31.05.2013 Views

50 anni del Masi - E. Masi

50 anni del Masi - E. Masi

50 anni del Masi - E. Masi

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

LA PRESENTE PUBBLICAZIONE È STATA CURATA DA:<br />

prof.ssa MARIA CARLA D’ORTA - Dirigente<br />

prof.ssa ANGELA MASSARO - Docente<br />

prof.ssa MARIA TAROLLO - Docente<br />

prof.ssa TERESA PADALINO - già Docente,<br />

collaboratrice esterna.<br />

PROGETTO GRAFICO:<br />

Ideo Palmisano - ISTITUTO PALMISANO s.a.s.<br />

STAMPA:<br />

Centrografico Francescano<br />

Foggia<br />

Edizione fuori commercio<br />

riservata all’Istituto Tecnico Statale<br />

per geometri “E. <strong>Masi</strong>” di Foggia.<br />

ISBN 978-88-89202-30-2<br />

© 2009 Palmisano Edizioni<br />

71100 Foggia - Via <strong>del</strong>la Rocca, 19<br />

www.istitutopalmisano.com<br />

info@istitutopalmisano.com


Agli studenti di oggi e di domani<br />

perché sappiano<br />

che il futuro <strong>del</strong> Paese<br />

passa necessariamente<br />

attraverso la Scuola.<br />

Alle Istituzioni pubbliche,<br />

al mondo produttivo <strong>del</strong> Paese<br />

perché i nostri studenti<br />

abbiano ancora la speranza<br />

di “coltivare sogni”...


SOMMARIO<br />

7 PRESENTAZIONE<br />

13 TESTIMONIANZE<br />

25 ESPERIENZE<br />

79 RICORDI<br />

103 ORGANIGRAMMA


PRESENTAZIONE<br />

prof.ssa Maria Carla D’Orta<br />

Dirigente I.T.G. “MASI” Foggia


Ho il piacere e l’onore di presentare il volume che raccoglie cinquant’<strong>anni</strong> di storia <strong>del</strong>l’Istituto<br />

Tecnico per Geometri “Eugenio <strong>Masi</strong>” di Foggia.<br />

Ogni anno ha rappresentato un momento fondamentale, una scelta, una conquista, una svolta,<br />

una realtà da condividere.<br />

Perché la scelta <strong>del</strong>la pubblicazione?<br />

Certamente per testimoniare cinquant’<strong>anni</strong> di questa scuola, ma soprattutto per rendere<br />

pubbliche una memoria storica e una documentazione didattica di grande valore ai fini <strong>del</strong>la<br />

prosecuzione di un percorso di qualità e di offerta formativa coerente e credibile, in una fase di<br />

grandi cambiamenti<br />

Il tema <strong>del</strong>l’istruzione, e <strong>del</strong>l’istruzione tecnica in particolare, deve richiamare l’attenzione degli<br />

addetti ai lavori e di tutti coloro che condividono l’idea che “l’istruzione è stata e dovrebbe essere in una<br />

società democratica una <strong>del</strong>le leve più potenti per la realizzazione <strong>del</strong>l’individuo, un veicolo importante di mobilità<br />

sociale e il luogo originario <strong>del</strong>la formazione dei diritti civili”.<br />

Siamo convinti che la qualità <strong>del</strong>la formazione <strong>del</strong>le persone è un fattore fondamentale per la<br />

crescita <strong>del</strong> Paese ed in fondo questo pare essere il filo conduttore <strong>del</strong>la scuola che ho il piacere e<br />

l’onore di dirigere, filo conduttore tenuto fermo con eguale impegno ed intensità dai colleghi che<br />

mi hanno preceduto:<br />

Gaetano Salvemini, Antonio Iozzi, Bartolo Sanno, Michele Ferrarese, Antonietta D’Arcangelo.<br />

Certamente non vanno sottaciute le difficoltà <strong>del</strong>l’istruzione tecnica in un periodo di forte<br />

licealizzazione dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado; vanno tuttavia evidenziati<br />

gli sforzi per far emergere l’identità e la valenza pedagogica <strong>del</strong>l’istruzione tecnica come canale<br />

formativo dotato di propria identità.<br />

Il raccordo con il territorio e il rapporto con il mondo produttivo sono certamente un “leitmotiv”<br />

<strong>del</strong>le scelte didattiche operate da questo Istituto. Su questo mi soffermerò brevemente in seguito:<br />

ora permettetemi di svolgere alcune considerazioni più approfondite su due aspetti fondamentali<br />

che interagiscono con la storia <strong>del</strong>”<strong>Masi</strong>” e definiscono le prospettive che si aprono e i percorsi che<br />

dovremo percorrere. Intendo riferirmi alle dinamiche che hanno investito nel tempo l’Istruzione<br />

Tecnica. Negli <strong>anni</strong>, grazie al contributo dei docenti, molti dei quali professionisti nel settore <strong>del</strong>le<br />

costruzioni, alla stretta collaborazione con le associazioni operanti sul territorio nel campo edile e<br />

<strong>del</strong>l’ambiente (Ordine degli Ingegneri, Assoindustria, Collegio dei geometri, Università di Foggia e<br />

di Bari, Camera di Commercio, ...) attraverso la continua attenzione alle linee educative e formative<br />

PRESENTAZIONE 9


10<br />

più attuali, (Progetti Europei, FERS, PON, ECDL, certificazioni di lingua inglese, ...) l’Istituto ha<br />

realizzato numerosi servizi al territorio e alle famiglie degli alunni, perseguendo l’obiettivo che<br />

da sempre è <strong>del</strong> “<strong>Masi</strong>”: costruire una Comunità scolastica capace di dialogare e di mettersi in<br />

gioco, con coraggio, con l’unico scopo di favorire la formazione umana, tecnica e culturale degli<br />

allievi e il loro inserimento nei vari ambiti <strong>del</strong>la vita sociale locale e nazionale. Ciò è avvenuto tra<br />

grandi difficoltà, in un momento in cui l’Istruzione Tecnica sembrava aver perso la sua funzione di<br />

“volano” <strong>del</strong>lo sviluppo economico <strong>del</strong> nostro Paese. Tali difficoltà raggiunsero il massimo <strong>del</strong>la loro<br />

“potenzialità disorientante” proprio nei primi <strong>anni</strong> duemila,quando arrivai alla guida <strong>del</strong>l’Istituto<br />

Tecnico per geometri “<strong>Masi</strong> “di Foggia. Si era in piena crisi degli Istituti tecnici e i tentativi di<br />

rivitalizzarli (vedi liceo tecnologico o altro) si infrangevano contro le incertezze amministrative e le<br />

“paure” dei Collegi dei Docenti. Un ciclo virtuoso era finito da tempo e i Tecnici sopravvivevano<br />

con difficoltà anche perché, nel contempo, la “clonazione” di indirizzi avviati nell’istruzione<br />

professionale poneva problemi di “concorrenza” e di oscuramento <strong>del</strong>la qualità, anche a fronte di<br />

un fenomeno che si andava radicalizzando nella società: le famiglie passavano sempre più da una<br />

richiesta di valore ad una di certificazione (purchessia!).<br />

Nonostante tutte le difficoltà, insieme ai Docenti,caparbiamente,andammo avanti testimoniando<br />

la volontà di opporci al pur legittimo pessimismo dilagante e ad una deriva pericolosamente<br />

avanzante; lo facemmo, tentando di intravedere e di scorgere,come i naviganti,un approdo, una<br />

speranza di riassetto <strong>del</strong>la Scuola entro un quadro possibile di compatibilità, didattiche,finanziarie<br />

e gestionali, che fossero in grado di ridare fiducia ai giovani, alle loro famiglie, a tutti gli operatori<br />

<strong>del</strong>la Scuola.<br />

Un punto forte di riferimento c’era e su quello lavorammo: il radicamento <strong>del</strong> “<strong>Masi</strong>” sul territorio.<br />

Capimmo che questa era l’unica strada per parlare alla utenza e, in un certo qual modo,anche per<br />

selezionarla, offrendo proposte formative fortemente articolate che andavano dalle esperienze di<br />

Istruzione Tecnica superiore, a quelle <strong>del</strong>l’alternanza scuola-lavoro, etc.<br />

Va detto che tutte queste attività di rapporto con il territorio,che interagivano con le attività<br />

curriculari, non sarebbero state possibili se non avessi trovato al “<strong>Masi</strong>” professionalità e disponibilità<br />

sensibili alla innovazione e al cambiamento. L’intero corpo professionale <strong>del</strong> “Geometra” di Foggia<br />

ha collaborato con la dirigenza su almeno tre punti decisivi:<br />

• La consapevolezza che bisognava uscire dal guado attraverso vie nuove e inesplorate sia sul<br />

terreno strettamente didattico-contenutistico sia su quello metodologico;<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


• La certezza che bisognava rompere le maglie <strong>del</strong>la gabbia limitante dei saperi in senso stretto<br />

per far acquisire,quanto più possibile, abilità e competenze spendibili sul mercato <strong>del</strong> lavoro o<br />

nel prosieguo degli Studi;<br />

• L’ambizione a chiudere il circolo <strong>del</strong> saper e <strong>del</strong> saper fare, anche trasferendo nel vissuto<br />

scolastico curriculare conoscenze,tecnologie e competenze di cui molti Docenti erano portatori in<br />

quanto liberi Professionisti.<br />

Nel documentare, quindi, la storia <strong>del</strong> <strong>Masi</strong> non va taciuto il grande lavoro, spesso “ultra vires”,<br />

che in questi ultimi <strong>anni</strong> la Comunità scolastica <strong>del</strong> “<strong>Masi</strong>” ha svolto per rimanere al passo, con<br />

qualità e credibilità, in un sistema scolastico scosso da impeti riformistici conclamati e non realizzati,<br />

da incertezze politiche di fondo, da grande disorientamento pedagogico.<br />

Va detto però, e concludo quindi con il cauto ottimismo di una speranza possibile,che qualcosa<br />

sta cambiando. Molte <strong>del</strong>le cause che hanno portato al lento declino <strong>del</strong>l’Istruzione Tecnica<br />

(l’attenuazione <strong>del</strong>l’identità professionale degli insegnanti, il venir meno <strong>del</strong>la certa e rapida<br />

transizione al lavoro, il mancato decollo <strong>del</strong>l’istruzione tecnica superiore breve, la valorizzazione<br />

da parte <strong>del</strong> ministero <strong>del</strong>la impostazione liceale degli studi secondari, la disaffezione da parte<br />

<strong>del</strong>le famiglie rispetto ad un percorso di studio per il lavoro,etc) stanno venendo meno in un clima<br />

politico-pedagogico che sembra aver recuperato la consapevolezza di una specifica peculiarità<br />

degli Istituti tecnici, che richiede un nuovo mo<strong>del</strong>lo di “governance” degli stessi, in un quadro<br />

complessivo di riduzione <strong>del</strong>la frammentazione degli indirizzi e dei contenuti di insegnamento.<br />

Tocca a tutti noi saper cogliere l’occasione e coltivare queste opportunità. E’ una sfida alla quale<br />

il “<strong>Masi</strong>” non si sottrarrà. E’ un impegno che, come Dirigente, sento di dover perseguire con tenacia<br />

e risolutezza guardando a quello che abbiamo costruito finora ma, soprattutto, fidando in quello<br />

che le nostre intelligenze sapranno mettere in campo in termini di innovazione, di rimotivazione e,<br />

permettetemi, di dedizione sul piano etico e deontologico.<br />

PRESENTAZIONE 11


TESTIMONIANZE<br />

Sono messaggi di stima e di affetto con cui<br />

Istituzioni pubbliche e private, attraverso i loro<br />

rappresentanti, sono vicini all’ITG “<strong>Masi</strong>”<br />

in occasione <strong>del</strong>le celebrazioni <strong>del</strong> suo<br />

cinquantesimo <strong>anni</strong>versario.<br />

Parole di congratulazioni e auguri che consegnano<br />

alla nostra Scuola il sempre più difficile compito di<br />

formare giovani “lavoratori <strong>del</strong>la conoscenza”, in<br />

grado di interpretare la complessità <strong>del</strong> 3° millennio.


Dal 1959 ad oggi sono ormai trascorsi cinquant’<strong>anni</strong> dalla nascita <strong>del</strong>l’istituto tecnico per<br />

geometri “Eugenio <strong>Masi</strong>”. Nel corso degli <strong>anni</strong>, prima da alunno poi da genitore, ho constatato<br />

la grande efficienza didattica, ma soprattutto la spinta progettuale che ha sempre contraddistinto<br />

l’istituto <strong>Masi</strong> sul nostro territorio, soprattutto oggi, che è accresciuto e migliorato.<br />

Non posso non tornare indietro nel tempo, quando anch’io frequentavo quest’istituto;<br />

si sa quanto siano lieti e spensierati gli <strong>anni</strong> <strong>del</strong>la scuola e allo stesso modo quanto siano state, a<br />

volte, dure e tormentate quelle ore tra i banchi nell’attesa <strong>del</strong>le interrogazioni; su come evitarle “noi<br />

<strong>del</strong> geometra” avevamo un rimedio: non guardare negli occhi la dea Minerva! La statua situata nel<br />

cortile <strong>del</strong>la scuola è stata fonte di questa leggenda, che da sempre si tramanda di padre in figlio,<br />

come un segreto iniziatico. Ricordo anche con simpatia la mia esperienza nella squadra di pallavolo<br />

che mi ha segnato profondamente in positivo: ne ho tratto insegnamenti e valori come l’onestà,<br />

la sana competitività, il saper perdere con dignità e il saper gioire compostamente <strong>del</strong>le grandi<br />

vittorie. Valori, questi, che come nello sport sono significativi anche nella vita.<br />

La passione per questo indirizzo di studi, comunque, ha sempre accompagnato il mio percorso<br />

scolastico all’Eugenio <strong>Masi</strong> ed ora, che mi ritengo un appagato professionista, non posso non<br />

ringraziare i miei professori per avermi formato professionalmente e soprattutto eticamente.<br />

Ora rivivo quegli <strong>anni</strong> attraverso le esperienze dei miei due figli che, forse stimolati dai miei<br />

racconti di ragazzo e dalla mia soddisfazione professionale, hanno scelto entrambi di iscriversi a<br />

quest’istituto, che a mio avviso, e non solo, può, in questo periodo di forte crisi occupazionale,<br />

conferire una preparazione tale da poter essere pronti al mondo lavorativo, il quale prevede, grazie<br />

a tali conoscenze, un’ampia scelta di figure professionali.<br />

Durante questi cinquant’<strong>anni</strong> l’ITG <strong>Masi</strong> è stato un esempio di eccellenza, dando luogo ad<br />

attività e progetti formativi in grado di arricchire le conoscenze e le capacità dei propri studenti,<br />

ha garantito un’istruzione specifica ed innovativa grazie ad un corpo docente valido e volitivo, i<br />

presidi avvicendatisi hanno dimostrato di essere ottimi coordinatori e di gestire al meglio l’istituto,<br />

consentendo la sua crescita ed evoluzione tecnologica.<br />

Sento di essere testimone di tale crescita e di augurare per questo <strong>anni</strong>versario all’intera equipe e<br />

agli studenti passati, presenti e futuri un altrettanto illustre cinquantennio.<br />

geom. Michele Gesualdo<br />

Presidente Consiglio d’Istituto<br />

TESTIMONIANZE 15


16<br />

Il <strong>50</strong>° <strong>anni</strong>versario <strong>del</strong>l’Istituto E. <strong>Masi</strong> di Foggia mi offre l’opportunità di riflettere sugli Istituti<br />

tecnici e sulla loro storia: una storia che ha accompagnato e caratterizzato lo sviluppo <strong>del</strong> nostro<br />

