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PREVIDENZA AGRICOLA - Fondazione ENPAIA

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gennaio - febbraio 2007 - mensile - Poste Italiane SPA - sped. in abb. post. - Dl. 353/203 (convertito in Legge 27/02 2004 , n° 46) art. 1 - comma1/DCB - Roma<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong><br />

mensile <strong>ENPAIA</strong> n° 1-2 anno 2007<br />

La disciplina del Tfr<br />

Agrifondo-Enpaia<br />

La Finanziaria agricola 2007


Augusto<br />

Bocchini<br />

17<br />

Patrizia<br />

Consiglio<br />

45<br />

3<br />

Gabriele<br />

Mori<br />

In copertina:<br />

Félix-Hippolyte Lanoue,<br />

Pineta di Gombo vicino a Pisa, 1861<br />

1<br />

SOMMARIO<br />

Enpaia<br />

L'Enpaia garante dei diritti Augusto Bocchini 1<br />

Decreto Interministeriale del 30 gennaio 2007 1<br />

Il Tfr resta all'Enpaia: una tutela certa<br />

Previdenza<br />

Pietro Massini 2<br />

Finalmente AGRIFONDO Gabriele Mori 3<br />

Enpaia supporta AGRIFONDO 6<br />

Previdenza complementare AGRIFONDO: era ora! Mattia Repetto 7<br />

Coldiretti: Sergio Marini nuovo presidente 8<br />

Tfr: scegliere oggi per domani Daniele Camilli 9<br />

Previdenza complementare statunitense e italiana<br />

Formazione<br />

Francesco Mori 13<br />

Finalmente FOR.AGRI Patrizia Consiglio 17<br />

La formazione continua in agricoltura Dimitri Deliolanes 18<br />

De Castro: bene "registro d'impresa"<br />

Filiere<br />

da “Italia Oggi” 19<br />

2007, un anno da mille ed una sfida Maria Miligi 20<br />

La cooperazione strumento ideale per il futuro dell'agricoltura 22<br />

Il futuro del tabacco europeo Carlo Sacchetto 23<br />

Olio d'oliva: l'Europa corre, l'Italia cammina Giuseppe De Marco 25<br />

Produzione olearia: qualità ed impatto ambientale Giancarlo Riviezzi 26<br />

Il gusto della tradizione Concetto Iannello 27<br />

In arrivo il Vinjak vecchio di 40 anni<br />

Europa<br />

La Commissione europea presenta<br />

Milica Ostojic 27<br />

la proposta di riforma dell'Ocm ortofrutta Fabrizio De Pascale 28<br />

Le relazioni sindacali nell'agricoltura austriaca Monica De Vito 29<br />

L'allevamento italiano dei suini in lieve ripresa Massimiliano Di Noia 30<br />

Romania e Bulgaria entrano nell'Ue<br />

Mondo<br />

Ludmil Fotev 31<br />

Bonino: il negoziato Wto è fallito Micaela Taroni 33<br />

I timori dei contadini messicani Mario Osorio Beristain 34<br />

India: le campagne si spopolano Gianluca Cicinelli 35<br />

Il Lazio agricolo comunica Stefano Micheli 36<br />

La politica agraria nord-americana<br />

Finanziaria<br />

Giovanni Martirano 37<br />

L'agricoltura nella Finanziaria 2007 Antonio Positino 38<br />

La ristrutturazione dei crediti agricoli Inps<br />

Sicurezza<br />

43<br />

Infortuni sul lavoro, si cambia<br />

Zucchero<br />

Luigino Scricciolo 45<br />

Non sprechiamo lo zucchero Severo De Pignolis 46<br />

RUBRICHE<br />

47<br />

48<br />

49<br />

P.A. risponde a cura della redazione<br />

Previdenza di Daniela Lambertini<br />

Contratti di Marco Togna<br />

50 Diritto UE di Fabio Cavicchioli<br />

51 Giurisprudenza di Antonio Positino<br />

INSERTO<br />

Circolare Enpaia n. 1 del 29 gennaio 2007<br />

52<br />

53<br />

54<br />

55<br />

56<br />

Fisco di Gaetano Tutino<br />

Carta di Stefania Sepulcri<br />

Web di Ran Garin<br />

News di Maria Cartia<br />

Medicina di Fabio Forleo


L’Enpaia garante dei diritti<br />

L’Enpaia è lo storico ente agricolo previdenziale, che fu il primo<br />

in Italia a gestire il Tfr. Questa particolarità coniugata<br />

negli anni ad una effi ciente gestione dei contributi versati<br />

dalle aziende e ad una effi cace azione a sostegno dei diritti<br />

previsti per i lavoratori ha creato le condizioni oggettive per il mantenimento<br />

delle tradizionali funzioni della <strong>Fondazione</strong>. L’impegno<br />

del management tutto, del direttore generale, degli organi dell’Ente<br />

e, naturalmente, la professionalità degli impiegati ha realizzato le<br />

condizioni di “mantenimento e salvaguardia” del sistema Enpaia<br />

(Tfr, Fondo di previdenza Enpaia, assicurazione infortuni e malattie<br />

professionali, convenzione per l’accantonamento del trattamento<br />

di quiescenza dei dipendenti dei consorzi di bonifi ca). Questo è<br />

un successo ascrivibile a tutte le componenti sociali che governano<br />

l’Ente nonché alla volontà espressa in modo preciso, in molte sedi<br />

da parte della platea degli utenti. La nuova legislazione sul Tfr maturando<br />

riguarda la generalità dei lavoratori con esclusione di quelli<br />

iscritti all’Enpaia sia in forma obbligatoria (impiegati, quadri e dirigenti<br />

agricoli, allevatori, ecc.) sia in forma facoltativa (i dipendenti<br />

<strong>ENPAIA</strong><br />

di Augusto Bocchini<br />

Decreto Interministeriale del 30 gennaio 2007<br />

Jean-Baptiste-Camille Corot<br />

Nantes, la cattedrale<br />

vista attraverso gli alberi, 1865<br />

dai consorzi di bonifi ca). In conclusione, agli iscritti alla <strong>Fondazione</strong>, viene conservato il sistema di<br />

tutele “Enpaia” e ad esso, se gli interessati lo decideranno con l’adesione ai fondi negoziali di previdenza<br />

complementare, potranno “affi ancare” una ulteriore tutela previdenziale. Nella mia qualità di<br />

presidente dell’Enpaia, rivolgo a tutti gli iscritti, in questo inizio d’anno pieno di cambiamenti, un<br />

ringraziamento con l’impegno degli amministratori e della struttura di rendere ancor più effi cace ed<br />

effi ciente questo nostro piccolo ma ben organizzato Ente. <br />

“Il Ministero del Lavoro di concerto con il Ministero delle Finanze (omissis) decreta<br />

Art. 1- Finanziamento del “Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato<br />

dei trattamenti di fi ni rapporto di cui all’articolo 2120 del codice civile”.<br />

1. Il Fondo istituito dall’articolo 1, comma 755, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, di seguito defi nito<br />

Fondo, è fi nanziato da un contributo pari alla quota di cui all’articolo 2120 del codice civile maturata<br />

da ciascun lavoratore del settore privato a decorrere dal 1° gennaio 2007, e non destinata alle forme<br />

pensionistiche complementari di cui al decreto legislativo 5 dicembre 2005, n. 252. di concerto con il<br />

Ministro dell’Economia e delle Finanze. (omissis)<br />

8. L’obbligo contributivo di cui al comma 1 non ricorre con riferimento ai lavoratori con rapporto di<br />

lavoro di durata inferiore a 3 mesi, ai lavoratori a domicilio, agli impiegati quadri e dirigenti del settore<br />

agricolo nonché ai lavoratori per i quali i Ccnl prevedono la corresponsione periodica delle quote maturate<br />

di Tfr ovvero l’accantonamento delle stesse presso soggetti terzi”.<br />

Pertanto, l’Enpaia continuerà anche per il futuro a gestire per conto dei propri iscritti, il<br />

Fondo del Tfr, il Fondo di Previdenza Integrativa ed il Fondo Infortuni e Malattie professionali.<br />

Le aziende, quindi, continueranno, come sempre, ad inviare le denunce mensili delle<br />

retribuzioni e versare i relativi contributi. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 1


Il legislatore<br />

conferma<br />

il ruolo<br />

dell’Enpaia<br />

L’Enpaia a<br />

difesa dei<br />

diritti dei<br />

propri iscritti<br />

2<br />

<strong>ENPAIA</strong><br />

di Pietro Massini<br />

Il Tfr resta all’Enpaia: una tutela certa<br />

Il trattamento di fi ne rapporto di lavoro resta all’Enpaia. Il fatto è di grande<br />

rilevanza per gli impiegati, i quadri, i dirigenti ed i tecnici dell’agricoltura<br />

e rappresenta una sicurezza per la platea degli iscritti alla <strong>Fondazione</strong>. Le<br />

aziende sono tenute quindi, in base alle norme vigenti, a continuare a versare<br />

all’Enpaia la contribuzione relativa nei termini e con le modalità riaffermate recentemente<br />

con circolare. Abbiamo trascorso un periodo di forti incertezze, ormai<br />

superate.<br />

Le osservazioni che di seguito vengono fatte non si applicano agli impiegati e ai<br />

dirigenti agricoli il cui Tfr continua, appunto, ad essere gestito dall’Enpaia.<br />

Il legislatore ha, con la Finanziaria, accelerato l’entrata in vigore del decreto legislativo<br />

252/05 con l’obiettivo di anticipare il conferimento del Tfr alla previdenza<br />

complementare anche con lo strumento del silenzio assenso. Il lavoratore ha sei<br />

mesi di tempo (dal 1° gennaio al 30 giugno 2007) per decidere tacitamente od<br />

esplicitamente come utilizzare il proprio trattamento di fi ne rapporto (Tfr).<br />

Il legislatore ha inoltre previsto che, salvo esplicita volontà dei lavoratori, il Tfr<br />

maturando dal 1° gennaio 2007 al 30 giugno 2007, non destinato dagli stessi alla<br />

previdenza complementare e nei casi di mancanza di disposizioni negoziali che<br />

prevedono forme di previdenza negoziale, sarà versato al “fondo speciale” gestito<br />

dall’Inps per conto dello Stato (per coloro che lavorano in aziende che occupano<br />

almeno 50 dipendenti e per tutti i contratti che hanno decorrenza 1.1.2007) o al<br />

fondo residuale Inps (per coloro che operano in aziende che occupano sino a 49<br />

dipendenti).<br />

Abbiamo trascorso un periodo di forti preoccupazioni e di incertezza: gli iscritti<br />

all’Enpaia hanno manifestato, direttamente all’Ente, la loro contrarietà al trasferimento<br />

del loro Tfr.<br />

Molte sono state le occasioni in cui gli iscritti all’Enpaia hanno manifestato, alle<br />

parti sociali e sindacali, la volontà di lasciare all’Enpaia le funzioni dallo stesso<br />

svolte ritenendole effi caci, effi cienti e pienamente funzionali alla difesa dei loro<br />

interessi previdenziali.<br />

La presidenza dell’Ente, unitamente alla direzione e al consiglio di amministrazione<br />

dello stesso, ha operato per riaffermare la validità e l’attualità del “Sistema<br />

Enpaia” e di ciò che esso ha rappresentato e continua ad essere per l’esclusivo<br />

interesse dei lavoratori iscritti.<br />

Trattamento di fi ne rapporto di lavoro, trattamento di previdenza (morte-invalidità-conto<br />

individuale), assicurazioni infortuni e malattie professionali, sono<br />

dei “titoli” che hanno rappresentato e continuano ad essere strumenti concreti di<br />

avanzate tutele per gli iscritti all’ente.<br />

Il Tfr resta all’Enpaia. A questa conclusione si è giunti grazie allo sforzo profuso<br />

dall’Ente e dalle parti sociali che ad esso fanno riferimento.<br />

Ritengo che ciò sia un positivo risultato di tutela certa per gli iscritti all’Enpaia e,<br />

senza ignorare la necessità che molti lavoratori hanno di affermare tutele previdenziali<br />

integrative, la conferma che il “Sistema Enpaia” aveva da tempo anticipato<br />

garanzie e diritti previdenziali che restano di effi cace attualità. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Finalmente AGRIFONDO<br />

Perché aderire al Fondo agricolo<br />

Agrifondo è il Fondo pensione complementare<br />

dei lavoratori agricoli che applicano il<br />

Contratto Nazionale del 6 luglio 2006 per<br />

gli operai agricoli e florovivaisti e per quanti<br />

sono compresi nel Ccnl del 27/05/2004 per i quadri e<br />

impiegati dell’agricoltura.<br />

Lo Statuto del Fondo dichiara inoltre che destinatari dello<br />

stesso sono i lavoratori dipendenti dei cosiddetti “settori<br />

affi ni” che specifi catamente sono i dipendenti delle<br />

organizzazioni degli allevatori , consorzi ed enti zootecnici,<br />

nonché i dirigenti dell’Agricoltura destinatari del Ccnl<br />

relativo. Enpaia ha elaborato le prospettive applicative di<br />

questo Fondo sui dati offerti dal proprio database.<br />

<strong>PREVIDENZA</strong><br />

Punto di partenza è la fotografi a dell’attuale complessiva situazione<br />

occupazionale del comparto agricolo con riferimento alle aziende ed<br />

ai dipendenti:<br />

• Operai a tempo indeterminato (Oti 119.021)<br />

• Operai a tempo determinato (Oti 1.052.205) di cui con più di 100 giorni e meno<br />

di 50 anni sono 3.666.721 che si ritiene siano interessati a Forme pensionistiche<br />

complementari.<br />

Dal totale della situazione sopra indicata possiamo estrapolare i soggetti destinatari<br />

dell’Agrifondo come all’inizio indicato e così abbiamo:<br />

• Operai a tempo indeterminato 65.000<br />

• Operai a tempo determinato con più di 100 giorni di lavoro e meno di 50 anni<br />

2.001.697<br />

Da stime ritenute prudenziali si ritiene che aderiscano con il silenzio-assenso alla<br />

data del 30/06/2007:<br />

1) il 33% degli Oti pari a 21.450 unità;<br />

2) il 5% degli Otd pari a 10.085;<br />

La somma del Tfr così indirizzata alla <strong>Fondazione</strong> sarebbe per il secondo semestre<br />

del 2007 pari a 12.747.340 cui potrebbero aggiungersi i contributi contrattuali raggiungendo<br />

la somma complessiva di 13.867.854 per un totale di 31.535 iscritti.<br />

Occorre a questo punto specifi care al nostro lettore che non è stato<br />

preso in esame il Tfr per gli impiegati e dirigenti agricoli perché iscritti<br />

all’Enpaia e quindi per espressa disposizione del Decreto Ministeriale che è<br />

riportato nel box (pag. 1) sono tenuti a versare tale quota differita di stipendio<br />

all’Enpaia stessa, che continuerà a riscuotere con l’aliquota del 6% e accantonare<br />

in favore del lavoratore il 6,91% per la rivalutazione annua prevista dalla Legge<br />

con il tasso dell’1,50% + il 75% dell’infl azione.<br />

Questi impiegati potranno, se lo riterranno opportuno, iscriversi all’Agrifondo<br />

per la quota di contributo contrattuale pari al 1% a carico del lavoratore e l’1% a<br />

carico dell’azienda con un incremento dello 0,25% per i dirigenti.<br />

di Gabriele Mori<br />

Frédéric Bazille<br />

Le mura di Aigues-Mortes dal<br />

lato sud, 1867<br />

I lavoratori<br />

interessati<br />

Impiegati e<br />

dirigenti iscritti<br />

Enpaia<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 3


Cosa devono<br />

fare i lavoratori<br />

destinatari del<br />

Fondo<br />

Perché occorre<br />

aderire a<br />

Agrifondo<br />

Constant Troyon,<br />

Ritorno dal lavoro<br />

I benefi ci fi scali<br />

e la forma<br />

organizzativa<br />

del Fondo<br />

4<br />

<strong>PREVIDENZA</strong><br />

La Legge 252 del 2004 che regola le modalità di adesione al Fondo<br />

Pensione Integrativo e quindi per questo ci riguarda, a Agrifondo, prevede o<br />

l’iscrizione espressa oppure l’attivazione del principio del silenzio assenso.<br />

Questo principio presuppone che il lavoratore autorizzi il trasferimento del proprio<br />

Tfr al Fondo anche con il suo silenzio e cioè non esprimendo in modo formale<br />

la sua adesione al Fondo.<br />

Qualora poi, lo stesso lavoratore intenda trasferire al Fondo anche la contribuzione<br />

contrattuale come sopra indicata, deve riempire un apposito modulo.<br />

Il primo di luglio il lavoratore che porrà in essere uno dei comportamenti indicati,<br />

è un iscritto al Fondo e comincia ad alimentare per tutta la vita lavorativa regolata<br />

dal contratto di lavoro la sua posizione contributiva che tecnicamente si defi nisce<br />

a capitalizzazione individuale.<br />

Per le motivazioni che ho prima ricordato si ritiene che più di 30 mila lavoratori<br />

dell’agricoltura saranno alla data del 1/07/2007 aderenti ad Agrifondo.<br />

Nasce così il secondo pilastro della previdenza, essendo il primo quello pubblico<br />

garantito dall’Inps.<br />

In questi anni abbiamo costantemente aggiornato i nostri lettori<br />

sulle motivazioni dell’istituzione della Previdenza Complementare,<br />

organizzando anche incontri regionali e presenze in importanti manifestazioni<br />

nazionali. Mi sembra, tuttavia, opportuno riassumere le ragioni che debbono<br />

indurre il lavoratore agricolo ad aderire al proprio Fondo di Comparto.<br />

L’interesse primario nasce dalla considerazione che le attuali regole che determinano<br />

la liquidazione della pensione con la Legge Dini del 1995 hanno profondamente<br />

modifi cato le aspettative del lavoratore.<br />

Prima di quella data la pensione veniva calcolata col sistema retributivo, ossia<br />

si teneva in considerazione la media dello stipendio degli ultimi 10 anni e per<br />

ogni anno di lavoro si aveva diritto al 2% di pensione. Lavorando 40 anni si poteva<br />

raggiungere una pensione approssimativamente pari all’80% dell’ultima retribuzione.<br />

Ora non è più così. I lavoratori con primo contratto a decorrere dal<br />

01/01/1996 maturano una pensione calcolata con il sistema contributivo è cioè in<br />

base all’effettivo versamento dei contributi all’Inps.<br />

La regola vale anche per coloro che a quella data non avevano 18 anni di versamento.<br />

Il sistema contributivo comporta generalmente che il reddito da pensione<br />

diffi cilmente supera il 60% dell’ultimo reddito da lavoro. Nasce, quindi, l’esigenza<br />

di incrementare le entrate economiche del pensionato. Ecco, allora, che entra in<br />

funzione la protezione del Fondo che riconsegna al lavoratore quanto ha accantonato<br />

nel tempo più la rivalutazione del suo capitale fatta in relazione alla bontà<br />

degli investimenti sul mercato attuati dagli amministratori del Fondo che sono<br />

eletti da tutti gli iscritti.<br />

Per le somme versate ai Fondi e per le prestazioni da questi erogate<br />

vi sono benefi ci fi scali come viene bene ricordato nell’articolo successivo.<br />

Nello stesso articolo si evidenzia anche la possibilità di conservare la<br />

facoltà, in presenza di circostanze particolari, di ritirare parte o tutto l’accantonamento.<br />

Il conseguimento delle fi nalità del Fondo richiede una forma organizzativa dello<br />

stesso che impegni meno risorse fi nanziarie possibili che ovviamente vengono de-<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


<strong>PREVIDENZA</strong><br />

tratte dalla somma dei versamenti effettuati.<br />

Agrifondo in questa fase si avvale dell’esperienza, della capacità professionale<br />

e della struttura dell’Enpaia per conseguire l’autorizzazione da parte della Covip<br />

che è l’autorità garante dei Fondi.<br />

Nel comparto agricolo la struttura dell’Enpaia è sinonimo di efficienza e di<br />

certezza. È sufficiente ricordare le tantissime testimonianze di attaccamento<br />

alla <strong>Fondazione</strong> espresse dagli iscritti, in questo periodo contrassegnato dall’incertezza<br />

sulla gestione del Tfr, per darne la controprova.<br />

Enpaia ovviamente è disponibile anche per il futuro ad operare in sinergia con<br />

Fondagri per garantire a tutti i lavoratori la più efficiente, efficace e puntuale<br />

modalità di prestazione.<br />

Agrifondo è un Fondo negoziale chiuso e cioè costituito dalle parti sociali<br />

che hanno sottoscritto il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per gli<br />

operai agricoli e florovivaisti e per i quadri e dirigenti dell’agricoltura e si applica<br />

anche ai lavoratori con contratti “affini”.<br />

Specificatamente le parti sociali sono:<br />

• per i lavoratori: la Flai-Cgil, la Fai-Cisl, la Uila-Uil e la Confederdia;<br />

• per i datori di lavoro: la Confederazione Generale dell’Agricoltura Italiana,<br />

la Confederazione Nazionale Coldiretti, la Confederazione Italiana Agricoltori.<br />

Le parti contraenti hanno nominato il Consiglio di amministrazione che dovrà<br />

essere eletto dagli iscritti nei primi mesi del 2008.<br />

Per essere operativo e così poter avere aderenti e ricevere i versamenti<br />

per poi porre in essere le strutture per le prestazioni, occorre<br />

l’autorizzazione della Covip.<br />

Il tempo per la presentazione di tutta la documentazione richiesta e per porre<br />

in essere in contemporanea la costruzione della struttura operativa che dovrà<br />

entrare in vigore dal 1/06/2007 per essere attiva dal 01/01/2007 è veramente<br />

poco. Riteniamo, tuttavia incomprensibile, che un comparto produttivo come<br />

quello agricolo sia privo dello strumento fondamentale che la Legge pone a<br />

garanzia dei lavoratori che è appunto la costituzione del Fondo negoziale.<br />

Certamente gli organi del Fondo debbono operare concretamente e speditamente<br />

per presentare alla Covip tutta la documentazione necessaria all’autorizzazione,<br />

ma anche la Autorità di controllo deve assumere la consapevolezza<br />

che probabilmente occorre porre in essere una attenzione particolare per raggiungere<br />

l’obiettivo.<br />

I lavoratori debbono avere la consapevolezza che solo un Fondo di<br />

Previdenza Complementare e cioè un Agrifondo forte e dinamico può garantire<br />

un reddito di pensione dignitoso. Agrifondo deve porre in essere le<br />

scelte organizzative più efficaci per essere operativo dal 01/07/2007 e saper<br />

garantire ai lavoratori agricoli una struttura operativa con forti capacità professionali<br />

e non appesantita da presenze che potrebbero gravare eccessivamente<br />

sul capitale del fondo stesso e quindi, in ultimo, sui lavoratori. La Covip,<br />

pur nel rispetto scrupoloso della funzione di controllo che le è propria, deve<br />

operare affinché i diritti dei lavoratori siano garantiti. <br />

Alfred Sisley<br />

Neve a Louveciennes, 1874<br />

Chi ha<br />

costituito<br />

Agrifondo<br />

Cosa deve fare<br />

Agrifondo<br />

Charles Bavoux<br />

Varco tra le rocce sul fi ume<br />

Doubs, 1864<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 5


6<br />

<strong>PREVIDENZA</strong><br />

Enpaia supporta Agrifondo<br />

Una collaborazione feconda<br />

Agrifondo ed Enpaia hanno defi nito una Convenzione che stabilisce<br />

le forme di collaborazione fi no al momento in cui Agrifondo avrà piena<br />

operatività. Infatti, il presidente di Agrifondo ha formulato “alla <strong>Fondazione</strong><br />

un’offerta per lo svolgimento del servizio di gestione amministrativocontabile<br />

e di supporto agli Organi del Fondo in tutte le attività propedeutiche al<br />

rilascio dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività da parte della Covip”.<br />

Il Consiglio di Amministrazione dell’Enpaia, sempre attento alla prospettiva del<br />

Fondo pensionistico del comparto agricolo, approva la proposta e delibera che l’Ente<br />

svolga le funzioni di supporto direzionale dell’attività di Agrifondo, garantendo ogni<br />

attività amministrativo-contabile. Il coinvolgimento di Enpaia si esplica con la diretta<br />

partecipazione del direttore generale alle riunioni del Cda del Fondo.<br />

A seguito di queste importanti premesse, Agrifondo ed Enpaia fi rmano una<br />

Convenzione d’impegno reciproco. La <strong>Fondazione</strong> Enpaia (Ente Nazionale di<br />

Previdenza per gli Addetti e gli Impiegati in Agricoltura) si impegna a compiere<br />

tutte le azione utili di supporto direzionale al fi ne di porre in essere gli adempimenti<br />

necessari compresa l’assistenza agli Organi necessari ad ottenere da parte della Covip<br />

il riconoscimento giuridico di cui all’art. 4 comma 1 lettera b) e comma 3 del D.Lgs.<br />

252/05 ed alla deliberazione Covip del 22 maggio 2001; e più precisamente:<br />

a) attività propedeutiche al rilascio dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività da<br />

parte della Covip:<br />

• verifi ca di conformità del testo di statuto vigente;<br />

• la predisposizione del regolamento per l’elezione dell’assemblea dei delegati;<br />

• la predisposizione della relazione sul programma iniziale di attività (target<br />

destinatari, tempi di elezioni degli Organi collegiali, pianifi cazione attività di<br />

selezione partner, numero di aderenti previsto nel primo triennio di attività,<br />

modalità di fi nanziamento delle spese di avvio, indicazioni sul processo di<br />

sviluppo dell’assetto organizzativo);<br />

• la redazione degli schemi di bilancio previsionale relativi ai primi tre esercizi di<br />

attività;<br />

• la predisposizione della nota informativa (delibere del 28/06/2006 e del<br />

31/10/2006) e del modulo di adesione;<br />

• la stesura del verbale di verifi ca del possesso dei requisiti di onorabilità e<br />

professionalità in capo ai componenti del Consiglio di Amministrazione e del<br />

Collegio dei Sindaci;<br />

• predisposizione della documentazione per la presentazione dell’istanza alla Covip<br />

e assistenza per la gestione dei rapporti con l’Autorità di vigilanza fi nalizzata al<br />

rilascio dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività e all’iscrizione all’albo dei<br />

Fondi pensione.<br />

b) Servizi di tipo direzionale fi nalizzati a supportare il Consiglio di Amministrazione<br />

nella fase preliminare.<br />

c) Campagna promozionale per una maggiore conoscenza del Fondo. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


<strong>PREVIDENZA</strong><br />

Previdenza complementare AGRIFONDO: era ora!<br />

Soddisfazione delle organizzazioni sindacali e professionali<br />

Il primo impegno per la costituzione di un fondo di previdenza complementare<br />

per i lavoratori agricoli risale al Ccnl sottoscritto il 19 luglio 1995. Il<br />

Ccnl successivo, sottoscritto il 10 luglio 1998, ne defi niva la contribuzione<br />

e la data di decorrenza (1° giugno 1999). “Ci sono voluti altri sette anni<br />

affi nché il Fondo diventasse realtà. Ora, Covip permettendo, si può fi nalmente<br />

partire. Agrifondo, costituito il 14 dicembre scorso come fondo unico operaiimpiegati<br />

agricoli, può diventare uno dei fondi più importanti nel panorama<br />

nazionale della previdenza complementare per la particolare platea a cui si rivolge:<br />

circa 600.000 lavoratori, in gran parte a tempo determinato, e circa<br />

200.000 imprese, in gran parte di piccole dimensioni. Queste due cifre evidenziano<br />

anche la sfi da da superare. Sarà decisivo l’impegno delle parti sociali”,<br />

dichiara Stefano Mantegazza, leader della Uila-Uil.<br />

“Ora la responsabilità che noi abbiamo è di fare presto e bene, poiché l’impegno<br />

deve essere quello, nei tempi imposti dalla normativa di Governo, di avere uno<br />

strumento operativo ed utilizzabile per il settore agricolo”, rincara Stefano<br />

Faiotto della Fai-Cisl. “Un secondo impegno che dobbiamo tenere presente<br />

attiene alle economicità che devono accompagnare il Fondo, in particolare<br />

dobbiamo avere la consapevolezza che la platea del tempo indeterminato e degli<br />

impiegati non è amplissima, dobbiamo quindi adoperarci per ampliare il più<br />

possibile il numero dei lavoratori interessati al Fondo e dall’altro immaginare<br />

una struttura snella ed effi ciente del Fondo, semmai utilizzando tutte le sinergie<br />

possibili, a cominciare da quelle con l’Enpaia, con l’intento di offrire celermente,<br />

ai soggetti agricoli, uno strumento pronto ed effi ciente per la realtà agricola<br />

italiana”, afferma il leader della Fai-Cisl, Albino Gorini.<br />

“Assicurare ai lavoratori la possibilità di accedere ad una pensione integrativa<br />

in grado di supportare quella pubblica è oggi questione fondamentale. Che tale<br />

opportunità fosse garantita anche a lavoratori con accentuate caratteristiche<br />

di stagionalità era un obiettivo da raggiungere nel settore dell’agricoltura<br />

privata”: questa la preoccupazione di Gino Rotella, responsabile<br />

dipartimento mercato del lavoro Flai-Cgil nazionale<br />

Il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni<br />

manifesta il proprio apprezzamento per la fattiva collaborazione<br />

instauratasi con Coldiretti, Cia, Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil e<br />

Confederdia per la costituzione del Fondo per la previdenza<br />

complementare che “rappresenta un importante, positivo sviluppo<br />

delle relazioni sindacali. Sono certo che tale collaborazione si<br />

svilupperà ulteriormente in una comune azione di sostegno<br />

a queste iniziative”. Come la previdenza complementare<br />

rappresenta un investimento per il futuro del paese, il “fondo negoziale è da<br />

ritenersi per il sistema agricolo un importante momento di accettazione<br />

condivisa di responsabilità sociale che la Coldiretti, le imprese associate e le<br />

di Mattia Repetto<br />

Gustave Caillebotte<br />

Parco a Yerres, 1877<br />

I sindacati verso<br />

la sfi da del Fondo<br />

agricolo<br />

Joseph Mallord William Turner<br />

Castello di Laugharne,<br />

Carmarthenshire, costa del<br />

Galles del sud, 1831<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 7


L’impegno<br />

convinto delle<br />

organizzazioni<br />

professionali<br />

8<br />

<strong>PREVIDENZA</strong><br />

parti sociali assumono nella consapevolezza del proprio ruolo. Il ruolo assunto<br />

dalle organizzazioni di rappresentanza delle imprese in questo percorso è infatti<br />

particolarmente delicato sia per la novità che la materia assume nei progetti di<br />

vita delle persone, sia per i tempi ristretti di attivazione che l’anticipazione delle<br />

norme legali impone, e sia per la responsabilità di cui la Coldiretti si è fatta<br />

carico con l’accettazione della Presidenza del Fondo”, questo il commento della<br />

dirigenza massima della Coldiretti.<br />

Ed infi ne ma non ultima la Cia, con il suo presidente Giuseppe Politi, afferma<br />

che “la creazione del Fondo agricolo è un traguardo importante. Ora si tratta di<br />

informare i lavoratori affi nché aderiscano ad Agrifondo così come è avvenuto<br />

per le altre categorie di lavoratori industriali”.<br />

“Agrifondo è un successivo passo che dovrà fornire agli operai nuove tutele ed<br />

ai quadri ed impiegati agricoli migliori opportunità di tutela previdenziale,<br />

fondamentali nella vita di ogni lavoratore. Bisogna però essere consapevoli<br />

che la piena attuazione di questo ulteriore traguardo prevede un percorso, che<br />

deve vedere l’impegno fattivo di tutte le componenti istitutive”, precisa Luciano<br />

Bozzato, presidente di Confederdia.<br />

Tutti gli attori del mondo agricolo riconoscono che mettere in primo piano gli<br />

interessi, le aspirazioni attuali ed i progetti di vita delle donne e degli uomini<br />

rappresenta un grande impegno verso i lavoratori di oggi e soprattutto i pensionati<br />

di domani. Come pure sarà decisiva la scelta di chi dovrà garantire il cosiddetto<br />

“service”. Per chi non ha una profonda conoscenza della realtà del mondo<br />

agricolo non sarebbe un’impresa facile. Per questo è da salutare positivamente<br />

la decisione del Consiglio di Amministrazione di affi dare provvisoriamente il<br />

servizio all’Enpaia. <br />

Coldiretti: Sergio Marini nuovo presidente<br />

Sergio Marini è il nuovo presidente della Coldiretti. Succede a Paolo Bedoni ed<br />

