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libro in PDF - Montesario - Altervista

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La Janara Pannese – Il Sogno<br />

1


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

di Lupo Mannaro<br />

www.montesario.altervista.org<br />

2


Introduzione<br />

Dormi.. Dormi...<br />

Smemoria 1<br />

Ridi... Ridi...<br />

Smemoria2<br />

Gira... Gira...<br />

Smemoria3<br />

Sogna...Sogna...<br />

Smemoria4...<br />

Postfazione<br />

La Janara Pannese – Il Sogno<br />

INDICE<br />

3<br />

Pag 3<br />

Pag 5<br />

Pag 8<br />

Pag 9<br />

Pag 12<br />

Pag 13<br />

Pag 16<br />

Pag 17<br />

Pag 20<br />

Pag 21


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

INTRODUZIONE<br />

Lupo mannaro non lo sa, ma è stato più fortunato<br />

di me, a lui spesso è mancato il cibo perchè da<br />

sempre siamo orfani, da quando nostra madre è<br />

morta per il dispiacere di aver partorito due mostri,<br />

da quando nostro padre è scappato dal paese anni<br />

e anni e anni fa per trovare la pace lasciandosi<br />

trasc<strong>in</strong>are dalla corrente dell'oceano <strong>in</strong> un paese<br />

lontano, un paese <strong>in</strong> cui credeva di poter<br />

dimenticare la sua storia e due bamb<strong>in</strong>i, e la porta<br />

di casa sua, a Panni, davanti alla quale la gente si<br />

faceva il segno della croce quando passava; a Lupo<br />

mannaro è mancato solo il cibo e l'abbraccio<br />

dell'amore nelle sue veglie solitarie, nelle notti <strong>in</strong><br />

cui vagavamo e vaghiamo <strong>in</strong>sieme nella valle<br />

deserta, quando lui ulula alla luna, e si contorce, e<br />

preme la bocca contro mucchi di rifiuti per<br />

schiacciare l'urlo disumano che dalle profondità<br />

della carne esce violento <strong>in</strong> tutto il suo orrore,<br />

mentre io mi str<strong>in</strong>go tra le braccia un tenero<br />

neonato e saliamo al Castello e lui mi guarda, mi<br />

guarda mentre rido e lo stritolo e la luna scompare<br />

disperata e tutto è nel nero.<br />

Solo il cibo. E l'amore. Ma ha potuto sognare. Non<br />

ha ucciso nessuno, a nessuno ha fatto del male a<br />

Panni; a Panni cambiano le generazioni, muoiono i<br />

vecchi, nascono i bamb<strong>in</strong>i, e nessuno si ricorda mai<br />

che lui c'è sempre stato; Lupo mannaro, per ogni<br />

generazione pannese, è sempre quello lì...quel<br />

povero disgraziato che chissà che strana malattia<br />

ha, di giorno è sempre scomb<strong>in</strong>ato, vestito di vecchi<br />

abiti ma puliti, senza la parola con nessuno, con<br />

4


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

quell'aria assente che fa <strong>in</strong>sieme un po' schifo e un<br />

po' pena, col naso che gli cola e quella magrezza,<br />

quella magrezza, e tutti quei peli che si <strong>in</strong>travedono<br />

dal colletto, dal maglione, dal pantalone troppo<br />

corto sulle calze...Ha potuto sognare. Mentre mi<br />

affiancava a rubare bamb<strong>in</strong>i, a cospargermi di<br />

unguento malefico, ad assass<strong>in</strong>are as<strong>in</strong>i nelle stalle<br />

<strong>in</strong>custodite di notte, a contare granelli e granelli di<br />

sale quando le mamme pannesi mi volevano<br />

impedire di entrare nelle loro case e io avevo<br />

fame...fame...di sangue e dolore altrui, di dispetti e<br />

malvagità, di vendetta e rancore e ossic<strong>in</strong>i, e di<br />

grida di terrore. Fame di Nero. Fame di Strega.<br />

Fame di Janara. Fame di Vita. Rovesciata.<br />

Capovolta. Storta. Sotterrata. Straziata.<br />

Ha potuto sognare: a volte d'<strong>in</strong>verno, a volte<br />

d'estate, come <strong>in</strong> quelle estati <strong>in</strong> cui , seduto sulle<br />

scale della chiesa, li vedeva passare. Ragazzi e<br />

ragazze, belli, tanti, tutti assieme, sempre, a<br />

chiacchierare, a divertirsi, a giocare, a preparare<br />

scherzi, cene, balli, <strong>in</strong>contri di notte...Di notte.<br />

Quante notti siamo stati, io e lui, a guardarli, a<br />

spiarli, come quella notte, nascosti vic<strong>in</strong>o a quella<br />

casa, quella alla curva che svolta per il Castello<br />

sulla piazza di sopra. Quella notte...<br />

5


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

DORMI ... DORMI ...<br />

Quella notte...chissà, forse ci<br />

siamo addormentati sotto il muro di quella casa,<br />

per la stanchezza di dover sempre spiare la vita<br />

altrui, per la crudeltà del nostro dest<strong>in</strong>o che ci<br />

sp<strong>in</strong>ge a imprese <strong>in</strong>umane e abbiamo sognato lo<br />