Paese.<br />

La loro capacità di formare quadri e personale, fornito di funzioni e competenze che l’innovazione<br />

tecnologica richiedeva, ha consentito all’Italia di realizzare un processo di crescita, anche industriale,<br />

di alta qualità, in grado di competere con i Paesi più avanzati.<br />

Nell’ultimo decennio, però, il loro ruolo è sembrato meno significativo per una diffusa e non<br />

condivisibile licealizzazione di percorsi di secondaria di secondo grado e per la preoccupazione di<br />

status da parte <strong>del</strong>le famiglie, che ritenevano di garantire la promozione sociale dei propri figli, e<br />

per il venir meno <strong>del</strong>la rapida e sicura transizione al mondo <strong>del</strong> lavoro.<br />

Ma, proprio in funzione <strong>del</strong> difficile momento che tutti stiamo vivendo, è necessario ripensare<br />

al ruolo che gli Istituti tecnici possono svolgere, soprattutto se si tiene conto dei dati forniti dal<br />

Sistema Excelsior, secondo cui le previsioni di assunzione dei diplomati sono passate dal 34% <strong>del</strong><br />

2006 al 40 % <strong>del</strong> 2008.<br />

È indubbio che il compito che la Scuola è chiamata a svolgere oggi è sicuramente più difficile di<br />

quello svolto nel passato in quanto, parafrasando Federico Bufera, si tratta di formare “lavoratori<br />

<strong>del</strong>la conoscenza”, lavoratori cioè che sappiano gestire processi complessi, che abbiano gradi<br />

di autonomia elevati, che siano flessibili e propositivi in una società in continua e frenetica<br />

evoluzione.<br />

Sempre più importante, pertanto, è il ruolo che i tecnici possono ricoprire, soprattutto i geometri,<br />

ai quali è affidato un ruolo di grande rilievo nella tutela e nella valorizzazione <strong>del</strong> patrimonio<br />

ambientale e <strong>del</strong> nostro territorio.<br />

L’ITG “E. <strong>Masi</strong>” ha perseguito in ogni circostanza questo obiettivo e ne sono testimonianza i<br />

proficui rapporti con gli enti locali e le Associazioni professionali, l’integrazione con il mondo <strong>del</strong><br />

Lavoro e <strong>del</strong>l’Università, la sua attiva presenza nel tessuto culturale <strong>del</strong>la città.<br />

Da domani, ne sono certo, l’azione formativa <strong>del</strong>l’Istituto riprenderà con ancora maggiore<br />

vigore ed entusiasmo, partendo dalla sua storia ormai cinquantenaria per raccogliere la sfida che la<br />

società lancia alla Scuola italiana.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.<br />

dott. Giuseppe De Sabato<br />

Dirigente USP Foggia


Può mai una scuola patire il peso degli <strong>anni</strong>?<br />

Se la tradizione, nel tempo ne accresce il prestigio, il fluire incessante <strong>del</strong>le generazioni di studenti<br />

ne mantiene intatta la freschezza e non scalfisce la fiduciosa aspettativa per l’avvenire.<br />

E questa attitudine giovanile alla scoperta ed all’apertura al mondo, unita alla competenza e professionalità<br />

di docenti capaci di “aprire la strada”, che ha indotto la Facoltà di Agraria <strong>del</strong>l’Università<br />

di Foggia ad instaurare un proficuo ed intenso rapporto di collaborazione con l’Istituto <strong>Masi</strong>.<br />

Di questa disponibilità siamo riconoscenti e sentitamente ringraziamo.<br />

prof. Massimo Monteleone<br />

Ordinario facoltà di Agraria<br />

Università degli Studi di Foggia<br />

TESTIMONIANZE 17


18<br />

Tutta la città di Foggia è chiamata a celebrare la ricorrenza <strong>del</strong> cinquantesimo <strong>anni</strong>versario <strong>del</strong>la<br />

presenza <strong>del</strong>l’Istituto per Geometri “Eugenio <strong>Masi</strong>” nel nostro territorio, traguardo importante e<br />

significativo, che testimonia visibilmente l’impegno formativo e educativo speso a favore di tanti<br />

giovani concittadini.<br />

Una scuola, il “<strong>Masi</strong>”, che ha forgiato un pezzo importante <strong>del</strong>la classe dirigente cittadina,<br />

specialmente in campo tecnico, contribuendo, non soltanto simbolicamente e civilmente, ma anche<br />

concretamente, alla costruzione <strong>del</strong>la città.<br />

Ancora oggi, a distanza di cinquanta <strong>anni</strong>, il compito formativo di questo glorioso istituto, è<br />

riconosciuto, non solo qui da noi, ma anche al di fuori dei nostri confini e fa <strong>del</strong> “Geometra” di<br />

Foggia motivo d’orgoglio per l’intera città.<br />

Questa ricorrenza sarà senz’altro vissuta come un punto d’arrivo, ma nello stesso tempo sarà<br />

occasione propizia per una ripartenza per la comunità educativa <strong>del</strong> “<strong>Masi</strong>”, chiamata sempre più,<br />

a causa dei tempi difficili, a svolgere una forte azione di istruzione ma anche di opera civile.<br />

L’emergenza educativa richiamata da Papa Benedetto XVI dovrà vedere necessariamente in<br />

prima linea il Geometra “<strong>Masi</strong>”, in rete con il sistema scolastico e con le tutte le altre agenzie<br />

educative e formative presenti nel territorio.<br />

Questa Amministrazione Comunale è già impegnata a coordinare le iniziative educative nella<br />

nostra città attraverso il progetto “ Foggia Città Educativa”, di cui il “<strong>Masi</strong>” è sempre stato partner<br />

attivo, e s’impegna a sostenere sempre più gli sforzi di tutte le realtà che contribuiranno nella<br />

difficile battaglia contro la crisi educativa, che inevitabilmente è anche sociale.<br />

Ci auguriamo che questa tappa così importante faccia crescere negli operatori scolastici <strong>del</strong><br />

“<strong>Masi</strong>” sempre più la voglia di mettersi al servizio <strong>del</strong>la propria città, per contribuire a renderla<br />

migliore.<br />

A tutta la comunità -Dirigente Scolastico, Docenti, Personale amministrativo e tecnico,<br />

collaboratori ausiliari- è diretto il nostro ringraziamento, per quanto ha fatto, fa e farà, per la<br />

crescita culturale e morale di tanti studenti.<br />

Ai genitori e agli alunni va il saluto <strong>del</strong>l’Amministrazione Comunale e l’auspicio che essi si<br />

sentano parte attiva di una grande alleanza educativa tra Comune, Scuola e famiglia.<br />

L’assessore alle Politiche Sociali e alla Città Educativa Il Sindaco<br />

Claudio Sottile Orazio Ciliberti<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Una ricorrenza è sempre occasione di festeggiamento: cinquant’<strong>anni</strong> di attività, al servizio dei<br />

giovani e <strong>del</strong> loro futuro, è senza dubbio un traguardo significativo, non soltanto per la comunità<br />

scolastica, ma per l’intero territorio.<br />

Condivido appieno la scelta <strong>del</strong>l’Istituto “<strong>Masi</strong>” di non cedere alla tentazione <strong>del</strong>le facili e sterili<br />

autocelebrazioni, dedicando questo <strong>anni</strong>versario alla riflessione e al confronto a più voci sulle<br />

prospettive <strong>del</strong> sistema formativo integrato.<br />

La scuola, le altre agenzie educative, l’università e il mercato <strong>del</strong> lavoro, infatti, devono dialogare<br />

e cooperare per creare profili professionali in uscita sempre più preparati, ma allo stesso tempo<br />

versatili. Diventa irrinunciabile, oggi più che mai, l’acquisizione di abilità e competenze trasversali<br />

per decodificare e governare la complessità <strong>del</strong>le nostre società.<br />

Il mio augurio, dunque, vuole essere un messaggio di speranza e di ottimismo per tutti noi, e in<br />

special modo per i nostri figli, ai quali stiamo affidando il domani che sarà.<br />

Maria Elvira Consiglio<br />

Assessore Provinciale alle Politiche Scolastiche<br />

TESTIMONIANZE 19


20<br />

Nel ringraziare la Dirigente <strong>del</strong>l’Istituto Tecnico Eugenio <strong>Masi</strong> Dott.ssa Carla D’Orta per avermi<br />

concesso un piccolo spazio nella pubblicazione in occasione <strong>del</strong> <strong>50</strong>° <strong>anni</strong>versario <strong>del</strong>l’Istituto, mi<br />

accingo a portare la mia testimonianza di Presidente dei Geometri e dei Geometri Laureati <strong>del</strong>la<br />

Provincia di Foggia, soffermandomi sulla figura <strong>del</strong> Geometra nel corso <strong>del</strong>la storia.<br />

Il geometra-agrimensore è sempre esistito:è colui che costantemente studia tutte le discipline<br />

<strong>del</strong>la geometria, mentre l’agrimensore applica tali discipline per scopi pratici alla misurazione <strong>del</strong>la<br />

terra.<br />

Il grande Erodoto documenta l’importante ruolo degli “agrimensori” nell’antico Egitto chiamati<br />

“arpenodapti”, cioè annodatori di funi – tirando funi i geometri egizi potevano tracciare sul terreno<br />

rette e cerchi.<br />

Notevoli sono le testimonianze <strong>del</strong>la nostra attività millenaria nei secoli e di questo dobbiamo<br />

essere orgogliosi affinché questa tecnica di essere presente nel territorio con capacità cognitive<br />

e soprattutto capaci di rappresentare praticamente quanto si è rilevato, costituisce il volano per<br />

quanti credono nella professione di geometra e per quanti si adoperano affinché questa sia sempre<br />

condivisa con l’attuale società e sia sempre presente nel mondo <strong>del</strong> lavoro.<br />

A partire dal 1929, il Regio Decreto fissa le competenze <strong>del</strong> geometra autorizzato a progettare e<br />

realizzare opere rispondenti ai requisiti richiesti dalla loro effettiva destinazione d’uso:<br />

requisiti che, divenuti sempre più vincolanti, impongono un “aggiornamento permanente”.<br />

Nel 1929 viene costituito l’Albo al quale si accede attraverso un esame di abilitazione che<br />

costituisce il titolo indispensabile per l’esercizio <strong>del</strong>la professione.<br />

Gli Istituti Tecnici per geometri sono stati istituiti da una legge <strong>del</strong> 1931 che faceva seguito alla<br />

Riforma Gentile <strong>del</strong> 1923.<br />

Successivamente e specificamente nel 1985, con la legge 75, si introduce un periodo di<br />

Praticantato biennale a cui segue un esame di abilitazione per l’accesso all’Albo Professionale.<br />

Il geometra ha capacità professionali polivalenti: dal rilievo alla progettazione, dalla gestione alla<br />

programmazione.<br />

Il geometra è il tecnico <strong>del</strong>l’ambiente e <strong>del</strong> territorio ma soprattutto un professionista che guarda<br />

al futuro considerando il presente e non dimenticando il passato.<br />

La figura <strong>del</strong> geometra, pertanto, rappresenta una risorsa in quanto opera in diversi settori:<br />

dalla edilizia all’agricoltura, dall’efficienza energetica alla sicurezza dei cantieri.<br />

I geometri sono dei professionisti che sanno apprezzare anche l’arte ed accostarsi al mondo <strong>del</strong><br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


lavoro con fantasia, ideando sempre soluzioni nuove e mirate.<br />

Al geometra è data, inoltre, la responsabilità <strong>del</strong>la conservazione degli aggiornamenti catastali.<br />

Nel settore pubblico molti geometri costituiscono la solida ossatura direttiva ed esecutiva di<br />

<strong>del</strong>icati settori tecnici <strong>del</strong>la Pubblica Amministrazione fra cui il Genio Civile, il Settore Agricolo-<br />

Forestale, l’Istituto Geografico Militare, il Corpo dei Vigili <strong>del</strong> Fuoco, i Settori Tecnici di Regioni,<br />

Province e Comuni, l’ANAS ed ENEL, gli Istituti Autonomi <strong>del</strong>le Case Popolari, ecc.<br />

Chiaramente, se oggi si parla di specializzazione, si parla di “formazione” e, di conseguenza, di<br />

qualità da fornire alla committenza.<br />

Qualsiasi formazione, però, non può prescindere da una buona preparazione scolastica: il ruolo<br />

svolto dalla scuola è, infatti, primario e per questo è importante che i curricula siano finalizzati<br />

all’acquisizione di strumenti che consentano di capire il mondo circostante e affrontare i problemi<br />

piuttosto che pretendere di rincorrere una esaustività <strong>del</strong>le tematiche professionali in una realtà<br />

che cambia velocemente. La riforma degli Istituti Tecnici che partirà dal 2010 deve consentire<br />

al Consiglio dei geometri di incidere su programmi e metodi e proporre argomenti di studio di<br />

interesse territoriale, utilizzando gli spazi consentiti dall’autonomia scolastica. Sappiamo, inoltre,<br />

che bisognerà superare i limiti previsti dalla legge 75/85, ormai desueta, e abbandonare il biennio<br />

di pratica professionale in favore di corsi o lauree, che prevedano un tirocinio professionale.<br />

Il futuro si baserà sulla preparazione dei singoli e sulla loro capacità di affrontare problematiche<br />

nuove e mutabili nel tempo e nello spazio: di conseguenza, i tecnici preparati, in possesso di una<br />

salda formazione scolastica, avranno la possibilità di essere protagonisti e di incidere sul mercato<br />

Alla figura <strong>del</strong> geometra che sa operare con determinazione e umiltà, nel rispetto degli altri e<br />

soprattutto <strong>del</strong>la deontologia professionale, io devo tutto, in quanto proprio ciò mi ha permesso di<br />

essere protagonista e vivere questi <strong>anni</strong> difficili con serenità, fiducioso che la mia professionalità<br />

mi porterà sempre verso mete ambite che gratificano gli sforzi prodotti nella consapevolezza di<br />

dare un servizio di qualità alla committenza.<br />

geom. Leonardo Pietrocola<br />

Presidente Collegio Geometri di Foggia<br />

TESTIMONIANZE 21


22<br />

Ho insegnato all’ITG <strong>Masi</strong> di Foggia nel triennio 1965/1968.<br />

Ereditai, giovanissima, il triennio <strong>del</strong>l’allora “famoso” Prof. Amedeo Cocco.<br />

“Famoso” per lo spessore culturale, per la serietà professionale, per l’energia vitale che metteva<br />

nell’insegnamento.<br />

Come essere all’altezza <strong>del</strong> compito, se non impegnandomi per continuare in quella tradizione<br />

non solo di trasmettitore di saperi e conoscenze, ma diventare nello stesso tempo mo<strong>del</strong>lo di riferimento<br />

educativo e professionale?<br />

Oggi, rivesto altri ruoli. Mi contattano ex alunni geometri professionisti, ingegneri, colleghi<br />

diventati docenti nella stessa scuola, l’ITG <strong>Masi</strong>, che, oggi, come allora, porta avanti un discorso<br />

didattico serio, significativo, aderente ai tempi.<br />

Al Dirigente Scolastico, Dott.ssa Carla D’Orta, gli auguri per il Cinquantennale, che sia foriero<br />

per la sua dirigenza di lusinghieri successi e ulteriori significativi riconoscimenti.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.<br />

prof.ssa Clelia di Cosmo<br />

Responsabile Settore Scuola<br />

Università Mondo <strong>del</strong> Lavoro<br />

Confindustria Foggia<br />

Valutatrice/Certificatrice CRUI


Le profonde evoluzioni che caratterizzano il mercato <strong>del</strong> lavoro e legate alla nuova domanda<br />

di professionalità da parte di un’industria manifatturiera sempre più impegnata in processi di<br />

innovazione, stanno determinando la progressiva rivalutazione <strong>del</strong> ruolo degli istituti tecnici e, in<br />

questo ambito, di quelli per la formazione e la qualificazione dei geometri.<br />

Una nuova fase storica sta quindi ponendo al centro di una rinnovata attenzione la figura <strong>del</strong><br />

Geometra, già protagonista nel dopoguerra per la realizzazione di importanti opere pubbliche ma<br />

anche per la crescita armonica <strong>del</strong>le città nelle quali viviamo.<br />

Nonostante negli ultimi decenni sia poi prevalsa una cultura generalista che ha in qualche modo<br />

offuscato il ruolo <strong>del</strong>le specializzazioni tecniche, queste ultime oggi, come già accennato, vivono<br />

una nuova stagione di affermazione grazie anche all’autonomia didattica, organizzativa e gestionale<br />

<strong>del</strong>le scuole che consente di rispondere in modo adeguato alle vocazioni <strong>del</strong> territorio e quindi di<br />

sostenere l’innovazione <strong>del</strong>le imprese.<br />

Per tali ragioni ho voluto portare un cenno di vicinanza e sostegno a questa pregevole iniziativa<br />

editoriale <strong>del</strong>l’Istituto Tecnico Statale per Geometri “E. <strong>Masi</strong>” di Foggia che fa parte <strong>del</strong>la storia<br />

<strong>del</strong>la Capitanata.<br />

Una provincia, la nostra, che ospita anche una <strong>del</strong>le regioni agrarie più importanti <strong>del</strong> Paese<br />

e dove la figura <strong>del</strong> Geometra ha sempre espresso la sua peculiare competenza in rilevazioni<br />

topografiche, planimetriche e altimetriche, così esaltando la vocazione originale <strong>del</strong>la professione,<br />

quella <strong>del</strong>l’agrimensore, come peraltro insito nell’etimologia stessa <strong>del</strong>la parola, derivante dalla<br />

sintesi dei termini greci “geo” e “metros”, terra e misura.<br />

E poiché non c’è futuro per chi dimentica il proprio passato, ecco che la memoria storica<br />

rappresentata dall’Istituto “<strong>Masi</strong>” costituisce un patrimonio di esperienze e conoscenze di<br />

fondamentale importanza anche per la creazione e lo sviluppo dei Poli Formativi Tecnologici,<br />

fondati sull’incontro tra cultura scientifica e umanistica, per rendere ancor più protagonista la<br />

figura <strong>del</strong> Geometra in un mondo ormai proiettato nella scienza e nelle tecnologie.<br />

Ing. Eliseo Zanasi<br />

Presidente Confindustria Foggia<br />

TESTIMONIANZE 23


ESPERIENZE<br />

È la storia <strong>del</strong> <strong>Masi</strong> attraverso ritagli di<br />

giornali, manifesti, locandine, foto,<br />

dalle più antiche in bianco e nero alle più<br />

recenti, a colori e digitali.<br />

Una modalità di racconto leggero<br />

e accattivante per testimoniare il lavoro<br />

di una Comunità scolastica in continuo<br />

cammino verso la crescita culturale<br />

e umana di ogni individualità.


