giornalino - Noi e il cavallo

NOI E IL CAVALLO
GRUPPO RICERCA E SVILUPPO
Verona, 111ª Fieracavalli
Dopo anni di assenza dalla
Fieracavalli, nella scorsa
edizione, 5-8 Novembre
2009, il gruppo “Noi e il Cavallo”,
ha di nuovo partecipato alla
manifestazione fieristica.
La partecipazione è stata
impostata in modo diverso dalle
precedenti, infatti, avevamo solo
una mostra statica delle ultime
attrezzature costruite.
Le scorse edizioni facevamo anche
delle prove pratiche nel ring dove
si aveva la possibilità di vedere
in movimento al lavoro simulato
alcune delle attrezzature più
moderne.
Il tempo non è stato dei più
favorevoli, ma comunque
l’afflusso di persone è stato
notevole.
Molte persone si sono fermate al
nostro stand, alcune incuriosite
del fatto che ancora si potesse
fare qualcosa in agricoltura con il
cavallo, altre con un seminascosto
sogghigno facevano intravvedere
la loro incredulità, molte altre
erano interessate all’argomento
e desiderosi di capire come
potevano fare per iniziare il lavoro
con gli animali nel loro piccolo
appezzamento di terra.
Piccole realtà agricole che
accettano l’idea di valutare un
diverso modo di condurre il
loro orto o il piccolo campo,
oppure che già lo fanno e che
semplicemente hanno gradito
dare la loro testimonianza.
Penso che il nostro Paese sia
fatto proprio per lo più di questi
piccoli agricoltori che, magari il
sabato e la domenica, liberi dal
lavoro in ufficio od in fabbrica.
si occupano della coltivazione di
quel pezzo di terra che gli serve
per l’autosufficienza alimentare.
Anche se piccoli, vanno ad
incrementare il numero di persone
che si interessano di trazione
animale , numero che è sempre
più in aumento.
Abbiamo avuto la piacevole visita
di un anziano della Lomellina, che
raccontava dei suoi tempi, quando
lavoravano 1500 ettari di risaie
con 30 cavalli, 20 buoi, ed erano
in 100 persone, ora suo figlio
lavora la stessa terra da solo con
macchinari enormi.
Gli si illuminavano gli occhi
nel raccontare le sue esperienze
di vita, esperienze piacevoli ma
anche e sopratutto di duro lavoro
che iniziava alle tre, quattro del
mattino e si protraeva per tutta la
giornata, verso mezzogiorno, ai
buoi si affiancavano i cavalli per
poter terminare a sera il lavoro di
aratura.
Raccontava che se c’era la luna
ad illuminare i campi iniziavano
l’aratura che era ancora notte,
altrimenti si sedevano sotto un
10 Primavera-Estate 2010 N°58