Relazione Finale Titolo: 3.2.4 Il controllo naturale ... - Ricercaforestale
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Ri.Selv.Italia<br />
Sottoprogetto 3.2<br />
SELVICOLTURA, FUNZIONALITA’ E GESTIONE SOSTENIBILE DEI CEDUI NELL’AREA<br />
APPENNINICA E MEDITERRANEA<br />
Responsabile scientifico<br />
Gianfranco Fabbio<br />
(C.R.A. - Istituto Sperimentale per la Selvicoltura, Arezzo)<br />
<strong>Relazione</strong> <strong>Finale</strong><br />
<strong>Titolo</strong>: <strong>3.2.4</strong> <strong>Il</strong> <strong>controllo</strong> <strong>naturale</strong> dei lepidotteri defogliatori nei cedui<br />
di cerro: strategie selvicolturali e impatto degli<br />
ooparassitoidi.<br />
UO: CRA – Centro di Ricerca per l’Agrobiologia e la Pedologia, Via Lanciola 12/A, 50125<br />
Firenze<br />
Responsabile Unità Operativa: Prof. Pio Federico Roversi roversi@isza.it<br />
1) Obiettivi della scheda di ricerca<br />
Su di una parte significativa della vasta superficie occupata nel nostro Paese dalle cerrete si<br />
sono verificati negli ultimi decenni variazioni nelle modalità di gestione che hanno visto<br />
progressivamente ampliarsi l’area interessata da boschi in evoluzione <strong>naturale</strong> per<br />
sospensione dei trattamenti o avviati ad alto fusto. Questi cambiamenti sono stati<br />
accompagnati con frequenza crescente da attacchi massali di lepidotteri che hanno causato<br />
gravi e ripetute defogliazioni di vaste formazioni boscate. Le infestazioni sono state registrate<br />
con ritmi crescenti in aree diverse della penisola e delle principali isole ed hanno interessato in<br />
modo massiccio soprassuoli forestali puri o con prevalenza di Quercus cerris L.<br />
A seguito del susseguirsi dei danni arrecati da lepidotteri defogliatori sono state avviate<br />
indagini per la messa a punto di affidabili modelli previsionali mirati a consentire<br />
l’implementazione di affidabili reti permanenti di monitoraggio per prevedere con sufficiente<br />
anticipo l’avvio di nuove massicce infestazioni.<br />
Gli studi preliminari condotti in alcune aree interessate da questi attacchi hanno inoltre<br />
evidenziato le lacune nelle conoscenze sulla biodiversità e sull’impatto delle associazioni di<br />
antagonisti naturali delle specie nocive, oofagi in particolare. In particolare le indagini svolte<br />
in natura hanno posto in risalto l’importanza della struttura e della composizione delle cenosi<br />
arboree nel bio<strong>controllo</strong> ed evidenziato la necessità di acquisire conoscenze sulla “behaviour<br />
ecology” delle specie di oofagi di maggiore interesse per definire strategie di tutela delle<br />
specie principali e di potenziamento della loro azione nei riguardi dei fitofagi bersaglio.<br />
Tra i fattori biotici che contribuiscono a limitare i numerosi lepidotteri defogliatori delle querce<br />
(circa 200 specie nella sola Europa), assumono una notevole importanza gli insetti<br />
entomofagi, predatori e parassitoidi. Nell’ambito di quest’ultimi gli ooparassitoidi impedendo la<br />
nascita delle larve dei defogliatori esercitano un’azione preventiva diretta e pertanto rivestono<br />
un notevole interesse ai fini della protezione dei boschi dagli attacchi di questi fitofagi. Tenuto<br />
conto che il <strong>controllo</strong> <strong>naturale</strong> esercitato dagli oofagi nel loro complesso sui defogliatori può<br />
dipendere dalla presenza di diverse specie di ospiti sulle querce, dal tipo di legame ospiteentomofago<br />
e da fattori ambientali determinati da caratteristiche stazionali, la ricerca è stata<br />
mirata allo studio del funzionamento dei sistemi defogliatore-oofagi in cedui di cerro con<br />
caratteristiche diverse, nell’ottica di contribuire alla individuazione di modalità di gestione<br />
delle cerrete che consentano l’espressione delle potenzialità di contenimento delle specie<br />
