Giovanni Reale, STORIA DELLA FILOSOFIA ANTICA
Giovanni Reale, STORIA DELLA FILOSOFIA ANTICA
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vergine e protettrice dei partorienti. Ogni divinità ne ha una opposta: Apollo/Dioniso;<br />
Artemide/Afrodite etc.<br />
Perciò la forma polare è la struttura di base della teogonia greca e del modo<br />
greco di pensare in generale: il mondo è unità in quanto coppia di contrari.<br />
La divisione categoriale del reale<br />
Dai due Principi derivano i Numeri ideali, le Idee e tutte le cose. I numeri ideali<br />
non sono quelli la tematici, ma le loro essenze (perciò su di essi non si<br />
fanno operazioni!), sono i primi ad essere generati e costituiscono il modello<br />
di quella unità-nella-molteplicità propria di tutti i piani del reale e di tutti gli<br />
enti.<br />
La dottrina dei numeri di Platone è di carattere razionale, non mistico come<br />
per i pitagorici. Il concetto di numero stava ad indicare un rapporto di grandezze<br />
(e non un qualcosa di intero). Per i greci è allora normale tradurre le<br />
relazioni in numeri. Ogni idea ha una sua collocazione nel mondo delle idee<br />
(che dipende dalla sua universalità e dall'insieme dei rapporti che stringe con<br />
le altre idee) che può essere definita con un numero (riduzione delle idee a<br />
numeri). Per il greco è la bellezza, la perfezione, erano tutte questioni di rapporti<br />
numerici come dimostra l'architettura e l'arte greca (cfr. homo quadratus).<br />
Così dietro l'idea, la forma delle cose, si coglieva qualcosa di ulteriore,<br />
cioè il numero come rapporto. Sul piano metafisico, allora, le Idee suppongono<br />
un qualcosa di ulteriore, cioè i Numeri e i Principi da cui i Numeri derivano,<br />
queste idee hanno una struttura numerica e si possono anche chiamare Ideenumeri.<br />
I numeri matematici (non quelli ideali!) hanno un posto ontologicamente intermedio<br />
tra gli enti ideali e quelli sensibili in quanto sono immobili ed eterni<br />
come le Idee, ma sono diversi da esse perché ve ne sono molti di simili, come<br />
le cose sensibili. Così è anche per le figure geometriche.<br />
Il motivo teoretico di questa sta nel fatto che per Platone "la stessa cosa è il<br />
conoscere e l'essere", perciò alla conoscenza matematica (che è superiore alla<br />
conoscenza sensibile, ma inferiore a quella dialettica) deve corrispondere<br />
un livello ontologico.<br />
4. LA METAFISICA DELLE IDEE ALLA LUCE <strong>DELLA</strong> PROTOLOGIA<br />
DELLE "DOTTRINE NON SCRITTE" E LE ALLUSIONI CHE PLATONE FA<br />
ALLA DOTTRINA DEI PRINCIPI<br />
Eraclito aveva detto del Dio di Delfi: "non afferma né nasconde, ma lascia intendere<br />
per accenni" e così è anche per Platone.<br />
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