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L' EVANGELO COME MI E' - Mariamadremia.Net

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venuta.<br />

Ella, ormai volgente a vecchiezza, moglie da più e più lustri a Gioacchino, era<br />

sempre per lui ‘la sposa della sua giovinezza, la sua gioia, la cerva carissima,<br />

la graziosa gazzella’, le cui carezze avevano sempre il fresco incanto della<br />

prima sera nuziale e affascinavano dolcemente il suo amore, tenendolo fresco<br />

come fiore che una rugiada irrora e ardente come fuoco che sempre una mano<br />

alimenta. Perciò, nella loro afflizione di senza figli, l’un l’altro si dicevano<br />

‘parole di consolazione nei pensieri e negli affanni’.<br />

E su loro la Sapienza eterna, quando fu l’ora, dopo averli istruiti nella vita,<br />

li illuminò con i sogni della notte, diana del poema di gloria che doveva da<br />

essi venire e che era Maria Ss., la Madre mia. Se la loro umiltà non pensò a<br />

questo, il loro cuore però trepidò nella speranza al primo squillo della<br />

promessa di Dio. Già è certezza nelle parole di Gioacchino: ‘Spera, spera....<br />

Vinceremo Dio col nostro fedele amore’. Sognavano un figlio: ebbero la Madre di<br />

Dio.<br />

Le parole del libro della Sapienza paiono scritte per loro: ‘Per lei acquisterò<br />

gloria davanti al popolo.... per essa otterrò l’immortalità e lascerò eterna<br />

memoria di me a quelli che dopo me verranno’. Ma, per ottenere tutto questo,<br />

dovettero farsi re di una virtù verace e duratura che nessun evento lese. Virtù<br />

di fede. Virtù di carità. Virtù di speranza. Virtù di castità. La castità degli<br />

sposi! Essi l’ebbero, ché non occorre esser vergini per esser casti. E i talami<br />

casti hanno a loro custodi gli angeli e ad essi scendono figli buoni, che della<br />

virtù dei genitori fanno norma della loro vita.<br />

Ma ora dove sono? Ora non si vogliono figli, ma non si vuole però neppure la<br />

castità. Onde Io dico che l'amore e il talamo sono profanati"<br />

4. Anna con un cantico annunzia di essere madre. Nel suo seno è l’anima<br />

immacolata di Maria.<br />

24 agosto 1944<br />

Rivedo la casa di Gioacchino ed Anna. Nulla è mutato nell’interno, se si toglie<br />

i molti rami fioriti, messi in anfore qua e là, certo frutto delle potature<br />

fatte sugli alberi dell’orto che sono tutti in fiore: una nuvola che varia dal<br />

bianco neve al rosso di certi coralli.<br />

Anche il lavoro di Anna è diverso. Su un telaio più piccolo dell’altro ella<br />

tesse delle belle tele di lino, e canta, ritmando il moto del piede sul canto.<br />

Canta e sorride... A chi? A se stessa, a qualche cosa che ella vede nel suo<br />

interno.<br />

Il lento canto e pur lieto -che ho scritto a parte per seguirlo, perché lo<br />

ripete più volte come beandosi di esso, e lo dice sempre più forte e sicuro,<br />

come chi ha ritrovato un ritmo nel suo cuore e prima lo mormora in sordina e<br />

poi, sicuro, va più spedito ed alto di tono- dice (e lo trascrivo perché, nella<br />

sua semplicità, è tanto dolce):<br />

“Gloria al Signore Onnipotente che dei figli di Davide ebbe amore. Gloria<br />

al Signore!<br />

La sua suprema grazia dal Ciel m’ha visitata<br />

La vecchia pianta ha messo nuovo ramo, ed io son beata.<br />

Per la Festa delle Luci gettò seme la speranza;<br />

or di nisam la fragranza lo vede germogliar.<br />

Come il mandorlo si infiora la mia carne a primavera.<br />

Il suo frutto, sulla sera, essa sente di portar.<br />

Su quel ramo sta una rosa, sta un pomo dei più dolci.<br />

Sta una stella rilucente, sta un pargolo innocente.<br />

Sta la gioia della casa, dello sposo e della sposa.<br />

Lode a Dio, al mio Signore, che ebbe pietà di me.<br />

Me lo disse la sua luce: ‘Una stella a te verrà’.<br />

Gloria, gloria! Tuo sarà questo frutto della pianta,<br />

primo e estremo, santo e puro come dono del Signor.<br />

Tuo sarà e per lui venga gioia e pace sulla terra.<br />

Vola, o spola. Il filo serra per la tela dell’infante.<br />

Egli nasce! A Dio osannante vada il canto del mio cuor.”<br />

Entra Gioacchino quando ella sta per ripetere per la quarta volta il suo canto.

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