Giornalino I° Quadrimestre - ISTITUTO COMPRENSIVO "A.Diaz"

Saluto iniziale
L’eco dell’alunno
Laboratori classi aperte 6^A-B-C
Gentili lettori e lettrici, ben ritrovati! Il vostro giornalino,
quello che voi, ragazzi e ragazze della Scuola Media di
Vaprio d’Adda, avete creato, pubblicato, letto e diffuso è
ancora tra voi! Anche quest’anno infatti l’Istituto Diaz ha
deciso di ripetere la positiva esperienza della scorsa stagione
creando uno strumento in cui ad ogni alunno sia data
la possibilità da una parte di scoprire sé stesso, mettendo
a prova le proprie attitudini e abilità, dall’altra di conoscere
il mondo che lo circonda, fatto da adulti e da coetanei,
in ambito scolastico o extra-scolastico, investigando,
intervistando, raccontando attraverso le parole e le immagi-
ni tutto ciò che gli succede e gli sta a cuore. Il laboratorio pomeridiano del lunedì diventerà
per le attuali classi seste il luogo in cui redigere le nuove pubblicazioni: si tratta di
una redazione composita in cui reporter, opinionisti, narratori, fumettisti, linguisti - e chi
più ne ha più ne metta - proveranno, gioiosi ed entusiasti, a fornirvi un prodotto all’altezza
delle vostre aspettative. Che dire di più? Possiamo soltanto augurare a tutta la
redazione di riuscire a dare il meglio delle proprie capacità e al giornalino, quasi fosse
una persona in carne ed ossa, non ci resta che esprimere i nostri più sentiti auguri …
buon compleanno!!!
Attività extrascolastiche con esperti
Si ringrazia il
Comitato Genitori
per aver
contribuito
economicamente anche
quest’anno alla
nascita del nostro
Giornalino Scolastico
Nel mese di settembre sono intervenute nelle classi di 6^ di questa scuola alcune esperte
del consultorio ”La famiglia” di Trezzo sull’ Adda. Ci hanno accompagnato in un
entusiasmante e divertente percorso didattico, in cui abbiamo svolto delle attività come
gruppo – classe o per piccoli gruppi. La prima volta ci siamo messi in cerchio e abbiamo
descritto il nostro compagno di sinistra. Avevamo paura di dire cose che potevano
offendere qualcuno, ma superata questa difficoltà iniziale, abbiamo capito che era un’
occasione per conoscerci meglio. La 2^ volta abbiamo fatto un gioco in cui dovevamo
fuggire dall’allagamento di una diga. Per salvarci dovevamo scegliere 4 oggetti che ritenevamo
importanti, da una lista che ci avevano proposto e scritto alla lavagna. Tra
questi oggetti c’ erano: un game–boy, un telefonino con i numeri dei propri amici, un
cappello del nonno con medaglie del nonno, una merendina, un violino prezioso di alto
valore economico, una banconota da 20 euro, un maglione fatto a mano dalla nonna,
un cd autografato, un album fotografico, un diario segreto e alcuni semi di pianta rara.
Avevamo 5 minuti di tempo, altrimenti saremmo annegati. All’ inizio eravamo da soli,
poi a coppie, a piccoli gruppi ed infine a grandi gruppi. La terza volta ci hanno distribuito
una scheda o il disegno di una valigia. Noi dovevamo inserire negli appositi spazi le
nostre paure, i nostri sogni e ciò che avevamo voglia di fare. Infine abbiamo ricavato un
cartellone. Noi pensiamo che la realizzazione di questo progetto ci abbia fornito un’ occasione
importante per conoscerci meglio, per imparare a collaborare e a lavorare insieme.
E. Vallone 6^ A e G. Innocenti 6^ C
Istituto Comprensivo
“A. Diaz”
V.le della Vittoria, 12
Vaprio d’Adda
Numero 3 - Anno 2008
Redazione
Alunni
Tutti gli alunni delle classi 6^
iscritti alle 33 ore.
Docenti dei Laboratori
Airoldi Paola
Lodigiani Francesca
Pedroncelli Roberto
Laboratorio Linguistico 2 - 3
4 - 5
Racconti Fantastici 6
Proverbi e barzellette 7
Cruciverba
Il cercaparole
Interviste
Sommario
Numero 3 - Anno 2008 Pagina 1
8 - 9
Cinema/Music 12
Lettere al giornalino 13
Gli adolescenti e il loro
mondo
Filastrocche e poesie 16
10-11
14-15
Le nostre fiabe 17-18
Corsa Campestre 19
Giornalino a scuola
Uscita didattica
20

Laboratorio Linguistico Crazy Animals ci siamo inventati degli animali pazzi, pazzi...
An elephant’s trunk.
Numero 3 - Anno 2008
Ligi Shael
La proboscide di un elefante.
A lion’s mane. La criniera di un leone.
A giraffe’s neck. Il collo di una giraffa.
A shark’s fin. La pinna di uno squalo.
Rapiligi Cafielca
Onofrio C. 6^B
Rabbit’s Ears. Le orecchie di un coniglio.
A pig’s head. La testa di un maiale.
A lion’s mane. La criniera di un leone.
A giraffe’s neck. Il collo di una giraffa.
Camel’s humps. Le gobbe di un cammello.
A cat’s body. Il corpo di un gatto.
A fish’s tail. La coda di un pesce.
Elephant’s legs. Le zampe di un elefante.
Valeria P. 6^B
Snacatduck
A cat’s head. La testa di un gatto.
A snake’s body. Il corpo di un serpente.
Duck’s wings. Le ali di un anatra.
Crobepa Pifro
Alessandro D.V. 6^B
A crocodile’s head. La testa di un coccodrillo.
Bee’s feelers. Le antenne di un’ape.
A parrot’s body. Il corpo di un pappagallo.
A pig’s tail. La coda di un maiale.
And frog’s feet. I piedi di una rana.
Sheila C. 6^A
Pagina 2

Crazy Animals ci siamo inventati degli animali pazzi, pazzi...
.
Numero 3 - Anno 2008
Rapaca Patibusna
Rabbit’s ears. Le orecchie di un coccodrillo.
A panda’s head. La testa di un panda.
Cat’s eyes. Gli occhi di un gatto.
A parrot’s beck. Il becco di un pappagallo.
A tiger’s body. Il corpo di una tigre.
Butterfly’s wings. Le ali di una farfalla.
A snake’s tail. La coda di un serpente.
Lihor Snabut
Ilaria A. R. 6^A
A horse’s head. La testa di un cavallo.
Butterfly’s wings. Le ali di una farfalla.
A lion’s tail. La coda di un leone.
Snake’s feelers Le antenne della lumaca.
Valeria S. 6^B
Elgica Fibi
An elephant’s head. La testa di un elefante.
A giraffe’s neck. Il collo di una giraffa.
Camel’s humps. Le gobbe di un cammello.
A fish’s fin. La pinna di un pesce.
Bird’s claws. Le zampe di un uccello.
Elipa hiho
Nazareno C. 6^A
An elephant’s head. La testa di un elefante.
A hippopotamus’ body. Il corpo di un ippopotamo.
A horse’s hoofs. Gli zoccoli di un cavallo.
A lion’s tail. La coda di un leone.
Parrot’s wings. Le ali di un pappagallo.
Amedeo N. 6^B
Pagina 3

