Pdf completo da scaricare - Svizzera Pesciatina
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San Quirico<br />
La <strong>Svizzera</strong> <strong>Pesciatina</strong><br />
FIG.11 LE CASTELLA<br />
Medicina<br />
Collodi<br />
Castelvecchio<br />
Fibbialla<br />
San Quirico<br />
Sorana<br />
Aramo<br />
Pescia<br />
Stiappa<br />
Pontito<br />
Lignano<br />
Vellano
Un’in<strong>da</strong>gine che inten<strong>da</strong> offrire un adeguato quanto coerente quadro storico-descrittivo<br />
di un territorio complesso ed articolato quale è la Valleriana, che, con i suoi dieci<br />
caratteristici borghi incastellati, sin <strong>da</strong>l periodo altomedioevale può vantare una precisa<br />
e ben documentata peculiarità di carattere innanzi tutto storico, non può prescindere<br />
affatto <strong>da</strong> una iniziale, se pur rapi<strong>da</strong>, puntualizzazione geografica. Occorre essere infatti<br />
consapevoli che la prima caratteristica che risulta evidente, ed è cifra caratteristica assai<br />
notevole di quest’intera area geografica, è la sapiente e ragionata distribuzione nel territorio<br />
di questi dieci borghi fortificati, la cui storia fa intendere un percorso millenario non<br />
sempre facile, ma che comunque risulta segnato <strong>da</strong> molti spunti che verranno qui almeno<br />
menzionati.<br />
Anche in questo estremo e suggestivo lembo settentrionale della Valdinievole,<br />
dunque, le vie di comunicazione hanno sempre giocato un ruolo predominante ed hanno<br />
quasi permesso che un incessante flusso di cose, idee ed uomini solcasse sin <strong>da</strong>i suoi<br />
primordi questo territorio.<br />
Dieci borghi di montagna fortificati, dunque, già menzionati tutti quanti in età altomedioevale,<br />
segno questo, quanto mai evidente, di una vitalità insediativa e quindi economica<br />
e sociale che non può non meravigliare, se consideriamo, ad esempio, che anche<br />
il vicino centro di Pescia si svilupperà proprio intorno ai medesimi anni seppur spinto <strong>da</strong><br />
vettori differenti. Una terra, la Valleriana, che all’inizio seguirà in maniera compatta una<br />
comune stra<strong>da</strong> racchiusa tutta entro la vicen<strong>da</strong> storica lucchese, ma che poi sarà separata<br />
in seguito alla parziale conquista fiorentina iniziata a partire <strong>da</strong>l terzo decennio del secolo<br />
XIV, senza però nulla togliere a quella fierezza ed omogeneità che tuttora fanno di questo<br />
luogo una vasta area storico-geografica ed artistica di notevole caratura e richiamo.<br />
Innanzitutto, intorno al territorio montuoso situato tra le due valli non molto profonde<br />
della Valleriana, anche in anni recenti, sono stati individuati alcuni importanti insediamenti<br />
<strong>da</strong>tati al Paleolitico. È però soprattutto con l’età romana e poi maggiormente<br />
durante il lunghissimo periodo medioevale che questo territorio assume quelle spiccate e<br />
2.1.1 storia medioevale: le Castella<br />
a cura di Fabrizio Mari<br />
peculiari caratteristiche storico-insediative che lo hanno reso in un certo senso integrato<br />
ed al contempo separato <strong>da</strong>lla città di Pescia, entro il cui territorio comunale ricade oggi<br />
interamente. Equidistante tra i municipi romani di Lucca e Pistoia, la Valleriana godeva<br />
di una indubbia particolarità, in quanto rappresentava un passaggio obbligato per chi <strong>da</strong>lla<br />
pianura della Valdinievole intendeva raggiungere le fertili terre a settentrione di essa,<br />
grazie al fitto reticolato di strade e sentieri che la strutturavano.<br />
Trattandosi di un territorio montuoso, dunque, le caratteristiche morfologiche della<br />
zona hanno imposto una precisa, e tuttora assai ben riconoscibile, viabilità longitudinale<br />
alla valle, con an<strong>da</strong>menti trasversali tra valle e valle e tra i versanti della stessa valle del<br />
torrente Pescia. Arterie di comunicazione come la via bolognese, che solcava longitudinalmente<br />
tutta la montagna pesciatina per poi entrare nel ricco e fertile mondo pa<strong>da</strong>no; la<br />