DICONO<br />

DI<br />

NOI<br />

ESPERIENZE 27


28<br />

L’Istituto Tecnico per Geometri “Eugenio<br />

<strong>Masi</strong>” venne istituito con decreto <strong>del</strong> Presidente<br />

<strong>del</strong>la Repubblica n. 4141 <strong>del</strong> 21 luglio 1959.<br />

Negli <strong>anni</strong> precedenti, precedenti, e sino all’anno all’anno scolastico<br />

58/59, le classi <strong>del</strong>la sezione per geometri,<br />

facevano parte <strong>del</strong>l’Istituto Tecnico Commerciale<br />

e per Geometri “Pietro Giannone” di<br />

Foggia, ed il biennio occupava i locali <strong>del</strong>la cosiddetta<br />

“masseria”, un capannone ubicato nella<br />

zona dove oggi sorge la Scuola Media Statale<br />

“Giov<strong>anni</strong> Bovio”, in fondo a Viale Colombo,<br />

all’epoca non esistente.<br />

Il nuovo Istituto venne venne costruito dalla Amministrazione<br />

Provinciale alla periferia sud <strong>del</strong>la<br />

città, in una zona tutta da urbanizzare, tanto<br />

che all’altezza <strong>del</strong>l’attuale Piazza Puglia vi era<br />

una pietra miliare recante l’incisione “Foggia<br />

km 0,1”. L’anno precedente, nel 1958, era stata<br />

inaugurata la sede <strong>del</strong> Comando Provinciale dei<br />

Carabinieri e l’Istituto fu costruito alle spalle di<br />

quel fabbricato, l’unico nella zona.<br />

Dal 1959 al 1961 la nuova sede ospitò anche<br />

il Liceo Scientifi co Marconi.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


ESPERIENZE 29


30<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.<br />

Il giorno 3 Dicembre 1959 Sua Eccellenza<br />

Monsignor Paolo Carta benedice l’Istituto alla<br />

presenza <strong>del</strong> primo Preside, prof. Corrado Salvemini,<br />

<strong>del</strong>l’ing. Mario Altamura, Presidente<br />

<strong>del</strong> Consiglio di Amministrazione, di docenti e<br />

alunni.


Per volontà <strong>del</strong> Ministero <strong>del</strong>la Pubblica Istruzione e <strong>del</strong>l’Amministrazione Comunale, la Scuola<br />

venne intitolata a Eugenio <strong>Masi</strong>, concittadino che si distinse per le sue qualità umane e professionali<br />

e che perì per mano tedesca, nel dicembre <strong>del</strong> 1943.<br />

Nato ad Orta Nova il 26 agosto 1900, frequentò l’Istituto Tecnico “P. Giannone” di Foggia<br />

dove conseguì la licenza <strong>del</strong>la sezione Fisico-Matematica, iscrivendosi, poi, alla Facoltà di Ingegneria<br />

presso l’Università di Napoli. Costretto ad interrompere gli studi per una grave infermità <strong>del</strong><br />

padre, volle conseguire nel 1921 il diploma professionale di Perito Agrimensore, presso lo stesso<br />

istituto Giannone.<br />

Si distinse per l’intensa e feconda attività di lavoro e per la bontà <strong>del</strong> suo carattere. Ebbe grande<br />

amore per la famiglia e per la patria, che servì nella Prima guerra mondiale.<br />

Nel 1943, mentre si trovava a Francavilla a Mare con la sua famiglia, ivi sfollata da Foggia, fu<br />

preso come ostaggio dai militari tedeschi e di lui non si ebbero più notizie. Dopo quattro <strong>anni</strong> di<br />

ricerche, i suoi resti furono trovati tra le macerie di un edifi cio distrutto.<br />

Foggia tributò solenni onoranze a questo suo fi glio, che oltre ad aver meritato grande stima<br />

professionale, aveva condiviso i destini <strong>del</strong>l’Italia.<br />

ESPERIENZE 31


32<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.<br />

La popolazione scolastica <strong>del</strong>l’Istituto, inizialmente,<br />

permetteva di formare cinque corsi<br />

e gli studenti appartenevano, in massima parte,<br />

ad una borghesia medio alta, sia di Foggia che<br />

<strong>del</strong>la provincia.<br />

Ciò derivava dal peso sociale <strong>del</strong> titolo di studio<br />

che, all’epoca, garantiva una professionalità<br />

facilmente spendibile in una fase economica di<br />

piena espansione.<br />

Questa situazione rimase fondamentalmente<br />

invariata fi no all’inizio degli <strong>anni</strong> Settanta,<br />

quando, con l’esplosione <strong>del</strong>la scolarizzazione<br />

di massa, il “<strong>Masi</strong>” arrivò a contare ben cinquantaquattro<br />

classi.<br />

Gli alunni più meritevoli, al termine di ogni<br />

anno scolastico, venivano premiati con attestati<br />

e borse di studio.


Inizialmente il corso di studi per geometri era costituito da un biennio e da un triennio di tipo<br />

tradizionale; gli esami di stato si sostenevano, come per ogni scuola, in tutte le discipline ed il titolo<br />

che si conseguiva era abilitante alla professione. Successivamente, a partire dal luglio 1969, cambiarono<br />

le modalità per l’esame di stato e il titolo non fu più abilitante, pertanto per svolgere la<br />

professione di geometra, divenne necessario sostenere un esame di abilitazione.<br />

ESPERIENZE 33


34<br />

Dopo la breve parentesi <strong>del</strong>la presidenza <strong>del</strong> prof. Antonio Iozzi, il preside Bartolo Sanno rimasto<br />

in carica per circa venti <strong>anni</strong> diede alla scuola la fi sionomia culturale che l’ha contraddistinta<br />

nella prima fase <strong>del</strong>la sua esistenza.<br />

Questi, ex docente di Matematica e Fisica, insieme all’Ispettore Ciriaco D’Elia, volle fortissimamente<br />

la realizzazione di un laboratorio di fi sica attrezzato con le più avanzate strumentazioni<br />

ed apparecchiature, per un totale di più di 12.000 pezzi, al fi ne di diffondere le conoscenze di tale<br />

disciplina, non solo ai discenti, ma anche a docenti.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


36<br />

A cavallo degli <strong>anni</strong> ‘60 e ‘70, si svolsero numerosi corsi a cui parteciparono docenti provenienti<br />

da tutta l’Italia. Gli esperimenti e le lezioni che si eseguivano erano condotti da professori universitari<br />

e da docenti di scuole superiori, fra cui due <strong>del</strong>lo stesso istituto <strong>Masi</strong>: Donato Curtotti e Mario<br />

De Lallo. Oggi tale laboratorio, rimane il più fornito <strong>del</strong>la provincia, anche se alcune apparecchiature<br />

signifi cative sono state concesse, in comodato d’uso, al Museo “Via Futura” di Foggia.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


ESPERIENZE 37


38<br />

Ovviamente l’Istituto era dotato di altri laboratori molto attrezzati per l’insegnamento di Chimica,<br />

Scienze, Disegno, Costruzioni e Topografi a.<br />

È proprio in questi laboratori che si sono formati geometri qualifi cati i quali, affermandosi nel<br />

mondo degli studi o <strong>del</strong>la professione, hanno dato lustro al <strong>Masi</strong> e alla città.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Siamo negli <strong>anni</strong> Settanta, la contestazione studentesca coinvolge anche il <strong>Masi</strong> e i giovani chiedono<br />

a gran voce di partecipare alla gestione <strong>del</strong>la Scuola.<br />

Negli stessi <strong>anni</strong>, il curricolo degli studi vede le prime innovazioni: lo studio <strong>del</strong>la Matematica<br />

portato fino al quarto anno e l’introduzione di una nuova disciplina: “ Tecnologia <strong>del</strong>le Costruzioni”.<br />

La situazione <strong>del</strong>l’Istituto, sia come numero di classi sia come curricolo di studio, rimane pressoché<br />

invariata fino alla metà degli <strong>anni</strong> Ottanta.<br />

ESPERIENZE 39


40<br />

A partire dal 1980, l’Istituto viene affidato al preside prof. Michele Ferrarese, già docente di<br />

estimo <strong>del</strong>la stessa scuola dalla sua fondazione, che ne reggerà il timone fino al 1990.<br />

In questi <strong>anni</strong> si avverte la necessità di una maggiore apertura al mondo esterno e si moltiplicano<br />

attività laboratoriali ed esperenziali con attività tecnico pratiche e con visite su cantieri, nonché<br />

con il rinnovo <strong>del</strong>le attrezzature tecniche per adeguarsi all’evoluzione tecnologica.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Negli <strong>anni</strong> Ottanta il Ministero <strong>del</strong>la Pubblica Istruzione, attraverso il Provveditorato agli Studi<br />

di Foggia, crea, presso il “<strong>Masi</strong>”, il polo provinciale per l’introduzione <strong>del</strong>l’Informatica nelle scuole.<br />

Quattro docenti <strong>del</strong>l’istituto partecipano a corsi di specializzazione in informatica presso il polo<br />

di Bari. Dall’anno successivo, viene introdotto nella scuola il “Piano Nazionale <strong>del</strong>l’Informatica”,<br />

che arricchisce i programmi di Matematica e Fisica. Lo studio <strong>del</strong>la matematica viene portato fi no<br />

al quinto anno di corso e si introduce la frequenza <strong>del</strong> laboratorio di informatica, che viene progettato<br />

e realizzato in brevissimo tempo.<br />

ESPERIENZE 41


42<br />

Con l’avvento <strong>del</strong> computer anche la biblioteca, già dotata di circa 10.000 volumi, viene completamente<br />

informatizzata e diventa nel tempo sempre di più centro di interesse per alunni e docenti.<br />

E, con il passar <strong>del</strong> tempo, le nuove tecnologie informatiche investono anche la didattica che non<br />

può più essere basata solo sulla semplice trasmissione dei saperi, ma sul coinvolgimento operativo<br />

degli alunni che diventano i veri costruttori <strong>del</strong> loro apprendimento.<br />

Alla lineare e tradizionale modalità di insegnare e imparare, si affi anca la scoperta dei “link”,<br />

legami tra le parti di uno o più argomenti, in modo da arricchire il sapere “a ragnatela” .<br />

Pian piano, ma inesorabilmente, si giunge alla grande ragnatela <strong>del</strong> Web.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Gli <strong>anni</strong> Ottanta segnano, dunque, un periodo di profondi cambiamenti nella società e nella<br />

scuola; sono <strong>anni</strong> di lotta, ma anche di confronto che genereranno quel processo di rinnovamento<br />

che non si arresterà più e che, ancora oggi, è in fi eri.<br />

I docenti vivono “sulla propria pelle” tali trasformazioni e, unendo la professionalità alle competenze,<br />

aprono la strada verso la riorganizzazione <strong>del</strong> Sistema Istruzione e Formazione.<br />

ESPERIENZE 43


44<br />

In questi primi trenta <strong>anni</strong> di vita <strong>del</strong>l’Istituto, un capitolo particolare merita la storia <strong>del</strong>le affermazioni<br />

sportive <strong>del</strong> “<strong>Masi</strong>”. Nella pallavolo e nella pallacanestro ci piace ricordare i due leader<br />

indiscussi che guidarono le squadre: il prof. Michele Mariella e l’ex alunno e futuro sindaco di<br />

Foggia, Domenico Verile. Nell’Atletica leggera, attività sportiva regina per antonomasia, nel 1984,<br />

la squadra <strong>del</strong> “<strong>Masi</strong>”, guidata dall’indimenticabile prof. Nunzio Mon<strong>del</strong>li, vince, nello stadio<br />

Olimpico di Roma, il Campionato nazionale allievi.<br />

A lui è stato intitolato il campo di atletica <strong>del</strong>la nostra città.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


ESPERIENZE<br />

45


46<br />

Nell’a.s. 1990-91 è nominata Preside la prof.ssa Antonietta D’Arcangelo, già docente di Diritto<br />

che porta nell’Istituto l’esperienza maturata in alcune realtà scolastiche <strong>del</strong> Centro-Nord.<br />

Sono <strong>anni</strong> di dibattiti e proposte: una di esse, <strong>del</strong>iberata dai vari Organi Collegiali, introduce la<br />

sperimentazione <strong>del</strong> Progetto Cinque, che andava nel senso di un arricchimento dei curricula, e di<br />

un maggiore contatto con il mondo <strong>del</strong> lavoro e <strong>del</strong>le professioni.<br />

L’attivazione di percorsi innovativi era necessaria quanto la creazione di una fi tta rete di<br />

relazioni con gli Ordini e le categorie professionali, primo fra tutti il Collegio dei Geometri,<br />

l’Ordine degli Ingegneri e degli Architetti, l’Associazione degli Industriali, gli Enti Locali, al fi ne<br />

di unire sinergicamente gli sforzi per dare vita ad iniziative che potessero conferire spessore alla<br />

preparazione degli studenti e visibilità all’Istituto. Frutto di tale sinergia è il “Concorso di idee”.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


ESPERIENZE 47


48<br />

In questo periodo i docenti <strong>del</strong>le Materie Tecniche partecipano ad un interessante e costruttivo<br />

dibattito interdisciplinare che si realizzò in tre Corsi di aggiornamento svoltisi rispettivamente a<br />

Foggia, Siracusa e Verona e i cui risultati vennero racchiusi nel volume “Il sapere giuridico <strong>del</strong><br />

geometra” che defi nisce le strategie didattiche per l’insegnamento <strong>del</strong>le discipline tecniche che<br />

abbandonano la concezione monodisciplinare a favore di quella interdisciplinare.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


I Corsi post-diploma e gli IFTS (Corsi di Formazione Tecnica Superiore) progettati dai docenti<br />

