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Tuffi - Associazione Italiana Canyoning

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associazione italiana<br />

canYoning.it<br />

NOTIZIARIO dell’ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING > aprile 2010 24<br />

> la SNC compie dieci anni<br />

presente passato e futuro della scuola<br />

> il giro del mondo in 80 forre<br />

cosa ci riserva il futuro<br />

> tuffi<br />

sicurezza prima di tutto!<br />

numero


ASSOCIAZIONE ITALIANA CANYONING<br />

www.canyoning.it ^ segreteria@canyoning.it<br />

sede c/o Gruppo Speleo Stroncone piazza della Libertà 1 ^ 05039 ^ Stroncone (TR)<br />

l ’ e d i t o r i a l e<br />

Entro mercoledì, massimo 400 parole. Luca è perentorio nel fornirmi<br />

le indicazioni per la stesura di questo editoriale ed io che, primo<br />

sono in ferie, secondo non ho certo il dono della sintesi, mi sento<br />

improvvisamente compresso e vincolato tra la scelta di scrivere<br />

una cazzata immane o approfittarne per lanciare un forte segnale.<br />

Scelgo, ovviamente (ma mica tanto) la seconda ipotesi e conio<br />

immantinente lo slogan: l’<strong>Associazione</strong> deve crescere.<br />

Partendo dal presupposto che quanto è stato fatto dalla sua<br />

fondazione ad oggi rappresenta un eccellente risultato e se a questo<br />

aggiungiamo che il nuovo Direttivo sta alacremente procedendo con<br />

la messa in opera del suo programma, non si può non considerare<br />

che presto ci troveremo di fronte ad un bivio importante. Da<br />

una parte avremo un’associazione che pur arrivando a funzionare<br />

decentemente ha difficoltà ad espandersi, dall’altra la possibilità<br />

di progredire, cercare nuove collaborazioni e, perché no, finanche<br />

l’ipotesi di confluire in organismi più grandi e importanti in<br />

cui e con cui fare massa critica per lo sviluppo di nuovi e più<br />

importanti progetti. È indubbio che di fronte a qualsivoglia<br />

questione l’opinione e la forza di 600 persone rappresentano un peso<br />

insufficiente, mentre la forza di una associazione ‘madre’ che ne<br />

conti qualche milione è tutt’altra faccenda. L’unico vero problema<br />

è riuscire a garantire e mantenere in toto la propria autonomia ed<br />

identità. Questo è il motivo per cui nella valutazione dei vari<br />

soggetti stiamo andando coi piedi di piombo.<br />

Ma lo scenario che si prefigura e che mi piace immaginare è<br />

questo: una AIC che confluisca in una associazione più grande che<br />

sia in grado di darci strumenti, sostegno e forza per sviluppare<br />

ulteriormente i nostri progetti ed affrontarne di nuovi. A partire<br />

proprio dalla determinazione del soggetto a cui rivolgerci (UISP,<br />

CAI, altre associazioni…) il cammino è lungo e non privo di<br />

difficoltà ma auspico che in questa valutazione si lascino da parte<br />

pregiudizi e vecchi rancori e, pur senza ignorare il passato e<br />

le precedenti esperienze, si giunga a maturare una scelta in un<br />

clima di ragionevolezza in cui si metta al primo posto il bene<br />

dell’<strong>Associazione</strong> (e magari del torrentismo più in generale) e non<br />

meri interessi personali.<br />

Penso ad un’associazione, riconosciuta dallo Stato, che ci accolga<br />

e ci permetta di utilizzare strumenti fiscali più vantaggiosi così<br />

da poter finalmente reperire risorse economiche di maggiore entità.<br />

Un’associazione a cui la nostra disciplina non sia sconosciuta e con<br />

la quale iniziare uno scambio di conoscenze ed abilità operative (se<br />

io ho un euro e tu hai un euro e ce li scambiamo, dopo lo scambio<br />

abbiamo sempre un euro a testa. Se tu hai un’idea ed io ho un’idea<br />

e decidiamo di scambiarcele dopo ognuno di noi avrà due idee!.<br />

Un’associazione quindi con cui condividere esperienze e con la quale<br />

iniziare a studiare nuovi percorsi, anche formativi. In quest’ottica<br />

anche la nostra scuola potrebbe beneficiare non poco della<br />

commistione di nuovi elementi didattici, attraverso un rinnovamento<br />

che porti all’assimilazione di quelle parti non ancora affrontate<br />

e che ritengo però importantissime quali la progressione in acqua<br />

bianca, le tecniche di tuffo (anch’esso inteso come progressione e<br />

non solo come elemento ludico), le tecniche di primo soccorso e non<br />

ultimo, l’integrazione con percorsi formativi che abbiano un occhio<br />

di riguardo per l’aspetto pedagogico ed educativo. I tempi sono<br />

maturi? Io penso di si.<br />

marco risoli ^ presidente AIC<br />

in queste pagine ^ rio Cuestis ^ chiusaforte ^ udine^ foto alessandro marchi<br />

in copertina<br />

fosso Campione ^ gola di Prodo ^ terni<br />

foto pietro torellini<br />

24<br />

indice<br />

zoom previsioni sul futuro 04<br />

indagine tuffi, da quanto e come 06<br />

notizie varie ed ambientali 9<br />

editoria pubblicazioni 10<br />

associazione la SNC compie 10 anni 11<br />

tecnica la tri-longe 12<br />

associazione raduno AIC Ossola 2010 12<br />

associazione assicurazione 13<br />

agenda 360° info 14<br />

retrospettiva forra del vinadia 15<br />

associazione organigramma e contatti 16<br />

numero<br />

redazione<br />

luca dallari<br />

daniele geuna<br />

francesco michelacci<br />

marta tosco<br />

hanno collaborato<br />

sara morando<br />

marco risoli<br />

laura samsò<br />

roberto schenone<br />

contatti<br />

c/o daniele geuna<br />

via madonnina 5<br />

10065 pinerolo ^ to<br />

notiziario@canyoning.it<br />

realizzazione grafica<br />

dallarik >< graphics


canYoning<br />

4<br />

alaska<br />

caNada<br />

usa<br />

(Washington,<br />

california, utah<br />

colorado, arizona,<br />

New mexico)<br />

mexico<br />

tahiti<br />

cuba<br />

costa rica<br />

equador<br />

peru’<br />

proviamo a indovinare dove ci porterà il futuro del torrentismo<br />

bolivia<br />

brasile<br />

cile<br />

argeNtiNa<br />

jamaica<br />

azzorre<br />

usa<br />

(monti appalachi)<br />

domiNica<br />

colombia<br />

veNezuela<br />

islaNda<br />

scozia<br />

galles<br />

portogallo<br />

marocco<br />

serbia<br />

albaNia<br />

algeria<br />

quelle in cui c’è già qualcosa di esplorato ma poco conosciuto, di<br />

cui si possono trovare notizie su internet o tramite i locali e che<br />

non richiedono spedizioni impegnative<br />

Norvegia<br />

romaNia<br />

slovacchia<br />

bosNia<br />

sudafrica<br />

lesotho<br />

bulgaria<br />

ucraiNa<br />

dividendo il mondo in 3 aree di diverso interesse<br />

georgia<br />

armeNia<br />

azerbaigiaN<br />

iraN<br />

turchia<br />

libaNo<br />

omaN<br />

yemeN<br />

giordaNia<br />

israele<br />

etiopia<br />

ugaNda<br />

taNzaNia<br />

madagascar<br />

zambia<br />

australia<br />

quelle in cui c’è ancora<br />

quasi tutto da esplorare e<br />

molto poco da ripetere e che<br />

richiedono un approccio tipo<br />

spedizione<br />

borNeo<br />

Nepal<br />

iNdia<br />

pakistaN<br />

afghaNistaN<br />

tagikistaN<br />

kirghizistaN<br />

giappoNe<br />

corea<br />

moNgolia<br />

taiWaN<br />

ciNa<br />

Nuova zelaNda<br />

e quelle in cui sicuramente c’è<br />

molto da esplorare ma di cui non<br />

si hanno notizie<br />

Nuova caledoNia<br />

canYoning<br />

5


canYoning<br />

6<br />

<strong>Tuffi</strong><br />

Negli ultimi anni si assiste ad un crescente numero di tuffi da altezze considerevoli,<br />

dai 15 ai 25 metri e oltre. è innegabile che la possibilità di pubblicizzare e dare<br />

risonanza a queste performance semplicemente postando un video in rete stia<br />

contribuendo ad accrescerne il numero e, inevitabilmente, anche il rischio connesso.<br />

<strong>Tuffi</strong> da altezze usuali, diciamo intorno ai 5 metri, possono avere conseguenze<br />

negative non trascurabili se affrontati o eseguiti malamente; viene da sé che rischi e<br />

conseguenze aumentano in modo esponenziale da altezze oltre i 15 metri.<br />

Qui affrontiamo l’argomento analizzando due aspetti solo apparentemente slegati dal<br />

torrentismo che servono pero’ ad analizzare molto bene i problemi: quello puramente<br />

tecnico dell’esecuzione di un tuffo da altezza e quello medico.<br />

Il condimento a questa analisi sono tutte le criticità dipendenti dall’ambiente forra.<br />