dannose da parte di questi ausiliari. Con riferimento a questi aspetti con la ricerca proposta si<br />
è inteso individuare le “guilds” di oofagi dei principali defogliatori e delle specie satelliti e<br />
studiare i fattori che influiscono sull’impatto degli oofagi sulle uova dei defogliatori di<br />
maggiore interesse per la difesa fitosanitaria delle cerrete, combinando indagini in natura e<br />
studi comportamentali in ambiente controllato.<br />
1
Nel complesso le indagini sono state pertanto mirate a definire tecniche di monitoraggio delle<br />
specie nocive e ad individuare strategie idonee a favorire l’azione di <strong>controllo</strong> <strong>naturale</strong> dei<br />
fitofagi nocivi.<br />
Obiettivi specifici<br />
1) elaborare protocolli di monitoraggio efficienti e non eccessivamente onerosi per seguire le<br />
dinamiche di popolazione di lepidotteri defogliatori in grado di dare luogo ad attacchi massali e<br />
consentire ove necessario tempestivi e corretti interventi di <strong>controllo</strong> fitosanitario; quanto<br />
sopra con particolare attenzione alla processionaria della quercia specie i cui attacchi da alcuni<br />
anni vengono segnalati con frequenza crescente in molti ambienti delle Penisola italiana<br />
soprattutto in ambienti di ecotono e in cedui avviati all’altofusto.<br />
2) studiare i meccanismi di omeostasi dei sistemi indagati con riferimento alle dinamiche di<br />
popolazione dei lepidotteri defogliatori e dei loro antagonisti naturali in grado di esercitare la<br />
loro azione sulle uova.<br />
3) definire strategie per evitare l'insorgere nei querceti di pullulazioni di defogliatori o<br />
quantomeno contenerne le infestazioni favorendo il <strong>controllo</strong> <strong>naturale</strong> e/o individuando<br />
modalità di lotta biologica attuabili in ambiente di querceto.<br />
2) Materiali, metodi e organizzazione del lavoro<br />
Messa a punto di tecniche di monitoraggio<br />
La ricerca è stata portata avanti in collaborazione con la Direzione Generale dello Sviluppo<br />
Economico della Regione Toscana, l’Arsia e le Università di Sassari e Firenze, ed ha<br />
interessato prevalentemente tre ampie aree sperimentali, rappresentate da comprensori<br />
boschivi con cerrete o formazioni a prevalenza di cerro localizzati nel territorio del Chianti<br />
Fiorentino, sulle colline Pisane e nell’area della Comunità Montana del Cetona in provincia di<br />
Siena.<br />
In cedui del Chianti in evoluzione <strong>naturale</strong> sono stati individuati ambienti con boschi misti di<br />
cerro e roverella intercalati ad aree coltivate con olivo e vite, nei quali fin dalla seconda metà<br />
degli anni 80 vengono condotte indagini sulla dinamica di popolazione della Tortrice verde<br />
delle querce (Tortrix viridana L.) e sulle tecniche di monitoraggio di questa specie con mezzi<br />
biotecnici. Nelle colline Pisane l’area di studio comprende la Foresta di S. Luce, con prevalenza<br />
di querce termofile o mesotermofile, nelle quali particolarmente evidente risulta<br />
l’intersecazione tra le varie tipologie vegetazionali. La maggior parte dei soprassuoli della<br />
Foresta di S. Luce sono stati in passato interessati dal governo a ceduo, ma dopo l’acquisto da<br />
parte della Regione Toscana si è proceduto su di un’ampia parte della foresta all’avviamento<br />
all’altofusto, principalmente delle cerrete, con il metodo del diradamento dal basso della<br />
componente pollonifera e diradamento dall’alto per la selezione operata nel piano dominante.<br />
In quest’ultima area a partire dalla metà degli anni ’90 sono stati registrate intense gradazioni<br />
della Processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea L.), temibile lepidottero<br />
taumetopeide le cui infestazioni sono causa non solo di gravi danni ai soprassuoli ma anche di<br />
