31.05.2013 Views

Relazione Finale Titolo: 3.2.4 Il controllo naturale ... - Ricercaforestale

Relazione Finale Titolo: 3.2.4 Il controllo naturale ... - Ricercaforestale

Relazione Finale Titolo: 3.2.4 Il controllo naturale ... - Ricercaforestale

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Ri.Selv.Italia<br />

Sottoprogetto 3.2<br />

SELVICOLTURA, FUNZIONALITA’ E GESTIONE SOSTENIBILE DEI CEDUI NELL’AREA<br />

APPENNINICA E MEDITERRANEA<br />

Responsabile scientifico<br />

Gianfranco Fabbio<br />

(C.R.A. - Istituto Sperimentale per la Selvicoltura, Arezzo)<br />

<strong>Relazione</strong> <strong>Finale</strong><br />

<strong>Titolo</strong>: <strong>3.2.4</strong> <strong>Il</strong> <strong>controllo</strong> <strong>naturale</strong> dei lepidotteri defogliatori nei cedui<br />

di cerro: strategie selvicolturali e impatto degli<br />

ooparassitoidi.<br />

UO: CRA – Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia, Via Lanciola 12/A, 50125<br />

Firenze<br />

Responsabile Unità Operativa: Prof. Pio Federico Roversi roversi@isza.it<br />

1) Obiettivi della scheda di ricerca<br />

Su di una parte significativa della vasta superficie occupata nel nostro Paese dalle cerrete si<br />

sono verificati negli ultimi decenni variazioni nelle modalità di gestione che hanno visto<br />

progressivamente ampliarsi l’area interessata da boschi in evoluzione <strong>naturale</strong> per<br />

sospensione dei trattamenti o avviati ad alto fusto. Questi cambiamenti sono stati<br />

accompagnati con frequenza crescente da attacchi massali di lepidotteri che hanno causato<br />

gravi e ripetute defogliazioni di vaste formazioni boscate. Le infestazioni sono state registrate<br />

con ritmi crescenti in aree diverse della penisola e delle principali isole ed hanno interessato in<br />

modo massiccio soprassuoli forestali puri o con prevalenza di Quercus cerris L.<br />

A seguito del susseguirsi dei danni arrecati da lepidotteri defogliatori sono state avviate<br />

indagini per la messa a punto di affidabili modelli previsionali mirati a consentire<br />

l’implementazione di affidabili reti permanenti di monitoraggio per prevedere con sufficiente<br />

anticipo l’avvio di nuove massicce infestazioni.<br />

Gli studi preliminari condotti in alcune aree interessate da questi attacchi hanno inoltre<br />

evidenziato le lacune nelle conoscenze sulla biodiversità e sull’impatto delle associazioni di<br />

antagonisti naturali delle specie nocive, oofagi in particolare. In particolare le indagini svolte<br />

in natura hanno posto in risalto l’importanza della struttura e della composizione delle cenosi<br />

arboree nel bio<strong>controllo</strong> ed evidenziato la necessità di acquisire conoscenze sulla “behaviour<br />

ecology” delle specie di oofagi di maggiore interesse per definire strategie di tutela delle<br />

specie principali e di potenziamento della loro azione nei riguardi dei fitofagi bersaglio.<br />

Tra i fattori biotici che contribuiscono a limitare i numerosi lepidotteri defogliatori delle querce<br />

(circa 200 specie nella sola Europa), assumono una notevole importanza gli insetti<br />

entomofagi, predatori e parassitoidi. Nell’ambito di quest’ultimi gli ooparassitoidi impedendo la<br />

nascita delle larve dei defogliatori esercitano un’azione preventiva diretta e pertanto rivestono<br />

un notevole interesse ai fini della protezione dei boschi dagli attacchi di questi fitofagi. Tenuto<br />

conto che il <strong>controllo</strong> <strong>naturale</strong> esercitato dagli oofagi nel loro complesso sui defogliatori può<br />

dipendere dalla presenza di diverse specie di ospiti sulle querce, dal tipo di legame ospiteentomofago<br />

e da fattori ambientali determinati da caratteristiche stazionali, la ricerca è stata<br />

mirata allo studio del funzionamento dei sistemi defogliatore-oofagi in cedui di cerro con<br />

caratteristiche diverse, nell’ottica di contribuire alla individuazione di modalità di gestione<br />

delle cerrete che consentano l’espressione delle potenzialità di contenimento delle specie<br />

dannose da parte di questi ausiliari. Con riferimento a questi aspetti con la ricerca proposta si<br />

