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INCONTRO del 05 OTTOBRE 2010<br />
Sottoscrizione del Protocollo di Intesa per la costituzione di un<br />
tavolo tecnico permanente tra Provincia di Lecce, Comuni<br />
Rivieraschi ed Assobalneari Salento<br />
Assobalneari Salento<br />
Via Pordenone n. 2 – Lecce<br />
Tel e fax 0832.523496<br />
Cell. Presidente 338.7773644
INTRODUZIONE<br />
ASSOBALNEARI ITALIA<br />
Assobalneari Italia, aderente al sistema Federturismo – Confindustria, ha come mission<br />
quella di:<br />
• rappresentare la categoria e le sue istanze presso i tavoli governativi e tutti gli enti<br />
e/o le istituzioni a vario modo coinvolti nell'organizzazione e nella gestione del demanio<br />
marittimo;<br />
• ampliare la base associativa facendo via via convergere i nuovi associati nei<br />
rispettivi Comitati Provinciali;<br />
• assistere gli imprenditori balneari associati attraverso la costituzione, in ogni<br />
Regione d'Italia bagnata dal mare, di un Comitato Regionale;<br />
• condividere le priorità del comparto affinchè le stesse possano essere sostenute<br />
dalla casa madre Confindustria presso i tavoli di concertazione;<br />
• assicurare la tempestiva comunicazione a tutti gli associati - tramite i rispettivi<br />
comitati Provinciali - dei progetti, dei provvedimenti, delle circolari, delle opportunità che<br />
interessano da vicino la categoria;<br />
• favorire la definizione di tutti quei rapporti di collaborazione e sponsorizzazione<br />
che possano sostenere Assobalneari Italia nelle sue attività di promozione del patrimonio<br />
turistico italiano;<br />
• coordinare con le altre Confederazioni di categoria azioni politiche di rilievo<br />
nazionale a favore delle aziende turistiche balneari;<br />
• divulgare a mezzo stampa e attraverso il sito Internet www.assobalneariitalia.it la<br />
posizione degli operatori balneari aderenti al sistema per quanto attiene gli argomenti di<br />
prioritario interesse per la categoria;<br />
• coordinare, dal centro verso le periferie, azioni di promozione concordate con le<br />
forze di governo ai fini della riqualificazione dell'offerta turistico-balneare;<br />
• garantire agli associati l'assicurazione nei vari rami di rischio attraverso la<br />
sottoscrizione di polizze fidejussorie a copertura del deposito cauzionale.<br />
ASSOBALNEARI SALENTO<br />
Assobalneari Salento nasce nell’anno 2008 come evoluzione di Club Turismo Salento,<br />
una associazione di categoria a carattere prettamente locale che riuniva alcuni<br />
imprenditori del Settore. Attualmente Assobalneari Salento è un’Associazione di<br />
categoria aderente al sistema Federturismo-Confindustria; è apartitica, ha carattere<br />
volontario e non ha fini di lucro e conta 90 iscritti su tutto il territorio provinciale.<br />
Fin dalla sua costituzione, ASSOBALNEARI SALENTO si è posta, tra i suoi obiettivi<br />
primari, quello di rappresentare un'interlocuzione seria, collaborativa e propositiva nei<br />
confronti della compagine governativa, dell'Agenzia del Demanio e di tutte le realtà<br />
provinciali, comunali costiere cui è demandata la gestione del Demanio Marittimo. Per<br />
poter dar voce alle esigenze di tutti gli imprenditori si è voluto costituire, su ogni<br />
territorio comunale, un Delegato a stretto e quotidiano contatto con la sede centrale<br />
dell'Associazione.
Mission<br />
Lo scopo dell’Associazione è quello di promuovere e coordinare per fini sociali, di<br />
pubblico interesse, economici, commerciali ed amministrativi, le problematiche di<br />
interesse generale per gli imprenditori balneari, con particolare riguardo al demanio<br />
marittimo, all’ambiente, al turismo eco-sostenibile, al marketing ed all’inquinamento.<br />
L’Associazione ha come fine anche quello di ricercare e curare lo studio di specifici<br />
progetti volti ad affrontare e risolvere le specifiche problematiche della categoria, da<br />
presentare alle Autorità Comunitarie, al Governo centrale e regionale, alla Provincia ed ai<br />
Comuni, anche per gli eventuali aggiornamenti legislativi, tecnici e organizzativi. Il tutto<br />
nella profonda convinzione di una azione che coniughi tutela del territorio e salvaguardia<br />
dei diritti legati alle attività imprenditoriali del settore, nel tentativo di cercare quel<br />
corretto equilibrio che permetta una sana e proficua espansione del turismo salentino.<br />
Assobalneari Salento, tramite il proprio direttivo e supportata dal proprio staff tecnico,<br />
ha contatti con le autorità dello Stato e degli Enti Locali, con i rappresentanti dei<br />
pubblici poteri e degli enti arbitrali; formula proposte ed attiva iniziative rivolte alla<br />
valorizzazione della ricerca ed alla diffusione della gestione del demanio; allo studio ed<br />
alla progettazione di programmi di sviluppo turistico balneare, ambientale, applicata<br />
nell'ambito giuridico ed economico nonché allo scambio di know-how per lo sviluppo di<br />
nuove tecnologie.<br />
Direttivo e Staff Tecnico di Assobalneari Salento<br />
Il Direttivo di Assobalneari Salento è composto dal Presidente Mauro Della Valle e dai<br />
Vice-Presidenti Toti Di Mattina e Giuseppe Mancarella.<br />
Lo staff tecnico di Assobalneari Salento è composto dall’avv. Danilo Lorenzo, dal dott.<br />
Tommaso Elia – geologo e dal dott. Tiziano Maria Pagliara – Specialista in Oceanografia<br />
biologica, chimico fisica e geofisica.
Curriculum Vitae sintetico dell’Avv. Danilo Lorenzo<br />
INFORMAZIONI<br />
PERSONALI<br />
Nome AVV. DANILO LORENZO<br />
Indirizzo studio<br />
professionale<br />
TITOLI DI STUDIO E<br />
SPECIALIZZAZIONI<br />
ISTRUZIONE E<br />
FORMAZIONE – CAPACITÀ<br />
E COMPETENZE<br />
PROFESSIONALI<br />
Via C. Battisti 40 – Lecce<br />
Via Cavour 19 – Monteroni (Le)<br />
Telefono 338.8805310<br />
E-mail avv.lorenzo@gmail.com<br />
Curriculum Vitae del dott. geol. Tommaso Elia<br />
Laurea in Giurisprudenza conseguita presso l’Università degli<br />
Studi di Modena;<br />
Abilitazione alla professione di Avvocato conseguita nel<br />
settembre 2000 presso la Corte di Appello di Lecce<br />
Specializzazione in diritto Amministrativo e Diritto del lavoro<br />
pubblico<br />
Pratica forense svolta presso importante studio di Lecce con<br />
particolare riferimento alla cura del contenzioso<br />
amministrativo;<br />
Partecipazione a diversi corsi di formazione professionale in<br />
materia di diritto amministrativo con aspetti sia sostanziali sia<br />
processuali;<br />
Partecipazione come relatore a due convegni in ambito di<br />
diritto del lavoro pubblico e diritto amministrativo, con<br />
riferimento all’ambito risarcitorio per violazione di interessi<br />
legittimi.<br />
Legale convenzionato con Assobalneari Salento per la cura di<br />
tutte le problematiche giuridiche di settore;<br />
Legale convenzionato con altre due associazioni di categoria e<br />
con sindacato per le problematiche in materia di lavoro<br />
pubblico<br />
cura degli interessi giuridici di alcuni Comuni del Salento<br />
Dott. Geol. Tommaso Elia, Via Oronzo Quarta, 42 72100 – Trepuzzi (LE)<br />
Viale S. Giovanni Bosco, 60 72100 – BRINDISI<br />
Tel 347.0098650 - 0832.757178<br />
Istruzione<br />
1. Diploma di Laurea in Scienze Geologiche conseguito il 19.03.1992 presso la Facoltà di<br />
Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali dell’Università degli Studi di Parma:<br />
“Sedimentologia e dinamica costiera del litorale tra Brindisi e Lecce”
2. Abilitazione all’esercizio della professione conseguita nella I° sessione (marzo) 1993<br />