è il quinto presidente della storia della maggiore organizzazione agricola italiana<br />

ed europea (oltre 500 mila imprese associate). L’elezione è avvenuta il 9 febbraio<br />

a Roma nel corso dell’Assemblea generale a cui hanno partecipato oltre trecento<br />

delegati di tutte le regioni italiane. Marini ha vinto con il 99% dei consensi. Quarantadue<br />

anni, laureato in agraria col massimo dei voti, Marini conduce un’impresa<br />

fl orovivaistica in serra, con piante ornamentali e seminativi in Umbria. Il suo<br />

primo incarico in Coldiretti risale al 1984, quando ricopriva la funzione di delegato<br />

provinciale del movimento giovanile di Terni. Presidente di Coldiretti Umbria<br />

dal 1997, è vicepresidente nazionale dal 2001, è consigliere di amministrazione<br />

dell’Enpaia, è stato presidente di Agrifondo sino al 12 febbraio scorso. “Valorizzare l’agricoltura come<br />

risorsa economica, sociale e ambientale per garantire alle imprese agricole opportunità di sviluppo e<br />

reddito in un quadro di piena integrazione dell’agricoltura con gli interessi economici e sociali del paese”.<br />

È stata questa la prima dichiarazione di obiettivi del neopresidente. Il quale, al momento dell’elezione,<br />

ha sottolineato che si tratta di “un impegno determinante per la competitività del made in Italy, che trova<br />

nell’agroalimentare un punto di forza e per la sicurezza alimentare e ambientale dei cittadini consumatori<br />

anche di fronte alle recenti emergenze climatiche e sanitarie”. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


<strong>PREVIDENZA</strong><br />

Tfr: scegliere oggi per domani<br />

Al via le nuove regole<br />

di Daniele Camilli<br />

Dal 1° gennaio e fi no al 1° luglio del 2007, i lavoratori del settore privato sono infatti<br />

chiamati a scegliere dove conferire il loro Tfr maturando. Il tutto in base al<br />

decreto legislativo 252/2005 e all’intesa, recepita dall’ultima Legge Finanziaria,<br />

raggiunta lo scorso 23 ottobre tra Governo, Confi ndustria, Cgil, Cisl e Uil. Secondo<br />

quanto stabilito dallo stesso decreto legislativo restano invece esclusi dall’applicazione<br />

delle nuove norme tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione.<br />

Presupposto necessario, la cosiddetta Riforma Dini del 1995 che, al fi ne di sostenere la<br />

fi nanza pubblica e l’equilibrio del sistema previdenziale, ha introdotto nuove modalità di<br />

calcolo delle pensioni, diversifi candole a seconda dell’anzianità contributiva dei lavoratori<br />

alla data del 31 dicembre 1995. In sintesi, il governo Dini ha introdotto 3 differenti sistemi<br />

per calcolare le pensioni: retributivo, contributivo e misto. Potevano ancora benefi ciare<br />

del primo tutti quei lavoratori che l’ultimo giorno del ’95 avevano un’anzianità contributiva<br />

di almeno 18 anni. Chi invece è entrato nel mondo del lavoro a partire dal 1 gennaio 1996,<br />

vedrà la sua pensione calcolata sulla base dei contributi versati durante l’intero arco della<br />

vita lavorativa (sistema contributivo). Stessa sorte (sistema misto) per tutti coloro che nel<br />

dicembre 1995 non avevano ancora perfezionato i 18 anni di contributi. Tuttavia il sistema<br />

contributivo si applicava solo alle quote riferite alle anzianità successive a tale data. Per gli<br />

PRESTAZIONI E ASPETTI FISCALI DELLA <strong>PREVIDENZA</strong> COMPLEMENTARE<br />

• Deducibilità dei contributi fi no a un massimo di 5.164,57 euro<br />

• Tassazione dei rendimenti dell’11%.<br />

• Prestazioni Rendita/Capitale fi no al 50% del capitale maturato.<br />

• Riscatto totale o parziale per cessazione di attività, mobilità, cassa<br />

integrazione.<br />

• Tassazione dei riscatti e delle prestazioni per un ammontare complessivo<br />

al netto della parte corrispondente ai redditi già assoggettati ad imposta<br />

e soggetta ad una ritenuta a titolo d’imposta del 15%, diminuita dello<br />

0,30% per ogni anno eccedente il quindicesimo di adesione al fondo, fi no<br />

ad una riduzione massima dell’aliquota del 6%. Inoltre, laddove previsto<br />

dai fondi pensione e in caso di cessazione del rapporto di lavoro, si può<br />

riscattare l’intera posizione maturata presso la forma pensionistica, anche al<br />

di fuori delle condizioni indicate sopra, ma con l’applicazione di una ritenuta<br />

d’imposta pari al 23%.<br />

• Anticipazioni per ristrutturazione o acquisto prima casa, spese sanitarie,<br />

altre spese.<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 9


10<br />

<strong>PREVIDENZA</strong><br />

I PUNTI DEL MEMORANDUM<br />

D’INTESA GOVERNO,<br />

CONFINDUSTRIA, CGIL, CISL, UIL<br />

23 OTTOBRE 2006<br />

Anticipato al 1 gennaio 2007 l’avvio del silenzio-assenso<br />

e la nuova disciplina della previdenza complementare<br />

secondo quanto stabilito dal D. Lgs. 252/2005<br />

La riforma della previdenza complementare si applica a<br />

tutti i lavoratori del settore privato<br />

Il TFR dei lavoratori, alle dipendenze di datori di lavoro<br />

con almeno 50 addetti, che non affl uisce alla previdenza<br />

complementare sarà integralmente destinato al Fondo per<br />

l’erogazione del trattamento di fi ne rapporto dei lavoratori<br />

del settore privato. Il Governo si è comunque impegnato<br />

a riesaminare questa disposizione nel 2008<br />

I lavoratori conservano tutti i diritti previsti da leggi e<br />

accordi collettivi in tema di rivalutazione, liquidazione e<br />

anticipazione del TFR<br />

Il Governo si è impegnato a rivedere il trattamento<br />

fi scale dei fondi pensione durante il 2007 con l’obiettivo<br />

di renderlo simile a quello degli altri paesi europei e più<br />

conveniente per i lavoratori<br />

anni maturati in precedenza restava<br />

infatti in vigore il vecchio<br />

sistema retributivo.<br />

Detto questo, è stato fi n da subito<br />

chiaro che il nuovo sistema<br />

contributivo avrebbe determinato<br />

una notevole contrazione<br />

dell’importo delle future<br />

pensioni; una contrazione che<br />

molto probabilmente sarà pari<br />

a un tasso di sostituzione (rapporto<br />

tra la pensione e l’ultima<br />

retribuzione) inferiore alla<br />

metà della retribuzione lorda.<br />

Ciò signifi ca che, per mantenere<br />

trattamenti pensionistici<br />

adeguati e dignitosi, i futuri<br />

pensionati dovranno necessariamente<br />

avvalersi del supporto<br />

della previdenza complementare.<br />

E qui entra in gioco la riforma<br />

del Tfr. Scegliere dove destinarlo<br />

vuol dire pertanto aderire<br />

a un sistema di previdenza<br />

complementare che assicurerà<br />

al lavoratore del settore privato<br />

una pensione capace di<br />

sostenerlo quando smetterà di<br />

lavorare. Un futuro deciso in<br />

base a una scelta da effettuarsi nel presente. E le scelte da conoscere sono 3.<br />

Dal 1° gennaio al 1° luglio 2007 il lavoratore dipendente può decidere di:<br />

1) mantenere il Tfr in azienda in tutto (se si tratta di lavoratori non iscritti ai fondi pensione)<br />

o in parte (per i lavoratori già iscritti che versano solo una quota del Tfr ai fondi). In<br />

quest’ultimo caso, se il datore di lavoro ha alle proprie dipendenze almeno 50 addetti,<br />

conferisce il Trattamento di Fine Rapporto maturando al Fondo per l’erogazione del Tfr<br />

gestito dall’Inps presso la tesoreria di Stato. Questo vale per i lavoratori con prima occupazione<br />

(cioè con prima iscrizione alla previdenza obbligatoria) precedente al 29 aprile<br />

1993 e successiva a questa data non ancora iscritti alla previdenza complementare. I<br />

lavoratori con prima occupazione successiva al 28/04/93 già iscritti a un fondo pensione<br />

e che versano attualmente l’intero Tfr maturando non devono invece effettuare alcuna<br />

scelta;<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


COME FUNZIONA LA RIFORMA DEL TFR<br />

<strong>PREVIDENZA</strong><br />

2) manifestare una scelta esplicita destinando il Tfr ad una forma pensionistica complementare,<br />

sia collettiva (Fondo chiuso) che individuale (Piano individuale pensionistico e<br />

Fondo aperto con adesione individuale), e un suo eventuale contributo, attivando anche<br />

la contribuzione del datore di lavoro prevista dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro<br />

(Ccnl). Tuttavia il contributo del datore di lavoro non è dovuto nel caso in cui si scelga<br />

una forma pensionistica diversa da quella prevista dai Ccnl;<br />

3) manifestare una scelta tacita (il cosiddetto silenzio-assenso). Se al 1 luglio 2007 o dopo<br />

6 mesi dall’assunzione, qualora essa sia successiva a tale data, il lavoratore non effettua<br />

alcuna scelta, il Tfr viene conferito al Fondo chiuso o a un’altra forma pensionistica<br />

complementare eventualmente prevista da un accordo collettivo aziendale. In tal caso<br />

non si ha però diritto al contributo del datore di lavoro. Se invece non c’è nessun fondo<br />

pensione negoziale e nessun accordo collettivo aziendale, il datore di lavoro provvede<br />

a trasferire il Tfr a un fondo pensione residuale istituito presso l’Inps, cioè un fondo a<br />

capitalizzazione da non confondere con quello presso la tesoreria di Stato.<br />

Dunque, da gennaio a giugno 2007 si potrà decidere in maniera esplicita di aderire alla previdenza<br />

complementare di natura collettiva o individuale, mentre il contributo del datore di<br />

lavoro previsto dalla contrattazione collettiva è dovuto solo per gli iscritti alle forme pensio-<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 11


12<br />

<strong>PREVIDENZA</strong><br />

nistiche promosse dalla stessa contrattazione collettiva. Se non si prende alcuna decisione<br />

scatta di conseguenza il silenzio-assenso e tutto il Tfr maturando verrà trasmesso, dopo il<br />

1 luglio 2007, al fondo pensione previsto dai contratti e dagli accordi collettivi nazionali o<br />

territoriali a meno che non vi sia un diverso accordo collettivo aziendale. Qualora invece<br />

non esista o non sia già operativa una forma pensionistica complementare prevista dalla<br />

contrattazione collettiva, il Tfr passa a un Fondo pensione complementare che verrà costituito<br />

presso l’Inps.<br />

Questo Fondo è analogo a tutti gli altri Fondi Pensione: è sul mercato; ha linee diverse di<br />

investimento; ha un Comitato di Gestione.<br />

È infi ne importante sottolineare che, per quanto riguarda la funzione dell’Ente<br />

Nazionale di Previdenza e di Assistenza per gli Impiegati dell’Agricoltura<br />

(Enpaia), la riforma sulla destinazione del Tfr non ha innovato nulla. Questo<br />

signifi ca che l’Enpaia continuerà anche per il futuro a gestire per i propri<br />

iscritti il fondo del Tfr, così come il Fondo di Previdenza Integrativa e il Fondo<br />

Infortuni e Malattie Professionali.<br />

Quali sono invece le prestazioni e gli aspetti fi scali della previdenza complementare?<br />

a) deducibilità fi scale dei contributi a proprio carico fi no a un massimo di 5.164,57 euro;<br />

b) tassazione dei rendimenti pari all’11%, inferiore a quella attualmente applicata ad esempio<br />

a obbligazioni, Bot, Cct, Bpt;<br />

c) prestazioni rendita/capitale. Ciò signifi ca che al raggiungimento dell’età pensionabile<br />

e con un periodo minimo di partecipazione alla previdenza complementare è possibile<br />

decidere di ottenere fi no al 50% del capitale maturato e il rimanente in rendita oppure<br />

ottenere l’intero capitale maturato in rendita;<br />

d) riscatto totale o parziale. Si può riscattare il 50% della posizione maturata nel caso di<br />

mobilità, cassa integrazione (guadagni, ordinaria o straordinaria) e cessazione dell’attività<br />

lavorativa per un periodo compreso tra i 12 e i 48 mesi. Il riscatto può essere totale<br />

in caso di invalidità permanente;<br />

e) tassazione dei riscatti e delle prestazioni. Riscatti e prestazioni, sia in forma di capitale<br />

che rendita, sono imponibili per il loro un ammontare complessivo al netto della parte<br />

corrispondente ai redditi già assoggettati a imposta e soggetta a una ritenuta a titolo<br />

d’imposta del 15%, diminuita dello 0,30% per ogni anno eccedente il quindicesimo di<br />

adesione al fondo, fi no a una riduzione massima dell’aliquota del 6%. Inoltre, laddove<br />

previsto dai fondi pensione e in caso di cessazione del rapporto di lavoro, si può riscattare<br />

l’intera posizione maturata presso la forma pensionistica, anche al di fuori delle<br />

condizioni indicate sopra, ma con l’applicazione di una ritenuta d’imposta pari al 23%.<br />

Resta infi ne invariata la possibilità del lavoratore di richiedere anticipazioni fi no a un importo<br />

del 75% della propria posizione maturata. E i casi in cui si può fare sono tre: 1) ristrutturazione<br />

o acquisto della prima casa, ma solo dopo 8 anni di adesione al fondo, con una<br />

ritenuta d’imposta del 23%; 2) spese sanitarie per situazioni molto gravi, che colpiscono il<br />

lavoratore, il suo coniuge e i propri fi gli, con una ritenuta d’imposta del 15%; 3) altre spese.<br />

Anche in questo caso dopo 8 anni di adesione e fi no a un massimo del 30% della posizione<br />

maturata con una ritenuta d’imposta del 23%. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Previdenza complementare<br />

statunitense e italiana<br />

Confronti su strutture e gradi di pericolosità<br />

<strong>PREVIDENZA</strong><br />

II presente articolo si propone di analizzare gli effetti dei crack delle grandi<br />

imprese sul sistema previdenziale complementare negli Stati Uniti d’America<br />

e rapportarli ai più noti fallimenti aziendali in Italia, A tal fi ne l’artico prende<br />

spunto da un interessante lavoro della professoressa Marialuisa Ceprini,<br />

docente di Istituzioni ed economia della previdenza sociale europea e nordamericana<br />

presso la Luic (Line Papers n. 177, Serie Impresa e Istituzioni, 24, suppl. a<br />

settembre 2005) e dalla Audizione del presidente della Covip Lucio Francario<br />

del 29 gennaio 2004 davanti alle Commissioni VI “Finanze”, X “Attività produttive,<br />

commercio e turismo” della Camera dei Deputati e 6 a “Finanze e tesoro” e 10 a “Industria,<br />

commercio e turismo” del Senato della Repubblica. L’analisi è incentrata<br />

sulle clamorose crisi industriali della Enron e della Worldcom e sui fallimenti Parmalat<br />

e Cirio.<br />

Negli Stati Uniti il sistema previdenziale pubblico esiste dal 1935. Venne introdotto<br />

dal Presidente Franklin Delano Roosvelt a seguito della Grande Depressione che<br />

colpì gli Usa nel 1929 e venne inserito nel quadro delle riforme noto come New<br />

Deal. L’originaria previsione è stata modifi cata negli anni successivi riducendone i<br />

benefi ci previdenziali. La previdenza pubblica statunitense può attualmente essere<br />

ben defi nita minimalista tanto che, alfi ne di costruire un reddito che consenta un<br />

onorevole tenore di vita al pensionato, è necessario per il lavoratore statunitense<br />

che questi debba necessariamente ricorrere ad un sistema previdenziale privato.<br />

Ecco la ragione per cui i fondi pensione negli Usa si sono sviluppati e sono una importante<br />

fetta dell’economia di quel paese. Si pensi che alla fi ne del 2001 l’attivo dei<br />

fondi pensione negli Stati Uniti era pari all’80% del Prodotto Interno Lordo quando<br />

in Italia era pari appena al 3% (Fonte: Banca d’Italia). Lo schema pensionistico<br />

del secondo pilastro statunitense (previdenza a livello di comparto o aziendale)<br />

deve ricalcare uno dei due seguenti schemi:<br />

1 ) schema a prestazione defi nita (DB);<br />

2) schema a contribuzione defi nita (DC),<br />

Nello schema DB i benefi ci pensionistici sono basati sulla storia salariale del lavoratore,<br />

infatti detti benefi ci sono fi ssati (nel contratto di lavoro) da una formula<br />

specifi ca e il rischio a carico del lavoratore è rinvenibile nel quanto e nel quando<br />

il datore di lavoro fi nanzierà i benefi ci. Nello schema DC, contrariamente, i benefi<br />

ci trovano le proprie fondamenta nei contributi che il lavoratore e il datore di<br />

lavoro (quando contrattualmente previsto) versano in un fondo comune aziendale.<br />

In questo modo i contributi sono fi ssati per ambo le parti e il rischio, come è facilmente<br />

comprensibile, sta nel quanto il lavoratore prenderà come pensione dal<br />

momento che la capitalizzazione del fondo dipende dall’abilità del gestore nel far<br />

fruttare le (ingenti) somme a disposizione investendole nei mercati mobiliari e immobiliari.<br />

Negli ultimi venti anni si è osservato uno spostamento dallo schema DB<br />

(meno rischioso per il lavoratore) a quello DC (più rischioso). Ciò ha comportato<br />

uno slittamento del rischio dal datore di lavoro al lavoratore stesso.<br />

di Francesco Mori<br />

Georges Michel<br />

Il mulino a Argenteuil, 1830<br />

La Previdenza<br />

complementare<br />

negli Stati Uniti<br />

d’America<br />

In Usa, il secondo<br />

pilastro<br />

è una necessità<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 13


Camille Pissarro<br />

La strada da Versailles<br />

a Louveciennes, 1870<br />

I rischi per i<br />

lavoratori Usa:<br />

i casi Enron e<br />

Worldcom<br />

Joseph Mallord William Turner<br />

La mattina dopo il naufragio,<br />

1835-1845<br />

14<br />

<strong>PREVIDENZA</strong><br />

Tra i piani a schema DC i preferiti dai lavoratori americani sono i famosi (e famigerati)<br />

401(K). Questi hanno le seguenti attrattive:<br />

• sono a partecipazione volontaria;<br />

• presentano una contribuzione esente da imposte;<br />

• diritto di accesso al proprio risparmio;<br />

• portabilità dei benefi ci pensionistici in caso di cambio di datore di lavoro;<br />

• concreti benefi ci pensionistici.<br />

Gli investimenti di questi Fondi possono essere totalmente indirizzati nel capitale<br />

della società da cui si dipende.<br />

L’improvviso e repentino crollo della Enron e di Worldcom ha reso drammaticamente<br />

evidente quanto sia facile per il lavoratore perdere i propri risparmi investiti<br />

nei piani 401(K) qualora il fondo aziendale investa nelle azioni della società di riferimento<br />

e la società sia guidata da un board of directors disinvolto e scarsamente<br />

attento all’attenta applicazione della legge (come è chiaramente emerso dalle indagini<br />

giudiziarie e dalle condanno a carico degli amministratori stessi),<br />

La Enron nel 2000 era posizionata al settimo posto della classifi ca Fortune 500<br />

(le prime 500 società americane per business globale nel settore industriale) ed<br />

era operativa in 30 paesi. Nel 2001 l’intero Consiglio di Amministrazione venne<br />

accusato di frode fi nanziaria e corruzione nonché spionaggio industriale e dichiarata<br />

fallita e assoggettata alla procedura prevista dalla legge fallimentare statunitense<br />

(Charter 11 “corporate bankrupuptcy”). Il crollo della società ha portato<br />

al licenziamento in tronco di oltre 4000 dipendenti che hanno visto svanire in un<br />

batter di ciglia anche gli investimenti nel fondo aziendale 401(K). Infatti, mentre<br />

venne impedito ai dipendenti iscritti al fondo e agli investitori ordinari di cedere<br />

le proprie quote del fondo con una manovra conosciuta con il nome di lockdown,<br />

i consiglieri di amministrazione cedevano le proprie quote quando il loro prezzo<br />

di scambio nel mercato azionario oscillava sui 98 dollari (si ritiene che ciascuno<br />

abbia guadagnato almeno 30 milioni di dollari). Si evidenzia che dopo il<br />

lockdown il titolo Enron crollò sino a 0,28 centesimi per azione bruciando un<br />

immenso capitale (decine di miliardi di dollari). Appare evidente che la perdita<br />

delle pensioni ai dipendenti sia dovuta al fatto che il fondo pensionistico Enron<br />

avesse investito completamente le proprie disponibilità nelle azioni Enron stesse<br />

in modo da tenere alto il corso (valore) dei titoli. Evidentemente, se il fondo pensione<br />

avesse diversifi cato i propri investimenti i lavoratori di Enron avrebbero<br />

ugualmente perso il proprio impiego, ma non avrebbero visto sparire i propri<br />

investimenti nel fondo 401(K).<br />

La Worldcom alla fi ne del 2000 era una importante multinazionale attiva nel settore<br />

delle telecomunicazioni, era il secondo operatore statunitense<br />

in termini di dimensioni nel campo dei “long distance provider”<br />

impiegando ben 50.000 dipendenti in tutto il mondo. Nel 2001,<br />

l’intero consiglio di amministrazione venne indagato per incapacità,<br />

corruzione e falso in bilancio per aver gonfi ato di 11 miliardi<br />

di dollari i profi tti aziendali e per aver mentito sui debiti societari<br />

ammontanti a circa 35 miliardi di dollari. Anche la Worldcom<br />

ha bruciato i fondi pensione per il proprio personale dipendente e<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


<strong>PREVIDENZA</strong><br />

rappresenta un secondo fallimento per i piani a contribuzione defi nita conosciuti<br />

come 401 (K).<br />

Fin dalla loro nascita, i fondi pensione italiani rientrano esclusivamente nello schema<br />

DC (a contribuzione defi nita). Si possono distinguere tre diversi profi li di investimento<br />

dei fondi italiani:<br />

• aggressivo: ad alto profi lo di rischio aventi una componente azionaria che varia<br />

tra il 45% e l’85% degli investimenti totali;<br />

• moderato: a medio profi lo di rischio aventi una componente azionaria che varia<br />

tra il 10% e il 50% degli investimenti totali;<br />

• conservativo: a basso profi lo di rischio aventi una componente azionaria che varia<br />

tra lo 0% e il 30% degli investimenti totali.<br />

Ciascuna linea di investimento è ancorata ad un parametro di riferimento (benchmark)<br />

per valutare il rendimento dell’investimento. Tra gli indici utilizzati come<br />

benchmark i più comuni sono: lo S&P500, Msci Ac World, Dow, Ssb Wbgi e il<br />

Nasdaq.<br />

Nonostante l’offerta articolata, i fondi pensione italiani non sono<br />

decollati fi no all’emanazione del decreto legislativo 252/2005 modifi<br />

cato dalla legge 27 dicembre 2006, n. 296 (fi nanziaria 2007)<br />

che ne ha anticipato l’entrata in vigore dal primo gennaio 2008 al<br />

primo gennaio 2007.<br />

Le cause ostative del suddetto decollo possono essere riassunte in:<br />

1. elevata contribuzione al primo pilastro previdenziale (previdenza<br />

pubblica), pari al 40,4% del reddito lordo annuo, quando la<br />

contribuzione media europea è pari al 18%;<br />

2. disincentivante peso fi scale;<br />

3. scarsa fi ducia nella redditività della gestione dei Fondi;<br />

4. e certamente hanno infl uito anche i crak di importanti aziende italiane (Parmalat<br />

e Cirio) alimentando il timore di perdere la propria posizione contributiva come<br />

avveniva in contemporanea per quella di analoghe situazioni statunitensi.<br />

Pertanto, come detto all’inizio della presente trattazione, il valore delle attività dei<br />

fondi pensione nostrani è pari solamente al 3% del pil.<br />

Tuttavia, a differenza dei fondi americani, i fondi italiani sono del tipo negoziale<br />

(non sono a livello aziendale). Infatti essi fanno riferimento al comparto produttivo<br />

di appartenenza (ad esempio il fondo Alifond fondo di categoria degli addetti<br />

all’industria alimentare e, adesso, Agrifondo per i lavoratori che applicano il contratto<br />

degli operai dell’agricoltura); non possono, quindi, incorrere nel disastro<br />

che ha travolto i lavoratori Enron aderenti al piano aziendale 401(K).<br />

I Fondi negoziali Italiani, infatti, non investono nel capitale dell’azienda in cui si<br />

opera. Al citato fondo Alifond hanno aderito numerosi dipendenti Cirio e Parmalat.<br />

Il portafoglio Alifond (alla data dei dissesti delle due società) comprendeva ben<br />

350 diversi titoli azionari oltre a titoli di Stati appartenenti all’Unione Europea.<br />

Escludendo i bond di stati europei, solo tre titoli in portafoglio superavano lo 0,5%<br />

sul totale del portafoglio e solo in un caso supera l’1%. Le obbligazioni bancarie e i<br />

corporate bonds arrivavano al 2%. I titoli emessi dai due gruppi in crisi non erano<br />

La previdenza<br />

complementare in<br />

Italia:<br />

il secondo pilastro<br />

Costant Troyon<br />

Nella foresta di Fontainebleau,<br />

1848<br />

I Fondi italiani<br />

sono pari<br />

al 3% del Pil<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 15


Crisi aziendali<br />

americane<br />

confrontate con<br />

le crisi italiane<br />

Claude Monet<br />

La foresta di Fontainebleau,<br />

1865<br />

16<br />

<strong>PREVIDENZA</strong><br />

presenti negli assett Alifond. Pertanto, i dipendenti Parmalat e Cirio non hanno<br />

subito pregiudizi nelle proprie posizioni previdenziali dal dissesto dei due gruppi.<br />

Si segnala, tuttavia che dei 4.000 dipendenti italiani in forza alla Parmalat alla<br />

data del dissesto, solamente 1.000 erano iscritti al fondo Alifond.<br />

II principio di prudenza previsto dall’Ocse e perseguito dalla Covip appare fatto<br />

proprio dai gestori dei fondi pensione negoziali.<br />

Infatti a fi ne 2003, il portafoglio titoli medio dei fondi negoziali chiusi italiani risultava<br />

composto per il 67,2% da titoli di Stato di paesi appartenenti alI’Ocse. Il<br />

valore totale dei corporate bonds e obbligazioni bancarie era pari al 4,6%, il totale<br />

dei titoli rappresentanti il capitale (azioni) risultava non superiore al 20%. Il resto<br />

del portafoglio era composto da depositi, quote Oicr e, in misura residuale e limitata,<br />

da strumenti derivati.<br />

Tutte le 4 differenti crisi sono dovute a frode, mancanza di etica manageriale,<br />

aggiotaggio e conflitto di interessi. Tuttavia i diversi board hanno utilizzato differenti<br />

metodologie per “sviare” il capitale: a) Enron ha utilizzato il lockdown<br />

per impedire agli aderenti al fondo e agli investitori ordinali di liberarsi delle<br />

azioni; b) Parmalat, Cirio e Worldcom hanno sfruttato la credibilità delle<br />

istituzioni con cui avevano rapporti (società di revisione, agenzie di rating, analisti)<br />

e del sistema creditizio. In tutti e quattro i casi è emersa una gravissima<br />

responsabilità dei revisori dei conti per essere stati compiacenti nel coprire le<br />

malefatte dei board (tutti ci ricordiamo le fatture falsificate mediante maldestri<br />

metodi di fotocopiatura), delle agenzie di rating per aver falsificato le valutazioni<br />

sulle società a seguito di gratifiche. A differenza delle due società italiane,<br />

Enron e Worldcom hanno piani di produzione e distribuzione e sostanziose linee<br />

di credito non utilizzate. Infatti le due company, in mano ad un nuovo management<br />

sicuramente “etico” stanno riemergendo dal fallimento ed hanno ottenuto<br />

piani di indebitamento a lungo termine per risarcire le perdite dei risparmiatori<br />

e risanare la gestione finanziaria delle società.<br />

Parmalat con la gestione commissariale prima e con la<br />

nuova dirigenza poi, ha elaborato piani industriali e azioni<br />

di mercato che hanno saputo galvanizzare la indiscussa<br />

capacità professionale dell’azienda e cogliere importanti<br />

successi commerciali. Questa forte ripresa di Parmalat è<br />

convalidata dall’ esaltante risultato di Borsa dove il valore<br />

delle azioni è più che triplicato. Cirio, al contrario, ancora<br />

non recupera quello spazio di mercato che ne ha contraddistinto<br />

l’attività nel recente passato.<br />

Il parallelo proposto da questo approfondimento porta a<br />

concludere che:<br />

1) la Previdenza Complementare è diffusa nel mondo occidentale;<br />

2) gli investimenti dei Fondi debbono essere oculati ed incentivati fi scalmente;<br />

3) in Italia occorre un impegno particolare per attivare le adesioni dei lavoratori;<br />

4) vi è una diffusa se pur silenziosa richiesta di meccanismi di garanzia del capitale<br />

accumulato dai lavoratori e della conseguente rivalutazione che non può essere<br />

offerta dal mercato. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Finalmente FOR.AGRI<br />

Il Fondo per la formazione continua è realtà<br />

FORMAZIONE<br />

Il 14 dicembre 2006 è un giorno importante per il mondo agricolo del<br />

nostro paese: le Parti sociali hanno infatti dato vita a For.agri, Fondo<br />

paritetico nazionale interprofessionale per la formazione continua in<br />

agricoltura, costituito ai sensi del comma 1 e seguenti dell’art. 118, Legge<br />

23 dicembre 2000, n. 388 e successive modifi che e integrazioni. Si colma<br />

così una lacuna che privava i dipendenti a cui si applicano i contratti operai<br />

agricoli e fl orovivaisti nonchè impiegati e quadri agricoli di un essenziale<br />

strumento di formazione, senza, tra l’altro, considerare il fatto che For.agri<br />

potrà e dovrà diventare un punto chiave di riferimento per tutte le attività<br />

direttamente e indirettamente collegate all’agricoltura.<br />

In verità, Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil, Confederdia, in rappresentanza dei<br />

lavoratori dipendenti, e Confagricoltura, Coldiretti e Cia, in rappresentanza<br />

dei datori di lavoro, avevano da tempo convenuto sulla necessità di<br />

dotarsi degli strumenti previsti dalla legge utili ad intervenire nel settore<br />

della formazione continua, consapevoli della necessità di compiere un<br />

salto culturale dalla vecchia concezione della formazione professionale,<br />

prevalentemente rivolta all’addestramento alla formazione continua, del<br />

percorso di crescita delle complessive competenze di ciascun lavoratore e<br />

dell’insieme degli addetti delle imprese singole e associate, enti e associazioni<br />

che aderiranno al Fondo. L’esperienza fi nora compiuta ci consegna un<br />

buon livello di elaborazione e di collaborazione tra le Parti: da tempo opera<br />

con successo Agriform, l’organismo bilaterale per l’analisi dei fabbisogni<br />

formativi; nel precedente Ccnl si è prefi gurata un’articolata architettura del<br />

sistema formativo agricolo. A For.agri spetta ora il compito di assumere un<br />

ruolo centrale nelle politiche e nei programmi formativi di settore. Per farlo<br />

occorrerà innanzitutto rendere operativo il Fondo anche per gli operai, per i<br />

quali, attualmente, a differenza degli impiegati e quadri, non viene versato<br />

il contributo dello 0,30% che costituisce la garanzia oltre che la principale<br />

risorsa di fi nanziamento dei programmi formativi.<br />

Occorrerà inoltre recuperare le risorse di start-up<br />

disponibili a livello nazionale, così come è stato<br />

fatto per gli altri fondi intercategoriali, e quindi<br />

defi nire programmi di azione di interesse generale<br />

e promuovere la formazione continua nelle<br />

imprese garantendo con opportuni accorgimenti e<br />

interventi anche a scala territoriale lo svolgimento<br />

delle attività di formazione. Infi ne, è importante<br />

ricordare il valore di For.agri sul versante<br />

della ricomposizione del lavoro dipendente in<br />

agricoltura, ancora contrattualmente distinto per<br />

le fi gure operaie e per quelle impiegatizie. Anche<br />

in questo caso For.agri rappresenta un elemento<br />

di modernizzazione su cui è giusto puntare. <br />

*Vicepresidente di For.agri<br />

di Patrizia Consiglio*<br />

For.agri è il<br />

perno della<br />

formazione<br />

agricola<br />

Jean-Achille Bénouville<br />

Ulisse e Nausicaa, 1845<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 17


18<br />

FORMAZIONE<br />

di Dimitri Deliolanes<br />

John Constable<br />

East Bergholt Camon dalla casa<br />

di Constable, 1800<br />

La formazione<br />

è essenziale<br />

per far fronte<br />

ai cambiamenti<br />

La formazione continua in agricoltura<br />

Progettare, sperimentare, crescere ed innovare con FOR.AGRI<br />

Le Organizzazioni professionali<br />

e sindacali agricole hanno<br />

istituito, il 14 dicembre 2006,<br />

il Fondo interprofessionale<br />

per la formazione continua. Con la<br />

costituzione del Fondo per la formazione<br />

continua in agricoltura (For.agri) si<br />

completa il mosaico disegnato dal<br />

contratto collettivo nazionale per la<br />

formazione professionale e continua dei lavoratori agricoli: Agriform, come<br />

ente bilaterale preposto alla ricerca - progettazione - sperimentazione, le<br />

