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un caso di studio - Società Italiana per lo Studio della Storia ...

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conta<strong>di</strong>ni e braccianti.<br />

! Con queste premesse, il primo <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge che circoscriveva l'intervento<br />

statale nel comprensorio <strong>di</strong> bonifica jonico – silano <strong>della</strong> Calabria, dove vi erano state le<br />

agitazioni più cruente, non incontrò ostacoli in Parlamento, che <strong>lo</strong> approvò in via definitiva<br />

il 4 maggio del 1950.<br />

! Molto <strong>di</strong>versa fu l'accoglienza riservata agli altri due progetti, quel<strong>lo</strong> <strong>della</strong> riforma<br />

“Stralcio”, presentato alla Camera il 17 marzo del 1950 e il testo <strong>della</strong> “riforma generale”,<br />

inoltrato al Senato il 5 aprile del<strong>lo</strong> stesso anno: quest'ultimo fu b<strong>lo</strong>ccato già in<br />

Commissione Agricoltura.<br />

! Il primo provve<strong>di</strong>mento ad essere varato fu d<strong>un</strong>que la cosiddetta legge Sila, che<br />

stabilì “l’esproprio imme<strong>di</strong>ato dei terreni <strong>di</strong> proprietà privata suscettibili <strong>di</strong> trasformazione<br />

su<strong>per</strong>iori ai 300 ettari”5, la definizione dell’indennità <strong>di</strong> espropriazione, il ruo<strong>lo</strong> dell’O<strong>per</strong>a<br />

<strong>per</strong> la Va<strong>lo</strong>rizzazione <strong>della</strong> Sila (Ovs), l’assegnazione delle terre espropriate entro tre anni<br />

ai “lavoratori manuali delle terre che non siano proprietari ed enfiteuti <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> rustici”.<br />

! La trasmissione era pensata con “contratto <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta, con pagamento rateale del<br />

prezzo in trenta annualità”; il provve<strong>di</strong>mento stabilì l’obbligo da parte dell’O<strong>per</strong>a <strong>di</strong><br />

assistere a livel<strong>lo</strong> tecnico ed economico- finanziario gli assegnatari e l’impegno <strong>di</strong> questi<br />

ultimi a partecipare <strong>per</strong> venti anni a coo<strong>per</strong>ative o consorzi promossi dall’O<strong>per</strong>a <strong>per</strong><br />

garantirne l’assistenza.<br />

! Cinque mesi dopo il Parlamento licenziò la cosiddetta legge Stralcio, che avrebbe<br />

allargato i benefici <strong>della</strong> legge Sila anche alle altre zone depresse in<strong>di</strong>viduate dal governo.<br />

Essa riprese in più p<strong>un</strong>ti quel<strong>lo</strong> che era già stato stabilito dalla legge Sila, anche se in<br />

alc<strong>un</strong>e parti se ne al<strong>lo</strong>ntanava.<br />

! Il legislatore inserì novità circa le procedure <strong>di</strong> “scorporo”: esse non erano più<br />

stabilite in base a <strong>un</strong> limite d’estensione spaziale ma in termini <strong>di</strong> capacità produttiva,<br />

basandosi sul red<strong>di</strong>to imponibile dominicale. In questo modo venivano colpiti<br />

maggiormente i latifon<strong>di</strong> estensivi (a basso red<strong>di</strong>to imponibile me<strong>di</strong>o), mentre venivano<br />

risparmiati i terreni a coltura intensiva (ad alto red<strong>di</strong>to imponibile me<strong>di</strong>o).<br />

! Inoltre, <strong>per</strong> <strong>per</strong>mettere ai proprietari terrieri espropriati <strong>di</strong> poter conservare parte<br />

delle proprie tenute fu introdotto il terzo residuo: il possidente aveva la possibilità <strong>di</strong><br />

conservare <strong>un</strong>a parte del terreno soggetto ad esproprio (metà del terzo residuo) purché si<br />

impegnasse a portare avanti miglioramenti fon<strong>di</strong>ari in armonia con i piani pre<strong>di</strong>sposti dagli<br />

enti <strong>di</strong> riforma.<br />

5 Per <strong>un</strong>’interpretazione delle leggi <strong>di</strong> riforma si veda l’o<strong>per</strong>a <strong>di</strong> G.E. Marciani, L’es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> riforma agraria in<br />

Italia, Milano, Giuffrè, 1966 e quella <strong>di</strong> G. Barbero, Riforma agraria italiana, Milano, Feltrinelli, 1956.

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