Laboratorio Linguistico: Crossword
Guessing Game
I’ve got a shiny black fur
I’ve got long claws
I’ve got two golden eyes
I’ve got a long tail
I eat animals
I live in the forest
I can rune
I can’t fly
Who am I?
Numero 3 - Anno 2008
G 2
Valeria P. 6^B - Ilaria A.R. 6^A
A __ __ __ __ __ __ __ __ __
B 6 1 F
1 2 3 4 5 6 7 8 9
C
7 D 3 8 9
4
E
Onofrio C. 6^B
Pagina 4

The English editors
I am Ilaria A. R.
I’m in class 6°A.
My favourite friend is Valeria P.
My favourite colour is orange.
My favourite musical star is
Ashley Tisdale, she’s fantastic!
My favourite fruit is apricot.
My name’s Onofrio C.
I am in class 6°B.
My best friend is Mauro.
My favourite sports star is C.
Ronaldo and my favourite colours
are red and yellow.
My name is Adriana G.
I’m in class 6^A.
My favourite colour is pink.
My favourite friend is Emma.
My favourite pop star is Irene
Grandi.
My favourite fruit is pineapple.
My name is Nazareno C.
I’m in class 6^A.
My friends are Lorenzo, Mattia,
Alessandro, Alex, Ardit.
My favourite sports stars are
Ronaldinho and Kakà.
My favourite colour is red .
My favourite fruit is mango.
Hi! My name is Emma O.
I am in class 6°B.
My friend is Silvia.
My favourite pop band is rebelde.
My favourite colour is light
My name is Amedeo N.
I’m in class 6^B.
My friends are Nazareno and
Matteo. My favourite sports star
is Kakà. My favorite colours are
green and light blue. My favourite
fruit is watermelon.
My name is Sonia B.
I’m in class 6^B.
My friend is Ilaria A.
My favourite pop star is
Laura Pausini.
My favourite colours are
orange and light blue.
My name is Alessandro D. V.
I’m in class 6^B.
My favourite friend is Nazareno.
My favourite sports star is
Alessandro del Piero.
My favourite colour is red.
My name is Valeria P.
I’m in class 6^B
My favourite friend is Ilaria A.R.
My favourite star is Vanessa
Anne Hudgens, she is a musical
star.
My favourite colour is yellowMy
favourite fruit is watermelon.
Numero 3 - Anno 2008 Pagina 5

Racconti fantastici e surreali
Immagina di trovarti coinvolto in una situazione
“misteriosa”. Quali fatti enigmatici
o fenomeni inspiegabili ti capitano?
Quali le conseguenze per te o per gli altri?Quali
le tue reazioni?
È mezzanotte. Tutti in casa dormono.
Squilla il telefono. Mi alzo dal letto e rispondo.
Silenzio tombale. Non parla
nessuno. Riattacco e torno a dormire.
Squilla di nuovo il telefono, guardo l’orologio
ed è passata solo mezz’ora dalla
precedente chiamata. Stavolta, una voce
maschile dall’altra parte del telefono parla
in modo confuso, senza senso; riesco
solo a comprendere:”Ci troviamo domani
a mezzanotte in via Boccaccia n°37”.
Neanche il tempo di dire qualcosa. Ha
già riattaccato. Sono preoccupata, ma
chi sarà mai? Non ho mai sentito quella
voce. Non ho più sonno, ho solo paura.
Sono le 6:30 e mi preparo per andare a
lavorare. Sono la dirigente di un’azienda
di porcellane. Devo solo non pensare a
quella telefonata. Prendo il tram e arrivo
a Milano, corso Buenos Aires. Per ora va
tutto bene. Strano, nessuno ha ancora
notato che sono stravolta. Arrivo in ufficio
e la mia segretaria mi ricorda tutti gli
appuntamenti della giornata ma non
m’importa, so che il tempo passerà in
fretta. Infatti, sono le 13:30 e sto tornando
a casa. Arrivata davanti alla porta mi
fermo, perché attratta da insoliti rumori.
Mio marito è al lavoro, i miei figli sono a
scuola. Forse è la mia impressione. Apro
la porta e …. Trovo una scritta sul muro:
”Ricordati dell’appuntamento”. E adesso?
Questo uomo mi perseguita. Ricopro
la scritta con un quadro prima che qualcuno
se ne possa accorgere. È l’ora di
cena, i miei figli mi raccontano della giornata
trascorsa a scuola e mio marito è
calmo, sorride. L’ora si avvicina ed i minuti
trascorrono inesorabilmente senza
pietà. Invento una scusa per mio marito:
”La mia amica sta male, devo andare da
lei”. Esco con la mia macchina di lusso.
Arrivo in via Boccaccia n°37 ma non trovo
nessuno. Ad un tratto vedo un’ Audi
A4 che si avvicina, ha i vetri scuri e quindi
non riesco a vedere chi c’è all’interno.
Qualcuno, improvvisamente, scende dalla
macchina e così faccio anch’io. Ci avviciniamo
l’uno all’altro; ma non mi sembra
di conoscerlo, non è nemmeno molto
giovane. Ma…è mio padre! No, non è
possibile. E’ morto 4 anni fa! Mi saluta:
”Ciao Nicole”. Mi accorgo che l’incubo è
appena iniziato. “Devi morire, mi dispiace
ma è giunta l’ora della tua morte.” Inizio
a urlare: “Non è possibile! Che ne sarà
di mio marito, dei miei figli e del mio
posto da direttrice?” “Piango, ma mio padre
non ha pietà. “Nicole, io ti ho voluto
bene, ma ciò non vuol dire niente. Ho
deciso di ucciderti” “Ma perché?” urlo io
nella speranza che mi possa sentire
qualcuno. Ma questa via è completamente
deserta. Mio padre fruga nella tasca.
No, no, no. Tira fuori un coltello. Rimango
lì, in piedi, terrorizzata e immobile.
Chiamo mio marito e gli chiedo aiuto?
No, non posso. Mio padre mi rivolge di
nuovo la parola: “Sei pronta?” Ora cresce
una rabbia terribile dentro di me. Mi
sento addirittura incatenata. Tutto ciò
non ha senso, è inspiegabile. I minuti
passano. “Anzi, sai che ti dico? Non ti
uccido ora ma un giorno, quando meno
te l’aspetti”. Detto così mio padre scompare,
lasciandomi lì, nel regno dei viventi.
Il cosmo si ribella
Nicole M. 7^A
Gli ultimi superstiti della razza umana erano
pronti per partire. - Tutti gli uomini
sono imbarcati - disse l’assistente del capitano
Morrison. Tutti guardavano lui.
Morrison si abbandonò nella poltrona e
sorrise stancamente. - Siamo pronti disse.
Ma per andare dove?
La domanda del capitano cadde nel silenzio.
Fecero rotta per Plutone, ultima
speranza di sopravvivenza. Il pianeta aveva
subito qualche tentativo di colonizzazione
nel secolo precedente. I segnali
erano evidenti: ovunque si posasse lo
sguardo c’erano miriadi di case e grattacieli
abbandonati. Molti erano cristallizzati
e altri completamente ricoperti di ghiaccio.
Non si sa bene perché ma i coloni,
forse per la lontananza dal sole e dai
pianeti o forse per l’impossibilità di raggiungere
le galassie adiacenti, avevano
lasciato il pianeta. Morrison e gli altri cominciavano
a intuirlo dal freddo strano e
pungente che non riuscivano a mitigare
nonostante i macchinari ad alta tecnologia.
domandò
sfiduciato il capitano. fece
rapporto il giovane.
. L’operatore
provò invano senza risultati. Finchè
non si udì una debole voce sussurrare: e poi il segnale
scomparve. Ciò non fece altro che demoralizzare
ancora di più l’equipaggio.
Johnny si collegò allora con un satellite
della terra. Sulla sua crosta vi erano continue
eruzioni vulcaniche o gelate improvvise.
L’Australia scomparsa era oscurata
da una densa coltre fumosa. Poi
anche il satellite si spense. Nelle settimane
seguenti anche sugli altri pianeti il
genere umano scomparve. Rimanevano
solo cinque sopravvissuti: Morrison,
Johnny, Lerner, Curt e Houdson. Gli altri
erano morti chi per il freddo chi per le esplorazioni
malriuscite. Gli uomini, consci
di essere gli ultimi esemplari di una
potente e stupida razza, passavano i
giorni ad aspettare l’arrivo della morte.
Finché il 10 maggio 3422 accadde l’inaspettabile.
Vi fu una tremenda scossa di
terremoto seguita da un boato. Poi venne
il silenzio: contemporaneamente si
accese la luce del segnale di contatto
sulla navicella. esclamò
Curt. Una voce profonda che pareva
venire dal pianeta stesso ma anche
dal cuore di ogni uomo presente iniziò a
tuonare. Mentre parlava le sue parole
comparivano sullo schermo.
disse. balbettò Lerner.