presso l’Università degli Studi di Parma.<br />
3. Iscrizione all’Ordine Regionale dei Geologi di Puglia dal febbraio 1994, n° 293.<br />
Attività professionale 1994-2008<br />
Monitoraggio ambientale ed idrogeologico della falda idrica superficiale dell’area<br />
circostante la Piattaforma Polifunzionale per Rifiuti Industriali e della annessa discarica<br />
stoccaggio delle ceneri rivenienti dalla termodistruzione; Zona Ind.le BR:Inceneritore ex<br />
De Bartolomeis S.p.A. Milano –Termomeccanica SpA La Spezia, 1996.<br />
Relazione geologica ed ambientale per il nastro trasportatore del carbon fossile<br />
della centrale Enel di Cerano (Br Sud),1995.<br />
Relazione idrogeologica per la costruzione di un pozzo per acqua ad uso irriguo in<br />
Latiano (committenza privata x Genio Civile Br), 1995.<br />
Relazione geologico-stratigrafica relativa a dieci sondaggi geognostici eseguiti per<br />
la costruzione dell’impianto di cracking dell’Enichem SpA; Zona Ind.le Br, 1996<br />
Rilevamento geolitologico e geomorfologico del territorio a Sud-Est del Comune di<br />
Fasano (Br), 1995.<br />
Indagini geologico-tecniche per la costruzione della tribuna spettatori del nuovo<br />
Stadio comunale di Trepuzzi (Le), 1995.<br />
Docente del corso di Formazione Professionale “Operatore del recupero<br />
paesaggistico e delle costruzioni in pietra a secco” della Provincia di Lecce; materia di<br />
insegnamento: Geologia del Salento, c/o Scuola Edile Zona Ind.le (LE).<br />
Docente del corso per Guardie Ecologiche Volontarie della Provincia di Brindisi,<br />
Ufficio Ecologia e Ambiente; materia di insegnamento: Risorse Idriche, 1997.<br />
Relazione geologica propedeutica al P.R.G. del Comune di Trepuzzi (Le), 1997.<br />
Studi geotecnici per la realizzazione della Piattaforma di Depurazione consortile<br />
nel Comune di Copertino (committente: Provincia di Lecce),1998<br />
Relazione idrogeologica per la realizzazione di un’opera di catazione per acque<br />
sotterranee ad uso irriguo in Mesagne (committenza privata Genio Civile Br), 1997.<br />
Indagine idrogeologica per la realizzazione di un’opera di captazione per acque<br />
sotterranee ad uso domestico in Trepuzzi (committenza privata Genio Civile LE), 1997.<br />
Sondaggi geognostici e relazione geologicotecnica per la costruzione di no 20<br />
alloggi per edilizia popolare in Mesagne (IACP Br), 1996.<br />
Relazione geologico-tecnica relativa ad un edificio per civile abitazione interessato<br />
da gravi lesioni nel Comune di Arnesano (LE) (C.T.U. Tribunale di Lecce geom.<br />
A.Macchia, giudice.., mag 1996)<br />
Studi geologici e ambientali per la realizzazione dell’Impianto di depurazione<br />
Consortile del Comune di Squinzano (LE); committente: Comune di Tepuzzi (LE), 1998<br />
Indagine sismica su un sito da adibire a Discarica per rifiuti inerti tipo 2 A nella<br />
frazione di Vitigliano -S. Cesarea Terme (committenza privata),1999.<br />
Studi idrogeologici per lo smaltimento di acque di vegetazione da oleifici<br />
(committenza privata),1996.<br />
Relazione geologica per costruzione di un impianto polisportivo in Campi Salentina<br />
(committenza privata), 1995.<br />
Studi idrogeologici per smaltimento reflui sul suolo rivenienti da Piattaforma di<br />
Depurazione Consortile dei Comuni di Squinzano e Trepuzzi<br />
Studio geologico e geotecnico sui terreni di fondazione per progetto edificio civile<br />
(committente: I.A.C.P. Lecce)<br />
Individuazione di un sito da adibire a discarica per infossamento rifiuti di origine<br />
animale (committente: Comune di Squinzano),1997.<br />
Indagini idrogeologiche per lo smaltimento dei reflui rivenienti dalla Piattaforma di<br />
Depurazione consortile di Copertino (committente: Provincia di Lecce),1998.
Indagini geologiche ed idrogeologiche per il completamento della rete fognante nera<br />
(committente: Comune di Squinzano),1998.<br />
Indagini geologico-ambientali, relative alla Bonifica e disinquinamento della<br />
discarica incontrollata sita in agro di Lecce, Surbo e Trepuzzi, loc.tà “Mass. Ghetta”<br />
(committente: Provincia di Lecce),1998.<br />
Indagini geologiche per rettifica, allargamento ammodernamento sede stradale<br />
prov.le e realizzazione di un cavalcavia in loc.tà Stazione di Cisternino (per: Servizio<br />
Pianificazione Territoriale e Viabilità della Provincia di Brindisi); giu 2000<br />
Progetto per complesso edilizio residenziale di opere drenanti la falda superficiale;<br />
relazione geotecnica per la caratterizzazione meccanica terreni dei fondazione area<br />
Aeroporto di Brindisi; (committenza privata), 2000.<br />
Relazione idrogeologica per opera idraulica drenante ad uso temporaneo per Soc.<br />
Coop. “Ortolevante” (committenza privata), 2000.<br />
Sondaggi geognostici e relazione geotecnica per progetto capannone ind.le nel Seno<br />
di Levante del Porto di Brindisi, SISRI-Autorità Portuale BR (committenza privata), 2001.<br />
Sondaggi geognostici e relazione geotecnica per progetto torri-faro Aeroporto Civile<br />
di Brindisi (committenza privata), 2002.<br />
Studio geologico e geotecnico sui terreni di fondazione per progetto edificio civile in<br />
S. Vito dei Normanni (committente:I.A.C.P. Brindisi) 2001.<br />
Implementazione di Progetto di un Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001 per<br />
Monticchio- Gaudianello S.p.A. (PZ); committenza privata, 2001<br />
Progetto di un Sistema di Gestione Ambientale ISO 14001 per Coca-Cola So.Sib<br />
s.r.l. (BA); (committenza privata), 2000<br />
Progetto per un Impianto di Smaltimento Controllato per Rifiuti Speciali di tipo<br />
Inerte – 2° Cat. A nella frazione di Vitigliano di Lecce, S.Cesarea Terme, (committenza<br />
privata), 2000.<br />
Indagini geologiche per rettifica ed allargamento sede stradale e realizzazione<br />
cavalcavia (opera I^Cat.) in loc.tà Savelletri (Fasano-BR); committente: Servizio<br />
pianificazione Territoriale e Viabilità della Provincia di Brindisi; mar 2001<br />
Studio geologico ed idrogeologico delle Aree Protette della Provincia di Lecce<br />
denominate “Palude del Capitano” e “Palude del Conte -Duna Costiera”; committente:<br />
Provincia di Lecce, 1998<br />
Carta tematica del “Rischio Ambientale della fascia costiera dell’area industriale”<br />
di Brindisi nell’ambito del “Progetto coste” della Provincia di Brindisi, 1998-2000.<br />
Carta tematica del “Rischio Ambientale della fascia costiera” del Comune di S.<br />
Pietro Vernotico (Br); “Progetto coste” Provincia di Brindisi, 1998-2000.<br />
Carta tematica del “Rischio Ambientale della fascia costiera nord” del Comune di<br />
Torchiarolo (Br); “Progetto coste” della Provincia di Brindisi, 1998-2000.<br />
Carta tematica “Geomorfologia del territorio costiero provinciale”; “Progetto coste”<br />
della Provincia di Brindisi, 1998-2000<br />
Coordinatore del “Progetto per la valorizzazione e fruizione dell’Area Protetta<br />
Regionale Bosco di Cerano” nell’ambito della Misura 1.6 Azione 3 del P.O.R. Puglia 2001-<br />
2005; committente: Comune di S. Pietro Vernotico – BR, (importo ammesso a<br />
finanziamento per Euro 516.000); mag 2001.<br />
Coordinatore del “Progetto di difesa dall’erosione e rinaturalizzazione delle foci dei<br />
canali Siedi, Foggia e Cimalo” nell’ambito della Misura 1.7 del P.O.R. Puglia; committente:<br />
Comune di S. Pietro Vernotico – BR (importo ammesso a finanziamento per Euro<br />
200.000); mag 2001.<br />
Docente del corso per Alta Formazione “Qualità, Territorio e Ambiente”; c/o<br />
Assiform, Cittadella della Ricerca – Pastis-CNR; materia di insegnamento: Sistemi<br />
Informativi Territoriali, 2003.