è inteso individuare le “guilds” di oofagi dei principali defogliatori e delle specie satelliti e<br />

studiare i fattori che influiscono sull’impatto degli oofagi sulle uova dei defogliatori di<br />

maggiore interesse per la difesa fitosanitaria delle cerrete, combinando indagini in natura e<br />

studi comportamentali in ambiente controllato.<br />

1


Nel complesso le indagini sono state pertanto mirate a definire tecniche di monitoraggio delle<br />

specie nocive e ad individuare strategie idonee a favorire l’azione di <strong>controllo</strong> <strong>naturale</strong> dei<br />

fitofagi nocivi.<br />

Obiettivi specifici<br />

1) elaborare protocolli di monitoraggio efficienti e non eccessivamente onerosi per seguire le<br />

dinamiche di popolazione di lepidotteri defogliatori in grado di dare luogo ad attacchi massali e<br />

consentire ove necessario tempestivi e corretti interventi di <strong>controllo</strong> fitosanitario; quanto<br />

sopra con particolare attenzione alla processionaria della quercia specie i cui attacchi da alcuni<br />

anni vengono segnalati con frequenza crescente in molti ambienti delle Penisola italiana<br />

soprattutto in ambienti di ecotono e in cedui avviati all’altofusto.<br />

2) studiare i meccanismi di omeostasi dei sistemi indagati con riferimento alle dinamiche di<br />

popolazione dei lepidotteri defogliatori e dei loro antagonisti naturali in grado di esercitare la<br />

loro azione sulle uova.<br />

3) definire strategie per evitare l'insorgere nei querceti di pullulazioni di defogliatori o<br />

quantomeno contenerne le infestazioni favorendo il <strong>controllo</strong> <strong>naturale</strong> e/o individuando<br />

modalità di lotta biologica attuabili in ambiente di querceto.<br />

2) Materiali, metodi e organizzazione del lavoro<br />

Messa a punto di tecniche di monitoraggio<br />

La ricerca è stata portata avanti in collaborazione con la Direzione Generale dello Sviluppo<br />

Economico della Regione Toscana, l’Arsia e le Università di Sassari e Firenze, ed ha<br />

interessato prevalentemente tre ampie aree sperimentali, rappresentate da comprensori<br />

boschivi con cerrete o formazioni a prevalenza di cerro localizzati nel territorio del Chianti<br />

Fiorentino, sulle colline Pisane e nell’area della Comunità Montana del Cetona in provincia di<br />

Siena.<br />

In cedui del Chianti in evoluzione <strong>naturale</strong> sono stati individuati ambienti con boschi misti di<br />

cerro e roverella intercalati ad aree coltivate con olivo e vite, nei quali fin dalla seconda metà<br />

degli anni 80 vengono condotte indagini sulla dinamica di popolazione della Tortrice verde<br />

delle querce (Tortrix viridana L.) e sulle tecniche di monitoraggio di questa specie con mezzi<br />

biotecnici. Nelle colline Pisane l’area di studio comprende la Foresta di S. Luce, con prevalenza<br />

di querce termofile o mesotermofile, nelle quali particolarmente evidente risulta<br />

l’intersecazione tra le varie tipologie vegetazionali. La maggior parte dei soprassuoli della<br />

Foresta di S. Luce sono stati in passato interessati dal governo a ceduo, ma dopo l’acquisto da<br />

parte della Regione Toscana si è proceduto su di un’ampia parte della foresta all’avviamento<br />

all’altofusto, principalmente delle cerrete, con il metodo del diradamento dal basso della<br />

componente pollonifera e diradamento dall’alto per la selezione operata nel piano dominante.<br />

In quest’ultima area a partire dalla metà degli anni ’90 sono stati registrate intense gradazioni<br />

della Processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea L.), temibile lepidottero<br />

taumetopeide le cui infestazioni sono causa non solo di gravi danni ai soprassuoli ma anche di<br />

pericolose ricadute di carattere igienico-sanitario per la grande quantità di peli urticanti portati<br />

sul dorso dalle larve. L’ampia area di studio scelta nel territorio della Comunità Montana del<br />