<strong>del</strong>l’istituto in collaborazione con il Politecnico di Bari promuovono la specializzazione negli ambiti<br />

lavorativi tipici <strong>del</strong> geometra: le Costruzioni, la Topografia, gli Impianti e l’Ambiente.<br />

ESPERIENZE 49


<strong>50</strong><br />

Comincia a diffondersi un nuovo modo di fare scuola che prevede, per gli alunni più meritevoli<br />

e motivati, stage ed esperienze lavorative presso Aziende, Uffici Tecnici e Studi professionali. Sono<br />

gli <strong>anni</strong> in cui si parla di analisi e soluzione di problemi, lavoro per progetti, orientamento alla<br />

gestione in contesti organizzati, approccio all’uso di mo<strong>del</strong>li e linguaggi specifici. Inizia l’epoca<br />

<strong>del</strong>la didattica laboratoriale.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


L’esperienza più significativa sul piano<br />

didattico e metodologico degli <strong>anni</strong> ’90 è la<br />

sperimentazione <strong>del</strong> Liceo Tecnico.<br />

Il percorso mirava a dare una preparazione<br />

più solida nelle materie umanistiche e<br />

scientifiche per consentire un più facile accesso<br />

agli studi universitari.<br />

Il cambio di governo con nuove linee di<br />

indirizzo unito allo scetticismo di una parte<br />

<strong>del</strong>la componente genitori e docenti pose fine<br />

all’esperienza dopo solo un quinquennio e<br />

senza avere la possibilità di valutare i risultati<br />

<strong>del</strong>l’esperienza.<br />

Il progetto “Qualità” voluto dal Ministro<br />

Lombardi ed attuato dal Provveditorato agli studi<br />

di Milano, vede il nostro Istituto “Polo” per la<br />

qualità nella Scuola a livello provinciale.<br />

Tale progetto aveva lo scopo di migliorare<br />

l’efficacia <strong>del</strong>l’insegnamento e andare incontro<br />

il più possibile alle esigenze dei giovani e <strong>del</strong>le<br />

famiglie<br />

ESPERIENZE 51


52<br />

Progetti PON, POR e CIPE, iniziati agli albori <strong>del</strong> Duemila, vedono tuttora impegnato l’Istituto<br />

in Iazioni di sostegno per l’acquisizione di competenze di base nei vari settori <strong>del</strong> sapere e, nel<br />

tempo, hanno coinvolto un’utenza ampia e variegata che va dalle donne ai cittadini extracomunitari,<br />

dagli studenti ai lavoratori.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Aperta a tutti è la possibilità di conseguire la patente europea <strong>del</strong> computer di cui il <strong>Masi</strong> è Test<br />

Center. Attualmente è affi liata alla CISCO in qualità di Local Academy CISCO IT Essentials, per<br />

cui può erogare corsi e rilasciare certifi cazioni.<br />

Ai lavoratori, dall’anno scolastico 2001-2002, viene altresì offerta la possibilità di frequentare<br />

Corsi serali (Progetto Sirio) per il conseguimento <strong>del</strong> diploma, passaporto indispensabile per un<br />

riscatto morale e sociale, nonché per un diverso inserimento nel mondo <strong>del</strong> lavoro.<br />

Purtroppo, le attuali decisioni governative sembrano andare in altra direzione.<br />

ESPERIENZE<br />

53


54<br />

Al passo con lo sviluppo tecnologico che dall’80 in poi non conosce sosta e per realizzare i<br />

progetti di una Scuola sempre più inserita nella realtà territoriale, i laboratori tecnici scientifici<br />

e multimediali si arricchiscono di nuove e più moderne strumentazioni, in particolare quello di<br />

Topografia.<br />

Come Dante, ... dopo aver visto le stelle, percorse miglior acque... “così il topografo, stanco di<br />

guardare a terra, alza gli occhi e scopre tante stelle artificiali, i satelliti, che sussurrano, trasmettendo<br />

continuamente particolari segnali radio, da cui è possibile ricavare la loro posizione e quella<br />

<strong>del</strong>l’osservatore che li capta e li elabora opportunamente. E’ la nascita <strong>del</strong> GPS (sistema <strong>del</strong><br />

posizionamento globale). La stazione permanente GPS affidata al <strong>Masi</strong> già dal 1995, divenuta<br />

successivamente vertice <strong>del</strong>la RETE GEODETICA IGM 95, attirò sull’Istituto l’attenzione <strong>del</strong><br />

“territorio” e <strong>del</strong>le Istituzioni. Ininterrottamente funzionante, nel corso degli <strong>anni</strong> ha consegnato i<br />

suoi dati per lo svolgimento di importanti applicazioni GPS nazionali ed anche internazionali.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Non si ammodernano solo i laboratori e le strutture: sono gli <strong>anni</strong> <strong>del</strong>l’Autonomia <strong>del</strong>le istituzioni<br />

scolastiche che prevedono, tra l’altro, anche autonomia di ricerca. Il <strong>Masi</strong> si fa apripista in tanti<br />

settori <strong>del</strong>la vita scolastica, avviando una attenta rifl essione su temi caldi quali la certifi cazione <strong>del</strong>le<br />

competenze, la equiparazione tra qualifi che e competenze a livello europeo e il dibattito sfocia in<br />

alcuni progetti di grande valenza come: Snow, Aresleo e il progetto pilota Pilota LEM (acronimo<br />

di Lifelong Education Mo<strong>del</strong>).<br />

ESPERIENZE 55


56<br />

Negli <strong>anni</strong> 90, il processo di innovazione è<br />

trasversale; i docenti <strong>del</strong>le materie Letterarie<br />

realizzano, all’interno <strong>del</strong>l’Istituto, un seminario<br />

di studi sulla poesia, coordinato dal prof. Paolo<br />

De Caro, uno dei più insigni intellettuali <strong>del</strong><br />

territorio, nonché apprezzato critico letterario.<br />

Ciò dà ai docenti un nuovo entusiasmo che<br />

si traduce in un più vivo approccio al mondo<br />

letterario.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.<br />

Si moltiplicano così le iniziative che vedono<br />

impegnati i ragazzi in progetti e concorsi,<br />

anche a livello nazionale, quali “Carta Bianca”<br />

(a.s. 99-2000) con la premiazione Uffi ciale alla<br />

Fiera <strong>del</strong> Libro di Torino, il concorso letterario<br />

“Come Piran<strong>del</strong>lo ... una novella, una poesia,<br />

una sceneggiatura. Indimenticabili gli incontri<br />

con Dacia Maraini, Corrado Augias, Alessandro<br />

Baricco, i registi Michele Dell’Accio e Maurizio<br />

Sciarra e con tanti altri esponenti <strong>del</strong> mondo<br />

<strong>del</strong>la cultura e <strong>del</strong> giornalismo che hanno<br />

arricchito la storia <strong>del</strong> <strong>Masi</strong> ma anche la storia<br />

di tanti docenti e alunni.


ESPERIENZE 57


58<br />

In questo rinnovato clima culturale, assume la dirigenza <strong>del</strong>l’Istituto la prof.ssa Maria Carla<br />

D’Orta. Proveniente da studi umanistici e aperta ad istanze culturali e sociali, riesce abilmente a<br />

coniugare l’area umanistica con quella tecnica e ad arricchire l’offerta formativa.<br />

Collante <strong>del</strong>l’azione educativa di tutte le discipline diviene l’obiettivo di formare giovani in grado<br />

di leggere ed interpretare la realtà complessa <strong>del</strong> terzo millennio e di operare in ogni circostanza<br />

scelte consapevoli.<br />

L’Istituto attiva, pertanto, corsi di studio a forte valenza culturale e professionale, tra i quali il<br />

progetto “Cittadinanza attiva. Biotecnologia e diritti umani” che affronta i problemi concreti che la<br />

Bioetica pone: il nascere, il morire, il rispetto <strong>del</strong>l’individuo, la sacralità <strong>del</strong>la vita.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


In questa ottica, dal 2005 in poi, sotto la guida autorevole <strong>del</strong> prof. Lorenzo d’Avack, Vice Presidente<br />

<strong>del</strong> Comitato Nazionale di Bioetica, gli alunni stanno affrontando con particolare interesse<br />

temi di scottante attualità quali : il testamento biologico e la tutela <strong>del</strong>l’embrione, la donazione degli<br />

organi.<br />

ESPERIENZE 59


60<br />

Nell’ambito dei Diritti umani, il fi ore all’occhiello <strong>del</strong>l’Istituto è l’attenzione alla diversa abilità,<br />

per la costruzione di una società a misura di tutti e di ciascuno.<br />

La Dirigente, da sempre attenta e sensibile “all’altro”, ha rivolto la sua azione verso tale problematica<br />

e il <strong>Masi</strong> è diventato Centro Risorse per l’handicap, svolgendo azione di coordinamento,<br />

gestione e sostegno alla progettualità <strong>del</strong>le Scuole in rete. Sono stati, inoltre, realizzati corsi di<br />

formazione per docenti e convegni su temi connessi alle disabilità. La scuola è Centro Supporto<br />

Territoriale, per le nuove tecnologie, per tutta la Provincia di Foggia.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Nella scia <strong>del</strong>la formazione integrale <strong>del</strong>l’uomo, ancor prima <strong>del</strong> cittadino, si colloca il progetto<br />

“Lettura e oltre”, quest’anno alla sua terza edizione.<br />

Attraverso la lettura di romanzi, piacevoli e accattivanti, coniugando creatività e interessi degli<br />

studenti, si persegue l’obiettivo di formare lettori autonomi, in grado di scoprire, a qualsiasi età, che<br />

leggere signifi ca provare emozioni, conoscere se stessi e la realtà.<br />

La formula vincente <strong>del</strong>la gara ad eliminazione, presieduta da una commissione esterna, serve<br />

inoltre a far leva su un sano spirito competitivo fra le classi e a far emergere il protagonismo giovanile.<br />

ESPERIENZE 61


62<br />

E... il protagonismo giovanile emerge nella sua massima espressione nell’interpretazione <strong>del</strong><br />

cortometraggio “Minerva attak” scritto dal conduttore televisivo G. Muciaccia, già alunno <strong>del</strong> <strong>Masi</strong><br />

sulla “leggenda metropolitana” <strong>del</strong>la dea Minerva che, dagli albori <strong>del</strong>l’Istituto, con aria austera,<br />

accoglie ogni mattina gli studenti.<br />

Tale cortometraggio è andato in onda nel corso <strong>del</strong>la trasmissione televisiva Screensaver ed è<br />

stato premiato nell’ambito <strong>del</strong>l’ iniziativa culturale “La Scuola in scena” organizzato dall’Assessorato<br />

alla cultura <strong>del</strong> Comune di Foggia.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Nella certezza che non c’è futuro senza memoria e che coloro i quali non hanno memoria <strong>del</strong><br />

passato sono destinati a ripeterne gli errori, l’Istituto, ogni anno, partecipa alla “Giornata <strong>del</strong>la memoria”<br />

con convegni, dibattiti, proiezioni di fi lm e rappresentazioni teatrali<br />

Negli <strong>anni</strong> gli studenti hanno incontrato personaggi autorevoli quali il rabbino di Ferrara, Luciano<br />

Caro, Paolo Sabetta, il Perlaska foggiano, Elisa Springer, sopravvissuta ad Aushwitz, lo storico<br />

Saverio Russo.<br />

ESPERIENZE 63


64<br />

La salvaguardia <strong>del</strong> territorio e l’utilizzo intelligente <strong>del</strong>le sue risorse, tema caldo su cui si gioca<br />

oggi il destino <strong>del</strong> mondo, diventa di assoluta priorità per un Istituto per geometri, vocazionalmente<br />

il più idoneo a recepire tali istanze e a trasformarle in oggetto di studio e proposte operative.<br />

I progetti “Degrado urbano e recupero ambientale“ e “Il verde intelligente” hanno indagato<br />

due realtà cittadine degradate: l’ex edifi cio scolastico ex CISL, ubicato nel Rione Martucci e l’Area<br />

<strong>del</strong>l’ex Ippodromo. Agli alunni è stato così affi dato il compito di ripensare tali aree e riprogettarle<br />

in funzione di una loro diversa fruibilità e utilità sociale.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Nell’anno 2005-2006, attraverso il PON Helianthus, di cui il <strong>Masi</strong> è capofi la, viene costruito un<br />

percorso progettuale in rete con la Scuola Media Bovio e la Scuola Elementare S.Pio X.<br />

Tale progetto si pone l’obiettivo di sviluppare nelle nuove generazioni una coscienza ambientale,<br />

di avvicinarli ai luoghi, alle popolazioni, alle tradizioni e, soprattutto far comprendere come sia<br />

possibile conciliare la tutela <strong>del</strong>la natura con lo sviluppo economico.<br />

ESPERIENZE 65


66<br />

Bioedilizia, energie alternative, recupero e riuso di materiali e tecniche tradizionali, sono ancora<br />

oggi il leit motiv <strong>del</strong>la progettualità <strong>del</strong>l’Istituto nel settore <strong>del</strong>le Costruzioni e degli Impianti, da<br />

cui scaturiscono una serie di iniziative valide anche in funzione <strong>del</strong>l’orientamento al lavoro e agli<br />

studi.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Da queste premesse scaturisce il progetto di Alternanza Scuola-lavoro: un percorso obbligato<br />

per sperimentare modalità di apprendimento flessibili, attraverso il collegamento tra la realtà scolastica<br />

e quella esperienziale-aziendale e che prelude alla progettazione di un’Impresa formativa<br />

simulata.<br />

Fortemente apprezzato da studenti e famiglie, è giunto ormai al quarto anno di realizzazione ma,<br />

per proseguire, necessita d ella collaborazione e <strong>del</strong>la disponibilità <strong>del</strong> mondo produttivo locale.<br />

ESPERIENZE 67


68<br />

Quanto al prosieguo degli studi, si rilevano di particolare importanza i rapporti con il mondo<br />

accademico. Ultima, solo in ordine di tempo, la convenzione sottoscritta con la Facoltà di Agraria<br />

<strong>del</strong>l’Ateneo foggiano che prevede, tra l’altro, l’esecuzione <strong>del</strong> rilievo topografico di un’area destinata<br />

a riserva naturale in località Lago Salso.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


ESPERIENZE 69


70<br />

L’Istituto, individuato “per la sua storia” e per le sue competenze, quale Scuola Polo <strong>del</strong>l’Europa<br />

<strong>del</strong>l’Istruzione, è capofi la di una rete interistituzionale di cui fanno parte anche numerose realtà<br />

scolastiche <strong>del</strong>la Provincia e promuove iniziative, convegni e seminari volti a diffondere la cultura<br />

<strong>del</strong>la cittadinanza europea.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


ESPERIENZE 71


72<br />

“Essere cittadini europei” è la fi nalità che si propongono i progetti E.Twinning e i gemellaggi<br />

che, utilizzando la formula <strong>del</strong>lo scambio di ospitalità e <strong>del</strong> lavoro comune, consentono a docenti<br />

e discenti di confrontarsi con altre realtà scolastiche e sociali e di imparare a vivere insieme in uno<br />

spirito solidale e collaborativo.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Di qui la necessità di potenziare, attraverso Corsi e PON, la lingua inglese, veicolo indispensabile<br />

per la mobilità degli uomini e la circolazione <strong>del</strong>le idee.<br />

ESPERIENZE 73


74<br />

Mentre la pubblicazione va in stampa, alcuni docenti ed alunni <strong>del</strong>l’Istituto partecipano alla manifestazione<br />

“La Scuola che produce”, organizzata a Matera nei giorni 15 e 16 maggio, allo scopo<br />

di “valorizzare la produzione degli studenti anche nel confronto con gli altri”.<br />

Il <strong>Masi</strong> cammina... senza sosta.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


ESPERIENZE 75


76<br />

Quanto decritto in questa pubblicazione è la fotografia <strong>del</strong> <strong>Masi</strong>, certamente parziale e non<br />

esaustiva dei suoi primi <strong>50</strong> <strong>anni</strong> di vita.<br />

Un Istituto che, grazie alla lungimiranza dei Presidi e alla collaborazione dei docenti e <strong>del</strong> personale<br />

tecnico, amministrativo ed ausiliario, ha saputo raccogliere le sfide <strong>del</strong> tempo e porre in essere<br />

innovazioni nella tradizione.<br />

Un Istituto, che oggi, a buon diritto si colloca in una dimensione europea, attenta, comunque, a<br />

non disperdere il valore <strong>del</strong>la sua identità.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.<br />

Ad maiora! MASI.