via Cassia-Clodia, che congiungeva Lucca e Firenze, prima alleate e poi inesorabilmente<br />
avversarie sul piano politico; soprattutto, la importante via Francigena che, entrando<br />
nella vicina Lucca, immetteva in questi territori straordinari impulsi culturali, artistici,<br />
umani ed economici; rappresentavano tutte insieme eccezionali opportunità che, unite al<br />
fiume Arno ed al Padule di Fucecchio a mezzogiorno, completavano il fitto ed invidiabile<br />
intreccio di contatti instauratosi in questa valle. Tali vie di comunicazione, sin <strong>da</strong>ll’età altomedioevale,<br />
avevano pazientemente intessuto contatti nevralgici con i centri maggiori,<br />
anche molto lontani, come Bologna, Milano e Venezia, ad esempio, oppure con l’altrettanto<br />
stimolante territorio fiorentino o aretino, ma poi anche con quello pisano e senese e<br />
dunque, infine, con il mondo romano.<br />
La Valleriana è, perciò un esempio di un’area aperta precocemente al traffico delle<br />
cose, delle idee e degli uomini, attraverso un itinerario cronologico ampio e strutturato,<br />
che, nonostante qualche fisiologico ed a volte benefico cambiamento, è giunto particolarmente<br />
intatto sino a noi. E senza dubbio la straordinaria rete commerciale che si venne<br />
a creare fin <strong>da</strong>ll’epoca altomedioevale all’interno dei paesi della montagna pesciatina<br />
indica il senso ed offre la coerente misura di un passato segnato <strong>da</strong> successi, quasi tutti<br />
condotti per mano <strong>da</strong>ll’uomo, senza insomma che questi riuscisse a modificare o ad alte-<br />
La <strong>Svizzera</strong> <strong>Pesciatina</strong><br />
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FIG.12 IMMAGINE STORICA<br />
“...come lo comune di Firenze tolse Pietrabuona et come poi si riebbe pr forza”<br />
rare irrimediabilmente la bellezza, il fascino antico e vero e la memoria storica di questi<br />
luoghi.<br />
La stessa idrografia della valle, ad esempio, ha fatto sì che si sviluppasse nel pieno<br />
rispetto della natura un notevole numero di piccole e medie cartiere che secondo una<br />
consoli<strong>da</strong>ta tradizione storiografica già erano in piena produzione negli ultimi anni del<br />
secolo XV.<br />
La <strong>Svizzera</strong> <strong>Pesciatina</strong><br />
Vellano 1898 - anni ‘20 - oggi<br />
Se poi consideriamo la particolare orografia della montagna pesciatina, non possiamo<br />
certo fare a meno di menzionare quel prezioso oro grigio che rappresentò per secoli<br />
la fortuna della vallata: la pietra serena, reperita qui in numerosissime piccole e piccolissime<br />
cave, tuttora visibili, per lo più seminascoste <strong>da</strong>lla fitta e rigogliosa vegetazione.<br />
Altri importanti elementi che stanno a segnalare come l’intera zona della Valleriana<br />
fosse già <strong>da</strong>l periodo altomedievale attraversata <strong>da</strong> uomini che percorrevano questi<br />
sentieri per scopi commerciali od altro, è dimostrato <strong>da</strong>lle precoci testimonianze inerenti<br />
la presenza di alcuni dei più importanti boschi di castagno dell’intera diocesi lucchese, di<br />
allevamenti di ovini, come di cereali minori, olio e vino. Per non parlare poi dei mulini<br />
edificati lungo il corso dei due torrenti Pescia: a Pontito, ad esempio, ne è registrato uno<br />
già nel 1350; un altro molino ed un frantoio a Sorana; un altro, attestato nel 1438, di<br />
pertinenza dei Comuni di Fibbialla e di Medicina, e meriterà qui ricor<strong>da</strong>re, infine, come<br />
il vino vermiglio di Vellano fosse esportato con straordinario successo nella Firenze del<br />
secolo XIV, come testimonia in una lettera il celebre mercante pratese Francesco Datini.<br />
Dunque, le innumerabili reti commerciali presenti in questa vallata correvano e si<br />
spandevano a raggiera, diffondendo questi prodotti così apprezzati dovunque; di quei<br />
sentieri così per lunghissimo tempo utilizzati, quasi tutti sono giunti pressoché intatti<br />
