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Programma Realtà psichica e regole sociali - Roma Futura

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REALTÀ PSICHICA E REGOLE SOCIALI<br />

Denaro, potere e lavoro fra etica e narcisismo<br />

Il XVI Congresso Nazionale della SPI è stato preparato da tre incontri di discussione libera<br />

ai quali hanno preso parte, in gruppi di diverse dimensioni, circa 300 Soci. Le giornate di lavoro<br />

preparatorio hanno avuto luogo nell’autunno-inverno del 2010/2011, a Bologna, Milano e<br />

<strong>Roma</strong>. Il primo incontro ha avuto come oggetto di discussione il denaro, il secondo ha arontato<br />

le problematiche del lavoro mentre il terzo ha fatto centro sul tema dell’autorità e del potere.<br />

Dopo questi incontri preliminari, la Commissione Scientica e l’Esecutivo della SPI hanno<br />

discusso le tematiche emergenti dal lavoro dei gruppi e, in una riunione congiunta della<br />

primavera del 2011, hanno deciso di strutturare le attività del Congresso intorno a due parole<br />

chiave: etica e narcisismo. In attesa di individuare un titolo ecace, il sottotitolo scelto per<br />

l’iniziativa è stato dunque: Denaro, potere e lavoro fra etica e narcisismo.<br />

Le attività preparatorie sono poi proseguite a diversi livelli: all’interno della Commissione<br />

Scientica, nei rapporti con i Soci e nelle relazioni fra la Commissione Scientica e l’Esecutivo<br />

societario.<br />

Ai Soci della SPI, la CS ha inviato un documento che mirava a riassumere le idee che<br />

avevano motivato la sintesi delle discussioni preparatorie e a illustrare i temi sui quali chiedeva<br />

di esercitare la riessione e di organizzare le proposte.<br />

L’intenzione di chi ha responsabilità organizzative in questo Congresso – diceva il<br />

documento di presentazione – è di mettere a punto una metodologia adatta a questa specica<br />

tipologia di iniziativa scientica. Il XVI Congresso della SPI, infatti, non è un’attività interna<br />

di carattere teorico-tecnico (come è stato il Congresso di Taormina) ma un evento ‘aperto’,<br />

nalizzato al confronto con altre discipline su temi di interesse sociale generale.<br />

Le parole-chiave scelte per il sottotitolo, sono state inquadrate come segue.<br />

La parola narcisismo rimanda a una gura della mitologia greca utilizzata per arricchire il vocabolario<br />

tecnico e il repertorio concettuale della psicoanalisi. Introdotto da Sigmund Freud nel 1910, il vocabolo<br />

designa l’area dell’autorappresentazione e dell’equilibrio identitario, alludendo alla compresenza di<br />

dimensioni fra loro dicilmente distinguibili: il narcisismo come perversione sessuale, ma anche come<br />

stadio evolutivo dello sviluppo psichico, come investimento libidico sull’Io e come fenomeno psichico<br />

secondario al narcisismo infantile. Per orientarsi in questa vasta gamma di fenomeni e manifestazioni,<br />

sono state utilizzate coppie antinomiche come quella di narcisismo sano e patologico, di narcisismo<br />

primario e secondario, di narcisismo di vita e di narcisismo di morte.<br />

A cavallo fra gli anni sessanta e settanta, è avvenuta poi una svolta sociale e culturale che ha avuto<br />

anche una rilevanza clinica ancor’oggi cruciale.<br />

Béla Grumberger, Heinz Kohut, Herbert Rosenfeld e Christopher Lash descrissero fenomeni narcisistici<br />

da loro osservati nel campo individuale, mentre Didier Anzieu, Wilfred Bion, Janine Chasseguet-<br />

Smirgel, René Kaës, Pierre Turquet e molti altri lavorarono sulla dimensione gruppale studiando nuove<br />

illusioni collettive, radicali patti denegativi e assunti di base di carattere fusionale (‘meness’).<br />

Come il narcisismo, anche la parola etica aonda le sue radici nella cultura greca ma fa parte del<br />

vocabolario di un’altra disciplina: la losoa. Proposta per la prima volta da Aristotele, la formula<br />

‘teoria etica’ venne sin dall’inizio essenzialmente intesa come studio dell’ethos, cioè dei costumi<br />

prevalenti in una comunità. Mentre prima di lui Platone pensava di poter fondare la condotta umana<br />

sulla sua dottrina delle idee, Aristotele negava il carattere prescrittivo/normativo dell’etica e ne<br />

individuò i principi organizzatori nella dynámeis delle disposizioni naturali e delle facoltà spirituali<br />

degli uomini.<br />

È su questa base concettuale che, secoli dopo, Hegel distinguerà la Moralität come aspetto soggettivo

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