Scuole Agricole Provinciali come strumento di promozione sul territorio,<br />

For.agri come ente paritetico nazionale di valutazione e fi nanziamento dei<br />

progetti provenienti dalle aziende e dal territorio.<br />

“For.agri è importante per almeno tre motivi: il primo attiene al<br />

riconoscimento del lavoro e della sua professionalità come fattore che<br />

qualifi ca il prodotto e la qualità di impresa, il secondo si riferisce ad un<br />

percorso di ricomposizione del lavoro dipendente nel settore agricolo, dove<br />

ancora esistono due contratti distinti per gli operai e per gli impiegati, il<br />

terzo riguarda l’evoluzione delle relazioni sindacali anche in relazione<br />

al fatto che in agricoltura le parti datoriali sono ben tre, assai differenti<br />

tra loro per origine, storia, base di rappresentanza”, afferma Francesco<br />

Chiriaco, segretario generale della Flai-Cgil.<br />

Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura “conta su un<br />

concreto supporto del Ministro del Lavoro, affi nché il Fondo possa quanto<br />

prima e quanto più effi cacemente svolgere il suo ruolo. L’evoluzione che<br />

il settore agricolo sta registrando, le nuove politiche comunitarie, che<br />

probabilmente ridisegnano persino il paesaggio rurale domandano agli<br />

attori sociali agricoli di adattarsi ai cambiamenti”<br />

For.agri rappresenta il secondo pilastro di un sistema formativo già da<br />

tempo contrattualmente previsto e, seppure con eccessivo ritardo, “la sua<br />

costituzione è stata una scelta strategica, non più procrastinabile, in una<br />

economia basata sulla conoscenza, quindi supportata, in tutti i settori<br />

economici, da una politica di potenziamento delle competenze e delle<br />

conoscenze tecnico-culturali, attraverso la valorizzazione del capitale<br />

umano per tutto l’arco della vita lavorativa, di cui fa parte a pieno titolo<br />

anche la formazione continua del dipendente. Quest’ultima non è solo<br />

patrimonio individuale ma è necessaria anche all’impresa agricola<br />

impegnata in una concorrenza in un mercato sempre più ampio, sfi da che<br />

può essere affrontata con sempre maggiori competenze e professionalità”,<br />

aggiunge il presidente di Confederdia, Luciano Bozzato.<br />

“Il nostro settore ormai era rimasto uno degli ultimi a dotarsi di un<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


fondo bilaterale per la formazione continua, certamente il ritardo si può<br />

imputare, in parte alla normativa, la quale anche oggi prevede che il<br />

versamento dello 0,30% della formazione continua si effettui solamente<br />

per gli impiegati e tecnici dell’agricoltura; lasciando di fatto fuori la gran<br />

parte del lavoro agricolo e cioè gli operai. Un fondo per la formazione<br />

continua, si può considerare uno strumento prezioso per accompagnare il<br />

mondo del lavoro in questa evoluzione; la riforma della politica agricola<br />

comune, l’apertura di nuovi mercati e la globalizzazione, le nuove frontiere<br />

del produrre agricolo a scopo non solo alimentare, sono tutte sfi de che non<br />

devono vedere il mondo del lavoro da solo”, precisa il segretario nazionale<br />

della Fai-Cisl, Stefano Faiotto.<br />

“Il mosaico delle strutture di sostegno al mondo agricolo si completa<br />

con la formazione continua accanto al lancio del Fondo di previdenza<br />

complementare. La contrattazione collettiva provinciale, che si avvierà<br />

nel secondo semestre 2007, dovrà essere l’occasione per rendere<br />

diffuse ed operanti in tutto il territorio nazionale le Scuole Agricole. La<br />

frammentazione del sistema delle imprese, difatti, rende necessaria una<br />

vasta iniziativa di informazione dei soggetti interessati e di promozione<br />

di progetti, anche territoriali, che solo strumenti bilaterali ancorati al<br />

territorio possono realizzare. È dalle aziende e dal territorio che devono<br />

scaturire i progetti”. Questo il commento di Stefano Mantegazza,<br />

segretario generale della Uila-Uil.<br />

Il Fondo di Formazione Continua ha l’onere di essere uno strumento snello<br />

ed operativo. “Non un gigante debole, ma invece uno strumento agile in<br />

grado di offrire un vero servizio formativo al territorio; in tal senso può<br />

risultare utile una intelligente sinergia con l’Enpaia, la quale permetta<br />

economie operative e favorisca un servizio totalmente indirizzato alla<br />

proposta formativa”, secondo Giuseppe Politi, presidente della Cia.<br />

“Così facendo saremo in grado di dire che il tempo trascorso non sarà stato<br />

tempo perso, ma utile a costruire un vero fondo, utile ed interessante per<br />

i lavoratori e le imprese della produzione agricola”. <br />

De Castro: bene “registro d’impresa”<br />

FORMAZIONE<br />

Edgar Degas<br />

Paesaggio, 1892<br />

I sindacati<br />

considerano<br />

la formazione<br />

un punto<br />

fondamentale<br />

Si è detto soddisfatto il ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Paolo De Castro,<br />

in merito alla decisione del collega Cesare Damiano di accogliere la richiesta delle parti<br />

sociali del settore agricolo sulle modalità della comunicazione delle assunzioni dei lavoratori.<br />

La nuova comunicazione sarà unica e inviata solo all’Insp, organismo che gestisce la posizione<br />

assicurativa e contributiva di lavoratori e aziende e provvede a defi nire e pubblicare gli elenchi<br />

anagrafi ci degli addetti del settore. “È un altro passo avanti nella semplifi cazione amministrativa”,<br />

ha detto De Castro, “considerando che la comunicazione sarà effettuata con modalità telematiche,<br />

tramite il registro d’impresa. La decisione del ministro del lavoro, da me appoggiata”, ha concluso<br />

De Castro, “è, tra l’altro, il primo frutto di una rinnovata stagione di concertazione con le parti<br />

sociali”. La richiesta della comunicazione tramite registro d’impresa, infatti, era contenuta nel<br />

parere comune che le organizzazioni professionali e i sindacati dell’agricoltura hanno presentato il<br />

23 gennaio scorso ai due ministri. (Da “Italia oggi” 09/02/07). <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 19


20<br />

FILIERE<br />

di Maria Miligi<br />

Paul Flandrin<br />

Ricordo della Provenza,<br />

1874 circa<br />

In ripresa<br />

la fi liera<br />

ortofrutticola<br />

La crisi<br />

del settore<br />

zootecnico<br />

2007, un anno da mille e una sfi da<br />

Trasformare le difficoltà in crescita<br />

A<br />

ltro anno per il settore agro-alimentare, contrassegnato da<br />

non poche ombre ma anche da molte novità e da una rinnovata<br />

“voglia di fare e fare bene”. È il momento di operare e sviluppare<br />

iniziative propulsive in grado di dare impulso all’agro-alimentare<br />

italiano sui mercati internazionali adottando una strategia di promozione<br />

dei nostri standard di qualità. Infatti, è ormai sempre più chiara la<br />

necessità di cambiare mentalità per competere, di avviare nuovi progetti,<br />

di realizzare nuovi investimenti. La nuova politica agricola europea ce lo<br />

fa capire e il mercato ce lo impone.<br />

Il bilancio 2006 nel complesso ci riporta un settore che riprende slancio.<br />

Le “esportazioni”, dopo anni di completa stasi, vivono un momento magico, in<br />

crescita costante per tutto il 2006. Tuttavia, sul fronte del commercio internazionale,<br />

bisogna fare i conti con la voce “importazione” che non accenna a frenare ed,<br />

anzi, è in continua ascesa. I mercati italiani sono invasi da tanti prodotti stranieri (la<br />

Cina negli ultimi anni ha praticamente quintuplicato l’export nelle nostra piazze) e<br />

il “made in italy”, nonostante le performance, soffre la concorrenza all’interno e nel<br />

mercato europeo e internazionale.<br />

Dopo il leggero passo indietro registrato nel 2005, il 2006 ha mostrato un deciso aumento<br />

dell’interesse del mercato internazionale per i prodotti ortofrutticoli made<br />

in Italy. Ad una forte domanda proveniente dai Paesi terzi è corrisposta una crescente<br />

attenzione anche nell’area UE, dove va poi a confl uire la fetta più sostanziosa.<br />

Il trend positivo è rinsaldato dal colpo di freno delle importazioni di ortaggi, specialmente<br />

del comparto patate, che congiuntamente all’aumento di spedizioni ha determinato<br />

nel settore un’impennata del saldo attivo. Analoga la tendenza nel comparto agrumi, di<br />

cui è stata confermata la crescita delle esportazioni e un rispettivo calo di importazioni.<br />

Spostando la lente sul consumatore italiano, indicazioni di particolare rilievo arrivano<br />

da un’indagine Agroter, in cui risulta che il 60% dei consumatori preferisce rivolgersi<br />

direttamente all’agricoltore per l’acquisto. Le motivazioni sono da ricercare nell’allarme<br />

generato da recenti scandali alimentari e nelle polemiche sui prezzi; situazioni che<br />

restituiscono all’agricoltore una fi gura di “garante alimentare” e sincerano sull’”equo<br />

compenso” il cliente che decide di saltare gli intermediari.<br />

Per il settore il 2007 sarà sicuramente caratterizzato dal negoziato che potrebbe portare<br />

alla riforma dell’Ocm a livello comunitario. Per quanto riguarda il comparto del<br />

fresco, si preannunciano una positiva semplifi cazione burocratica ed una valorizzazione<br />

dello strumento delle organizzazioni dei produttori; in particolare per la frutta<br />

cruciali saranno le decisioni sul futuro delle norme di qualità, in special modo<br />

il mantenimento dell’obbligatorietà dell’indicazione di origine, nonché la gestione<br />

delle crisi di mercato; uno strumento innovativo che potrebbe essere attivato effi cacemente<br />

per la situazione di mercato italiana caratterizzata da ricorrenti fenomeni di<br />

squilibrio domanda – offerta.<br />

In primo luogo, nel settore zootecnico, c’è da recuperare la situazione di forte crisi<br />

del settore delle carni avicole ed uova determinata dall’infl uenza aviaria. I segni di ripresa<br />

di fi ne 2006, sia in termini di produzione, sia di quotazioni, fanno ben sperare.<br />

C’è comunque forte preoccupazione per la redditività degli allevamenti. Tra i problemi<br />

emergenti quelli relativi alla gestione ambientale delle deiezioni degli allevamenti in<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


elazione alle recenti disposizioni normative.<br />

Il settore della carne bovina sta attraversando una fase di transizione.<br />

La tendenza sembra essere indirizzata ad una razionalizzazione dell’offerta<br />

ed in particolare alla diminuzione dei vitelli da ristallo.<br />

Nel settore delle carni suine e in quello del latte invece, si dovrà gestire<br />

l’applicazione delle nuove disposizioni nazionali e regionali in materia<br />

di “direttiva nitrati”, che introducono elementi restrittivi e ulteriori<br />

oneri di gestione per gli allevamenti, soprattutto per quelli localizzati<br />

nelle aree vulnerabili, dove è necessario soddisfare requisiti assai rigorosi.<br />

Rimane ancora irrisolta la questione della corretta applicazione del regime delle<br />

quote latte, anche se il Governo e le Regioni si stanno impegnando nella direzione della<br />

auspicata normalizzazione. Desta qualche preoccupazione il dibattito aperto a livello<br />

europeo sulla possibile soppressione del regime dal 2015.<br />

Il 2006 è stata la prima campagna nella quale non si è applicato il sistema dell’aiuto<br />

alla produzione olearia. Un passaggio epocale, se si considera che si trattava di<br />

un regime in vigore da diversi decenni. Resta urgente il problema dell’etichettatura<br />

dell’origine degli oli di oliva, pur tenendo conto della normativa europea; infatti, la<br />

scarsa regolamentazione del fl usso dell’import (in particolare dai paesi extra-UE del<br />

Mediterraneo, che fanno registrare stime di crescita imponenti) e l’assenza di una<br />

normativa chiara in materia di origine obbligatoria in etichetta - che garantirebbe al<br />

made in Italy una maggiore visibilità sui mercati e guiderebbe i consumatori verso<br />

un consumo più consapevole - sono causa per il settore di una congiuntura al ribasso<br />

preoccupante soprattutto per la mancanza di strumenti anticrisi adeguati da parte<br />

dell’Unione europea.<br />

Lo dimostra il fatto che per l’Italia il biennio 2006-2007 sulla base delle stime di previsione<br />

dovrebbe riservare una produzione non superiore alle 630 mila tonnellate, rispetto<br />

alle quasi 656 mila del biennio precedente.<br />

L’importanza del comparto vitivinicolo per la produzione agro-alimentare italiana<br />

è confermato dalle recenti performances del vino italiano che si dichiara la voce principale<br />

dell’esportazione agro-alimentare nazionale. Purtroppo i nuovi scenari aperti dalla<br />

globalizzazione non hanno cambiato le problematiche del settore: la produzione del<br />

vino nel mondo supera abbondantemente il consumo con signifi cative ripercussioni sui<br />

prezzi, in sensibile fl essione su tutti i mercati.<br />

Il 2007 sarà determinante per il settore vitivinicolo perché entrerà nel vivo, a Bruxelles,<br />

la discussione sulla riforma dell’Organizzazione Comune di Mercato. La Commissione<br />

europea ha proposto una riforma incisiva con una serie di modifi che che potrebbero<br />

cambiare non poco lo scenario di riferimento e gli strumenti per la gestione del mercato.<br />

In discussione il potenziale vitivinicolo, ma anche gli altri interventi congiunturali<br />

sull’offerta.<br />

Nelle regioni a vocazione cerealicola (Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia), causa le diffi<br />

coltà sorte negli ultimi tempi, sono emersi sempre più esempi di integrazione della<br />

fi liera produttiva. I programmi integrati di fi liera vanno ad agire sui principali nodi critici<br />

del settore, quali la logistica, gli stoccaggi, la qualità della materia prima, gli incentivi<br />

sui prezzi a favore dei produttori e garantiscono determinati requisiti che soddisfano<br />

disciplinari di produzione predefi niti. Nei prossimi anni, è necessario diffondere sempre<br />

di più queste iniziative e riconoscere ai produttori agricoli la giusta remunerazione<br />

per la maggiore qualità e più elevati servizi legati al prodotto. <br />

FILIERE<br />

John Constable<br />

Sentiero che collega<br />

East Bergholt a Flatford,<br />

1812<br />

Stabile il mercato<br />

dell’olio di oliva<br />

Il vino italiano<br />

conquista mercati<br />

Difendere la fi liera<br />

cerealicola<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 21


Paolo Bruni<br />

Fedagri,<br />

leader<br />

in Italia<br />

e in Europa<br />

22<br />

FILIERE<br />

a cura della redazione<br />

La cooperazione strumento ideale per<br />

il futuro dell’agricoltura<br />

Lo sviluppo del settore agro-energetico<br />

La cooperazione si candida ad essere lo strumento ideale per<br />

le nuove fi liere che stanno nascendo e si può fare sin da ora<br />

una proiezione di crescita di nuova cooperazione nei prossimi<br />

anni, in particolare nel settore delle agroenergie. Questo,<br />

in sintesi il commento del ministro delle Politiche Agricole Alimentari<br />

e Forestali, Paolo De Castro reso nel corso di un recente<br />

incontro con la cooperazione agroalimentare, capitanata da Fedagri-Confcooperative.<br />

Appaiono positive, dunque, le prospettive per<br />

il futuro anche considerando i dati che Fedagri ha reso noti in occasione<br />

dell’ultima assemblea del dicembre 2006.<br />

“La cooperazione agricola rappresenta oggi un baluardo di continua<br />

crescita dell’agroalimentare italiano - ha detto il presidente<br />

di Fedagri-Confcooperative, Paolo Bruni - se paragonata alla<br />

crescita del Pil (dati Istat 3° trimestre 2006 che è dello 0,3%, rispetto<br />

al 2° trimestre del 2006 e dell’1,7% rispetto allo stesso periodo<br />

del 2005). Lo dimostrano i dati economici della federazione che nell’ultimo<br />

biennio hanno fatto registrare una crescita di fatturato del 10,43%”.<br />

Alla luce di questi dati, Fedagri si conferma leader della cooperazione agricola<br />

italiana e si pone come una tra le maggiori componenti di settore nell’Unione<br />

Europea con 3.700 imprese aderenti tra cooperative e consorzi e un fatturato<br />

complessivo di oltre 24 miliardi di euro. A fronte di una riduzione delle cooperative<br />

aderenti, frutto delle politiche d’integrazione e di concentrazione tra<br />

cooperative la federazione ha mantenuto stabili la base sociale (538.000) e gli<br />

occupati (66.000). “Occorre stimolare ancora di più l’assunto – ha aggiunto<br />

Bruni – meno cooperative e più cooperazione; l’obiettivo deve essere quello di<br />

aggregare un maggior numero di soci, in strutture cooperative di adeguate<br />

dimensioni e virtuose sul mercato salvaguardando, ovviamente, le peculiarità<br />

tipiche delle realtà che operano nelle produzioni di nicchia o nei servizi<br />

al territorio”. Le sfide per i prossimi anni, per l’agricoltura, sono alle porte e<br />

molte di esse si giocheranno sul palco di Bruxelles, dove sta per aprirsi il negoziato<br />

per la riforma dell’Organizzazione Comune di Mercato (Ocm) del settore<br />

ortofrutticolo e vitivinicolo. “Dobbiamo tenere alta la guardia – ha concluso<br />

il presidente Bruni – per entrambi i settori coinvolti dalle riforme, si<br />

tratta di comparti strategici per l’agroalimentare italiano, nostro compito<br />

sarà quello di affidare al ministro De Castro e alle Istituzioni una lista chiara<br />

e sintetica delle priorità negoziali, così da poter portare a casa risultati<br />

che garantiscano la competitività sui mercati internazionali per il futuro<br />

delle nostre imprese cooperative, in un panorama ormai allargato a 27 Paesi,<br />

in cui la concertazione è sempre più difficile”. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Il futuro del tabacco europeo<br />

La coesione del mondo agricolo e la difesa della Pac<br />

FILIERE<br />

I<br />

l 5 febbraio 2007 a Bovolone, nel cuore della bassa veronese, la fi liera europea del tabacco<br />

ha vissuto una delle giornate più radiose degli ultimi, tormentati, anni.<br />

Si è celebrato un convegno a dire il vero piuttosto anomalo, dove gli attori erano seduti in<br />

platea ad osservare e registrare le reazioni dei politici italiani ed europei e dei presidenti<br />

delle Organizzazioni Professionali agricole alle posizioni espresse in un “Manifesto” congiunto.<br />

Il giorno presecedente, infatti, i rappresentanti dell’Unitab, Fetratab ed Effat - rispettivamente<br />

le Federazione Europee delle associazioni nazionali dei tabacchicoltori e delle industrie<br />

di trasformazione e dei sindacati dei lavoratori del tabacco -, hanno fi rmato un documento<br />

congiunto, ricetta condivisa per la continuità dell’attività del settore (vedi box).<br />

La fi liera del tabacco europeo unita per la continuità<br />

Unitab, Fetratab ed Effat, a nome di:<br />

• 100.000 tabacchicoltori e 400.000 lavoratori delle aziende tabacchicole<br />

europee;<br />

• decine di imprese e 30.000 lavoratori nell’industria di prima<br />

trasformazione;<br />

• svariate migliaia di lavoratori nelle imprese dell’indotto e in<br />

tutte le altre attività coinvolte, a monte ed a valle della fi liera:<br />

Ribadiscono, l’apporto insostituibile della tabacchicoltura per<br />

il mantenimento della vitalità del mondo rurale, in zone spesso<br />

diffi cili, e per l’equilibrio economico di decine di migliaia di<br />

aziende agricole, le quali, malgrado la riforma della PAC, non<br />

dispongono di alcuna alternativa realmente valida, che mantenga<br />

il livello dell’occupazione diretta ed indotta nel settore e a<br />

monte ed a valle.<br />

Dichiarano, come testimoniato dai fatti, il totale fallimento in<br />

termini sociali ed economici del disaccoppiamento totale nel<br />

settore del tabacco; ovunque tale opzione sia stata scelta, come<br />

in Grecia, Puglia (IT), Belgio o Austria:<br />

• la coltivazione del tabacco è stata quasi completamente abbandonata;<br />

• non si è individuata nessuna alternativa signifi cativa;<br />

• decine di migliaia di posti di lavoro sono stati irrimediabilmente<br />

persi;<br />

• non è stato registrato nessun effetto sul livello dei prezzi commerciali<br />

(né sui redditi degli agricoltori, delle imprese di trasformazione<br />

o dei lavoratori), confermando l’impatto del tutto<br />

insignifi cante di qualsiasi cambiamento nella produzione Europea,<br />

che rappresenta meno del 4% di uno dei mercati mondiali<br />

maggiormente globalizzati;<br />

• e, naturalmente, non c’è stato nessun effetto sul consumo di<br />

sigarette.<br />

Rifi utano, quindi, di sostenere una politica sociale nel quadro<br />

del secondo pilastro, che riesce a stento ad ovviare alla massiccia<br />

distruzione di posti di lavoro esistenti e che priva le aziende<br />

agricole di metà del loro reddito.<br />

di Carlo Sacchetto*<br />

Unitab, Fetratab ed Effat<br />

Chiedono che la coltivazione del tabacco sia trattata nello stesso<br />

modo di tutti gli altri settori agricoli e che le regole del cosiddetto<br />

periodo “transitorio” dell’Ocm siano prorogate fi no alla<br />

scadenza del 2013<br />

Chiedono che, nei nuovi Stati Membri, per prevenire l’abbandono<br />

della produzione e la perdita di posti di lavoro e di redditi,<br />

l’attuale sistema di sostegno sia ugualmente esteso fi no al 2013<br />

senza cambiamenti, opponendosi in via di principio all’introduzione<br />

di un sostegno disaccoppiato.<br />

S’impegnano – condividendo le linee guida della Carta Europa<br />

del Tabacco di Unitab e seguendo nella loro attività i più rigidi<br />

requisiti legali e pratiche di responsabilità sociale –, a produrre<br />

in modo sostenibile ed etico tabacco di qualità, che risponda ai<br />

più esigenti criteri economici, sociali, sanitari ed ambientali, in<br />

vigore in Europa, migliorando continuamente l’elevato livello<br />

di qualità ed integrità del prodotto che gli agricoltori e trasformatori<br />

europei hanno raggiunto con successo negli ultimi anni,<br />

attraverso i loro sforzi comuni.<br />

Richiamano alla responsabilità l’industria manifatturiera europea,<br />

perché riconosca mediante le sue politiche di approvvigionamento,<br />

incrementandole ed accordando un prezzo commerciale<br />

remunerativo, alla tabacchicoltura ed all’industria di<br />

trasformazione europea gli sforzi fatti per distinguersi dai Paesi<br />

terzi e rispondere pienamente alle legittime attese del consumatore<br />

europeo.<br />

Contano sul sostegno dei poteri pubblici regionali e nazionali<br />

e dell’insieme delle Istituzioni europee per offrire un quadro<br />

politico ed economico che permetta di garantire alla coltura un<br />

futuro a lungo termine all’interno di una equa Organizzazione<br />

di Mercato e della Politica Agricola Comune.<br />

S’impegnano, contemporaneamente, a ricercare attivamente,<br />

per il dopo 2013, modalità di sostegno alternative condivise,<br />

per esempio basate sul consumo dei prodotti fi niti.<br />

* Segretario Apti - Associazione Professionale Trasformatori Tabacchi Italiani<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 23


Impegno<br />

unanime<br />

in difesa<br />

della produzione<br />

del tabacco<br />

24<br />

FILIERE<br />

John Constable<br />

East Bergholt Common<br />

dalla casa di Constable, 1800<br />

Il Manifesto per il tabacco europeo<br />

Il documento rappresenta la posizione di oltre 500.000 addetti europei del settore<br />

e delle loro famiglie, e testimonia il fallimento del disaccoppiamento totale<br />

degli aiuti nel settore del tabacco. Dovunque si sia optato per questa scelta, dalla<br />

Grecia al Belgio, dall’Austria alla Puglia, la produzione e stata totalmente, o<br />

quasi, abbandonata e non si è manifestato nessuno degli eventi positivi previsti dalla<br />

Commissione europea, dalle immaginarie alternative produttive all’aumento dei prezzi<br />

e redditi, per non parlare dell’impatto, nullo, sul fumo. La richiesta della fi liera è<br />

semplice e netta: prolungare le regole attuali fi no al 2013, senza ulteriori complicazioni<br />

amministrative e senza spendere un Euro di più.<br />

Dati alla mano la fi liera ha dimostrato che il tabacco è, ancora oggi, e in zone spesso<br />

in ritardo di sviluppo, un ottimo esempio di motore dello sviluppo del territorio rurale<br />

cui guardare con la massima attenzione piuttosto che da smantellare.<br />

Gli oltre 500 operatori presenti al convegno, tra cui circa 60 provenienti da Grecia,<br />

Ungheria, Spagna, Francia, Germania, Polonia e altre Regioni tabacchicole europee,<br />

dopo la lettura del Manifesto hanno quindi assistito alla tavola rotonda composta dal<br />

ministro Paolo De Castro e da europarlamentari italiani, polacchi e spagnoli (tra cui<br />

ben due vicepresidenti della Commissione agricoltura); assessori regionali e direttori<br />

degli assessorati dell’Umbria, Veneto, Estremadura (Spagna) e Szabolcs (Ungheria),<br />

il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni e di Cia Giuseppe Politi, il<br />

vicepresidente di Coldiretti Gennaro Masiello. Poi i sindaci di comuni come Città<br />

di Castello (PG) e Francolise (CE), dove la stragrande maggioranza della cittadinanza<br />

attiva svolge attività direttamente o indirettamente legate al tabacco.<br />

Tutti i relatori, nei loro interventi, pur ponendo l’accento su differenti aspetti messi in<br />

luce dal documento, hanno aderito pienamente e senza riserve al Manifesto, ribadendo<br />

il proprio impegno, ciascuno per il proprio ruolo, a garantire al settore la continuità.<br />

Non è certo la prima volta che il tabacco deve difendersi da tentativi di eliminazione;<br />

l’ultimo fu sventato nel 2004, anche grazie al contributo dell’attuale presidente dell’Enpaia,<br />

Augusto Bocchini, presente anche lui al convegno di Bovolone.<br />

Il settore ha sempre riaffermato il diritto al proprio futuro grazie ad uno straordinario<br />

radicamento sul territorio. Oggi affronta una nuova battaglia verso il 2013, dimostrando<br />

anche una coesione sia lungo la fi liera sia tra i diversi Stati membri, che non ha<br />

precedenti negli altri comparti, ai quali si offre come esempio.<br />

Questo richiamo all’unione, sottolineato da tutti, andrebbe davvero esteso all’intero<br />

mondo agricolo ed agroalimentare che vive e produce occupazione, redditi, alimenti<br />

e prodotti agricoli della più alta qualità e<br />

rigorosi standard, anche grazie alla Pac, i<br />

cui veri benefi ciari sono i 450 milioni di<br />

cittadini europei, che per oltre il 50% vivono<br />

in campagna.<br />

La Pac, che alla fi ne degli anni ‘50 fu la<br />

principale tra le ragioni fondanti dell’attuale<br />

Unione europea, rappresenta<br />

ancora oggi un patrimonio comune inestimabile<br />

da tutelare e difendere con<br />

determinazione da attacchi, spesso spregiudicati<br />

e carichi di demagogia. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Olio d’oliva: l’Europa corre, l’Italia cammina<br />

Cresce del 10% la produzione europea; in Italia scende di 4 punti<br />

I dati<br />

presentati dal recente Consiglio Oleicolo Internazionale (Coi) confermano<br />

l’atteso aumento della produzione olivicola che, dopo due anni<br />

di stallo, riprende a crescere ad una<br />

media dell’8,5% su base mondiale. Il<br />

rialzo porta la stima di produzione complessiva<br />

a quota 2 milioni e 800 mila tonnellate:<br />

un risultato ancora lontano dal boom di<br />

oltre 3 milioni raggiunto nel biennio 2003-<br />

2004 ma superiore, seppure non di molto,<br />

alla media delle ultime sei campagne. L’Europa<br />

si conferma leader nel settore, con una<br />

produzione che supera i 2 milioni e 100 mila<br />

tonnellate (3/4 del totale) e una crescita media superiore al 10%. La Spagna,<br />

che fa registrare un incremento del 33% e una produzione complessiva che<br />

sfi ora il milione e 100 mila tonnellate, ribadisce il suo primato mondiale, lasciandosi<br />

alle spalle i magri risultati degli anni precedenti (appena 825 mila<br />

tonnellate nel 2005, minimo storico dell’ultimo decennio) e confermando il<br />

primato anche nella classifi ca dei paesi esportatori, con una media di oltre<br />

580 mila tonnellate negli ultimi quattro anni. Bene anche il Portogallo, che fa<br />

registrare una crescita superiore al 20% e un volume di produzione di 35mila<br />

tonnellate, e la Francia, che mette a segno un +6,8% su una produzione che<br />

però non arriva alle 5 mila tonnellate. Male invece l’Italia e, soprattutto, la<br />

Grecia, che fanno registrare un calo, rispettivamente, del 4 e del 13%. Per<br />

l’Italia, in particolare, il biennio 2006-2007 dovrebbe riservare una produzione<br />

non superiore alle 630mila tonnellate, rispetto alle quasi 656mila del<br />

biennio precedente. E certo non aiuta il livello delle quotazioni all’origine<br />

che, all’annuncio delle prime stime produttive, ha fatto registrare un calo<br />

dei listini di oltre il 22% rispetto allo scorso anno, portando l’extravergine<br />

a quota 3,05 euro al chilo, rispetto ai quasi 4 euro dello scorso anno. “Una<br />

congiuntura al ribasso che si stava già ma-<br />

nifestando da un po’ di tempo ma che segna<br />

ora un trend che i nostri produttori giudicano<br />

preoccupante. Soprattutto – ha affermato<br />

per esempio il direttore dell’Unapo<br />

Paolo Cipriani – per la mancanza di strumenti<br />

anticrisi adeguati da parte dell’Unione<br />

europea, che prevede un prezzo di intervento<br />

per lo stoccaggio pubblico a quota 1,7<br />

euro, un livello talmente basso da rendere<br />

la misura di fatto inapplicabile”. Sotto ac-<br />

FILIERE<br />

di Giuseppe De Marco<br />

PRODUZIONE MONDIALE UE-25<br />

2005-2006 2006-2007 Var. %<br />

Spagna 824,6 1.095,6 +32,9<br />

Grecia 424,0 370,0 -12,7<br />

Italia 655,7 630,0 -3,9<br />

Portogallo 29,0 35,0 +20,7<br />

Altri 12,7 13,4 +5,5<br />

Totale<br />

Fonte: Coi<br />

1.946,0 2.144,0 +10,2<br />

L’Italia perde<br />

posizioni nella<br />

graduatoria<br />

europea<br />

PRODUZIONE MONDIALE EXTRA UE<br />

2005-2006 2006-2007 Var. %<br />

Algeria 36,0 40,0 +11,1<br />

Marocco 75,6 80,0 +6,7<br />

Tunisia 220,4 130,0 -40,9<br />

Siria 100,0 154,0 +54,0<br />

Turchia 115,7 140,0 +21,7<br />

Altri 107,0 132,0 +23,4<br />

Mondo 2.599,0 2.820,0 +8,5<br />

Fonte: Coi<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 25


John Constable<br />

“The Quarters dietro<br />

Alresford Hall, 1816<br />

26<br />

FILIERE<br />

cusa anche la scarsa regolamentazione del<br />

fl usso dell’import, in particolare dai paesi<br />

extra-Ue del Mediterraneo, che fanno registrare<br />

stime di crescita imponenti. Si va<br />

da un +6,7% del Marocco a un +54% della<br />

Siria, che porta il suo livello di produzione<br />

a quota 154mila tonnellate. Male invece la<br />

Tunisia, che dopo le impennate degli scorsi<br />

anni fa registrare una contrazione del<br />

40%, scendendo a quota 130mila tonnellate.<br />

La concorrenza con i paesi extra-Ue del<br />

Mediterraneo si risolve purtroppo in una<br />

gara sul prezzo che il nostro Paese non è in grado di vincere. È per questo che<br />

i produttori italiani puntano il dito contro l’assenza di una normativa chiara<br />

in materia di origine obbligatoria in etichetta, che garantirebbe al made in<br />