Proverbi da tutto il mondo e qualche barzelletta
Proverbi italiani
1.Chi trova un amico trova un tesoro.
2.A casa dei gentiluomini prima le donne e poi gli uomini.
3.È meglio un uovo oggi che una gallina domani.
4.Sul latte versato non si piange.
Proverbi inglesi
5.Love makes the world go round.
(L’amore fa girare il mondo).
6.No pain, no gain.
(Niente fatica, niente guadagno).
7.Experience is the mother of wisdom.
(L’esperienza è la madre della saggezza).
8.First think, and then speak.
(Prima pensa poi parla).
Proverbi piemontesi
9.A l’è buna la forsa ma mej l’ impegn.
(Bene la forza, ma meglio l’ impegno).
10.A l’è mej n’amis che des parent.
(Meglio un amico che dieci parenti).
Proverbi pugliesi
11.Ce ricche te uè fà va n-gambbàgne e mmìttete ad arà
(Se ricco ti vuoi fare, và in campagna e mettiti ad arare)
12.Nesciune nasce ambaràte
(Nessuno nasce istruito)
Proverbio argentino
13.Quien roba a un ladron, tiene cien anos de perdon.
(Chi ruba a un ladro, ha 100 anni di perdono).
Proverbio finlandese
14.Jos on lusikalla annettu ei voi kauhalla vaatia.
(Se è stato dato con il cucchiaio non si può pretendere
con il mestolo).
Proverbi rumeni
15.Cine se scoalå de dimineatā, departe ajunge.
(Chi si sveglia la mattina presto arriverà lontano).
16.Ulciorul nu merge de multe ori la apā.
(La tazza non va immersa tante volte in acqua).
17.Omul bun dupā fapte se cunoaste!
(Riconosci l’uomo gentile solo dopo aver visto come si
comporta).
Proverbi arabi
18.
19.
(Caduto il barattolo si trova il coperchio).
(Il mattino ha l’oro in bocca).
Barzellette
Ascolta Luisa, ti faccio una domanda di geografia.
E’ più lungo il Po o il Mississippi ?
il Mississippi!
Brava, e di quanto?
Nove lettere!
-In un treno il controllore apre la porta di uno
scompartimento e chiede ai passeggeri i biglietti.
Uno dei passeggeri fa vedere il suo biglietto. L’altro
ne mostra due, uno per lui l’altro per il figlio
fa il controllore e
lascia lo scompartimento. Allora il primo
passeggero dice all’altro:>
A sentir ciò, il secondo viaggiatore
domanda:
-La maestra interroga un alunno:.
>.
E l’alunno:
-Lezione di medicina:
Lo studente:
-Due capre affamate vagano nel deserto da giorni
senza nulla da mangiare.
Ad un tratto scorgono la bobina di un film in mezzo
alla sabbia. La prima capra urla:e divora
tutta la pellicola. L’altra capra guarda stupita la
prima esclama:
- Ultim’ora: Rubati in una grande fattoria numerosi
agnelli. Sono già stati effettuati diversi arrosti.
Ilaria G. 6^C
Numero 3 - Anno 2008 Pagina 7

Cruciverba
1
5
7
12
2
3
11
4
8
Numero 3 - Anno 2008
6
9
10
13
1. Nome del terzino destro del Milan.
2. Antico trio d’attacco svedese del Milan degli
anni 50.
3. Tifosi scatenati delle squadre.
4. Grande trequartista brasiliano del Milan.
5. Nome dell’allenatore con cui il Milan ha vinto 2
Champions League.
6. Grande difensore della storia del Milan.
7. Altro nome dello stadio G. Meazza.
8. Squadra della dea.
9. N° 10 del Barca.
7
1
2
5
4
6
3
Se risponderai correttamente uscirà il nome del cartone.
2
Definizioni
1. Cognome dello Skater più famoso del mondo.
2. Mossa di Skate in inglese.
3. Parte di metallo situata sotto la tavola.
4. Famosa marca di Skate.
5. Marca di Skate con la croce.
6. Tavola detta in inglese.
7. Appassionato di Skate della 6^B.
8. Appassionato di Skate della 6^C.
9. Cognome di famoso Skater.
10. Famosa marca di Skate.
11. Marca di tavole.
12. Mossa di skate che consiste nell’incrociare lo skate
nelle gambe.
13. Salto su una sbarra di ferro o altro materiale, con
proseguimento.
6
9
3
4
5
8
1
7
1. Migliore amico di Bart.
2. Sorella minore di Bart.
3. Moglie di Omar.
4. Città dove è ambientato il cartone.
5. Altra sorella di Bart.
6. Canale dove viene trasmesso il
cartone.
7. Altro canale dove viene trasmesso
il cartone.
Pagina 8

Il Crucianimali
1. Vive nel porcile.
2. Adora il rosso.
3. E’ a strisce bianche e nere.
4. Ha otto zampe.
5. Nitrisce.
6. Striscia.
7. Ha cento occhi.
8. Fa le fusa.
9. Ruggisce.
Il cerca parole
Numero 3 - Anno 2008
1 i e
2 o r
3 Z b
4 R g
5 C l
6 r n
7 v e
8 a t
9 e n
Usando le seguenti lettere, forma quante più parole possibili (di almeno quattro lettere) di senso compiuto
(l’iniziale è evidenziata)
1 I F R E O
2 T N A A T L E
3 I T C I L O G T A O
4 L O G I R O O O
5 G L R O E L I H
6 T L A R I E C V A
7 O N F O O I L X
8 L O A E N L
9 R I O U A T N B T
10 C I A R O G E R O L T C
11 N I O P F O E A R T
12 A I T M A T
13 A L P L O A L O N
14 I B O L R
15 R A T C L A E L
16 U O C A T S C I
Pagina 9