Coordinatore del “Progetto di rimboschimento ai fini ambientali del bosco alle foci<br />
dei canali Siedi” nel territorio costiero del Comune di S. Pietro Vernotico (BR) nell’ambito<br />
della Misura1.4 del P.O.R. Puglia; committente: Comune di S. Pietro Vernotico – BR<br />
(importo richiesto a finanziamento per Euro 170.000); mag 2001.<br />
Co-Progettista nella “Rimozione del Rischio idraulico ed idrogeologico” nel Comune<br />
di Veglie (LE) nell’ambito della Misura 1.3 del P.O.R. Puglia (importo ammesso a<br />
finanziamento per Euro 1.720.000); feb 2001<br />
Co-Progettista geologo del P.U.G. (Piano Urbanistico Generale) del Comune di<br />
Trepuzzi (LE) nell’ambito della redazione degli studi geologici, morfologici, idrogeologici ed<br />
ambientali (area vasta Nord-Salento), relativi al P.U.T.T./Paesaggio della Regione Puglia;<br />
marzo 2004.<br />
Coordinatore del “Progetto preliminare per il riutilizzo di materiali inerti nelle<br />
attività edili” nell’ambito delle procedure di costituzione del Consorzio interprovinciale dei<br />
Comuni del Nord Salento: S.Pietro Vernotico, Torchiarolo, Cellino S.Marco, Campi Sal.na,<br />
Squinzano e Trepuzzi; (feb 2004)<br />
Studio sul “Rischio ambientale e territoriale della città di Brindisi e dei comuni<br />
afferenti all’Area di Crisi Ambientale” in relazione ai fattori di pressione rivenienti da<br />
grandi impianti industriali esistenti e di progetto (lug 2004).<br />
Consulente tecnico di parte: ipogeo carsico ubicato in Ostuni alla Via Pompeo<br />
Petrelli ai nn.3-5 ed adibito a ristorante di proprietà sig. Marzio Vittorio di Ostuni (C.T.U.<br />
Tribunale di Brindisi geom. Maurizio Fusaro, giudice Ferraro); mag 2004<br />
Co-Progettista del progetto di “Adeguamento delle reti di fognatura pluviale ed<br />
adeguamento degli scarichi al D.L.vo 152/99 per il riuso delle acque reflue”; Asse1<br />
Risorse Naturali - Misura 1.1 azione 5 del P.O.R. Puglia 2000-2006; committente<br />
Comune di Trepuzzi (LE); (importo del progetto ammesso a finanziamento: Euro<br />
5.035.000); giu 2004.<br />
Co-progettista del progetto Co-progettista del progetto “Completamento rete di<br />
fognatura nera”; committente: Comune di Trepuzzi (LE), importo lavori 1.710.00 Euro;<br />
2002-2004<br />
Studio di fattibilità per l’espansione urbanisiticoinsediativa civile e industriale nel<br />
territorio comunale; committente Comune di Veglie (feb 2004).<br />
Studio di fattibilità per il riuso di acque reflue e industriali Salento; committente:<br />
Comune di Veglie; Bando pubblico Provincia di Lecce in rfm. a B.U.R.<br />
Puglia N° 21 del 16.02.2006<br />
Studio di pre-fattibilità per la riubicazione del rigassificatore Brindisi-LNG al di<br />
fuori del porto esterno di Brindisi; studio non commissionato, proposto alla Presidenza<br />
della Provincia di Brindisi, lug 2004<br />
Analisi del Rischio da Incidente Rilevante e valutazione del potenziale impatto<br />
ambientale sulla città e sul territorio costiero; committenza privata (nov 2004).<br />
Funzionario Geologo” cat. D/3 con contratto di lavoro a tempo pieno e<br />
determinato, della durata di 24 mesi presso Provincia di Brindisi – Servizio Ecologia e<br />
Ambiente nell’ambito del “Progetto di tutela e valorizzazione delle aree costiere” (rfm al<br />
Piano Triennale 96-98 Ministero dell’ Ambiente); ott 98 - ott 2000.<br />
“Funzionario Geologo” cat. D/3; contratto di lavoro a tempo pieno e determinato,<br />
della durata di 12 mesi e successivamente prorogato sino al 30.09.2002 con atto di<br />
Giunta Provinciale n. 126 del 13.06.2002 nell’ambito del progetto Sistema Informativo<br />
Territoriale delle Aree Protette della Provincia di Brindisi; giu 2001 – sett 2002.<br />
“Funzionario Geologo” cat. D/3 assunto con contratto di lavoro a tempo pieno e<br />
determinato della durata di 12 mesi, a seguito di prova pubblica selettiva per titoli e<br />
prova orale ed impiegato nel progetto “S.I.T. - Sistema Informativo Territoriale” del<br />
Servizio Pianificazione Territoriale, Viabilità e Trasporti della Provincia di Brindisi; nov<br />
2002- nov 2003.
“Funzionario Geologo” cat. D/3, in qualità di Responsabile del procedimento<br />
dell’Ufficio Trasporti Eccezionali; Redattore del “Regolamento Provinciale dei Trasporti<br />
Eccezionali”; 2004-2005.<br />
“Funzionario Geologo” cat. D/3 c/o il Settore di Protezione Civile - Servizio<br />
Ecologia della Provincia di Brindisi, al fine della redazione in ambiente G.I.S. della<br />
cartografia tematica del Piano Provinciale di Emergenza - Stralcio per il Rischio<br />
idraulico e idrogeologico; dic 2004 – sett 2005.<br />
Certificato di lodevole servizio rilasciato dal Dirigente Settore Ecologia ed Ambiente<br />
dell’Amm.ne Prov.le di Brindisi nei seguenti periodi: 1998-2003<br />
Coordinatore del “Progetto definitivo di difesa del litorale dall’erosione tra Campo<br />
di Mare e Cerano nel Comune di S. Pietro Vernotico” (BR) nell’ambito della Misura 1.3<br />
azione 2a) del P.O.R. Puglia (importo richiesto a finanziamento: Euro 3.600.000); giugno<br />
2002<br />
Coordinatore del Progetto di “Rimozione del Rischio idraulico ed idrogeologico” nel<br />
Comune di S. Pietro Vernotico (BR) nell’ambito della Misura 1.3 azione a) del P.O.R.<br />
Puglia; maggio 2002; importo del progetto ammesso a finanziamento su B.U.R. n. 47 del<br />
13.4.06: 1.250.000 Euro.<br />
Co-Progettista nel progetto di “Rimozione del rischio idraulico ed idrogeologico” nel<br />
Comune di Cellino S.Marco (BR) nell’ambito della Misura 1.3 azione a) del P.O.R. Puglia<br />
2000- 2006; maggio 2002: importo richiesto 3.200.000 euro; importo del progetto<br />
ammesso a finanziamento su B.U.R. n.47 del 13.4.06:stralcio 1.250.000 Euro.<br />
Co-progettista “Progetto definitivo di sistemazione idraulica dei canali e delle<br />
voragini per la mitigazione del rischio idrogeologico”; committ.: Comune di Veglie (LE)<br />
2005; progetto ammesso a finanziamento per 500.000 euro da Autorità di Bacino della<br />
Puglia (2006); su B.U.R. Puglia n.47 del 13.4.06.<br />
Co-progettista “Progetto preliminare di consolidamento del sottosuolo interessato<br />
da cavità carsiche ed eliminazione dei pozzi assorbenti nel centro storico di Veglie<br />
(2005)”; committ.: Comune di Veglie (LE); progetto con richiesta di finanziamento per<br />
3.184.00.000 € ad Autorità di Bacino della Puglia (2008).<br />
Relazione paesaggistica (PUTT/P), geologica, idrogeologica e ambientale relativa al<br />
PUG del Comune di Cellino S.Marco (Br); lug 2008<br />
Co-Progettista del progetto di “Adeguamento delle reti di fognatura pluviale ed<br />
adeguamento degli scarichi al D.L.vo 152/99 per il riuso delle acque reflue”; P.O.R.<br />
Puglia 2000-2006 - Asse1 Risorse Naturali - Misura 1.1 azione 5; committ. Comune di<br />
Trepuzzi (LE) 2005; importo del progetto ammesso a finanziamento:€ 5.035.000; su<br />
B.U.R. n.47 del 13.04.2006.<br />
Piano di Caratterizzazione dell’area ove si ubica l’impianto di incenerimento per<br />
rifiuti industriali della Veolia Servizi Ambientali SpA (ex Termomeccanica SpA), Via per<br />
Pandi, 1 - Z.I. Brindisi; feb 2007- giu 2008.<br />
Studio di Impatto Ambientale per impianto fotovoltaico da 10 MW in agro di<br />
Mesagne (Br); committente: MegaWatt 100 srl – Brindisi<br />
Studio di Impatto Ambientale per impianto fotovoltaico da 4 MW in agro di<br />
Brindisi; committente: FerSol srl – Brindisi 74. Studio di Impatto Ambientale per<br />
impianto eolico da 1 MW, in agro di Surbo (LE); committente: ELECA ENERGY S.r.l.<br />
Cantù (CO).<br />
Relazioni geologica e idraulica per progetto ampliam. strutture logistiche portu ali<br />
c/o la Cap. di Porto di Milazzo, Autorità Portuale di Messina; committ. “R.I. Prefabbricati<br />
spa” trepuzzi, Z.I. per Surbo (LE); ott 2008<br />
Relazione geologica per progetto di ampliamento logistico contingente militare<br />
italiano in Beirut (Libano) committ. “R.I. Prefabbricati spa” trepuzzi, Z.I. Surbo (LE); gen<br />
2009
Relazione idraulica e idrogeologica per progetto impianto di depurazione presso<br />
Aeroporto Militare in Herat (Afghanistan); committ. “R.I. Prefabbricati spa” trepuzzi, Z.I.<br />
(LE). mar 2009<br />
Relazioni geologica e geotecnica per progetto campo profughi presso “Aeroporto<br />
Militare di Borgo Mezzanone” (Fg); lug 2009<br />
Studio di pre-fattibilità per la individuazione di giacimenti sabbiosi terrestri ai fini<br />
del ripascimento dei litorali del Salento in erosione; studio non commissionato proposto<br />
al Comune di Lecce e Regione Puglia, giu 2006;<br />
Geologo del Gruppo di Ricerca incaricato dall’Istituto di Geologia e Geofisica<br />
dell’Università di Bari, affidamento Regione Puglia/Servizio Geologico Nazionale, per il<br />
