2011, alla conquista dello spazio 2011, alla conquista ... - IFMA Italia
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e pianificazione<br />
L’ufficio<br />
è meglio high-tech<br />
Roberto Cigolini*<br />
L’evoluzione delle aziende<br />
impone anche un<br />
nuovo mo<strong>dello</strong> di realtà<br />
lavorative: non più un<br />
involucro fisico da suddividere<br />
in base alle gerarchie,<br />
ma una gestione<br />
degli ambienti che tenga<br />
conto del loro reale utilizzo<br />
e che favorisca la collaborazioneprofessionale.<br />
Anche <strong>alla</strong> luce della<br />
rivoluzione tecnologica e<br />
delle modificate esigenze<br />
di mobilità e flessibilità.<br />
Punto per punto, uno<br />
schema per una nuova<br />
idea di produttività<br />
Il posto di lavoro sta cambiando e le<br />
valutazioni relative all'uso <strong>dello</strong> <strong>spazio</strong><br />
si stanno facendo sempre più complesse.<br />
Oggi è perciò ancora più importante<br />
che in passato non commettere un<br />
errore comune nella pianificazione<br />
<strong>dello</strong> <strong>spazio</strong>, ovvero quello di trasformare<br />
il tasso di utilizzo (la quantità di<br />
metri quadrati di <strong>spazio</strong> allocato per<br />
persona) nel valore più importante per<br />
misurare come le persone utilizzino lo<br />
<strong>spazio</strong> per lavorare.<br />
12<br />
Molte organizzazioni guardano al tasso<br />
di utilizzo come un obiettivo da raggiungere<br />
o un punto di riferimento cardinale,<br />
rischiando così di ipersemplificare<br />
il problema, ignorando alcuni fondamentali<br />
aspetti relativi all'uso <strong>dello</strong><br />
<strong>spazio</strong> quali:<br />
• le esigenze dell’azienda;<br />
• la varietà degli utenti che utilizzano<br />
lo <strong>spazio</strong> (tempo pieno, part-time,<br />
lavoro a turni, ecc);<br />
• metodologia di misurazione;<br />
• costo effettivo <strong>dello</strong> <strong>spazio</strong>;<br />
• età dell’edificio.<br />
La pianificazione strategica non può<br />
perciò essere basata solo sul tasso di<br />
utilizzo, ma deve considerare anche<br />
altri elementi quali il costo totale per<br />
dipendente, il totale dei metri quadrati<br />
di proprietà e in leasing, il rapporto tra<br />
uffici chiusi e postazioni di lavoro in<br />
open space, la soddisfazione del cliente<br />
interno, lo <strong>spazio</strong> libero ancora a<br />
disposizione dell’azienda e la necessità<br />
di individuare ed eliminare spazi di<br />
supporto ridondanti.<br />
Tutto ciò è ancora più vero in una fase<br />
come quella che attraversiamo in questi<br />
anni, caratterizzata da una veloce e<br />
profonda evoluzione <strong>dello</strong> stile di lavoro.<br />
Solo per fare un esempio, sta ormai<br />
scomparendo l’idea del lavoro come<br />
attività centrata sull’individuo e caratterizzata<br />
da un flusso organizzato di<br />
informazioni. Oggi, il flusso di lavoro è<br />
molto più organico e il nostro modo di<br />
lavorare è ben più collaborativo che in<br />
passato. E se è vero che una volta si<br />
lavorava soprattutto con coloro che<br />
sedevano nelle immediate vicinanze,<br />
oggi l’attività viene svolta con colleghi<br />
che possono essere ovunque nel<br />
mondo. La visione tradizionale dell’ufficio<br />
era quella di un involucro fisico<br />
che conteneva tutte le attività.<br />
Il posto di lavoro ad alte prestazioni di<br />
oggi è invece in grado di ospitare l’attività<br />
non in un unico luogo, ma in più<br />
ambienti aperti e chiusi.<br />
L’ufficio deve allora sapersi adattare a<br />
concetti come flessibilità, mobilità e<br />
lavoro di squadra.<br />
*Professore di Quality Facility Management e di Operations Management presso il Dipartimento di Ingegneria Gestionale del Politecnico di Milano.<br />
Si ringraziano la dott.ssa Angela Sposato (ex allieva del Politecnico di Milano) e la dott.ssa Sabrina Capece di Unicredit Real Estate