pericolose ricadute di carattere igienico-sanitario per la grande quantità di peli urticanti portati<br />
sul dorso dalle larve. L’ampia area di studio scelta nel territorio della Comunità Montana del<br />
Cetona ed interessante i territori di 5 Comuni, comprende estese cerrete avviate all’alto fusto<br />
confinanti con cedui matricinati è stata scelta per le recenti infestazioni massali di un'altra<br />
specie con larve provviste di strutture urticanti di difesa, Euproctis chrysorrhoea L.<br />
In aree di saggio permanenti rappresentative delle diverse situazioni presenti in questi<br />
ambienti si è provveduto alla raccolta di campioni di rami con ovature e uova isolate o<br />
deposte in piccoli cluster delle tre specie sopracitate e di altre specie satelliti di lepidotteri<br />
defogliatori. Per quanto attiene le ricerche svolte nella Foresta di S. Luce le ricerche finalizzate<br />
a definire la distribuzione spaziale delle ovature della processionaria della quercia ed<br />
ottimizzare le operazioni di campionamento nell’ambito di un monitoraggio di routine, hanno<br />
richiesto l’abbattimento in cedui avviati di 200 piante di altezza compresa tra 8 e 15 metri.<br />
Con riferimento alle indagini afferenti la messa a punto di una tecnica di monitoraggio precoce<br />
utilizzabile per i rilievi sui livelli di infestazione iniziale di Euproctis chrysorrhoea (L.),<br />
condotti nelle cerrete della Comunità Montana del Cetona, gli studi sono stati incentrati principalmente<br />
sulle possibilità di definire già a fine estate i livelli di infestazione. A tale scopo in<br />
2
10 stazioni sono stati effettuati a fine agosto sopralluoghi per identificare e segnare 10 piante/stazione<br />
sulle quali con l’aiuto di un binocolo sono stati conteggiati sulla parte apicale delle<br />
querce la presenza dei nidi del defogliatore formata dalle larve delle prime età: sulle stesse<br />
piante un <strong>controllo</strong> invernale ha permesso di conteggiare il numero di nidi di svernamento parametro<br />
di norma utilizzato per determinare il livello di infestazione.<br />
Individuazione delle associazioni fitofago-oofagi per le specie maggiormente nocive<br />
e per le specie satelliti che accompagnano le gradazioni dei lepidotteri defogliatori<br />
più importanti.<br />
I campioni biologici raccolti nelle diverse aree di studio sono stati immessi in celle climatizzate<br />
fino alla nascita delle larve dei fitofagi ed alla comparsa di eventuali ooparassitoidi. Gli<br />
esemplari di oofagi ottenuti sono inoltre stati esaminati preliminarmente per un primo lavoro<br />
di screening ed in seguito inviati ai relativi specialisti. Ulteriori indagini di laboratorio sulle<br />
ovature sono state mirate alla stima dell’incidenza complessiva dei diversi fattori di mortalità<br />
nelle tipologie di cedui di cerro presi in esame.<br />
Nel secondo anno sono state avviate anche indagini di ecologia comportamentale sugli<br />
entomofagi con l’ausilio di mezzi informatici, per indagare sui fattori capaci di influire sulla<br />
“Parasitoid and Predator efficiency”.<br />
Nel terzo anno, nonostante la drastica riduzione del finanziamento sono proseguiti i rilievi<br />
sull’incidenza dei fattori biotici di mortalità in ambienti con popolazioni dei fitofagi principali in<br />
fase di latenza o di progradazione. L’ultimo anno di studio è stato anche utilizzato per<br />
l’elaborazione l’insieme dei dati raccolti.<br />
3) Risultati raggiunti<br />
Nell’ottica di agevolare le operazioni di monitoraggio definendo un metodo rapido di stima<br />
della quantità di uova contenute nelle ovature di T. processionea, è stata effettuata in primo<br />
luogo la regressione delle variabili indipendenti lunghezza e larghezza delle ovature sul<br />
numero uova contenute all’interno e sono stati calcolati sia i limiti fiduciali del coefficiente di<br />
regressione che gli ambiti di predizione (n=100). L’esame delle relazioni tra le variabili<br />