rilevamento geologico dei Nuovi Fogli della Carta Geologica d’Italia: F.° n° 536 “<br />
UGENTO” e F.° n° 537 “S. MARIA di LEUCA” scala 1:50.000 (Nuova Cartografia Geologica<br />
D’Italia, su www.APAT.it)<br />
Curriculum Vitae del dott. biol. Tiziano Maria Pagliara<br />
Tiziano M. Pagliara nasce a Campi Salentina (LE) il 6 Giugno 1962, dove attualmente<br />
risiede in via della Repubblica n. 80. Tel 348 3136200 , e-mail:<br />
t.pagliara@nautiluspuglia.it t.pagliara@nautilus.coop , sito web www.nautilus.coop .<br />
STUDI<br />
- 1982, Diploma Liceo Classico conseguito presso l’Istituto Calasanzio a Campi<br />
Salentina (LE);<br />
- Marzo 1987; Laurea in Scienze Biologiche conseguita presso l’Università degli Studi<br />
di Lecce;<br />
- Marzo 1987 – Marzo 1990; Specializzazione in Oceanografia Biologica (Ecologia,<br />
Pesca; Acquacoltura), Chimico Fisica e Geofisica Marina. Corso di specializzazione<br />
organizzato dall’Università degli Studi di Sassari in collaborazione con il Ministero<br />
della Marina Mercantile Italiano; durante il corso di specializzazione triennale ha<br />
effettuato vari corsi teorici specialistici e stage presso Università ed Istituti di Ricerca,<br />
tra i quali: IFREMER CORSE (Oceanografia Biologica) (Francia), TOKYO UNIVERSITY<br />
OF FISHERIES Produzioni marine (Giappone); SIDNEY UNIVERSITY (Geofisica<br />
marina e Sedimentologia) (Australia); SERVIZIO METEOROLOGICO<br />
AEREONAUTICA MILITARE – COLONNELLO DEMAIO (Climatologia e Meteorologia)<br />
(Italia); POLITECNICO DI MILANO (Statistica e modellistica); UNIVERSITA’ BOCCONI<br />
MILANO (Project management e gestione aziendale).<br />
ESPERIENZE PROFESSIONALI<br />
1990 – 1992. Ricercatore presso il CONSORZIO RICERCHE SARDEGNA – ISTITUTO DI<br />
SCIENZE DEL MARE (Tramariglio-Alghero). Istituto di ricerca Europeo;<br />
1993 – 1995. Direttore Tecnico dell’ ISMAR (ISTITUTO DI SCIENZE DEL MARE)<br />
(Tramariglio-Alghero). Durante il quinquennio presso l’ISMAR ha realizzato il primo<br />
impianto di maricoltura con gabbie italiano nel golfo di Olbia, ha coordinato il primo<br />
studio di impatto ambientale sugli impianti di maricoltura nel mediterraneo in<br />
collaborazione con ICRAM; ha partecipato agli studi oceanografici per la realizzazione<br />
dell’Interparco marino Italo Francese della Maddalena (Olbia), del Parco Marino<br />
dell’Asinara (SS), del Parco Marino di Tavolara; ha partecipato al progetto di utilizzo di<br />
tecnologie satellitari per il rilevamento di parametri fisici e biologici delle acque<br />
superficiali marine in collaborazione con TELESPAZIO e l’ISTITUTO SCIENZE DEL MARE<br />
(CNR) (Venezia).
1996-1997. ha realizzato in collaborazione dell’Università Degli Studi di Lecce (Prof.<br />
Storelli, Dr. Zonno), un impianto sperimentale di acquacoltura ecocompatibile nello<br />
stagno salmastro di Acquatina (Frigole – LE);<br />
1998-1999. Project Manager per un progetto di EC Est Africa riguardante la<br />
riabilitazione della pesca nel Corno d’Africa (sede operativa Nairobi Kenya). Alla fine del<br />
2009 ha partecipato ed organizzato in collaborazione di AIUCN una campagna<br />
oceanografica per il monitoraggio e valutazione dello stato delle barriere coralline nel<br />
Corno d’Africa, finanziatore UNDP (UNITED NATION DEVELOPMENT PROGRAM);<br />
Sempre nel 2009 ha sviluppato per conto del Governo Temporaneo del Nord Somalia in<br />
collaborazione con EC Est Africa, una rete commerciale per prodotti ittici tra il Nord<br />
Somalia e Dubai (Emirati Arabi) ed Addis Abeba (Etiopia).<br />
2000 – 2002. (Italia) Libera Professione, progettazione e realizzazione ed avviamento di<br />
impianti di maricoltura; reperimento e pratiche di finanziamento su fondi europei<br />
europeo specifici (Sfop). L’attività di libera professione di cui trattasi è tuttora in essere,<br />
dal 2000 ad oggi ha progettato e/o realizzato e/o avviato circa il 15% degli impianti di<br />
maricoltura in gabbie attualmente operativi in Italia.<br />
2003 – ad oggi. Dal 2003 entra a far parte della Nautilus Società Cooperativa, che opera<br />
nel settore dei servizi specialistici in oceanografia con riconoscimento sia da parte del<br />
MIUR come Istituto di Ricerca Privato nel settore dell’Oceanografia e della Geofisica) che<br />
del MIPAF come Istituto di Ricerca nel settore delle produzioni primarie marine. Il primo<br />
incarico è stato di tecnico ricercatore e successivamente, dal 2005, Coordinatore<br />
Scientifico del settore R&S del gruppo Nautilus che attualmente è composto, oltre dalla<br />
società capofila Nautilus Cooperativa, da due altre società partecipate: Nautilus Puglia e<br />
Nautilus Sicilia. Dal 2005 ad oggi ha coordinato come Project Manager svariati progetti di<br />
sviluppo sia per Enti Pubblici (Regioni, Province, Comuni) riguardanti la gestione della<br />
fascia costiera, sia per aziende Private. Dal 2008, con il gruppo di Geofisica Marina e<br />
Consulenti locali in Puglia ed in Calabria, si sta interessando, a causa di una serie di<br />
eventi e di problematiche evidenziate sul campo, del fenomeno in atto dell’erosione<br />
costiera, in collaborazione con diverse Università Italiane: Universita’ di Reggio Calabria,<br />
Prof. F. Arena (Ingegneria Idraulica Marina); Università della Calabria (Cosenza), Prof.<br />
Derosa (Scienze della Terra); Universita La Sapienza (Roma) Prof. A. Montanari<br />
(Dipartimento di Studi Europei Interculturali e Dipartimento di Ingegneria Idraulica);<br />
ISAC CNR (Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima) Dr. C. Calidonna (Lamezia<br />
Terme); Dr. M. Miglietta (Lecce); DHI (ISTITUTO DI IDRAULICA MARINA DANESE) Ing. B.<br />
Yavuz.<br />
INIZIATIVE ED INCONTRI CON ASSOCIATI E AUTORITA’ EFFETTUATI<br />
QUESTA ESTATE<br />
Assobalneari Salento ha promosso ed ha partecipato nell’estate 2010 ai seguenti incontri<br />
con associati ed autorità:<br />
11.05.2010 incontro presso la Sala consiliare della Provincia di Lecce alla<br />
presenza del Presidente della Provincia dott. Antonio Gabellone e dei<br />
Sindaci dei Comuni costieru sul tema dell’erosione costiera;
25.05.2010 incontro con S.E. il Prefetto della Provincia di Lecce sul tema<br />
dell’erosione costiera cui è seguita lettera di Sua Eccellenza ai<br />
Sindaci dei Comuni costieri, alla Regione Puglia, alla Provincia di<br />
Lecce ed alla CCIAA di Lecce<br />
03.06.2010: incontro presso l’A.P.T. di Lecce con la Vice Presidente della Regione<br />
Puglia Avv. Loredana Capone e con alcuni Sindaci dei Comuni<br />
Riivieraschi sul tema “emergenza erosione costiera ed altre<br />
problematiche”;<br />
07.06.2010 incontro con l’Assessore al Demanio Marittimo della Regione Puglia<br />
dott. Lorenzo Nicastro in occasione della visita effettuata in Salento;<br />
16.06.2010 incontro presso il Lido Goa di Porto Cesareo alla presenza della Vice<br />
Presidente della Regione Puglia Avv. Loredana Capone, del Presidente<br />
della Provincia di Lecce dott. Antonio Gabellone e del Sindaco del<br />
Comune di Porto Cesareo dal titolo “Sinergie di squadra: siamo tutti<br />
sulla stessa barca”;<br />
21.06.2010 incontro con il Comandante della Capitaneria di Porto di Gallipoli<br />
C.F. (CP) Giovanni Scattola in occasione dell’inizio della stagione<br />
balneare e sui temi della sicurezza e del rispetto delle regole di<br />
settore;<br />
30.07.2010 incontro presso il Lido Acqua Chiara di Alimini – Otranto – alla<br />
presenza della Vice Presidente della Regione Puglia Avv. Loredana<br />
Capone, dell’Assessore della Provincia di Lecce dott. Giovanni<br />
Stefano, del Sindaco di Otranto Luciano Cariddi e del Presidente di<br />
Legambiente dott. Maurizio Manna in tema di provvedimenti urgenti<br />
sul problema dell’erosione costiera;<br />
10.09.2010 incontro tra l’Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Lecce Avv.<br />
Gaetano Messuti ed il direttivo dell’Associazione sul tema generale<br />
dei piccoli ripascimenti e dell’erosione costiera delle marine leccesi;<br />
13.09.2010: incontro con il Presidente della Provincia di Lecce dott. A. Gabellone e<br />
con i vertici della citata Amministrazione sul tema del problema<br />
dell’erosione costiera.<br />
25.09.2010: incontro presso il Lido La Staffa in Frigole alla presenza degli<br />
Assessori del Comune di Lecce Gianni Garrisi, Severo Martini e<br />
Gaetano Messuti avente come tema la pianificare degli interventi<br />
necessari alle marine di Lecce per arginare e fronteggiare il fenomeno<br />
dell’erosione costiera.<br />
SITUAZIONE ATTUALE SULLE SPIAGGE SALENTINE<br />
La situazione di tutti gli arenili Salentini è simile a quanto già constatato durante il<br />
periodo estivo, questo perché a partire dal 2006 i fenomeni meteorologigici, implicati a<br />