Interviste ai coetanei
Abbiamo svolto presso i nostri coetanei di classe sesta alcune indagini rivolte a conoscere il loro parere sui seguenti
argomenti:
• I luoghi preferiti per le vacanze
• I programmi televisivi preferiti
• Gli sport più amati
I dati raccolti sono stati tabulati e successivamente si sono creati degli aerogrammi, per avere una visione grafica
immediata dei risultati.
Tra conteggi e percentuali dobbiamo dire che questa attività ci ha fatto esercitare anche in matematica.
Numero 3 - Anno 2008
23%
Luoghi preferiti per le vacanze
0% 10%
1%
89%
montagna/collina lago mare casa
Programmi televisivi preferiti
2% 4%
71%
film e telefilm cartoni quiz talk show
28%
7% 4% 6%
Sport preferito
24%
31%
basket skateboarding calcio
snowboarding canottaggio BMX
Pagina 10

Intervista: La scuola ai tempi dei nostri nonni
Intervista a nonno Luciano (anni 87) e nonna Giuseppa (anni 77)
Le scuole Elementari di Vaprio
1) Come era la scuola esteticamente ai vostri tempi? Su quanti piani era costruita?
Nonno e nonna: era una costruzione già allora abbastanza “vecchia”, disposta su due piani.
2) Che materie avevate? C’erano tante maestre? Come esprimevano voti?
Nonna e nonno: Avevamo italiano, matematica, storia, geografia, scienze, religione.
C’era una sola maestra per tutto. I voti venivano dati con le parole.
Numero 3 - Anno 2008
Ahiiiiii!
Scusi! Scusi! Scusi!
Ho capito non lo farò
mai più! Lo prometto!
Non si dicono le parolacce!
Soprattutto ai maestri e
ai compagni.
3) Avevate sempre bei voti in pagella?
Nonna: sì, venivo sempre promossa con bei voti.
Nonno: io avevo voti abbastanza belli.
4) Eravate divisi maschi e femmine nelle classi?
Potevate scegliere con chi stare in banco? Qual’era la vostra divisa, se l’avevate?
Nonna: Sì, eravamo divisi maschi e femmine e nei banchi ci disponevano le maestre.
Avevamo il grembiule bianco.
Nonno: io avevo la blusa nera
5) Come vi punivano e come vi premiavano?
Nonna e nonno: ci punivano mandandoci in castigo dietro la lavagna e non ci premiavano mai.
6) Quanto duravano gli intervalli? Andavate in cortile a giocare?
Nonna e nonno: non c’erano intervalli, ma verso le 10.00 si andava,
tutti in fila, in bagno
7) Andavate a casa a mangiare o avevate la mensa? Facevate
lezione di pomeriggio?
Se sì, erano organizzati anche laboratori?
Nonna e nonno: andavamo a casa a mangiare, per poi tornare il
pomeriggio e non c’erano i laboratori.
8) Quanto durava la scuola?
Nonna e nonno : durava dalle 8.30 alle 12 .00, e il pomeriggio
dalle 13 .30 alle 15.30.
9)Vorreste tornare a scuola?
Nonna: no, ho già studiato abbastanza
Le scuole medie di Gorgonzola
1) Nonna e Nonno: era una palazzina a due piani
2) Nonna e Nonno: oltre alle materie delle elementari avevamo Latino, Francese, Disegno, Ginnastica;
avevamo molti professori, i voti erano espressi in parole.
3) Nonna: sì Nonno: sì anch’io
4) Nonna e Nonno: c’erano classi di soli maschi e classi di sole femmine, potevamo scegliere con chi stare in banco,
le femmine avevano il grembiule nero
5) Nonna e Nonno: per punirci ci sospendevano
6) Nonna e Nonno: c’era l’intervallo a metà mattina, ma non c’erano le lezioni di pomeriggio
8) Nonna e Nonno: durava dalle 8.00 alle 12.30
9) Nonna: io no Nonno: no.
Pagina 11

Cinema
TRAMA
Scheda del film
“LA MASCHERA DI ZORRO”
Attori protagonisti:
Antonio Barberas & Anthony Hopkins
Attori non protagonisti:
Catherine Zeta- Jones
Anno:
1998
Regia:
Martin Campbell
Genere:
Avventura
Il film è ambientato in California. Diego Della Vega, meglio conosciuto come Zorro, combatte a fianco del popolo contro
l’oppressione spagnola. Durante la battaglia, Zorro viene aiutato da due fratelli, Joaquin e Alejandro. A Joaquin, Zorro dona
il suo medaglione in segno di ringraziamento. Diego Della Vega viene fatto prigioniero da Rafael Montero, governatore
spagnolo. Al momento dell’arresto viene uccisa per errore la moglie Esperanza e la piccola Elena viene portata via. Dopo
anni di prigionia, Zorro intende vendicarsi. Rafael Montero è tornato dalla Spagna per comprare la California dal Presidente
del Messico, Generale Santa Anna. Zorro ritrova Alejandro che indossa il medaglione a suo tempo regalato al fratello
Joaquin, ucciso, nel frattempo, dai soldati. Zorro insegna ad Alejandro ad usare bene la spada ma soprattutto gli dà lezioni
di comportamento. Alejandro diventa il successore di Zorro, sposa Elena che ha, intanto, riconosciuto in Diego Della Vega
il vero padre.
COMMENTO
Il film è molto bello perché esprime non solo il valore della fedeltà e della regola, ma anche il valore affettivo per la famiglia.
Music
COMMENTO:
Titolo: Oggi ti amo
Album: Laura Bono
Autore: Laura Bono
Interprete: Laura Bono
Data di edizione: 2005
Come si desume dal titolo, si tratta di una canzone d’amore. E quasi un tira e molla tra i due innamorati. All’ inizio stanno
bene abbracciati, tanto da voler fermare il tempo, poi lui si fa un po’ insicuro ma contemporaneamente spera che l’amore
duri in eterno. La sicurezza del loro amore è solo per il presente, perché anche loro si chiedono se “Domani sarà amore
vero “ Nel testo si continua a parlare di questa sicurezza legata solo al momento. Lei ci fa notare come lui sia il suo primo
pensiero e quanto sia innamorata nonostante lui sia “Un gran casino“. Per il futuro c’è solo tanta speranza ma nessuna
certezza. Sogna di avere accanto lui per tutta la vita.
Numero 3 - Anno 2008
Pagina 12