lunghezza e larghezza delle ovature e numero di uova contenute, esaminate per definire<br />
metodi rapidi di stima del numero uova, ha evidenziato una relazione altamente significativa<br />
tra lunghezza espressa in mm e numero totale di uova contenute in ciascuna ovatura. La retta<br />
di regressione relativa al diagramma di dispersione del numero uova in funzione della<br />
lunghezza per 132 ovature ha infatti fornito un coefficiente di determinazione r 2 =0,807 con un<br />
p
Allo scopo di individuare indicatori biologici abbinati ai cambiamenti di massa della popolazione<br />
di T. processionea dopo la culminazione delle infestazioni per evidenziare in anticipo l’avvio di<br />
ridimensionamenti numerici delle popolazioni sono stati verificati i livelli correlazione della<br />
densità ovature/branca con i valori di fecondità e percentuali di uova regolarmente schiuse. In<br />
relazione alla necessità di verificare l’influenza in anni di forte infestazione di elevate densità<br />
della popolazione larvale del fitofago, con fenomeni diffusi di affamamento e stress fisiologico,<br />
sulla vigoria della generazione successiva, il numero medio ovature ramo all’anno t è stato<br />
messo in relazione con la fecondità e la percentuale di schiusura delle uova nell’anno<br />
successivo t+1. Per gli ambienti indagati e per popolazioni in fase di culmine e retrogradazione<br />
è stata osservata una correlazione negativa tra densità espressa in ovature/branca all’anno t e<br />
fecondità media all’anno successivo (t+1) (R 2 =0.9917 p
In relazione alla definizione delle guilds di ooparassitoidi si evidenzia che le comunità di<br />
ooparassitoidi attivi sulle uova dei principali defogliatori (Lymantria dispar, Thaumetopoea<br />
processionea, Tortrix viridana, Malacosoma neustrium, Hybernia defoliaria e Opheroptera<br />
brumata.) nei cedui di cerro presi in esame, sono risultate caratterizzate come segue:<br />
Tab. 1– Quadro riassuntivo delle “Associazioni” Lepidotteri-Ooparassitoidi: in grigio sono<br />
evidenziate le associazioni definite nel secondo anno di indagine.<br />
Famiglia Defogliatore Ooparassitoidi<br />
Tortricidae<br />
Tortrix viridana<br />
Lasiocampidae Malacosoma neustrium<br />
Geometridae<br />
Trichogramma sp.<br />
Anastatus bifasciatus<br />
Telenomus sp.<br />
Ooencyrtus sp.<br />
Erannis defoliaria Telenomus sp.<br />
Operophthera brumata Trchogramma sp.<br />
Telenomus minutum<br />
Thaumetopoeidae Thaumetopea processionea Trichogramma dendrolimi<br />
Anastatus bifasciatus<br />
Ooencyrtus masii<br />
Lymantriidae Euproctis chrysorrhoea Trichogramma dendrolimi<br />
Telenomus turkarkandas<br />
Lymantria dispar Anastatus disparis<br />
Ooencyrtus kuwanae<br />
Orgyia antiqua Telenomus dalmannii<br />
Trichogramma dendrolimi<br />
Lycaenidae<br />
Notodontidae<br />
Thecla quercus<br />
Phalera bucephala<br />
Encyrtidae<br />
Telenomus brevis<br />
Elaborare una metodica automatizzata di laboratorio per le indagini di ecologia<br />
comportamentale sull’efficacia di parassitoidi oofagi attivi su uova deposte in<br />
“cluster”.<br />
La messa a punto del sistema hardware e software per lo studio con mezzi informatici del<br />
comportamento di artropodi (Ethovision), ha richiesto un complesso lavoro di calibrazione<br />
dell’attrezzatura sulle specie oggetto di studio, con particolare riferimento alla definizione delle<br />
dimensioni delle aree e della tracciabilità di uno o più esemplari ccontemporaneamente.<br />
Particolarmente impegnativa e delicata è stata la fase di messa a punto del sistema sia per<br />
quanto ha interessato la calibrazione dello stesso per ottenere la tracciabilità (RTD, Real-Time<br />
Detection) degli artropodi studiati sia per quanto riguarda l’acquisizione, la piena fruibilità e<br />
l’analisi dei dati derivanti dallo studio del comportamento degli artropodi. Si è cercato di<br />
