<br />

Pianta erbacea <strong>per</strong>enne, rizomatosa, con foglie sempreverdi, fusti fioriferi semplici, ± eretti o<br />

ascendenti e alti fino a 30 cm, e stoloni lunghi fino a 80-100 cm, ster<strong>il</strong>i, con radici nodali.<br />

Foglie<br />

Le foglie sono opposte, coriacee, glabre e brevemente picciolate, quelle all'apice dei fusti ster<strong>il</strong>i in<br />

vertic<strong>il</strong>lo di 3-4; picciolo subnullo nelle foglie inferiori, nelle su<strong>per</strong>iori lungo generalmente 2-4 mm<br />

(solo raramente più lungo, fino a 8 mm); lamina da lanceolata o ovato-lanceolata a ellittica, lunga<br />

da 1,5 a 4,5-5 cm, con margine intero (non c<strong>il</strong>iato) e apice acuto, di colore verde-scuro e lucida<br />

sulla pagina su<strong>per</strong>iore, più chiara in quella inferiore; nervatura r<strong>il</strong>evata su entrambe le pagine, più<br />

marcata su quella inferiore.<br />

Fiori<br />

Fiori solitari, ermafroditi, attinomorfi, pentameri, portati da un lungo (a volte più <strong>del</strong>la foglia<br />

ascellante) peduncolo inserito all'ascella <strong>del</strong>le foglie su<strong>per</strong>iori. Calice minuto, gamosepalo,


aderente al tubo corollino, con tubo breve, di circa 1,5 mm, e lacinie da ovate a triangolari lunghe<br />

3-4 mm (o poco più), glabre, a margine intero, con 1 dentello <strong>per</strong> lato nella porzione basale.<br />

Corolla ipocrateriforme da azzurra a porporino-violacea, a volte anche rosea o bianca, spesso<br />

biancastra alla bocca <strong>del</strong> tubo, con limbo di 25-35 mm di diametro e tubo di 9-11 (14) mm,<br />

internamente peloso all'altezza <strong>del</strong>le parti fert<strong>il</strong>i; lobi da largamente spatolati a cuneati, troncati<br />

obliquamente.<br />

Androceo e gineceo completamente inclusi nel tubo corollino.<br />

Stami 5, con f<strong>il</strong>amenti bruscamente incurvati alla base, e ivi portanti, ciascuno, un fascetto di peli;<br />

antere giallastre, appiattite, pubescenti sul dorso, con porzione apicale incurvata verso lo stigma e<br />

al di sopra di esso, in modo tale che, viste dall'alto, lo occultino quasi completamente (ad<br />

esclusione <strong>del</strong>la parte centrale).<br />

Ovario su<strong>per</strong>o 2-carpellare, glabro, con 2 nettarii basali; st<strong>il</strong>o giallastro f<strong>il</strong>iforme, con stigma,<br />

su<strong>per</strong>ato in altezza dalle antere, formato da una porzione basale slargata in alto (a mo' di testa di<br />

chiodo) e da un articolo apicale verdastro portante 5 folti ciuffi di peli bianchi disposti attorno<br />

all'a<strong>per</strong>tura stigmatica.<br />

Frutti<br />

Il frutto è formato da due (a volte uno, <strong>per</strong> aborto <strong>del</strong>'altro) follicoli subparalleli o poco divergenti,<br />

di forma subc<strong>il</strong>indrica e portanti un piccolo becco apicale, brunastri a maturità e lunghi 20-25 mm;<br />

la deiscenza avviene lungo la linea ventrale di sutura, liberando fino a 8 semi lungamente<br />

ellissoidali (1,5-2,5 x 5,5-7 mm), con solco longitudinale ventrale, glabri, brunastri con su<strong>per</strong>ficie da<br />

striata a reticolata.<br />

Periodo di fioritura<br />

Febbraio – apr<strong>il</strong>e. Nelle stazioni più elevate la fioritura inizia più tardi, protraendosi fino a maggiogiugno.<br />

Territorio di crescita<br />

Pianta diffusa nelle regioni tem<strong>per</strong>ate <strong>del</strong>l’Europa e <strong>del</strong>l’Asia, in Italia è presente in tutte le regioni<br />

tranne la Sardegna.<br />

Habitat<br />

Vive nei luoghi freschi ed ombrosi, pred<strong>il</strong>igendo i boschi caducifogli (soprattutto farneti e rovereti)<br />

o le siepi; non ama terreni poveri o troppo asciutti e i climi torridi; vegeta dal piano basale fino a<br />

quello montano (1300 m circa), formando spesso vasti tappeti che, grazie al loro sv<strong>il</strong>uppo radicale,<br />

riescono a consolidare i pendii.<br />

Uso Alimentare<br />

Non si conoscono usi alimentari <strong>per</strong> questa specie che rientra nella lista <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Salute<br />

<strong>per</strong> l’impiego non ammesso nel settore degli integratori alimentari.<br />

Uso Cosmetologico<br />

Le foglie sono in grado di esercitare una blanda attività antinfiammatoria e possono venire<br />

ut<strong>il</strong>izzate <strong>per</strong> eczemi, foruncoli e nelle dermatosi. Un infuso di foglie, nell’acqua <strong>del</strong> bagno o come<br />

impacco da applicare sul viso, ha un effetto calmante su pelli <strong>del</strong>icate ed irritab<strong>il</strong>i.<br />

Uso Farmacologico<br />

In medicina ufficiale trova applicazioni nelle affezioni vascolari che limitano l'afflusso <strong>del</strong> sangue al


cervello e nei casi di Diarrea, Epistassi, Ferite, I<strong>per</strong>tensione, Tons<strong>il</strong>lite, Leucemia. L’alcaloide<br />

vincristina è un potente citotossico, ut<strong>il</strong>izzato nella cura chemioterapica dei tumori.<br />

E' stata usata in passato <strong>per</strong> diminuire la portata lattea, ma attualmente viene sconsigliata <strong>per</strong> i<br />

possib<strong>il</strong>i effetti tossici <strong>per</strong> <strong>il</strong> lattante.<br />

Tutti i trattamenti farmacologici e sanitari devono sempre essere eseguiti sotto stretto e diretto<br />

controllo medico.

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