A voi le conclusioni dato che, come dicono negli U.S.A., your safety is your<br />

responsability.<br />

>> Cosa significa tuffarsi con consapevolezza e pieno controllo<br />

da oltre 25 metri, partenza, esecuzione ed ingresso in<br />

acqua?<br />

Ce lo dice Vyacheslav “Slava” Polyeshchuk tuffatore professionista.<br />

>>>><br />

Come si diventa tuffatori professionisti?<br />

Quasi tutti i tuffatori professionisti, che conosco io, hanno cominciato<br />

ad allenarsi dall’età di 6-8 anni.Le altezze sono: 1, 3, 5, 7.5, 10 metri.<br />

Di solito la carriera si finisce a 25-30 anni. Poi molti sono passati a fare<br />

gli spettacoli di tuffi alla fine dei quali ci si tuffa dai 25 metri più o meno.<br />

Avendo tanti anni di tuffi alle spalle si impara a tuffarsi correndo meno<br />

rischi. E poi esistono le gare dei tuffi dalle grandi altezze, tra 20 e 31 metri.<br />

Quale è stata la tua carriera? Come hai iniziato e quando hai deciso<br />

di smettere?<br />

La mia carrriera è stata piu meno quella descritta. Mi ha scelto il mio<br />

allenatore a scuola all’età di 8 anni e il primo spettacolo l’ho fatto a 28<br />

anni, mentre la prima gara l’ho affrontata a 30 anni)<br />

Da che altezza un tuffo si può considerare pericoloso?<br />

Io penso che un tuffo da un’altezza superiore ai 15 metri può essere<br />

pericoloso se eseguito male.<br />

Da quanti metri un tuffo viene considerato da grande altezza?<br />

Le gare dei tuffi dalle grandi altezze si fanno dai 25 metri in su.<br />

Come ci si deve preparare per effettuare questi tuffi?<br />

Sicuramente salire piano, metro dopo metro, così si impara a non<br />

sbilanciarsi. Importantissima è la preparazione fisica; l’impatto da 20<br />

metri può essere molto duro.<br />

sicurezza prima di tutto!<br />

Scheda atleta<br />

Vyacheslav “Slava” Polyeshchuk<br />

Nato in Ucraina il 25-08-1966<br />

Attualmente vive in Italia a Ravenna dove è istruttore di nuoto e tuffi<br />

Altezza: 1.82m<br />

Peso: 73kg<br />

Prima gara nel 1994 in Belgio<br />

Risultati Sportivi: 2009 VIII posto ai Red Bull Cliff Diving World Series;<br />

1996 vincitore della Cliff Diving World Cup<br />

Luoghi preferiti per tuffarsi: Furore, Italia e Acapulco, Messico<br />

Tuffo Preferito: Dive-fly front<br />

Il tuffo del torrentista è sempre a candela, quali sono le parti del corpo<br />

che sollecitiamo maggiormente?<br />

Tuffandosi a candela, se l’entrata non è perfetta, si rischiano l’osso<br />

sacro, la schiena, le costole, i denti e la lingua (molti tuffatori usano la<br />