Italy una maggiore visibilità sui mercati e guiderebbe i consumatori verso un<br />

consumo più consapevole. <br />

Produzione olearia: qualità ed impatto ambientale<br />

Le linee per la produzione olearia di Giancarlo Riviezzi<br />

Qualità e impatto ambientale le priorità individuate dalle organizzazioni di produttori e operatori<br />

olivicoli. I Piani operativi presentati ad Agea, che saranno fi nanziati in base al regolamento<br />

2080/2005 con 107,2 milioni di euro provenienti dall’Unione Europea oltre che da quote nazionali<br />

e degli stessi operatori per un totale di 134,6 milioni, sottolineano l’ulteriore impronta qualitativa<br />

che si intende fornire al settore. Oltre 48 milioni, dunque, andranno alle misure dirette al miglioramento<br />

della qualità dell’olio; altresì rilevante (38,5 milioni) lo stanziamento per la riduzione dell’impatto<br />

ambientale, mentre seguono a ruota la tracciabilità e il monitoraggio (rispettivamente 20<br />

e 17 milioni netti).<br />

Insomma, una fi liera, quella dell’olio d’oliva, sempre più orientata all’implementazione di modelli<br />

che elevino gli standard del prodotto, come conferma un ulteriore stanziamento Cipe per la realizzazione<br />

di oliveti super intensivi nelle regioni ex obiettivo 1 (Campania, Basilicata, Puglia, Calabria,<br />

Sicilia e Sardegna). Il budget di 7 milioni andrà a fi nanziare attività di ricerca avviate dal progetto<br />

Riom 2005-07, che mira non solo al testing di modelli innovativi di coltivazione, con inserimento di<br />

nuove piantagioni anche di provenienza straniera, ma anche allo studio delle varietà meno suscettibili<br />

ad infezioni per fornire un preciso orientamento al produttore e garantirgli così una maggiore<br />

stabilità sul mercato.<br />

Nel frattempo si studiano nuove tecnologie per la produzione dell’olio d’oliva.<br />

Il Cra di Rende si concentra sul controllo del trattamento con il rotenone mediante una spettrometria<br />

di massa tandem, consigliando di ampliare di 20 giorni l’intervallo tra il trattamento e la<br />

raccolta per ridurre i residui delle drupe. L’Isol, l’Istituto di genetica vegetale del Cur di Perugia e il<br />

Dipartimento di Chimica organica e industriale dell’Università di Parma hanno messo a punto una<br />

metodologia per l’estrazione del Dna dell’olio d’oliva per rilevare eventuali contaminazioni dovute,<br />

ad esempio, all’aggiunta di oli di soia Ogm. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Il gusto della tradizione<br />

Prodotto, territorio e cultura: le linee guida di Acliterra<br />

FILIERE<br />

I<br />

turisti di oggi non si accontentano più dei viaggi di una volta: qualche foto al panorama o ai<br />

monumenti e poi di nuovo a casa, con souvenir nella valigia. Hanno voglia e bisogno di immergersi<br />

nella cultura del luogo, parlare con la gente del posto, conoscere le tradizioni locali, assaporare<br />

i piatti della tradizione. È per venire incontro a queste nuove esigenze, e per valorizzare<br />

maggiormente i propri territori, che tanti comuni hanno riscoperto e rilanciato, spesso con azioni di<br />

vero marketing aziendale, il “prodotto tipico”: quella bevanda o quell’alimento preparato solo in una<br />

determinata zona, in occasioni speciali, secondo ricette antiche e, spesso, gelosamente conservate.<br />

Ne è nata una vera e propria moda, ma anche una nuova occasione di sviluppo.<br />

In questo fi lone di ricerca del gusto, ma anche di promozione culturale e territoriale, s’inserisce la<br />

proposta lanciata da Acliterra, durante il Congresso nazionale: costituire dei “circoli di prodotto”,<br />

luoghi che valorizzano i rapporti sociali, i prodotti tipici, promuovano piccole aziende e incentivano<br />

il turismo.<br />

A Chieti è stato inaugurato il primo nodo della rete di circoli di prodotto di Acliterra, il suo nome è<br />

“Lo Carratore”, parola locale che indica la chitarra, strumento a forma di telaio con corde di ferro per<br />

preparare la pasta in casa detta appunto “alla chitarra”, la specialità tipica della zona, da proteggere<br />

e preservare. Come prima attività il circolo ha organizzato un corso di cucina, rivolto agli amanti<br />

della buona tavola, condotto da otto chef che hanno presentato e insegnato i piatti del loro repertorio,<br />

ciascuno parlando del suo mondo e mettendo la propria esperienza a disposizione. Mimmo<br />

D’Alessio presidente regionale Acliterra dell’Abruzzo e socio dell’Accademia Italiana della Cucina,<br />

istituzione fondata negli anni 50 con lo scopo di preservare il patrimonio enogastronomico della<br />

Penisola, ha insegnato ai partecipanti che non è necessario comprare l’aragosta o il fi letto per fare<br />

bella fi gura quando si hanno ospiti, ma si può anche cucinare con prodotti che costano poco, ma che<br />

con un po’ di fantasia e pazienza si possono trasformare in piatti gustosi. Al bando anche la società<br />

della fretta, che prepara specialità in cinque minuti, come fanno vedere molte trasmissioni televisive<br />

e cortometraggi pubblicitari. <br />

*Presidente Nazionale AcliTerra<br />

Al jet-set mondiale in arrivo bottiglie pregiate<br />

da una città serba, Krussevac. Dalla fabbrica<br />

“Rubin” (fondata 1955) di grande tradizione<br />

per la produzione di diversi tipi dei vini, le<br />

bibite analcoliche e vinjak di gran qualità, arriva sul<br />

mercato un nuovo cognac, il vecchio “vinjak” (prodotto<br />

dalla distillazione di vino). Questo cognac ha compiuto<br />

40 anni di stagionatura in 11.500 botti di rovere da 500<br />

litri di vinjak, chiamato come “premium di archivio”.<br />

Questo drink prezioso è stato già apprezzato anche sul<br />

tavolo della regina Elisabetta che ne ha acquistato una<br />

botte da 3,7 galloni per arricchire la propria cantina<br />

reale.<br />

Nel 2006, l’azienda Rubin è stata privatizzata e il nuovo<br />

vertice ha deciso di portare sul mercato un cognac<br />

di altissima qualità con una nuova bottiglia realizzata<br />

di Concetto Iannello *<br />

In arrivo il Vinjak vecchio di 40 anni di Milica Ostojic*<br />

e studiata in Italia.<br />

L’aroma speciale di questa bibita è rafforzato dall’invecchiamento<br />

nelle botti di rovere, legno speciale per<br />

la produzione dei barili pregiati. Questo speciale albero<br />

di rovere cresce sulle montagne in Serbia orientale<br />

(Homoljske) vicino alla frontiera con la Romania.<br />

Dopo la lavorazione, il legno si asciuga con metodo<br />

naturale per sette lunghi anni, poi artigiani specializzati<br />

che si tramandano il mestiere da tre generazioni,<br />

costruiscono le botti speciali.<br />

Quindi, riempite di questo cognac, il prodotto si lascia<br />

dormire per anni prima di fi nire nelle mense reali o<br />

di noti personaggi come Bill Gates o David Becham.<br />

Prezzo elevato (400 €), qualità certa, stagionatura eccezionale.<br />

<br />

*Corrispondente TV serba<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 27


Henri Harpignies,<br />

Capri, 1853<br />

De Castro: no ai<br />

tagli al settore<br />

ortofrutticolo<br />

28<br />

EUROPA<br />

di Fabrizio De Pascale<br />

La Commissione europea presenta la proposta<br />

di riforma dell’Ocm ortofrutta<br />

La Commissione europea ha varato il 24 gennaio la proposta di riforma dell’organizzazione<br />

comune di mercato dell’ortofrutta nell’Ue; proposta illustrata<br />

dalla commissaria europea all’agricoltura, Mariann Fischer Boel<br />

nel corso di una conferenza stampa svoltasi a Bruxelles trasmessa in video<br />

conferenza presso la sede della commissione in Italia, a Roma. La riforma del settore<br />

ortofrutta interessa in primo luogo l’Italia che riceve annualmente un fl usso di fi nanziamenti<br />

di quasi un miliardo di euro (600 milioni per il fresco e 360 milioni per il<br />

trasformato).<br />

Fischer Boel, riconoscendo la specifi cità di un settore che<br />

ha anche un legame diretto con la salute e quindi con la<br />

qualità di vita dei cittadini europei, ritiene necessario incoraggiare<br />

i consumi. “In Europa - ha detto - si mangia<br />

poca frutta e verdura, in media 200-250 grammi a testa<br />

e solo greci e italiani arrivano a consumarne più di 400<br />

grammi, il quantitativo consigliato dall’Oms”. Per questo<br />

la commissaria propone di fi nanziare alcune misure<br />

mirate a promuoverne il consumo: ad esempio 48 milioni<br />

di euro il ritiro di prodotti ortofrutticoli da distribuire gratuitamente<br />

a scuole, campi di vacanza e altre istituzioni;<br />

36 milioni di euro per programmi specifi ci per i bambini.<br />

Obiettivi della riforma sono, ha spiegato Fisher Boel, rendere più competitivo il settore<br />

e ridurre i problemi di reddito causati da crisi consecutive, tenendo conto dei problematiche<br />

ambientali e senza dimenticare le sfi de del Wto e i limiti di bilancio. Pietra<br />

angolare della riforma è il ruolo delle organizzazioni dei produttori e la necessità di<br />

rendere l’affi liazione alle organizzazioni più allettante. La commissione europea propone<br />

di innalzare dal 50 al 60% il contributo per le produzioni biologiche e in quelle<br />

aree dove l’affi liazione, e quindi la concertazione dell’offerta, è molto bassa.<br />

Ma il cambiamento più radicale è la proposta di estendere all’ortofrutta il meccanismo<br />

del disaccoppiamento degli aiuti Ue, spostandoli quindi dalla produzione effettiva al<br />

meccanismo del pagamento unico per azienda, lasciando però gli stati membri liberi<br />

di decidere se, come, a chi e in quale misura distribuire i diritti agli aiuti Ue.<br />

La proposta della Fischer Boel è stata poi presentata il 29 gennaio al consiglio europeo<br />

dei ministri agricoli che ha avviato un primo scambio di idee sulla materia. Nel corso del<br />

dibattito alcune delegazioni hanno sottolineato la necessità di rispettare la neutralità<br />

e la disciplina di bilancio. tuttavia, molte delegazioni hanno insistito sulla necessità di<br />

mantenere gli strumenti per la gestione delle crisi a cui il settore è soggetto. Ma il punto<br />

principale e controverso della proposta di riforma resta l’incorporamento del settore<br />

ortofrutticolo nel regime di pagamento unico. “Non accetteremo tagli di risorse per il<br />

settore ortofrutticolo, vogliamo i fi nanziamenti che ci sono stati assicurati negli ultimi<br />

anni” ha dichiarato il ministro delle politiche agricole, Paolo De Castro che ha, inoltre,<br />

sottolineato la necessità di prestare particolare attenzione alla gestione delle crisi<br />

nel settore ortofrutticolo e al tema del disaccoppiamento. “Vogliamo essere certi - ha<br />

aggiunto De Castro - che il disaccoppiamento per il pomodoro ma anche per gli agrumi<br />

e le altre colture sia morbido e non crei diffi coltà nella fase applicativa”. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Circolare n. 1 del 29 gennaio 2007<br />

Oggetto: Obblighi contributivi e previdenziali delle Aziende<br />

INSERTO<br />

Nel fornire, come di consueto, l’informativa di inizio d’anno si ritiene opportuno, innanzitutto, ribadire<br />

quanto espresso con la circolare n. 2 del 6 dicembre 2006, precisando che la riforma della normativa<br />

sul Trattamento di Fine Rapporto (D.Lgs. 252/2005), così come modifi cata dalla Legge Finanziaria<br />

2007 (L. 296/2006), nulla cambia in merito alla contribuzione che le aziende debbono versare alla<br />

<strong>Fondazione</strong> Enpaia.<br />

Pertanto la legge speciale (L. 1655/1962) continuerà a disciplinare il Trattamento di Fine Rapporto<br />

degli Impiegati e Dirigenti in agricoltura, come anche confermato dal D.Lgs. 173/1998 che all’art. 4<br />

detta:<br />

“La condizione della destinazione alle forme pensionistiche complementari di quote del Trattamento<br />

di Fine Rapporto, prevista dall’art. 13, comma 2, secondo periodo del decreto legislativo 21 aprile<br />

1993 n. 124, si intende soddisfatta nei casi di versamento del contributo obbligatorio o volontario al<br />

Fondo di accantonamento del Trattamento di Fine Rapporto di cui alla Legge 29 novembre 1962 n.<br />

1655, con adeguamento, ove occorrente, dei regolamenti dell’Ente Nazionale di Previdenza per gli<br />

addetti e per gli Impiegati in Agricoltura”.<br />

Quindi per le aziende agricole rimangono invariati gli obblighi contributivi derivanti dalla predetta<br />

legge speciale e inerenti il Trattamento di Fine Rapporto, il Fondo di Previdenza, l’Assicurazione<br />

contro gli Infortuni professionali ed extraprofessionali e le malattie professionali.<br />

Di seguito si riportano le informazioni di maggiore interesse in materia di accertamento e riscossione<br />

dei contributi e di prestazioni.<br />

DENUNCIA MENSILE TELEMATICA<br />

L’autodenuncia mensile dei contributi dovuti alla <strong>Fondazione</strong> Enpaia ai sensi della legge 29 novembre<br />

1962, n. 1655, deve essere trasmessa solo telematicamente entro e non oltre il 25 del mese<br />

successivo a quello di competenza. Entro lo stesso termine deve essere effettuato il versamento dei<br />

relativi contributi (esempio: M.Av. o bollettino di c/c postale competenza gennaio 2007 versamento<br />

da effettuare entro il 25 febbraio 2007 che cadendo di domenica slitta al 26).<br />

NOTIFICHE D’UFFICIO<br />

Per le aziende che non hanno inviato le denunce mensili, saranno emesse le notifi che d’uffi cio con<br />

l’applicazione delle sanzioni previste per omessa denuncia di retribuzione. La notifi ca sarà effettuata<br />

sulla base dell’ultimo aggiornamento del rapporto di lavoro e, comunque, con riferimento ai<br />

minimi contrattuali vigenti.<br />

In caso di contestazione della notifi ca d’uffi cio, dovranno essere inoltrati copia della denuncia mensile<br />

e il relativo pagamento effettuati nei termini.<br />

NOTE DI RETTIFICA<br />

Laddove, nelle denunce prese in carico dalla <strong>Fondazione</strong>, siano riscontrati errori o mancanze nell’inserimento<br />

dei dati, perverranno alle Aziende interessate le note di rettifi ca con eventuali sanzioni.<br />

MODALITÀ DI PAGAMENTO<br />

M.Av. bancario: a partire dalla denuncia relativa al mese di gennaio 2007, sarà possibile effettuare<br />

il pagamento dei contributi dovuti tramite il bollettino M.Av., stampabile direttamente dal proprio pc.<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007<br />

I


II<br />

INSERTO<br />

Dopo aver effettuato la conferma dati dell’autodenuncia contributiva, si attiva un tasto che consente<br />

l’elaborazione e la stampa del M.Av., pagabile presso qualsiasi sportello della rete interbancaria.<br />

L’utilizzo di questo mezzo di pagamento è auspicabile in quanto, oltre a permettere una riconciliazione<br />

immediata dell’incasso ricevuto, è assolutamente privo di costi per l’utente. Il bollettino verrà<br />

anche inviato all’indirizzo di posta elettronica indicato nei dati anagrafi ci aziendali e, in caso di necessità,<br />

sarà ristampabile dalla procedura in qualsiasi momento.<br />

È inoltre possibile il pagamento del M.Av. a mezzo internet Banking digitando il numero del bollettino<br />

come indicato nella procedura informatica della propria banca.<br />

Bonifi co bancario: i bonifi ci bancari dovranno essere appoggiati esclusivamente su Banca Popolare<br />

di Sondrio – Sede di Roma c/c 000036000X17 ABI 05696 CAB 03211 CIN Y. Al fi ne di evitare<br />

disguidi e ritardi nell’acquisizione dei versamenti è necessario invitare la banca mittente ad indicare,<br />

nella causale della distinta di bonifi co, sempre e come prima informazione, il numero di posizione<br />

aziendale, seguito dall’esatta denominazione sociale e dal periodo di riferimento del versamento.<br />

Bollettini di c/c postale: in allegato alla presente si trasmettono 14 bollettini di c/c postale, di cui<br />

12 riportano il mese di competenza da utilizzare esclusivamente per l’effettuazione dei versamenti<br />

delle autodenunce e 2 utilizzabili in caso di errore.<br />

REGOLARITÀ CONTRIBUTIVA<br />

L’ attestazione di regolarità contributiva, che fi nora è stata necessaria nei casi di aggiudicazione di<br />

appalti, è ora indispensabile anche per poter accedere a fi nanziamenti comunitari.<br />

In particolare, per le imprese agricole è previsto dall’articolo 1-bis comma 2 della legge 12 luglio<br />

2006 n°228, ai fi ni dell’accesso a fi nanziamenti comunitari, l’obbligo della certifi cazione di regolarità<br />

contributiva relativamente alle prestazioni lavorative a decorrere dal 1° gennaio 2006.<br />

SOSPENSIONI CONTRIBUTIVE PER CALAMITÀ NATURALI<br />

Come disposto con delibera consiliare n. 3 dell’11 marzo 2004, in caso di provvedimenti di necessità<br />

emanati a seguito di calamità naturali o emergenze sanitarie, questa <strong>Fondazione</strong> può accordare sospensioni<br />

del pagamento dei contributi solo per la parte afferente l’assicurazione contro gli infortuni<br />

(aliquota 1% per gli impiegati; 2% per i dirigenti).<br />

Si rammenta nello stesso tempo che, in considerazione del carattere integrativo delle proprie forme<br />

previdenziali, essa non può concedere alcuna riduzione di contributi a fronte di provvedimenti legislativi<br />

(art. 8 c. 9 L. 407/90, art. 11 c. 27 L. 537/93, ecc.) che prevedono sgravi contributivi.<br />

ALIQUOTE CONTRIBUTIVE<br />

Le aliquote contributive tuttora in vigore sono le seguenti:<br />

Fondo per il Trattamento di Fine Rapporto (Tfr): la legge speciale 1655/1962 continuerà a disciplinare<br />

il trattamento di fi ne rapporto degli impiegati e dei dirigenti in agricoltura, la cui aliquota<br />

contributiva è pari al 6% della retribuzione lorda mensile dell’impiegato o del dirigente agricolo ed è<br />

a totale carico del datore di lavoro.<br />

Come è noto, l’Enpaia liquida agli iscritti il Tfr calcolando il 6,91% della retribuzione più la<br />

rivalutazione annua;<br />

Fondo di Previdenza: aliquota contributiva pari al 4% della retribuzione lorda mensile (di cui l’1,50%<br />

a carico del dipendente).<br />

Dell’intero contributo per il Fondo, l’aliquota 1% è destinata alla corresponsione di prestazioni economiche<br />

per la copertura del rischio di morte e di invalidità permanente totale ed assoluta; l’aliquota<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


3% è destinata alla formazione dei conti individuali dei singoli assicurati.<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007<br />

INSERTO<br />

Assicurazione Infortuni professionali ed extra-professionali: aliquota contributiva pari all’1%<br />

della retribuzione lorda mensile (2% per i dirigenti) ed è ripartita per metà a carico del datore di<br />

lavoro e per metà a carico del lavoratore.<br />

Le suindicate aliquote riguardano anche il lavoro fl essibile. Si precisa che per i lavoratori utilizzati<br />

come impiegati o dirigenti agricoli mediante contratto di somministrazione (D.Lgs. 276/03<br />

– Legge Biagi), fermo restando che il rapporto intercorre sempre fra agenzia e lavoratore, è obbligatoria<br />

l’iscrizione presso l’Inps e l’Enpaia; quest’ultima sostituisce l’Inail ai sensi dell’articolo 6, 25°<br />

comma, della legge 29 febbraio 1988 n. 48.<br />

Sul totale dei contributi relativi alle suddette forme previdenziali è dovuta dal datore di lavoro l’addizionale<br />

del 4%, prevista dal penultimo comma dell’articolo 2 della legge 1655/62 per le spese di<br />

accertamento e di riscossione.<br />

INFORTUNI<br />

Denuncia dell’infortunio: in caso di un evento infortunistico, professionale o extraprofessionale, la<br />

comunicazione deve arrivare alla <strong>Fondazione</strong> entro venti giorni, compreso il giorno dell’infortunio.<br />

Superato tale termine, l’indennizzo dell’indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta al<br />

lavoro e dell’indennità di ricovero partirà dal giorno della denuncia dell’evento stesso.<br />

In caso di infortunio professionale o in itinere, il datore di lavoro ha l’obbligo di denunciare l’evento<br />

stesso, entro quarantotto ore, all’autorità di pubblica sicurezza.<br />

Richiesta di riconoscimento di malattia professionale: Il datore di lavoro deve attestare le mansioni<br />

di fatto svolte dall’assicurato nei cinque anni precedenti la richiesta di riconoscimento e fornire,<br />

a richiesta della <strong>Fondazione</strong>, il documento di valutazione dei rischi nonché copia degli esiti delle<br />

valutazioni mediche ai sensi del D.Lgs. n. 626/94 e successivi aggiornamenti.<br />

Denuncia di decesso per infortunio: la denuncia deve essere prodotta entro ventiquattro ore dall’infortunio<br />

dal datore di lavoro o dagli eredi dell’assicurato. Se la morte, conseguenza dell’infortunio,<br />

si verifi ca in un momento successivo, il termine di denuncia rimane il medesimo.<br />

Documentazione medica: la denuncia di infortunio deve essere corredata da un certifi cato medico,<br />

possibilmente di pronto soccorso, che contenga la diagnosi e la prognosi. Qualora in sede di visita<br />

di pronto soccorso siano stati effettuati accertamenti diagnostici (radiografi e, ecografi e, risonanze),<br />

gli esiti degli stessi devono essere prodotti alla <strong>Fondazione</strong>.<br />

Si rammenta che la documentazione medica deve essere trasmessa in originale o in copia conforme<br />

all’originale.<br />

Un’eventuale certifi cazione della prosecuzione dell’infortunio deve attestare chiaramente la totale<br />

inabilità al lavoro dell’assicurato, in quanto l’art. 8 del vigente regolamento delle prestazioni prevede<br />

l’erogazione dell’indennità giornaliera esclusivamente per l’assenza dal servizio determinata da<br />

inabilità assoluta.<br />

Esito dell’infortunio: in assenza di un certifi cato medico di esito dell’infortunio, espressamente<br />

previsto dall’art. 18 del Regolamento delle prestazioni, prodotto entro il trentesimo giorno dal conseguimento<br />

della guarigione clinica o dal termine del periodo di cura, l’infortunio verrà considerato<br />

III


IV<br />

INSERTO<br />

chiuso allo scadere dell’ultima prognosi rilasciata.<br />

Si rammenta che l’assicurazione contro gli infortuni e le malattie professionali è effi cace in<br />

presenza di un rapporto di lavoro denunciato dal datore di lavoro alla <strong>Fondazione</strong> e termina,<br />

per quanto riguarda l’indennità giornaliera per inabilità temporanea assoluta e l’indennità di<br />

ricovero, con la cessazione dell’attività lavorativa.<br />

ESTRATTO CONTO INDIVIDUALE<br />

Entro il 30 giugno di ogni anno ciascun iscritto all’Enpaia riceverà l’estratto conto del Tfr, che verrà<br />

trasmesso in copia anche all’Azienda, e l’estratto conto del Fondo di Previdenza.<br />

MODULISTICA DA INVIARE<br />

Tutta la modulistica Enpaia è disponibile sul sito www.enpaia.it Se ne riepilogano i codici e le funzioni:<br />

Modello AP/01 da inviare obbligatoriamente a mezzo posta per la richiesta di apertura di una<br />

nuova posizione aziendale. In allegato al modello, sottoscritto dal titolare dell’azienda, va inviata copia<br />

del certifi cato di iscrizione alla Camera di Commercio, copia dello statuto o atto costitutivo, copia<br />

del documento di identità del legale rappresentante dell’azienda. Si precisa che il codice statistico<br />

contributivo (c.s.c.), attribuito dall’Inps alle aziende in base all’attività svolta, e risultante nel DM/80,<br />

deve essere specifi cato nel suddetto modulo.<br />

Modello DELEGA/01 da inviare obbligatoriamente a mezzo posta nel caso in cui l’azienda delega<br />

terzi (Confederazioni Datoriali, Sindacati, Consulenti etc.) a trasmettere le denunce inerenti la<br />

gestione Enpaia. In allegato al modello, compilato e sottoscritto dal legale rappresentante dell’azienda,<br />

va inviata copia del suo documento di identità.<br />

Modello ISCR/01 da inviare obbligatoriamente a mezzo posta entro 15 gg dall’inizio del rapporto<br />

di lavoro ai fi ni della denuncia di assunzione dell’impiegato o del dirigente agricolo, sottoscritto dal<br />

dipendente e dal titolare dell’azienda.<br />

Modello VAR/01 da inviare anche via fax (06/5914444 – 06/5458385) per le denunce di variazione<br />

di dati anagrafi ci relativi all’azienda, al legale rappresentante e al dipendente.<br />

Modello SOSP/01 da inviare anche via fax (06/5914444 – 06/5458385) per la denuncia di sospensione<br />

del rapporto di lavoro. L’invio di tale modello è obbligatorio per la Cassa Integrazione e per<br />

la malattia, che vanno debitamente documentate, mentre è facoltativo per tutte le altre sospensioni<br />

che devono essere comunque denunciate on-line.<br />

Le sospensioni devono essere indicate per l’intero periodo e non con riferimento al singolo<br />

mese di denuncia retributiva.<br />

Si ricorda che, a fronte di sospensioni del rapporto di lavoro che comportino retribuzione<br />

fi gurativa, questa dovrà essere dichiarata regolarmente in sede di denuncia mensile.<br />

Modello CHP/01 da inviare anche via fax (06/5914444 – 06/5458385) per la chiusura della posizione<br />

aziendale sia temporanea che defi nitiva per i motivi indicati nel modulo.<br />

Modello PREV/01 da inviare obbligatoriamente a mezzo posta entro 30 gg dalla chiusura del<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007<br />

INSERTO<br />

rapporto di lavoro, sottoscritto dal dipendente e dal titolare dell’azienda.<br />

La cessazione del rapporto di lavoro comunicata solo sulla procedura on line, senza l’invio del predetto<br />

modulo, non darà luogo alla liquidazione delle prestazioni.<br />

Modello PREV/05 denuncia di infortunio professionale ovvero in itinere da compilare a cura del<br />

datore di lavoro e inviare obbligatoriamente a mezzo posta. Da trasmettere alla <strong>Fondazione</strong> e<br />

all’Autorità di Pubblica Sicurezza.<br />

Modello PREV/37 da inviare obbligatoriamente a mezzo posta. Deve essere compilato dall’assicurato<br />

per infortuni determinati da incidente stradale in itinere o extraprofessionale e da eventi<br />

extralavorativi.<br />

Modello PREV/50 in caso di assenza del lavoratore il modello deve essere compilato a cura del<br />

datore di lavoro. Deve essere inviato obbligatoriamente a mezzo posta all’Ente, debitamente<br />

compilato e sottoscritto anche dall’assicurato alla ripresa dell’attività lavorativa.<br />

Modello QUEST/IT da inviare obbligatoriamente a mezzo posta in caso di infortunio in itinere,<br />

deve essere compilato e sottoscritto dall’assicurato e dal datore di lavoro.<br />

Modello MAL/PROF da inviare obbligatoriamente a mezzo posta per la richiesta di riconoscimento<br />

di malattia professionale. Il modello è composto da due distinte sezioni che devono essere compilate<br />

e sottoscritte dall’assicurato e dal medico che ha seguito l’evoluzione della patologia oggetto<br />

di richiesta di riconoscimento.<br />

SISTEMA SANZIONATORIO<br />

Con la delibera n. 20/03, approvata dal Consiglio di Amministrazione in data 18 luglio 2003, l’Enpaia<br />

si è avvalsa della potestà di autoregolamentazione conferitale dall’art. 4, comma 6-bis, della legge<br />

140/97, per dare luce ad un nuovo regime sanzionatorio che tiene conto della specifi cità del settore<br />

agricolo. La disciplina prevista è la seguente:<br />

in caso di omesso o ritardato versamento dei contributi il datore di lavoro è tenuto al pagamento di<br />

una sanzione civile, in ragione d’anno, pari al tasso uffi ciale di riferimento (TUR) maggiorato di 5,5<br />

punti, fi no ad un massimo del 40% dei contributi complessivamente dovuti. Superato il tetto massimo<br />

delle sanzioni civili senza che si sia provveduto al pagamento del dovuto, sul debito contributivo<br />

maturano gli interessi di mora di cui all’art. 14 del D.Lgs 26 febbraio 1999 n. 46 (attualmente pari<br />

all’8,4%);<br />

in caso di evasione contributiva (mancata o ritardata denuncia del rapporto di lavoro o della retribuzione<br />

mensile) il datore di lavoro è tenuto al pagamento di una sanzione civile pari al 30% annuo,<br />

fi no ad un massimo del 60% dei contributi dovuti. Qualora la denuncia sia effettuata spontaneamente,<br />

prima di eventuali contestazioni o richieste da parte della <strong>Fondazione</strong>, e comunque entro 12 mesi<br />

dalla scadenza del pagamento, semprechè il pagamento avvenga entro 30 giorni dalla data della<br />

denuncia, il datore di lavoro è soggetto ad una sanzione civile, in ragione d’anno, pari al TUR più 5,5<br />

punti, fi no ad un massimo del 40% dei contributi dovuti;<br />

in caso di ritardata denuncia del rapporto di lavoro o di elementi di esso a causa di incertezze interpretative<br />

sulla sussistenza dell’obbligo contributivo la sanzione civile in ragione d’anno applicata<br />

sarà pari al TUR più 5,5 punti, fi no ad un massimo del 40% dei contributi dovuti;<br />

in tutti i casi, debitamente documentati, di ritardato versamento dei contributi per: tardivo fi nanziamento<br />

pubblico di enti non aventi fi ne di lucro; incertezze interpretative particolarmente rilevanti;<br />