stesso sogno, o forse tutto è stato vero perchè la<br />

nostra anima non può dist<strong>in</strong>guere i conf<strong>in</strong>i della<br />

realtà e dell'impossibile. Certo è che ci siamo trovati<br />

giù a Panni, con Leonc<strong>in</strong>o che affacciato alla<br />

f<strong>in</strong>estra sussurrava nel buio: "Fate piano, fate<br />

piano, se no mio padre vi sente"...e tutti quei<br />

ragazzi fuori a chiamare, a dire esci, porta un pacco<br />

di pasta che ce ne andiamo a fare la catalana,<br />

svegliamo tutta Panni! E una voce grossa e roca da<br />

dentro la casa:" Tanto ho già sentitooooo"...E<br />

Leonc<strong>in</strong>o che salta dalla f<strong>in</strong>estra coi maccheroni <strong>in</strong><br />

mano come una bandiera. Casa per casa se ne sono<br />

andati - e noi due dietro nel buio, a distanza,- a<br />

svegliare gli altri , e chi se ne esce come un'ombra<br />

dal portone con una bottiglia <strong>in</strong> mano, chi scivola<br />

dal balconc<strong>in</strong>o sul canalone che corre dal tetto al<br />

muro con la salsa, chi esce con due peperoni <strong>in</strong><br />

tasca a mezzo tragitto, chi porta un paio di<br />

mutande <strong>in</strong> mano dicendo vedrete com'è buono<br />

6


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

questo totano lesso che ho fregato nella pignatta di<br />

mamma...e aumentano, e aumentano, e salgono,<br />

salgono...e arrivano <strong>in</strong> piazza, vanno per il vicolo,<br />

svoltano a destra nella piazza di sopra e si fermano<br />

davanti a quella casa, quella alla svolta del Castello,<br />

con tutti quegli scal<strong>in</strong>i..." Apri, apri, siamo noi,<br />

svegliati, svegliatiiiiiiiiiiiii!!! Niente. La casa dei<br />

trenta fili non s'apre. Uno se ne va e torna con una<br />

scala, lunga, e si mette a scarp<strong>in</strong>are come un ragno<br />

nella notte, arriva alla f<strong>in</strong>estra e sta per bussare<br />

quando la f<strong>in</strong>estra si spalanca di colpo e la scala<br />

viene sp<strong>in</strong>ta <strong>in</strong>dietro, penzola, resta dritta e<br />

perpendicolare al cielo con quello sopra che fa il<br />

tuca tuca da solo e grida a chi si è affacciato:Ma<br />

che vuoi, che vuoi?, mentre quello che s'è affacciato<br />

biascica terrorizzato: No, ma che caz vuoi tu a<br />

quest'ora a casa mia? Che vuoi? E che fai a<br />

quest'altezza? Respiri pulito? ...Poi entrano tutti,<br />

dal portone che s'apre, e all'improvviso,<br />

all'improvviso luci, luci, canti, musiche, risate,<br />

sghignazzate, rumore di piatti, profumi di sugo e<br />

gioia e gioia...E noi due là, nell'oscurità, senza<br />

nome, storia, speranza, senza una neanche breve<br />

sc<strong>in</strong>tilla di giov<strong>in</strong>ezza. Ci guardiamo. Janara è<br />