protezione dei pugili).<br />

Durante un tuo salto i soccorsi sono immediati, nel caso dei<br />

torrentisti il soccorso può arrivare il giorno dopo. Da uomo<br />

“spericolato” come sei, è saggio “rischiare” un salto?<br />

La regola n.1 dei tuffatori è “mai tuffarsi da soli”. Mi è<br />

capitato di vedere gente che, sbagliando un tuffo<br />

complicato, è svenut anche da 5 metri, figuriamoci<br />

da 25. E svenire in aqua,anche per due<br />

secondi, senza avere qualcuno vicino, non è<br />

il massimo..<br />

Che problemi fisici si possono riscontrare<br />

tuffandosi da grandi altezze (muscolatura,<br />

orecchie, scheletro)?<br />

I traumi piu diffusi sono stiramenti muscolari<br />

e dei tendini. Suguono le fratture<br />

delle ossa.<br />

I torrentisti si tuffano da altezze varie,<br />

con partenze a volte scivolose, scarsa<br />

visibilità e una pozza di ricezione con<br />

sassi sul fondo; dalla tua esperienza quali<br />

sono i rischi maggiori che corriamo?<br />

Una gara di tuffi (o un allenamento) non si<br />

comincia mai senza almeno due sub in acqua e un’ambulanza pronta<br />

ad intervenire.<br />

E naturalmente occorre aver prima studiato il fondo.<br />

>> Le conseguenze di un tuffo sbagliato possono essere<br />

gravi e permanenti, ecco cosa ne pensa Paolo Franzi,<br />

chirurgo ortopedico<br />

Quando l’amico Luca Dallari mi ha chiesto un parere ortopedico sui<br />

rischi che un fisico poco allenato corre in un tuffo da 20-30 metri,<br />

ho ripensato alle mie brevi esperienze di speleologo risalenti a circa<br />

10 anni fa. Allora ero allenato, giocavo ancora a livello agonistico nel<br />

Cus Genova di pallamano facendo 3 allenamenti alla settimana, ma<br />

nonostante questo il mettermi alla prova in una disciplina cui non ero<br />

abituato mi causava grossi problemi. Faticavo molto di più rispetto a<br />

chi, pur meno allenato di me, si trovava a compiere i miei stessi tragitti<br />

in grotta su e giù per le corde, perché i miei compagni di avventura<br />

praticavano speleologia da anni. L’entusiasmo di una disciplina per<br />

me nuova e appassionante come la speleologia mi portava a non<br />

arrendermi, a cercare di stare al passo con gli altri, a volte facendo<br />

passi un po’ più lunghi della gamba, trovandomi in situazioni di<br />

rischio dovute alla mia inesperienza.<br />

Credo che anche nel <strong>Canyoning</strong> esista questo rischio.<br />

Chi si affaccia a questa disciplina può trovarsi ad<br />

a f f r o n t a r e situazioni che richiedono una<br />

preparazione fisica adeguata. In particolare i tuffi<br />

da più di 10 metri di altezza espongono il corpo a<br />

sollecitazioni enormi, e devono essere<br />

affrontati da persone esperte e non da<br />

esordienti o da escursionisti “della domenica”.<br />

L’entrata in acqua in un tuffo da 10 metri di<br />

altezza avviene a circa 50 km/h e in meno di un<br />

secondo si ha una decelerazione fino a zero km/h.<br />

Tralasciando gli aspetti dovuti alla traumatologia dovuta<br />

all’impatto con rocce o con un fondo troppo basso, che sono<br />

ovvi, mi soffermo sugli aspetti dei pericoli dovuti ad un’entrata in<br />

acqua in assetto corporeo scomposto.<br />

L’impatto con l’acqua a velocità simili o superiori espone i muscoli e le<br />

articolazioni a sollecitazioni abnormi che devono essere assorbite in<br />

pochi decimi di secondo.<br />

La spalla è l’articolazione che più delle altre può risentire di questo,<br />

essendo l’articolazione più mobile del corpo umano, ma proprio per<br />

questo più debole e più soggetta a traumatismi quali lesioni tendinee<br />

e lussazioni (più un’articolazione è mobile, meno è stabile). La<br />

lussazione di un’articolazione è la perdita dei rapporti articolari tra le<br />

ossa che la compongono, che ha bisogno di un intervento esterno<br />

per tornare alla sua normalità (manovra di riduzione<br />

della lussazione).<br />

Un’ entrata in acqua scomposta, ad esempio<br />

con un braccio abdotto (allargato rispetto<br />

all’asse del corpo), può provocare una<br />

lussazione di spalla che in acqua può avere<br />

conseguenze molto pericolose. Il trovarsi in acque non propriamente<br />

tranquille con un forte dolore alla spalla e l’impossibilità di utilizzare<br />

l’arto superiore può causare anche la morte.<br />

Nell’affrontare tuffi da 20 e più metri, non va sottovalutato il<br />

concetto dell’elasticità muscolare, che deve essere massima ed in<br />

grado di assorbire lo shock traumatico dato dall’impatto con l’acqua.<br />

Un fisico non ben allenato accumula nei muscoli acido lattico, e ciò li<br />

rende meno elastici. L’improvvisa decelerazione che si ha nell’impatto<br />

con l’acqua da altezze elevate può causare lesioni in muscoli già<br />

infarciti di acido lattico (e quindi meno elastici, meno disposti ad<br />

assorbire l’energia sprigionata dall’entrata in acqua), specie quando<br />

l’entrata in acqua avvenga in uno stato di tensione muscolare, dovuta<br />

ad un assetto non propriamente corretto o dalla paura; le lesioni<br />

muscolari possibili variano dalla semplice contrattura a veri e propri<br />

strappi o stiramenti, che renderanno la prosecuzione dell’escursione<br />

molto meno agevole (anche per i compagni che si troveranno nella<br />

condizione di dover aiutare un soggetto non più al 100% della propria<br />

integrità fisica).<br />

Anche la colonna vertebrale subisce nei tuffi sollecitazioni importanti,<br />

che a lungo andare possono causare discopatie o vere e proprie ernie<br />

del disco. I dischi vertebrali sono dei cuscinetti ammortizzatori posti<br />

tra una vertebra e l’altra, che danno elasticità alla nostra schiena<br />

e permettono un certo grado di movimento. Sono composti da un<br />

guscio esterno più resistente (anulus fibroso) e da una parte interna<br />

Scheda MedIcO<br />

Dott. Paolo Franzi<br />

Nato a Genova il 28-08-1969<br />

Laureato in Medicina e Chirurgia<br />

Specialista in Ortopedia dal 2002;<br />

Libero professionista: svolge la sua attività chirurgica<br />

nel campo della chirurgia del ginocchio e della spalla nelle<br />

cliniche Villa Serena e Villa Montallegro a Genova, Villa Igea<br />

ad Acqui Terme (AL) e S. Rita a Montecatini Terme (PT).<br />

Contatti: 338 2780896; franzipaolo@yahoo.it<br />

più malleabile (nucleo polposo), atta ad assorbire gli shock. E’ proprio<br />

la parte più interna, il nucleo polposo, che, facendosi strada attraverso<br />

un anulus fibroso reso lasso da fenomeni degenerativi o traumatici,<br />

causa l’ernia del disco. Nel suo tragitto l’ernia discale può incontrare<br />

strutture nobili come i nervi (soprattutto lo sciatico a livello lombare<br />

e i nervi che formano il plesso brachiale a livello cervicale) causando<br />

dolore detto “radicolare”, come ad esempio la sciatalgia.<br />

Anche in questo caso l’improvvisa decelerazione causata dall’impatto<br />

con l’acqua da altezze superiori ai 10 metri, può causare danni ai<br />

dischi intervertebrali che si troveranno compressi tra la vertebra<br />

sovrastante e quella sottostante come tra l’incudine ed il martello,<br />

causando lesioni all’anulus fibroso che potranno sfociare in vere e<br />

proprie ernie del disco.<br />

Per evitare tutto questo bisogna affrontare le discipline estreme<br />

con il fisico ben allenato e con gradualità, affrontando gli ostacoli in<br />

sicurezza, meglio se accompagnati da persone esperte. Un tuffo da<br />

venti metri è tanta roba, e non importa se su internet ho visto il video<br />

di un tipo che lo eseguiva come se fosse su un trampolino da 1 metro!<br />

Lo spirito di emulazione e l’adrenalina possono portarci ad affrontare<br />

ostacoli che non sono (ancora) alla nostra altezza, ma che potranno<br />

essere superati tranquillamente in futuro, continuando ad allenarci<br />

ed eseguendo un passo alla volta. Se voglio buttarmi in acqua da 25<br />

metri lo posso fare, ma prima devo sapere esattamente quello che sto<br />

facendo e quindi devo aver eseguito in precedenza tuffi da 5, da 7, da<br />

10… 15…20 metri in tutta sicurezza, per non mettere in pericolo me e<br />

gli amici compagni di avventura. Nelle forre come in grotta, il minimo<br />

incidente può diventare grave e mettere in pericolo un intero gruppo di<br />

persone. Una banale distorsione alla caviglia può non essere banale<br />

se mi trovo dentro ad un fiume in mezzo ad un monte o a 100 metri di<br />

profondità in una grotta… tutto è relativo!<br />

L’allenamento è importante sia per rendere il nostro corpo più pronto<br />

ad assorbire gli shock dovuti ad un tuffo da altezza elevata, sia per<br />

renderci più lucidi nel valutare i pericoli. La stanchezza è nemica della<br />

sicurezza! >>><br />

canYoning<br />

7


canYoning<br />

8<br />

>> Naturalmente il tuffo da grandi altezze è cosa assai diversa dal<br />

saltare da 20 metri e più nel torrentismo.<br />

Nel primo caso le difficoltà tecniche risiedono fondamentalmente nelle<br />

evoluzioni che il tuffatore svolge durante la caduta e nel suo ingresso<br />

in acqua; nel secondo è il contesto a dettare le maggiori criticità.<br />

Moltissime sono le variabili che influenzano i salti nell’attività di<br />

canyoning: l’area da cui si effettua il salto, che può essere inclinata,<br />

scivolosa, difficile da raggiungere in equilibrio; la traiettoria fino al<br />

punto di ingresso in acqua, che spesso prevede unalunga parabola<br />

per evitare rocce sottostanti, rami sporgenti o per raggiungere in<br />

precisione uno specifico punto dove il fondo sia tale da consentire un<br />

accettabile atterraggio; la visibilità del punto d’atterraggio stesso, a<br />

volte nascosto dietro a sporgenze rocciose o frasche; l’acqua in cui ci<br />

si immerge, soggetta in alcuni casi a correnti vorticose, quasi sempre<br />

fredda e spesso turbolenta; l’equilibrio del torrentista, imprevedibilmente<br />

modificato dall’attrezzatura appesa in cintura e a volte alterato<br />

dal cappuccio in neoprene che spesso i saltatori utilizzano per meglio<br />

proteggersi all’impatto.<br />

In ultimo vanno valutate le differenze che riguardano la sicurezza<br />

generale: nel caso di tuffi da grandi altezze è sempre necessario poter<br />

sondare la pozza di ricezione ad evitare che elementi sotto il pelo<br />

dell’acqua, invisibili dall’alto per riflesso o torbidezza, possano impat-<br />

>>>><br />

interviste di Luca Dallari<br />

intervento conclusivo di Bruno Messa<br />

nelle pagine precedenti dagli archivi degli intervistati<br />

in questa pagina da sinistra verso destra:<br />

Vincenzo Cazarres - Richiusa<br />

Marco Risoli - Riolan<br />

Massimo Tognacci - Barbaira<br />

Per ulteriori informazioni sui tuffi da grandi altezze : www.marmeeting.com<br />

Si ringraziano per la collaborazione: Vyacheslav “Slava” Polyeshchuk, Oreste Varese e Paolo Franzi<br />

tare con il saltatore; inoltre occorre naturalmente<br />

considerare tutti i problemi di soccorso connessi allo<br />

svolgimento dell’attività torrentistica in zone normalmente<br />

difficili da raggiungere per<br />

i mezzi di supporto il cui intervento<br />

è complesso anche da invocare.<br />

CAI E TORRENTISMO<br />

in data 28 novembre 2009 il il<br />

Comitato Centrale di Indirizzo<br />

e di Controllo del Club<br />

Alpino Italiano ha riconosciuto la<br />

specializzazione in torrentismo per gli<br />

istruttori di speleologia adeguatamente<br />

formati. al gruppo di lavoro (a cui<br />

appartengono parecchi soci aic) che si sta<br />

occupando dell’evoluzione del torrentismo<br />

all’interno del cai auguriamo buon lavoro<br />

(e buone forre).<br />

GORGS I BARRANCS DEL PALLARS<br />

JUSSÀ<br />

È il titolo della nuova guida, edita da<br />

david espinal, laura samsó and joan<br />

lluís haro, che ha come obiettivo i canyon<br />

della zona di pallars jussà, una comarca<br />

della provincia di lleida, nei pirenei<br />

ocidentali.<br />

autori: david silvestre, laura samsó and<br />

joan lluís haro<br />

32 forre recensite con immagini a corredo,<br />

100 pagine, in formato a5.<br />

http://www.barranquismo.eu<br />

FUTURA HAND<br />

“revolutionary ascender”, questo è il<br />

concetto alla base della nuova maniglia<br />

kong: realizzata in lega d’alluminio pesa<br />

125 grammi, all’incirca la metà di una<br />

tradizionale maniglia, e ha ingombri<br />

ridotti all’essenziale. innovativo anche<br />

il tipo di impugnatura con la mano che<br />

avvolge la corda.<br />

adatta a corde da 8 a<br />

12.7 mm.<br />

PROCANYON<br />

sono 7 i progetti approvati per il 2010 e<br />

riguardano le forre di:<br />

callora (molise), baes e fiumenero<br />

(lombardia), piscina irgas, sa spendula<br />

e pitrisconi (sardegna) e comboè (valle<br />

d’aosta. quest’ultimo è stato approvato<br />

con riserva in base alla reperibilità di fondi<br />

che ne consentano la realizzazione.<br />

sono invece rinviati agli anni successivi i<br />

progetti relativi a:<br />

rio Nero-schwarzenbach (bolzano),<br />

spinasanta (lazio), antolina (piemonte) e<br />

mengasca<br />

(lombardia).<br />

I materiali necessari<br />

all’attrezzamento<br />

di Sa Spendula e<br />

Pitrisconi verranno<br />

offerti dal Gruppo Spaccaforra, quelli<br />

necessari all’attrezzamento di Fiumenero<br />

verranno offerti dal Gruppo Banda Bauscia.<br />

A loro un grazie da parte dell’AIC.<br />

IL NEOPRENE DIVENTA VERDE<br />

patagonia, azienda eco-oriented che dichiara una lunga storia nelle<br />

innovazioni sostenibili, ha messo in catalogo una innovativa muta dall’anima<br />

verde.<br />

a differenza del neoprene comune, il cui processo produttivo è basato sull’utilizzo di<br />

derivati del petrolio, la gomma delle mute umide di patagonia è prodotta partendo<br />

da materie derivanti dal calcare. oltre a questo il processo produttivo prevede<br />

l’utilizzo di tessuti in lane merinos non candeggiate e di poliestere riciclato.<br />

anche le protezioni delle ginocchia seguono questa linea verde, utilizzando siliconi<br />

anziché cloruro di polivinile, il famigerato pvc, per intenderci.<br />

assolutamente da verificare che la muta sia adatta ad un uso torrentistico rma<br />

rappresenta di certo un passo significativo verso l’adozione di tecnologie e tecniche<br />

di fabbricazione alternative.<br />

http://www.patagonia.com/web/eu/environmentalism?slc=en_GB&sct=IT&<br />

parco NazioNale dolomiti belluNesi<br />

la storia dell’interdizione delle forre del parco Nazionale delle dolomiti<br />

bellunesi risale al novembre 2000, data in cui viene approvato l’attuale piano di<br />

gestione del parco. l’allora neonata aic comincia da subito a porsi il problema ma<br />