Cetona ed interessante i territori di 5 Comuni, comprende estese cerrete avviate all’alto fusto<br />

confinanti con cedui matricinati è stata scelta per le recenti infestazioni massali di un'altra<br />

specie con larve provviste di strutture urticanti di difesa, Euproctis chrysorrhoea L.<br />

In aree di saggio permanenti rappresentative delle diverse situazioni presenti in questi<br />

ambienti si è provveduto alla raccolta di campioni di rami con ovature e uova isolate o<br />

deposte in piccoli cluster delle tre specie sopracitate e di altre specie satelliti di lepidotteri<br />

defogliatori. Per quanto attiene le ricerche svolte nella Foresta di S. Luce le ricerche finalizzate<br />

a definire la distribuzione spaziale delle ovature della processionaria della quercia ed<br />

ottimizzare le operazioni di campionamento nell’ambito di un monitoraggio di routine, hanno<br />

richiesto l’abbattimento in cedui avviati di 200 piante di altezza compresa tra 8 e 15 metri.<br />

Con riferimento alle indagini afferenti la messa a punto di una tecnica di monitoraggio precoce<br />

utilizzabile per i rilievi sui livelli di infestazione iniziale di Euproctis chrysorrhoea (L.),<br />

condotti nelle cerrete della Comunità Montana del Cetona, gli studi sono stati incentrati principalmente<br />

sulle possibilità di definire già a fine estate i livelli di infestazione. A tale scopo in<br />

2


10 stazioni sono stati effettuati a fine agosto sopralluoghi per identificare e segnare 10 piante/stazione<br />

sulle quali con l’aiuto di un binocolo sono stati conteggiati sulla parte apicale delle<br />

querce la presenza dei nidi del defogliatore formata dalle larve delle prime età: sulle stesse<br />

piante un <strong>controllo</strong> invernale ha permesso di conteggiare il numero di nidi di svernamento parametro<br />

di norma utilizzato per determinare il livello di infestazione.<br />

Individuazione delle associazioni fitofago-oofagi per le specie maggiormente nocive<br />

e per le specie satelliti che accompagnano le gradazioni dei lepidotteri defogliatori<br />

più importanti.<br />

I campioni biologici raccolti nelle diverse aree di studio sono stati immessi in celle climatizzate<br />

fino alla nascita delle larve dei fitofagi ed alla comparsa di eventuali ooparassitoidi. Gli<br />

esemplari di oofagi ottenuti sono inoltre stati esaminati preliminarmente per un primo lavoro<br />

di screening ed in seguito inviati ai relativi specialisti. Ulteriori indagini di laboratorio sulle<br />

ovature sono state mirate alla stima dell’incidenza complessiva dei diversi fattori di mortalità<br />

nelle tipologie di cedui di cerro presi in esame.<br />

Nel secondo anno sono state avviate anche indagini di ecologia comportamentale sugli<br />

entomofagi con l’ausilio di mezzi informatici, per indagare sui fattori capaci di influire sulla<br />

“Parasitoid and Predator efficiency”.<br />

Nel terzo anno, nonostante la drastica riduzione del finanziamento sono proseguiti i rilievi<br />

sull’incidenza dei fattori biotici di mortalità in ambienti con popolazioni dei fitofagi principali in<br />

fase di latenza o di progradazione. L’ultimo anno di studio è stato anche utilizzato per<br />

l’elaborazione l’insieme dei dati raccolti.<br />

3) Risultati raggiunti<br />

Nell’ottica di agevolare le operazioni di monitoraggio definendo un metodo rapido di stima<br />

della quantità di uova contenute nelle ovature di T. processionea, è stata effettuata in primo<br />

luogo la regressione delle variabili indipendenti lunghezza e larghezza delle ovature sul<br />

numero uova contenute all’interno e sono stati calcolati sia i limiti fiduciali del coefficiente di<br />

regressione che gli ambiti di predizione (n=100). L’esame delle relazioni tra le variabili<br />

lunghezza e larghezza delle ovature e numero di uova contenute, esaminate per definire<br />

metodi rapidi di stima del numero uova, ha evidenziato una relazione altamente significativa<br />

tra lunghezza espressa in mm e numero totale di uova contenute in ciascuna ovatura. La retta<br />