furiosa. Io triste. Ululo. Ma s'apre il portone...chi<br />

esce? E' Franco, il nipote di Filomena, quello<br />

sempre gentile, sorridente...ci vede..." E chi siete<br />

voi? Che fate qui di notte? Madonna mia, ma se mi<br />

dovevi mandare un'apparizione a quest'ora, proprio<br />

così mostruosa doveva essere?" Così dice ridendo.<br />

Janara grida: " Sii maledetto, dormi un giorno<br />

<strong>in</strong>tero nel tuo letto"! Lui se ne va dicendo:" Mamma<br />

che paura! Che, sei una strega? Io <strong>in</strong>tanto vado a<br />

7


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

cambiarmi i vestiti e le scarpe che mi fanno male,<br />

poi torno che dobbiamo far festa, tu trasformati <strong>in</strong><br />

una bella ragazza, stregaccia che non sei altro, che<br />

al ritorno t'aggiusto, altro che dormire!" Non si dice<br />

così a una Janara di Panni. Una Janara di Panni<br />

non si sfida. Franco non è più tornato a festeggiare,<br />

niente catalana per lui, niente ballo del mattone,<br />

niente pomiciamenti e chiacchiere e barzellette,<br />

niente di niente. Non è più sceso quella notte da<br />

casa sua...E la matt<strong>in</strong>a dopo, mentre era immerso<br />

nel sonno della Janara, le grida della madre che si<br />

sentivano per tutta la piazza...<br />

Sul suo portone, conficcato con un coltellone, un<br />

foglio con sopra pitturata una bella mano, grande,<br />

marrone, lucida e profumata, profumata sì, di quel<br />

profumo che accarezza le narici col suo effluvio<br />

rancido e pungente: Merde!<br />

E gli amici che il pomeriggio lo snobbavano e<br />

andavano a festeggiare <strong>in</strong> un'altra casa ancora,<br />

passandogli davanti senza guardarlo, con vassoi di<br />

pasta fatta <strong>in</strong> casa, di dolci, di ciambotte, e lui là,<br />

solo, come soli noi quella notte, solo che noi due<br />

abbiamo avuto per compagnia il nostro dest<strong>in</strong>o e lui<br />

la puzza di cacca e oggi è uno dei tanti che a Panni<br />

non metterebbe mai <strong>in</strong> dubbio l'esistenza della<br />

Janara. Proprio come me. Che sono suo fratello.<br />

Lupo mannaro.<br />

8


Si può sempre sognare<br />

Una camicia a quadri<br />

O una gonna leggera<br />

Sopra una vita vera.<br />

Si può anche chiamare<br />

Dentro una notte nera<br />

A una svolta di strada<br />

Voci e luci della sera.<br />

Si può stare seduti<br />

Un'esistenza <strong>in</strong>tera<br />

Ad ascoltare i lutti<br />

Di una scomparsa<br />

E breve e scarna<br />

Distante Primavera.<br />

Si puà essere al mondo<br />

Senza avere mai sonno.<br />

E, sempre Distratti,<br />

appoggiare la guancia<br />

Su di un solo ricordo.<br />

La Janara Pannese – Il Sogno<br />

SMEMORIA 1<br />

Se oserete sfidare una Janara, la memoria per<br />

voi sarà Amara<br />

9


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

RIDI ... RIDI ...<br />

Quella notte...ci siamo andati<br />

apposta, ma nel vicolo è sempre pericoloso, non c'è<br />

un posto dove nascondersi e poi la casa del sarto è<br />

sempre accesa f<strong>in</strong>o a tardi, magari ci hanno visto,<br />

magari no, ma forse, se andiamo a spiare che fanno<br />

loro, li abbiamo visti confabulare <strong>in</strong> piazza oggi<br />

pomeriggio, Janara non ci pensa a <strong>in</strong>filarsi nelle<br />

stalle e tormentare i poveri as<strong>in</strong>i che trova dentro:<br />

ieri ne ha lasciato uno con la coda tutta<br />

attorcigliata attorno al collo, morto. Era vecchio, è<br />

vero, ma come urlava, come urlava quando siamo<br />

scappati! Janara non lo fa apposta, è la natura sua,<br />

io penso sempre che è meglio un as<strong>in</strong>o di un<br />

bamb<strong>in</strong>o, ma qualunque vita che gridi la sua f<strong>in</strong>e<br />

mi tormenta...Tormenta me, che ogni notte ululo al<br />

ghigno ipocrita e soave della Luna...<br />

Stanno là, <strong>in</strong> quella casa nel vicolo del sarto,<br />

l'ultima a destra prima di svoltare per la piazza di<br />

sopra, si sentono rumori strani, un grattare<br />

sospetto, un suono come di fogli stropicciati, e voci<br />

che parlano, ridono, cantano... ma che fanno? Ci<br />

10


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

allunghiamo a spiare dalla f<strong>in</strong>estra: stanno tutti là,<br />

Giovanni, Claudio, Vito, Franco, Matteo,Leonc<strong>in</strong>o,<br />

tutti scamiciati, non ci sono femm<strong>in</strong>e, eppure <strong>in</strong><br />

piazza oggi pomeriggio confabulavano pure<br />

loro...Cesti, secchi per terra, cazzuole, spatole, calce<br />

negli angoli; chissà perchè si fanno chiamare<br />

Distratti e <strong>in</strong>tanto stanno tutti sdraiati per terra a<br />

fissare con attenzione il pavimento tutto<br />

sbriciolato,sporco, scomposto. Janara dice che lo<br />

sa, li ha sentiti <strong>in</strong> piazza che avevano affittato<br />

quella casa per tutto agosto e forse la stanno<br />

mettendo a posto per farci dentro le loro<br />

Distrazioni: lo sanno pure gli as<strong>in</strong>i a Panni che<br />

quelli stanno sempre a ballare, a giocare, a ridere, a<br />

suonare, a divertirsi, non sono maledetti dal<br />

dest<strong>in</strong>o loro, loro mangiano gelati e ciambotte e<br />

prosciutto e spaghetti e il rosso che bevono è<br />

sangue di uva non sangue di vita. Stanno<br />

attaccando alle pareti fogli di giornali e di riviste, ce<br />

n'è un mucchio alto così <strong>in</strong> mezzo a loro che si<br />

sp<strong>in</strong>gono e si parlano ridendo e adesso stendono a<br />

terra una pa tesca, tutta scollacciata, e loro la<br />

guardano e si sgomitano, e ridono come satiri, e che<br />

sguardi allupati, che occhi...g<strong>in</strong>a tutta pat<strong>in</strong>ata,<br />