V


VI<br />

INSERTO<br />

fatto doloso di terzo; crisi aziendale documentata; procedure concorsuali, il datore di lavoro è tenuto<br />

al pagamento di una sanzione civile, in ragione d’anno, pari al tasso più elevato fra quello di rivalutazione<br />

annua del Tfr e quello di rivalutazione annua del Fondo di Previdenza; attualmente il tasso<br />

corrisponde al 4% (Delibera C.d.A. n. 5 del 16 aprile 2004);<br />

gli interessi di differimento e dilazione per la regolarizzazione rateale di debiti per contributi dovuti<br />

dai datori di lavoro sono determinati, in ragione d’anno, nella misura pari al TUR vigente al momento<br />

del pagamento con la maggiorazione di 6 punti. L’eventuale ritardo intercorrente fra il termine di scadenza<br />

per il pagamento dei contributi e la domanda di rateizzazione è sanzionato al tasso previsto<br />

per i casi di omissione contributiva.<br />

Con l’occasione, si ritiene opportuno evidenziare che, in base a quanto disposto dal comma 1172<br />

dell’articolo unico della legge fi nanziaria 2007, l’omesso versamento delle ritenute previdenziali ed<br />

assistenziali operate dal datore di lavoro agricolo sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti è confi -<br />

gurato come reato e, pertanto, perseguibile penalmente.<br />

CONTRIBUTO DI ASSISTENZA CONTRATTUALE<br />

Si ribadisce che il Contributo di Assistenza Contrattuale, dovuto nella misura mensile di euro 1,72<br />

per ciascun dipendente, viene addebitato per tutti i Quadri e gli Impiegati per i quali è applicato il<br />

C.C.N.L. per i Quadri e gli Impiegati Agricoli. Esso è riscosso dall’Enpaia per conto delle Organizzazioni<br />

fi rmatarie del succitato contratto.<br />

Tale contributo, al cui pagamento provvede integralmente il datore di lavoro, grava per il 50% sul<br />

dipendente e per il restante 50% sull’azienda.<br />

RIVISTA “<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong>”<br />

La rivista della <strong>Fondazione</strong> Enpaia affronta le problematiche del Welfare State.<br />

Illustra diffusamente le modalità innovative di lavoro che si attuano per garantire un miglior servizio<br />

agli iscritti, comunica gli adempimenti delle aziende e dei lavoratori e le modalità per ricevere le<br />

prestazioni.<br />

Pone particolare attenzione alle problematiche del mondo agricolo.<br />

È noto, poi, alle aziende e agli iscritti che la Rivista ha sempre dedicato alle forme pensionistiche<br />

complementari particolare attenzione con approfondimenti, dibattiti, proposte.<br />

L’entrata in vigore dal 1/1/2007 della nuova normativa e la costituzione di Agrifondo sono importanti<br />

occasioni perché l’impegno della rivista su questo versante continui, al fi ne di sensibilizzare tutti i<br />

lavoratori agricoli alle nuove opportunità pensionistiche e aiutare a rendere trasparente e positivo<br />

l’avvio del Fondo Pensionistico del comparto agricolo.<br />

ULTERIORI SEGNALAZIONI<br />

Si invita a segnalare sempre, nella corrispondenza con la <strong>Fondazione</strong>, il numero di posizione aziendale<br />

e il numero di matricola del dipendente interessato.<br />

Si rammenta che i moduli, nonché il testo della legge, dei regolamenti e delle circolari Enpaia,<br />

possono essere scaricati direttamente dal sito www.enpaia.it<br />

Per qualsiasi informazione e nell’ambito della continua collaborazione fra gli operatori della <strong>Fondazione</strong><br />

e gli utenti (Consorzi, Aziende, Iscritti, Consulenti e Associazioni) sono a disposizione i numeri<br />

verdi 800.010270 – 800.313231 – 800.242621– 800.242624.<br />

Si coglie l’occasione per porgere, con i più cordiali saluti, gli auguri di buon anno e buon lavoro.<br />

IL DIRETTORE GENERALE<br />

(Dott. Gabriele Mori)<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Le novità sul collocamento agricolo<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007<br />

INSERTO<br />

di Massimo Sortino<br />

La legge n. 296 del 27 dicembre 2006, approvata in via defi nitiva dalla Camera e pubblicata sulla Gazzetta<br />

Uffi ciale n. 299 del 27 dicembre, supplemento ordinario, tra le varie aree di intervento, ai commi 1180 e 1181<br />

riprende il percorso di riforma del collocamento già intrapreso dal legislatore con il decreto legislativo 19 dicembre<br />

2002, n. 297.<br />

Con questo decreto gli adempimenti di pertinenza dei datori di lavoro che volevano assumere manodopera<br />

agricola, a partire dal 30 gennaio 2003, avevano subito una sostanziale modifi ca.<br />

Detto decreto, con l’art. 6, comma 2, sostituiva all’articolo 9-bis della legge 28 novembre 1996, n. 608, il<br />

comma 2, in cui si faceva obbligo al datore di lavoro della comunicazione dell’assunzione del lavoratore alla<br />

sezione circoscrizionale per l’impiego, in caso di instaurazione del rapporto di lavoro subordinato e di lavoro<br />

autonomo in forma coordinata e continuativa, anche di socio lavoratore di cooperativa; con l’obbligo di dare<br />

comunicazione contestuale al servizio competente, ovvero il Centro per l’Impiego, nel cui ambito territoriale è<br />

ubicata la sede di lavoro, dei dati anagrafi ci del lavoratore, della data di assunzione, della data di cessazione,<br />

qualora il rapporto non sia a tempo indeterminato, della tipologia contrattuale, della qualifi ca professionale e<br />

del trattamento economico e normativo.<br />

La medesima procedura si applicava ai tirocini di formazione e orientamento ed a ogni altro tipo di esperienza<br />

lavorativa ad essi assimilata.<br />

Nel caso in cui l’instaurazione del rapporto avveniva in giorno festivo, nelle ore serali o notturne, ovvero in<br />

caso di emergenza, la comunicazione doveva essere effettuata entro il primo giorno utile successivo.<br />

Entro il termine di cinque giorni veniva comunicata al Centro per l’impiego anche la cessazione dei rapporti di<br />

lavoro, quando si riferiva ad un rapporto a tempo indeterminato ovvero quando la medesima cessazione sia<br />

avvenuta in data diversa da quella comunicata all’atto dell’assunzione.<br />

Da ciò che stabiliva il decreto non dovevano più trascorrere cinque giorni dall’assunzione del lavoratore, ma<br />

questa deve essere comunicata contestualmente all’inizio dell’attività al Centro per l’impiego.<br />

Ma l’applicazione di questa norma rimaneva subordinata all’indicazione della data stabilita con decreto del<br />

Ministro del lavoro e delle politiche sociali che, di concerto con il Ministro per l’innovazione e le tecnologie,<br />

d’intesa con la Conferenza Unifi cata, avrebbe dovuto fi ssare le modalità di trasferimento dei dati occupazionali<br />

ed i moduli da parte dei datori di lavoro al Centro per l’impiego (art. 7, comma 2, D.Lgs. 297/02).<br />

Questo decreto non è mai stato fi no ad oggi applicato, pertanto fi no al 31 dicembre 2006, è rimasto in vigore<br />

il termine di comunicazione dell’instaurazione del rapporto di lavoro in agricoltura di cinque giorni, così come<br />

previsto dall’articolo 9-bis, comma 2, del decreto legge 1 ottobre 1996, n. 510, convertito con modifi cazioni,<br />

nella legge 28 novembre 1996, n. 608.<br />

Nel frattempo, con l’articolo 01, comma 9, della legge 11 marzo 2006, n. 81, veniva modifi cato dal legislatore<br />

il soggetto a cui inviare l’atto di assunzione del lavoratore agricolo, pertanto, “i datori di lavoro agricolo<br />

effettuano le comunicazioni di assunzione, di trasformazione e di cessazione del rapporto di lavoro previste<br />

rispettivamente, dall’articolo 9-bis del decreto legge 1 ottobre 1996, n. 510, convertito, con modifi cazioni,<br />

dalla legge 28 novembre 1996, n. 608, e successive modifi cazioni, dall’articolo 4-bis del decreto legislativo<br />

21 aprile 2000, n. 181, e dall’articolo 21 della legge 29 aprile 1949, n. 264, e successive modifi cazioni, per<br />

via telematica esclusivamente alle sedi Inps territorialmente competenti. L’Inps provvede a trasmettere le<br />

comunicazioni previste dal presente comma al servizio competente di cui all’articolo 1, comma 2, lettera g),<br />

del decreto legislativo 21 aprile n. 181, e successive modifi cazioni, nel cui ambito territoriale è ubicata la<br />

sede di lavoro, e all’Inail”.<br />

Con la Legge Finanziaria 2007, comma 1180, viene nuovamente modifi cato e sostituito il comma 2 dell’articolo<br />

9-bis del decreto legge 1 ottobre 1996, n. 510, con il seguente: “In caso di instaurazione del rapporto di<br />

lavoro subordinato e di lavoro autonomo in forma coordinata e continuativa, anche nella modalità a progetto,<br />

di socio lavoratore di cooperativa e di associato in partecipazione con apporto lavorativo, i datori di lavoro privati,<br />

ivi compresi quelli agricoli, gli enti pubblici economici e le pubbliche amministrazioni sono tenuti a darne<br />

comunicazione al Servizio competente (Centro per l’impiego n.d.r.) nel cui ambito territoriale è ubicata la sede<br />

di lavoro entro il giorno antecedente a quello di instaurazione dei relativi rapporti, mediante documentazione<br />

VII


VIII<br />

INSERTO<br />

avente data certa di trasmissione. La comunicazione deve indicare i dati anagrafi ci del lavoratore, la data di<br />

assunzione, la data di cessazione qualora il rapporto non sia a tempo indeterminato, la tipologia contrattuale,<br />

la qualifi ca professionale e il trattamento economico e normativo applicato. La medesima procedura si applica<br />

ai tirocini di formazione e orientamento e ad ogni atro tipo di esperienza lavorativa ad essi assimilata. Le<br />

Agenzie di lavoro autorizzate dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale sono tenute a comunicare,<br />

entro il ventesimo giorno del mese successivo alla data si assunzione, al Servizio competente nel cui ambito<br />

territoriale è ubicata la loro sede operativa, l’assunzione, la proroga e la cessazione dei lavoratori temporanei<br />

assunti nel mese precedente”.<br />

La comunicazione contestuale, stabilita con legge nel 2003, mai di fatto attuata, non entrerà mai in vigore,<br />

sostituita, così come già accade nel settore edile, da una comunicazione di assunzione preventiva trasmessa<br />

il giorno antecedente il giorno dell’instaurazione del rapporto di lavoro, nuovamente al Centro per l’impiego<br />

territorialmente competente.<br />

Il comma 1180 prosegue con l’introduzione del comma 2-bis che stabilisce “in caso di urgenza connessa ad<br />

esigenze produttive, la comunicazione di cui al comma 2 può essere effettuata entro cinque giorni dall’instaurazione<br />

del rapporto di lavoro, fermo restando l’obbligo di comunicare entro il giorno antecedente al Servizio<br />

competente, mediante comunicazione avente data certa di trasmissione, la data di inizio della prestazione, le<br />

generalità del lavoratore e del datore di lavoro”. Tutti gli elementi obbligatori previsti per la comunicazione di<br />

assunzione preventiva possono essere trasmessi entro cinque giorni dall’instaurazione del rapporto di lavoro,<br />

purché siano stati comunque comunicate il giorno precedente le informazioni indispensabili ad individuare i<br />

soggetti interessati e la decorrenza dell’assunzione.<br />

Con il comma 1181 viene abrogata defi nitivamente la sospensione all’applicazione della nuove modalità di<br />

comunicazione dei rapporti di lavoro, che subordinava l’entrata in vigore della norma al decreto da emanarsi<br />

da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali (art. 7, comma 2, del D.Leg.vo 19/12/ 2002, n. 297).<br />

A decorrere dalla medesima data che avrebbe dovuto stabilire il predetto decreto ministeriale, sarebbe stato<br />

soppresso il comma 2 dell’articolo 14 del decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, ovvero l’obbligo di comunicazione<br />

di instaurazione del rapporto di lavoro entro le 24 del giorno stesso all’Inail (D.N.A.).<br />

A tal proposito il comma 1182 ne ribadisce la permanenza dell’obbligo e stabilisce che “fi no alla effettiva<br />

operatività delle modalità di trasferimento dei dati contenuti nei moduli per le comunicazioni obbligatorie di<br />

cui al decreto previsto dall’articolo 4-bis, comma 7, del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, resta in<br />

vigore l’obbligo di comunicazione all’Inail di cui all’articolo 14, comma 2, del decreto legislativo 23 febbraio<br />

2000, n. 38, da effettuarsi esclusivamente attraverso strumenti informatici…”.<br />

Il comma 5 dell’articolo 4-bis introdotto dall’articolo 6 del decreto legislativo 19 dicembre 2002, n. 297, aveva<br />

introdotto ulteriori informazioni sul rapporto di lavoro da comunicare entro 5 giorni, al Centro per l’impiego,<br />

unico servizio che raccoglie queste notizie per conto delle Direzioni regionali e provinciali del lavoro, dell’Inps<br />

e dell’Inail, in particolare: a) proroga del termine inizialmente fi ssato; b) trasformazione da tempo determinato<br />

a tempo indeterminato; c) trasformazione da tempo parziale a tempo pieno; d) trasformazione da contratto<br />

di apprendistato a contratto a tempo indeterminato; e) trasformazione da contratto di formazione e lavoro a<br />

contratto a tempo indeterminato.<br />

Con il comma 1183 viene aggiunto l’obbligo di comunicazione anche per le seguenti casistiche:<br />

e-bis) trasferimento del lavoratore; e-ter) distacco del lavoratore; e-quater) modifi ca della ragione sociale del<br />

datore di lavoro; e-quinquies) trasferimento d’azienda o di ramo di essa.<br />

Il legislatore con il comma 1184 estende la validità della comunicazione di assunzione preventiva a tutti gli<br />

enti interessati ed in particolare “All’articolo 4-bis del decreto legislativo 21 aprile 2000, n. 181, il comma 6 è<br />

sostituito dai seguenti: le comunicazioni di assunzione, cessazione, trasformazione e proroga dei rapporti di<br />

lavoro autonomo, subordinato, associato, dei tirocini e di altre esperienze professionali, previste dalla normativa<br />

vigente, inviate al Servizio competente nel cui ambito territoriale è ubicata la sede di lavoro, con i moduli<br />

di cui al comma 7, sono valide ai fi ni dell’assolvimento degli obblighi di comunicazione nei confronti delle<br />

direzioni regionali e provinciali del lavoro, dell’Istituto nazionale della previdenza sociale, dell’Istituto nazionale<br />

per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, o di altre forme previdenziali sostitutive o elusive, nonché<br />

nei confronti della Prefettura – Uffi cio territoriale del Governo”. Lo stesso comma fi ssa l’obbligatorietà della<br />

trasmissione tramite internet. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Le relazioni sindacali nell’agricoltura austriaca<br />

Una forte tradizione di associazionismo agricolo<br />

Il panorama dell’agricoltura austriaca, una delle maggiori benefi ciarie della<br />

Politica agricola comune (Pac) negli ultimi anni, vede una forte presenza<br />

della piccola azienda contadina, spesso integrata con altre attività economiche.<br />

Secondo l’Uffi cio di statistica austriaco, nel 2003 poco meno della<br />

metà delle aziende (il 42,3%) era condotta da un imprenditore che svolgesse<br />

l’attività di agricoltore a tempo pieno. Il maggior numero delle fattorie austriache<br />

(115.400 ossia il 60,7%) coltiva solo 20 ettari; mentre quelle più estese, con<br />

più di 100 ettari, sono solo il 3,9% (7.400 in tutto). Dal punto di vista giuridico,<br />

il diritto austriaco distingue fra aziende contadine (Bäuerliche betriebe) e<br />

tenute agricole (Gutsbetriebe); la caratteristica distintiva è data dal lavoro del<br />

proprietario e della sua famiglia nell’attività agricola nelle aziende contadine.<br />

La maggior parte dell’occupazione agricola dipendente a tempo indeterminato<br />

è quindi concentrata nelle tenute agricole, mentre nelle aziende contadine<br />

prevale il lavoro stagionale. I contratti collettivi disciplinano entrambi questi<br />

tipi di rapporto di lavoro. Il lavoro stagionale vede, anche in Austria, una<br />

forte presenza di lavoratori immigrati, impiegati soprattutto nelle operazioni<br />

di raccolta in base ad un sistema di quote annuali, che per il 2005 prevedeva<br />

l’ingresso di 7.000 lavoratori. La Camera di commercio nazionale ha sollecitato<br />

un aumento di questa quota, ma i sindacati avvertono il rischio di una pressione<br />

sui livelli salariali e sulle condizioni di lavoro; inoltre i lavoratori stagionali<br />

stranieri devono pagare contributi di assicurazione sociale, ma non possono<br />

accedere ai benefi ci previsti per la disoccupazione perché alla fi ne del lavoro<br />

devono lasciare immediatamente il Paese.<br />

Il sistema austriaco di relazioni industriali è imperniato sul principio del<br />

partenariato sociale, al quale partecipano organizzazioni volontarie (le<br />

organizzazioni sindacali e quelle datoriali) e organizzazioni obbligatorie (le<br />

Camere del lavoro per i dipendenti, le Camere di commercio e industrie e le<br />

Camere dell’agricoltura per le aziende). In particolare, la contrattazione collettiva<br />

è svolta dalle organizzazioni sindacali volontarie per i lavoratori, mentre per le<br />

aziende è normalmente l’organizzazione camerale obbligatoria a stipulare gli<br />

accordi, che per questo sono giuridicamente vincolanti erga omnes (tutte le<br />

imprese devono essere iscritte alla camera di commercio o dell’agricoltura, che<br />

sono soggetti di diritto pubblico).<br />

Le relazioni contrattuali in agricoltura presentano, rispetto a questo schema, due<br />

caratteristiche particolari: la regionalizzazione, e il fatto che in alcuni territori<br />

le imprese sono rappresentate dalla Camera dell’agricoltura, in altri dalla<br />

organizzazione volontaria delle aziende agricole. In particolare sono i Territori<br />

(Länder) del Tirolo e del Vorarlberg quelli dove la contrattazione avviene con<br />

la Camera dell’agricoltura, mentre negli altri si contratta con le organizzazioni<br />

aderenti alla confederazione delle aziende agricole (Obmännerkonferenz der<br />

Arbeitgeberverbände der Land - und Forstwirtschaft in Österreich, OALF).<br />

L’applicazione quasi totale dei contratti collettivi è garantita dal fatto che<br />

all’organizzazione volontaria aderisce il 95 per cento di tutte le imprese. Mentre<br />

non ha luogo un dialogo tripartito ed istituzionalizzato a livello nazionale.<br />

EUROPA<br />

di Monica De Vito<br />

I contratti<br />

collettivi fi ssano i<br />

diritti quadro<br />

Jean-Baptiste-Camille Corot<br />

Entrata al villaggio,<br />

1855-1865<br />

L’agricoltura<br />

austriaca<br />

grande<br />

benefi ciaria<br />

della Pac<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 29


Il partenariato<br />

alla base delle<br />

relazioni<br />

industriali<br />

30<br />

EUROPA<br />

Per quanto riguarda il lavoro dipendente, gli operai sono organizzati dal<br />

sindacato GMTN (Gewerkschaft Metall-Textil-Nahrung), che è stato costituito<br />

nella primavera del 2006 come risultato della fusione fra la federazione<br />

agroalimentare (Gewerkschaft Agrar-Nahrung-Genuß, ANG), e quella dei<br />

metalmeccanici e dei tessili (la confederazione ÖGB aveva programmato una<br />

radicale diminuzione del numero delle federazioni attraverso la loro fusione,<br />

anche se il piano è in parte fallito e solo alcune categorie si sono unifi cate). Il<br />

sindacato degli impiegati privati GPA (Gewerkschaft der Privatangestellten)<br />

sottoscrive invece i contratti per gli impiegati agricoli. I contratti collettivi<br />

stabiliscono per tutti i lavoratori regole minime di tutela, che si affi ancano<br />

alle norme legislative fi ssate in parte a livello nazionale, in parte nei singoli<br />

Länder.<br />

Nel settore agricolo austriaco non c’è un unico contratto nazionale di lavoro,<br />

ma vi sono 40 accordi collettivi di lavoro sovra-aziendali, che possono avere<br />

varia estensione (anche a livello di uno o più Länder). Inoltre, vengono conclusi<br />

accordi distinti per gli operai e gli impiegati; mentre accordi specifi ci valgono<br />

per l’amministrazione di Vienna (in quanto titolare titolare di aziende agricole)<br />

e per la Società federale delle foreste (Österreichische Bundesforste AG, ÖBF),<br />

che cura il mantenimento e lo sviluppo delle aree forestali. Dal punto di vista<br />

salariale, proprio la forestazione è il settore dove vengono pagate le retribuzioni<br />

più alte; mentre per i lavoratori agricoli meno qualifi cati, i minimi salariali si<br />

aggirano poco al di sotto di 1.000 euro. <br />

L’allevamento italiano dei suini in lieve ripresa<br />

Timidi segnali di ripresa dopo un 2005 decisamente<br />

negativo per la fi liera suinicola. Il primo<br />

trimestre, per gli allevatori, segna un recupero<br />

dei prezzi che colma quasi la fl essione<br />

di 9 punti registrata nello scorso anno. Quello che verrà<br />

ricordato come l’anno nero del maiale ha registrato una<br />

perdita del valore della produzione da 2,3 a 2 miliardi<br />

di euro, con un calo del numero dei capi del 4% che si<br />

è sentito soprattutto a livello di suinetti e scrofe, dovuto<br />

in parte al fatto che molte latterie, abbandonando<br />

il sistema chiuso di allevamento, hanno acquistato<br />

i capi all’esterno proseguendo con la fase di ingrasso.<br />

La fascia rossa coinvolge le macellazioni, direttamente<br />

legate al declino del patrimonio zootecnico nazionale:<br />

una fl essione del 5% dei capi macellati rispetto al 2004,<br />

mezzo milione di suini vivi in meno importati dall’estero,<br />

mentre non si arresta l’import di carne dai Paesi<br />

stranieri. Un’annata, insomma, da superare, attraversata<br />

a stento dagli allevatori grazie al recupero in spese<br />

per le materie prime come orzo, mais, farina di soia.<br />

di Massimiliano Di Noia<br />

Nel frattempo, aumenta il numero di coloro che scommettono<br />

sull trasformazione diretta e lo spaccio, sia per<br />

aumentare il valore aggiunto, sia per rimarcare il fattore<br />

territorio che assume un’importanza sempre più<br />

consistente. Quella della fi liera corta, con macellazione<br />

in proprio, è una tendenza sempre più diffusa, per la<br />

capacità di fi delizzare il cliente e per i margini di guadagno<br />

più ampi del 20-25% anche se resta l’ovvia limitazione<br />

del numero di capi e le stringenti normative in<br />

materia igienico-sanitaria. Salubrità e tracciabilità gli<br />

elementi in più che, comunque, si offrono al consumatore.<br />

Proprio su questa strada si inserisce un’idea innovativa<br />

di fare marketing, con l’ausilio di internet e delle<br />

nuove tecnologie, nata proprio dalla provincia leader<br />

per numero di capi suini, Mantova. Karis Davoglio<br />

e Fausto Delegà hanno pensato bene di attrezzare la<br />

produzione con delle telecamere collegate 24 ore su 24<br />

ad internet, per cui, pagando un abbonamento annuo,<br />

l’acquirente può verifi care che trattasi di maiali biologici<br />

allevati allo stato brado. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Romania e Bulgaria entrano nell’Ue<br />

Salgono così a 27 i paesi membri<br />

Dal 1° gennaio 2007, Romania e Bulgaria hanno fatto<br />

il loro ingresso nell’Unione Europea. Salgono così a<br />

27 i paesi membri dell’Ue. Un avvenimento di portata<br />

storica per Bucarest e Sofi a che salda i Balcani<br />

all’Europa e che arriva 17 anni dopo la caduta del comunismo.<br />

Tutto questo nel giorno in cui l’Euro, al suo quinto compleanno,<br />

accoglie la Slovenia come tredicesimo Stato.<br />

Con l’ingresso di Sofi a e Bucarest e 30 milioni di nuovi cittadini<br />

europei, il baricentro dell’Unione europea si sposta fortemente<br />

ad Est, dopo la grande ondata di adesioni del maggio 2004,<br />

quando entrarono dieci nuovi paesi, otto dei quali appartenenti all’ex blocco comunista.<br />

I due nuovi paesi portano in dote tassi di crescita invidiabili dal punto di vista<br />

della vecchia Europa, attestandosi fra il 5 e il 6%.<br />

Tuttavia, non è tutto oro quel che luccica. A dispetto del miglioramento delle condizioni<br />

economiche, Bruxelles ha puntato il dito contro le ineffi cienze che caratterizzano<br />

l’utilizzazione dei fondi comunitari: fi no a questo momento entrambi i paesi<br />

hanno speso solo il 50% degli aiuti a causa di diffi coltà gestionali e problemi legati<br />

alla distribuzione degli aiuti sul territorio. Nel prossimo triennio, Bulgaria e Romania<br />

riceveranno 13.000 milioni di euro di aiuti: 4.600 milioni saranno destinati alla<br />

Bulgaria e 9.000 alla Romania, il 30% del totale sarà destinato esclusivamente alla<br />

politica agraria. In Romania, l’agricoltura rappresenta quasi il 9% del Pil. In Bulgaria<br />

la percentuale si ferma al 3,5%, ma il settore impiega il 7,5% della popolazione<br />

attiva.<br />

Altro tema delicato per la Commissione è quello dei conti pubblici. Ricordiamo che<br />

il Patto di Stabilità prevede che il defi cit non debba superare il 3% del Pil e che il<br />

debito pubblico non deve andare oltre il 60% del Pil. Questi requisiti non rappresentano<br />

solo delle variabili da rispettare per fare ingresso nell’area UE, ma sono<br />

garanzia di ordine e stabilità fi nanziaria. Nel caso della Romania, il debito è pari a<br />

circa un terzo del Pil da circa un decennio, e in Bulgaria si è ridotto dal 77% al 47%<br />

in sei anni. Si tratta di cifre che non fanno temere all’UE il verifi carsi di altri casi di<br />

squilibrio dopo quello che ha avuto per protagonista l’Ungheria (il defi cit ha toccato<br />

il 10% del Pil a causa dello scarso controllo esercitato sulla spesa pubblica).<br />

Secondo i dati diffusi dall’Unctad, Bulgaria e Romania sono stati i paesi dell’Est<br />

destinatari dei maggiori fl ussi di investimenti diretti esteri (Ide) nel 2005.<br />

Le previsioni formulate per il mercato bulgaro indicano un incremento degli Ide tra<br />

il 14% e il 17% nel 2007 (dopo aver archiviato il 2006 con un aumento del 22%). I<br />

benefi ci dell’ingresso di Romania e Bulgaria nell’UE hanno molto a che vedere con<br />

il commercio con i paesi dell’area: per la Romania le importazioni dall’UE sono cresciute<br />

del 18,7% nel 2005 rispetto al 2004 (coprendo il 62,2% del totale), mentre le<br />

esportazioni hanno subito un incremento del 9% (67,6% del totale). In quanto alla<br />

Bulgaria, gli interscambi superano il 60% del totale in entrambi i casi.<br />

Con l’ingresso nell’Ue, a Sofi a, nelle grandi città e nelle località turistiche c’è stato<br />

un vero boom immobiliare. Il prezzo di un metro quadro, nel centro di Sofi a, ha<br />

superato i 1.000 euro. I bulgari sembrano in preda alla febbre degli immobili, in<br />

attesa di investitori dall’Europa occidentale, che dovrebbero acquistare apparta-<br />

EUROPA<br />

di Ludmil Fotev<br />

Joseph Mallord William Turner<br />

Il faro di Bell Rock, 1818<br />

Romania<br />

e Bulgaria<br />

attirano<br />

gli investitori<br />

stranieri<br />

Città<br />

e campagna<br />

bulgare<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 31


Cresce la<br />

presenza degli<br />

imprenditori<br />

stranieri<br />

all’Est<br />

32<br />

EUROPA<br />

Gustave Courbet<br />

Querce secolari Port-Berteau,<br />

1862<br />

menti, negozi e ville. “Dicembre è in generale<br />

un mese molto buono, ma non ho mai visto<br />

una tale frenesia”, ha dichiarato a Standart un<br />

agente immobiliare. In questo periodo sono<br />

stati conclusi nella capitale 1.000-1.200 contratti<br />

al giorno. In attesa del rialzo dei prezzi,<br />

c’è stata anche una corsa agli acquisti nei negozi<br />

e supermercati. Nelle grandi città si è materializzata<br />

la società dei consumi...<br />

Nelle campagne invece, la situazione è drasticamente<br />

diversa, con alti livelli di disoccupazione,<br />

mancanza di prospettive e fragilità<br />

sociale. I pensionati nei piccoli centri continuano<br />

a sopravvivere con 40-50 euro di pensione<br />

al mese e un’agricoltura di sussistenza.<br />

Molti paesi si sono svuotati con l’emigrazione<br />

dei giovani verso le grandi città o all’estero. La<br />

diaspora bulgara è divenuto un vero salvagente<br />

per l’economia del paese. Le rimesse, secondo le statistiche uffi ciali, hanno raggiunto<br />

gli 1,516 miliardi di leva nel 2004, ossia il 4% del Pil. Secondo la Camera di<br />

commercio, invece, la cifra delle rimesse raggiungerebbe addirittura i 3 miliardi<br />

di leva (1,5 miliardi di euro). Per l’Italia, l’ingresso dei<br />

nuovi paesi è un’opportunità:<br />

L’Italia è tra i tre più importanti partner commerciali<br />

stranieri della Bulgaria (con la Germania e la Grecia)<br />

e si classifi ca quarta tra gli investitori. Introdurre le<br />

regole europee in tutti i settori della vita in Bulgaria,<br />

insieme all’alta crescita economica, manodopera qualifi<br />

cata e la stabilità che noi forniamo, aiuteranno le<br />

compagnie italiane a fare profi tti ed essere più competitive<br />

nel mondo. Ci sono grandi opportunità di investire nei settori dell’ingegneria<br />

energetica, agricoltura, turismo, banche, assicurazioni, infrastrutture, ambiente e<br />

tecnologie.<br />

Imprese straniere in Romania e Bulgaria<br />

Agricoltura 1.650<br />

Silvicoltura 102<br />

Agroalimentare 786<br />

Altro 122<br />

Totale 2.660<br />

È già un modesto ma aggressivo esercito, destinato a crescere: si tratta di oltre<br />

2.600 imprenditori agricoli italiani che hanno scelto di investire in Romania (oltre<br />

1.700) ed in Bulgaria (quasi un migliaio). Dai cereali alla viticoltura, dagli allevamenti<br />

ad alcune produzioni biologiche, sono oltre 170mila gli ettari coltivati dalle<br />

aziende agricole delocalizzate con una superfi cie media che riesce a garantire economie<br />

di scala e prezzi competitivi.<br />

“Abbiamo acquistato vecchie fattorie, ristrutturato gli immobili, aggiornato il<br />

parco macchine e poi tentato positivamente la via dei fondi strutturali creando<br />

mercato, una rete di piccole e medie imprese che hanno dato lavoro alla manodopera<br />

locale e immesso nel mercato prodotti di qualità”, dichiara Federico Radice<br />

Fossati, imprenditore agricolo pavese.<br />

Altri imprenditori hanno sviluppato la produzione di bottiglie di vino, differenziando<br />

mercato interno da quello internazionale. Oggi nella sola Romania, la produzione<br />

si aggira intorno ai 10 milioni di bottiglie: dal Cabernet Sauvignon internazionale<br />

al Cramposia locale, fatto con vitigni locali. La frontiera si sposta ad est anche<br />

per cereali, mais e, soprattutto, riso. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Bonino: il negoziato Wto è fallito<br />

Il capitolo agricolo divide il mondo<br />

L’Italia è stata seriamente impegnata perché il negoziato del Wto (World Trade<br />

Organisation) sulla liberalizzazione del commercio mondiale, entrato in una fase<br />

di stallo, non subisse la sospensione. Il negoziato si trascina dal 2001: l’obiettivo<br />

è liberalizzare gli scambi nei settori agricolo, dei prodotti industriali e dei servizi.<br />

Ora si è giunti alla sospensione sine die del Round. Le questioni più controverse riguardano i<br />

tagli ai sussidi e ai dazi nel settore dell’agricoltura e dei beni industriali. Sulle prospettive del<br />

negoziato sul Wto abbiamo intervistato il ministro per gli Affari europei, Emma Bonino.<br />

Signor ministro Bonino, come valuta la situazione alla luce dell’attuale fase di stallo?<br />