di regressione relativa al diagramma di dispersione del numero uova in funzione della<br />

lunghezza per 132 ovature ha infatti fornito un coefficiente di determinazione r 2 =0,807 con un<br />

p


Allo scopo di individuare indicatori biologici abbinati ai cambiamenti di massa della popolazione<br />

di T. processionea dopo la culminazione delle infestazioni per evidenziare in anticipo l’avvio di<br />

ridimensionamenti numerici delle popolazioni sono stati verificati i livelli correlazione della<br />

densità ovature/branca con i valori di fecondità e percentuali di uova regolarmente schiuse. In<br />

relazione alla necessità di verificare l’influenza in anni di forte infestazione di elevate densità<br />

della popolazione larvale del fitofago, con fenomeni diffusi di affamamento e stress fisiologico,<br />

sulla vigoria della generazione successiva, il numero medio ovature ramo all’anno t è stato<br />

messo in relazione con la fecondità e la percentuale di schiusura delle uova nell’anno<br />

successivo t+1. Per gli ambienti indagati e per popolazioni in fase di culmine e retrogradazione<br />

è stata osservata una correlazione negativa tra densità espressa in ovature/branca all’anno t e<br />

fecondità media all’anno successivo (t+1) (R 2 =0.9917 p


In relazione alla definizione delle guilds di ooparassitoidi si evidenzia che le comunità di<br />

ooparassitoidi attivi sulle uova dei principali defogliatori (Lymantria dispar, Thaumetopoea<br />

processionea, Tortrix viridana, Malacosoma neustrium, Hybernia defoliaria e Opheroptera<br />

brumata.) nei cedui di cerro presi in esame, sono risultate caratterizzate come segue:<br />

Tab. 1– Quadro riassuntivo delle “Associazioni” Lepidotteri-Ooparassitoidi: in grigio sono<br />

evidenziate le associazioni definite nel secondo anno di indagine.<br />

Famiglia Defogliatore Ooparassitoidi<br />

Tortricidae<br />

Tortrix viridana<br />

Lasiocampidae Malacosoma neustrium<br />

Geometridae<br />

Trichogramma sp.<br />

Anastatus bifasciatus<br />

Telenomus sp.<br />

Ooencyrtus sp.<br />

Erannis defoliaria Telenomus sp.<br />

Operophthera brumata Trchogramma sp.<br />

Telenomus minutum<br />

Thaumetopoeidae Thaumetopea processionea Trichogramma dendrolimi<br />

Anastatus bifasciatus<br />

Ooencyrtus masii<br />

Lymantriidae Euproctis chrysorrhoea Trichogramma dendrolimi<br />

Telenomus turkarkandas<br />

Lymantria dispar Anastatus disparis<br />

Ooencyrtus kuwanae<br />

Orgyia antiqua Telenomus dalmannii<br />

Trichogramma dendrolimi<br />

Lycaenidae<br />

Notodontidae<br />

Thecla quercus<br />

Phalera bucephala<br />

Encyrtidae<br />

Telenomus brevis<br />

Elaborare una metodica automatizzata di laboratorio per le indagini di ecologia<br />

comportamentale sull’efficacia di parassitoidi oofagi attivi su uova deposte in<br />

“cluster”.<br />

La messa a punto del sistema hardware e software per lo studio con mezzi informatici del<br />

comportamento di artropodi (Ethovision), ha richiesto un complesso lavoro di calibrazione<br />

dell’attrezzatura sulle specie oggetto di studio, con particolare riferimento alla definizione delle<br />

dimensioni delle aree e della tracciabilità di uno o più esemplari ccontemporaneamente.<br />

Particolarmente impegnativa e delicata è stata la fase di messa a punto del sistema sia per<br />

quanto ha interessato la calibrazione dello stesso per ottenere la tracciabilità (RTD, Real-Time<br />