tutta colorata e lucida con <strong>in</strong> mezzo una Claudia<br />

Card<strong>in</strong>ale tutta osè, gigan<br />

Scappiamo, scappiamo, si apre la porta, scappiamo!<br />

Ma ci vede. Matteo. Ci vede. Sono Distratti ma<br />

vedono anche al buio. Lui afferra Janara per il<br />

vestito, la tira, il vestito si strappa e un pezzo gli<br />

rimane <strong>in</strong> mano e lui urla cattivo:" Brutta schifosa<br />

guardona, stai a spiare a noi? Tornatene nella fogna<br />

da dove vieni!" Janara mi corre dietro e <strong>in</strong>tanto<br />

11


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

grida: " A una Janara hai strappato il vestito, da<br />

ora per tutti sei un pervertito!" Ma lui corre giù<br />

ridendo e str<strong>in</strong>gendo sottobraccio qualcosa. Non sa<br />

chi è mia sorella. Torniamo alla f<strong>in</strong>estra. Cercano<br />

tutti qualcosa nella stanza, si <strong>in</strong>sultano, si<br />

chiedono chi l'ha preso, chi l'ha rubato, dove sta,<br />

come è possibile, non può essere sparito...si<br />

disperano, poi la smettono e si mettono seri seri a<br />

sussurrare testa contro testa. Guardo<br />

Janara:impassibile. Furiosa. Nera come la<br />

Notte.Soffia piano il proprio fiato nelle fessure della<br />

f<strong>in</strong>estra.Giovanni, Franco, altri alzano la testa verso<br />

di noi, hanno un brivido...Janara mi trasc<strong>in</strong>a via, a<br />

casa, sono le due, suona l'orologio...<br />

Ma è suonata l'ora anche per Matteo: il giorno dopo<br />

passa e tutti si fanno segno, si lanciano occhiate, lo<br />

guardano, e lui arrossisce, poi si fa pallido, fa f<strong>in</strong>ta<br />

di nulla lui...lui che sono andati a chiamare a casa<br />

sua per uscire, che s'è ficcato <strong>in</strong> bagno a<br />

prepararsi, lui che su una sedia ha dimenticato la<br />

pag<strong>in</strong>a della rivista con Claudia Card<strong>in</strong>ale disc<strong>in</strong>ta<br />

e gigantesca, quella che cercavano stanotte quando<br />

si accusavano, quella che ha rubato e che doveva<br />

fare da pavimento alla loro sala-giochi, quella che<br />

gli ha fatto...da coperta per la notte...Ora lo sanno<br />

tutti. E ridi adesso, ridi...ridi....Ma non ridi quando<br />

si parla a Panni della Janara.Tu ci credi ora.<br />

Proprio come me. Che sono suo fratello. Lupo<br />

mannaro.<br />

12


Salvare una memoria<br />

restituendosi all'ora<br />

o vivere per vivere<br />

un tempo <strong>in</strong>capace<br />

di deviare i pensieri<br />

al sereno sole di ieri.<br />

Tempo di fuga e lacci<br />

di <strong>in</strong>sipide canzoni<br />

di soli attimi e ritmi<br />

erede smemorato<br />

di spariti e violati<br />

tenerissimi abbracci.<br />

Oppure fermarsi<br />

nel corto strappo<br />

di <strong>in</strong>utili giornate<br />

e, un po' Distratti,<br />

rubare quel riso<br />

a quelle vaghe<br />

sognanti e piante<br />

venture amate.<br />

Un'assenza crudele.<br />

Largamente pagate.<br />

La Janara Pannese – Il Sogno<br />

SMEMORIA 2<br />

Nel trattare una Janara siate discreti, se no<br />

rivela a tutti i vostri segreti...<br />

13


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

GIRA ... GIRA...<br />

Quella notte...Tutti allegri, tutti schiamazzoni,<br />

sempre così, per loro l'estate è di ventiquattro ore,<br />

senza spazi tra il giorno e la notte! Ci siamo messi<br />

qua, nascosti <strong>in</strong> un angol<strong>in</strong>o dietro il monumento ai<br />