ESPERIENZE 77


RICORDI<br />

In questa sezione, come in un film,<br />

si snodano frame di ricordi di “uomini<br />

e donne” che, a vario titolo,<br />

hanno scritto la Storia <strong>del</strong> <strong>Masi</strong>.<br />

Dalle loro testimonianze appare evidente<br />

come la Scuola sia un microcosmo<br />

in continua evoluzione ma saldamente<br />

legato alla sua funzione primaria di<br />

formazione umana e professionale.<br />

Non un’isola a sè stante, ma corpo vivo e<br />

vitale di una società sempre più complessa e,<br />

a volte, difficile da interpretare.


Tredici <strong>anni</strong> alla guida di una scuola!<br />

È tanto? È poco? Forse è il tempo giusto.<br />

Non troppo breve: sia per conoscere bene Collaboratori ed imparare ad apprezzare le potenzialità<br />

di ciascuno, sia per dare corpo a progetti ed iniziative e vederle poi realizzate.<br />

Né troppo lungo: tale da generare consuetudine e “routine”.<br />

Tredici <strong>anni</strong>! Tanti i ricordi, le emozioni, le sensazioni che si affollano e vengono alla mente. Ma<br />

quello che, con maggiore intensità, quasi con prepotenza, si fa avanti, è il ricordo vivo <strong>del</strong> rapporto<br />

umano instaurato con allievi, docenti, personale amministrativo e genitori.<br />

Ricordo con particolare nitidezza, le perplessità generate in tanti docenti, in particolare in quelli<br />

con maggior numero di <strong>anni</strong> di insegnamento, quando manifestavo il mio intendimento di aprire<br />

la scuola al territorio, di portare gli allievi nei cantieri e sui luoghi di lavoro. Saranno distratti?<br />

Perderanno ore di insegnamento?<br />

Ancora molto vivo in me è anche il ricordo di “vivaci” collegi di docenti nei quali venivano<br />

dibattute le varie opinioni; collegi lunghi in cui ci si ascoltava, si esaminavano le varie posizioni,<br />

anche animatamente, ma sempre con il chiaro, unico intento: quello di far crescere la nostra scuola,<br />

il “<strong>Masi</strong>”.<br />

Stesso rapporto, intenso, dialettico ma di proficuo e continuo confronto, è stato quello avuto<br />

con gli allievi. Sono stata molto rigorosa? Il mio sguardo attento, era sempre rivolto alla loro<br />

crescita umana, culturale e professionale.<br />

Comunque ho constatato, con grande soddisfazione, che il mio rigore è stato abbastanza<br />

compreso dagli allievi dai quali ho sempre ricevuto attestati, non formali, di stima e rispetto.<br />

Che dire <strong>del</strong>lo scambio epistolare, alquanto vivace, avuto con i Presidenti degli Ordini<br />

professionali, quando, in occasione <strong>del</strong> bando di un concorso di idee da noi proposto, fummo<br />

accusati di eccessiva ambizione professionale, quasi volessimo formare dei “quasi architetti o<br />

ingegneri”.<br />

Il nostro vero ambizioso obiettivo, viceversa, era solo quello di prepararli ad affrontare qualsiasi<br />

cammino professionale; di non tarpare le ali a nessuno. Fare in modo che i nostri allievi, dopo il<br />

diploma, fossero in grado di far fronte a qualsiasi apertura professionale.<br />

Molto vivi sono infine due episodi: accompagnavo un alunno al quale dovevo consegnare un<br />

libro <strong>del</strong>la biblioteca, perché potesse proseguire nella lezione. Ero piuttosto pensierosa quando mi<br />

sentii dire: “Preside ho paura <strong>del</strong>la sua forza”. A me, strutturalmente debole!<br />

RICORDI 81


82<br />

E ancora: in occasione di un ammutinamento di tutti gli alunni, riuniti in palestra, nel famigerato<br />

periodo <strong>del</strong>le occupazioni studentesche, decisi di affrontarli, da sola, cosciente che avrebbero<br />

potuto anche mancarmi di rispetto approfittando <strong>del</strong>la generale confusione. Più grande <strong>del</strong>la paura<br />

era solo l’ansia di non riuscire a far loro comprendere l’inutilità di tale comportamento, lesivo<br />

anche <strong>del</strong>la loro individuale dignità.<br />

Ne risultò un dialogo assai costruttivo, privo di qualsiasi gesto inconsulto o irrispettoso.<br />

Da persone adulte e mature.<br />

Sono a loro ancora grata.<br />

Ancora oggi, quando in molti, incontrandomi, mi abbracciano, sento di dovere io, qualcosa a<br />

loro, ai miei alunni.<br />

prof.ssa Antonietta D’Arcangelo<br />

già Dirigente scolastico ITG “<strong>Masi</strong>”<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Studente <strong>del</strong>l’I.T.G. “E. <strong>Masi</strong>”, all’epoca <strong>del</strong>la cosiddetta “Masseria”, conseguito il diploma,<br />

mi accorsi presto che non ero vocato per la professione <strong>del</strong> geometra. Dopo vari ripensamenti e<br />

qualche discussione familiare, mi iscrissi alla facoltà di Matematica, perché nella vita avrei voluto<br />

fare il “Professore”. Sono tornato al <strong>Masi</strong> da docente di Matematica nell’a.s. 84-85 e qui subito<br />

percepii la possibilità di un lavoro produttivo e sereno. Si trattava di empatia a prima vista con<br />

i colleghi e con l’allora Preside Ferrarese. Era forse un inconsapevole ritorno al mio passato di<br />

studente spensierato in quest’istituto? Chissà! So, che dal <strong>Masi</strong> non mi sono più allontanato, eppure,<br />

all’epoca la Matematica non era materia d’esame, al contrario, le materie professionali “la facevano<br />

da padrone”. Di lì a qualche anno, nella scuola Italiana, iniziò la stagione dei dibattiti e dei confronti<br />

sulla necessità di rivedere i programmi, le metodologie e, soprattutto la necessità di introdurre l’uso<br />

<strong>del</strong>l’Informatica nell’insegnamento <strong>del</strong>la Matematica e <strong>del</strong>la Fisica.<br />

Fu il mio momento! Dopo un percorso formativo, insieme ai colleghi Donato Curtotti, Vincenzo<br />

Ruscitto e al compianto Mario De Lallo, avviammo la sperimentazione <strong>del</strong>l’Informatica applicata<br />

alle nostre discipline. Ricordo l’emozione di una forte curiosità intellettiva che condividevo con<br />

i miei alunni di fronte a tale novità; l’impegno più che mai condiviso mi portava a raggiungere<br />

obiettivi sempre più ambiziosi e gratificanti sul piano didattico, ma anche mi conquistava la fiducia<br />

e la stima degli studenti per molti dei quali diventavo punto di riferimento. Che soddisfazione per<br />

un docente incontrare per la strada ingegneri o architetti che ti fermano e ancora ti ringraziano per<br />

quella Matematica appresa sui banchi <strong>del</strong> <strong>Masi</strong>, così essenziale negli studi successivi.<br />

Negli <strong>anni</strong> novanta fui chiamato dal Collegio dei Docenti a coprire l’incarico di Vicario<br />

<strong>del</strong>l’Istituto, carica che ho mantenuto per circa un decennio. Una nuova esperienza, un nuovo<br />

ruolo all’interno <strong>del</strong>la Comunità Scolastica che coincideva con il cambio di Dirigenza e, soprattutto<br />

con l’attivazione di percorsi innovativi che prevedevano una maggiore apertura verso il mondo <strong>del</strong><br />

lavoro e di conseguenza contatti ravvicinati con gli Ordini Professionali e le Istituzioni Pubbliche.<br />

Anni di lavoro intenso, di mediazione tra la Dirigente e i Docenti, tra questi e gli alunni, tra<br />

l’Istituzione e i genitori. Anni importanti per la rete che intessevo, rete di incontri, a volte di<br />

scontri, di difficoltà condivise di amicizie, rete che ancora oggi costituisce per me un patrimonio di<br />

relazioni affettive importanti perché autentiche.<br />

Negli ultimi <strong>anni</strong> sono ritornato all’insegnamento <strong>del</strong>la Matematica con lo stesso entusiasmo<br />

iniziale, cercando di comprendere le motivazioni <strong>del</strong> disagio giovanile, che sfocia nel disimpegno<br />

<strong>del</strong>la maggior parte degli studenti di oggi ed ho maturato la convinzione che la Scuola, quando<br />

RICORDI 83


84<br />

è in grado di fare un discorso culturale può incidere sulla società. Mi sono inoltre avvicinato alla<br />

disabilità, maturando la certezza che la Scuola che accoglie le “diversità” può innalzare il limite<br />

<strong>del</strong>la tolleranza tra i giovani.<br />

Concludo facendo mie le parole di EDGAR MORIN “La complessità richiede strategia, che è<br />

l’arte di muoversi nell’incertezza”; questa è oggi la sfida <strong>del</strong>la Scuola.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.<br />

prof. Francesco Biancardi<br />

già docente di Matematica


Aderisco con piacere alla richiesta di descrivere brevemente la mia esperienza di insegnante, che<br />

ho vissuto nell’ambito <strong>del</strong>l’Istituto Tecnico per Geometri “Eugenio <strong>Masi</strong>” di Foggia.<br />

Nell’ottobre <strong>del</strong> ’62 ebbi l’incarico di docente di “Topografia e disegno topografico” per gli<br />

alunni <strong>del</strong> corso B, e tale funzione ho mantenuto,ininterrottamente, per tutti gli <strong>anni</strong> di attività.<br />

Da allora, per un trentennio, ho cercato di portare per mano i tanti (poco meno di un migliaio)<br />

studenti all’apprendimento, con alterne fortune, <strong>del</strong>le nozioni teoriche e pratiche <strong>del</strong>la topografia<br />

che, col passare degli <strong>anni</strong> si andava rinnovando sempre più rapidamente, sensibile alle innovazioni<br />

tecnologiche che potevano servire alle sue finalità.<br />

Da questo osservatorio particolare, ho visto scorrere la vita scolastica nell’avvicendarsi di persone<br />

e cose, in piccole e grandi trasformazioni.<br />

All’ingresso <strong>del</strong>l’Istituto, nell’aiuola che si estende ai piedi <strong>del</strong>la Minerva, faceva bella mostra<br />

un cipresso, certamente voluto dall’architetto progettista <strong>del</strong>l’opera. Qualcuno non sopportava la<br />

presenza <strong>del</strong>l’albero che adorna ben altri luoghi e così fu sostituito da un abete che cresceva in un<br />

cortiletto posteriore, non più esistente.<br />

C’erano nell’Istituto, non utilizzate, alcune apparecchiature fotografiche e questo mi diede lo<br />

spunto per patrocinare l’istituzione di un laboratorio fotografico, con l’intento di avvicinare gli<br />

alunni alla conoscenza <strong>del</strong> processo fotografico, data l’importanza e la diffusione <strong>del</strong> suo uso nei<br />

rilievi topografici tramite la fotogrammetria. A tale scopo fu destinato un locale apposito da adibire<br />

a camera oscura. Furono istituiti dei corsi di fotografia con addestramento allo sviluppo e stampa<br />

in bianco e nero, a conclusione dei quali veniva allestita una mostra dei lavori degli alunni, giudicati<br />

e premiati da apposita giuria.<br />

Sarebbe troppo lungo elencare tutte le persone con cui con cui ho condiviso lo spazio e il tempo<br />

<strong>del</strong>la Scuola: i presidi, i colleghi docenti, gli assistenti, il personale di segreteria, gli ausiliari. Alcuni<br />

sono passati come meteore, di altri, molti, serbo un grato ricordo di amicizia, di collaborazione, di<br />

scambi culturali.<br />

Però, eccezionalmente, voglio ricordare, con riconoscenza, il mio primo preside, il prof. Bartolo<br />

Sanno, cultore di fisica e promotore <strong>del</strong>lo sviluppo <strong>del</strong> prestigioso laboratorio <strong>del</strong>la stessa fisica.<br />

Egli, paternamente, mi ha accompagnato e sostenuto nel lavoro che andavo intraprendendo.<br />

Mi piace anche parlare di una figura particolare nell’ambito <strong>del</strong>l’Istituto: il geometra Vito Nar<strong>del</strong>li,<br />

assistente di topografia. Un omino scattante, dinamico e sempre in rapida attività. Era l’uomo<br />

di fiducia <strong>del</strong> preside e organizzava e gestiva l’attività <strong>del</strong> corpo insegnante, specie per quanto<br />

RICORDI 85


86<br />

riguardava l’intreccio <strong>del</strong>le ore d’insegnamento. Forte <strong>del</strong>le sue esperienze di lavoro all’Istituto<br />

Geografico Militare, appariva come la personificazione <strong>del</strong>la pratica topografica. Nell’esecuzione<br />

dei calcoli era espertissimo e rapido nel maneggiare le voluminose tavole dei logaritmi a 7 cifre decimali<br />

alle quali, però, dovette rinunciare a malincuore quando, dopo alcuni <strong>anni</strong>, su sollecitazione<br />

<strong>del</strong>lo scrivente, furono adottate le più snelle tavole logaritmico-trigonometriche a 5 cifre, moderne<br />

e rapide da usare nei calcoli di uso corrente.<br />

Infine, con grande simpatia, ricordo, nell’ambito <strong>del</strong> personale di segreteria, chi ha rappresentato<br />

per me una istituzione <strong>del</strong>l’Istituto, quasi una Vestale: la sig.na Pina Papa. La sua costante<br />

presenza era sempre accompagnate da gentilezza, competenza, cordialità e premura nei riguardi di<br />

alunni che ricorrevano a lei con le più varie richieste.<br />

Una considerazione particolare meritano gli alunni. I tanti alunni che si sono succeduti, scorrendo<br />

nell’alveo degli <strong>anni</strong> come un’unica entità. Eppure le loro fisionomie, il loro modo di vivere le<br />

ore scolastiche e le istantanee di momenti particolari sono incasellati nella memoria e vengono fuori<br />

nel momento di qualche incontro o nell’occasione di riferimenti a episodi <strong>del</strong>la vita scolastica.<br />

Sono stati per me la “materia grezza” da limare per portarla al grado di finitura richiesto dalle<br />

finalità <strong>del</strong>la Scuola. Nel rapporto con loro ho cercato sempre di guidarli con una cordiale severità,<br />

ma anche con familiarità, specialmente quando, periodicamente, si svolgevano le esercitazioni pratiche<br />

all’aperto e lo spazio angusto <strong>del</strong>l’aula si dilatava e si umanizzava, mentre l’approccio con gli<br />

strumenti richiedeva maggiore vicinanza per <strong>del</strong>ucidazioni, controlli e valutazioni.<br />

Non so quando sia riuscito nell’intento. Mi gratifica la consapevolezza di aver fatto con loro<br />

un’esperienza di lavoro e di crescita culturale.<br />

prof. Pasquale <strong>del</strong> Fosco<br />

già docente di Topografia<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


“Il maestro che passeggia con i suoi discepoli all’ombra <strong>del</strong> tempio non elargisce la sua conoscenza,<br />

ma piuttosto la sua fede e la sua amorevolezza ...<br />

Se è veramente saggio, egli non vi impone di entrare nella dimora <strong>del</strong>la sua saggezza, ma vi guida<br />

alla soglia <strong>del</strong>la vostra stessa mente”.<br />

E’ tutta qui, nelle parole di Kahlil Gibran, la storia <strong>del</strong>la mia esperienza al <strong>Masi</strong>, dentro la quale<br />

riconosco la traccia di un vecchio amore più volte apertamente espresso, quello per la scuola, per<br />

gli alunni, per la mia attività di docente: una storia di energia, di impegno, di entusiasmo e di determinazione.<br />