è a luglio 2005 che appaiono i primi spunti di discussione sulla mailing list ufficiale<br />

dell’associazione e bisognerà attendere l’inizio del 2008 per arrivare ad organizzare<br />

un incontro ufficiale con la direzione del parco e meglio comprendere e discutere<br />

dei motivi che portano a questa proibizione. motivi assolutamente chiari e non<br />

discutibili: il Parco rappresenta una delle poche aree italiane di<br />

vera wilderness ed il regolamento vigente ne proibisce quasi ogni attività al suo<br />

interno. Nasce da quell’occasione un continuo e serio confronto (giunto fino ai nostri<br />

giorni, in vista del rinnovo dell’attuale regolamento che ha scadenza decennale<br />

ovvero quest’anno) e che, su richiesta dello stesso ente, porta alla preparazione di<br />

una completa e corposa documentazione sui canyons della zona a suffragio delle<br />

nostre richieste di “liberalizzarne” la fruizione. documentazione che<br />

viene presentata ufficialmente a fine 2008 durante un incontro che segnerà un<br />

altro momento importante nella trattativa poiché il parco ne recepisce i contenuti<br />

e si rende disponibile a valutare una possibile “apertura”. l’anno successivo viene<br />

prodotta e consegnata la documentazione in digitale e contemporaneamente il<br />

parco redige la prima bozza del nuovo master plan, che include, oltre al piano per<br />

il parco, anche il regolamento del parco, il piano pluriennale per lo sviluppo socio<br />

economico, il piano per il paesaggio e il piano di gestione del sic/zps, oltre al piano<br />

di interpretazione ambientale. in questa parte del piano però risulterebbe ammessa<br />

la percorrenza delle sole val clusa e val de piero, pertanto ci siamo immediatamente<br />

riattivati e chiesto un nuovo incontro che si è tenuto in data 18 febbraio presso la<br />

sede del parco. incontro in cui lo staff si è mostrato ancora una volta<br />

disponibile a raggiungere un accordo che presumibilmente, o almeno<br />

questo è quello a cui aspiriamo, preveda l’apertura di almeno 5-6 forre<br />

delle oltre venti presenti nel territorio. È comunque ragionevole pensare che la<br />

percorrenza delle suddette sarà condizionata da diversi fattori, quali ad esempio<br />

la stagionalità (compatibilità con i periodi di nidificazione o deposizione di uova<br />

di pesci e anfibi) e che in aree di particolare rilevanza naturalistica l’accesso possa<br />

essere a ‘numero chiuso’ o comunque subordinato ad autorizzazioni da parte<br />

dell’ente. proprio in questi giorni stiamo organizzando un ulteriore incontro in<br />

cui presentare le nostre proposte specifiche e stabilire l’iter burocratico da seguire<br />

affinché possano essere integrate nel piano definitivo la cui approvazione definitiva<br />

è prevista per l’autunno del 2010.<br />

siamo fiduciosi che questa nuova stagione di collaborazione col parco porti a<br />

fruttuosi risultati e apra la strada ad ulteriori forme di cooperazione, fino a quel<br />

momento raccomandiamo a tutti i torrentisti, soci e non, di attenersi<br />

scrupolosamente ai divieti attualmente in vigore anche per<br />

evitare di compromettere queste lunghe ed importanti trattative. [M.R.]<br />

LA DEFINIZIONE DELLA “MISSION” AIC<br />

come ogni azienda che si rispetti nell’epoca storica del media-evo (questa<br />

definizione meriterebbe di passare alla storia ndr) anche l’associazione italiana<br />

canyoning avrà d’ora in poi un suo statement a definire ed esplicitare quella che è<br />

la sua mission - fare torrentismo e farlo in sicurezza -<br />

lo slogan sarà il corollario del raduno aic 2010 che, come si legge a pagina 12,<br />

sarà incentrato sul tema della sicurezza in senso ampio.<br />

canYoning<br />

9


se pensate che i percorsi di buona parte dell’italia del nord ovest siano ancora avvolti nelle nebbie padane o siete stufi di fare km<br />

di code in liguria (sapeste come sono stufi i liguri..) oppure per quest’anno 15 volte nel bodengo possono bastare, allora scrivete<br />

una letterina di ringraziamento a daniele geuna e dino ruotolo, autori di una nuova guida con più di 60 itinerari, per la maggior<br />

parte in piemonte e valle d’aosta. Ancor meglio della letterina è comprare la guida.<br />

dopo una lunga gestazione dovuta alla verifica e<br />

alla discesa di tutti i percorsi è in libreria per la casa<br />

editrice versante sud <strong>Canyoning</strong> nelle Alpi<br />

Occidentali di daniele geuna e dino ruotolo.<br />

una lunga corsa attraverso 69 forre delle alpi<br />

occidentali suddivise, per l’occasione, in 8 distretti.<br />

67 rilievi topografici corredano la guida; per<br />

ogni distretto un’introduzione geografico-storica,<br />

cenni di geologia, foto a profusione e cartine<br />

riassuntive con la posizione dei canyon di tutte le<br />

zone prese in esame. Decine gli inediti e i<br />

percorsi esplorati da pochissimo, nessuna pretesa di<br />

completezza, non mancano le valli con ancora molto<br />

da esplorare (oggetto di una futura pubblicazione),<br />

certamente una panoramica approfondita di una<br />

zona ancora ricca di sorprese.<br />

risale a fine 2009 la pubblicazione<br />

di Manual de aguas<br />

vivas en barrancos di josé<br />

antonio ortega becerril.<br />

questa l’intro a cura dell’autore:<br />

“Nella discesa in acqua bianca –<br />

una delle tecniche più difficili del<br />

torrentismo – è di importanza<br />

fondamentale la conoscenza di fattori<br />

di idrologia e di strumenti per leggere<br />

i movimenti dell’acqua che si creano<br />

davanti ai nostri occhi.<br />

Imparare a leggere il modo in cui<br />

l’acqua funziona è<br />

uno degli obiettivi<br />

di questo manuale,<br />

diretto agli sportivi<br />

di ogni livello,<br />

[..] cmanti delle<br />

forre dato che,<br />

presto o tardi,<br />

finiranno per<br />

affronterarne<br />

uno con<br />

molta acqua.”<br />

j.a.o.b.<br />

È di prossima pubblicazione Canyonisme en Bavière et au Tyrol, la nuova guida di<br />

Werner baumgarten, in tedesco, francese ed inglese su questa poco conosciuta (torrentisticamente<br />

parlando) regione alpina. la guida propone 54 itinerari a cavallo tra la baviera ed il tirolo.<br />

“Con questa guida transfrontaliera vi presento una regione che con poche eccezioni è praticamente<br />

sconosciuta per il canyoning. Una regione che però dispone di attrattive non trascurabili, percorsi<br />

per principianti accanto ai percorsi per i più sportivi ed esperti, il tutto in torrenti con acqua<br />

abbondante e molto pulita. Troviamo anche alcune discese molto isolate e di grande bellezza.”<br />

W.b.<br />

Torrentismo in Sardegna di corrado conca, edizioni Segnavia<br />

sempre all’anno scorso risale la riedizione, interamente rivista e ampliata, della vecchia guida<br />

pubblicata nel lontanissimo 1993. ora conta 176 pagine per 28 forre, con fotografie, carte e<br />

profili. € 18.00, formato cm 12,5x20.<br />

> i numeri<br />

aprile 2000, nasce la SNC<br />

7 il numero del primo nucleo di istruttori<br />

33 il totale delle persone che sono o sono state<br />

istruttori della SNC<br />

27 il numero di istruttori attualmente iscritti in ruolo<br />

(24 operativi e 3 in stand-by)<br />

440 il totale delle persone che, a qualunque titolo, hanno<br />

seguito uno o più corsi SNC (340 maschi e 104<br />

femmine)<br />

114 il numero dei corsi tenuti dalla SNC ad oggi<br />

> i corsi<br />

i corsi svolti divisi per tipo<br />

6 iniziazione<br />

4 base<br />

49 1° livello<br />

3 perfezionamento<br />

29 2° livello<br />

9 3° livello<br />

2 grandi verticali<br />

2 attrezzamento<br />

1 rischio di piene<br />

1 stage internazionale con EFC<br />

1 stage perfezionamento tecnico<br />

7 preparazione istruttori<br />

10 esame istruttori<br />

7 aggiornamento istruttori<br />

‘31 l’anno di nascita dell’allievo più anziano<br />

‘54 l’anno di nascita dell’allieva più anziana<br />

‘86 l’anno di nascita dell’allievo più giovane<br />

‘88 l’anno di nascita dell’allieva più giovane<br />

Ne abbiamo fatte di forre insieme. In parte da INT, in parte da allievo, seguo<br />

la SNC dal lontano 2001. Allora feci il corso di perfezionamento, corso<br />

che oggi non è più nel palinsesto didattico, o meglio, è stato soppiantato<br />

da quello di secondo livello. Molte cose sono cambiate e la crescita è stata<br />

esponenziale, non c’è dubbio. Forse molti di quelli che stanno leggendo<br />

non se ne rendono conto, ma se oggi c’è una maggiore sicurezza nel<br />

modo di andare per forre, lo si deve anche al lavoro svolto da SNC in<br />

questi 10 anni.<br />

Io ci credo ed è anche per questo che ne faccio parte.<br />

alex de simoni<br />

Il mio essere istruttore è sempre stato fortemente influenzato dall’essere<br />

anche, quasi senza soluzione di continuità, nel Consiglio Direttivo di AIC.<br />