caduti io e Janara, ad aspettare il fondo della notte<br />

per straziare le ombre che appaiono ai nostri occhi<br />

come immag<strong>in</strong>i meravigliose e ...no! Neanche qui<br />

possiamo stare, loro stanno scendendo tutti<br />

assieme, saranno più di una trent<strong>in</strong>a e che colori<br />

anche al buio, che capelli giovani, che vestiti che<br />

coprono la felicità e che allegria! Si sono accese<br />

tutte le luci su una terrazza qua vic<strong>in</strong>o, è quella di<br />

Vito, si vede che c'è una festa, lui offre sempre la<br />

casa agli amici per queste cose, lui ce l'ha un posto<br />

dove essere giovane e dove il buio non combatte con<br />

l'orrore ma si unisce all'amore, lui sì...<br />

Entrano tutti contenti, qualcuno ha un pacchett<strong>in</strong>o<br />

<strong>in</strong> mano, ma due di loro si attardano a parlare fitto<br />

fitto, non possono vederci, i lampioni buttano la<br />

loro luce sui caduti non sul nostro nascondiglio e<br />

poi non ci vedrebbero manco al sole, non si può<br />

scorgere la bruta forza del dest<strong>in</strong>o quando sei<br />

immerso nell'attesa di un piccolo ma <strong>in</strong>tenso<br />

momento di felicità...Ma che dicono, che<br />

sussurrano? " Ci è cascato, ci è cascato, ci ha<br />

creduto, adesso veramente aspetta che lei viene,<br />

l'abbiamo scritto proprio bene quel bigliett<strong>in</strong>o,<br />

sembrava proprio la scrittura di Carl<strong>in</strong>a..." E l'altro:<br />

" Embè, stasera si ride, quello, Nicola, è <strong>in</strong>namorato<br />

cotto, si crede sempre solo a quello che vogliamo sia<br />

14


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

vero per noi, dai, entriamo, se no magari si accorge<br />

di qualcosa..." Chissà a che si riferiscono,<br />

sicuramente a qualche storia d'amore e Janara dice<br />

che Nicola lo conosce e che conosce pure a sua<br />

sorella, dice che sono di Panni ma vivono <strong>in</strong> una<br />

grande città d'<strong>in</strong>verno e che lui quando la vede per<br />

strada le dice pers<strong>in</strong>o Buongiorno qualche volta, ma<br />

solo qualche volta, però...<br />

La terrazza è un pozzo di luci , ecco, quante voci,<br />

deve essere com<strong>in</strong>ciata la festa, e che musica, che<br />

musica dolce e lenta, e una chitarra, e un piccolo<br />

coro, e piccole e lunghe e grandi risate...Ci<br />

guardiamo Janara ed io e ci alziamo per andarcene<br />

<strong>in</strong> qualche stalla, per non sentirci chiamare da una<br />

vita che ci rifiuta, ma...chi esce dal portone? Alto,<br />

bruno, bello, con uno sguardo pieno di timore e di<br />

speranza e di attese, si guarda <strong>in</strong> giro, guarda verso<br />

la salita che porta sopra, tutt'<strong>in</strong>torno al<br />

monumento, e parla da solo, piano piano..." Non ci<br />

posso credere, mi ha fatto arrivare un bigliett<strong>in</strong>o,<br />

Carl<strong>in</strong>a, dice che mi vuole <strong>in</strong>contrare, che viene<br />