questo cambiamento dello stato delle spiagge, principalmente della parte sommersa delle<br />
spiagge, quali l’inversione dei venti dominanti da dir. Nord a dir. Sud, nonché l’aumento<br />
esponenziale dei venti forti provenienti da 150° (scirocco), si stanno manifestando
prevalentemente nel periodo da ottobre a maggio. Pertanto, se tali fenomeni insistono<br />
anche questo inverno in arrivo, e crediamo che ciò abbia una alta probabilità che accada,<br />
la situazione di alcune spiagge potrebbe peggiorare. Il fenomeno erosivo, per motivi<br />
geomorfologici sia della costa che del fondo marino prospiciente, potrebbe colpire alcune<br />
spiagge con granulometria (grandezza dei granelli di sabbia) media e sottile ed esposte<br />
alle correnti da Sud. Pertanto potrebbero essere particolarmente colpite le seguenti aree:<br />
ADRIATICO: la zona tra Casalabate e Frigole, alcune zone dell’area Cesine e gli Alimini.<br />
Tutte queste spiagge sono spiagge sedimentarie aperte in cui lo scambio di sedimenti tra<br />
mare e spiaggia emersa è costante e la loro stabilità è data dal rapporto tra la sabbia che<br />
il mare apporta e la sabbia che lo stesso mare asporta. Le quantità di sabbia in/out con<br />
il mare dipende sia dalla quantità di sabbia immessa dai fiumi del Nord e centro Italia e<br />
trasportata lungo costa dal mare (su macroscala in Adriatico il trasporto è da Nord verso<br />
Sud nello Jonio esattamente al rovescio), sia dalle condizioni meteo marine, sia<br />
principalmente dalla presenza di biocenosi e condizioni geomorfologiche del fondo quali<br />
Praterie di Posidonia Oceanica o altre Fanerogame, dalla consistenza delle barre di<br />
sabbia sommerse o profonde e delle barre intertidali che vanno ad incidere sull’energia<br />
del mare (onde e correnti) provocandone una diminuzione e la conseguente<br />
sedimentazione delle sabbie. Inoltre è estremamente importante la presenza del sistema<br />
dunare che contribuisce all’equilibrio della spiaggia emersa. È ovvio che se una delle<br />
condizioni che determinano la sedimentazione viene a mancare si avverte<br />
immediatamente l’erosione della spiaggia emersa poiché la quantità di sabbia che il mare<br />
porta sulla spiaggia è inferiore a quella che asporta dalla spiaggia. Nel nostro caso<br />
sembrerebbe che, oltre i fenomeni cronici a lungo termine quale l’arretramento del limite<br />
superiore della Posidonia Oceanica o l’asportazione di dune, nonché fenomeni violenti a<br />
breve termine quali l’inversione dei venti a partire dal 2006 e l’aumento dei venti forti da<br />
150°, stiano destabilizzando le barre sommerse e le barre intertidali con conseguenze<br />
negative per la spiaggia emersa.<br />
Un esempio che ci riguarda da vicino: due foto aeree degli Alimini scattate in tempi<br />
differenti: la prima nel Luglio del 2007 e la seconda nel mese di Settembre 2008, nella<br />
prima foto si notano le Barre subacquee costanti e lineari, nella seconda foto nell’area
cerchiata in rosso si nota la scomparsa di un tratto di barra a mare, la conseguenza<br />
dell’erosione della spiaggia dove è scomparsa la barra è evidente.<br />
ALIMINI LUGLIO 2007.<br />
ALIMINI SETTEMBRE 2008.<br />
Rimanendo sull’area Adriatica vi sono anche zone che presumibilmente non verranno<br />
interessate dal fenomeno erosivo in atto, ovvero nei casi dove la maggior parte delle<br />
spiagge, se pur sempre sedimentarie, sono da considerarsi POCKET BEACH, ovvero
spiagge che si formano per la sedimentazione di sabbie in insenature rocciose,<br />
normalmente a semiluna, in cui spesso mancano naturalmente persino le barre. Queste<br />
spiagge sono normalmente più stabili agli eventi meteo climatici e meteo marini. Di<br />
seguito nella foto successiva è evidenziata una serie di Pocket Beach nei pressi di<br />
Sanfoca.<br />
Pocket Beach nell’area di Sanfoca (Melendugno).<br />
JONIO<br />
Per quanto concerne il lato Jonico della costa a parte gli studi di massima condotti a<br />
Porto Cesareo, non vi sono molte informazioni, ad ogni modo la parte jonica della<br />
provincia di Lecce è formata nella maggior parte dei casi da Pocket Beach o da spiagge<br />
poste in profonde baie (Gallipoli, Torre Lapillo) oppure protette da Sud da formazioni<br />
rocciose subacquee naturali Ugento (secche di Ugento). Tutte queste spiagge hanno<br />
comunque scambi di sabbia in/out molto limitati e normalmente sono spiagge fossili che<br />
si sono formate molte migliaia di anni fa in condizioni diverse dalle attuali. In teoria sono<br />
più stabili ai cambiamenti meteo climatici e meteo marini, ma, se si verificano specifiche<br />
condizioni che provocano erosione, è difficile che si riformino da sole mediante<br />
sedimentazione in quanto, a differenza del lato adriatico, gli apporti di sabbia marina<br />
sono limitati per effetto della circolazione globale antioraria delle correnti che farebbe<br />
provenire da Sud verso Nord la sedimentazione nello Jonio, ma a Sud non ci sono fiumi<br />
che apportano sabbia.<br />
Ad ogni modo anche sullo Jonio, nei casi in cui è stata notata negli ultimi anni un<br />
aumento dell’erosione delle spiagge, è sempre stata evidenziata la scomparsa o la<br />
deformazione delle Barre di sabbia subacquee.<br />
Ne è chiaro esempio la Baia di Torre Lapillo Lato Sud:
Lido Goa – Giugno 2004. È evidente la presenza di due barre subacquee. La spiaggia è<br />
stabile da anni.<br />
Lido Goa – Giugno 2010. Le barre sono state spazzate dalle correnti provocate da venti<br />
forti da 150°, di conseguenza la spiaggia si è totalmente erosa.<br />
IPOTESI DI SOLUZIONI AL PROBLEMA<br />
Principi etici<br />
La programmazione del futuro di un territorio, che comporta indubbie ricadute sociali e<br />
socio-economiche, necessita fondamentalmente di una linea di condotta basata su<br />
semplici ma condivisi principi ispiratori che, pur nel rispetto delle singole “convinzioni
morali”, che siano esse dettate da motivazioni personali, politiche o economiche, deve<br />
basarsi su principi “etici” trasversali, comuni e condivisibili da tutte le componenti<br />
sociali e politiche di un territorio. L’Amministrazione Provinciale, grazie al potente<br />
strumento di controllo costituito dalle competenze in materia ambientale, è chiamata a<br />
condividere quei principi etici universali che chiunque, anche nel futuro, possa<br />
condividere pur nel massimo rispetto delle differenze individuali o di appartenenza:<br />
• Rispetto della Terra;<br />
• Rispetto di tutte le componenti sociali e socioeconomiche;<br />
• Lasciare in eredità alle generazioni future se non un “mondo migliore”<br />
quantomeno un mondo non deturpato;<br />
le implicazioni programmatiche di merito, conseguenti alla applicazione di questi principi<br />
Etici ispiratori, sono semplici e chiare:<br />
INTRODUZIONE DEL CONCETTO DI “REVERSIBILITA’” E DI NON “VISIBILITA’” PER<br />
QUALUNQUE INTERVENTO DA EFFETTUARSI SULLE COSTE DEL SALENTO<br />
Il principio di reversibilità degli interventi è fondamentale, ad oggi quelli effettuati sul<br />
territorio Nazionale e finalizzati a contrastare l’erosione costiera, si sono spesso tradotti<br />
in opere pseudo faraoniche, visibili anche dai satelliti ed inutili, che hanno avuto un<br />
elevatissimo costo sociale ed economico, in particolare ci si riferisce ai pennelli in pietre o<br />
in cemento ed opere simili. Nei luoghi dove è stato effettuato tale tipo di intervento si è<br />
avuto un deturpamento irreversibile del territorio con un effetto reale negativo sia da un<br />
punto di vista ambientale che sociale: una eredità disastrosa per i nostri figli e per il<br />
futuro del nostro territorio.<br />
È evidente che sarebbe inutile pensare di fermare un evento meteo climatico che a sua<br />
volta produce un evento meteo marino che destabilizza la parte sommersa delle spiagge.<br />
Quello che possiamo ipotizzare sono interventi, se tecnologicamente possibili, finalizzati<br />
a:<br />
- Riqualificare e rinaturalizzare dove possibile la parte emersa delle spiagge, in<br />
particolare la riqualificazione delle dune che sono uno dei punti di scambio di<br />
sabbia con la spiaggia emersa, essenziali per mantenere un equilibrio della<br />
spiaggia;<br />
- Stabilizzare le barre a mare rispetto agli eventi meteo marini;<br />
- Ricreare le barre a mare ma con “elementi tecnologici” che le rendono più stabili<br />
agli eventi meteo marini;<br />
Principi scientifici<br />
per arrivare a “Come fare” e Cosa fare” occorre prima di tutto capire la reale funzione e<br />
come si formano le barre naturali:<br />
- in determinate condizioni meteo marine e di condizioni geomorfologiche e<br />