Tenere un corso per me ha sempre significato svolgere un lavoro che<br />

andasse oltre l’aspetto tecnico. Spesso ho cercato di insegnare agli allievi<br />

anche la mia visione del torrentismo e dell’associazione, oltre ad invogliarli<br />

a farsi coinvolgere nella vita associativa. Questo è il motivo per cui ho<br />

sempre preferito svolgere corsi locali, in cui il rapporto con gli allievi (con<br />

chi decide di continuare) prosegue anche dopo la fine del corso.<br />

Inoltre in questo tipo di corsi, che si svolgono nei weekend, non si corre il<br />

pericolo di parlare di canyoning 5 giorni di seguito per 16 ore al giorno!<br />

roberto schenone<br />

> il passato<br />

10 anni fa la realtà didattica in Italia era<br />

appannaggio di organizzazioni locali, in cui<br />

ciascuno trasmetteva la propria cultura<br />

torrentistica, necessariamente limitata, mentre<br />

a livello nazionale il tutto si esauriva in corsi di<br />

“approfondimento” o “specializzazione”.<br />

Per questo, nel 1999, l’AIC creò un gruppo di<br />

lavoro che gettasse le basi per lo sviluppo di una<br />

scuola di torrentismo, caratterizzata da tecniche<br />

all’avanguardia, sicurezza, alto livello tecnico e<br />

formativo degli istruttori, uniformità didattica<br />

e tutela dell’ambiente. La creazione della Scuola<br />

passa per uno stage italo-francese che costituì,<br />

nel ’99, un primo contatto tra le rispettive<br />

culture torrentistiche e che diede luogo l’anno<br />

successivo ad un secondo stage, con istruttori<br />

e dirigenti dell’Ecole Française de Descente de<br />

Canyon, i quali esaminarono i candidati scelti dal<br />

direttivo AIC ed individuarono i primi 7 istruttori<br />

della nascente scuola. Questi definirono quindi<br />

struttura, regolamenti, iter formativi e standard<br />

tecnici della SNC.<br />

> il presente<br />

La Scuola Nazionale <strong>Canyoning</strong> punta su rigore<br />

tecnico e severità di attuazione dell’iter formativo<br />

in modo da consentire all’AIC di porsi, in questo<br />

senso, ai vertici nazionali.<br />

Grazie a continui aggiornamenti la scuola ha<br />

potuto imporsi come il più rigoroso ed avanzato<br />

organo didattico in Italia.<br />

L’attuale organizzazione, modificata all’inizio del<br />

2009, prevede due figure con percorsi formativi,<br />

prerogative e oneri differenti: gli Istruttori di<br />

Torrentismo, che possono tenere corsi fino al 1°<br />

livello, e gli Istruttori Nazionali di Torrentismo.<br />

L’offerta didattica prevede corsi di tipo ed<br />

impegno crescente, da quelli di avvicinamento a<br />

quelli di 3° livello, fiore all’occhiello della scuola.<br />

Oltre a questi ci sono i corsi tematici ed i corsi/<br />

esame per gli aspiranti istruttori.<br />

Ad oggi la SNC conta 27 elementi, 6 dei quali<br />

costituiscono l’organo direttivo della scuola,<br />

tracciandone le linee didattiche.<br />

> il futuro<br />

compie dieci<br />

anni la<br />

Ampliamento del palinsesto didattico, continuo<br />

aggiornamento delle tecniche, collaborazioni<br />

internazionali e promozione di un torrentismo<br />

sicuro e consapevole sono gli obiettivi che<br />

continuerà a perseguire la SNC.<br />

Appuntamento importante per la divulgazione<br />

degli standard tecnici è la realizzazione del<br />

manuale tecnico, ormai in fase avanzata di<br />

lavoro, che costituirà sia il punto di arrivo di<br />

un lavoro decennale sia la base per lo sviluppo<br />

futuro.<br />

scuola nazionale canyoning<br />

canYoning<br />

11


canYoning<br />

12<br />

juri montese ^ a cura della scuola nazionale canyoning<br />

tecnica la trilonge<br />

La longe è il principale sistema di sicurezza<br />

che adoperiamo nella progressione su<br />

corda, evitando di riassumerne le numerose<br />

situazioni di utilizzo, si può sintetizzarne la<br />

funzione ordinaria nella catena di sicurezza<br />

come quella di vincolarci ad un attacco od ad<br />

una linea di sicura ed eventualmente, in caso<br />

di caduta/scivolata, trattenere il carico, dove<br />

il carico siamo noi.<br />

Comunemente usiamo la longe in modalità<br />

statica stando appesi ad essa, ma viste le sue<br />

potenzialità di impiego, questa deve essere in<br />

grado di avere un comportamento dinamico,<br />

ovvero quello di sopportare una caduta che<br />

la mandi istantaneamente in tensione.<br />

In situazioni straordinarie quale<br />

l’autosoccorso diretto la longe collega uomo–<br />

uomo, va da sé che il sistema longe debba<br />

essere, ed in effetti è, il sistema più potente<br />

che ci portiamo addosso, a condizione che<br />

sia ben confezionato.<br />

Per inquadrare correttamente il discorso,<br />

vediamo quali sono le forze in gioco.<br />

In qualsiasi tipo di progressione, (alpinismo,<br />

falesia, ferrata, speleologia, canyoning) la<br />

variabile che in caso di caduta su una corda<br />

determina la forza d’arresto o forza shock,<br />

ovvero la forza che si registra quando la<br />

corda entra bruscamente in carico, è il fattore<br />

di caduta.<br />

Il fattore di caduta è il rapporto tra l’altezza<br />

di caduta (il tratto che il corpo descrive da<br />

quando parte a quando viene trattenuto<br />

dalla corda) e la lunghezza di corda che<br />

deve sopportare quel volo. Escludendo le vie<br />

ferrate dove il valore aumenta in funzione<br />

della distanza tra gli ancoraggi, il fattore di<br />

caduta varia da 0 a 2 :<br />

Fc=0 : quando il corpo è appeso staticamente<br />

ad un’estremità della corda vincolata, sull’altra<br />

estremità, all’attacco (roccia);<br />

Fc=2 : quando il corpo, sempre legato ad<br />

un’estremità della corda, si trova in verticale<br />

sopra l’attacco con la corda tesa verso il<br />

basso.<br />

Grossolanamente possiamo dire che si ha<br />

fattore di caduta 1 quando l’imbrago della<br />

persona a cui è legata un’estremità della<br />

corda (longe) ed il punto di attacco dove è<br />

vincolata l’altra estremità della corda, sono<br />

alla stessa altezza.<br />

Nella progressione torrentistica si usa<br />

come riferimento il fattore 1, tale valore non<br />

andrebbe mai superato e per verificarlo non<br />

serve alcun calcolo, basta guardare se il<br />

moschettone della longe si trova più in alto<br />

dell’imbrago (OK), o più in basso (NO).<br />

In realtà la situazione di superare il fattore<br />

1 non è per niente rara, anzi, avviene in<br />

moltissimi mancorrenti, dove dopo esserci<br />

allongiati camminiamo tranquillamente in<br />

piedi con la longe tesa verso il basso. A onor<br />

del vero il mancorrente stesso rappresenta un<br />

ulteriore elemento elastico che assorbirebbe<br />

il volo… però…<br />

Considerando il fattore di caduta pari a 1<br />

ed un peso di 90 kg del corpo, si è stabilito<br />

convenzionalmente, in quanto il valore è<br />

precauzionalmente gonfiato, che la forza<br />

massima registrabile sia di 1.100 kgp (circa<br />

11 kN).<br />

Per avere margini di sicurezza nel tempo, visto<br />

che il materiale si usura, tutto quello a cui ci<br />

appendiamo deve resistere almeno fino a 22<br />

kN, a parte i bloccanti meccanici che hanno<br />

un comportamento diverso.<br />

Tornando alla classica (bi)longe, questa deve<br />

avere due rami di lunghezza differente (a “Y”<br />

asimmetrica) con un moschettone a ghiera<br />

sul lato lungo ed un moschettone anche<br />

non a ghiera sul lato corto. Il ramo lungo<br />

deve essere quanto lo sbraccio di ognuno<br />

ed il moschettone deve essere manovrabile<br />

anche appesi nel vuoto, mentre per regolare<br />

associazioNe italiaNa caNyoNiNg associazioNe italiaNa caNyoNiNg<br />

il ramo corto, tendendo la longe verso l’alto,<br />

la testa del moschettone deve arrivare sotto<br />

al mento.<br />

Considerando quanto detto sopra, una<br />

caratteristica fondamentale della longe è la<br />

capacità di assorbire energia (prodotta da<br />

un volo), pertanto l’orientamento della SNC<br />

è quello di escludere sistemi tipo daisy chain<br />

e longe con cordino in dyneema o kevlar,<br />

inadatti a tale scopo.<br />

Questa scelta, volutamente prudenziale,<br />

riduce la scelta tra i tipi di longe a due casi:<br />

• longe prefabbricata in nastro con cuciture<br />

a rottura programmata<br />

• longe autocostruita con corda dinamica<br />

intera<br />

Longe prefabbricata in nastro con<br />

cuciture a rottura programmata<br />

Questo sistema prevede due tipi di cucitura,<br />

uno che chiude l’anello di fettuccia e che non<br />

è fatto per saltare, e cuciture che accoppiano<br />

i due lati di fettuccia per ogni ramo, che invece<br />

sono predisposte per scucirsi in presenza<br />

di forti carichi e quindi ridurre la forza di<br />

arresto.<br />

Le longe prefabbricate hanno il difetto<br />

di avere lunghezze prestabilite e quindi<br />

non perfettamente tarate sulle dimensioni<br />

di ognuno, inoltre se la fettuccia finisce<br />

accidentalmente nel croll, la rimozione<br />

potrebbe essere complessa.<br />

Longe autocostruita con corda dinamica<br />

intera<br />

Questa è la longe per definizione.<br />

Per confezionarla occorre adoperare<br />

corde dinamiche omologate “intera”, i quali<br />

presentano sulle estremità della bobina o<br />

della matassa il simbolo<br />

Questo modello, proprio grazie ad i nodi<br />

alle estremità, ha una grande capacità di<br />

dissipare energia sfruttando il cosiddetto<br />

“effetto longe”, ovvero la caratteristica che<br />

con spezzoni di corda lunghi fino a cm 100<br />

con nodi alle estremità, in caso di caduta,<br />

diventa significativa la presenza del nodo il<br />

quale strozzandosi crea sfregamenti tra le<br />

spire dissipando energia, con il risultato finale<br />

sicuramente<br />

torrentismo<br />

si terrà in val bognanco l’8° Raduno Internazionale di torrentismo targato AIC che avrà come protagoniste le bellissime forre della val<br />