sino a noi, e sono dunque percorribili ancora oggi: si tratta proprio degli stessi sentieri in<br />
uso già durante l’epoca altomedioevale.<br />
Per un’ulteriore annotazione che porti luce in merito alla assai precoce originalità ed<br />
unicità della Valleriana, già in quest’epoca, occorre non dimenticare la prima menzione<br />
in assoluto della presenza di un ospe<strong>da</strong>le altomedioevale nella intera Valdinievole di cui<br />
la Valleriana rappresentava la strategica porzione settentrionale: l’ospe<strong>da</strong>le in questione<br />
si trova menzionato nel testamento del vescovo di Lucca Peredeo, rogato nel 778,<br />
quattro anni dopo, dunque, la fine del regno longobardo in Italia. In quell’occasione, il<br />
prelato lasciò alla “ecclesia Sancti Fridiani in ipso loco Valeriana”, cioè alla chiesa di
Medicina<br />
San Frediano di Aramo, alcuni beni, affinché i rettori in essa ordinati li adoperassero per la refezione<br />
dei pellegrini che colà transitavano. Non è di poca rilevanza notare, infine, come, nelle immediate<br />
vicinanze della chiesa, corresse un sentiero, che risaliva in direzione degli impervi passi appenninici<br />
in direzione del mondo pa<strong>da</strong>no.<br />
È a partire grosso modo <strong>da</strong> questa epoca che si formò in Valleriana una densa rete insediativa<br />
caratterizzata <strong>da</strong>lla presenza di circa quaranta tra piccoli e medi centri insediativi, situati tra i moderni<br />
borghi incastellati di Pontito (m 745 s.l.m., il più elevato, dunque) e Pietrabuona (m. 117 s.l.m.,<br />
la cosiddetta “porta” della Valleriana). Una notevolissima documentazione archivistica, composta<br />
soprattutto <strong>da</strong> pergamene altomedievali, tuttora testimonia in maniera evidente la vitalità sociale<br />
e dunque economica di tutti i borghi incastellati della Valleriana già molto prima del Mille. Non è<br />
difatti un caso, considerata la sua importante posizione strategica, se proprio intorno a questi secoli<br />
l’intera Valleriana era sottoposta al potere civile del conte di Lucca e forse probabilmente anche ad<br />
un visconte o ad un gastaldo proveniente anch’egli <strong>da</strong> Lucca. Del resto, è proprio a partire <strong>da</strong> questi<br />
anni che abbiamo una precisa documentazione archivistica anche in riferimento alla presenza e dei<br />
castelli e della chiesa del paese, quest’ultima ancora oggi esistente col medesimo santo titolare di un<br />
millennio fa.<br />
Intorno ai secoli XII-XIII, finalmente, la popolazione si riunì attorno ad un numero più esiguo<br />
di borghi fortificati, che rappresentano oggi, appunto, i paesi che tutti insieme compongono la<br />
Valleriana. Ad esempio, della cosiddetta “porta” di questa zona montuosa, Pietrabuona, abbiamo un<br />
vero e proprio atto di fon<strong>da</strong>zione che risale addirittura al 915, anno in cui il vescovo di Lucca Pietro<br />
decise di edificare questa strategica costruzione all’ingresso della Valleriana, proprio nel punto<br />
in cui il torrente Pescia di Pescia scorreva in un ampio e fertile bacino collinare. Pietrabuona ha<br />
sempre avuto la particolarissima funzione di sentinella all’ingresso della valle, essendo un passaggio<br />
obbligato <strong>da</strong>l piano alla montagna e viceversa: entrata nel 1339 sotto il dominio fiorentino, ha svolto<br />
questa sua funzione per numerosi secoli, risultando confinante con gli altri castelli, rimasti, invece,<br />
sempre entro la repubblica di Lucca. Questo borgo incastellato della montagna pesciatina, ad esempio,<br />
quando Pisa ebbe la signoria su Lucca (1342-1369), fu al centro di un celebre assedio che vide<br />
coinvolti insieme i lucchesi ed i pisani contro i fiorentini, che occuparono di sorpresa Pietrabuona<br />
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nel 1361, ma che poi persero subito l’anno successivo. In quell’occasione, l’unico e grande episodio<br />
bellico combattutto in epoca medioevale in Valleriana, i pisani ed i lucchesi, nelle fasi di riconquista<br />
del castello di Pietrabuona, costruirono varie macchine d’assedio, tra cui una grande torre mobile<br />