biologiche del fondo del mare antistante la spiaggia, sembra si formi prima la o le<br />
barre a mare e di conseguenza si forma la spiaggia.<br />
- Sembrerebbe che la barra profonda funga da barriera per le onde erosive; la barra<br />
più vicina alla battigia, che spesso chiude a formare delle micro celle naturali,<br />
sembrerebbe più specifica a rallentare le correnti tangenti alla costa;
- Nella formazione della barra più profonda sembrerebbe coinvolta la scabrezza e la<br />
conformazione del fondo del mare in prossimità della costa (da 100m a 400 m<br />
dalla battigia), scabrezza dovuta a componenti biologiche (Posidonia Oceanica) o<br />
geomorfologica (rocce), che dissiperebbe l’energia delle onde (Piattella A.,<br />
Mancinelli A., 2006) favorendo la sedimentazione della sabbia che forma la barra<br />
di fondo;<br />
- Nella formazione della barra intertidale o più prossima alla battigia, non vi sono<br />
studi specifici, ma molte immagini satellitari portano forme e distanze da terra<br />
differenti a seconda della ampiezza della barra profonda e della presenza assenza<br />
di dune e o di varchi tra le dune;<br />
Foto Satellitare scattata il 25 maggio 2009, area Torre S. Giovanni (Jonio).<br />
- Recenti prove sperimentali Coordinate dal Prof. Giacomo Moriconi, Università<br />
Politecnica delle Marche, hanno stabilito come strutture artificiali reticolari o<br />
porose intrappolano l’energia delle onde senza farle frangere, pertanto possono<br />
essere paragonate all’azione svolta dalla Posidonia Oceanica o dal fondo scabroso<br />
del mare;<br />
- Recenti evidenze su delle strutture reticolari (Tecnoreef) posizionate<br />
sperimentalmente a San Cataldo (LE) e all’interno del Parco delle 5 Terre, stanno<br />
dimostrando che, se posizionate in modo appropriato e alla giusta profondità,<br />
fungono da dissipatori di energia per le onde e stanno aumentando la<br />
sedimentazione della sabbia con un veloce aumento della spiaggia emersa.<br />
Tecnologie disponibili<br />
Fermo restando la necessità di varare un programma complessivo per la riqualificazione<br />
dei sistemi dunari e retrodunari, per quanto concerne la parte sommersa delle spiagge,<br />
in virtù di quanto sopra riportato si potrebbero ipotizzare diversi tipi di interventi, a<br />
seconda della peculiarità di ogni spiaggia e del problema specifico che essa presenta:
- Strutture reticolari soffolte e non visibili, parallele alla costa (quali<br />
Tecnoreef) per riformare/sostituire la barra di profondità.<br />
Questo tipo di strutture sono allo studio da parte di diverse Università Italiane e<br />
straniere in quanto, a differenza dei modelli classici (barriere sommerse o emerse<br />
in pietra), che prevedono un effetto sulle onde erosive prevalentemente sulla<br />
componente orizzontale delle forze presenti nelle onde, in questo caso le strutture<br />
reticolari sembrano agire sulla dissipazione di energia nella componente verticale<br />
di un’onda. In pratica smorzano l’altezza delle onde e arrivano a dimezzare la loro<br />
energia favorendo la sedimentazione della sabbia. Gli studi sono ancora all’inizio e<br />
le uniche strutture commerciali attualmente in prova sperimentale su campo (S.<br />
Cataldo e Parco delle 5 Terre) solo i moduli Tecnoreef. I moduli sono composti da<br />
piastre forate in cemento atossico che si possono assemblare in forme e volumi<br />
variabili. Le piastre forate pesano circa 120 Kg cadauna e i moduli possono<br />
arrivare al peso complessivo di svariate tonnellate (si possono assemblare moduli<br />
fino a 200 piastre). Finora si moduli in questione sono stati utilizzati per<br />
ripopolamento attivo e come antistrascico.<br />
Modulo technoreef da 30 piastre. Funzione di ripopolamento biologico e anti strascico dei moduli.<br />
Dai primi risultati ancora del tutto qualitativi delle barriere filtranti realizzate a S.<br />
Cataldo sembrerebbe che stiano svolgendo la loro funzioni di dissipatori di energia<br />
delle onde e pertanto favoriscono la sedimentazione della sabbia.
S. Cataldo. Foto aerea scattata nel mese di settembre 2010. A distanza di appena<br />
50 gorni dal posizionamento della barriera filtrante si è potuto constatare<br />
qualitativamente un aumento della spiaggia emersa e chiare aree sabbiose di<br />
sedimentazione che stanno riformando la spiaggia sommersa scomparsa da anni.<br />
Risultati simili e con tempi paragonabili si stanno riscontrando nel Parco Marino<br />
delle 5 Terre. Ovviamente occorre attendere gli studi e i monitoraggi ufficiali<br />
previsti nel progetto di S. Cataldo, anche se occorrerebbe ampliarli rispetto al<br />
capitolato tecnico originale, nell’ottica di ottenere dei risultati quantitativi<br />
sull’energia dissipate nelle onde in funzione della profondità di posizionamento dei<br />
moduli, dall’altezza libera tra il modulo ed il livello medio del mare, della distanza<br />
della battigia, dell’altezza dell’onda e del tipo di sedimenti. I rilevamenti numerici<br />
specifici darebbero la possibilità di realizzare un modello numerico per<br />
l’applicazione della barriera su altre spiagge del litorale Salentino.<br />
Il vantaggio notevole di queste strutture è che fungono da tane per i pesci<br />
(ripopolamento) e sono facilmente amovibili e facili da spostare in nuove posizioni<br />
o facile e poco costoso salparle a terra, Pertanto strutture totalmente reversibili.<br />
- Geotubi sempre non visibili e posti a formare micro celle, per ricreare le<br />
barre intertidali, più prossime alla riva.<br />
I Geotubi, cilindri in fibra sintetica (Polipropinene ad alta tenacità) riempita con la<br />
sabbia del posto, o Geocontainer (sacchi di sabbia) e possono essere delle<br />
strutture idonee per ricreare le barre intertidali più prossime alla costa. Ci sono<br />
diverse applicazioni con buoni risultati, tra i queste la creazione della barra
profonda ad Alassio (Liguria). Anche se la sua applicazione sarebbe più idonea per<br />
la formazione della barra intertidale.<br />
Geotubi posizionati come barra nella spiaggia di Alassio (Liguria)<br />
I geocontainer (sacchi grossi in riempiti di sabbia) sono utilizzati già da più di 10<br />
anni a Riccione al posto delle opere in pietra. Anche in questo caso trattasi di<br />
applicazioni totalmente reversibili e facilmente amovibili senza alcun danno<br />
ambientale.<br />
- Ripascimenti<br />
Per quanto concerne i rinascimenti, a seconda delle situazioni possono essere<br />
indispensabili. I problemi da superare sono di diversi ordini:<br />
o (ELIMINIAZIONE DELLE BARRIERE BUROCRATICHE). In Puglia per poter<br />
effettuare un piccolo ripascimento è praticamente impossibile a causa di<br />
sbarramenti burocratici a volte assolutamente non giustificati.<br />
o (REPERIMENTO SABBIE DA GIACIMENTI SOTTOMARINI). A differenza di<br />
altre Regioni più virtuose (Lazio, Toscana, Marche Liguria etc.) la Puglia non<br />
ha mai varato un programma di oceanografia per la localizzazione dei<br />
giacimenti di sabbia sottomarini. In linea teorica la puglia ed il Salento sono<br />
caratterizzate, quantomeno sul lato Adriatico, da una piattaforma<br />
continentale estremamente ampia e con altissime probabilità che esistano a<br />
poca distanza dalle coste, nell’ordine di pochi chilometri, immensi<br />
giacimenti di sabbia. Nel 2007 la Nautilus ha effettuato una breve<br />
campagna oceanografica di fronte a Frigole (LE) per l’identificazione di<br />
un’area sabbiosa tra il coralligeno mediterraneo che si estende fino ad oltre<br />
i 45 m di profondità. La Campagna di indagine, commissionata<br />
dall’Università degli Studi di Lecce e dall’assessorato all’Ambiente del<br />
Comune di Lecce, era finalizzata a trovare la migliore area sabbiosa<br />
disponibile per la realizzazione di una barriera artificiale a fini di
ipopolamento. In quell’occasione le indagini effettuate con specifici<br />
strumenti (side scan sonar) portò all’identificazione di un’area di circa 25<br />
ettari a sabbia ad una profondità di circa -36 m. ulteriori analisi sulla<br />
stratificazione dei sedimenti mediante Sub Bottom Profiler evidenziò che lo<br />
starato di sabbia si estendeva fino a -4 m sotto la superficie con valori medi<br />
di -2m di stratificazione. In pratica si trattava di un banco di sabbia di<br />
500.000 m3 di sabbia peraltro caratterizzata geomorfologicamente e molto<br />
simile alla sabbia delle spiagge di Frigole. Ovviamente il banco non è<br />
attualmente disponibile in quanto sull’area è stata realizzata la barriera di<br />
ripopolamento così come previsto.<br />
Tracciati del fondo marino georeferenziati restituiti da un side scan sonar nell’area prospiciente<br />
Frigole su fondale tra 20m e 45m di profondità.