d’Ossola. il raduno inizierà sabato 14 agosto e si concluderà 8 giorni dopo, domenica 22. i dettagli sono stati ormai definiti e sul sito dedicato potrete trovare<br />

tutte le informazioni a riguardo, oltre alla possibilità di iscriversi on-line fin da subito.<br />

Novità importante del prossimo raduno sarà l’aspetto tematico che farà da contorno a tutti gli eventi in calendario.<br />

Nello slogan creato per l’occasione ’sicuramente torrentismo’ è condensato l’obiettivo primario del raduno; ossola 2010 vuole infatti essere l’occasione<br />

per riflettere sul tema della sicurezza nell’affrontare la discesa di una forra che, specialmente durante un evento come un raduno che coinvolge centinaia<br />

di persone, rimane di frequente in secondo piano.<br />

sicurezza al primo posto quindi e rispetto dell’ambiente come tema affiancato, a corollario dell’impegno degli organizzatori e dell’associazione.<br />

Per ricordarsi sempre che il torrentismo esiste solo perchè esistono dei posti meravigliosi come le forre che vanno<br />

preservati e rispettati, in primo luogo da noi che ne siamo frequentatori privilegiati.<br />

appuntamento a bognanco dunque!<br />

di abbassare la forza d’arresto e sollecitare<br />

meno la catena di sicurezza.<br />

L’effetto longe aumenta con la complessità<br />

strutturale del nodo.<br />

Il difetto di questo tipo di longe è che i nodi<br />

sono punti preferenziali, perché sporgono, di<br />

usura e che richiedono vari tentativi prima di<br />

trovare le lunghezze ottimali, infatti a seconda<br />

del tipo di corda e di nodi che utilizziamo per le<br />

asole, una volta bagnati ed in carico abbiamo<br />

allungamenti ogni volta diversi.<br />

Sempre in merito al comportamento delle<br />

corde dinamiche usate per fare le longe<br />

occorre chiarire quanto segue: come già<br />

detto, in extrema ratio le longe devono<br />

trattenere un volo, pertanto dovranno avere<br />

un comportamento il più elastico possibile<br />

al fine di non sollecitare troppo la catena di<br />

sicurezza, di cui il nostro corpo è un anello.<br />

Tale elasticità, a parità di materiale si può<br />

ottenere diminuendo il diametro della corda,<br />

pertanto una longe con corda diametro 11 mm<br />

non è migliore di una con diametro 9 mm, anzi<br />

è il contrario.<br />

Attenzione! 9 mm è il diametro minimo<br />

oltre il quale non si può scendere per il<br />

confezionamento di longes.<br />

Un’ottimizzazione del sistema longe<br />

autocostruita con corda dinamica, adottata<br />

dalla SNC, è la tri-longe ottenibile con un Nodo<br />

1 2 3<br />

Corona Rinforzato.<br />

Tale nodo ha come risultato<br />

due rami singoli e due asole,<br />

il tutto regolabile al centimetro, con i due<br />

rami singoli si realizzeranno il tratto lungo e<br />

quello corto, un’asola, come meglio indicato<br />

di seguito, è destinata all’attacco sull’imbrago<br />

e la seconda asola, opportunamente corta,<br />

sarà il terzo punto eventuale di attacco.<br />

I vantaggi della trilonge sono che il Corona<br />

Rinforzato funziona da nodo di assorbimento<br />

aumentando l’effetto longe e abbiamo inoltre<br />

un ulteriore punto di vincolo molto corto.<br />

Mi sono preso la libertà di chiamarlo<br />

Corona Rinforzato in quanto il manuale di<br />

> assicurazione polizza del torrentista<br />

5 4<br />

Ashley annovera il Nodo<br />

Corona al n° 1097, il quale è<br />

estremamente simile a quello<br />

della trilonge ma, analizzato con attenzione,<br />

ha una struttura diversa, infatti ha entrambe<br />

le asole che in caso di scorrimento, anche<br />

singolarmente, portano allo scioglimento<br />

del nodo, mentre nel nostro solo un’asola<br />

in caso di scorrimento scioglie il nodo e, per<br />

scongiurare questo rischio, è l’asola che<br />

vincoleremo all’imbrago.<br />

La costruzione riportata qua sopra è da<br />

intendersi indicativa, ognuno troverà la sua<br />

manualità.<br />

essere socio dell’associazione italiana canyoning dà la possibilità di sottoscrivere un contratto di assicurazione particolarmente vantaggioso. dal 2010 Inter Hannover, tramite lo studio mangano<br />

s.r.l. di roma, garantisce la copertura di responsabilità civile a seguito di danni causati a terzi, rischi di decesso, spese di rimpatrio salma, invalidità permanente, rimboorso spese mediche, spese di<br />

ricerca e salvataggio. oltre all’attività di canyoning, l’assicurazione garantisce anche speleologia, alpinismo, arrampicata sportiva.<br />

tutte le formule prevedono, solo in caso di ricovero in strutture ssN, la corresponsione di un’indennità di ricovero di € 25,00 al giorno per un massimo di 30gg sinistro/anno.<br />

le 2 formule sono proposte con copertura sul territorio italiano o, in alternativa, europeo. i dettagli per il rinnovo in ultima pagina.<br />

TABELLA GARANZIE FORMA A | ITALIA FORMA A | EUROPA FORMA B | ITALIA FORMA B | EUROPA<br />

responsabilità civile € 500.000,00 € 500.000,00 € 500.000,00 € 500.000,00<br />

infortuni (caso morte)<br />

infortuni (caso invalidità permanente)<br />

€ 15.000,00<br />

€ 30.000,00 (franchigia 5%)<br />

€ 15.000,00<br />

€ 30.000,00 (franchigia 5%)<br />

€ 30.000,00<br />

€ 60.000,00 (franchigia 5%)<br />

€ 30.000,00<br />

€ 60.000,00 (franchigia 5%)<br />

rimborso spese mediche € 2.500,00 (franchigia 250,00 €) € 2.500,00 (franchigia 250,00 €) € 5.000,00 (franchigia 250,00 €) € 5.000,00 (franchigia 250,00 €)<br />

spese di rimpatrio salma € 1.500,00 € 1.500,00 € 1.500,00 € 1.500,00<br />

spese di ricerca e salvataggio € 750,00 (franchigia 75,00 €) € 750,00 (franchigia 75,00 €) € 1.500,00 (franchigia 100,00 €) € 1.500,00 (franchigia 100,00 €)<br />