realizzata in legno, provvista di un ponte levatoio, che al momento opportuno venne calato sulle<br />
mura del castello caduto in mano ai fiorentini. Di questo famoso episodio, tra l’altro, esiste una<br />
illustrazione a colori del cronista trecentesco lucchese Giovanni Sercambi, il quale in pochi tratti<br />
è riuscito ad evidenziare il castello di Pietrabuona e le sue strutture essenziali, oltre che la grande<br />
torre mobile.<br />
Parlando di eventi bellici, occorrerà di sicuro rammentare come, non affatto lontano <strong>da</strong> questi<br />
borghi incastellati, intorno ai primi decenni del secolo XIV, e dunque precedente all’episodio di<br />
Pietrabuona ora ricor<strong>da</strong>to, si consumassero due tra le più importanti e decisive battaglie che caratterizzarono<br />
il lungo e giustamente celebrato medioevo toscano: a Montecatini nel 1315 e ad Altopascio<br />
dieci anni dopo, dove i ghibellini gui<strong>da</strong>ti <strong>da</strong> Lucca segnarono una lancinante sconfitta contro<br />
la potente lega guelfa capeggiata <strong>da</strong> Firenze. Due secoli più tardi, le truppe repubblicane fiorentine<br />
gui<strong>da</strong>te <strong>da</strong>l valoroso Francesco Ferrucci solcarono invece le terre della Valleriana, trascorrendo la<br />
notte precedente alla battaglia nel borgo fortificato di Medicina, per poi trovare la morte contro gli<br />
imperiali in un castello poco distante <strong>da</strong>lla montagna pesciatina nell’agosto 1530.<br />
Dal punto di vista ecclesiastico, invece, la Valleriana faceva capo alla pieve di San Tommaso di<br />
Castelvecchio, indubbiamente il più insigne monumento romanico di tutta la zona, testimoniato per<br />
la prima volta nel settimo decennio del secolo IX, ampliato e reso incredibilmente maestoso nei secoli<br />
successivi, ed infine quasi totalmente rimaneggiato tra la fine del secolo XIX ed i primi decenni<br />
del successivo. Da tale pieve dipendevano quasi tutti i borghi incastellati che a tutt’oggi fanno parte<br />
della Valleriana, vale a dire Sorana, Medicina, Aramo, San Quirico, Stiappa e Pontito; dunque, ben<br />
sette borghi incastellati erano riuniti insieme in una medesima giurisdizione, segno ancora una volta<br />
inequivocabile di un territorio votato ad un precoce senso di fiera appartenenza storico-geografica.<br />
Volendo individuare un altro momento in cui è possibile verificare questa unità territoriale,<br />
sarà utile a questo punto rammentare l’Estimo della Diocesi di Lucca, un preziosissimo testo di cui<br />
La <strong>Svizzera</strong> <strong>Pesciatina</strong><br />
Stiappa
Pontito<br />
abbiamo eccezionalmente disponibile l’elenco in riferimento all’anno 1260. A quell’epoca dipendevano<br />
<strong>da</strong>lla pieve di Castelvecchio tutti i sopra menzionati castelli; la pieve di Vellano era indipenendente,<br />
mentre la chiesa di Pietrabuona dipendeva <strong>da</strong>lla pieve di Pescia. Dunque, alla metà del secolo<br />
XIII, ma molto probabilmente possiamo anticipare questa realtà ad almeno un secolo prima, ben<br />
nove castelli su dieci che formavano la Valleriana risultano menzionati in un medesimo documento<br />
e ben sette di essi rientravano in una stessa circoscrizione, rafforzando ulteriormente, quindi, il<br />
concetto di terra unitaria ed omogenea.<br />
Se fin <strong>da</strong>ll’epoca altomedievale possiamo, dunque, individuare una precisa integrità territoriale<br />
della Valleriana, non dovrebbe affatto stupire apprendere che pure sotto l’aspetto dell’ordinamento<br />
pubblico, a partire almeno <strong>da</strong>i primi decenni del secolo XIII, la Valleriana risultasse dipendere<br />
<strong>da</strong>l vicario imperiale, e che, otto anni dopo la morte dell’imperatore Federico II, essa entrasse a far<br />
parte di nuovo dei domini lucchesi. Durante i primi anni del Trecento, ancora una volta la Valleriana<br />
si presentava unita e compatta: era stata formata una sola circoscrizione territoriale e tale legame si<br />
era rafforzato in quanto ciascun comune rurale, ossia ogni singolo borgo fortificato, aveva il proprio<br />