Carta delle isopache dell’area sabbiosa indagata a Frigole. I colori più intensi indicano la maggiore<br />
profondità dello staro sabbioso (Max -5m).<br />
Ad ogni modo sicuramente esistono grossi giacimenti di sabbia anche a<br />
distanze relativamente brevi dalla costa, ma occorre programmare una<br />
campagna di ricerca per identificarne la posizione geografica, caratterizzare<br />
sabbie e biocenosi sensibili presenti (se presenti) e tracciare i percorsi delle<br />
eventuali chiatte per il prelievo futuro a fini di ripascimento.<br />
o REPERIMENTO SABBIE FOSSILI DA CAVE TERRESTRI (Elia T.,2009)<br />
Il Salento dispone di oltre 100 km 2 di giacimenti di sabbie fossili<br />
pleistoceniche. Tali sabbie sono oggetto di ricerca applicata ai fini della loro<br />
coltivazione in cava. Sono sabbie fini grezze, nel senso che contengono una<br />
frazione limo-argillosa da separare da quella più schiettamente quarzososilicea.<br />
Le potenzialità estrattive sono di diverse decine di milioni di mc e, al<br />
momento, è stata testata la loro produzione sia in laboratorio chimico che in<br />
laboratorio geotecnico. La resa estrattiva di queste sabbie fossili è variabile da<br />
giacimento a giacimento e, di media, del 50-60 % per tonnellata di granuli<br />
sabbiosi di quarzo. La produzione di queste sabbie per il ripascimento dei<br />
litorali sabbiosi in erosione o per la ricostruzione e consolidamento di cordoni<br />
dunali è strettamente al processo di produzione industriale, che consiste in un<br />
lavaggio fisico-chimico delle sabbie fossili grezze, con il conseguente<br />
allontanamento della frazione limo-argillosa che determina l’arricchimento<br />
della frazione quarzosa fine (sabbie da ripascimento). La coltivazione di<br />
giacimenti sabbiosi terrestri sarebbe auspicabile per la costituzione di riserve<br />
di sabbia per il ripascimento immediato e/o d’urgenza di spiagge in forte<br />
erosione e in situazioni di deficit di sedimenti marini conseguenti a mareggiate
di tipo eccezionale. E’ in previsione lo sviluppo di un progetto pilota per la<br />
produzione di 10.000 mc di sabbie da giacimenti terrestri da destinarsi al<br />
ripascimento di un tratto costiero adriatico di uno jonico in incipiente erosione.<br />
REVERSIBILITA’ DEGLI INTERVENTI DI DIFESA COSTIERA (Elia T.,2010)<br />
OPERE DI DIFESA COSTIERA<br />
Le opere individuate per la difesa dei litorali colpiti da incipiente erosione costiera si<br />
collocano tra quelle definite di tipo “modulare e reversibile”.<br />
In sostanza tali opere possono essere sia rimosse, che riposizionate, che implementate<br />
con l’aggiunta o la sottrazione di moduli di difesa.<br />
L’esempio ci rimanda alle costruzioni, laddove ogni nuovo elemento implementa e/o<br />
modifica temporaneamente il solido geometrico (l’opera di difesa costiera) e, nel nostro<br />
caso, riadegua la funzionalità dell’intervento di difesa. Basti pensare alla invasività della<br />
Sky-line delle scogliere di massi calcarei, che modificano definitivamente la naturalità del<br />
paesaggio costiero, in molti casi pregiudicandolo.<br />
Oggi tali opere, seppur strutturalmente importanti ed efficaci, possono essere realizzate e<br />
collocate sotto la superficie del livello medio mare solo per pochi decimetri, svolgendo con<br />
eguale efficienza ed efficacia la funzione di controllo dell’energia che le mareggiate<br />
scaricano sulla costa.<br />
Lo stesso dicasi per le scogliere prefabbricate tipo tecnoreef, che offrono rispetto alle<br />
scogliere in massi calcarei, la possibilità di un maggiore ripopolamento ittico nelle cavità<br />
artificiali della struttura.<br />
PALIFICATE IN LEGNO, GEOCONTAINER<br />
Queste due tipologie di opere di difesa costiera hanno la caratteristica di essere<br />
facilmente rimodulabili, sottraendo o aggiungendo nuovi elementi, oltre che essere<br />
completamente rimovibili e ricollocabili.<br />
Nella difesa dall’erosione costiera, un risultato atteso può essere o meno tale: la dinamica<br />
costiera quindi necessita intrinsecamente di opere flessibili e rimodulabili, in una parola<br />
“reversibili”.<br />
La peculiarità e l’unicità paesaggistica delle coste del Salento lo richiede in particolar<br />
modo e, tale motivo, è fondante nella costituzione del tavolo tecnico programmatico<br />
finalizzato a sostenere la Provincia di Lecce nell’azione di pianificazione degli interventi di<br />
difesa delle coste del Salento.<br />
TIPO DI INTERVENTI DI DIFESA SU LITORALI BASSI E SABBIOSI<br />
Il secondo aspetto verte più specificatamente, sulle normative vigenti e in pubblicazione<br />
in riferimento alle quali amministrazioni, imprenditori balneari e imprese espletano le<br />
loro attività per la difesa e gestione integrata della costa, ivi comprese le problematiche<br />
connesse alla gestione del Demanio Marittimo delegate a regioni ed enti locali<br />
Sono facilmente eseguibili “piccoli ripascimenti di sabbie” di 2500 - 3000 mc/giorno e<br />
fino a 5000 mc/giorno; sono necessari soli 2,70 m di pescaggio dei fondali e 5 m di<br />
pescaggio con carico. Il rilancio a terra della sabbia dragata è tranquillamente possibile<br />
fino a 600-800 m dalla linea di riva.<br />
Un nuovo approccio è relativo ai ripascimenti, che possono essere sia di tipo puntuale -<br />
concentrato ovvero libero-diffuso; questo ultimo modello prevede che la sabbia venga<br />
stoccata sulla spiaggia emersa e venga poi re-distribuita progressivamente e<br />
naturalmente dal moto ondoso. Tale modello operativo di ripascimento si va affermando<br />
in regioni già evolute sotto l’aspetto della gestione integrata delle coste e, attualmente
potrebbe trovare difficoltà ad affermarsi presso gli stabilimenti balneari salentini. Questo<br />
modello operativo dello stoccaggio di sabbie di dragaggio sulla berma al fine della<br />
redistribuzione del moto ondoso nella sub-unità fisiografica può essere utilizzato dalla<br />
istituzione pubblica (Provincia, comuni costieri) per il ripascimento di tratti di demanio<br />
costiero in erosione conclamata.<br />
I quadri economici per gli interventi di difesa costiera devono prevedere sia il Piano di<br />
manutenzione dell’opera che il Piano di Monitoraggio controllo; inoltre ogni opera deve<br />
essere progettata su tempi di ritorno delle mareggiate a 20 – 50 – 200 anni.<br />
A monte deve essere previsto un unico sistema in rete ondametrico-mareografico<br />
regionale a supporto delle attività programmatorie, progettuali, di analisi e studio, per<br />
l’accesso sia degli operatori che del pubblico.<br />
Ogni regione, ogni provincia costiera hanno caratteristiche morfologichegiacimentologiche<br />
tali da richiedere valutazioni e un progetto sito-specifico di<br />
ripascimento; ad es. la profondità di chiusura ai fini dell’utilizzo di un giacimento<br />
sabbioso sottomarino in tratti abruzzesi è a -12 m , in tratti toscani è a 4-6 m; in<br />
Romagna è a 6-12 m, mentre in Salento varia da 3 a 6 a 9 m, dallo ionio all’adriatico, e<br />
così via.<br />
Le coste del Salento, inteso come territorio costiero della provincia di lecce sia ionico che<br />
adriatico, si sviluppano per ben 261 km su 25 comuni che affacciano sul mare.<br />
“L’affermazione del legno nella difesa - a basso impatto paesaggistico - dall’erosione<br />
costiera” (Elia T., 2008)<br />
La presente trattazione riguarda l’impiego di pali in legno marino per interventi di difesa<br />
della costa del salento - jonico ed adriatico - leccese, brindisino e tarantino, proposti a<br />