qua, stasera, sotto il monumento, mi vuole vedere,<br />

dice che mi vuole bene...glielo dico subito quando<br />

arriva che io gliene voglio di più e che mi credevo<br />

che lei...manco mi vedesse...ma quando viene,<br />

quando? Si fa tardi!"<br />

Le luci della terrazza all'improvviso si sono spente,<br />

ma dal nostro angolo <strong>in</strong> basso noi riusciamo a<br />

vederli, tutti là ammassati l'uno all'altro che<br />

osservano Nicola...<br />

E lui sta là, guarda l'orologio mille volte e gira<br />

<strong>in</strong>torno al monumento, e gira, gira, gira, gira...e<br />

guarda e gira, gira...E lo sguardo si fa cupo,<br />

15


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

preoccupato, ma dentro lui è ancora tutto un<br />

sorriso. Trema. E poi ci vede, rannicchiati...Guarda<br />

me, poi Janara, e si mette a gridare: " Ma che volete<br />

qua? Giusto qua dovete stare, andatevene! E tu,<br />

brutto mostro, <strong>in</strong> questo buio mi hai fatto paura,<br />

assomigli a uno spaventapasseri, di giorno ancora<br />

ancora ti posso salutare per cortesia, ma di notte<br />

una Janara a tuo confronto è un'apparizione<br />

meravigliosa. Mi porti sfortuna brutta strega, vai via<br />

da qui!" Corriamo via, ma Janara si gira e gli dice<br />

tranquilla: " Sfumerà ogni tua attesa, con lei non<br />

soltanto stasera ma per sempre ci sarà la tua resa,<br />

da adesso la maledizione della Janara su di te<br />

pesa"! Lui si mette a ridere, a ridere, ma ...sulla<br />

terrazza si accendono tutte le luci e scoppia un<br />

applauso che rimbomba f<strong>in</strong>o alla valle e ridono tutti<br />

e schiamazzano e gridano" piaciuto lo scherzo?" ma<br />

lui gira, gira, e gira ancora... E ora girerai sì la<br />

faccia quando la vedrai ancora perchè chi scaccia<br />

una Janara <strong>in</strong> malo modo, vede ogni amore per<br />

sempre andare a vuoto. Io lo so, sono suo fratello,<br />

Lupo Mannaro...<br />

16


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

SMEMORIA 3<br />

Cose che vivono nel tempo<br />

Cose smarrite nel momento<br />

Cose durate nell'amore<br />

Cose scomparse giù nel cuore.<br />

O conservate <strong>in</strong> un biglietto<br />

O rivissute <strong>in</strong> una foto<br />

O chiuse dentro quel cassetto<br />

O da una voce messe <strong>in</strong> moto.<br />

Cose di ieri <strong>in</strong> una valle<br />

O una nuotata nel torrente<br />

O un canto ed una ragazzata<br />

O un ballo ed una scampagnata.<br />

In un mucchio di sassi distratti<br />

cose di gioventù, cose da matti!<br />

NON TI AZZARDARE A SCACCIARE UNA JANARA<br />

LA FESTA D'AMORE PER TE SARA' ...AVARA !!<br />

17


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

SOGNA... SOGNA...<br />

Non sono uguali alle nostre le loro notti, non è la<br />

stessa la loro sera d'estate, non è la nostra. Un<br />

altro buio. Acceso da risate, schiamazzi, sussurri,<br />

voci e canzoni. Io non voglio, io non voglio seguirli,<br />

ma Janara lo fa quasi ogni sera: escono tardi,<br />

vanno al "club", a quella casa nel vicolo del sarto,<br />

ballano, con un sacco di belle ragazze, le più belle<br />

di Panni, e poi, e poi, a mezzanotte...quando la luna<br />

non si immerge nell'abbraccio nero e stretto delle<br />

nuvole, quando mi colpisce di luce il viso e distilla il<br />

mio dolore, apre nel suo raggio la mia fame di vita ,<br />

Janara mi trasc<strong>in</strong>a dietro a loro, così, così, perchè<br />

la notte si spenda nella vendetta calda della<br />

r<strong>in</strong>uncia nostra. Anche stasera, a mezzanotte <strong>in</strong><br />