Costo della Polizza € 75,00 € 94,00 € 135,00 € 169,00<br />

canYoning<br />

13


fosso di Pito, acquasanta terme ^ ascoli piceno ^ foto pietro torellini<br />

REZOPHONIC<br />

rezophonic è un progetto<br />

musicale/sociale organizzato nel<br />

2006 basato sulla realizzazione di<br />

un cd, con brani cantati e suonati<br />

da diversi artisti italiani, il cui<br />

ricavato verrà devoluto all’african<br />

medical and research foundation<br />

(amref). obiettivo del progetto è<br />

sensibilizzare l’opinione pubblica<br />

sul problema delle risorse<br />

idriche. il brano “Nell’acqua”,<br />

scritto e interpretato da caparezza<br />

con cristina scabbia e roy paci,<br />

sosterrà amref italia nella<br />

realizzazione di pozzi d’acqua<br />

nel kajiado, ai confini fra kenia e<br />

tanzania, una delle regione più<br />

aride del mondo.<br />

GORGS 2010<br />

dal 25 al 27 giugno si svolgerà<br />

la vii edizione del raduno<br />

internazionale gorgs, organizzato<br />

dalla feec catalana in<br />

collaborazione con la federazione<br />

catalana di speleologia (fce). sede<br />

del raduno sarà pont de suert,<br />

in alta ribagorza, catalunia, in<br />

provincia di lleida.<br />

CORSO DI GRANDI PORTATE<br />

messo in calendario per la prima<br />

settimana di giugno dalla Ecole<br />

Française de descente<br />

de Canyon nella nostrana val<br />

d’ossola, lo Stage de Haut<br />

Niveau è una buona occasione<br />

per affrontare un argomento che la<br />

sNc al momento non offre nel suo<br />

palinsesto didattico.<br />

NUOVE NOMINE<br />

INCARICHI SOCIALI<br />

un benvenuto a Mirco<br />

Lazzari e Guido Armaroli<br />

rispettivamente nuovi coordinatori<br />

regionali di Umbria e<br />

Lombardia.<br />

umbria@canyoning.it<br />

lombardia@canyoning.it<br />

2° RASSEMBLEMENT<br />

CANYON ARDÉCHOIS<br />

l’afc (association française de<br />

canyon) e l’ icaN (international<br />

canyoning association & Network)<br />

organizzano il secondo incontro di<br />

torrentismo in ardéche, a Bourg<br />

Saint Andéol, in programma<br />

dal 22 al 24 maggio 2010.<br />

vertikeaux.unblog.fr<br />

NEGOZIO ON LINE<br />

libri, manuali, felpe e t-shirt, tutto<br />

acquistabile sul negozio on line,<br />

nel sito web aic all’indirizzo<br />

www.canyoning.it/acquistiaic<br />

RADUNI & INCONTRI<br />

IN ITALIA<br />

sui monti della laga (ri) il 29/30<br />

maggio, tra trekking, grigliate<br />

e discesa del fosso di ortanza,<br />

uscita sociale all’orrido di botri<br />

(lu), 5/6 giugno, e poi a upega<br />

(cN) il 10/11 luglio per Forrock<br />

2010. infine a bognanco (vb)<br />

per il raduno internazionale aic<br />

Ossola 2010<br />

[www.aic-ossola2010.com]<br />

> associazione<br />

ageNda > info a 360°<br />

Ho letto con interesse l’articolo sul notiziario n° 21 su Ignazio Piussi, la prima discesa<br />

della forra del Vinadia e su coloro che hanno iniziato questa attività. Spulciando nella<br />

biblioteca del nostro circolo ho trovato alcuni interessanti notizie sull’esplorazione della<br />

forra del Vinadia fine secolo XIX - inizio XX: una relazione di Angelo Coppadoro su “In<br />

Alto” 1898 ed una visita alla forra di G.B. De Gasperi in Mondo Sotterraneo nel 1904.<br />

dalla rivista “In Alto” del 1898<br />

IN CARNIA<br />

Al Barranco del Vinadia<br />

Partiti da Avaglio (comune di Lauco) verso<br />

le 9 del mattino, il 13 ottobre coll’amico<br />

Leonardo Verona, di là, diretto a visitare<br />

las fuas di Vinaj, come chiamano lassù il<br />

famoso barranco del rio Vinadia.<br />

Conduce a Vinaio una mulattiera, che sal<br />

dapprima il fianco meridionale del monte<br />

Falchia, attraversa quindi una bellissima<br />

valle boscosa, e dopo d’essersi unita con<br />

quella che viene da Lauco, con rapida discesa<br />

giunge al ponte sul rio Dongeaga, dove<br />

comincia il lavorio di scavo che l’acqua ha<br />

fatto nella roccia; la<br />

strada ripida quindi<br />

conduce a Vinajo, che<br />

si trova sul confluente<br />

del Dougeaga<br />

già nominato<br />

(che discende<br />

dal Cucàs) e del<br />

rio Chias, che viene<br />

dall’Arvènis.<br />

Dalle ultime case<br />

del paese si abbassa<br />

un sentiero<br />

fino al Dongeaga e<br />

propriamente là dove<br />

una grande cascata<br />

con un salto di 12 metri<br />

precipita in un abisso<br />

di circa 8 o 9 metri di<br />

diametro.<br />

Qui facciamo colazione<br />

(ore 11). La temperatura<br />

era di 10°, mentre<br />

quella dell’acqua 9,8°, di<br />

poco differenti. Poi legato<br />

colla corda mi spenzolai<br />

sull’abisso. Meraviglioso<br />

è il lavoro dell’acqua;<br />

pare impossibile che abbia<br />

potuto in tal modo<br />

scavare la roccia,<br />

i cui strati sono oriz-<br />

storia del canyoning<br />

forra del Vinadia<br />

zontali paralleli. Durante la siccità si può<br />

scendere fino al basso della cascata, ma<br />

noi dovemmo rinunciarvi, perché causa le<br />

recenti pioggie il rio era molto ingrossato.<br />

Il torrente procede quindi per una strettissima<br />

via che non si può seguire; per ciò<br />

risalimmo per dirigersi verso il punto, dove<br />

il Chiàs unendosi al Dongeaga forma la<br />

Vinadia propriamente detta.<br />

Si discende per circa cinquanta metri in<br />

questo luogo non senza un po’ di fatica e<br />

giunti al basso si presenta uno spettacolo<br />

meraviglioso. Da ovest viene il Dongeaga<br />

e pare esca di sotterra, da nord il Chiàs;<br />

sul punto in cui si uniscono, ergesi in<br />

mezzo a questo immenso burraco una<br />

specie di campanile naturale isolato, formato<br />

di tanti strati orizzontali, alto circa<br />

a destra: micoli e de gasperi fotografati all’interno della forra<br />

a sinistra: scansioni delle riviste in alto e mondo sottorraneo<br />

Circolo Speleologico e Idrologico Friulano info@csif.it<br />

Adalberto D’Andrea<br />

quaranta metri, sulla cui cima vegeta un<br />

albero. È chiamato la torre di Meni da l’ors,<br />

perché vuole la leggenda che, circa 50 anni<br />

fa, in quel luogo questo Meni abbia ucciso<br />

l’ultimo orso. Dalle pareti sud cade una<br />

cascatella dall’altezza di 50 metri circa.<br />

Quindi la Vinadia prosegue internandosi<br />

verso est, fra i due monti Forcadan a sud<br />

e Felett a nord. La mia curiosità però fu<br />

delusa perché l’abbondanza delle acque<br />

impedì il proseguire. Rassegnato quindi,<br />

maledicendo alla pioggia ed ai rivi che<br />

la raccolgono, dovetti rinunciare alla<br />

parte più emozionante dell’esplorazione<br />

e ritornarmene col fido compagno di dove<br />

eravamo venuti.<br />

Poi tornammo ad Avaglio per Lauco, passando<br />

per Allegnidis e Chiaujans, dove esistono,<br />

a quanto alcuni dicono, delle tombe<br />

antiche, che però non mi fermai<br />

a visitare.<br />

canYoning<br />

15


<strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Canyoning</strong> www.canyoning.it<br />

Scuola Nazionale <strong>Canyoning</strong> “Federico Tietz” scuola@canyoning.it<br />

<strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Canyoning</strong><br />

Presidente Marco Risoli (presidenza@canyoning.it)<br />

Vice-Presidente Roberto Schenone (roberto.schenone@canyoning.it)<br />

Segretario Bruno G. Messa (segreteria@canyoning.it)<br />

Tesoriere Milena Argiolas (tesoreria@canyoning.it)<br />

Consiglieri Daniele Geuna ^ Francesco Radicchi ^ Mauro Santa-Maria<br />

Commissione catasto Paolo Bolis ^ Francesco Cacace (catasto@canyoning.it)<br />

Commissione scientifica Paolo Madonia (commissione.scientifica@canyoning.it)<br />

Ufficio stampa Piero Golisano ^ Christian Roccati (press@canyoning.it)<br />

Ufficio editoria Cosimo La Gioia (editoria@canyoning.it)<br />

Contatti aziende Milena Argiolas (aziende@canyoning.it)<br />

Ufficio assicurazioni Sara Morando (assicurazione@canyoning.it)<br />

Contatti internazionali Rosemarie Siegl (romy@canyoning.it)<br />

Ambiente ed ecologia Mauro Santamaria (ambiente@canyoning.it)<br />

Merchandising Luca Dallari (luca.dallari@canyoning.it)<br />

Ufficio Coordinatori Regionali Daniele Geuna (daniele.geuna@canyoning.it) ^<br />

Francesco Radicchi (francesco.radicchi@canyoning.it)<br />

Redazione notiziario Luca Dallari ^ Daniele Geuna ^ Francesco Michelacci ^<br />

Marta Tosco (notiziario@canyoning.it)<br />

Gestione Sito Web Paolo Giannelli ^ Roberto Schenone ^ Cosimo La Gioia<br />

(webmaster@canyoning.it)<br />

Scuola Nazionale <strong>Canyoning</strong><br />

Istruttori Formatori > Maurizio Biondi (Direttore) ^ Marco Biasioni ^ Roberto<br />

Coppo ^ Erwin Kob (ViceDirettore) ^ Roberto Recchioni ^ Giovanni Pizzorni<br />

Istruttori > Francesco Berti ^ Marcello Carli ^ Marco Cellitti ^ Alessandro Cerise<br />

^ Jvan Chemello ^ Marco Cipriani ^ Filippo Dall’Aglio ^ Luca Dallari ^ Alessandro<br />

De Simoni ^ Martino Frova ^ Carlo Gatti ^ Diego Leonardi ^ Maria Franca Lepre<br />

^ Uberto Liuzzo ^ Roberto Locatelli ^ Cristiano Massoli ^ Francesco Michelacci<br />

^ Juri Montese ^ Andrea Nadali ^ Mattia Pilato ^ Salvatore Ribichesu ^ Stefano<br />

Rossi ^ Dino Ruotolo ^ Gabriella Russo ^ Marco Saccardo ^ Roberto Schenone ^<br />