Siamo molto preoccupati per la sospensione del Doha round perché un fallimento defi nitivo<br />

rischia di mettere in ginocchio il Wto e le regole stesse che governano il commercio<br />

internazionale. È fondamentale per l’Italia e per l’Europa tessere relazioni per riprendere in<br />

un prossimo futuro le fi la negoziali. Altrimenti si perderebbe tutto quello per cui si è negoziato.<br />

E per noi, per l’Italia e per l’Europa perdere il già siglato, è davvero molto complicato in<br />

termini economici.<br />

Quali sarebbero le conseguenze?<br />

In caso di mancato accordo il sistema commerciale internazionale andrebbe incontro a una<br />

fase di pericolosa instabilità, con il sistema multilaterale costretto a cedere il passo a iniziative<br />

bilaterali, anche a livello regionale, di fatto riducendo così la forza negoziale dell’Italia e<br />

dell’Europa.<br />

Che rilevanza ha il capitolo agricolo sui negoziati Wto?<br />

Lo scontro sul capitolo agricolo strozza il negoziato, nonostante il suo peso sul commercio<br />

mondiale sia solo del 7% contro il 75% del manifatturiero. Così si dimostra di non essere<br />

all’altezza della sfi da. Ma il Wto deve sopravvivere, altrimenti il mondo tornerebbe a dividersi<br />

in blocchi contrapposti.<br />

Come si può contribuire a superare l´attuale fase di stallo nelle trattative?<br />

Diffi cilmente il negoziato Wto potrà riprendere prima del voto di medio termine negli Usa in<br />

novembre. L’Italia è impegnata affi nché il negoziato possa essere rilanciato al più presto e,<br />

per questo, è convinta dell’importanza della missione del commissario europeo al commercio<br />

estero Peter Mandelson che è stato a Rio de Janeiro per un incontro interlocutorio con i<br />

paesi del G-20.<br />

Che importanza ricopre il G-20 per lo sblocco delle trattative?<br />

Una migliore sinergia tra l´Unione europea e il Gruppo del G-20 potrebbe aumentare il potere<br />

di contrattazione dell’Europa verso gli Usa per ottenere quelle concessioni nell’agricoltura<br />

che fi no ad oggi sono mancate.<br />

Come valuta le proposte di Mandelson in campo agricolo?<br />

Le proposte del Commissario europeo costituiscono indubbiamente un passo in avanti rispetto<br />

ad una politica agricola europea che fi nora è stata molto protezionistica. Le proposte messe<br />

sul tavolo sono le più avanzate che l´Europa, che non dimentichiamolo è costituita da 25 paesi<br />

con interessi diversi, potesse mettere sul tappeto.<br />

Quanto è importante per l´Italia il successo del cosiddetto Doha Round?<br />

È molto importante soprattutto per la liberalizzazione nel comparto industriale e dei servizi<br />

anche perché l´abbattimento dei dazi tariffari alle importazioni di prodotti industriale andrebbe<br />

a vantaggio soprattutto delle piccole e medie imprese. <br />

MONDO<br />

di Micaela Taroni<br />

Il ministro Emma Bonino<br />

Evitare<br />

il confl itto<br />

tra Usa,<br />

UE e G20<br />

Riannodare il fi lo<br />

della trattativa<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 33


Pierre-Henri de Valenciennes<br />

Sottobosco, 1775-1800 circa<br />

Il Governo<br />

messicano<br />

deve evitare lo<br />

spopolamento<br />

della campagne<br />

34<br />

MONDO<br />

di Mario Osorio Beristain<br />

I timori dei contadini messicani<br />

Conto alla rovescia per l’apertura totale del settore agricolo<br />

Nel 2007, i sindacati e le associazioni<br />

agricole messicani si preparano per<br />

dare la battaglia fi nale e impedire<br />

l’apertura totale delle frontiere alle<br />

importazioni di mais, fagioli, canna da zucchero<br />

e latte, come prevede il Nafta, l’accordo di libero<br />

scambio commerciale con Stati Uniti e Canada. Il<br />

timore è che i contadini messicani vengano defi -<br />

nitivamente spazzati via, incapaci di affrontare la<br />

concorrenza dei produttori canadesi e soprattutto<br />

statunitensi, che godono di sostegni interni. Il libero<br />

commercio minaccia di provocare il collasso<br />

del mercato messicano.<br />

Si calcola che il governo statunitense destina ogni anno il 10% del Prodotto Interno<br />

Lordo (Pil) al settore agricolo, mentre il Messico soltanto il 3%.<br />

“Per noi, il Nafta è stato altamente negativo, ha reso più poveri i contadini, ha<br />

distrutto strutture, ha fatto languire l’economia agricola ed il governo non ha<br />

mantenuto la parola rispetto ai sostegni promessi per la transizione. L’assenza di<br />

politiche pubbliche, i ritardi strutturali, la devastazione e la trascuratezza verso<br />

l’agricoltura fanno intravedere un panorama altamente rischioso per quasi 30<br />

milioni di contadini ed, in particolare, per 3 milioni di produttori di mais, una coltivazione<br />

tradizionalmente basica della dieta popolare messicana”, ha detto Heladio<br />

Ramìrez, dirigente della Confederazione Nazionale Contadina (Cnc).<br />

L’apertura totale è prevista per il primo gennaio 2008, ma già da qualche anno la<br />

Cnc ha denunciato che, ad esempio, in Sinaloa (la regione considerata il granaio<br />

del Messico) le multinazionali hanno presso il controllo delle industrie agricole e<br />

dei granai, mentre i produttori nazionali hanno visto diminuire del 37 % il prezzo<br />

del riso, del 34 % quello dei fagioli, del 43 % il prezzo del mais e del 79 % quello del<br />

cotone. Di fronte a questo diffi cile scenario il nuovo governo messicano ha annunciato<br />

un piano urgente per abbassare i costi di produzione di mais, fagioli, canna da<br />

zucchero e latte ed avvicinarli a quelli degli Stati Uniti e del Canada.<br />

Il ministro dell’Agricoltura, Eduardo Sojo, cerca una soluzione ed ha promesso<br />

un percorso che permetta un’apertura morbida del settore senza aver convinto le<br />

grandi organizzazioni agricole messicane. Ed anche i sindacati sono in agitazione.<br />

Alvaro Lòpez, dirigente dell’Unione Nazionale dei Lavoratori Agricoli ha<br />

denunciato che, in 13 anni, il Nafta ha accentuato le asimmetrie tra i contadini messicani<br />

e quelli statunitensi e canadesi per il semplice fatto che il Messico non ha<br />

potuto applicare le elevate sovvenzioni attuate per i suoi partner commerciali.<br />

La diffi cile congiuntura agricola produce l’aumento dell’emigrazione dei contadini<br />

messicani negli Stati Uniti (400.000 all’anno)con le rimesse dei lavoratori messicani<br />

che hanno superato la cifra record di 20 miliardi di dollari annuali: la terza fonte<br />

di divise estere soltanto dietro a quelle del petrolio e del turismo. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


India: le campagne si spopolano<br />

Migliaia di contadini indiani si tolgono la vita sopraffatti dai debiti<br />

I<br />

suicidi fra i contadini indiani crescono di anno in anno. Negli stati più<br />

colpiti dal problema (Maharashtra, Andhra Pradesh, Kerala e Karnataka)<br />

solo dal 2001 a oggi si sarebbero uccise fra le 3.600 e le 18mila<br />

persone. L’attuale governo di New Delhi ne ammette almeno 10 mila<br />

dal 1997: l’epidemia di morti nelle campagne, quasi tutti uomini e in genere<br />

piccoli e piccolissimi proprietari terrieri è un fenomeno nuovo che nemmeno<br />

l’esecutivo guidato dal premier Manmohan Singh mette più in dubbio. Così<br />

come non può più mettere in dubbio che le decine di migliaia di suicidi siano<br />

causati dalla disperazione dovuta a debiti impossibili da ripagare. Nonostante<br />

dia sostentamento diretto o indiretto a 750 milioni di persone, circa due terzi della<br />

popolazione, l’agricoltura contribuisce solo per un quinto al prodotto interno lordo<br />

dell’India, e assorbe solo il 12% del credito bancario. Finisce così che molti contadini<br />

prendono a prestito soldi, cifre che basterebbero solo per qualche bibita in un locale<br />

alla moda di Londra o New York, dallo strozzino dei villaggio, il cosiddetto “sahukar”.<br />

I tassi arrivano sino al 10% mensile, e i debiti lievitano quando fallisce il raccolto o<br />

cadono i prezzi. Così accade in quasi tutta l’India, anche a ridosso di città come Bangalore<br />

e Bombay che in alcuni quartieri crescono ai ritmi forsennati dell’Occidente. Una<br />

piaga nemmeno immaginabile fi nché l’agricoltura era gestita su basi comunitarie o<br />

basata sui grandi latifondi e lo Stato sosteneva il settore. Soprattutto fi no a quando le<br />

multinazionali americane non hanno iniziato a imporre i loro carissimi semi, in particolare<br />

per la diffusissima coltivazione del cotone, per di più geneticamente modifi cato,<br />

costringendo i contadini a ricomprarli ogni anno per mantenere gli standard richiesti<br />

dal mercato internazionale nonostante il crollo dei prezzi della materia prima.<br />

Una tesi che il premier Singh tenta debolmente di confutare, cercando di attribuire le<br />

cause ad inondazioni e siccità, invasioni di insetti e parassiti delle colture. Negli stati<br />

dove è più alta la fascia dei suicidi, dove le multinazionali sono più presenti, i contadini<br />

si indebitano maggiormente e, a causa del crollo dei prezzi sui mercati internazionali,<br />

non riescono nemmeno a recuperare i soldi dei propri investimenti.<br />

La denuncia degli ambientalisti non è semplice frutto di una visione antigovernativa o<br />

antiglobalizzazione. Le stesse affermazioni sono state fatte dal prestigioso e ben poco<br />

rivoluzionario Tata Institute of Social Sciences di Mumbai, a cui si era rivolto<br />

mesi fa il tribunale supremo della capitale fi nanziaria indiana per capirne di più. “I<br />

suicidi sono avvenuti a partire dal 1997 nelle zone più ricche del Paese e sono l’indubbio<br />

sintomo di una profonda crisi del settore agricolo - è scritto nel rapporto del<br />

Tata Institute - Tra i motivi che abbiamo individuato c’è il crollo degli investimenti<br />

pubblici nel settore, in linea con le direttive di Fondo Monetario Internazionale e<br />

Banca Mondiale che hanno soprattutto costretto l’India ad aprire le porte, dal 1998,<br />

a corporation come Monsanto, Cargill e Sygentas i cui semi sono più cari e richiedono<br />

più fertilizzanti, pesticidi e acqua. Fattori, questi, che diminuiscono la fertilità dei terreni,<br />

aumentano i costi di produzione, mettono i contadini in balia degli usurai e del<br />

mercato internazionale. Il tutto, mentre l’Organizzazione mondiale per il commercio<br />

impone di togliere le tariffe all’import, e gli Stati Uniti continuano a fi nanziare il loro<br />

export”. In aiuto dei contadini indiani arrivano organizzazioni come quella di Vandana<br />

Shiva, che ha creato una banca per i semi, alla quale partecipano attivamente<br />

MONDO<br />

di Gianluca Cicinelli<br />

Jean-François Millet,<br />

Limitare del villaggio<br />

di Grucky, 1866<br />

Cresce<br />

l’immigrazione<br />

dalle campagne<br />

alle città<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 35


Il crollo dei<br />

prezzi agricoli<br />

accentua<br />

la crisi<br />

36<br />

MONDO<br />

300 mila agricoltori conservando una parte del raccolto per poi riseminarla. In questo<br />

modo, sostiene l’ecoscienziata indiana, fondatrice del Centro per la Scienza, Tecnologia<br />

e Politica della Risorse Naturali si resiste alla invasione delle multinazionali, si riducono<br />

le spese, si usano meno pesticidi e si salvano varietà importanti di semi valorizzando<br />

la biodiversità. Si tratta di conservare una parte del raccolto per poi riseminarlo<br />

come si faceva una volta. Un procedimento che non è fattibile con i semi geneticamente<br />

modifi cati. Un esempio riguarda il riso: dopo lo tsunami, nello stato dell’Orissa, l’organizzazione<br />

di Vandana Shiva ha seminato un riso tradizionale in grado di resistere<br />

alla salsedine. Una varietà che sarebbe scomparsa senza la banca dei semi creata per<br />

combattere la politica del governo, scritta a New Delhi ma diretta da Washington.<br />

In febbraio, il governo di sinistra di Manmohan Singh ha lanciato un ambizioso<br />

piano per contrastare la povertà tentando di garantire cento giornate di lavoro pagato<br />

alle famiglie rurali lasciate indietro dal boom economico concentrato nelle città. Ma il<br />

piano avanza lentamente tra i massicci apparati burocratici indiani, soprattutto senza<br />

arginare la povertà crescente e l’epidemia di suicidi nelle campagne. I funzionari affermano<br />

che i contadini possono solo incolpare sé stessi per la loro condizione, prendendo<br />

a prestito soldi senza criterio per spese voluttuarie o per i matrimoni. Ma gli analisti<br />

sostengono che il governo dovrebbe fare di più per offrire credito a tassi ridotti. <br />

Il Lazio agricolo comunica di Stefano Micheli<br />

I<br />

cambi di rotta politica si possono cogliere anche<br />

grazie ai modelli “comunicazionali”, a come e cosa<br />

una struttura decide di comunicare. È indubbio<br />

che, rispetto al passato, la differenza balzi agli occhi<br />

analizzando le scelte in questo senso messe in opera da<br />

Daniela Valentini – da un anno e mezzo assessore<br />

all’agricoltura della Regione Lazio – e dal suo staff. La<br />

volontà di dare un’impronta diversa nel rapporto con i<br />

cittadini di riferimento (gli operatori agricoli, a diverso<br />

titolo, presenti nella regione) è acclarata da un rapporto<br />

caratterizzato da fl ussi di informazione quotidiani,<br />

demandati a comunicati stampa dedicati a tutte le<br />

attività che l’assessorato esplica. In più, risulta pressoché<br />

totale la presenza “fi sica” a tutte le manifestazioni in<br />

calendario riservate al settore, sia a livello nazionale<br />

che internazionale. Ancora, non vengono tralasciate le<br />

iniziative promozionali e le partnership (signifi cative<br />

quelli con la grande distribuzione) volte alla veicolazione<br />

e alla vendita dei prodotti della terra laziali. Per fi nire,<br />

grande è anche lo spazio dedicato all’editoria di settore.<br />

Oltre a monografi e e iniziative speciali (molto interesse e<br />

curiosità ha sollevato l’Agenda della terra 2007, dedicata<br />

alle donne della regione protagoniste in agricoltura),<br />

strumento “principe” in questo senso è senz’altro<br />

ER-Europa Rurale Direzione Lazio, bimestrale che<br />

l’assessorato all’agricoltura edita in collaborazione<br />

con l’Università della Tuscia. Il periodico ha subito<br />

nell’ultimo anno una trasformazione, sia grafi ca che<br />

editoriale, passando al formato tabloid. ER - inviato<br />

in abbonamento ad amministratori, imprenditori e<br />

operatori a diverso titolo nel campo agricolo -consta di 24<br />

pagine a colori suddivise in articoli di approfondimento,<br />

rubriche, news e spazi diversamente dedicati alla realtà<br />

agricole laziali, nazionali ed europee: si tratta infatti<br />

di un “Bimestrale di informazione europea” a cura di<br />

Europe Direct, centro uffi ciale di informazione della<br />

Ue in Italia, operante proprio attraverso l’Università<br />

della Tuscia. Negli ultimi numeri ER ha fra l’altro dato<br />

ampio spazio – con focus dedicati – al problema delle<br />

biomasse e alla multifunzionalità, ha posto quesiti ad<br />

operatori politici ed imprenditori del settore, ha dato il<br />

via ad una serie di rubriche d’informazione sulle attività<br />

dell’assessorato. L’ultimo numero, uscito all’inizio di<br />

gennaio, è stato redatto in tre lingue – anche francese ed<br />

inglese – per essere uffi cialmente presentato a Bruxelles<br />

a tutti i parlamentari europei in occasione delle giornate<br />

dedicate alla presentazione del PSR laziale. Secondo i<br />

convenuti, l’operazione è stata coronata da grande<br />

successo. Un motivo per continuare su questa strada,<br />

anche attraverso il rilancio di Lazio Informazione,<br />

mensile che fi nora è uscito – dopo il cambio di direzione<br />

politica ai vertici dell’amministrazione regionale<br />

– solo per il numero dedicato alla pubblicazione del<br />

programma politico del nuovo assessore. A breve<br />

anche Lazio Informazione riacquisterà la sua regolare<br />

periodicità. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


MONDO<br />

di Giovanni Martirano<br />

La politica agraria nord-americana<br />

L’attenzione della stampa internazionale è polarizzata sugli Usa che stanno per cambiare le regole<br />

della tradizionale politica agraria. Il segretario di stato all’agricoltura, Mike Johanns ha<br />

proposto all’amministrazione la nuova “farm bill”, la legge poliennale che stabilisce i programmi<br />

di sostegno per l’agricoltura statunitense. Per i prossimi cinque anni è prevista una spesa di<br />

87 miliardi di dollari. È annunciato un aumento di 7,8 miliardi delle risorse per le misure agroambientali;<br />

di 5 miliardi per il sostegno ai produttori ortofrutticoli e di altri prodotti “speciali” e di 250 milioni<br />

per l’installazione dei giovani agricoltori. Inoltre un nuovo capitolo di spesa, con una dotazione di 1,6<br />

miliardi, sarà dedicato alle agroenergie ed in particolare all’etanolo cellulosico. Infi ne è stata proposta<br />

l’esclusione dagli aiuti degli agricoltori che superano un reddito lordo corretto [cioè reddito meno costi<br />

di produzione ed altre spese] di 200.000 dollari l’anno, conservando al contempo un tetto agli aiuti per<br />

singolo agricoltore di 360.000 dollari.<br />

A quanto scrive il quotidiano francese “Les Echos” “la Casa Bianca cerca non solo di ridurre il proprio<br />

defi cit, ma sopratutto di mettere gli Stati Uniti più in linea con le regole del Wto”.<br />

In questo senso le proposte della nuova politica agricola degli Usa sono valutate criticamente. Il Wall<br />

Strett Journal a tale proposito si riferisce al giudizio sostanzialmente negativo della comunità europea.<br />

Per gli organi dell’Unione Europea un risultato positivo al Wto esigerebbe dagli Stati Uniti riduzione<br />

più ambiziosa dei sussidi agricoli. Invece la proposta in discussione negli Usa “suppone che i<br />

prezzi dei prodotti agricoli di base resteranno al loro livello attuale”. Ciò per il giornale toglie molto<br />

valore innovativo alla proposta per nuove regole di politica agraria degli Stati Uniti d’America. È questa<br />

l’opinione anche dei giornali australiani per i quali, come scrive il Sidney Morning Herald, la nuova<br />

Farm Bill del 2007 lascia i generosi sussidi in gran parte intatti. E questi sussidi degli Stati Uniti e dell’Unione<br />

Europea - prosegue il giornale australiano - “sono il principale ostacolo che paralizza il Doha<br />

Round. Per cui la proposta attualmente in discussione al congresso degli Usa, diminuirà i sussidi per<br />

le agricolture più ricche ma avrà uno scarso effetto sul livello complessivo del sostegno”. Se veramente<br />

si vuole far riprende il negoziato sul commercio mondiale è necessario fare molto di più.<br />

È questa l’opinione anche del “Wall Street Journal” il quale rileva che “con la nuova farm bill proposta<br />

la spesa agricola totale per i prossimi cinque anni ci sono 18 miliardi di dollari in meno rispetto a<br />

quanto speso per i programmi di sostegno e gli aiuti di emergenza nel quinquennio precedente”. Aumenterà<br />

la spesa per le iniziative ambientali e si darà maggiore enfasi agli aiuti ai produttori non legati<br />

alla produzione, riducendo al contempo i sussidi alle commodity, accusati di distorcere il commercio.<br />

Il rappresentante Usa al commercio Susan Schwab aveva detto che “il Doha Round non scriverà la<br />

farm bill”. Ma la stessa Schwab, osserva il Wall Street Journal, sta facendo la pendolare con l’Europa<br />

per cercare di ridare slancio ai negoziati e “dare il segnale ai nostri partner commerciali che ci stiamo<br />

occupando della riforma agricola”.<br />

La sorte della proposta in discussione al congresso è incerta e di conseguenza occorre attendere l’approvazione<br />

del testo defi nitivo per esprimere un giudizio. Per il “New York Times” grandi cambiamenti<br />

sono prevedibili nella politica agricola degli Usa.<br />

Se dal piano contingente del dibattito attualmente in corso negli Usa si passa ad un esame più generale<br />

della situazione della politica agraria dei principali paesi del mondo, non si può dar torto al quotidiano<br />

svizzero “Tribune de Geneve” che proprio in questi giorni ha pubblicato un giudizioso articolo dal<br />

titolo “dolorosi sacrifi ci attendono gli agricoltori”. Per quanto ciò possa essere spiacevole per coloro che<br />

lavorano e operano sulla terra questa appare la linea direttrice della futura politica agraria mondiale.<br />

È una linea che può sembrare a prima vista allettante per gli economisti ma non è priva di pericoli se<br />

si tiene conto che oltre all’aspetto fi nanziario ed economico la produzione alimentare ha un alto valore<br />

umano. Risparmiare ed economizzare in questo campo può quindi infl uire negativamente sul prodotto,<br />

con tutte le conseguenze che ciò può comportare. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 37


Malattia<br />

e congedi<br />

parentali per i<br />

parasubordinati<br />

Agevolazioni<br />

per i veicoli<br />

ai disabili<br />

38<br />

FINANZIARIA<br />

di Antonio Positino<br />

Claude Monet<br />

Vicino al ponte ad Argenteuil,<br />

1874<br />

L’agricoltura nella Finanziaria 2007<br />

Seguendo una tecnica legislativa in voga negli ultimi anni anche la legge fi nanziaria<br />

per l’anno 2007, legge 27 dicembre 2006 n. 296 pubblicata sul supplemento<br />

ordinario alla Gazzetta Uffi ciale n. 299 del 27 dicembre 2006, si compone di un<br />

solo articolo suddiviso in ben 1.364 commi senza titoli che rendono il provvedimento<br />

già di per se lungo e denso di contenuti di non semplice lettura. La fi nanziaria per<br />

il 2007 contiene una serie di interventi strutturali mirati al reperimento di risorse fi nalizzate,<br />

soprattutto, alla crescita economica ed al risanamento dei conti pubblici e l’importo<br />

complessivo della manovra è pari a 33,8 miliardi di euro. Oltre alle misure più note, come<br />

il taglio del cuneo fi scale, il regime di successioni e donazioni, i nuovi scaglioni delle aliquote<br />

irpef, gli assegni familiari, il bollo auto ed il trattamento di fi ne rapporto nel provvedimento<br />

trovano spazio misure meno note, ma non per questo meno importanti, come i<br />

nuovi obblighi per i condomini, le modifi che alla disciplina del 5 per mille accompagnata<br />

dalla revisione dei destinatari del benefi cio, un bonus per investimenti e costi sostenuti<br />

dalle imprese per ricerca e innovazione. Detrazione delle spese sostenute per le badanti<br />

in caso di presenza di familiari non autosuffi cienti. Per il triennio 2007-2009, diritto alle<br />

detrazioni per carichi di famiglia ai soggetti non residenti. Arriva un sostegno ai familiari<br />

di vittime di gravi infortuni sul lavoro. Per i lavoratori a progetto e assimilati arrivano<br />

malattia e parto, accanto al trattamento economico per i congedi parentali. Parte anche un<br />

programma sperimentale per la riduzione della commercializzazione di sacchetti non biodegradabili,<br />

con l’obiettivo di eliminarli completamente entro il 1° gennaio 2010. Sul fronte<br />

dei biocarburanti sono state modifi cate le soglie nazionali di immissione per giungere al<br />

5,75% di utilizzo di biocarburanti nel 2010. Di seguito si illustrano, nel dettaglio, le<br />

principali novità contenute nei circa 50 commi (il cui numero si riporta tra<br />

parentesi) che interessano il settore agricolo avendo cura di raggrupparle<br />

per tematiche omogenee.<br />

Eliminata la vigente esenzione dall’accisa per il biodiesel sostituita con un’accisa da<br />

applicare, per il 2007, con aliquota pari al 20% della corrispondete accisa applicata sul<br />

gasolio usato come carburante, nel limite massimo di un contingente annuo di 250mila<br />

tonnellate. Si tratta, dunque, di un’accisa di 86,2 euro per mille litri, contro quella di<br />

413 euro per mille litri del gasolio usato come carburante (comma 371). L’aliquota<br />

di accisa sul metano usato per autotrazione è ridotta a 0,00291 euro. L’effetto consiste<br />

in una diminuzione del gravame da 10,85 a 2,91 euro per mille metri cubi (comma<br />

329). Accisa agevolata su gasolio e benzina in favore degli imprenditori che esercitano<br />

l’apicoltura nomade. Le modalità di accesso all’agevolazione saranno stabilite da un<br />

decreto del ministero delle Politiche agricole, d’intesa con il ministero dell’Economia<br />

(comma 1066).<br />

Le agevolazioni fi scali per l’acquisto di veicoli utilizzati da disabili sono riconosciute<br />

a patto che gli autoveicoli siano utilizzati in via esclusiva o prevalentemente a benefi cio dei<br />

disabili. In caso di trasferimento a titolo oneroso o gratuito della vettura prima che siano<br />

trascorsi due anni dall’acquisto è dovuta la differenza fra l’imposta dovuta in assenza di<br />

agevolazioni e quella risultante dall’applicazione dei benefi ci (commi 36 e 37). Incrementate<br />

di 10 milioni di euro le risorse destinate al Piano nazionale per l’agricoltura<br />

biologica e i prodotti biologici (comma 1085). Introdotta una sorta di autocertifi cazione<br />

per le imprese che intendano avvalersi di aiuti di Stato. In particolare i destinatari degli<br />

aiuti devono dichiarare di non rientrare fra coloro che hanno ricevuto e non rimborsato<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


FINANZIARIA<br />

aiuti ritenuti illegali o incompatibili dalla Commissione europea (comma 1223). Modifi<br />

cati gli obiettivi nazionali relativi all’immissione in consumo di biocarburanti e altri<br />

carburanti rinnovabili: le nuove soglie sono fi ssate all’1% entro il 31 dicembre 2005, al<br />

2,5% entro il 31 dicembre 2008 e al 5,75% entro il 31 dicembre 2010 (comma 367). In<br />

arrivo una campagna informativa della Giunta regionale della Campania, d’intesa con il<br />

ministero della Salute e gli uffi ci dell’Unione europea, accompagnata da un nuovo piano<br />

triennale per il contenimento e l’eradicazione della brucellosi (comma 1073). Demandato<br />

a un decreto del ministero per lo Sviluppo economico e di quello delle Politiche agricole<br />

la revisione della disciplina dei certifi cati verdi per incentivare l’impiego di prodotti di<br />

origine agricola e zootecnica (commi 382 e 383).<br />

Esteso a tutti i datori di lavoro l’obbligo di comunicazione preventiva dell’assunzione<br />

di lavoratori che era stata introdotta dal decreto Bersani sono per l’edilizia, in particolare,<br />

è stato introdotto l’obbligo di comunicare l’assunzione dei lavoratori di tutti i settori produttivi,<br />

compreso quello agricolo, il giorno prima dell’instaurazione del rapporto stesso.<br />

Peraltro l’obbligo della comunicazione preventiva è stato esteso anche per i lavoratori a<br />

progetto, gli associati in partecipazione con conferimento di lavoro e i soci lavoratori delle<br />

società cooperative. La comunicazione preventiva al Centro per l’impiego deve essere<br />

effettuata con la modulistica già in uso (registro d’impresa per gli operai agricoli), in attesa<br />

della defi nizione del modello unifi cato. Fino alla defi nizione di tale modello debbono<br />

continuare ad essere effettuate, con le consuete modalità, le comunicazioni di assunzione<br />

all’Inail e all’Inps (commi da 1180 a 1185). Interpretazione autentica delle norme sull’obbligo<br />

di sostituzione con un commissario unico dei commissari dei consorzi agrari in<br />

stato di liquidazione coatta amministrativa (comma 1076).<br />

Credito d’imposta per 7 anni per imprenditori agricoli (articolo 2135 codice civile), cooperative<br />

e loro consorzi che abbiano i requisiti dettati dall’articolo 1 del Dlgs 228/2001<br />

(comma 1075). Per gli anni dal 2007 al 2009 alle imprese agricole a agroalimentari (anche<br />

se riunite in consorzi o costituite in forma cooperativa) soggette al regime obbligatorio<br />

di certifi cazione e controllo della qualità è concesso un credito d’imposta pari al 50% delle<br />

spese sostenute per l’ottenimento dei certifi cati e delle relative attestazioni di conformità.<br />

Sono ammessi al credito anche gli oneri per la registrazione nel Paesi extracomunitari delle<br />

denominazioni protette (commi 289 e 290). Introdotto un credito d’imposta per<br />

le imprese che effettuano investimenti attraverso l’acquisizione di nuovi beni strumentali<br />

nelle aree svantaggiate del Mezzogiorno (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Basilicata,<br />

Sardegna, Abruzzo e Molise, ammissibili alle deroghe previste dall’articolo 87, paragrafo<br />

3, lettere a) e c) del trattato istitutivo della Comunità europea). Sono esclusi i soggetti che<br />

operano nei settori dell’industria siderurgica, delle fi bre sintetiche, della pesca, dell’industria<br />

carbonifera, creditizio, fi nanziario e assicurativo (commi da 271 a 279).<br />

Intervento per favorire la competitività delle imprese attraverso la riduzione del cosiddetto<br />

cuneo fi scale, operata intervenendo sulla disciplina dell’Irap: la norma prevede la<br />

deducibilità dal valore della produzione degli oneri sociali e di un importo forfetario per<br />

ciascun lavoratore dipendente. Due le nuove deduzioni dalla base imponibile introdotte,<br />

che riguardano solo i lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato. La prima<br />

deduzione riguarda i contributi assistenziali e previdenziali a carico del datore di lavoro,<br />

la seconda consiste nell’abbattimento forfetario della base imponibile per un importo<br />

pari a 5mila euro, su base annua, per ciascun lavoratore dipendente a tempo indeterminato<br />

impiegato nel periodo d’imposta, importo che aumenta a 10mila euro per i lavoratori<br />

dipendenti a tempo indeterminato impiegati nelle Regioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata,<br />

Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). La deduzione è alternativa a<br />

Nuove regole in<br />

materia di lavoro e<br />

collocamento<br />

Gustave Caillebotte<br />

Balcone su<br />

Boulevard Haussmann,<br />

1880 circa<br />

Cuneo fi scale:<br />

abbattimento<br />

della base<br />

imponibile Irap<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 39


Edgar Degas<br />

Ricordo da Napoli,<br />

1890-1892<br />

Istituito un fondo<br />

per le famiglie di<br />

infortunati sul<br />

lavoro<br />

La Finanziaria<br />

aiuta la forma<br />

societaria in<br />

agricoltura<br />

40<br />

FINANZIARIA<br />

quella di 5mila euro. L’agevolazione prevista per queste Regioni non può<br />

comunque superare i limiti imposti dalla regola “de minimis”.<br />

Le nuove deduzioni devono essere autorizzate da Bruxelles in quanto<br />

misure selettive ai fi ni della disciplina sugli aiuti di Stato (sono, infatti,<br />

esclusi dall’agevolazione alcuni settori: bancario, fi nanziario, assicurativo<br />

e le cosiddette utilities) e decorrono dal mese di febbraio 2007 nella misura<br />

del 50 per cento e dal mese di luglio 2007 per il loro intero ammontare,<br />

con conseguente ragguaglio ad anno; non possono eccedere il limite massimo<br />

rappresentato dalla retribuzione e dagli altri oneri e spese a carico<br />

del datore di lavoro; sono alternative rispetto a quelle previste dal d.lgs.<br />