punto, sono andati via dal club, hanno salutato le<br />

ragazze e se ne sono andati al bar <strong>in</strong> piazza a farsi<br />

la passatella. A gridare. A bere. A passarsi birre. A<br />

farsi dispetti. A v<strong>in</strong>cere e a perdere. E noi là fuori a<br />

guardare...Escono, ubriachi quasi tutti, neanche ci<br />

vedono, il nostro scuro di dentro si spalma addosso<br />

anche fuori, salgono dal vicolo al castello,<br />

vociando...E noi dietro...La fiamma dello sguardo di<br />

Janara buca la mia anima, è fiamma di vendetta,<br />

d'orrore, di dispetto...E a un tratto, Angelo, quello<br />

rosso di capelli, sottobraccio al Tabaccaro Franco,<br />

si ferma all'angolo del club, si apre i pantaloni, e<br />

spruzza litri d'ur<strong>in</strong>a scura di birra contro il muro<br />

della loro sala da ballo...Il f<strong>in</strong>imondo...Chi urla, chi<br />

sghignazza, chi si piega a vomitare e Giovann<strong>in</strong>o, di<br />

Matteo, il maestro dei conti dei Distratti - distratti<br />

18


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

dallo strazio del tempo nostro -, gli urla addosso<br />

che non si può, non si può fare schifo così,<br />

nientemeno, pisciare contro il muro della casa dei<br />

divertimenti, la casa "sacra" dell'<strong>in</strong>contro, la casa<br />

dei flirtaggi, degli amori,delle canzoni alla chitarra,<br />

del ballo del mattone e degli strusciamenti, delle<br />

beffe...LA CASA. Vomita parolacce contro il Rosso,<br />

Giovann<strong>in</strong>o l'economo, e il Rosso lo aggredisce, gli<br />

chiede dov'è il famoso quadernetto dei conti del<br />

gruppo, che f<strong>in</strong>e hanno fatto i conti, i soldi, le<br />

addizioni e le moltiplicazioni, le divisioni...e<br />

soprattutto le sottrazioni...E Janara perde il<br />

controllo e ride, e il suo riso spacca lo spessore<br />

della notte del vicolo, lo attraversa, lo ferisce, lo<br />

cancella. Luce. Visione. Occhi. Girati. A noi. E<br />

Giovann<strong>in</strong>o si mette a urlare vattene sporca vacca,<br />

strega da quattro soldi, spiona, che volevi vedere<br />

com'è fatto un maschio visto che fai così schifo che<br />

la tua puzza mi fa svenire? Se non sparisci, te la<br />

faccio io addosso a te...così profumi una volta sola<br />

nella tua vita! ...Scappiamo, scappiamo di corsa,<br />

tremo per lei, ho solo lei, ma lei mi afferra e mi<br />

porta al castello dall'altra parte, quella della Chiesa,<br />

e il suo viso è immobile, senza espressione, privo di<br />

vita, un buco nero di solitud<strong>in</strong>e. ....E loro sono là,<br />

di fronte alla grotta: c'è un processo, Vito " r<br />

Furlian" accusa Giovann<strong>in</strong>o di truffa, vogliono il<br />

quadern<strong>in</strong>o dei conti del gruppo, quello che lui non<br />

tira fuori mai...domande, risposte, <strong>in</strong>chiesta,<br />

<strong>in</strong>sistenza, che ne hai fatto, avanti, diccelo, non<br />

l'abbiamo mai visto il quaderno...Vito <strong>in</strong>siste nel<br />

suo ruolo di guardia...e io guardo Giovann<strong>in</strong>o di<br />

Matteo, non si diverte più, alla luce aranciata dei<br />

19


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

lampioni spicca il suo pallore, tace sotto la<br />

gragnuola delle accuse dette e non dette, serie e<br />

scherzose, aggressive e <strong>in</strong>s<strong>in</strong>uanti, del giudizio..."<br />

Da oggi sei Triglik, tu che hai aggredito il Rosso che<br />

<strong>in</strong>naffiava il muro, mentre tu da quanto coi soldi<br />

nostri ti <strong>in</strong>naffiavi il tuo...triglione! " E a un tratto<br />

sobbalza, <strong>in</strong>sieme agli altri, il silenzio va <strong>in</strong> pezzi<br />

sotto la voce cupa e fonda di Janara che riempie<br />

ogni atomo d'aria del Castello: " Chi calpesta una<br />

Janara presto impara: d'essere come prima sogna,<br />

sogna, per gli altri oggi e per sempre sei carogna...!<br />

mai calpestare una Janara, se manca di<br />

vendetta è un'eccezione rara...<br />

20


Soltanto smemorando<br />

si apre un buco chiaro<br />

nel profondo del petto<br />

e vi si immerge la vita<br />

stretta tra due cancelli<br />

smagrita dalla fame<br />

<strong>in</strong> fiumane di sogni.<br />

E poi basta un saluto<br />

un saluto mancato<br />

un suono <strong>in</strong>differente<br />

uno sguardo distratto<br />

e un amore negato<br />

un sipario calato<br />

un amico mancato<br />

a barattare tutta<br />

tutta la speranza<br />

con l'astioso dettato<br />

del mio del tuo dest<strong>in</strong>o.<br />

Una strega perenne<br />

Un lupo senza penne<br />

senz'ali senza piume<br />

senza mare nè fiume<br />

senz'anima nè cuore<br />

da negare o volere.<br />

Guidati da un padrone<br />

senza frusta o bastone...<br />

Che canta Distratto<br />

la sua canzone...<br />

La Janara Pannese – Il Sogno<br />

SMEMORIA 4<br />

21


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

POSTFAZIONE<br />

Una giov<strong>in</strong>ezza che non c'è più? Che non può<br />

tornare? O che non è mai stata da vivere e vissuta?<br />

Che cosa canta dunque la strega pannese nel suo<br />

"Sogno" ? E che cosa, Lupo Mannaro, riesce a<br />

scorgere di questo sogno t<strong>in</strong>to di vendetta, di<br />

dispetti, di malefici? Soprattutto un'epoca,<br />

semplicemente una fetta di tempo estivo fuori dal<br />

tempo stesso, una stagione di gioco e di fratellanza,<br />

di comunità e di spensieratezza, dentro un gruppo<br />

giovanile che diventa puntata molteplice di una<br />

saga, di un mondo popolato da personaggi che<br />

fanno del loro ritrovarsi <strong>in</strong> estate, nel paese reale, la<br />

fiaba del paese ideale: I Distratti. Nicola, Matteo, Il<br />

Rosso, Franco, Giovanni, Vito, Quello della casa<br />

alla svolta del Castello, Carl<strong>in</strong>a e altri taciuti o<br />

<strong>in</strong>tuibili: un susseguirsi di piccole avventure, di<br />

stampo goliardico a volte, di timbro scherzoso,<br />

d'amore, di passioni, di bigliett<strong>in</strong>i spediti dal vento,<br />

di catalane, di balli sul mattone, di tresche<br />

giovanili, di rendiconti e di spese nell'ora del sole, <strong>in</strong><br />

quella dell'ombra della Pietra, <strong>in</strong> quella della notte<br />

dove sempre si muove a cavallo della scopa l'ombra<br />

scura dello sguardo della Janara. I suoi<br />

<strong>in</strong>seguimenti. Il suo spiare. Il suo r<strong>in</strong>correre. Il suo<br />

aspettare. Il suo Colpire. Perchè? Perchè<br />

distruggere un sogno d'amore appena nato, come<br />

quello di Nicola? Perchè umiliare Franco davanti a<br />

tutto il gruppo dei Distratti spalmando nottetempo<br />

la porta di casa sua di rifiuti maleodoranti? Perchè<br />

<strong>in</strong>sidiare la stima che tutti mostrano per Giovanni<br />

manipolando la realtà e trasformandolo <strong>in</strong> un<br />

22


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

piccolo ladro imbroglione? Perchè svelare le fantasie<br />

di Matteo aprendo agli altri il suo mondo del tutto<br />

privato e socializzando vergognosamente le sue<br />

manie? Forse perchè il male è <strong>in</strong>sito <strong>in</strong> chi, come la<br />