Lettere al giornalino
(Introduzione alla lettera)
Cos’è l’adolescenza? E’ veramente quel periodo felice e
spensierato che precede l’età adulta e che i grandi invidiano
alle nuove generazioni? E’ quella fase dell’età che
permette di vivere un periodo d’esperienze nuove ed emozioni
senza troppi rischi né preoccupazioni?Ascoltiamo
in proposito il parere di una ragazza di classe ottava …
(seguiranno le risposte della “redazione del giornalino”)
Caro giornalino,
sono una ragazza di 13 anni e frequento la terza media
della mia scuola. Volevo scriverti perché ieri ho assistito
alla discussione tra i miei nonni e i miei genitori, e mia
nonna ha detto che l’adolescenza è un’età felice e spensierata.
Beh, volevo solamente dirti che non è vero !!!
Secondo me, l’adolescenza è un periodo difficile e pieno
di problemi, forse più “intricato”di quello dell’età adulta!
Infatti mi chiedo: tutti sono passati in questo periodo, e
tutti sanno che cosa significa essere una ragazza di 13
anni!Perciò, perché dicono che questo è un periodo spensierato?
Ogni giorno per me è una massa di cose da fare,
da pensare da progettare e da realizzare. Tutte le mattine,
appena arrivi a scuola, vieni catapultata in un mondo
complicato, formato da amici, studio, libri, professori e ragazzi,
ma soprattutto ogni giorno c’è un nuovo problema.
Eh già, spesso capitano i litigi tra amiche, momenti insostenibili
durante i quali tu non sai da che parte stare. E
poi c’è il problema dei ragazzi, quella massa enorme di
“energumeni”insensibili, che non ti danno mai pace. Con
loro c’è sempre un problema: il giorno prima il ragazzo
che ti piace ti guarda, ti parla e scherza con te, mentre il
giorno dopo, come se tu gli avessi fatto qualcosa di male,
non ti parla e ti ignora. Eh, gli uomini, chi li capisce è bravo!!!
(E c’è qualcuno al mondo che li capisce …). Inoltre,
al contrario di me, ci sono ragazzi e ragazze molto insoddisfatti
della loro adolescenza per vari motivi: alcuni non
hanno amici, altri non hanno buoni rapporti con i loro famigliari,
altri invece hanno semplicemente litigato con il/la
loro fidanzato/a. Finita la scuola però, non sono finiti i problemi.
Infatti, come arrivi a casa hai una miriade di cose
da fare: devi mangiare, affrontare la “questione compiti” e
studiare. Mentre fai tutto questo devi tenere sotto controllo
l’ora, perché due ore dopo devi andare in palestra per
gli allenamenti. E quando mancano 10 minuti alle 17, tu
sei ancora “sui libri” per finire il problema di geometria di
cui non ti viene il risultato. Allora, di corsa, ti cambi, ti catapulti
fuori di casa e vai verso la palestra. Nel tragitto casa-palestra
ossessioni la tua povera nonna, chiedendole
di andare più veloce perché sei già in ritardassimo. Finiti
gli allenamenti devi mangiare, farti una doccia (e qui subentra
il problema del “lavaggio dei capelli” perché ci impieghi
10 minuti in più di una doccia normale) e studiare
per la verifica del giorno dopo. Alle 11 di sera sei stanca
morta, ma ti viene sempre voglia di leggere il libro. Quel libro
che hai iniziato circa un mese fa, ma che a causa del
tempo (che non hai) non sei ancora riuscita a finire. Allora
ti prometti che il giorno dopo andrai a dormire prima, per
leggere, ma poi scopri che è impossibile, perché ogni
giorno è precisamente uguale al precedente. Perciò, come
si può dire, o anche soltanto pensare che l’adolescenza
è un età spensierata, quando sei sempre strapiena di
impegni e di problemi?! Con questa domanda ti lascio,
spero che pubblicherai la mia lettera. Baci.
Una ragazza della classe ottava
Risposta a “Caro giornalino” del 18/10/07
Cara amica,
noi pensiamo che tu sia molto disorganizzata, in quanto
non riesci a studiare per tempo; è un po’ tardi a 13 anni
cercare di abituarsi, comunque, dovresti distribuire meglio
i tuoi impegni in giornata per essere più brava a
scuola. Noi ad esempio facciamo tutti i compiti prima di
andare a calcio. Così non ci pensiamo più, infatti non è
bene studiare di sera quando si è stanchi.
Rodriguez A. 6^A Matteo B. 6^C
Cara redazione,
Ho delle proposte da fare sugli articoli che potrebbero
essere inseriti nel giornalino. Mi piacerebbe che ci fossero
delle notizie che riguardano il mondo esterno, gli
usi e costumi degli stranieri, perché ogni popolo ha la
sua cultura e le sue tradizioni che mi piacerebbe conoscere
...
Ilaria A.R. 6^A
Eccoti accontentata ...
Ciao, mi chiamo Sondos, sono Egiziana di religione mussulmana.
Vi vorrei parlare del paese in cui sono nata, l’Egitto,
che secondo me è il posto più bello del mondo. La
mia città di origine si chiama Fayoum, essa è una città
molto grande e si affaccia su un corso d’acqua che si chiama
Mare Yusef. E’ industriale ma anche agricola, infatti si
coltivano: il grano, il cotone, il frumento e il mais. Le industrie
sono le seguenti: tessile per fabbricare le stoffe, alimentare
(zuccherifici) e siderurgica. Gli adulti, e a volte
anche i bambini, vanno a dormire tardi, dopo la mezzanotte.
Così possono ammirare il cielo limpido e sereno, splendente
per le stelle che brillano. Secondo me se una persona
è arrabbiata o agitata per qualche preoccupazione,
guardando quel cielo così bello si tranquillizza immediatamente!
Anche in Egitto crescono le rose, ma sono più
grosse e coloratissime, il loro profumo si sente anche in
lontananza e mi dà una piacevole sensazione di leggerezza
e allegria. Ciao!
Il mese del Ramadan
Il giorno 12 / 10 si è concluso il periodo del Ramadan, il
mese da noi musulmani dedicato al digiuno, così abbiamo
festeggiato. Alle ore 9.00 di mattina io e la mia famiglia
siamo andati a Milano a pregare nella moschea di
via Quaranta. La moschea è un locale senza armadi né
tavoli, con soltanto dei tappeti che servono per inginocchiarsi.
Lì abbiamo incontrato il cugino di mio papà che
ci ha invitati a pranzo. Abbiamo mangiato un cibo egiziano
fatto con le foglie della vite bollite e con le zucchine,
il tutto riempito di riso rosolato con un condimento
(olio burro) e arricchito con la salsa di pomodoro: alla fine
eravamo tutti ben sazi! Poi mio papà si è messo a
chiacchierare con suo cugino mentre mia mamma era
in cucina con la moglie del cugino di mio papà. In seguito
tutti insieme siamo scesi a giocare a palla: abbiamo
gonfiato i palloncini di molti colori ed uno è scoppiato
in faccia a mia mamma. Ci siamo divertiti moltissimo.
Successivamente a casa abbiamo continuato a chiacchierare
e la festa è finita alla sera.
Sondos M. 6°A
Numero 3 - Anno 2008 Pagina 13