Libertà <strong>del</strong>l’alunno e guida maieutica <strong>del</strong>la sua crescita interiore soni stati i paradigmi portanti<br />

<strong>del</strong> mio insegnamento, ai quali credo di essermi ispirata con umana passione e onestà intellettuale.<br />

Certo non è stato sempre tutto facile, cionondimeno non ho mai desistito dal perseguirli.<br />

E sempre ho creduto nell’energia vitale dei giovani, sforzandomi di comprendere i bisogni di<br />

verità e di stimolarne l’immaginazione creativa nelle diverse situazioni di apprendimento.<br />

La mia è stata la scuola <strong>del</strong>la mente e <strong>del</strong> cuore, almeno così ho sempre cercato di viverla.<br />

Oggi che ne sono fuori, mi manca la scuola <strong>del</strong> cuore che il rapporto con la vita rende unica e<br />

bella, quella che si fa terreno di entusiasmo, che ti dona il ritmo e la forza <strong>del</strong>l’eterna giovinezza,<br />

senza mai stancarti o annoiarti. Sì, mi manca ... eccetto che nella memoria, là dove il vuoto si fa<br />

rimpianto, specialmente per quei ragazzi con i quali, forse anche in virtù <strong>del</strong>la caparbietà istintiva<br />

<strong>del</strong> mio cuore e <strong>del</strong> mio ottimismo, ho potuto realizzare un rapporto interattivo e dinamico e,<br />

come penso senza falsa modestia, con discreti risultati attestati dai nostri percorsi curriculari ed<br />

extracurriculari.<br />

Il mio spazio scuola ora si fa solo memoriale nostalgia per la quotidianità di un’esperienza per<br />

me ineguagliabile, nutrita di ansie, di gioie e di <strong>del</strong>usioni, di tutto ciò che da sempre accompagna<br />

la vita che cresce, che pian piano sboccia tra le tue mani, che diviene a fatica adulta e matura, se<br />

sai prenderla per mano e guidarla con tenerezza ma non senza fermezza, che t’interroga e chiede<br />

risposte, che ha timore e si aspetta speranze ...<br />

E’ questa la scuola <strong>del</strong> mio vissuto: quella dove cresci anche tu che insegni ogni giorno, dove<br />

impari a riconoscere e rispettare l’intelligenza e la diversità, dove t’inventi mille astuzie per spronare<br />

la buona volontà e cento espedienti per piegare la realtà a materia di studio; una scuola che<br />

può avere anche qualche momentaneo spazio di svago, ma che mai si connota come indifferente<br />

contorno di vita.<br />

RICORDI 87


88<br />

La mia scuola è quella di chi sa che insegnare è lasciare il segno nel cuore e nella mente dei giovani<br />

allievi, se nel contempo si è disponibili ed esigenti, vivaci e creativi, determinati e pragmatici, veri<br />

e legittimi nei richiami, senza alterigie o leggere indolenze, nel segno di un carattere forte e volitivo,<br />

se si accompagnano gli alunni nei percorsi culturali più svariati, senza rubare la scena, ma cercando<br />

sempre di promuovere l’autostima per indirizzarli con discrezione verso alte mete valoriali.<br />

Un compito che può apparire impervio nella superficialità edonistica attuale, ove mille sirene<br />

adescano i giovani privi di punti di riferimento in avventure senza ritorno.<br />

Ciononostante credo di essere sempre andata oltre ogni presunto disfattismo, grazie alla tenacia<br />

<strong>del</strong> mio carattere e alla fiducia nei miei presupposti didattico-pedagogici, quali l’educazione alla<br />

creatività e al problem solving, pilastri <strong>del</strong>la motivazione allo studio come formazione e umana<br />

promozione di sé.<br />

E come non ricordare l’ultima esperienza <strong>del</strong>le mie tanto amate classi seconde!... La loro entusiastica<br />

partecipazione al concorso “Lettura e oltre”. Beh ... davvero i miei ragazzi hanno studiato<br />

divertendosi e, prendendo coscienza <strong>del</strong>le loro potenzialità, hanno composto poesie, preparato<br />

testi teatrali in rima, balletti a suon di tango e di valzer, disegnato fumetti. Insomma la vitale energia<br />

giovanile e la voglia di fare hanno prodotto un lavoro di squadra limato, per quanto sia possibile,<br />

in ogni minimo dettaglio.<br />

E l’altrettanto interessante esperienza che li ha visti partecipi, profondamente motivati e produttivi<br />

al progetto “Il verde intelligente”.<br />

E ancora ripenso al progetto “Carta bianca” e alla premiazione ufficiale alla Fiera <strong>del</strong> Libro di<br />

Torino e ancora mi torna alla memoria il lusinghiero successo nel concorso letterario scolastico<br />

“Come Piran<strong>del</strong>lo...una novella, una poesia, una sceneggiatura”<br />

Senza dimenticare l’incontro con Dacia Maraini, con Corrado Augias, con il regista Dell’Accio<br />

e con tanti altri esponenti <strong>del</strong> mondo <strong>del</strong>la cultura, che hanno arricchito la storia <strong>del</strong> “<strong>Masi</strong>”, la mia<br />

storia, quella dei miei alunni, una storia di impegno fattivo e creativo che si fa poesia tra le righe,<br />

una poesia fatta di sentimenti, di amore e di lotta feconda per qualcosa in cui io ed i miei alunni<br />

come squadra abbiamo sempre creduto.<br />

Prof.ssa Teresa La Salvia<br />

già docente di Lettere<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Ho trascorso una cospicua parte <strong>del</strong>la mia vita all’ITG “<strong>Masi</strong>” di Foggia: circa trent’<strong>anni</strong>.<br />

E’ facile immaginare quanti ricordi si possono accumulare in un lasso di tempo così lungo.<br />

Ho conosciuto diversi Presidi, molti colleghi e tanti, tanti allievi.<br />

Purtroppo molti non ci sono più, e a loro voglio dedicare queste poche righe.<br />

Rircordo il prof. Angelo Aquino che mi accolse come un padre. Prima docente e poi Preside.<br />

Un “omone” che gli allievi chiamavano affettuosamente “tampone”, un soprannome che non ho<br />

mai considerato irriverente o offensivo. In realtà non ho mai saputo cosa significasse realmente, ma<br />

pronunciando quella parola si aveva l’idea <strong>del</strong>l’uomo: pacioso, calmo, dotato di grande umanità.<br />

Ricordo con simpatia Vito Nar<strong>del</strong>li, piccolo di statura, al contrario di Aquino, ma dotato di<br />

grande vitalità. Per lui gli strumenti topografici non avevano segreti e li sapeva usare a meraviglia.<br />

Inoltre era il “mago” <strong>del</strong>la compilazione <strong>del</strong>l’orario scolastico.<br />

Ricordo il collega Angelo Vinella che fu Preside per un brave periodo e l’ing.Guido Pellicano,<br />

quasi una istituzione <strong>del</strong> <strong>Masi</strong>. Molto bravo, generoso: non era capace di dire no a nessuno.<br />

Vorrei ricordare il bi<strong>del</strong>lo (oggi operatore scolastico) Paglia per la sua grande umanità e<br />

disponibilità.<br />

Infine vorreri ricordare Nunzio Mon<strong>del</strong>li che tant’onore sportivo portò al <strong>Masi</strong> con i suoi allieviatleti.<br />

Mi fermo qui in quanto la lista potrebbe continuare a lungo e chiedo scusa a tutti coloro che<br />

non ho nominato per economia di tempo e di spazio ma ai quali va tutta la mia stima: ho imparato<br />

tanto da loro. Davvero una Scuola, l’ITG <strong>Masi</strong>, ove ha sempre regnato una grande professionalità<br />

e, soprattutto, umanità. Vorrei dedicare un pensiero ai tanti allievi che hanno frequentato il <strong>Masi</strong><br />

con alterne fortune, è vero, ma una gran parte di loro ha conseguito notevoli successi nel mondo<br />

professionale, imprenditoriale e perfino politico.Tutto ciò a dimostrazione che quando la semina è<br />

buona il raccolto non potrà che essere altrettanto buono.<br />

Un grande augurio a tutti coloro che frequentano questa Scuola, a qualsiasi titolo, un augurio di<br />

poter vivere le stesse emozioni che ho vissuto io, di poter accumulare tanti ricordi da custodire con<br />

affetto negli <strong>anni</strong> che verranno.<br />

prof. Giorgio Santoro<br />

già docente di Disegno<br />

RICORDI 89


90<br />

“SCUOLA, PALESTRA DI VITA” un’espressione famosa che, nella sua ricorrenza, non sempre<br />

lascia traccia <strong>del</strong> suo profondo significato. Solo oggi, ripensando al passato e considerando il<br />

presente, la frase mi appare un principio di verità e non un’affermazione scontata.<br />

Era... ieri che iniziavo la mia carriera scolastica all’istituto per Geometri di Foggia, con il desiderio<br />

<strong>del</strong>la novità e con il peso <strong>del</strong>la responsabilità e <strong>del</strong>l’impegno che, confesso, non sempre è stato<br />

diligente.<br />

Mi sono diplomato nell’anno scolastico 1957/58, ed è passato mezzo secolo da quando sognavo<br />

un futuro radioso, da quando ero inquieto per i dubbi, le incertezze, le aspirazioni e mi struggevo<br />

dal forte desiderio di affermazione.<br />

Devo riconoscere che non solo la mia volitività, ma soprattutto l’insegnamento e la disciplina<br />

<strong>del</strong>la scuola superiore, mi hanno lanciato verso l’incognita che poi si è rivelata feconda e soddisfacente,<br />

senz’altro più di quando potessi prevedere.<br />

I ricordi scolastici sono tanti.... Alcuni legati alle ammirazioni e alla stima che nutrivo verso i<br />

docenti, altri al timore che essi incutevano, al rispetto che il loro ruolo esigeva e all’intransigenza<br />

dei superiori che, non nascondo, generala una qualche resistenza.<br />

Un ricordo nostalgico e non più di affetto e legato al Professore di italiano Amedeo Cocco, che,<br />

con le sue spiegazioni, oltre a trasmettere profezie di un veloce progresso scientifico e tecnologico<br />

che lasciava immaginare come lui stesso affermava testualmente “un nutrimento attraverso... pillolette”.<br />

L’evoluzione c’è stata ed oggi sembra inverosimile che l’istituto per geometri possa essere<br />

stato il vero trampolino di lancio per la mia affermazione.<br />

La memoria degli esami di stato mi riporta alle ansie per la prova di maturità, alle paure di non<br />

riuscire a concretizzare praticamente ciò che in teoria appariva astratto, poco fattibile, irraggiungibile<br />

ma anche ai progetti che si moltiplicavano per il futuro imminente e venturo e al desiderio di<br />

realizzarmi.<br />

L’idea <strong>del</strong>la libera professione appariva infatti solo un sogno lontano e impossibile...<br />

Il diploma fu lo sprone per avventurarmi nel mondo <strong>del</strong> lavoro e la scelta ovvia e inevitabile<br />

sembrò proprio quella <strong>del</strong>la libera professione: iniziai ad aprire il primo studio tecnico e la passione<br />

mi prese come un fuoco “che brucia l’anima” a tal punto che in pochi <strong>anni</strong> era il referente di 4/5<br />

siti: a Castelluccio dei Sauri, a Delicato, ad Anzano e a Monteleone e poi anche a Foggia.<br />

Organizzare uno staff competente, ampliare l’orizzonte di interessi, servire la maggior parte di<br />

clienti mi entusiasmava e mi vedeva sempre più impegnato con il desiderio di sentirmi utile, attivo,<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


produttivo. Frazionamenti, misurazioni terreni, opere di trasformazione fondiaria, progetti, perizie,<br />

stime di parte giudiziarie divennero la mia passione. La scuola era diventata officina di lavoro.<br />

Nel 1972 mi sentivo pienamente appagato e realizzato e miravo ad altro... non mi dilungo a<br />

spiegare come sono diventato industriale, spinto dall’esigenza di affacciarmi ad un altro mondo e<br />

così la nascita di una azienda di manufatti per l’edilizia.<br />

Mi preme manifestare l’orgoglio, la determinazione, la capacità di affermarmi come professionista,<br />

come industriale,ma soprattutto come uomo, che dall’ esperienza scolastica ha imparato a<br />

esprimere le proprie capacità e competenze e a tradurre in azioni la teoria, una teoria che a volte<br />

sembra sterile e noiosa, che appare come un dovere fastidioso e imposto ma che risulta indispensabile<br />

per capire:e la comprensione è fondamentale nell’agire umano.<br />

La mia azienda, la Lecablock Foggia s.p.a. ha intessuto sempre, fin dai primi <strong>anni</strong>, rapporti di<br />

collaborazione con le scuole e con gli studenti perché io ho sempre creduto che, per un giovane,<br />

l’aiuto a guardarsi dentro e a riconoscere le proprie propensioni, gli può venire essenzialmente nel<br />

momento in cui si immedesima nell’attività lavorativa ed integra la teoria con la pratica. Ho ospitato<br />

intere scolaresche e ho cercato di trasmettere loro l’entusiasmo per l’operatività.<br />

Nel 1990 sono stato relatore di un corso sul fenomeno sismico e in collaborazione con un docente<br />

<strong>del</strong>l’istituto <strong>Masi</strong>, nell’Aula Magna “SALA EUCLIDEA”, ho illustrato un trattato realizzato<br />

dopo l’esperienza fatta con il terremoto <strong>del</strong>l’Irpinia <strong>del</strong> 1980: ricordo di aver suscitato vivo interesse<br />

in 200 alunni che pendevano dalle mie labbra nel momento in cui spiegavo cause, effetti, conseguenze,<br />

e soluzioni di un cataclisma che inaspettatamente aveva capovolto l’esistente. All’epoca<br />

il sisma provocò 3.000 morti.<br />

Sono sicuro di essere stato di aiuto a tanti giovani che, probabilmente come automi frequentavano<br />

la scuola e non intravedevano la fattibilità <strong>del</strong>la “palestra”e che visitando l’azienda e affrontando<br />

le problematiche <strong>del</strong> mondo <strong>del</strong> lavoro, hanno cominciato a sognare, così come facevo io, e<br />

a vedersi proiettati in una realtà che doveva rappresentare il loro futuro.<br />

Sono felice di poter trasmettere le mie emozioni di una vita intera, fatta di sacrifici, di intenso<br />

lavoro, ma di grandi soddisfazioni, di molto successo e di numerose gratificazioni che dovrebbero<br />

costituire l’aspirazione di tutti gli adolescenti.<br />

geom. Ortensio Campanaro<br />

Imprenditore, già alunno ITG “<strong>Masi</strong>”<br />

RICORDI 91


92<br />

Anno scolastico 1957-58! Ricordo la fortissima sensazione da cui ero pervaso quando, appena<br />

quattordicenne, mi presentai il primo giorno di scuola presso l?istituto tecnico Commerciale e<br />

per Geometri “P. Giannone” di Foggia, per l’assegnazione <strong>del</strong>la sezione e, quindi, per l’imnizio<br />

<strong>del</strong>l’anno scolastico.<br />

In corso d’anno nasceva, scorporandosi dal Giannone, l’istituto Tecnico per Geometri “E.<br />

<strong>Masi</strong>” che trovava sistemazione in un fabbricato in fondo a via Bari, che chiamavamo “Masseria”<br />

e, successivamente, nella sua attuale sede definitiva di Via Zingarelli. La sezione di assegnazione<br />

risultò la C.<br />

Cominciava una nuova fase <strong>del</strong>la mia vita, quella certamente più importante, che segnava<br />

il passaggio dall’infanzia all’età adulta, fase nella quale molto importanti sarebbero stati sia<br />

l’apprendimento che la formazione <strong>del</strong> mio carattere, <strong>del</strong>la mia personalità, la nascita <strong>del</strong>le prime e<br />

vere amicizie. L’ambiente nel quale tutto ciò sarebbe avvenuto avrebbe rivestito, pertanto, un ruolo<br />

fondamentale.<br />

Conseguii la maturità nella sessione estiva <strong>del</strong>l’anno scolastico 1961-62. Successivamente la<br />

continuazione degli studi a livello universitario e lo svolgimento <strong>del</strong>la mia attività professionale<br />