rendere l’attrezzatura adatta all’identificazione di soggetti (insetti, acari) con uno spettro di<br />
caratteristiche morfologiche (forma e dimensione), fisiologiche (velocità e tempi di reazione<br />
allo stimolo) e funzionali estremamente ampio e differenziato. In particolare si è cercato di<br />
ampliare la dimensione dell’arena in cui effettuare i differenti test affinché questo parametro<br />
non costituisse condizione limitante l’esame del comportamento dell’oggetto (esemplare)<br />
dell’esperimento. In una serie di test finalizzati a valutare l’effetto di sostanze chimiche (‘HIP<br />
volatiles’, Herbivore Induced Plant volatiles), è stato possibile ‘pedinare’ l’organismo e<br />
valutare la sua risposta all’interno di un’arena utile con un diametro fino a 80 volte la<br />
lunghezza dell'organismo stesso. Esperimenti che prevedessero test binomiali di scelta sono<br />
stati condotti su dischetti (diametro di circa 2 cm) di foglia di varie piante (SDL, Short-<br />
5
Distance Location) per una valutazione real time della prontezza della risposta (a stimoli,<br />
turbative, etc.) e della destinazione d'uso dell'energia immagazzinata ('handling' della preda,<br />
area ispezionata, etc.). Dato che il comportamento di un animale si può considerare, in<br />
definitiva, l’espressione funzionale del DNA al livello più alto ed integrato, l’utilizzo del sistema<br />
di acquisizione dati che consenta la ripetitività delle osservazioni, annulli o limiti<br />
significativamente l’errore umano o, talvolta, la sua soggettività si è rivelato di particolare<br />
ausilio nel validare supposizioni o di appoggio ad altre tecniche volte ad approfondire la<br />
conoscenza su dati bioecologici di specie di interesse agroforestale.<br />
Le attività su questi aspetti sono state drasticamente ridimensionate rispetto alle previsioni iniziali a<br />
causa di una riduzione del 62,5 % rispetto al finanziamento previsto per il terzo anno di attività: i<br />
fondi a disposizione sono passati infatti da 18.895,00 a 7.000,00. È stato pertanto impossibile<br />
usufruire come per gli anni precedenti di un collaboratore laureato che era già stato addestrato<br />
nel primo biennio, da destinare alle indagini di laboratorio sui fattori capaci di influenzare la<br />
“Parasitoid efficiency” e la “Discovery efficiency” degli ooparassitoidi di maggiore importanza per<br />
il <strong>controllo</strong> dei defogliatori.<br />
4) Conclusioni e prospettive di prosecuzione<br />
Gli aspetti che sono stati sviluppati nel corso dell’indagine possono essere riassunti come<br />
segue:<br />
messa a punto di affidabili modelli previsionali per popolazioni di Processionaria della quercia<br />
ed Euprottide in fase di culmine e retrogradazione, utilizzabili in reti permanenti di<br />
monitoraggio fitosanitario delle avversità delle foreste;<br />
definizione dei fattori biotici di <strong>controllo</strong> delle uova delle specie nocive prese in esame in<br />
cerrete che vegetano in ambienti di bassa quota caratterizzati da condizioni termofile e mesotermofile,<br />
nei quali con più forte intensità e maggiore frequenza si stanno registrando danni<br />
da defogliatori.<br />
I risultati ottenuti aprono interessanti prospettive di prosecuzione soprattutto per quanto<br />
attiene l’estensione dei modelli previsionali ad altre fasi gradologiche e specie differenti di<br />
defogliatori. Di particolare interesse anche la prosecuzione delle indagini indirizzate alla<br />
individuazione di specifici interventi per singole tipologie vegetazionali mirati a potenziare<br />
l’attività degli antagonisti naturali e ove possibile sfruttarne l’azione di contenimento <strong>naturale</strong><br />
con interventi diretti finalizzati al potenziamento del bio-<strong>controllo</strong> delle specie nocive.<br />
Partecipanti al Progetto appartenenti all’UO<br />