Gli adolescenti e il loro mondo: Ritratto di un’amica
Capita, nella vita, d’incontrare una persona speciale:
può trattarsi di un amico/a che ci offre i suoi consigli
aiutandoci ad affrontare un problema; di una persona
che ci stimola ad arricchire le nostre giornate con
sempre nuove esperienze; di un ragazzo/a che per il
suo carattere, il suo modo di porgersi, il suo modo di
vestire diviene per
noi un modello, un
esempio di come
possiamo entrare in
comunicazione con
il mondo esterno,
così mutevole e incerto
al tempo stesso.
Il tema qui riportato
è stato scritto
da una ragazza di
classe ottava. Con
una certa fantasia,
ma anche con un’innegabilecapacità
poetica, si descrive
una figura
immaginaria di amica
ideale, che riunisce
in sé tanti aspetti
positivi, gli
stessi che noi troviamo,
pur spezzettati,
nei tanti amici
che incontriamo e
con cui trascorriamo
i momenti più
belli delle nostre
giornate.
Ci vedemmo per un
anno intero. Allora
era una ragazza
tredicenne. Aveva
uno sguardo acuto
e penetrante. Gli
occhi verde chiaro
ondeggiavano qua
e là posandosi su
tutto ciò che catturava
la sua attenzione.
Chiunque si sentiva attratto alla sua vista. Non
mi assomigliava affatto. Era bellissima e per questo l’
ammiravo. Sembrava eterea, una fata. I movimenti
aggraziati e misurati le conferivano una femminilità
tutta sua, una sorta di prematura eleganza che sbocciava
proprio ora, nel fiore dei suoi anni. Ah, cosa avrei
dato per riuscire anch’io a camminare con passi
leggeri, quasi danzando. Era poi così regale, principesca.
Aveva la carnagione chiara e molto pallida, pareva
una ninfa. Spiccavano sul suo piccolo volto due sopracciglia
castane. I capelli le ricadevano sul viso come
onde di un mare vermiglio. Lei non se ne curava
ma si scostava le ciocche con la mano. Il gesto dall’apparenza
banale compiuto da lei diventava un rito
magico. Ah la sua mano! Le dita appena appena lunghe
erano perfette per suonare il piano. Quando lo faceva
sembrava proiettarsi in un altro tempo. Mille angeli
dai capelli verdi si univano al suo canto. Era una melodia
mai udita, un dolce suono che entrava nel cuore.
D’un tratto non si ricordava più niente: né dolori, né dispiaceri,
nemmeno il
proprio nome. In quei
momenti avrei voluto
saziarmi della sua vista
e della sua musica
per sempre. Poi lei
smetteva in un frullo
d’ali, così come aveva
cominciato. Insisteva
sempre che anch’io
suonassi per lei, ma io
non volevo rovinare la
sua arte. A lei non importava
che fossi più
brava di lei: desiderava
che ci diplomassimo
entrambe al conservatorio
mentre frequentavamo
il classico,
ed alla fine glielo
promisi. Mentre la
guardavo vedevo in
lei una ragazza alta,
slanciata e perfettamente
proporzionata.
Uno schianto. Quando
passava tutti i ragazzi
si voltavano per ammirarla.
A lei non piacevano
le attenzioni e
rimaneva con quell’espressionedeterminata
che la rendeva più
affascinante. Era sicura
di sé e con la risposta
sempre pronta per
chiunque tentasse di
importunarci. Parlo al
plurale perché lei mi
difendeva sempre. Mi
proteggeva come se fossi una persona importante per
lei. Mi sono spesso domandata come un così magnifico
operato di natura umana fosse amica di un pulcino spelacchiato
come me. Timida ed introversa, ecco cos’ero
io: ero sempre imbarazzata e diventavo subito rossa
quando qualcuno mi guardava. La seguivo sempre.
Non m’interessava se gli altri pensavano che fossi il
suo fedele cagnolino perché lei mi considerava alla
sua pari. Non per compassione ma per amicizia: mai
migliore considerazione fu mai usata. Lei teneva stretta
la mia mano e non permetteva che camminassi dietro
di lei. Ogni tanto sfoggiava solo per me uno dei suoi
fantastici sorrisi che le illuminavano il viso ma anche
tutto l’ambiente intorno. L’adoravano, lo so, ma era così
Numero 3 - Anno 2008 Pagina 14

Continuazione: Ritratto di un’amica.
attraente! Si vestiva sempre come voleva, a volte
in stile moderno con felpone e jeans, altre volte
indossava una graziosissima gonna a bretelle con
sotto una camicia. Vi abbinava sempre un cappello
da pittore appoggiato a lato della testa. Ma non
riusciva a sembrare buffa! Appariva invece magnifica.
Eravamo molto unite finchè … Ma questa è
un’altra storia. Tra le due ero io quella con più fantasia.
Non gliel’ho mai detto ma m’ispiravo a lei per
i miei racconti. Lei era la maga, la guerriera senza
paura, l’intrepida amazzone e l’affascinante sirena.
Insieme passavamo lunghi pomeriggi nel nostro
posto segreto. L’avevamo scoperto insieme. Un
giorno, correndo per i prati dietro a casa sua inciampai
in una radice. Guardai in alto. C’era un
grande albero che sembrava essere lì ad aspettare
solo noi da secoli. La chiamai. E lei tornò indietro.
Ci arrampicammo fino ad un grosso ramo. Ci sedemmo
cavalcioni. Sopra, sotto, ai lati, eravamo
circondate dal verde. Il vento faceva stormire le
foglie. Eravamo finalmente sole e libere. Non so
dove trovai il coraggio ma le dissi tutto. Di come
era bella con il suo naso sottile e la bocca piccola.
Della sua gentilezza spigliata e dell’alone di mistero
che l’avvolgeva.
Quando conclusi dicendo che avrei voluto essere
come lei, si arrabbiò. “Non devi nemmeno pensare
cose del genere! Sei magnifica, riesci in tutto. Sei
timida e ti lasci scoprire pian piano. Cosa desiderare
di più?! Devi essere te stessa e devi esserlo per
sempre! Solo così potrai finalmente apprezzarti!
Abbi fiducia in te e in quello che sei perché vali
tanto!” Il suo tono si era addolcito. Mi vennero le
lacrime agli occhi e l’abbracciai stretta. Il suo carattere
era così: strano e imprevedibile. Non dimenticherò
mai quella voce vellutata ma tagliente all’occorrenza.
Mai scorderò le sue parole. Le sole che
mi hanno aiutato a crescere. Quelle che mi hanno
aperto gli occhi a me stessa. Forse aveva ragione.
Anch’io potevo essere qualcuno. Ma non mi ha mai
pesato sentirmi meno di lei, perché lei non si vantava
mai ed io non ero invidiosa. Tutto ciò che era
lo era naturalmente. Ci frequentavamo da un anno,
poi un giorno se ne andò. Misteriosamente e con
eleganza come era nel suo stile. Non l’ho mai più
incontrata nella mia vita. Forse è stato meglio così.
Ho sempre pensato che lei fosse una specie di
angelo mandato sulla terra per aiutarmi. Mi capita
ancora di recarmi alla porta di casa che tante volte
ha varcato e lascio spesso dei fiori. Il bello è che
anch’essi non avvizziscono mai: come lei, che non
vidi mai sfiorire.
Numero 3 - Anno 2008
Selene C. 8^A
La grande ballerina
C’era una volta una ballerina di diciassette anni di nome
Alessia che faceva continuamente delle gare di danza
moderna. Un giorno Alessia e le sue quattro amiche
dovevano superare delle prove di ballo, ma le loro cinque
paia di scarpe si erano ristrette per colpa di un’altra
ragazza di nome Geltrude, poco più grande di loro e
molto invidiosa, che quando si arrabbiava si trasformava
in una strega.
.
Detto fatto, le ragazze si trovarono senza più le scarpe
e non potevano ballare. Il cane di Alessia di nome
Bobby andò in un negozio di scarpe e chiese:>la commessa rispose:.
Il cane che era andato con loro per portare fortuna, dopo
aver acquistato le scarpe, sparse della polverina magica
e disse:.
Le ragazze con queste
calzature vinsero
molte gare. In
sede di finale, il balletto
si doveva svolgere
a piedi scalzi.
Le ragazze pensavano
di non riuscire,
ma il cane diede
loro coraggio. Alessia
pensò: Tutte le altre ragazze dissero : E così cominciarono una folgorante
carriera con il nome di ’’Five girls’’. Il cane, per punire la
strega cattiva, la fece diventare la donna delle pulizie
delle ragazze. Da quel momento avrebbe svolto solo
lavori umili.
Simona C. 6^C - Allegra C. 6^A
Pagina 15