Romy Siegl ^ Paolo Spreafico<br />

iscrizione<br />

Quote associative per l’anno sociale 2010<br />

- socio singolo 30 euro<br />

- socio minorenne figlio di socio singolo 15 euro<br />

- socio sostenitore quota libera (minimo 100 euro in regalo la Felpa AIC)<br />

- gruppi locali e associazioni 200 euro, comprendente una tessera intestata<br />

al gruppo più 8 tessere singole intestate a 8 soci del gruppo; la quota di<br />

iscrizione per ulteriori soci è di 15 euro<br />

Il pagamento può essere effettuato nei tre seguenti modi:<br />

1. pagamento online > si può accedere direttamente al sistema sicuro di pagamento<br />

online e pagare con Paypal, VISA, MASTERCARD, POSTEPAY all’indirizzo:<br />

www.canyoning.it/iscrizioni/iscrizioniaic.htm<br />

2. CCP (bollettino postale) > versare l’importo dovuto sul CCP n. 11855608 intestato<br />

ad <strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Canyoning</strong>, Piazza della Libertà 1, 05039 Stroncone<br />

(TR) specificando la causale “quota sociale 2010” e darne comunicazione via mail<br />

o sms alla Segreteria (segreteria@canyoning.it ^ cell 333 3908515).<br />

3. CCB (bonifico bancario) > versare l’importo dovuto sul conto BANCOPOSTA<br />

11855608 - ABI 07601 - CAB 02600 - CIN “M” - IBAN: IT95 M 07601 02600<br />

000011855608 – SWIFT: BPPIITRRXXX presso BANCOPOSTA Ufficio Genova<br />

Centro Via Dante 4B/N, intestato ad <strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Canyoning</strong>, specificando<br />

nell’ordine di bonifico la causale “quota sociale 2010” e darne comunicazione via<br />

mail o sms alla Segreteria (segreteria@canyoning.it ^ cell 333 3908515).<br />

Nei casi 2 e 3 si consiglia di conservare la ricevuta dell’avvenuto pagamento.<br />

Nel caso 1 invece la notifica è automatica.<br />

coordinatori regionali<br />

Le persone a cui rivolgersi per avere informazioni, organizzare incontri, promuovere<br />

eventi. Per ognuno di loro è attivo un indirizzo e-mail del tipo: nomeregione@canyoning.it<br />

Emilia Alessandro Marchi ^ tel 328 7576453<br />

Romagna Francesco Michelacci tel 347 9186715<br />

Friuli Venezia Giulia - Carnia Sebastiano Broili tel 348 6965069<br />

Friuli Venezia Giulia Romy Siegl tel 347 4349947<br />

Lazio Fabio Ferranti tel 339 7548906<br />

Liguria Eva Trasforini ^ tel 349 5792407<br />

Lombardia Guido Armaroli ^ tel 328 2920011<br />

Molise Gianni Di Salvo ^ tel 333 9056966<br />

Piemonte - TO e CN, Canavese, Monferrato Dino Ruotolo tel 335 6110291<br />

Piemonte - Val Sesia, VC, NO, Verbano-Cusio-Ossola Paolo Testa tel 347 0436933<br />

Puglia Fausto Meleleo tel 333 3464460<br />

Sardegna Silvia Campanelli tel 338 1608573<br />

Sicilia Diego Leonardi tel 329 9188187<br />

Trentino Alto Adige Marcello Carli ^ tel 338 5293554<br />

Umbria Mirco Lazzari tel 339 8324904<br />

Valle d’Aosta Andrea Mantovani tel 335 5431143<br />

Veneto - Verona Francesco Cacace tel 348 3398199<br />

Veneto - Vicenza e Bellunese Jvan Chemello tel 347 5968595<br />

Parco Naturale<br />

Regionale del Beigua<br />

Parco Naturale<br />

Regionale dell’Aveto<br />

Parco Naturale<br />

Regionale di Portofino<br />

ine> > > negozio online> > > negozio online > > > negozio online> > > negozio online ><br />

> negozio online<br />

Sul sito internet dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Canyoning</strong> è possibile acquistare libri, manuali, felpe e t-shirt tramite il negozio on line.<br />

Per i soci AIC il prezzo dei libri è scontato rispetto a quello di copertina.<br />

Per acquisti cumulativi da parte di gruppi le spese di spedizione si riducono.<br />

Contattare preventivamente l’Ufficio Editoria editoria@canyoning.it prima di effettuare il versamento. www.canyoning.it/acquistiaic<br />

corsi > > > corsi > > > corsi > > > corsi > > > corsi > > > corsi > > ><br />

> corsi AIC<br />

Sul sito internet dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Canyoning</strong> si può trovare il calendario dei corsi nazionali e locali della Scuola Nazionale <strong>Canyoning</strong> in<br />

programma per il 2010<br />

www.canyoning.it/scuola/scuolacorsi.htm#current<br />

zioni > > > assicurazioni > > > assicurazioni > > > assicurazioni> > > assicurazion<br />

> assicurazione polizza del torrentista<br />

Essere socio dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Canyoning</strong> dà la possibilità di sottoscrivere un contratto di assicurazione con Inter Hannover, tramite lo<br />

Studio Mangano s.r.l. di Roma. Per tutte le informazioni e le condizioni generali della polizza: www.canyoning.it/polizza2010/polizza.htm oppure<br />

e-mail assicurazione@canyoning.it<br />

la responsabilità dei contenuti degli articoli è dei rispettivi autori che non sempre esprimono la linea di pensiero dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Italiana</strong> <strong>Canyoning</strong> e della redazione di canYoning.<br />

chiunque individui all’interno di canYoning articoli coperti da copyright è pregato di contattare la redazione indicando le fonti originali dei lavori. per collaborare scrivere a notiziario@canyoning.it.<br />

associazioni affiliate<br />

A.S.D. M&N – Movimento e Natura Volpiano (TO) ^ www.movimentoenatura.it ^ tel 011 9882022<br />

A.S.D. i Lemuri GA Ceresara (MN) ^ www.lemuri.org ^ lemuri@lemuri.org<br />

<strong>Associazione</strong> Aqua Varese ^ www.euforione.altervista.org ^ tel 0332 813001<br />

Banda Bauscia Milano ^ mauro.santamaria@fastwebnet.it ^ cell 349 1835818<br />

CAI Sezione Alpi Marittime Imperia ^ sprea65@libero.it ^ tel 0183 273509<br />

Campo Base Isernia ^ campobaseonlus.spaces.live.com ^ campobase@live.it<br />

CanyonEast Udine ^ bastiancontrari@virgilio.it ^ cell. 348 6965069<br />

Club CAI Perugia Etruscanyonig Corciano (PG) ^ vento748@hotmail.com ^ cell. 335 7957808<br />

Compagnia <strong>Canyoning</strong> CAI Pinerolo (TO) ^ danielegeuna@libero.it ^ tel 0121.202711<br />

Eddyline Campertogno (VC) ^ www.eddyline.it ^ tel 0163 775114<br />

Etna <strong>Canyoning</strong> Giarre (CT) ^ www.etnaadventure.it ^ cell 329 9188187<br />

Etna Discovery Tremestieri Etneo (CT) ^ www.slamtour.it ^ tel 095 7125514<br />

G.S. CAI Varallo Varallo (VC) ^ www.caivarallo.it ^ cell 347 0436933<br />

G.S. Stroncone Stroncone (TR) ^ www.stronconespeleocanyon.com ^ cell 347 1379633<br />

GOA <strong>Canyoning</strong> Genova ^ www.cailiguregenova.it ^ cell 347 5171573<br />

Grigue <strong>Canyoning</strong> Recco (GE) ^ www.griguecanyoning.org ^ griguecanyoning@gmail.com<br />

Gruppo <strong>Canyoning</strong> Ranciga Morbegno (SO) ^ alda.vaninetti@tin.it ^ cell 335 8031018<br />

Gruppo Escursionistico H2otto Cesenatico (FC) ^ franz@photosprint.it ^ cell 347 9186715<br />

Gruppo Grotte ‘’Emilio Roner’’ CAI SAT Rovereto (TN) ^ www.gruppogrotte.it ^ cell 347 3667873<br />

Gruppo Speleoforristico Besenello Besenello (TN) ^ www.speleocanyon.it ^ cell 349 4442044<br />

Gruppo Speleologico CAI Malo Malo (VI) ^ www.speleomalo.it ^ cell 347 5968595<br />

Gruppo Speleologico Leccese ’Ndronico Lecce ^ www.ndronico.it ^ cell 338 8947823<br />

Gruppo Zompafossi Montefranco (TR) ^ radicchifrancesco@hotmail.com ^ cell 347 7009897<br />

MKF Vara Sestri Levante (GE) ^ www.arrampicate.it ^ cell 347 7009897<br />

Monrosa <strong>Canyoning</strong> Balmuccia (VC) ^ www.monrosarafting.it ^ cell 347 3200303 / 340 6638975<br />

Mountain Live Storo (TN) ^ robymalco@libero.it<br />

Piemonte <strong>Canyoning</strong> Torino ^ dino.ruotolo@virgilio.it ^ cell 335 6110291<br />

Slow Canyon Team Roma ^ marco@strani.net ^ cell 335 7516223<br />

Spaccaforra Sardegna <strong>Canyoning</strong> Sassari ^ anelimroc@yahoo.it ^ cell 329 6111324<br />

Tiahuanaco Bolzano ^ www.tiahuanaco.it ^ canyoning@tiahuanaco.it<br />

Toboga Club Latina ^ info@torrentismo.it ^ cell 335.7881237

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