Detection) degli artropodi studiati sia per quanto riguarda l’acquisizione, la piena fruibilità e<br />

l’analisi dei dati derivanti dallo studio del comportamento degli artropodi. Si è cercato di<br />

rendere l’attrezzatura adatta all’identificazione di soggetti (insetti, acari) con uno spettro di<br />

caratteristiche morfologiche (forma e dimensione), fisiologiche (velocità e tempi di reazione<br />

allo stimolo) e funzionali estremamente ampio e differenziato. In particolare si è cercato di<br />

ampliare la dimensione dell’arena in cui effettuare i differenti test affinché questo parametro<br />

non costituisse condizione limitante l’esame del comportamento dell’oggetto (esemplare)<br />

dell’esperimento. In una serie di test finalizzati a valutare l’effetto di sostanze chimiche (‘HIP<br />

volatiles’, Herbivore Induced Plant volatiles), è stato possibile ‘pedinare’ l’organismo e<br />

valutare la sua risposta all’interno di un’arena utile con un diametro fino a 80 volte la<br />

lunghezza dell'organismo stesso. Esperimenti che prevedessero test binomiali di scelta sono<br />

stati condotti su dischetti (diametro di circa 2 cm) di foglia di varie piante (SDL, Short-<br />

5


Distance Location) per una valutazione real time della prontezza della risposta (a stimoli,<br />

turbative, etc.) e della destinazione d'uso dell'energia immagazzinata ('handling' della preda,<br />

area ispezionata, etc.). Dato che il comportamento di un animale si può considerare, in<br />

definitiva, l’espressione funzionale del DNA al livello più alto ed integrato, l’utilizzo del sistema<br />

di acquisizione dati che consenta la ripetitività delle osservazioni, annulli o limiti<br />

significativamente l’errore umano o, talvolta, la sua soggettività si è rivelato di particolare<br />

ausilio nel validare supposizioni o di appoggio ad altre tecniche volte ad approfondire la<br />

conoscenza su dati bioecologici di specie di interesse agroforestale.<br />

Le attività su questi aspetti sono state drasticamente ridimensionate rispetto alle previsioni iniziali a<br />

causa di una riduzione del 62,5 % rispetto al finanziamento previsto per il terzo anno di attività: i<br />

fondi a disposizione sono passati infatti da 18.895,00 a 7.000,00. È stato pertanto impossibile<br />

usufruire come per gli anni precedenti di un collaboratore laureato che era già stato addestrato<br />

nel primo biennio, da destinare alle indagini di laboratorio sui fattori capaci di influenzare la<br />

“Parasitoid efficiency” e la “Discovery efficiency” degli ooparassitoidi di maggiore importanza per<br />

il <strong>controllo</strong> dei defogliatori.<br />

4) Conclusioni e prospettive di prosecuzione<br />

Gli aspetti che sono stati sviluppati nel corso dell’indagine possono essere riassunti come<br />

segue:<br />

messa a punto di affidabili modelli previsionali per popolazioni di Processionaria della quercia<br />

ed Euprottide in fase di culmine e retrogradazione, utilizzabili in reti permanenti di<br />

monitoraggio fitosanitario delle avversità delle foreste;<br />

definizione dei fattori biotici di <strong>controllo</strong> delle uova delle specie nocive prese in esame in<br />

cerrete che vegetano in ambienti di bassa quota caratterizzati da condizioni termofile e mesotermofile,<br />

nei quali con più forte intensità e maggiore frequenza si stanno registrando danni<br />

da defogliatori.<br />

I risultati ottenuti aprono interessanti prospettive di prosecuzione soprattutto per quanto<br />

attiene l’estensione dei modelli previsionali ad altre fasi gradologiche e specie differenti di<br />

defogliatori. Di particolare interesse anche la prosecuzione delle indagini indirizzate alla<br />

individuazione di specifici interventi per singole tipologie vegetazionali mirati a potenziare<br />

l’attività degli antagonisti naturali e ove possibile sfruttarne l’azione di contenimento <strong>naturale</strong><br />

con interventi diretti finalizzati al potenziamento del bio-<strong>controllo</strong> delle specie nocive.<br />

Partecipanti al Progetto appartenenti all’UO<br />

Dr.ssa Valeria Francardi, Dr. Andrea Binazzi, 1 assegnista di ricerca (per un periodo limitato a<br />

seguito della drastica riduzione del finanziamento previsto per il terzo anno).<br />

Finanziamenti ricevuti complessivamente (nel triennio)<br />

€ 62.538,00<br />

Elenco pubblicazioni edite<br />

Roversi P.F., 2002 – Dinamica di popolazione di Thaumetopoea processionea L.:<br />

indicatori biologici ottenuti dalle ovature. Primo contributo. – La Difesa delle<br />