447/1997 all’art. 11, c.1, lettera a), n. 5 (deduzione delle spese relative agli<br />

apprendisti, ai disabili, ai lavoratori con contratto di formazione e lavoro e di quelli addetti<br />

alla ricerca e sviluppo), all’art. 11, c.1, 4-bis.1 (deduzione di 2.000 euro, su base annua, per<br />

ogni lavoratore dipendente impiegato nel periodo d’imposta fi no a un massimo di cinque,<br />

per i soggetti con componenti positivi che concorrono alla formazione del valore della<br />

produzione non superiori nel periodo d’imposta a euro 400.000), all’art. 11, c.1, 4-quater,<br />

quinquies e sexies (deducibilità del costo dei lavoratori a tempo indeterminato assunti ad<br />

incremento della base occupazionale) (comma da 266 a 270).<br />

Esenzione dall’accisa per l’olio vegetale puro utilizzato ai fi ni energetici nel settore<br />

agricolo. È concessa fi no all’importo massimo di un milione di euro per ogni anno a decorrere<br />

dal 2007. La condizione per fruire dell’agevolazione è che l’impiego sia a fi ni energetici<br />

e per autoconsumo nell’ambito dell’impresa singola o associata. Un decreto Politiche<br />

agricole defi nirà le modalità di accesso all’agevolazione (commi 380 e 381). Istituito il<br />

Fondo di sostegno per le famiglie delle vittime di gravi infortuni sul lavoro. Al fondo è<br />

attribuita la somma di 2,5 milioni di euro l’anno dal 2007 al 2009 (comma 1187). Stanziamento<br />

di 65,8 milioni di euro per il Fondo per la razionalizzazione e la riconversione<br />

della produzione bieticolo-saccarifera (comma 1063). Stanziamenti per 186 milioni<br />

di euro al Fondo per misure di accompagnamento della riforma dell’autotrasporto di merci<br />

e per lo sviluppo della logistica. Se compatibili con gli aiuti di Stato i fondi potranno essere<br />

utilizzati per la riduzione del costo del lavoro delle imprese di autotrasporto di merci<br />

relativo al 2006 (comma 918).<br />

Disposizioni in materia di fonti rinnovabili. Finanziamenti e incentivi pubblici fi -<br />

nalizzati alla promozione delle fonti rinnovabili per la produzione elettrica sono concessi<br />

solo per la produzione di energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili, così<br />

come defi nite dall’articolo 2 della direttiva 2001/77/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio<br />

(commi da 1117 a 1120). Per favorire lo sviluppo della forma societaria in<br />

agricoltura le società di persone e le srl che siano società agricole possono optare per un<br />

regime fi scale più favorevole, basato sulla tassazione in base al reddito catastale agrario<br />

(commi 1093 e 1094). Norme per promuovere l’internazionalizzazione delle imprese<br />

agroalimentari, introducendo benefi ci fi scali per investimenti in promozione pubblicitaria<br />

all’estero (commi da 1088 a 1090). Detrazione, per una quota del 20%, fi no a un valore<br />

massimo della detrazione di 1.500 euro per motore, delle spese documentate, sostenute<br />

entro il 31 dicembre 2007, per l’acquisto e l’installazione di motori ad elevata effi cienza<br />

di potenza elettrica, compresa fra 5 e 90 Kw (comma 358). Inquadramento a domanda<br />

presso le regioni e gli enti locali, nei limiti delle dotazioni organiche, del personale proveniente<br />

dai consorzi agrari collocato in mobilità collettiva alla data del 29 settembre 2006<br />

(comma 559). Stanziamento di risorse per la realizzazione del Piano irriguo nazionale<br />

(commi da 1058 a 1062). Per favorire la promozione del prodotto italiano possono<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


FINANZIARIA<br />

essere concessi contributi per progetti di promozione e di internazionalizzazione realizzati<br />

da consorzi misti tra piccole e medie imprese dei settori agro-ittico-alimentare e turistico-alberghiero,<br />

aventi lo scopo di attrarre la domanda estera (comma 935). Modifi che<br />

alla disciplina delle quote latte, nella parte relativa alla restituzione ai produttori del<br />

prelievo che questi hanno pagato in eccesso (comma 1087). La Cassa depositi e prestiti<br />

è autorizzata a concedere all’Ismea mutui ventennali di incentivo alla formazione della<br />

piccola proprietà coltivatrice, con pagamento di interessi a carico dello Stato (comma<br />

1081). Norme volte a promuovere la vendita diretta dei prodotti agricoli. Innalzato<br />

a 160mila euro per gli imprenditori individuali e a 4 milioni di euro per le società il valore<br />

della produzione non proveniente dalla propria azienda che gli imprenditori agricoli<br />

possono vendere direttamente in deroga alla disciplina generale del<br />

commercio (comma 1064).<br />

Introdotta la possibilità di usufruire della riduzione delle sanzioni e<br />

della rateazione decennale per i contributi agricoli maturati a tutto il<br />

2005, in considerazione del fatto che i contributi riferiti a tale anno<br />

(2005) non sono stati oggetto di cessione e cartolarizzazione e non<br />

possono quindi rientrare nell’eventuale operazione di ristrutturazione<br />

dei crediti agricoli Inps. Per raggiungere questo obiettivo il<br />

legislatore non ha però formulato una norma diretta in tal senso, ma<br />

ha preferito “agganciarsi” ad una disposizione già vigente – quella che<br />

consente alle imprese colpite da eventi eccezionali di chiedere la riduzione<br />

delle sanzioni e la rateazione fi no a 40 rate trimestrali ai sensi dell’art. 4, c. 21 e ss.,<br />

legge 350/2003 – ampliando a tutto il 2005 il periodo contributivo per i quali è possibile<br />

usufruire del relativo benefi cio. Così facendo il legislatore ha però subordinato la possibilità<br />

di accedere alla rateazione alla sussistenza delle condizioni previste dalla richiamata<br />

legge 350 del 2003, tra le quali, come noto, è ricompresa quella di essere stati colpiti da<br />

eventi eccezionali (comma 1086).<br />

Modifi cata la disciplina della corresponsione degli interessi legali nel caso di ritardata<br />

erogazione dell’indennità di disoccupazione agricola. Ed infatti, a decorrere dal 1°<br />

gennaio 2007, gli interessi legali sulle prestazioni di disoccupazione con requisiti normali<br />

e con requisiti ridotti in agricoltura, decorrono dal termine per la pubblicazione degli<br />

elenchi nominativi annuali degli operai agricoli (pubblicazione che, ai sensi dell’art.<br />

9quinquies, c. 3, legge n. 608/1996, deve avvenire entro il 31 maggio dell’anno successivo)<br />

(comma 784).<br />

Con norma di interpretazione autentica si precisa che il salario medio convenzionale<br />

deve continuare a trovare applicazione per i compartecipanti familiari ed i piccoli coloni,<br />

nonché per gli iscritti alla gestione dei coltivatori diretti, coloni e mezzadri. La non applicabilità<br />

del salario medio convenzionale prevista dall’art. 01, c. 4, della legge n. 81/2006,<br />

deve dunque intendersi limitata ai datori di lavoro che occupati operai a tempo indeterminato<br />

e determinato. Per i compartecipanti familiari e piccoli coloni, invece, il salario<br />

medio convenzionale continua a rappresentare il parametro di riferimento per i contributi<br />

previdenziali ed assistenziali dovuti, nonché per le relative prestazioni, considerato<br />

che tale categoria di soggetti, non rientrando nell’ambito dei lavoratori subordinati, non<br />

percepisce compensi che possano essere qualifi cati come retribuzioni. Analogamente il<br />

salario medio convenzionale continua ad essere applicabile agli iscritti alla gestione dei<br />

coltivatori diretti, coloni e mezzadri per i quali l’onere contributivo e la misura delle prestazioni<br />

è correlato, anche, a detto parametro (comma 785). Inasprite tutte le sanzioni<br />

amministrative connesse alla violazione di norme in materia di lavoro, legislazione socia-<br />

Opere irrigue:<br />

fi nanziamenti<br />

fi no al 2010<br />

Joseph Mallord William Turner<br />

Mezzogiorno a Fonthill Abbey<br />

vista da est, 1800<br />

Applicazione del<br />

salario medio<br />

convenzionale<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 41


Durc: esteso<br />

l’ambito di<br />

applicazione<br />

Joseph Mallord William Turner<br />

La valle di Ashbumham,<br />

1816 circa<br />

Novità per la<br />

regolarizzazione<br />

dei rapporti di<br />

lavoro<br />

42<br />

FINANZIARIA<br />

le, previdenza e tutela della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro entrate in vigore prima<br />

del 1° gennaio 1999. La misura delle sanzioni previste dalle singole norme viene infatti<br />

quintuplicata a decorrere dal 1° gennaio 2007 (commi 1177 e 1178).<br />

Esteso ulteriormente l’ambito di applicazione del documento unico di regolarità<br />

contributiva (Durc) che gradualmente sta diventando necessario per accedere a qualunque<br />

forma di benefi cio pubblico. Ed infatti, a decorrere dal 1° luglio 2007, il Durc sarà<br />

necessario anche per accedere ai benefi ci normativi e contributivi previsti dalla normativa<br />

in materia di lavoro e legislazione sociale. Pertanto la mancata regolarità contributiva precluderà,<br />

dal luglio 2007, non solo la possibilità di accedere ai benefi ci ed alle sovvenzioni<br />

comunitarie, ma anche quella di usufruire di qualunque forma di benefi cio prevista dalla<br />

legislazione in materia di lavoro, comprese le agevolazioni contributive per zone montane<br />

e svantaggiate Restano comunque ferme le altre condizioni previste dalla legislazione<br />

vigente (ad esempio il rispetto della contrattazione collettiva) per accedere ai benefi ci in<br />

questione. In altre parole il possesso del Durc si aggiungerà a tutte le altre condizioni già<br />

oggi necessarie per poter usufruire delle agevolazioni contributive.<br />

Si tratta di una norma particolarmente delicata perché va<br />

ad incidere su un diritto di rilevante valenza economica, come<br />

quello relativo alle agevolazioni contributive per zone montane<br />

e svantaggiate, che interessa oltre due terzi delle aziende agricole.<br />

Peraltro la norma appare particolarmente preoccupante<br />

perché – a differenza di quella che subordina l’accesso ai benefi<br />

ci ed alle sovvenzioni comunitarie al possesso del Durc (cfr.<br />

art. 1-bis, c. 2, legge 228/2006) – non individua i periodi a partire<br />

dai quali è richiesta la regolarità contributiva, lasciando il<br />

dubbio che la regolarità medesima possa essere richiesta anche<br />

con riferimento a periodi pregressi. Per chiarire questo delicato aspetto occorrerà attendere<br />

il decreto del Ministro del lavoro che, entro tre mesi, dovrà defi nire le modalità di<br />

rilascio, i contenuti analitici del Durc “nonché le tipologie di pregresse irregolarità di<br />

natura previdenziale ed in materia di tutela delle condizioni di lavoro da non considerare<br />

ostative al rilascio del documento medesimo”. La norma, da ultimo, precisa che in<br />

attesa dell’entrata in vigore di tale decreto restano salve le vigenti disposizioni speciali in<br />

materia di certifi cazione di regolarità contributiva nei settori dell’edilizia e dell’agricoltura<br />

(commi 1175 e 1176).<br />

Ai datori di lavoro che occupano dipendenti non risultanti da scritture o da altra documentazione<br />

obbligatoria (cioè lavoratori “in nero”) è riconosciuta la possibilità di regolarizzare<br />

sia sotto il profi lo retributivo che contributivo i relativi rapporti di lavoro. I rapporti<br />

oggetto della regolarizzazione, come detto, non debbono essere stati denunciati agli istituti<br />

previdenziali ed alle altre amministrazioni competenti, né registrati sui libri obbligatori.<br />

La circostanza, invece, che sia intervenuto un eventuale accertamento ispettivo che abbia<br />

verifi cato la sussistenza di rapporti di lavoro “in nero” non preclude la possibilità di accedere<br />

a questa forma di regolarizzazione. In tal caso tuttavia la procedura di sistemazione<br />

deve avere riguardo a tutti i lavoratori interessati dall’accertamento. Per poter usufruire<br />

della regolarizzazione dei rapporti di lavoro non dichiarati il datore di lavoro interessato<br />

deve presentare alla sede Inps territorialmente competente, entro il 30 settembre 2007,<br />

apposita istanza di regolarizzazione che indichi le generalità dei lavoratori che intende<br />

regolarizzare ed i rispettivi periodi oggetto di regolarizzazione, comunque non anteriori<br />

ai cinque anni precedenti alla data di presentazione dell’istanza medesima (commi da<br />

1192 a 1201). <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


FINANZIARIA<br />

La ristrutturazione dei crediti agricoli Inps<br />

L’annoso problema della regolarizzazione dei contributi previdenziali pregressi<br />

dovuti all’Inps da parte di aziende agricole assuntrici di manodopera, e<br />

dai lavoratori autonomi del settore (coltivatori diretti, mezzadri, coloni,<br />

imprenditori agricoli), è quanto mai di attualità. Basta scorrere le pagine dei<br />

maggiori quotidiani nazionali per imbattersi in articoli più o meno contraddittori, il cui<br />

unico risultato è quello di confondere le idee ai lettori, aldilà del personale interesse alla<br />

soluzione della vicenda. Forse è il momento di fare chiarezza.<br />

L’ultimo condono dei contributi previdenziali agricoli ha riguardato i debiti maturati<br />

fi no alla data del 31.12.1997 (legge n. 448/98). Tale normativa prevedeva l’abbattimento<br />

delle sanzioni civili, con la possibilità di pagamento del dovuto in venti rate semestrali<br />

maggiorate dell’1% come tasso di interesse di differimento, oppure di defi nizione del<br />

pregresso mediante pagamento in unica soluzione.<br />

Da allora ad oggi non è stato più possibile prevedere normativamente ulteriori<br />

operazioni di regolarizzazione (condono), in quanto tali crediti vantati dall’Inps<br />

(alla stessa stregua dei contributi dovuti dalle aziende che operano con il sistema DM e<br />

dagli Artigiani e Commercianti) sono stati oggetto di cessione e cartolarizzazione. Con<br />

tale operazione l’Inps, e quindi lo Stato, ha ceduto la “titolarità” su tali crediti ad un terzo<br />

(Scci Spa), società di cartolarizzazione dei crediti Inps, ricavandone un corrispettivo<br />

fi nanziario immediato.<br />

Il “portafoglio” dei crediti ceduti è costituito non solo dai contributi dovuti in sorte<br />

capitale, ma anche dalle relative sanzioni civili. I crediti agricoli oggetto di cessione sono<br />

quelli maturati fi no al 31.12.2004. Un tentativo di condono dei crediti agricoli, bocciato<br />

per i motivi suesposti da parte dell’allora presidente della Repubblica Carlo Azelio<br />

Ciampi, era stato fatto in sede di conversione del D.L. 2/2006 nella legge 81/2006.<br />

Ma veniamo agli avvenimenti degli ultimi tempi. Nel mese di ottobre 2006, al fi ne di<br />

risolvere una volta per tutte la questione inerente la regolarizzazione dei crediti agricoli,<br />

il Ministero delle politiche agricole ha avviato una negoziazione con alcune Banche che<br />

avevano manifestato interesse all’acquisto del portafoglio di crediti agricoli, detenuto<br />

dalla Scci.<br />

L’operazione prevede le seguenti attività:<br />

1) Accordo esclusivo di servizio tra banche (Unicredit S.p.A. e Deutsche Bank AG)<br />

ed associazioni di categoria fi nalizzato a divulgare l’iniziativa presso i debitori, ma<br />

soprattutto ad avviare le fasi di verifi ca delle adesioni, nonché all’accertamento e<br />

verifi ca degli importi totali di debiti oggetto di “ristrutturazione” (regolarizzazione,<br />

o condono, anche se questa ultima defi nizione sembra essere bandita per motivi di<br />

opportunità politica).<br />

2) Contratto preliminare di vendita, sottoscritto in data 13 ottobre 2006, tra<br />

le banche e Scci Spa, avente ad oggetto i crediti agricoli vantati da<br />

quest’ultima e ad essa trasferiti dall’Inps nel corso delle operazioni<br />

di cartolarizzazione negli anni dal 1999 al 2004. Con tale contratto le<br />

banche procedono all’acquisto di tali crediti e successivamente alla loro<br />

ristrutturazione mediante la conclusione di accordi transattivi con i<br />

debitori, cui viene concessa la possibilità di estinguere in unica soluzione<br />

l’importo contrattato (tra il 22 e il 30% del dovuto) oppure mediante<br />

pagamento dilazionato in rate trimestrali costanti per un periodo di dieci<br />

anni (in questo caso il debitore pagherà tra il 29% ed il 39% del dovuto).<br />

John Constable<br />

East Bergholt Common dalla<br />

casa di Constable, 1800<br />

Il condono<br />

fu bloccato<br />

da Ciampi<br />

Joseph Mallord William Turner<br />

Monastero di Tynemouth,<br />

1822 circa<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 43


Il Cda dell’Inps<br />

ha approvato<br />

la ristrutturazione<br />

dei crediti<br />

Jean-Francois-Armand-Félix<br />

Bernard<br />

Veduta dei dintorni di Roma,<br />

Il Tevere, 1857<br />

Azzerati i debiti<br />

pregressi<br />

44<br />

FINANZIARIA<br />

3) L’oggetto del contratto defi nitivo è rappresentato dall’intero portafoglio<br />

dei crediti agricoli. In particolare prevede che le banche acquisiscano il diritto<br />

di acquistare anche i crediti non ristrutturati. Ciò signifi ca che, se un debitore<br />

non aderisce in prima battuta alla proposta di regolarizzazione, può comunque e<br />

sempre farlo indipendentemente dalla data di chiusura delle operazioni preliminari<br />

di adesione. Quindi le banche assumono per sé anche i proventi derivanti dagli<br />

incassi dei crediti non ristrutturati anche se per gli stessi non vi sia stata proposta di<br />

adesione.<br />

4) Corrispettivo dell’operazione. La proposta delle banche è subordinata al<br />

raggiungimento di un livello minimo di adesioni vincolanti al piano di ristrutturazione<br />

(euro 2.000 milioni, pari a circa il 33% del valore nominale dei crediti agricoli di<br />

proprietà di Scci Spa). Tale soglia dovrebbe garantire un corrispettivo minimo pari<br />

ad €. 600 milioni circa a favore della Società di Cartolarizzazione (e non all’Inps,<br />

come ripetutamente scritto e sostenuto).<br />

Il presupposto dell’operazione di ristrutturazione rimane il rispetto degli interessi<br />

dell’Inps. Il CdA dell’istituto previdenziale ha preso in esame l’intera operazione e l’ha<br />

ritenuta conveniente condividendone le fi nalità sia sotto l’aspetto economico-fi nanziario,<br />

sia sotto il profi lo sociale. Quindi, in data 25 gennaio 2007,<br />

ha deliberato di “esprimere parere favorevole all’operazione<br />

per ciò che concerne gli aspetti economico-fi nanziari (...) e di<br />

trasmettere la delibera ai Ministeri vigilanti per la soluzione<br />

delle problematiche di carattere normativo relativo agli<br />

aspetti contributivo-previdenziali...”.<br />

Pur tuttavia la delibera suddetta risultava insuffi ciente per<br />

fi nalizzare compiutamente l’operazione.<br />

In data 2 febbraio 2007 il Ministro dell’Economia e delle<br />

Finanze e quello del Lavoro e della Previdenza Sociale, in<br />

una nota inviata al presidente dell’Inps ribadiscono che una<br />

decisione dell’Istituto, nell’esercizio dei suoi compiti gestionali (...) va defi nitivamente<br />

assunta in tempi celeri quale espressione della sua capacità di funzionamento in via<br />

ordinaria. E così, in data 7 febbraio il Cda dell’Istituto delibera di dare mandato al<br />

presidente di sottoscrivere la convenzione tra i creditori che ne modifi ca termini<br />

e condizioni, al fi ne di rendere possibile la cessione dei crediti agricoli<br />

nel portafoglio del veicolo Scci Spa, secondo l’offerta formulata dalle<br />

Banche…<br />

Il che signifi ca autorizzare il legale rappresentante dell’Ente alla sottoscrizione di atti<br />

modifi cativi dei contratti originari di cessione ovvero dei contratti accessori sottoscritti<br />

dall’Istituto e che disciplinano tutti gli aspetti relativi alla gestione dei crediti oggetto di<br />

cessione. A questo punto l’operazione dovrebbe defi nitivamente partire. I tempi tecnici<br />

di realizzazione dal punto di vista pratico-operativo saranno verosimilmente ancora<br />

lunghi. Ma gli ultimi ostacoli formali, con la delibera del Cda dell’Istituto del 7 febbraio<br />

u.s., sono defi nitivamente superati.<br />

Nel frattempo le iscrizioni ipotecarie e le procedure coattive di recupero dei crediti sono<br />

riprese dal 15 dicembre 2006, in quanto la sospensione generalizzata aveva quella data<br />

come termine fi nale. Da queste stesse pagine abbiamo più volte sottolineato la necessità<br />

di affrontare i problemi dell’agricoltura in maniera più complessiva, e non con operazioni<br />

di sanatoria di diffi cile fattibilità sotto il profi lo della spesa e della ricaduta sulla fi scalità<br />

generale. Non possiamo che ribadirlo con più forza e più convinzione di prima. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Infortuni sul lavoro, si cambia<br />

Arriva il Testo unico<br />

Con la presentazione uffi ciale il 25 gennaio scorso a Napoli, anche<br />

il tema della sicurezza del lavoro ha un suo ‘Testo unico’ nel<br />

quale si affrontano, per la prima volta, il riordino, l’innovazione,<br />

il coordinamento e la semplifi cazione delle normative. Il<br />

documento rappresenta, soprattutto, la sinergia che il ministero<br />

del Lavoro metterà in atto con quello della Salute, con le principali<br />

amministrazioni e con le parti sociali. La novità più importante tra quelle<br />

introdotte è l’ampliamento del campo dell’applicazione delle normative in materia<br />

di salute e sicurezza a tutti i settori e a tutti i lavoratori, indipendentemente dalla<br />

qualifi cazione del rapporto di lavoro con il quale si è legati all’imprenditore.<br />

Saranno così date garanzie non solo a chi svolge un lavoro subordinato, ma anche<br />

a chi è sotto contratto fl essibile o è un lavoratore autonomo. Inoltre, particolare<br />

attenzione sarà posta nei confronti dei giovani, degli extracomunitari e dei<br />

lavoratori con contratto di somministrazione per la loro maggiore incidenza dei<br />

rischi di infortuni nelle mansioni che svolgono. Per le piccole e medie imprese<br />

sono state anche introdotte misure che semplifi cano gli adempimenti in materia<br />

di sicurezza, soprattutto per far sì che il tema non venga più visto come un obbligo<br />

ma come un obiettivo tra quelli che l’azienda si pone.<br />

Secondo l’ultimo rapporto pubblicato dall’Inail sugli incidenti sul posto di lavoro,<br />

nel 2006 quelli denunciati sono complessivamente diminuiti sia su base annua,<br />

sia rispetto al 2001. Se confrontati con il 2005, il calo è stato pari allo 0,5%,<br />

attestandosi a quota 935.500 (stima previsionale) contro i precedenti 939.956.<br />

Cinque anni prima, invece, erano stati 1.023.379 (-8,6%). Nel settore agricolo, si<br />

legge nel rapporto, il calo è stato più consistente: tra il 2005 e il 2006 si è passati<br />

da 66.400 a 63.600 (-4,2%), mentre rispetto al 2001 la diminuzione è stata del<br />

21% (nel 2001 gli incidenti denunciati erano stati 80.532).<br />

L’indice di incidenza registrato dall’Inail, che rapporta il numero di denunce a<br />

mille occupati, nel settore dell’agricoltura è calato. Secondo le stime, si è passati dal<br />

79,1% registrato nel 2001 al 62,5% del 2006, ovvero una diminuzione di 21 punti<br />

percentuali. Tra l’anno appena passato e il 2005, invece, la variazione è stata pari a<br />

-10,9%, con l’indice che si era infatti attestato al 70,1%. Calano anche gli incidenti<br />

mortali sia nelle stime complessive sia in quelle del settore dell’agricoltura. La<br />

variazione registrata tra il 2001 e il 2006 (stime previsionali) è stata pari a –19,1%,<br />

con una diminuzione in tutte le attività dalle 1.546 denunce a 1.250. Nel ramo<br />

agricolo, la variazione è stata di –21,4% dal 2001 al 2006, passando da 159 a 125<br />

casi denunciati.<br />

Sul tema è intervenuto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,<br />

defi nendo “una piaga” gli incidenti sul luogo di lavoro e plaudendo all’iniziativa<br />

del ministero del Lavoro: “Segna una volontà nuova, un impegno conseguente<br />

dei poteri pubblici e delle forze sociali per estirpare la piaga delle morti e degli<br />

incidenti”. Alle sue parole fanno eco quelle di Franco Marini, presidente del<br />

Senato: “Il lavoro è vita, mai e poi mai può mutarsi in morte o sofferenza, per il<br />

lavoratore e per i suoi cari”. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007<br />

SICUREZZA<br />

di Luigino Scricciolo<br />

Joseph Mallord William Turner<br />

Shoreham, 1832 circa<br />

In agricoltura<br />

calano<br />

gli infortuni<br />

sul lavoro<br />

Franco Marini:<br />

“Il lavoro è vita,<br />

non può mutarsi<br />

in morte”<br />

45


Alfred Sisley,<br />

Giorno di festa<br />

a Marly-le -Roi,<br />

(il 14 luglio), 1875<br />

Prezzo record<br />

dello zucchero<br />

sul mercato<br />

globale<br />

Jean-Baptiste-Camille Corot<br />

Venezia, 1834<br />

46<br />

ZUCCHERO<br />

di Severo De Pignolis<br />

Non sprechiamo lo zucchero<br />

L’Italia importatore di zucchero<br />

Si sa: le rivoluzioni sono sanguinose, è meglio lasciarle perdere del tutto. Però<br />

di questi tempi persino le più caute riforme (o contro-riforme? fate voi) appaiono<br />

diffi cili da concretizzare. Si possono raccogliere idee per minuscoli<br />

aggiustamenti: fattibili specie a costi zero, se non toccano questioni etiche,<br />

sessuali, religiose, economiche o politiche. Qualcosa resta. Ed eccoci a parlare di una<br />

urgente riforma per le bustine di zucchero (nome comune del saccarosio) al bar e in<br />

altri pubblici esercizi.<br />

Fateci caso. Quasi mai una persona usa le bustine per intero. Qual che rimane (spreco<br />

uno: lo zucchero) si getta insieme alla confezione aperta (sprecare carta e siamo a<br />

due) e alle eventuali bustine chiuse ma un po’ macchiate. Oltre a essere un sistema<br />

anti-economico, questo meccanismo sporca parecchio - chiedete ai baristi inferociti<br />

– e talvolta provoca danni collaterali: specie negli orari di grande ingorgo a chi infi la<br />

tazze, bicchieri, cucchiai nelle mini-lavatrici manca il tempo di verifi care che non siano<br />

rimasti pezzetti di carta sul fondo della tazzina… con il risultato che ogni tanto lo<br />

scarico si inceppa.<br />

Perché non si usano più le vecchie zuccheriere? All’origine c’è un’ottima ragione e<br />

riguarda la sacrosanta difesa della salute collettiva: quel cucchiaio che spuntava dal<br />

contenitore di saccarosio… fi niva sul bancone, in terra, c’era persino chi lo leccava e<br />

poi lo rimetteva lì. Non proprio un sistema igienico e dunque la decisione di eliminare<br />

le zuccheriere aperte fu giusta, come tutte le regole pensate per evitare che i luoghi<br />

pubblici diffondano infezioni o malattie. Ma perché non affi darsi a quelle chiuse, che<br />

si usano rovesciando lo zucchero dall’alto? In effetti alcuni esercizi le hanno – in varie<br />

forme ma sempre di vetro per verifi care al volo il contenuto – mentre i più si sono<br />

affi dati alle bustine. Anche perché quasi sempre le buste (fantasiose, colorate, talora<br />

sponsorizzate) sono un regalino per chi acquista quel caffè o quelle merendine.<br />

Se lo zucchero costa poco, se in giro ce n’è troppo perché meravigliarsi che lo si regali<br />

a bar e ristoranti? Si potrebbe fare ovviamente un’obiezione serissima sugli agricoltori<br />

sovvenzionati anche se le loro merci poi non vengono realmente consumate. Ma è una<br />

vecchia, complessa questione politica ed economica che dunque – almeno per il saccarosio<br />

di cui stiamo parlando – si può lasciare un attimo da parte. Prevedendo una<br />

contro-mossa. Cioè che almeno si trovi il modo di abolire le bustine per incentivare<br />

l’uso delle zuccheriere, ovviamente chiuse e dunque igienicamente sicure. Se poi di<br />

saccarosio ancora ne resta troppo… produttori e persino esercenti invece di sprecarlo<br />

in giro potrebbero regalarlo a ospedali, scuole, mense dei poveri e così<br />

via. Nulla di strano perché anche in Italia – in varie forme più o meno<br />

organizzate – si diffonde il fenomeno di recuperare quel che andrebbe<br />

sprecato. Su tanti cibi deteriorabili, pur se correttamente conservati,<br />

lo zucchero ha il vantaggio di non scadere… a breve.<br />

Con il nome e cognome che lo scrivente si ritrova (genitori distratti?<br />

Anagrafe crudele? uno pseudonimo?) state certi che sono state fatte le<br />

verifi che del caso. È un aggiustamento possibile. Un rimedio facile per<br />

uno spreco enorme… O no? <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


P.A. RISPONDE<br />

a cura della redazione<br />

Come assumere un lavoratore rumeno oggi<br />

Devo assumere un cittadino rumeno come operaio agricolo per 6 mesi. Ho sentito dire<br />

che non c’è più bisogno del permesso di soggiorno perché la Romania è entrata a fare<br />

parte dell’Unione Europea. Vorrei sapere se è vero e, in caso di risposta affermativa,<br />

con quali modalità devo assumerlo.<br />

A seguito dell’ingresso di Romania e Bulgaria nell’Unione Europea, i cittadini provenienti da<br />

questi Paesi possono liberamente entrare e soggiornare in Italia secondo le vigenti disposizioni<br />

di diritto comunitario in materia di libera circolazione nel territorio della UE. Ai soli fi ni<br />

dell’accesso al lavoro, il Governo Italiano ha deciso di avvalersi di un regime transitorio della<br />

durata di un anno durante il quale per l’assunzione di un cittadino rumeno o bulgaro occorre<br />

comunque un’autorizzazione preventiva. Tale regime restrittivo però non trova applicazione<br />

per alcuni settori economici, tra i quali appunto quello agricolo. Pertanto per assumere un cittadino<br />

rumeno come operaio agricolo stagionale non serve alcuna autorizzazione preventiva<br />

né il rilascio del permesso di soggiorno. È suffi ciente effettuare le prescritte comunicazioni<br />

di assunzione con le modalità ordinarie, come se si trattasse di un cittadino italiano. Se il<br />

rapporto di lavoro supera la durata di tre mesi, il lavoratore dovrà farsi carico di chiedere<br />

alla Questura o tramite le Poste il rilascio della “carta di soggiorno” prevista per i cittadini<br />

comunitari, ai sensi e per gli effetti di cui al d.p.r. 52/2002.<br />

Finanziaria e comunicazioni di assunzione<br />

A seguito delle novità introdotte dalla legge fi nanziaria, come sono cambiati i termini<br />

e le modalità per effettuare la comunicazione d’assunzione degli operai agricoli?<br />

La legge fi nanziaria per il 2007 (legge 296/2006) ha introdotto importanti novità in materia<br />

di comunicazione di assunzione, trasformazione e cessazione dei rapporti di lavoro, che<br />

valgono per i lavoratori di tutti i settori produttivi, compresi gli operai agricoli. A decorrere<br />

dal 1° gennaio 2007, infatti, l’obbligo di comunicare l’assunzione dei lavoratori deve essere<br />

assolto il giorno prima dell’instaurazione del rapporto stesso, attraverso un modello unifi cato<br />

da inviare al Centro per l’impiego. In attesa della defi nizione del modello unifi cato, che dovrà<br />

avvenire con decreto ministeriale, i datori di lavoro devono effettuare la comunicazione anticipata<br />

al Centro per l’impiego mediante il registro d’impresa e devono continuare ad effettuare<br />

le consuete comunicazioni all’Inail (denuncia nominativa di assunzione) e all’Inps.<br />

Cuneo fi scale e operai a tempo determinato<br />

Occupo diversi operai agricoli a tempo determinato che svolgono tra le 100 e le 150<br />

giornate di lavoro l’anno. La maggior parte di loro vengono riassunti negli anni successivi.<br />