Janara pannese, nasce o si sente diverso? Una<br />

risposta affermativa a quest'ultimo quesito sarebbe<br />

un errore sociologico: la manipolazione della realtà<br />

che la Janara agisce contro il gruppo dei Distratti<br />

non è mai distruttiva <strong>in</strong> maniera crudele e<br />

def<strong>in</strong>itiva, ma tende a scard<strong>in</strong>are uno degli aspetti<br />

personali e comuni <strong>in</strong>sieme che identificano i<br />

protagonisti delle vicende, <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tesi la stima di sè,<br />

l'immag<strong>in</strong>e pubblica, il valore all'<strong>in</strong>terno del gruppo<br />

stesso. E Lupo Mannaro spiega con chiara<br />

consapevolezza i processi <strong>in</strong>teriori e magici di<br />

Janara, quando riferisce che: " Lupo Mannaro non<br />

lo sa, ma è stato più fortunato di me... A Lupo<br />

Mannaro è mancato solo il cibo e l'abbraccio<br />

dell'amore nelle sue veglie solitarie...Solo il cibo. E<br />

l'amore. Ma ha potuto sognare...Non ha ucciso<br />

nessuno...A me volevano impedire di entrare nelle<br />

loro case...e io avevo fame. Fame di strega. Fame di<br />

vita. Rovesciata. Capovolta. Storta. Sotterrata.<br />

Straziata." E' un canto di nostalgia e rimpianto di<br />

quanto le èstato impedito di vivere, quello della<br />

Janara, di un Sogno che l'ha scacciata da sè: " Si<br />

può stare seduti/ un'esistenza <strong>in</strong>tera/ ad ascoltare<br />

i lutti/ di una scomparsa/ e breve e scarna/<br />

distante primavera" ; sono malefici, i suoi, che<br />

hanno la loro genesi <strong>in</strong> un'umanità ignorata e<br />

trascurata: si può diventare streghe, allora, per<br />

molto, molto meno..." E poi basta un saluto/ un<br />

saluto mancato/ un suono <strong>in</strong>differente/ uno<br />

23


La Janara Pannese – Il Sogno<br />

sguardo distratto/ e un amore negato/ un sipario<br />

calato/ un amico mancato/ a barattare tutta/ tutta<br />

la speranza/con l'astioso dettato / del mio del tuo<br />

dest<strong>in</strong>o...Una strega mancata/ un Lupo senza<br />

penne/ senza ali nè piume..." E , questo dest<strong>in</strong>o di<br />

esclusione, Janara lo vede a specchio nel fratello, <strong>in</strong><br />

Lupo Mannaro, altra e simile diversità trasc<strong>in</strong>ata da<br />

Janara a fungere da spettatore di una vendetta che<br />

altro non è che sogno dell'uguaglianza ,della<br />

similarità con gli altri, dell'<strong>in</strong>clusione nella<br />

normalità. Un sogno che non si avvera mai, per chi<br />

è ignorato senza capirne mai il vero motivo, proprio<br />

da quelli da cui vorrebbe essere amato e con cui<br />

vorrebbe condividere una piccola parte di vita. "<br />

Salvare una memoria/ restituendosi all'ora/ o<br />

vivere per vivere/un tempo <strong>in</strong>capace/ di deviare i<br />

pensieri/ al sereno sole di ieri..." E dunque, la<br />

lezione che emerge da questo bel <strong>libro</strong> di Lupo<br />

Mannaro è una lezione di forte eticità , di filosofia<br />

morale: il male persiste e si ripete quando il gruppo<br />

sociale maggioritario esclude le m<strong>in</strong>oranze diverse,<br />

le sbeffeggia o, peggio ancora, le ignora; il male si<br />

spande a Panni quando lo stereotipo della cultura e<br />

del benessere preme sul più umile e sul più<br />

disgraziato e lo <strong>in</strong>feriorizza <strong>in</strong>vece di accoglierlo ed<br />

ascoltarlo, e questo <strong>in</strong> nome del mal<strong>in</strong>teso di una<br />

felicità che si creda eterna, quando è transitoria; il<br />

male si fa Janara malefica a Panni e doloroso Lupo<br />

Mannaro nella dimenticanza di una diversità che<br />

non può essere mai solo e soltanto tradizione e<br />

folklore perchè ne esiste una versione che si tiene<br />

artificiosamente coperta, ma è creata da noi stessi.<br />

Corrado Brigant<strong>in</strong>i.<br />

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