(docenza universitaria) mi allontanarono dalla mia città, dai miei affetti, dalle mie amicizie, per ben<br />

30 annui, ma i ricordi dei cinque <strong>anni</strong> trascorsi da studente <strong>del</strong> masi non mi abbandonarono mai.<br />

Ricordo i professori, rigidi nel pretendere a che il nostro livello di apprendimento fosse adeguato<br />

al mercato <strong>del</strong> lavoro, che diventava sempre più esigente e bisognoso di professionalità sicure e<br />

preparate e gli amici, esuberanti ma ricettivi allo studio, alle sollecitazioni dei docenti e animati da un<br />

importante spirito di corpo. Tutto il <strong>Masi</strong> era pervaso da questo spirito di corpo, che si manifestava<br />

in particolare in occasione <strong>del</strong>l’annuale manifestazione <strong>del</strong>le gare atletiche tra gli studenti <strong>del</strong>le<br />

superiori <strong>del</strong>la città. Tra i docenti ricordo innanzitutto i presidi Iozzi e Sanno, in particolar modo<br />

il secondo, dotato di elevati sentimenti di umanità e comprensione verso i suoi studenti, spesso<br />

troppo vivaci e intemperanti.<br />

Ma sia docenti che amici hanno lasciato in me una profonda traccia e inciso certamente sulla mia formazione di<br />

uomo e professionista.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.<br />

prof. Antonio Muscio,<br />

già Rettore <strong>del</strong>l’Università di Foggia<br />

già alunno ITG “<strong>Masi</strong>”


Era il primo di ottobre <strong>del</strong> 1960, avevo tredici <strong>anni</strong>, quando varcai per la prima volta il cancello<br />

<strong>del</strong>l’I.T.G. “<strong>Masi</strong>”. La Scuola era stata costruita da poco. Il preside era il prof. Iozzi e il piano<br />

rialzato era occupato dalle classi, non numerose, <strong>del</strong> Liceo Scientifico. Avevo scelto, ma il termine<br />

è improprio, di iscrivermi alla Scuola per geometri, per esclusione. Agli inizi degli <strong>anni</strong> sessanta la<br />

Pubblica Istruzione era ancora organizzata sul mo<strong>del</strong>lo gentiliano. La scuola non era di massa e<br />

le Istituzioni scolastiche, con l’eccezione <strong>del</strong>la Scuola Elementare, non erano diffuse. Solo le città<br />

capoluogo di Provincia avevano scuole con tutti gli indirizzi. All’epoca sceglievano i genitori. Erano<br />

loro che si assumevano la responsabilità <strong>del</strong>le prosecuzione negli studi superiori, di scegliere gli<br />

indirizzi e spesso la scelta era condizionata dalle condizioni economiche. Studiare aveva dei costi<br />

significativi in un bilancio familiare ed era considerato un buon investimento per il futuro.<br />

Ricordo il consiglio di famiglia che decise la mia sorte scolastica. C’era mio padre, lo zio laureato<br />

in matematica, la zia maestra. Furono loro a decidere per una scuola tecnica. Scartarono il Liceo<br />

perché scuola <strong>del</strong>l’elite borghese cittadina e mio padre era un operaio. A quei tempi la selezione<br />

sociale era molto forte ed esplicita. Lasciarono a me solo la scelta <strong>del</strong>l’indirizzo fra le scuole tecniche.<br />

Scartai subito l’industriale per le mie scarse abilità manuali. L’idea di un futuro da ragioniere,<br />

con tutto il rispetto per la categoria, mi deprimeva. Restava solo il “<strong>Masi</strong>” che scelsi, appunto, per<br />

esclusione. Non mi sono mai pentito di quella scelta. Gli <strong>anni</strong> trascorsi tra le mura di quelle aule<br />

sono stati per la mia formazione i più importanti per la qualità degli studi fatti, per le doti professionali<br />

ed umane dei professori che ricordo con stima e affetto. In un corso di studi ricco di stimoli e<br />

discipline interessanti, ho avuto la fortuna di incontrare i prof.ri Cocco, Caiazzo, Martino, Mariella;<br />

l’avv. Gasso, gli ing. Carrozza e Regina; gli assistenti tecnici Marasco, Cianci, Nar<strong>del</strong>li. Ciascuno di<br />

loro ha lasciato un segno, un ricordo, un’impronta nella mia formazione professionale ed umana.<br />

Un gruppo di insegnanti con un profondo legame con la propria professione. Maestri che hanno<br />

saputo trasmettere nozioni e regole di vita, informazioni e passione verso il sapere, contenuti disciplinari<br />

e valori morali. Ho imparato ad amare la Poesia e Dante, ad apprezzare la letteratura con il<br />

prof. Cocco che, da grande educatore, ci ha fatto intendere i valori etici fondamentali <strong>del</strong>la vita. Mi<br />

sono appassionato alle scienze matematiche con il prof. Caiazzo e con gli ingegneri <strong>del</strong>le discipline<br />

professionali ho imparato ad utilizzare le infinite applicazioni di questo potente e flessibile linguaggio.<br />

Come non ricordare il prof. Mariella e il periodo vissuto come atleta <strong>del</strong> Gruppo Sportivo<br />

<strong>Masi</strong>. Una realtà organizzativa e sportiva di valore che ha contribuito a sviluppare un forte senso<br />

di appartenenza che coinvolgeva tutti. Vincere la Coppa Provinciale di Atletica leggera rendeva<br />

RICORDI 93


94<br />

atleti, alunni, insegnanti e ausiliari orgogliosi di “essere” <strong>del</strong>l’ITG “<strong>Masi</strong>”. Di questa esperienza, un<br />

ricordo: due gare di velocità. Nella prima per l’emozione restai sui blocchi di partenza. Nell’ultima,<br />

qualche anno dopo, schizzai dai blocchi per primo. Non vinsi quella gara ma ero soddisfatto per<br />

aver superato un mio limite anche caratteriale con volontà, determinazione, lavoro e costanza di<br />

applicazione. Un insegnamento che ho avuto sempre presente e che spesso mi ha sostenuto in<br />

molti passaggi cruciali <strong>del</strong>la mia vicenda umana e nella carriera professionale. Ed è questo parte d<br />

un percorso di formazione che una Scuola e i suoi Docenti mi hanno lasciato in dote. Qualcuno<br />

dei vecchi professori li incontro ancora, altri non ci sono più ma rivivono nei nostri ricordi e rappresentano<br />

i pilastri di una storia che altri dopo di loro hanno contribuito ad arricchire.<br />

La qualità di una Scuola è anche frutto <strong>del</strong>la sua tradizione. L’istituto Tecnico per Geometri<br />

“<strong>Masi</strong>” compie <strong>50</strong> <strong>anni</strong>, li porta egregiamente. Non vive di solo passato.<br />

E’ proiettato nel futuro.<br />

AUGURI.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.<br />

prof. Pino Brindisi<br />

Dirigente scolastico scuola primaria “E. de Amicis”<br />

già alunno ITG “<strong>Masi</strong>”


Alcuni ricordi <strong>del</strong>la scuola per geometri “MASI” relativi agli inizi degli <strong>anni</strong> ’70, sono legati ai<br />

frequenti scioperi, manifestazioni ed occupazioni che in quegli <strong>anni</strong> coinvolgevano la vita <strong>del</strong>la<br />

scuola.<br />

I motivi, di certo, non mancavano, in primis manifestazioni contro la guerra <strong>del</strong> Vietnam, a<br />

favore <strong>del</strong>l’industrializzazione di Foggia (Aeritalia, Lanerossi, etc.), contro l’istituzione <strong>del</strong> diploma<br />

di geometra non più abilitante alla professione, e così via.<br />

In occasione di quelle assenze collettive, ricordo vivamente l’apparire <strong>del</strong> Preside Bartolo<br />

Sanno, da una <strong>del</strong>le finestre centrali <strong>del</strong> 1° piano (attuali 3a o 4a C), che armato di gracchiante<br />

megafono, con aria severa e burbera, e con tipica inflessione siciliana, ci arringava invitandoci a<br />

interrompere le nostre manifestazioni e a riprendere le lezioni: “ io vi rricoordo che sarrete tutti<br />

booccciati se non rriprenderrete subbito le lezzzioni ” era una <strong>del</strong>le sue frasi tipiche.<br />

Di quegli <strong>anni</strong> ricordo l’entusiasmo di noi ragazzi per le manifestazioni e scioperi, l’impegno<br />

nelle rivendicazioni sociali e politiche, la partecipazione sentita a cortei e sit-in, le discussioni<br />

accese ed infinite sui temi scottanti <strong>del</strong> momento.<br />

Oggi, forse, quegli entusiasmi ed impegni giovanili sono meno visibili e sentiti tra i ragazzi,<br />

ma, anche se in maniera più pacata, i nostri giovani sapranno proporre la loro freschezza mentale<br />

e pulizia morale per un miglioramento <strong>del</strong>la nostra comunità.<br />

Un altro ricordo di quegli <strong>anni</strong> è legato al prof. Nicola Raio, docente di Costruzioni, appassionato<br />

di fotografia e con la memoria (a suo dire) non ferrea.<br />

Per abbinare il nome di un alunno con la persona utilizzava la fotografia, di cui era un cultore<br />

ed appassionato.<br />

All’inizio <strong>del</strong>l’anno scolastico si svolgeva il rito <strong>del</strong>la “foto di classe”, guai ad assentarsi in quella<br />

giornata, si correva il rischio di diventare un ectoplasma; infatti coloro che non comparivano<br />

nella foto rischiavano di diventare dei signor ”nessuno”, privi <strong>del</strong>l’identità di alunni, con il rischio<br />

di essere scambiati per altre persone.<br />

In realtà il professor Raio ricordava perfettamente i nostri visi e le nostre identità, infatti,<br />

quando a distanza di <strong>anni</strong> ci si incontrava casualmente, ricordava in maniera nitida le nostre persone<br />

e riusciva a collocarci con esattezza nell’anno scolastico giusto, ricordando qualche avvenimento<br />

simpatico e citando qualche aneddoto o episodio relativo alla nostra classe.<br />

prof. Luigi Orsogna<br />

Docente di Topografia, già alunno ITG “<strong>Masi</strong>”<br />

RICORDI 95


96<br />

Ricordo i cinque <strong>anni</strong> trascorsi tra i banchi <strong>del</strong>la sezione G <strong>del</strong>l’Istituto Eugenio <strong>Masi</strong>.<br />

Momenti che giungono da lontano, come una vita guardata attraverso l’opacità di un foglio da<br />

disegno.<br />

Ricordo il cortile <strong>del</strong>la scuola, con quella sua luce straordinaria in primavera, gli studenti all’ombra<br />

<strong>del</strong>l’edificio, e poi l’uscita dal cancello principale come uno sciame d’api in fuga.<br />

In quel periodo eravamo paninari, a scuola avevamo tutti gli scarponi gialli, in TV c’era Lupin<br />

III, Deejay Television ed Happy Days.<br />

Non ero uno studente particolarmente eccelso, mi sono sempre considerato nella media.<br />

Le materie in cui si procede meglio di solito sono quelle in cui i professori non si irrigidiscono,<br />

ma dimostrano stima, concedono fiducia, e anche per me valse questo principio.<br />

Il disegno, la mia specialità, con la riga <strong>del</strong> disegnatore tecnico e il pennino, le linee dritte, a<br />

tracciare muri, tra i quali ci sentivamo sicuri. La bellezza <strong>del</strong>la china, la sua capacità di fissarsi sul<br />

foglio, con l’esercizio di una giusta spinta <strong>del</strong>le dita. Bisognava essere estremamente precisi, un<br />

tratto unico da capo a capo, sottile e deciso come il taglio di un bisturi. E poi la china rimaneva<br />

lì, ad attendere il tuo soffio per essere fissata in quella trasmutazione lenta che da lucida la faceva<br />

diventare opaca. La pulizia <strong>del</strong> foglio, l’ordine, e la più piccola sbavatura pronta ad essere asportata<br />

con la lametta.<br />

Al quarto fui rimandato in una materia, Scienze <strong>del</strong>le Costruzioni, in cui in seguito divenni<br />

molto bravo. Me ne innamorai addirittura, a dimostrazione che a volte, nella vita, da una giusta<br />

penalizzazione può nascere una passione.<br />

Ma lì fuori c’era tutt’altro ad aspettarmi.<br />

Un destino che all’epoca non avrei immaginato. Ricordo il primo libro di teatro preso in prestito<br />

quasi per caso dalla biblioteca <strong>del</strong>la scuola: “L’Avaro” di Moliere, e le ombre di tutti quei personaggi<br />

in costume che mi stavano davanti e mi facevano sognare.<br />

Da un lato la scuola con le sue materie, Scienze <strong>del</strong>le Costruzioni, Topografia, Estimo, i<br />

pensieri barocchi di taluni professori; dall’altra il teatro, i primi corsi a Foggia; iniziava lenta, la mia<br />

metamorfosi.<br />

Poi la metropoli, con la piacevole sensazione di sentirsi una goccia nell’oceano; Architettura a<br />

Valle Giulia, come un bimbo smarrito. Mesi trascorsi a tentare gli accordi, alla ricerca di assonanze,<br />

ritentando i tasti alla ricerca di quella melodia che sarebbe diventata solo mia.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Shakespeare, Euripide, Piran<strong>del</strong>lo, carrozzoni di attori erranti, e poi la TV.<br />

Di tanto in tanto ritorno con la mente a passeggiare in quel cortile, sotto quelle finestre, in quei<br />

corridoi e tra quei banchi, ripenso alle lezioni, ai miei compagni, momenti in<strong>del</strong>ebili, in cui giorno<br />

dopo giorno, lentamente, in ognuno di noi si forma una scala di valori; la topografia <strong>del</strong> nostro<br />

futuro cammino.<br />

Agli attuali studenti <strong>del</strong>l’Eugenio <strong>Masi</strong> di Foggia, vorrei dedicare una frase <strong>del</strong> grande Edgar<br />

Allan Poe, che possa essere di speranza per il loro futuro e le loro <strong>del</strong>icate scelte:<br />

“Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte ”.<br />

Giov<strong>anni</strong> Muciaccia<br />

Conduttore televisivo<br />

già alunno ITG “<strong>Masi</strong>”<br />

RICORDI 97


98<br />

L’aria austera <strong>del</strong>la Dea <strong>del</strong>la guerra accoglieva e accoglie da ormai cinquant’<strong>anni</strong> gli studenti <strong>del</strong><br />

“E. <strong>Masi</strong>”: un mistero infinito di dubbi e preoccupazioni amletiche che ci attendevano di primo<br />

mattino appena oltrepassata la cortina di ferro degli zaini (tutti rigorosamente Invicta “ai miei tempi”)<br />

e il ferro, quello sì più solido, <strong>del</strong>la gelida cancellata di recinzione.<br />

Bastavano pochi e spensierati passi per imbattersi in così pregnante simbolo di ciò che sarebbe<br />

accaduto se non avessimo scongiurato la leggenda metropolitana, chinando scaramanticamente il<br />

capo; non per antico rispetto verso la divinità, ma per evitare moderni sacrifici umani che ci attendevano<br />

nel nuovo Pantheon <strong>del</strong> sapere: il “geometra”.<br />

Ricordo che ero sempre una <strong>del</strong>le ultime a varcare il cancello e, complice la sonnolenza mattutina,<br />

non posso certo testimoniare di aver incrociato il suo sguardo ingannevole, ma ancor oggi<br />

ammetto che, percorrendo via Strampelli nell’unico senso di marcia, evito di guardare sulla destra;<br />

gesto memore di un antico presagio o forse semplice ritualità di un moderno paganesimo.<br />

