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Epilessie e sindromi epilettiche - TESTO

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11-capitolo 19-07-2006 10:32 Pagina 316<br />

316 11 – EPILESSIE<br />

Prognosi e terapia<br />

La prognosi è benigna in quanto, nella maggior parte dei<br />

casi, guarisce. Tuttavia possono residuare dei deficit che<br />

vanno dal deficit attentivo con iperattività a veri e propri<br />

disturbi del linguaggio. La risposta alla terapia è a<br />

volte scarsa per l’alta ricorrenza e la diversità degli episodi<br />

critici. La carbamazepina può accentuare il mioclono<br />

negativo.<br />

Epilessia autosomica dominante<br />

notturna del frontale<br />

È stata la prima Sindrome focale autosomica dominante,<br />

ereditata da singolo gene a essere descritta.<br />

Si manifesta nella tarda infanzia e in circa il 90% dei casi<br />

prima dei 20 anni, può persistere fino all’età adulta.<br />

L’epilessia del frontale è secondaria a diversi loci<br />

genici che codificano per i recettori nicotinici. Il primo<br />

(ENFL1) è stato localizzato sul cromosoma 20q13, il<br />

secondo (ENFL2) sul cromosoma 15q24 e il terzo<br />

(ENFL3) sul cromosoma 1q21. Altre mutazioni sono<br />

quelle sul cromosoma 2 e sul 10q. Nonostante questa<br />

notevole eterogeneità genetica il fenotipo clinico è piuttosto<br />

omogeneo.<br />

Decorso clinico<br />

Le crisi si manifestano tipicamente durante il sonno o subito<br />

prima del risveglio e mai di giorno, sono molto frequenti,<br />

quasi ogni notte, e sono caratterizzate da crisi motorie di<br />

tipo ipercinetico, tonico o distonico. Le crisi motorie sono<br />

improvvise, brusche e afinalistiche, spesso con improvvisi<br />

cambiamenti di posizione, sobbalzi, movimenti di pedalamento<br />

degli arti e delle braccia e può esservi secondaria<br />

generalizzazione. Non vi sono fenomeni postictali, la<br />

coscienza è conservata. Gli aspetti clinici di questa epilessia<br />

possono apparire poco chiari ed essere confusi con<br />

quelli degli eventi clinici parossistici non epilettici per cui<br />

la diagnosi può essere errata o ritardata. L’EEG è spesso<br />

normale sia in fase critica che in fase intercritica.<br />

Prognosi e terapia<br />

La terapia prevede una monoterapia con uno dei farmaci<br />

per l’epilessia parziale tuttavia in un terzo dei casi s’instaura<br />

una certa farmacoresistenza. Questa epilessia tende<br />

a persistere a lungo.<br />

Epilessia del lobo temporale<br />

È la forma più comune di epilessia focale. Per molti anni è<br />

stata considerata esclusivamente secondaria a lesioni cerebrali<br />

congenite o acquisite.<br />

Le epilessie non lesionali del lobo temporale comprendono<br />

un gruppo di epilessie genetiche alquanto disomogenee.<br />

Da un punto di vista strettamente clinico è possibile<br />

dividere le epilessie del temporale in due gruppi: e p i l e ssia<br />

mesiale del lobo temporale ed epilessia laterale del<br />

lobo temporale.<br />

Nel primo caso sono presenti sia una storia di CF sia la<br />

presenza di aura viscerale, gustativa od olfattiva, seguita<br />

da arresto motorio o assenza e afasia. La durata è di pochi<br />

minuti, l’inizio graduale e l’evoluzione lenta. Nel secondo<br />

caso l’aura è prevalentemente visiva con allucinazioni e<br />

talvolta distonie.<br />

Esistono due condizioni riferibile a apilessia familiare<br />

del lobo temporale:<br />

• epilessia familiare del temporale autosomica dominante;<br />

• convulsioni febbrili ed epilessia del lobo temporale.<br />

Epilessia familiare del lobo temporale autosomica<br />

dominante<br />

È stata descritta da Ottman nel 1995. Esordisce tra l’infanzia<br />

e l’età adulta con una netta prevalenza in adolescenza.<br />

Le convulsioni sono focali, ma talora con secondaria<br />

generalizzazione. È presente una tipica aura uditiva<br />

suggestiva, della sede laterale del lobo temporale.<br />

Non sono evidenti anomalie strutturali cerebrali e il<br />

decorso è benigno.<br />

L’EEG non sempre presenta anomalie e spesso questa<br />

condizione resta non diagnosticata.<br />

Il gene di questa epilessia è stato mappato sul cromosoma<br />

19q24 ed è stato denominato LGI1, codifica per una proteina<br />

chiamata epitempina la cui funzione non è ancora nota.<br />

Convulsioni febbrili ed epilessia del lobo temporale<br />

Le convulsioni febbrili, precedono la comparsa dell’epilessia<br />

del lobo temporale e, nel 30-60% dei casi, l’epilessia<br />

mesiale del temporale si associa a sclerosi dell’ippocampo.<br />

La reale relazione tra queste due condizioni è<br />

stata a lungo discussa ma non è ancora chiara. È probabile<br />

che nella stessa famiglia le anomalie dell’ippocampo<br />

predispongano alle CF, alla sclerosi e all’epilessia<br />

del lobo temporale, oppure che le CF e l’epilessia del<br />

temporale abbiano una doppia base genetica o ancora<br />

che le CF familiari possano complicarsi con la sclerosi<br />

dell’ippocampo.<br />

Le forme familiari di epilessia del lobo temporale con<br />

CF comprendono:<br />

• epilessia del lobo temporale con CF<br />

• epilessia del lobo temporale con sclerosi dell’ippocampo<br />

con o senza CF<br />

• altre epilessie del lobo temporale<br />

<strong>Epilessie</strong> parziali occipitali<br />

Queste epilessie comprendono oltre all’epilessia benigna<br />

idiopatica a parossismi occipitali, l’epilessia occipitale con<br />

crisi notturne e l’epilessia occipitale con calcificazioni unilaterali<br />

o bilaterali.<br />

Epilessia del lobo parietale<br />

In questa forma le crisi sono prevalentemente somatosensoriali<br />

con sensazioni di parestesie e offuscamenti; sono<br />

frequenti e possono essere associate a fenomeni motori<br />

oppure a marcia jacksoniana.

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