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Comunicato Stampa - Alex Carella

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Per Ale un momento di relax, sotto la tenda del<br />

Team Qatar, prima di un lavoro facile facile: gli<br />

adesivi sul catamarano numero 1 di <strong>Alex</strong> <strong>Carella</strong><br />

- Quattro campioni del mondo: cosa hai imparato da ognuno di loro?<br />

«Bella domanda, alla quale non è facile rispondere così d’acchito. Di Bocca, però, ho apprezzato la<br />

semplicità, la sua voglia di esser buono sempre e comunque. Ah, se avesse avuto qualche sponsor in più<br />

a dargli una mano… Per Cappellini l’elenco diventa facile: la professionalità, il saper costruire (e<br />

mantenere) un’immagine da leader del movimento, la voglia di essere (sempre!) il numero 1. Per Price<br />

dovrei parlare di incoscienza, a volte, ma allora è meglio parlare di aggressività, un’arma che, quando si<br />

fa sport ad alto livello, non può mai essere accantonata. <strong>Carella</strong>? Qualcosa che sto gustando ancora più<br />

intensamente proprio in questi giorni, in queste ore, in questi minuti: la sua capacità di farti sentire<br />

partecipe di un progetto, di un’avventura. Sembrerà che voglia dire una cosa banale, ma ti fa sentire<br />

come se fossi in barca con lui».<br />

- Avranno pure qualche difetto?<br />

«Non c’è una domanda di riserva? Ma dai!, sono tutti bravi ragazzi. Va bene, mi costringi a sbilanciarmi?<br />

Gioco in difesa. Una cosa che… sappiamo tutti: con Guido è inutile parlare o discutere, lui ha sempre<br />

ragione. Ma forse non è neppure un difetto».<br />

- Durante una gara, cosa vi dite in cuffia? Parlate anche di… donne quando lui ha ormai staccato tutti<br />

gli avversari? Accetta qualche tuo consiglio?<br />

«Parliamo solo di questione tecniche o di strategie, ve lo assicuro. Di consigli non ne ha bisogno, posso<br />

solo stimolarlo a spingere di più quando la gara non è ancora decisa, oppure di calmarlo quando (capita<br />

anche a lui, pur se di rado) sembra intenzionato a voler strafare più di quanto sia necessario».<br />

- Una volta che non ti ha dato retta…<br />

«In una sola occasione, a Kazan, dopo la pole di un Shaun Torrente esultante e il vaffa al compagno di<br />

squadra. Ho tentato di calmarlo, di fargli capire che il suo comportamente, in quel momento, non era da<br />

professionista e che, a ruoli invertiti, forse anche lui avrebbe agito nella stessa maniera. Non l’ha digerita<br />

in fretta».<br />

- Dove arriverà, o dove vuole arrivare <strong>Carella</strong>?<br />

«Lontano, molto lontano. Il che vuole anche essere un augurio. Ma sono sicuro di una cosa (e sorride, ndr): se arriva a vince nove titoli, traguardo che è alla sua<br />

portata visto che ne ha vinti due in sole venti gare, la corsa verso il decimo Mondiale non la farà con una Dac. Per come conosco bene Cappellini, una sua barca,<br />

per quella stagione, non gliela darà di sicuro».<br />

Torniamo a terra, perché, dopo tutto, c’è pur sempre l’ultima gara stagionale da mandare in bacheca. Con un <strong>Carella</strong> che vorrà comunque essere protagonista<br />

(volete scommetterci su qualche dattero?) ma, soprattutto, il duello per il completamento del podio iridato tra il francese Philippe Chiappe e il pilota di casa,<br />

Thani Al Qamzi. O magari un triello, come diceva qualcuno, con l’inserimento nella bagarre di Sami Selio. In cerca delle ultime soddisfazioni, un ponte lanciato

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