Tanti sono i ricordi che mi legano alla scuola, forse non proprio rivolti ai miei compagni di<br />

classe, con i quali i rapporti si sono risanati solo all’indomani degli Esami di Stato, e neanche dei<br />

professori, indiscussi professionisti, ma non sempre all’altezza <strong>del</strong>l’arduo compito, quasi vocazionale,<br />

<strong>del</strong>l’insegnamento.<br />

La formazione, comunque, nonostante qualche defaiances dei proff è stata più che sufficiente,<br />

tanto da permettermi di conseguire con il massimo dei voti e cum laude una laurea in studi umanistici,<br />

addirittura lontana dalla mia formazione di base. Che quindi le lezioni di vita degli insegnati<br />

non siano valsi più di diagrammi <strong>del</strong> taglio o <strong>del</strong> momento? Come si dice ai posteri...<br />

E poi, ancora oggi quell’impronta di pragmatismo, di scientismo e, a volte, quella genìa intuitiva<br />

che continua ad accompagnarmi, mi ricorda gli esercizi fatti per mettere su, improbabili villette<br />

bifamiliari, i cui progetti venivano rivenduti “di classe in classe” al miglior offerente, all’insaputa<br />

degli ignari proff che lodavano le futuriste costruzioni che contavano già qualche lustro!<br />

Oppure, attingendo dalle pagine fitte di storia dei miei diari, posso ripescare episodi scanzonati<br />

di quegli <strong>anni</strong>. Gli <strong>anni</strong> ’80 quelli <strong>del</strong>la pop-music, dei paninari, <strong>del</strong> giornalino “Cioè”, che noi<br />

ragazze consultavamo nei bagni scambiandoci poster e adesivi dei nostri big preferiti. Ed ancora<br />

le uscite, quelle tanto agognate, che ci apprestavamo a compiere armati di tacheometro e con una<br />

livella memore <strong>del</strong>le classi <strong>del</strong> geometra che portavano una datazione “inizio secolo”: mezzi lontani<br />

dalla moderna tecnologia, apparecchiature che, a quanto pare, con una operazione di archeologia<br />

<strong>del</strong>le costruzioni riesumavamo e perpetuavamo, non solo nel ricordo, ma anche nella pratica.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Così, nelle belle giornate di primavera, raggiungevamo il verde prato <strong>del</strong>l’Ippodromo, i Cavalli<br />

Stalloni come li chiamavamo noi, per prendere le misure di edifici circostanti; uscite che spesso<br />

si riducevano a esperienze en-plein air, per parafrasare i pittori impressionisti, limitandoci più a<br />

godere <strong>del</strong> verde prato lambito dalla dolce brezza sui campi fioriti di papaveri che ad appuntare su<br />

intonsi taccuini, la base e l’altezza dei solidi geometrici. E, richiamati all’ordine e alla disciplina dagli<br />

insegnanti, al cinguettio degli usignoli si aggiungeva spesso la voce di qualche svogliato allievo:<br />

“Profsso’ co’ sti’ giurnt’ n’ teng’ vogl e fa nint”.<br />

E su questa pigrizia diffusa si costruivano altri miti <strong>del</strong> “geometra” come la moda di andare<br />

in palestra senza tuta, tanto in genere quell’ora si passava a chiacchierare negli spogliatoi, mentre<br />

qualche “fuoriuscito” in fuga comprava i panini “wurstel e crauti” che arrivavano belli caldi dalla<br />

vicina rosticceria. Rito che si consumava puntualmente anche quando l’educazione motoria cadeva<br />

alla prima ora... Misteri di Minerva.<br />

Ed ancora il capitolo “il geometra e le femmine”. Sì, perchè se in tutte le scuole di Foggia esistevano<br />

studenti e studentesse, al <strong>Masi</strong> c’erano come in un bioparco antropizzato: i maschi e le<br />

femmine. Quelle “femmine” che, essendo schedate ad una ad una, godevano e godono ancora, <strong>del</strong><br />

privilegio di essere ricordate, come nella normativa sulla tracciabilità dei prodotti <strong>del</strong>la filiera agroalimentare,<br />

per anno e sezione.<br />

Io, ad esempio, sono Francesca Di Gioia, anno 1992/93, corso B, viaggio al Saie di Bologna;<br />

purtroppo, nel mio Curriculum vitae et studiorum, manca la gita <strong>del</strong> quinto altrimenti in allegato<br />

sarebbe andata la voce “gita a Parigi”!<br />

E poi, ci sono anche i “figli di Minerva”, un’espressione spesso identificativa degli studenti <strong>del</strong><br />

<strong>Masi</strong>, ma, in questo caso, attribuita ai tanti bimbi la cui storia risale ai banchi di scuola su cui mamma<br />

e papà, ancora ignari <strong>del</strong> fortuito destino, tra una squadra e una matita, disegnavano le pagine<br />

<strong>del</strong> loro futuro. Tra un’interrogazione ed un messaggio lasciato sul muro <strong>del</strong> bagno o sulle calde<br />

seggiole dei banchi <strong>del</strong>la palestra lì, l’incunabolo <strong>del</strong> loro amore. Non c’erano ancora gli sms ad<br />

agevolare la comunicazione e i loro scambi erano tutt’altro che short messagge!<br />

Sono tanti gli amori nati proprio così e che ancor’oggi dimostrano che il “geometra” non è solo<br />

un luogo di freddi calcoli, ma anche di accorati sentimenti.<br />

dott.ssa Francesca Di Gioia<br />

giornalista, già alunna ITG “<strong>Masi</strong>”<br />

RICORDI 99


100<br />

“Ti voglio bene Eugenio” il titolo di un lungometraggio, prodotto nel 2001 ed ambientato nella<br />

città di Foggia, è quello che meglio riassume le innumerevoli e profondamente diverse sensazioni<br />

che mi avvolgono non appena ricordo i cinque <strong>anni</strong> frequentati nell’Istituto Tecnico per Geometri<br />

“Eugenio <strong>Masi</strong>”.<br />

Attraverso un velocissimo flashback ripercorro i momenti più salienti <strong>del</strong>la mia vita al <strong>Masi</strong>.<br />

La mia esperienza, in Via Strampelli n. 2, iniziò nel settembre 2003 e il primo consiglio che mi<br />

venne dato fu quello di evitare di incrociare lo sguardo <strong>del</strong>la statua posta nel cortile <strong>del</strong>la scuola.<br />

Sfidare Minerva avrebbe significato trascorrere una giornata densa di interrogazioni e voti insufficienti.<br />

Tutti hanno sempre saputo che si tratta di una fantomatica leggenda metropolitana, ma ogni<br />

studente preferisce procedere ad occhi bassi quando si trova in prossimità <strong>del</strong>la Dea. Non nascondo<br />

che ancora oggi, nonostante abbia concluso gli studi, quando mi capita di tornare al <strong>Masi</strong>, evito<br />

ancora di “guardare negli occhi” il monumento.<br />

Contrariamente ai tanti che mi consigliavano di frequentare un Istituto a carattere scientifico,<br />

la mia scelta si orientò verso questa scuola. Fu certamente un piacere scoprire che il Dirigente<br />

scolastico era la Prof. Maria Carla D’Orta, già Preside <strong>del</strong>la Scuola media da cui provenivo che da<br />

quando è al timone <strong>del</strong>la scuola ha dato un forte impulso innovativo, raggiungendo importanti<br />

obiettivi.<br />

La mia esperienza è quella di un ragazzo che, come ogni altro, passa dalla fase adolescenziale a<br />

quella <strong>del</strong>la maturità proprio attraverso il percorso di studi <strong>del</strong>la scuola superiore. E’ lì che nascono<br />

amicizie, simpatie, a volte amori, e contemporaneamente antipatie, litigi ed incomprensioni. Tutto,<br />

poi, contribuisce a formare il carattere <strong>del</strong> futuro uomo e <strong>del</strong>la futura donna.<br />

Secondo il mio modesto parere, forse di parte, non sarei potuto maturare in un luogo migliore,<br />

capace di fondere e tradurre le diversità in spunti di crescita e riflessione.<br />

I miei cinque <strong>anni</strong> al <strong>Masi</strong>, conclusisi nel luglio <strong>del</strong> 2008, e per questo densi di freschi ricordi, mi<br />

hanno riservato momenti stupendi.<br />

Raccontare tutto è molto difficile: mi piace, comunque, ricordare l’intero personale, dai collaboratori<br />

scolastici, al personale amministrativo, ai professori, tanto odiati al momento <strong>del</strong>le interrogazioni<br />

e dei compiti in classe, ma tanto amati quando, terminati gli studi, si comprende, fino in<br />

fondo, quanto siano stati importanti per la nostra formazione.<br />

I ricordi più belli, però, sono certamente quelli che riguardano le esperienze maturate assieme ai<br />

compagni di classe che diventano, il più <strong>del</strong>le volte, compagni di vita.<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.


Io ho avuto l’onore di frequentare il celebre corso B, nel quale ho incontrato ragazzi fantastici,<br />

con molti dei quali sono riuscito a costruire un rapporto che è andato al di là <strong>del</strong>la semplice convivenza<br />

scolastica. Certamente non sono mancati episodi infelici; credo sia impossibile trascorrere<br />

un lungo periodo <strong>del</strong>la propria vita, a stretto contatto con altre persone, senza mai avere opinioni<br />

e vedute discordanti.<br />

Questi istanti però, vengono circoscritti dai ricordi felici, che ancora adesso, se cerco di metterli<br />

a fuoco, mi emozionano.<br />

Mi assale una profonda nostalgia quando ripenso ai pomeriggi trascorsi in aula per chiarire gli<br />

argomenti più difficili che si sarebbero presentati il giorno successivo nel compito di Costruzioni,<br />

in quello di Estimo o in quello di Topografia.<br />

L’amalgama tra gli studenti era talmente forte, che anche i professori, ne erano più che soddisfatti.<br />

Anche essere eletto rappresentante d’Istituto è stata un’esperienza interessante: senza la collaborazione<br />

dei miei compagni non sarei mai riuscito a svolgere questo compito con estrema facilità<br />

e diligenza.<br />

Conseguire il Diploma di geometra ha rappresentato la conclusione di un percorso ricco di<br />

emozioni di ogni sorta che è difficile esprimere attraverso le parole.<br />

Nonostante la singolarità <strong>del</strong>la vita mi abbia portato ben presto lontano dalla mia città, è per<br />

me motivo di orgoglio ricordare la mia Scuola in occasione <strong>del</strong> suo <strong>50</strong>° <strong>anni</strong>versario. Colgo perciò<br />

l’occasione per ringraziare coloro che me lo hanno permesso e ne approfitto per augurare a questo<br />

Istituto tanti altri <strong>50</strong> <strong>anni</strong>. Arrivederci: “Ti voglio bene Eugenio” <strong>Masi</strong>.<br />

geom. Carmelo Colangelo<br />

Allievo Scuola Guardia di Finanza<br />

già alunno ITG “<strong>Masi</strong>”<br />

RICORDI 101


ORGANIGRAMMA<br />

2008/09


CONSIGLIO D’ISTITUTO<br />

D’Orta Maria Carla<br />

Gesualdo Michele<br />

Scarano Maurizio<br />

Dario Claudio<br />

Spadavecchia Antonio<br />

Orsogna Luigi<br />

De Palma Marina<br />

Fre<strong>del</strong>la Nicola<br />

Curcelli Giov<strong>anni</strong><br />

Massaro Angela<br />

De Mutiis Vincenza<br />

Robusto Ernesto<br />

Di Gioia M. Antonietta<br />

Partipilo Matteo<br />

Carbosiero Aldo<br />

Ciuffreda Antonio<br />

Damato Paolo<br />

Ferraro Gianmarco<br />

Sannella Davide<br />

DIRIGENTE SCOLASTICO<br />

D’Orta Maria Carla<br />

DIRETTORE AMMINISTRATIVO<br />

De Palma Patrizia<br />

GIUNTA ESECUTIVA<br />

D’Orta Maria Carla<br />

De Palma Patrizia<br />

Scarano Maurizio<br />

Orsogna Luigi<br />

Carbosiero Aldo<br />

Damato Paolo<br />

RSU<br />

Fre<strong>del</strong>la Nicola<br />

Di Gioia Antonio<br />

De Filippo Antonio<br />

ORGANIGRAMMA 105


106<br />

Altieri Raffaele<br />

Beccia Margherita<br />

Carrieri Anna Maria<br />

Casolla Lucia<br />

Cataldi Gilda<br />

Colecchia Gaetano Marco<br />

Conte Maria Clara<br />

Cortellessa Maria Pia<br />

Curcelli Giov<strong>anni</strong><br />

Curcetti Antonio<br />

Curci Mario<br />

D’amato Angelo<br />

De Carlo Rocco<br />

De Chiara Gabriele Nicola<br />

De Musso Loreta<br />

De Mutiis Vincenza<br />

De Palma Marina Giulia<br />

De Santis Francesco<br />

Del Fosco Luigi<br />

Di Flumeri Altomare<br />

Di Gioia Antonio<br />

Di Gioia Maria Antonietta<br />

Di Stasio Maria<br />

Fre<strong>del</strong>la Nicola<br />

Gravina Rosaria<br />

Guerrieri Elisa<br />

Lanciano Aniello<br />

DOCENTI<br />

CINQUANT’ANNI DI STORIA DEL MASI.<br />

Longo Francesco Paolo<br />

Maielli Vincenzo<br />

Maio Pierpaolo<br />

Manna Lina<br />

Massaro Angela<br />

Mazzamurro Maria Saveria<br />

Nar<strong>del</strong>li Andrea<br />

Nigro Antonio<br />

Orsogna Luigi<br />

Pacilli Maria Grazia<br />

Palieri Maria Pia<br />

Palmieri Antonio<br />

Papa Pericle<br />

Petruzzellis Maurizio<br />

Pietrocola Filomena<br />

Rinaldi Mario<br />

Robusto Ernesto<br />

Ronchitelli Teresa<br />

Rosini Giuseppe<br />

Russo Gaetano<br />

Santoro Donato<br />

Scarano Antonio<br />

Scaringi Raffaele<br />

Scelsa Mario<br />

Schena Ugo<br />

Scillitani Elena Liliana<br />

Sgarro Donatella


Siesto Antonella<br />

Sottile Claudio<br />

Squeo Michele<br />

Tarollo Maria<br />

Carbosiero Aldo<br />

De Filippo Antonio<br />

De Padova Felice<br />

Maiocco Luigia<br />

Traiano Silvana<br />

Carotenuto Carmela<br />

Corsano Franco<br />

D’agnone Nicola<br />

Esposto Luigi<br />

Iorizzo Pasquale<br />

PERSONALE ATA<br />

Valleri Elisabetta<br />

Ventrella Pietro<br />

Vitale Annarita<br />

Santoro Giuseppe<br />

Partipilo Matteo<br />

Affatato Stefania<br />

Cappiello Teresa<br />

Diurno Filomena<br />

Miele Antonio<br />

Pennisi Cataldo<br />

Beneduce Luigi<br />

Veneziano Saverio<br />

ORGANIGRAMMA 107


Il presente lavoro è stato reso possibile grazie<br />

al prezioso contributo <strong>del</strong>la preside<br />

Antonietta D’Arcangelo<br />

e dei proff.<br />

Francesco Biancardi<br />

Pasquale Del Fosco<br />

Nicola Fre<strong>del</strong>la<br />

Teresa La Salvia<br />

Antonietta Manginelli<br />

Antonio Scarano<br />

Mario Tomaiuolo<br />

Pietro Ventrella<br />

Il Comitato organizzatore <strong>del</strong> <strong>50</strong>° Anniversario<br />

<strong>del</strong>l’Istituto:<br />

D.S. Prof.ssa Maria Carla D’Orta,<br />

Proff. Francesco Biancardi,<br />

Nicola Fre<strong>del</strong>la, Angela Massaro,<br />

Luigi Orsogna, Claudio Sottile,<br />

Maria Tarollo.<br />

Finito di stampare<br />

nel mese di maggio 2009 presso<br />

Centrografico Francescano - Foggia<br />

per conto di<br />

Palmisano Edizioni

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!