Dr.ssa Valeria Francardi, Dr. Andrea Binazzi, 1 assegnista di ricerca (per un periodo limitato a<br />
seguito della drastica riduzione del finanziamento previsto per il terzo anno).<br />
Finanziamenti ricevuti complessivamente (nel triennio)<br />
€ 62.538,00<br />
Elenco pubblicazioni edite<br />
Roversi P.F., 2002 – Dinamica di popolazione di Thaumetopoea processionea L.:<br />
indicatori biologici ottenuti dalle ovature. Primo contributo. – La Difesa delle<br />
Piante. Atti Giornate di studio “Metodi Numerici, Statistici e Informatici nella<br />
Difesa delle Colture Agrarie e delle Foreste: Ricerca e Applicazioni”, Scuola<br />
Superiore S.Anna, Pisa 20-23 maggio: 185-195.<br />
Roversi P.F., Bin F., 2002 – To oviposit in hatched eggs: an escape strategy in<br />
response to egg parasitoid attack. - Proceedings Egg Parasitoids for Biocontrol of<br />
Insect Pest, 6 th International Symposium, 15-18 settembre 2002, Perugia: 57.<br />
6
Serra G., Roversi P.F., Cao O.V., Luciano P., 2002 – Utilizzo di trappole a<br />
feromone per il monitoraggio di Tortrix viridana L. XIX Congresso Nazionale<br />
Italiano di Entomologia, Catania 10-15 giugno 2002. Riassunti dei contributi<br />
scientifici: 188.<br />
Tiberi R., Ragazzi A., Marianelli L., Sabbatini Peverieri G., Roversi P.F., 2002 –<br />
Insects and fungi involved in oak declines in Italy. – Integrated Protection in<br />
Quercus sp. Forests. 3 rd meeting. – IOBC-OILB, Oeiras-Lisbona, 1-4 October<br />
2001, IOBC wprs Bull. 25(5): 67-74.<br />
Roversi P.F., 2005 – <strong>Relazione</strong> sulla seconda annualità. Progetto RI.SEL.ITALIA,<br />
scheda <strong>3.2.4</strong>. Presentazione PPT in occasione della riunione di coordinamento di<br />
sottoprogetto. Arezzo 13.12.2005.<br />
Marianelli L., Marziali L., Bagnoli M., Roversi P.F., 2006 - Predicting regional Oak<br />
Processionary Moth populations trends using egg masses density and spatial<br />
analysis (Lepidoptera Thaumetopoeidae). Proceedings “Spatial Data Methods for<br />
Environmental and Ecological Processes”. Foggia September 14-15, 2006.<br />
Marianelli L., Marziali L., Squarcini M., Bagnoli M., Roversi P.F.<br />
Lo studio delle dinamiche spaziali dei lepidotteri defogliatori a livello di<br />
comprensori forestali: il caso della Processionaria della quercia nella Foresta di<br />
Santa Luce (PI). Convegno Nazionale “Emergenze fitosanitarie in ambito<br />
forestale. Aspetti legislativi e nuovi orientamenti di difesa in bosco e in vivaio.<br />
Nuoro, 17-19 maggio 2007 (in stampa).<br />
Roversi P.F., 2007 – Emergenze entomologiche nei boschi italiani. Convegno<br />
Nazionale “Emergenze fitosanitarie in ambito forestale. Aspetti legislativi e nuovi<br />
orientamenti di difesa in bosco e in vivaio. Nuoro, 17-19 maggio 2007 (in<br />
stampa).<br />
Roversi P.F., Marianelli L., Marziali L., Squarcini M., Fabbricatore T.<br />
Indicatori biologici per lo studio della dinamica di popolazione della<br />
Processionaria della quercia. Convegno Nazionale “Emergenze fitosanitarie in<br />
ambito forestale. Aspetti legislativi e nuovi orientamenti di difesa in bosco e in<br />
vivaio. Nuoro, 17-19 maggio 2007 (in stampa).<br />
Roversi P.F., 2007 – Dinamica di popolazione della Processionaria della quercia e<br />
modelli previsionali a breve termine. <strong>Relazione</strong> al convegno per la presentazione<br />
dei risultati del “Progetto nazionale strategico RI.SELV.ITALIA Ambiente-Foresta-<br />
Legno”, Potenza 19-21 giugno 2007.<br />
Elenco delle pubblicazioni in corso di stampa<br />
Roversi P.F. – Spatial distribution of Oak Processionary Moth egg masses in Quercus<br />
cerris L. woods.<br />
Roversi P.F. - Importance of the type of forest habitat for functioning of the<br />
parasitoid-host system.<br />
Roversi P.F. – Eggs mortality factors of Oak processionary Caterpillars in Turkey oak<br />
woods.<br />
7