Filastrocche e poesie
I suoni diventano parole, le parole trasformano in
significati i nostri pensieri … Noi abbiamo voluto
giocare un po’ con i suoni delle parole, inventando
rime strane, divertenti, inusuali. Provate anche voi!
La scuola…. che sonno!
La scuola media Diaz Armando
I lazzaroni ha messo al bando.
I professori sono arrabbiati
Perché gli studenti sono annoiati.
Le ore non passano mai
E i ragazzi dormono assai.
Se l’ ora di motoria è molto vicina
La classe allarga la faccina
In segno di sorriso e di gioia
Ecco che sparisce la noia.
Marcianese E. - Cassinella A. 6^C
Filastrocca dello studente ribelle
Ciao, sono lo studente ribelle
che ti fa ridere a crepapelle.
La scuola io abbatterò
e il mondo libererò.
Tutti i giorni bisogna studiare
e mi organizzo un funerale.
Io ne combino di tutti i colori
e i professori chiamano i genitori.
Cassinella A. - Marcianese E. 6° C
Filastrocca per secchioni
La scuola Diaz Armando
I lazzaroni ha messo al bando
Qui si studia seriamente
Se no non impari un bel niente
A non tutti piace storia,
ma va imparata a memoria.
La matematica, poi,
sarebbe utile anche ai buoi.
Scienze ha molti esperimenti
E ti viene voglia di stringere i denti.
Tecnica è da secchioni e ci sono molti copioni.
Le lingue straniere potrebbero servirti nel tuo mestiere.
Innocenti G. 6^C - Vallone E. 6^A
Filastrocca sulla scuola
Se nella scuola Armando Diaz volete passare non dovete
chiacchierare.
Ci vorrà molto impegno ma chi vuole ne sarà degno.
Studiare sarà il nostro motto e qualcuno farà il botto.
Studiate con impegno e lascerete il segno.
Un segno infinito, non di uno stordito.
Ma non si può solo lodare:
si deve anche sgridare se maleducati non si vuole diventare.
Guazzi N. 6^A - Cavaliere A. 6^B .
Numero 3 - Anno 2008
L’altalena
Mi cercherai
nei giorni felici e colorati
dal nostro sole scaldati.
Ti cercherò
nei giorni bui e desolati
dalle nuvole oscurati.
Tenendoci per mano
come su un’altalena
che per magia
ci fa volare, ci porta via.
L’adolescenza
Guarda avanti. Cosa vedi?
Miriadi di stelle, lune e pianeti
che vagano e vorticano
come universi lontani.
Prova ad afferrarli.
Non ci riesci, lo sai.
Però ci provi, lo vorresti.
Ma desideri veramente entrare
per sempre in quest’immensa
Galassia?
Guarda dietro. Cosa vedi?
Pensieri perduti, giochi scordati.
Magici enigmi di cui hai perso
la combinazione.
Suoni di risa, sorrisi e speranze
come farfalle
Vivono una volta nel mondo,
per sempre nella vita.
Ti piacerebbe tornare
in quei tempi passati.
Non puoi e lo sai.
Davvero vorresti perderti
inseguendo vecchie fantasie?
Guarda intorno. Cosa vedi?
Ci sono tanti ragazzi
lontani e vicini
ma se provi a raggiungerli scappano via
come fragili sogni.
Guarda adesso. Chi vedi?
Un mondo popolato da curiose creature,
buffi mari in tempesta
e assolati deserti.
Bianche contrade e rossi paesi.
Guarda meglio. Cosa hai scoperto?
Che la vita è un viaggio
nel tempo e nei luoghi
che l’adolescenza è un miraggio
libera e preziosa
come una piccola gemma,
da conservare
come un grande spettacolo,
da ricordare.
Federica B. 7^A
Selene C. 8^A
Pagina 16

Le nostre fiabe
Cappuccetto Rosso e il cellulare
Un lupo aspettava che qualcuno passasse di lì.
Cappuccetto Rosso che era partita dalla sua casa
con un cellulare, passò per il bosco. Il lupo saltò
fuori dal cespuglio e la fece spaventare, poi indicò
alla bambina una scorciatoia e le chiese dove abitasse
la nonna. Il lupo era furbo e arrivò a casa della
nonna prima di Cappuccetto Rosso.
A tre metri di distanza dalla casa, squillò il telefono,
il lupo molto furbo pensò:
Devo fare in fretta, sta arrivando qualcuno.-
La bambina bussò alla porta e vide la nonnina molto
pelosa, con la bocca grande, il naso lungo e gli
occhi grandi.
A Cappuccetto Rosso suonò il telefonino per la seconda
volta, era la mamma che chiedeva della nonna,
la bambina le disse che c’era una nonnina un
po’ pelosa.
La mamma chiamò l’estetista che le tolse tutti quei
lunghi peli.
S’accorsero che non era la nonna, era il lupo.
Arrivò il cacciatore che liberò la nonna dalla pancia
del lupo facendolo vomitare.
Poi col cellulare di Cappuccetto Rosso chiamò i
guardiani dello zoo che portarono via il lupo e chenon
venne ucciso perché era una specie in via di
estinzione.
Camilla L. - Rebecca S. 6^C
Numero 3 - Anno 2008
-
Il bastone magico
C’ era una volta un ragazzo di nome Pato. Era un
giovane abbastanza fortunato e tutto per lui andava
a meraviglia. Pato aveva molti amici: il suo
preferito era Alexioca, un mago anziano, un uomo
dalla lunga barba e molto saggio. Ma qualcuno
per il suo successo odiava Pato e per ostacolarlo
avrebbe fatto qualsiasi cosa: era Trisu, il
figlio di un mago cattivo. Un giorno Trisu inviò
una lettera anonima a Pato in cui lo invitava ad
un appuntamento presso il grande albero del bosco,
dicendogli che avrebbe ricevuto un magnifico
regalo da uno sconosciuto ammiratore. Pato,
incuriosito dal messaggio, si presentò abboccando
alla sua trappola. Alexioca che, essendo mago,
aveva poteri di telepatia, intuì che qualcosa di
grave stava per succedere al suo amico. Radunò
attorno a sé un piccolo gruppo di ragazzi che lo
avrebbero aiutato in caso di bisogno.
Poi d’ improvviso gli venne un gran sonno e si
coricò per dormire. In sogno gli apparve uno stregone
che era suo padre. Egli si chiamava Cinciuncian
ed era tutto rosso e peloso. Questo mago
aveva un bastone dotato di incredibili poteri.
Alexioca al suo risveglio si ritrovò col bastone in
mano che usò nel combattimento contro Trisu.
Aiutato anche dagli altri ragazzi, sconfisse Trisu;
da quel momento Pato non avrebbe più avuto
nessun nemico.
M. Bestetti 6 ^C - A. Rodriguez 6 ^A
Pagina 17

