31.05.2013 Views

14 Racconti brevi scritti dai lettori - Piazzetta

14 Racconti brevi scritti dai lettori - Piazzetta

14 Racconti brevi scritti dai lettori - Piazzetta

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

SE uNA SERA D’INVERNO... (una stufa racconta)<br />

MA LA NOTTE...<br />

Che bello oggi quando<br />

Bea è tornata<br />

da scuola! Si è messa a mangiare<br />

gli spaghetti che le avevo tenuto<br />

in caldo, mentre teneva i piedi<br />

infreddoliti appoggiati a me.<br />

Ma io aspetto la notte!!..<br />

Che profumino quelle mele,<br />

oramai sono cotte, le ho<br />

cucinate piano piano, così<br />

tutti mi son venuti vicino per<br />

vedere a che punto erano.<br />

Ma la notte, la notte!!..<br />

E dopo cena tutti lì attorno a me.<br />

Come mi sento importante!<br />

Mi emoziono e divento<br />

davvero rossa.<br />

Ma è lui che aspetto!!<br />

Mi butta uno sguardo d’intesa:<br />

“Tranquilla, tra poco arrivo;<br />

guardali, li hai già fatti<br />

sonnecchiare. Ci vanno,<br />

ci vanno a letto”<br />

E finalmente si!<br />

A gambe incrociate, seduto<br />

davanti a me, sì, ci guardiamo<br />

negli occhi. Io mi sto spegnendo,<br />

ma a lui piaccio così. Com’è<br />

tenero, così assorto, mi guarda,<br />

mi fissa. Le mie ultime lingue<br />

di fuoco gli fanno balenare gli<br />

occhi per seguirle. Lui sta lì<br />

fermo, immobile, il cuore gli<br />

dorme già. Una crosticina di<br />

cenere copre l’ultimo ciocco.<br />

Poi: “CIOK”. Il ciocco si spezza,<br />

lasciando vedere tutto il fuoco<br />

che c’è ancora in me e alcune<br />

faville volano in alto, come un<br />

piccolo fuoco artificiale. Lui<br />

sobbalza, mi manda un ultimo<br />

sguardo languido, poi socchiude<br />

gli occhi scodinzolando.<br />

Io sono felice!<br />

Vittoria Cattani<br />

Pensionata<br />

AMORE<br />

Lui. Lei. Sono entrati come<br />

moderni principi, desiderosi di<br />

sfilare gli abiti ingombranti. Li<br />

ho visti amarsi. Più e più volte.<br />

Cenare sul tappeto. Consumare<br />

un solo lato del divano per stare<br />

abbracciati. Darsi malati per<br />

stare soli. Ridere per un mestolo<br />

sbagliato. Piangere per una foto<br />

incomprensibile. E poi lei ha<br />

portato a casa un randagio. Lui<br />

seccato ma per niente sorpreso.<br />

Due occhioni scuri dentro una<br />

palla di pelo bianca e nera. Lo<br />

amano. Lei dice che il destino<br />

è l’unico che azzecca i regali.<br />

E ho visto lui amare lei. Anche<br />

se stanca. Anche se nervosa.<br />

Anche se grassa. E poi ho visto<br />

lei stare male. E lui guardare<br />

continuamente l’orologio. E<br />

massaggiarle la schiena. E farla<br />

sedere e poi camminare e poi<br />

farla risedere. E lei piangeva. Lui<br />

sapeva cosa fare: cronometrare,<br />

respirare, consolare. Poi ha fatto<br />

una telefonata. Poche parole. L’ha<br />

guardata come volesse fotografare<br />

l’istante –“ora dobbiamo andare,<br />

ci aspettano”-. E se l’è<br />

portata via. È tornato<br />

da solo. Stanco. Non<br />

l’ho vista per giorni.<br />

Lui usciva, tornava,<br />

sistemava la casa.<br />

Poi un mercoledì<br />

eccoli varcare di<br />

nuovo la sogli insieme.<br />

Belli. Felici. E con il loro<br />

cuore avvolto in una copertina<br />

azzurra: era arrivato Tommaso.<br />

Federica Sartori<br />

Disoccupata<br />

COME<br />

UN’AVVENTURA<br />

Un lieve tremito fa oscillare i<br />

nostri corpi avvolti nell’oscurità,<br />

in questa atmosfera all’apparenza<br />

calma, ma ricca di attese e<br />

trepidazione. Gli spazi iniziano<br />

a scarseggiare, con gli ultimi<br />

che si sono uniti dovremmo<br />

essere al completo; siamo qui,<br />

nel buio del silenzio cerchiamo<br />

di scrutarci e conoscerci e nel<br />

frattempo tendiamo l’orecchio.<br />

Da fuori arrivano lievi suoni di<br />

preparativi, passi soffusi, qualche<br />

oggetto è stato spostato, forse.<br />

Di nuovo ci giungono distinti<br />

calpestii più pesanti e decisi; poi<br />

l’incontro tra le nocche e la porta<br />

in metallo, materiali differenti<br />

si scontrano e scivolano, attriti<br />

sonori e soffici contatti, e un<br />

sussulto, come di scintilla.<br />

Sembra che il nostro gruppo<br />

stia iniziando a muoversi, pian<br />

piano, nella stessa direzione.<br />

Si iniziano a percepire voci al di<br />

là, sembrano maschili, ma anche<br />

femminili, di persone adulte<br />

e di ragazzi. Se ne uniscono<br />

altre timide e soffuse poi si<br />

moltiplicano, si sovrappongono<br />

e sembrano essere tutte intorno<br />

a noi. Si intuiscono saluti, risate,<br />

baci, gioiose conversazioni…<br />

Noi intanto stiamo proseguendo<br />

la marcia, costante e regolare,<br />

iniziando ad appassionarci a<br />

questo camminare insieme verso<br />

una meta. È ancora molto buio<br />

attorno e la fantasia vola per dar<br />

forma e colore a quei suoni.<br />

Ora il percorso è più stretto,<br />

non sono più in mezzo al<br />

gruppo, ma procedo in ordinata<br />

fila indiana. Sto sudando per<br />

il caldo e l’emozione, sento<br />

che mi sto avvicinando alla<br />

meta, so che tra poco avrò la<br />

possibilità di capire, sapere,<br />

conoscere… Ecco, ci siamo!<br />

La luce è davvero intensa e per un<br />

attimo mi sembra che l’ultima<br />

cosa ad essere mutata sia il<br />

sottofondo di quelle voci, da nero<br />

a bianco. Poi all’improvviso i<br />

colori e le forme emergono<br />

dall’altra parte del vetro. La scena<br />

è bellissima. Ci sono luci, suoni,<br />

calore umano, tutti insieme;<br />

differenze e condivisioni si fondono<br />

in una varietà di vita incredibile<br />

al di là di questo schermo; la<br />

possibilità di essere qui a godere<br />

di questo spettacolo è immensa e<br />

la passione per la vita mi<br />

infiamma e brucio di emozioni.<br />

D’improvviso mi sento leggero,<br />

sospinto da una nuova forza mi<br />

allargo e mi distendo liberandomi<br />

nell’aria e il vetro non c’è più.<br />

Mi volto indietro e con la coda<br />

dell’occhio scorgo la bocchetta<br />

d’aerazione della stufa da cui<br />

stanno arrivando anche gli altri<br />

miei compagni d’avventura, ex<br />

trucioli di pellet che ormai mi<br />

appaiono trasformati nella nuova<br />

natura e il loro caldo abbraccio<br />

mi accompagna all’inizio di<br />

questa avventura nella vita.<br />

Lucia Brizzi<br />

Architetto

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!