difesa delle molteplici peculiarità paesaggistiche, morfologiche e ambientali del litorale<br />
salentino.<br />
L’intervento, innovativo per il litorale regionale ma anche per quello italiano, in linea con<br />
i migliori interventi di difesa delle coste a basso impatto paesaggistico, deriva da<br />
esperienze e studi condotti in Germania sull’impiego di pennelli in pali di legno in<br />
interventi di difesa della costa del mar Baltico, il quale presenta caratteristiche<br />
morfologiche e sedimentologiche simili al litorale del nord Adriatico e di molte coste basse<br />
e sabbiose del basso Adriatico e dello Jonio, sulle quali si deve prontamente intervenire.<br />
Le palificate in legno vanno progettate in funzione delle caratteristiche meteomarine sito<br />
specifiche (superfice/angolo fetch, trend evolutivo venti regnanti e dominanti, unità e<br />
sub-unità fisiografica di appartenenza), morfologiche e sedimentologiche.<br />
Sono opere, nello specifico, ortogonali alla linea di riva (pennelli).<br />
Progettare una palificata significa determinare il n° e il posizionamento dei pali, la loro<br />
disposizione (fila unica o doppia o sfalzata), il loro diametro, l’interasse tra palo e palo<br />
(luce), il dimensionamento dell’opera e la sua disposizione in mare e l’innesto a terra, il<br />
tipo di legname tra quelli disponibili sul mercato, le maestrie specializzate nell’esecuzione<br />
degli interventi.<br />
La palificata si integra perfettamente con gli ambienti costieri salentini ad alta valenza<br />
paesaggistica e ambientale.<br />
La difesa del fronte mare (scogliere, opere longitudinali alla linea di riva) può avvenire<br />
in due modi: o con palificate in legno marino di maggiore diametro e lunghezza (adeguate<br />
dimensionalmente al’energia che si intende attutire) ovvero con tradizionali scogliere<br />
soffolte (0.5 m ca.) in massi calcarei.<br />
La sinergia pennelli in legno – scogliere (soffolte o grandi palificate) – ripascimenti (con<br />
sabbie dai fondali antistanti) danno un approccio generale di difesa costiera a basso<br />
impatto paesaggistico. Ma devono essere le valutazioni e le progettazioni sito-specifiche,
caratteristiche della unicità e peculiarità delle spiagge del salento e del comune costiero a<br />
determinare esecutivamente l’intervento. Non è ammessa una grossolana ed<br />
indifferenziata scala di intervento alla scala regionale. Le spiagge del salento sarebbero<br />
omologate a spiagge industriali e/o artificiali come l’idroscalo di Milano.<br />
Appare altresì evidente che in loc.tà ad altissima valenza paesaggistica e ambientale,<br />
costruite dalla natura in millenni - quindi non rinnovabili, non più riproducibili<br />
ambientalmente e paesaggisticamente - come otranto, gallipoli e porto cesareo, ma anche<br />
pescoluse, le cesine e torre dell’orso, è obbligatorio non intervenire con progetti<br />
industriali, artificiali e di massificazione dei luoghi. E’ il comune costiero che detta lo<br />
standard qualitativo di intervento, coordinato dalla provincia territorialmente<br />
competente. Le sensibilità non possono che essere locali (comune) e territoriali<br />
(provincia).<br />
La scala regionale in un settore delicatissimo come è il paesaggio e l’ambiente costiero, e<br />
ciò vale ancora di più e soprattutto nel Salento, non appare e non è una scala adeguata<br />
alle coste del salento. Piano regionale delle coste docet.<br />
Gli interventi di difesa costiera devono essere all’altezza della naturalità e dell’attuale<br />
paesaggio della Penisola Salentina, determinatosi negli ultimi millenni di evoluzione<br />
morfologica e ambientale delle nostre spiagge, peraltro ancora in evoluzione seppur<br />
negativa. I futuri interventi devono restaurare le nostre spiagge riportandole ad un<br />
recente splendore (passato) paesaggistico e ambientale di 20-30 anni orsono.<br />
Pennelli ortogonali, mediante palificata in legno marino; da attrezzarsi a pontile se<br />
emersi 0.5 m slm<br />
L’approvigionamento di sabbia, marina o terrestre, per i litorali del Salento resta attività<br />
ed obiettivo primario
Pali in legno per barriere e pennelli soffolti (palificate), appena 20 ÷ 40 cm sotto il pelo<br />
libero dell’acqua e resistenti all’ambiente marino<br />
Lo schema progettuale dell’opera di difesa - pennello e i materiali ecocompatibili: da<br />
posizionarsi sotto il livello medio mare a – 40 cm o emersi a + 40 cm l.m.m.
Fasi della costruzione del pennello mediante una doppia fila di pali, da adeguarsi<br />
definitivamente. a pontile<br />
Aspetto finale dell’intervento su costa bassa sabbiosa: si può scegliere tra pennelli emersi<br />
(+ 40 cm sul l.m.m.) e soffolti/sommersi (- 20 ÷ 40 cm sotto il l.m.m.). Sullo sfondo, a<br />
tratteggio, la disposizione delle scogliere soffolte completano l’intervento a mare
Esempi di scogliera emersa (ortogonale): pennello in massi calcarei.<br />
La proposta per progetti di difesa della costa li prevede soffolti sotto il pelo d’acqua a -<br />
20 ÷ 40 cm dal l.m.m.
Esempi di scogliera emersa (longitudinale) in massi ciclopici calcarei: frangiflutto<br />
paralleli alla linea di riva.<br />
La proposta x progetti di difesa della costa li prevede soffolti sottoil pelo d’acqua a -<br />
20÷40cm dal l.m.m.
1. TIPO DI INTERVENTI DI DIFESA SU LITORALI ROCCIOSI alti e/o bassi (Elia<br />
T., 2010)<br />
a) Sub-unità fisiografiche orientali di intervento : da Otranto a S. Maria di Leuca<br />
b) Sub-unità fisiografiche occidentali di intervento: da S.M. di Leuca – p.ta Ristola<br />
a Nardò – Porto Selvaggio<br />
Le tecniche di intervento prevedono preliminarmente un rilievo geotecnico<br />
dell’ammasso roccioso al fine di verificarne la stabilità e le criticità. Il rilievo è<br />
eseguito da personale specializzato che esegue in parete il rilievo geotecnico.<br />
Successivamente all’analisi ed allo studio geotecnico dell’ammasso roccioso si<br />
procede al disgaggio dei massi in parete con maggiore instabilità e, solo in ultimo,<br />
dopo la bonifica geotecnica delle pareti e del tetto della falesia rocciosa, si può<br />
procedere con un progetto di consolidamento mediante chiodature, tirantature,<br />
iniezioni di fluidi consolidanti, reti e barriere paramassi ecc.<br />
E’ di tutta evidenza che se la falesia rocciosa presenta una incisione accentuata<br />
del solco di battente, il quale evolve nel tempo determinando uno scalzamento al<br />
piede della falesia e quindi il crollo, è opportuno predisporre delle opere di difesa a<br />
mare (scogliere emerse e/o soffolte) al fine di mitigare l’energia del moto ondoso<br />
incidente sulla falesia ovvero sull’ammasso roccioso. Ciò vale in particolar modo se<br />
al tetto della falesia si ubicano civili abitazioni e/o residenze, o infrastrutture<br />
viarie.<br />
Tipo di intervento, eseguito sul lungomare di Bari da evitare sulla maggioranza delle<br />
spiagge del salento, eseguito con ghiaia e ciottoli di varia pezzatura ø 2 cm -10 cm
Appare evidente che la ghiaizzazione di località come Porto Cesareo, Gallipoli, Otranto,<br />
Pescoluse, Torre dell’Orso e molte altre spiagge salentine non è proponibile come<br />
fattibilità d’intervento di difesa costiera. Si modificherebbe irreparabilmente l’ambiente<br />
costiero e l’aspetto naturale unico delle spiagge salentine che si caratterizzano per la<br />
bellezza delle spiagge sabbiose e delle scogliere.<br />
La fruibilità della spiaggia ai bambini o agli anziani verrebbe notevolmente ridotta