podestà e poteva, dunque, godere di una ampia autonomia. Ritroviamo questa fiera autonomia comunale,<br />
ad esempio, nella produzione statutaria emessa <strong>da</strong>lle singole comunità nel corso dei secoli:<br />
seppur piccoli centri abitati, erano pur sempre, tutti insieme, parte integrante di un sistema articolato<br />
e complesso che li tutelava e proteggeva.<br />
È possibile, ad esempio, trovare registrata con estrema puntualità questa situazione territoriale<br />
e politica in quell’importante documento che è lo Statuto di Lucca del 1308. In tale testo, il governo<br />
lucchese suddivise in due ampie circoscrizioni questo territorio ritenuto di vitale importanza perché<br />
confinante con quello fiorentino: si vennero a formare così quella della Valdinievole, che includeva,<br />
tra gli altri, i castelli di Pietrabuona e Vellano, mentre a quella della Valleriana facevano capo Medicina,<br />
Fibbialla, Aramo, San Quirico, Sorana, Castelvecchio, Stiappa e Pontito. Questa situazione rimase<br />
immutata fino alla conquista cominciata <strong>da</strong> Firenze ai <strong>da</strong>nni della Valleriana a partire <strong>da</strong>l 1331.<br />
All’indomani di questo nuovo fatto rimasero comunque forti alcuni problemi legati alla fallita<br />
integrazione, all’interno di questa nuova ed ampia terra fiorentina, di quella porzione occidentale e<br />
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San Quirico<br />
La <strong>Svizzera</strong> <strong>Pesciatina</strong><br />
Aramo
Pietrabuona Castelvecchio Vellano Stiappa<br />
settentrionale di essa che rimase ostinatamente entro il dominio lucchese, cioè, appunto,<br />
la Valleriana. Nei castelli che invece entrarono a far parte del dominio di Firenze, ossia<br />
Pietrabuona, Vellano, Sorana e Castelvecchio, i fiorentini non persero certo tempo a<br />
chiamare un loro funzionario già nel 1345 a Pescia, che divenne così sede del vicario. La<br />
Valleriana lucchese, invece, fu inglobata ai territori che già facevano parte delle vecchie<br />
circoscrizioni vicariali lucchesi di Valdinievole e Val di Lima ed il vicario ebbe la sua<br />
sede presso la fortezza del Cerruglio, a Montecarlo.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
Dal 1979 l’”Associazione Culturale Buggiano Castello”, fon<strong>da</strong>ta <strong>da</strong> Enrico Coturri, organizza annualmente<br />
una serie di convegni, incentrati sulla storia della Valdinievole e quindi anche della Valleriana.<br />
Gli atti pubblicati fino ad ora rappresentano la massima espressione culturale offerta <strong>da</strong> questa vivace<br />
terra.<br />
E. REPETTI, “Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana contenente la descrizione di tutti i<br />
luoghi del Granducato, ducato di Lucca, Garfagnana e Lunigiana”, Firenze 1835-1846<br />
G. ANSALDI, “La Valdinievole illustrata nella storia naturale, civile ed ecclesiastica, dell’agricoltura, delle<br />
industrie e delle arti belle”, 2 voll., Pescia, 1879<br />
U. BARLOZZETTI, “L’arte della guerra nell’età della Francigena”, Firenze, 1998<br />
A. SPICCIANI (a cura di), “Pescia: la storia, l’arte e il costume”, Pisa, 2001<br />
A. SPICCIANI (a cura di), “Pescia. Città tra confini in terra di Toscana”, Pistoia, 2006<br />
DOCUMENTAZIONE ARCHIVISTICA<br />
Nell’Archivio di Stato di Pescia è conservata la documentazione inerente al Comune di Vellano e<br />
quindi anche quella in riferimento ai Comuni ad esso dipendenti di Pietrabuona, Sorana e Castelvecchio,<br />
<strong>da</strong>lla metà del secolo XVI fino alla costituzione della provincia di Pistoia (1928).<br />
In totale, sono circa 1.300 filze documentarie.<br />
Nell’Archivio di Stato di Lucca, invece, si conserva la documentazione inerente al Vicario poi Commissario<br />
di Valleriana o di Villabasilica ed a quella del Commissario di Pontito, rispettivamente elencati in<br />
S. Bongi, Inventario del R. Archivio di Stato di Lucca, II volume, Lucca 1876, pp. 379-381 e pp. 383-385.<br />
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