Piante. Atti Giornate di studio “Metodi Numerici, Statistici e Informatici nella<br />

Difesa delle Colture Agrarie e delle Foreste: Ricerca e Applicazioni”, Scuola<br />

Superiore S.Anna, Pisa 20-23 maggio: 185-195.<br />

Roversi P.F., Bin F., 2002 – To oviposit in hatched eggs: an escape strategy in<br />

response to egg parasitoid attack. - Proceedings Egg Parasitoids for Biocontrol of<br />

Insect Pest, 6 th International Symposium, 15-18 settembre 2002, Perugia: 57.<br />

6


Serra G., Roversi P.F., Cao O.V., Luciano P., 2002 – Utilizzo di trappole a<br />

feromone per il monitoraggio di Tortrix viridana L. XIX Congresso Nazionale<br />

Italiano di Entomologia, Catania 10-15 giugno 2002. Riassunti dei contributi<br />

scientifici: 188.<br />

Tiberi R., Ragazzi A., Marianelli L., Sabbatini Peverieri G., Roversi P.F., 2002 –<br />

Insects and fungi involved in oak declines in Italy. – Integrated Protection in<br />

Quercus sp. Forests. 3 rd meeting. – IOBC-OILB, Oeiras-Lisbona, 1-4 October<br />

2001, IOBC wprs Bull. 25(5): 67-74.<br />

Roversi P.F., 2005 – <strong>Relazione</strong> sulla seconda annualità. Progetto RI.SEL.ITALIA,<br />

scheda <strong>3.2.4</strong>. Presentazione PPT in occasione della riunione di coordinamento di<br />

sottoprogetto. Arezzo 13.12.2005.<br />

Marianelli L., Marziali L., Bagnoli M., Roversi P.F., 2006 - Predicting regional Oak<br />

Processionary Moth populations trends using egg masses density and spatial<br />

analysis (Lepidoptera Thaumetopoeidae). Proceedings “Spatial Data Methods for<br />

Environmental and Ecological Processes”. Foggia September 14-15, 2006.<br />

Marianelli L., Marziali L., Squarcini M., Bagnoli M., Roversi P.F.<br />

Lo studio delle dinamiche spaziali dei lepidotteri defogliatori a livello di<br />

comprensori forestali: il caso della Processionaria della quercia nella Foresta di<br />

Santa Luce (PI). Convegno Nazionale “Emergenze fitosanitarie in ambito<br />

forestale. Aspetti legislativi e nuovi orientamenti di difesa in bosco e in vivaio.<br />

Nuoro, 17-19 maggio 2007 (in stampa).<br />

Roversi P.F., 2007 – Emergenze entomologiche nei boschi italiani. Convegno<br />

Nazionale “Emergenze fitosanitarie in ambito forestale. Aspetti legislativi e nuovi<br />

orientamenti di difesa in bosco e in vivaio. Nuoro, 17-19 maggio 2007 (in<br />

stampa).<br />

Roversi P.F., Marianelli L., Marziali L., Squarcini M., Fabbricatore T.<br />

Indicatori biologici per lo studio della dinamica di popolazione della<br />

Processionaria della quercia. Convegno Nazionale “Emergenze fitosanitarie in<br />

ambito forestale. Aspetti legislativi e nuovi orientamenti di difesa in bosco e in<br />

vivaio. Nuoro, 17-19 maggio 2007 (in stampa).<br />

Roversi P.F., 2007 – Dinamica di popolazione della Processionaria della quercia e<br />

modelli previsionali a breve termine. <strong>Relazione</strong> al convegno per la presentazione<br />

dei risultati del “Progetto nazionale strategico RI.SELV.ITALIA Ambiente-Foresta-<br />

Legno”, Potenza 19-21 giugno 2007.<br />

Elenco delle pubblicazioni in corso di stampa<br />

Roversi P.F. – Spatial distribution of Oak Processionary Moth egg masses in Quercus<br />

cerris L. woods.<br />

Roversi P.F. - Importance of the type of forest habitat for functioning of the<br />

parasitoid-host system.<br />

Roversi P.F. – Eggs mortality factors of Oak processionary Caterpillars in Turkey oak<br />

woods.<br />

7

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!