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12. Formazione, nuove tecnologie e interculturali- tà - Edutic

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MASSIMILIANO FIORUCCI<br />

La collaborazione va costruita. [...] Creare un ambiente per la collaborazione è un’arte, non una<br />

scienza, richiede competenze che implicano anche un senso estetico, una forte capaci<strong>tà</strong> intuitiva<br />

delle dinamiche profonde” (Calvani e Rotta, 1999: 191). E’ facile dedurre che il modello di<br />

apprendimento collaborativo e gli ambienti multimediali non sono ancora entrati in modo significativo<br />

nella scuola e sono penetrati solo in parte nel mondo più ampio della formazione.<br />

Le <strong>nuove</strong> <strong>tecnologie</strong> comunicative possono quindi rivelarsi un importante strumento per<br />

“fare educazione interculturale”. La comunicazione telematica alla base di Internet, può essere<br />

considerata un vero e proprio “linguaggio interculturale”, una forma comunicativa in cui<br />

le “culture” 5 hanno la possibili<strong>tà</strong> di conoscersi, confrontarsi, “dialogare” tra loro e insieme<br />

costruire.<br />

La rete Internet può rappresentare, in primo luogo, un ricco e importante patrimonio di<br />

contenuti e informazioni di natura interculturale: attraverso testi, racconti, immagini, musiche<br />

si possono conoscere alcuni elementi dei sistemi culturali diversi dal proprio. Le <strong>nuove</strong> <strong>tecnologie</strong><br />

offrono, inoltre, possibili<strong>tà</strong> di scambio, dialogo e conoscenza tra individui e real<strong>tà</strong> lontane e<br />

differenti: si pensi a tal proposito alle cosiddette chat (in cui persone che vivono anche in paesi<br />

e continenti diversi, possono conoscersi, parlare, costruire una relazione) o ai social network.<br />

L’educazione interculturale, in real<strong>tà</strong>, va realizzata nel contatto reale e quotidiano, ma anche<br />

ad un livello virtuale è possibile costruire le condizioni per avviare scambi e relazioni tra individui<br />

che non condividono sempre lo stesso sistema culturale e valoriale.<br />

La multimediali<strong>tà</strong> è concepibile, inoltre, anche come un facilitatore per l’acquisizione di<br />

competenze, atteggiamenti e abili<strong>tà</strong> tipicamente <strong>interculturali</strong>: gli utilizzatori della rete possono<br />

sperimentare il relativismo, la curiosi<strong>tà</strong>, il dialogo, il decentramento del proprio punto di<br />

vista. Le <strong>nuove</strong> forme di comunicazione e l’educazione interculturale costituiscono due modi di<br />

“essere-nel-mondo” tipici della contemporanei<strong>tà</strong>, condividono il medesimo paradigma: l’idea di<br />

cooperazione, di arricchimento proveniente da più fonti, di differenza come risorsa importante<br />

da riutilizzare positivamente e costruttivamente.<br />

La prospettiva interculturale e il mondo della rete Internet hanno in comune l’idea che<br />

vi siano significati univoci e definiti una volta per sempre. La rete può essere costantemente<br />

modificata, aggiornata e arricchita con il contributo di più soggetti. La rete Internet, infatti, è<br />

nata come un progetto in cui, spesso, individui diversi hanno la possibili<strong>tà</strong> di co-costruire lavorando<br />

congiuntamente. Per raggiungere tali obiettivi è però necessaria la capaci<strong>tà</strong> di “mediare”<br />

e negoziare visioni del mondo, mentali<strong>tà</strong> e interessi non sempre omogenei. E’ importante<br />

quindi acquisire la capaci<strong>tà</strong> di “decentrarsi”, di assumere una prospettiva di “etnocentrismo<br />

critico”, di mettere in discussione se stessi e il proprio universo culturale di riferimento in<br />

nome di azioni e lavori condivisi. Insegnare in chiave interculturale implica necessariamente<br />

5. Ovviamente non sono le culture a incontrarsi, ma le persone che rielaborano in modo unico e originale il loro rapporto<br />

con i sistemi culturali di origine. E, quindi, è pericolosa una interpretazione della cultura come qualcosa di statico e<br />

immodificabile. La cultura è un “sistema di riferimenti, simboli, credenze, che riceviamo in eredi<strong>tà</strong>, ma anche un inedito<br />

percorso individuale che ha il carattere dell’imprevedibili<strong>tà</strong> e della scelta. La cultura –la nostra e tutte le culture– è viva<br />

e dinamica, inserita in un processo di continuo cambiamento che si origina attraverso gli scambi, gli incontri, l’accoglienza<br />

di altri apporti e anche dalla difesa dei propri principi e riferimenti. […] La cultura di ciascuno di noi si costruisce<br />

e si modifica strada facendo e diventa la nostra storia, grazie alle scelte e alle variazioni individuali, che ci rendono per<br />

certi versi simili a coloro che si collocano nel nostro gruppo e nella nostra famiglia, ma anche estremamente diversi da<br />

ciascun altro individuo” (Favaro, 2004: 22 e 23). Cfr. anche Susi (1995: 47), Maalouf (1999), Rivera (2001: 75-106) e<br />

Aime (2004).

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