Le nostre fiabe
“Il magnifico Apollo”
C’era una volta Apollo,un ragazzo biondo con gli occhi
azzurri che viveva servito e riverito dalla sua famiglia nel
castello più grande del mondo. Apollo aveva un sogno
nel cassetto: quello di diventare un eroe, manifestando
ai suoi cari tutte le sue doti, ma non si era ancora verificata
l’occasione per dimostrarlo. Questo fatto lo irritava
molto, perciò un giorno decise di partire per girare il
mondo e vivere nuove avventure. Per il viaggio Apollo
portò con sè una spada, uno scudo, del cibo e una coperta.
Per prima cosa arrivò presso un’ampia pianura
dove infuriava un combattimento tra due eserciti nemici.
Si buttò nella mischia, comportandosi da valente guerriero
ma, dopo qualche giorno, preso dalla noia per tutto
ciò che aveva a che fare con la guerra, se ne andò.
Cammina cammina, attraversò montagne, foreste e paludi.
Alla fine giunse presso un ampio spazio deserto.
Fermato lì per riposare, fu aggredito e catturato da un
feroce Minotauro che lo portò nel suo labirinto dove in-
contrò una bellissima donna di nome Stella, anch’ella
prigioniera del mostro sanguinario. Il minotauro, che voleva
cibarsi delle giovani carni dei due ragazzi, cercò di
uccidere Apollo con le sue corna, ma non ci riuscì, perché
il magnifico Apollo con grande abilità maneggiando
la sua splendida spada lo mise fuori combattimento. Intanto
Stella guardava Apollo molto spaventata, ma nello
stesso tempo affascinata dalle prodezze del bel giovane.
In preda ad un colpo di fulmine i due si innamorarono ed
in seguito si sposarono. Ebbero tre splendidi figli a cui
diedero i nomi di Paride, Achille ed Elena.
Numero 3 - Anno 2008
Alice C. - Erika M. 6^C
Ribaltiamo una favola “Cenerentola”
C’era una volta una ragazza molto cattiva perché rubava
il ragazzo alle sorellastre le costringeva a pulire la
casa e alla matrigna rispondeva sempre male.
Si chiamava Cenerentola. Cenerentola soprannominava
la paziente matrigna “strega dal naso a patata”,
mentre le pie sorelle “nane dalle mutande bucate”. Appena
le sorelle trovavano un ragazzo, Cenerentola
mostrava i denti e diceva: “Oh cielo, un nuovo ragazzo!
Piacere sono la duchessa Cenerentola di Rivombrosa
.”- e si accingeva a baciarlo.
Poi siccome suo papà era partito per lavoro, la matrigna
soffriva, perciò Cenerentola diceva che l’aveva
lasciata per un’altra.
Un bel giorno Cenerentola decise di fare le pulizie di
primavera, almeno così le chiamava lei, perché non le
faceva da 15 anni.
Ma non le fece lei e decise invece di farle fare alle sorellastre.
Quando il principe decise di fare un ballo per trovare la
ragazza giusta per lui e per suo fratello, Cenerentola
decise di andarci; fece cucire il suo abito alle sorellastre
e proibì loro di presentarsi alla serata.
Ma le sorellastre violarono il divieto imposto loro.
Il principe scelse le sorellastre e Cenerentola fu gettata
in un pozzo che venne sigillato con una grande pietra.
Valentina B. - Annabelle C. - Ardit M. 6°C
Pagina 18

Nella mattinata di sabato 27 ottobre, presso l’oratorio maschile di Vaprio d’Adda, gli studenti dell’Istituto Comprensivo
di Viale della Vittoria si sono ritrovati per disputare la fase d’Istituto di Corsa Campestre. La competizione
è stata organizzata per selezionare gli studenti delle scuole di Vaprio e di Bettola che andranno a formare la
squadra di mezzofondo che parteciperà alle fasi successive dei Giochi Sportivi Studenteschi. Gli studenti hanno
percorso due giri sul prato dell’oratorio (pari ad un totale di 1.000 mt) ricoperto di fango a causa della pioggia dei
giorni precedenti e, con un timido sole spuntato nella tarda mattinata, si è conclusa la prima fase di selezione.
Gli insegnanti non nascondono la loro soddisfazione per i risultati ottenuti. Di seguito i nominativi dei vincitori di
cui si allegano le foto:
Femmine
1^Classificate per anno
Veneruso Giorgia
Margutti Sofia
Santeramo Luana
2^ Classificate per anno
Giani Alessandra
Calzaferri Marina
Quadri Michela
3^Classificate per anno
Diolosà Martina
Davi Claudia
Comotti Martina
Numero 3 - Anno 2008
Maschi
1°Classificati per anno
Camìa Nazareno
Passoni Marco
Boudda Jaafar
2° Classificati per anno
Rodriguez Leiva Alex
Mariani Nicholas
Russo Tito
3° Classificati per anno
Castellazzi Matteo
Mangiagalli Marco
Massaro Devis
Pagina 19

Il laboratorio “Giornalino a scuola”
Cari lettori de “L’Eco dell’alunno”
In questo primo quadrimestre noi, alunni delle classi seste, abbiamo avuto per la prima volta l’opportunità di realizzare
un giornalino tutto nostro, in cui trovassero spazio le esperienze scolastiche ma anche quelle vissute al di fuori
della ristretta cerchia delle mura della Scuola Media. Suddivisi in gruppi, ci siamo esercitati in tante e diverse attività,
dando sfogo alla nostra creatività e alla nostra fantasia, producendo tutto il materiale riportato nelle pagine che avrete
letto o guardato senz’altro: disegni di animali fantastici con didascalia in lingua inglese; scrittura di testi per tutti i
generi e per tutti i gusti, da quelli seri e “scolastici” (relazioni, fiabe, racconti) a quelli più divertenti e originali (quiz,
cruciverba, rebus, interviste). Il tutto è stato infine rivisto e composto per essere trascritto, controllato e successivamente
stampato, come succede ad un giornale “vero”! Ringraziamo quanti delle altre classi hanno fornito il loro prezioso
contributo per un lavoro che vuole essere il più possibile di tutta la Scuola Media, e non soltanto delle classi
seste. Ringraziamo anche i nostri insegnanti, che ci hanno (pazientemente) condotto in questa avventura, e ci hanno
guidato nel mondo, finora inesplorato, del giornalismo.
Arrivederci al prossimo numero!
La redazione
Visita all’Eco di Bergamo
Il giorno 14 dicembre 2007 noi alunni delle classi 6°A, 6°B e 6°C siamo andati a Bergamo a visitare la redazione del
quotidiano “L’eco di Bergamo” accompagnati dalle professoresse Airoldi, Pugliese, Ficara
e dal professor Bomparola. Lo scopo di questa gita era quello di approfondire le nostre
conoscenze su tutto ciò che riguarda il giornale quotidiano.
Abbiamo viaggiato in pullman e una volta arrivati ci siamo subito diretti verso la sede. Lì
abbiamo incontrato un ex giornalista ora in pensione, il signor Luciano Capoferri. La nostra
guida ci ha accompagnato per tutto il tempo facendoci visitare presso la redazione i
seguenti spazi operativi: la sala riunioni, dove si elabora e conferma il menabò; la sala
computer collegata al CSQ ; presso la sede distaccata di Erbusco, in provincia di Brescia,
il centro stampa quotidiani. Durante il percorso si è soffermato a raccontarci la storia dell’-
Macchina a caratteri mobili Eco di Bergamo, le fasi della lavorazione di questo quotidiano e, più in generale, la struttura
di un giornale.
Come nascono le informazioni
In mattinata i giornalisti raccolgono dati e informazioni, per poi scrivere l’articolo, mentre
alcuni addetti organizzano lo spazio per la stampa delle immagini e per posizionare
la pubblicità. Alle ore 12.00 si tiene la prima riunione. Sono convocati i due redattori
capo e i quattro vice capo, viene pianificato e confermato il menabò (bozza, prima impostazione
del giornale). Alle ore 19.00 vi è la seconda riunione. Vengono sempre convocati
i due redattori capo e i quattro vice capo, ma questa volta il giornale deve essere
pronto per la stampa. Alle ore 1.00 in notturna, il giornale viene stampato presso le rotative
di Erbusco collegate via cavo con i computer della sede centrale.
Macchinario automatico
Numero 3 - Anno 2008 Pagina 20