Posso benefi ciare della riduzione del cuneo fi scale prevista dalla legge fi nanziaria<br />

per il 2007?<br />

La risposta purtroppo è negativa. La legge fi nanziaria per il 2007 limita la possibilità di<br />

benefi ciare della cosiddetta riduzione del cuneo fi scale attraverso l’abbattimento della base<br />

imponibile IRAP ai soli datori di lavoro che occupano lavoratori a tempo indeterminato.<br />

L’unica estensione riguarda i rapporti di lavoro part-time (orizzontali, verticale e misti) purché<br />

siano a tempo indeterminato. In tal caso il benefi cio è riproporzionato in rapporto al<br />

ridotto orario di lavoro.<br />

Nulla invece è previsto per i rapporti di lavoro a tempo determinato, anche se di una certa<br />

durata occupazionale e reiterati nel corso degli anni. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 47


48<br />

<strong>PREVIDENZA</strong><br />

di Daniela Lambertini<br />

Scatta l’ora del Durc agricolo<br />

Romania e Bulgaria nell’Ue: rifl essi previdenziali<br />

Il Documento di regolarità contributivo diventa obbligatorio nelle richieste<br />

di sovvenzioni e benefi ci comunitari: per il rilascio dell’attestazione,<br />

l’azienda deve risultare regolare negli obblighi contributivi relativamente<br />

alle prestazioni lavorative. Da più parti si è cercato di rinviare l’ora del<br />

Durc lamentando ora ineffi cienze Inps ora modalità di applicazione. L’Inps<br />

ha defi nitivamente sciolto ogni dubbio: il Durc entra in vigore.<br />

(www.inps.it; msg. Inps n.° 20505/06)<br />

La legge n. 16 del 9 gennaio 2006 ha ratifi cato il trattato di adesione della Repubblica di Bulgaria e della Romania<br />

all’Unione Europea, con effetto dal 1° gennaio 2007. Pertanto a decorrere dalla stessa data trova applicazione<br />

la disciplina comunitaria in materia di sicurezza sociale sia ai lavoratori rumeni e bulgari distaccati in<br />

Italia che ai lavoratori italiani distaccati nei due Paesi neocomunitari. (www.inps.it - Messaggio N. 002309<br />

del 25/01/2007)<br />

Nasce il Fondinps per il Tfr<br />

È nato presso l’Inps, ma separato patrimonialmente, amministrativamente e contabilmente, “Fondinps”. È la<br />

forma di previdenza complementare a cui andrà il Tfr maturando dei lavoratori dipendenti di aziende con più<br />

di 50 addetti che hanno manifestato la volontà di mantenere il Tfr in azienda.<br />

Aumento dell’aliquota del Fpld Inps<br />

A decorrere dal 1° gennaio 2007, l’aliquota del contributo per il fi nanziamento del Fondo pensioni a carico<br />

dei lavoratori dipendenti è aumentata dello 0,3%. A seguito di tale incremento, l’aliquota complessivamente<br />

dovuta dal lavoratore e dal datore di lavoro al fi nanziamento del Fondo pensioni lavoratori dipendenti non<br />

può comunque superare il 33%.<br />

Aliquota per i lavoratori parasubordinati<br />

A decorrere dal 1° gennaio 2007, l’aliquota contributiva pensionistica dovuta per i lavoratori parasubordinati<br />

iscritti alla gestione separata Inps (Art. 2, comma 26, legge 335/1995, n. 335) è fi ssata nella misura del 23%<br />

per cento per i soggetti che non risultino assicurati presso altre forme obbligatorie. Per i rimanenti iscritti<br />

l’aliquota contributiva pensionistica viene stabilita nella misura del 16%. Le predette aliquote valgono anche<br />

per il computo delle prestazioni pensionistiche e sono applicabili a tutte le categorie di iscritti alla gestione<br />

separata, compresi gli associati in partecipazione.<br />

Invariate le aliquote Cd/Cm/Iap<br />

Le aliquote contributive per il fi nanziamento delle gestioni pensionistiche dei lavoratori artigiani e commercianti<br />

iscritti alle gestioni autonome dell’Inps sono stabilite, a decorrere dal 1° gennaio 2007, in misura pari al 19,5% e<br />

dal 1° gennaio 2008, le predette aliquote sono elevate al 20%.<br />

Non è previsto invece alcun intervento sulle aliquote dovute alla gestione pensionistica dei coltivatori diretti,<br />

coloni e mezzadri e IAP.<br />

Cessione dei crediti agricoli cartolarizzati: l’Inps favorevole<br />

Completata tutta la documentazione utile e indispensabile per l’analisi della cessione delle partite creditizie di<br />

Inps, il CdA ha espresso, all’unanimità, parere favorevole all’operazione per ciò che concerne gli aspetti economico-fi<br />

nanziari, ritenendola congrua e conveniente per il bilancio patrimoniale dell’Istituto.<br />

Tenuto conto di osservazioni emerse anche nella Conferenza interministeriale (Ministero dell’Economia e delle<br />

Finanze, Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Ministero delle Politiche Agricole) dell’8 gennaio scorso,<br />

in merito ad un equo rapporto tra contributi e prestazioni, il CdA ha inviato la delibera ai Ministeri vigilanti<br />

per evidenziare l’opportunità di eventuali adeguamenti normativi.<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


CONTRATTI<br />

di Marco Togna<br />

È<br />

stato rinnovato il contratto nazionale per i 70.000 addetti ai lavori di<br />

sistemazione idraulico-agraria e forestale, valida per il quadriennio 2006-<br />

2009. Prevede un aumento salariale del 5,1 per cento, pari a 55,17 euro per il terzo<br />

livello qualifi cato super; l’erogazione avviene in due tranche: la prima (dal 1 agosto<br />

2006) di 30,25 euro, la seconda (dal 1 gennaio 2007) di 24,92 euro. Altre due le novità dal<br />

punto di vista economico: l’aumento da 20,66 a 25 euro dell’indennità di cassa erogata<br />

agli impiegati cui è affi data la mansione di cassiere; l’istituzione di una “indennità di alta<br />

professionalità” (per gli operai inquadrati al quinto livello), prevista per 14 mensilità fi no a<br />

un massimo di 100 euro. Importanti novità sono state introdotte sulla tutela delle lavoratrici<br />

madri e della maternità, sul congedo matrimoniale, sulle ferie per i lavoratori immigrati e sul<br />

tema degli infortuni sul lavoro.<br />

Un aumento dei minimi salariali dell’8% per la prima e la seconda area e del 10%,<br />

un incremento del 5,1% in busta paga per tutti, la rivalutazione del 10% degli<br />

scatti di anzianità. Sono questi i risultati economici del rinnovo del contratto<br />

nazionale degli 800.000 operai agricoli, siglato da Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil<br />

e da Confagricoltura, Cia e Coldiretti. L’accordo prevede anche una norma che fi ssa la quota<br />

massima di fl essibilità degli orari di 75 ore l’anno e di un massimo di 44 ore a settimana.<br />

Incrociare domanda e offerta di lavoro stagionale per gli immigrati, in modo<br />

da allungare il periodo di impiego dei lavoratori a fronte di una riduzione di nuovi<br />

ingressi. Attraverso una piattaforma telematica (www.regione.emilia-romagna.it/<br />

stagionaliagricoltura) in cui i lavoratori potranno presentare la propria candidatura,<br />

sfuggendo così anche al mercato del lavoro nero. È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa<br />

sul lavoro stagionale in agricoltura fi rmato il 26 settembre in provincia di Ravenna, cui<br />

aderiscono imprese, sindacati, istituzioni locali, questura e Inps.<br />

La Dir-Agri/Confederdia, fi rmataria del Contratto Dirigenti dell’Agricoltura, fi n dal<br />

1949, e l’Andi/Cida, ha sottoscritto il 13 febbraio 2007, con la Confagricoltura,<br />

l’accordo per il rinnovo biennale retributivo.<br />

L’articolo 8 prevede l’aumento dello stipendio base mensile secondo i seguenti<br />

scaglioni: con decorrenza 1° gennaio 2007 di € 120,00 mensili; con decorrenza 1° gennaio<br />

2008 di € 80,00 mensili. Pertanto il nuovo stipendio base mensile spettante ai dirigenti<br />

dal 1° gennaio 2007, è di € 3.235,00 e dal 1° gennaio 2008 sarà di € 3.315,00.<br />

Siglati anche i contratti integrativi di quattro importanti grandi aziende, tutti<br />

validi per il quadriennio 2006-2009. Il primo riguarda la Coca-Cola Hbc Italia<br />

(2.500 lavoratori): prevede un premio per obiettivo di 6.200 euro (1.400 euro nel<br />

2006, 1.500 nel 2007, 1.600 nel 2008, 1.700 nel 2009); stabilisce anche l’incremento<br />

dei ticket restaurant e delle indennità per il lavoro notturno, e la creazione di un piano di<br />

assistenza sanitaria per tutto il personale a tempo indeterminato, con decorrenza dal 1<br />

gennaio 2008 e del valore di 400 euro, con una partecipazione al 75 per cento dell’azienda. Il<br />

secondo è stato fi rmato al gruppo Heineken Italia (1.000 dipendenti):<br />

prevede un premio di produzione di 6.250 euro e l’incremento di 120 euro<br />

(a partire dal luglio 2008) della quota pagata dall’azienda per la polizza<br />

sanitaria, raggiungendo così i 300 euro a carico dell’azienda e i 100 a<br />

carico del lavoratore. Il terzo accordo riguardo il gruppo Ferrero: prevede<br />

un premio di 6.150 euro e l’armonizzazione dei trattamenti tra i diversi<br />

stabilimenti attraverso l’aumento dell’indennità per il lavoro notturno al<br />

35% dal 2007 e successivamente al 40. Il quarto contratto integrativo è<br />

quello con la Colussi (900 dipendenti): prevede un premio per obiettivi,<br />

che va dai 3.325 euro del sito produttivo di Vittorio Veneto, ai 3.625 euro<br />

di Fossano e di Imperia, ai 3.975 di Petrignano.<br />

Contratto<br />

nazionale dei<br />

lavoratori<br />

forestali<br />

Il contratto degli<br />

operai agricoli<br />

Domanda e<br />

offerta di lavoro<br />

immigrato<br />

Contratto<br />

dirigenti<br />

agricoli<br />

Contratti<br />

integrativi<br />

aziendali<br />

Lotte contadine di Rolando Mensi<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 49


50<br />

DIRITTO UE<br />

di Fabio Cavicchioli<br />

Importante sentenza della Corte di Giustizia (C-<br />

310/04-Spagna /Consiglio CEE, disponibile su<br />

htpp://europa.eu.int), in materia di aiuti al settore<br />

del cotone.<br />

Nel 1980 venne introdotto un regime di aiuto al cotone,<br />

esteso alla Spagna nel 1986.<br />

I Regolamenti 1782/2003 e 864/2004 hanno applicato<br />

a questo settore un sistema di aiuti non più legato alla<br />

produzione ma concesso in forma di sostegno al reddito<br />

degli imprenditori (regime pagamento unico).<br />

La Spagna ha impugnato detti regolamenti, ritenendoli<br />

contrari ad un vero aiuto alla produzione, che avrebbe<br />

dovuto imporre come condizione per la sua concessione<br />

che il cotone fosse raccolto, perché solo se raccolto è<br />

oggetto di trasformazione industriale, mentre per quei<br />

provvedimenti conta solo la coltivazione in sé.<br />

La Corte ha dato ragione alla Spagna, ritenendo sussistente<br />

per il settore del cotone la violazione del<br />

principio di proporzionalità, per il quale: gli atti comunitari<br />

non devono superare i limiti di quanto necessario<br />

al conseguimento degli scopi; di fronte a più misure<br />

si ricorra a quella nella quale gli inconvenienti causati<br />

non siano sproporzionati rispetto agli scopi perseguiti.<br />

Nel caso di specie le misure impugnate non garantiscono<br />

la redditività della produzione del cotone nelle<br />

regioni spagnole interessate, con il probabile risultato<br />

dell’abbandono di una parte considerevole della produzione<br />

spagnola di cotone grezzo e gravi conseguenze<br />

economiche.<br />

Per il cotone non si deve tenere conto del pagamento<br />

unico, concesso indipendentemente dalla coltura scelta<br />

e anche se l’agricoltore decida di non produrre nulla.<br />

Inoltre taluni dati numerici utilizzati nel calcolo della<br />

redditività della coltura del cotone si sono rivelati erronei.<br />

Se il calcolo delle Istituzioni comunitarie avesse<br />

incluso i costi salariali e avesse preso in considerazione<br />

un prezzo di vendita conforme al livello attuale<br />

del mercato sarebbe risultato che sotto il nuovo regime<br />

di aiuto i costi di produzione sono superiori ai redditi<br />

dei produttori e che il margine lordo prevedibile per<br />

il cotone è nullo, o addirittura negativo, al punto che<br />

gli agricoltori rischiano di lavorare in passivo se continuano<br />

a produrre cotone. È stato trascurato così che la<br />

produzione del cotone e la sua trasformazione sono indissolubilmente<br />

collegate. In buona sostanza non<br />

si è tenuto conto dei costi salariali, senza i quali<br />

non si può valutare la redditività della coltura. Quindi,<br />

i dati illustrati dalle istituzioni comunitarie non hanno<br />

permesso alla Corte di accertare se il legislatore comunitario<br />

abbia potuto pervenire alla conclusione che la<br />

fi ssazione dell’importo dell’aiuto specifi co al cotone è<br />

suffi ciente a garantire l’obiettivo di assicurare la redditività<br />

e il proseguimento di tale coltura. È risultato<br />

così violato il principio di proporzionalità, il ricorso è<br />

stato accolto e per ciò annullato il capitolo 10 bis del<br />

titolo IV del regolamento n. 1782/2003, come modifi -<br />

cato. Per evitare ogni incertezza sul regime applicabile<br />

agli aiuti nel settore del cotone a seguito di questa sentenza,<br />

l’annullamento è sospeso fi no all’adozione di un<br />

nuovo regolamento.<br />

Il 24 gennaio scorso la Commissione europea ha proposto un’ampia riforma dell’organizzazione<br />

comune dei mercati nel settore ortofrutticolo, intesa ad allineare questo settore con il<br />

resto della PAC riformata<br />

Punti principali della proposta che dovrebbe entrare in vigore nel 2008.<br />

Flessibilità e regole semplifi cate per le organizzazioni di produttori. I produttori saranno liberi di<br />

aderire a più organizzazioni di produttori per ciascun prodotto. Saranno erogati fi nanziamenti supplementari<br />

per incoraggiarne la creazione; verranno promosse le fusioni e le associazioni e proseguirà il sostegno di<br />

quelle operanti su scala transnazionale.<br />

La Gestione delle crisi sarà organizzata tramite le organizzazioni dei produttori facendo ricorso a<br />

strumenti quali la raccolta prima della maturazione o la mancata raccolta degli ortofrutticoli, iniziative di<br />

promozione e comunicazione in tempo di crisi, formazione, assicurazione del raccolto e copertura delle spese<br />

amministrative per la costituzione di fondi comuni di investimento. I ritiri dal mercato saranno fi nanziati.<br />

La Comunità si farà carico delle spese per le operazioni di distribuzione gratuita a scuole, colonie di vacanze,<br />

ospedali, enti caritativi, ospizi per persone anziane e istituti di pena, nel limite del 5% della produzione<br />

commercializzata da ciascuna organizzazione di produttori.<br />

Inserimento dell’ortofrutta nel regime di pagamento unico: la superfi cie coltivata a ortofrutticoli<br />

potrà benefi ciare dei diritti all’aiuto nell’ambito del regime di aiuti disaccoppiati vigente in altri comparti<br />

agricoli. Tutti gli aiuti esistenti a favore degli ortofrutticoli trasformati saranno disaccoppiati e verranno<br />

aumentati i massimali di bilancio nazionali del regime di pagamento unico.<br />

Misure ambientali: l’inserimento dell’ortofrutta nel regime di pagamento unico implica per tutti i<br />

benefi ciari l’obbligo di pagamenti diretti. Inoltre, ciascun programma operativo dovrà destinare parte della<br />

spesa a interventi ambientali. La produzione biologica fruirà di un tasso di fi nanziamento comunitario in<br />

ciascun programma operativo.<br />

Le organizzazioni dei produttori avranno la possibilità di inserire nei loro programmi operativi<br />

iniziative di promozione del consumo di ortofrutticoli che siano in linea con le raccomandazioni<br />

dell’Organizzazione mondiale della sanità Il fi nanziamento comunitario sarà maggiore se la promozione si<br />

rivolge ai giovanissimi.<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


GIURISPRUDENZA<br />

di Antonio Positino<br />

Il datore di lavoro non può contrastare lo svolgimento di un’attività politica da parte del dipendente<br />

Nel rapporto di lavoro il diritto allo svolgimento di attività politica, tutelato dalla Costituzione, non<br />

può essere escluso o limitato se non nel caso in cui sia stata prevista una specifica incompatibilità.<br />

Al di fuori di questa ultima ipotesi, ribadisce la Suprema Corte, il datore di lavoro non può contrastare<br />

lo svolgimento di un’attività politica al di fuori, si intende, dell’orario di lavoro, o comunque del servizio<br />

da parte del dipendente, né, tanto meno, sindacare nel merito le scelte fatte e l’impegno assunto.<br />

(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, sentenza n. 21749 del 11.10. 2006) <br />

L’assenza del lavoratore per malattia comporta la proroga della durata del periodo di prova<br />

Debbono essere ricompresi nel periodo utile ai fi ni del superamento della prova anche quei giorni in cui la prestazione<br />

non è stata effettuata perché non prevista dall’articolazione del normale svolgimento del lavoro, quelli,<br />

cioè, in cui il lavoratore era legittimamente assente per festività, turni di riposo, fruizione di ferie, e eventi similari,<br />

prevedibili, e previsti, al momento della determinazione della durata della prova. Questo non esclude, però, che il<br />

periodo di prova debba essere soggetto ad interruzioni, per eventi, che, pur determinando la legittima astensione<br />

del lavoratore dalla prestazione, non siano previsti, né prevedibili, al momento della fi ssazione della durata della<br />

prova e non rientrano nella fi siologia del normale svolgimento del rapporto. Tra questi eventi rientra, in particolare,<br />

l’assenza per malattia. Non va dimenticato, in proposito, che entrambe le parti hanno reciprocamente il diritto di<br />

espletare la prova e l’obbligo di sottoporsi ad essa, e che l’interruzione dell’effettiva attività di lavoro per un periodo<br />

non previsto, specie se di non breve durata, impedisce il pieno espletamento del periodo di prova. Quest’ultimo pertanto<br />

deve necessariamente essere prorogato per consentire l’effettiva attuazione dell’esperimento. Anche la malattia,<br />

specie se prolungata, rientra tra gli eventi che comportano il prolungamento del periodo di esperimento. In linea<br />

di principio, quindi, per i giudici di P.zza Cavour, il prolungamento del periodo di prova ha effetto reciprocamente<br />

sia a favore che a sfavore tanto del lavoratore che del datore di lavoro, in particolare, il prestatore avrà modo di<br />

espletare fi no a fondo l’esperimento e di dare prova così pienamente delle proprie capacità, mentre il datore avrà<br />

tutto il tempo necessario per verifi care queste capacità ed entrambe le parti avranno la possibilità di decidere se<br />

proseguire il rapporto rendendolo a tempo indeterminato, o, invece, interromperlo. In concreto, il prolungamento<br />

potrà risultare favorevole, o meno, a ciascuna delle parti, ma questo avverrà secondo le circostanze di fatto.<br />

(Cassazione Civile, Sezione Lavoro, Sentenza n. 21698 del 10.10. 2006). <br />

Il superamento del periodo di comporto non consente il licenziamento se la malattia del lavoratore<br />

è dovuta a causa imputabile al datore di lavoro<br />

La fattispecie del recesso del datore di lavoro, per l’ipotesi di assenze determinate da malattia del lavoratore, tanto<br />

nel caso di una sola affezione continuata quanto in quello del succedersi di diversi episodi morbosi (c.d. eccessiva<br />

morbilità), è soggetta alle regole dettate dall’art. 2110 cod. civ., che prevalgono, per la loro specialità, sia sulla<br />

disciplina generale della risoluzione del contratto per sopravvenuta impossibilità parziale della prestazione lavorativa<br />

(art. 1256, comma 2 e 1464 cod. civ.), sia sulla disciplina limitativa dei licenziamenti individuali (leggi n.<br />

604 del 1966 e n. 300 del 1970 e successive modifi che). Conseguentemente, da un lato il datore di lavoro non<br />

può unilateralmente recedere o, comunque, far cessare il rapporto di lavoro prima del superamento del limite di<br />

tollerabilità dell’assenza (c.d. periodo comporto) – predeterminato dalla legge, dalla disciplina collettiva o dagli<br />

usi oppure, nel difetto di tali fonti, determinati dal giudice in via equitativa – e, dall’altro il superamento di quel<br />

limite è condizione suffi ciente di legittimità del recesso – nel senso che non è all’uopo necessaria la prova del giustifi<br />

cato motivo oggettivo (art. 3 della legge n. 604 del 1966), né della sopravvenuta impossibilità della prestazione<br />

lavorativa (art. 1256, comma 2 e 1464 cod. civ.), né della correlata impossibilità di adibire il lavoratore a mansioni<br />

diverse. La Suprema Corte, però, nella Sentenza i cui estremi sono riportati in calce, statuisce che le assenze del<br />

lavoratore per malattia non giustifi cano, tuttavia, il recesso del datore di lavoro – in ipotesi di superamento del<br />

periodo di comporto – ove l’infermità sia, comunque, imputabile a responsabilità dello stesso datore di lavoro – in<br />

dipendenza della nocività delle mansioni o dell’ambiente di lavoro, che abbia omesso di prevenire o eliminare, in<br />

violazione dell’obbligo di sicurezza (art. 2087 cod. civ.) o di specifi che norme, incombendo, peraltro, al lavoratore<br />

l’onere di provare il collegamento causale fra la malattia, che ha determinato l’assenza (e, segnatamente, il superamento<br />

del periodo di comporto), ed il carattere morbigeno dell’ambiente di lavoro o delle mansioni espletate.<br />

(Cassazione Civile, Sez. III, Sentenza n. 26079 del 30.11.2005) <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 51<br />

51


52<br />

FISCO<br />

di Gaetano Tutino<br />

La Finanziaria su Iva ed imposte sul reddito<br />

La legge n. 296 del 27 dicembre 2006 (Finanziaria 2007) pubblicata nella<br />

Gazzetta Uffi ciale n. 299 del 27/12/2006, contiene diverse disposizioni<br />

fi scali di rilievo nell’ambito di tutto il comparto agricolo. Chiaramente,<br />

perchè le novità sono tante e sostanziali, è opportuno concentrarsi nello<br />

sviluppo di un solo tema, affi nchè si possa essere esaustivi, riservandoci il resto<br />

delle novità nei prossimi numeri; l’argomento del seguente articolo riguarda l’opportunità<br />

delle cosiddette “società agricole” di poter determinare il proprio reddito<br />

d’impresa secondo i criteri di determinazione del reddito agrario, ovvero passare<br />

da una determinazione della tassazione secondo le norme degli artt. 55 e 81 del<br />

Tuir, reddito d’impresa, ad una tassazione di natura catastale, art. 32 del Tuir,<br />

reddito agrario.<br />

La ratio della norma, che ha modifi cato i criteri di determinazione del reddito delle<br />

società agricole, è quella di favorire ed agevolare lo sviluppo delle forme societarie<br />

in agricoltura.<br />

I benefi ciari della suddetta norma sono le società di persone, come quelle in nome<br />

collettivo o in accomandita semplice, e le società a responsabilità limitata e cooperative<br />

che rivestono la qualifi ca di “società agricola” secondo i dettami dell’art. 2<br />

del D. Lgs n. 99/2004.<br />

Il riferimento alla qualifica di società agricola presuppone la previsione nella<br />

denominazione sociale di “società agricola” e l’esercizio “esclusivo” di attività<br />

agricola, ovvero tutte o almeno una di quelle individuate dall’articolo 2135 del<br />

cod. civ.(coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento di animali ed attività<br />

connesse).<br />

Pertanto, per poter procedere alla determinazione del reddito su base catastale<br />

si rende necessario adeguare i patti sociali e gli statuti secondo le modalità di cui<br />

sopra e comunicare l’opzione all’Agenzia delle Entrate.<br />

Comunque, un apposito decreto del ministero dell’economia e delle fi nanze, di<br />

concerto con il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, defi nirà le<br />

modalità di attuazione per la corretta applicazione della tassazione fondiaria delle<br />

società personali, a responsabilità limitata e società cooperative.<br />

Per quanto riguarda le società di persone e quelle a responsabilità limitata, costituite<br />

da soci che hanno la qualifi ca di imprenditori agricoli (però la norma non parla<br />

di imprenditori agricoli professionali ma, solo genericamente, di imprenditori<br />

agricoli), che esercitano in via esclusiva le attività di manipolazione e trasformazione<br />

dei prodotti agricoli possono determinare il reddito secondo un coeffi ciente<br />

di redditività pari al 25% dei corrispettivi realizzati.<br />

Inoltre, il reddito sarà determinato con utilizzo di quello agrario anche per la produzione<br />

e la conseguente cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili<br />

agroforestali e fotovoltaiche e di carburanti ottenuti, mediante produzioni di<br />

vegetali, prevalentemente dal fondo, sempre se attuata da imprenditori agricoli,<br />

come individuati dall’articolo 2135 del cod. civ.. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Pierluigi Castagnetti<br />

I cattolici democratici nella vita nazionale<br />

I cattolici e la politica, i rapporti<br />

fra Chiesa e Stato, il senso dell’impegno<br />

dei cattolici democratici<br />

nella storia. Questo volume<br />

interroga i cattolici democratici su<br />

problematiche attuali, partendo<br />

dallo studio delle radici, delle motivazioni<br />

e delle idee di don Luigi<br />

Sturzo, contenute nel “discorso di<br />

Caltagirone” del 1904 e qui discusse<br />

da storici, intellettuali e politici. Il percorso politico<br />

e ideale del sacerdote siciliano assurge a paradigma<br />

interpretativo globale della sfi da e della propositivà<br />

di un’azione cristianamente ispirata all’interno del<br />

mondo delle istituzioni e dello Stato. Linee di indirizzo<br />

e defi nizione di principi che, in Sturzo anticipano<br />

inoltre delle scelte che verranno fatte alcuni decenni<br />

dopo dalla Carta Costituzionale e, per altri aspetti, dal<br />

Concilio Vaticano II, suggerendo soluzioni importanti<br />

a questioni aperte (o riaperte) anche oggi. Da leggere<br />

e meditare.<br />

Rubbettino Ed. € 13,00<br />

Daniele Barbieri e Riccardo Mancini<br />

Domani. Di futuri ce n’è tanti<br />

Otto sentieri di buona fantascienza<br />

per poter immaginare (e magari<br />

conquistare) futuri un po’<br />

meno squallidi del presente. E se<br />

domani... i computer diventassero<br />

sempre più intelligenti, più sensibili,<br />

insomma più umani, come<br />

ci comporteremo noi umani che<br />

stiamo diventando sempre più<br />

insensibili? E come saranno le città che abiteremo?<br />

Più caotiche o deserte, tra le stelle o sotto gli oceani, o<br />

addirittura sotto terra? Come cambierà il rapporto tra<br />

i sessi (sempre che una qualche differenza sessuale vi<br />

sarà ancora)? E come potrebbe cambiare il rapporto<br />

con Dio e con la religione, magari se incontrassimo<br />

su un altro pianeta un “Cristo marziano” molto molto<br />

diverso da noi? Da gli oltre trecento racconti e romanzi<br />

citati nel libro, si spalanca una galassia di stimoli,<br />

suggestioni, ipotesi e scenari su tutti i nostri futuri<br />

possibili.<br />

Avverbi Edizione € 12,00<br />

53<br />

CARTA<br />

Luigino Scricciolo<br />

20 anni in attesa di giustizia<br />

Il libro racconta l’esperienza reale<br />

di una persona incensurata che si<br />

trova coinvolta nelle maglie del<br />

un sistema giudiziario. Dalla vita<br />

civile alle manette, al carcere, all’isolamento,<br />

agli arresti domiciliari.<br />

Tutto all’improvviso. E poi il<br />

lungo interminabile tempo che si<br />

conclude vent’anni dopo col pieno<br />

proscioglimento in istruttoria,<br />

la più lunga istruttoria italiana. Magra consolazione<br />

per un uomo che ha vissuto un lunghissimo calvario.<br />

Un calvario durante il quale ha perso tutto: la libertà,<br />

il lavoro, la casa. Ma non la forza. Una forza che deriva<br />

dal suo stretto legame con la terra, con l’agricoltura.<br />

Luigi Scricciolo, infatti, ha origini contadine con l’infanzia<br />

passata in campagna. Sospeso dall’impiego, si<br />

è rimboccato le maniche con dignità e dedicato all’attività<br />

di giardiniere. Perché Scricciolo è fatto così. Ha<br />

una grande dignità. E, soprattutto, è un uomo buono,<br />

come lo defi nisce Mario Capanna.<br />

Memori Ed. € 14,00<br />

Antonello Sacchetti<br />

I ragazzi di Teheran<br />

di Stefania Sepulcri<br />

22 aa edizione edizione<br />

Il 70% della popolazione iraniana ha<br />

meno di 30 anni e non ha partecipato<br />

alla rivoluzione che ha dato origine alla<br />

Repubblica islamica. È una generazione<br />

nata durante la terribile guerra con<br />

l’Iraq, cresciuta in un contesto economico<br />

e sociale diffi cile e insofferente<br />

nei confronti del regime teocratico,<br />

dittatoriale ed oppressivo. Il ritratto<br />

a colori di un Paese unico attraverso le voci di chi di<br />

solito non può parlare ma, nel privato, guarda all’Occidente<br />

per la libertà ed i costumi. Chador e tagli punk,<br />

feste clandestine e preghiere del venerdì, musica rock<br />

e misticismo religioso, poesia sufi e blog su Internet,<br />

disoccupazione e voglia di fuggire all’esteroPer capire<br />

l’Iran bisogna guardare ai giovani, “sugli autobus, nelle<br />

strade, nei negozi, nei posti di lavoro: tantissimi ventenni”.<br />

Purtroppo, secondo un sondaggio del 2003, il<br />

75 % delle persone sotto i 35 anni sogna di trasferirsi<br />

all’estero. E più è alto il livello di istruzione, più la speranza<br />

di lasciare il paese è forte.<br />

Ed. Infi nito € 10,00<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 53


EB<br />

54<br />

WEB<br />

di Ran Garin<br />

http://www.lavoce.info<br />

Dall’iniziativa di docenti universitari, economisti, accademici,<br />

collaboratori di importanti giornali e riviste, membri attivi<br />

di istituti di ricerca, è nato il sito Internet, “www.lavoce.info”.<br />

Il sito, nato il 4 luglio 2002, raccoglie approfondimenti, commenti,<br />

informazioni, su una molteplicità di temi economici,<br />

dai più rarefatti ai più terreni ed è diventato sicuramente luogo<br />

di transito internettistico di chi, per dovere professionale,<br />

è interessato a questi argomenti. La voce.info è un sito di informazione<br />

economica diretto anche al lettore non specializzato,<br />

con l’obiettivo di pubblicare articoli quanto più possibile<br />

semplici e chiari su temi che possono sembrare ostici, come la<br />

riforma del mercato del lavoro e la politica fi scale. Il tutto in<br />

assoluta indipendenza e senza etichettature di parte. Si tratta<br />

di una iniziativa promossa da Tito Boeri, che si regge sul contributo<br />

volontario e non retribuito dei redattori. <br />

http://www.tfr.gov.it<br />

Il sistema pensionistico italiano ha subito dagli anni novanta<br />

un processo di riforma per contenere la spesa pensionistica<br />

al fi ne di garantirne la sostenibilità. La riforma rappresenta<br />

un’importante evoluzione nella storia della previdenza italiana:<br />

essa è infatti incentrata sullo sviluppo di un sistema<br />

pensionistico basato su due “pilastri”, di cui il primo è rappresentato<br />

dalla previdenza obbligatoria (erogata da Inps,<br />

Inpdap, Casse professionali ecc.) e assicura la pensione di<br />

base; il secondo, è rappresentato dalla previdenza complementare<br />

per l’erogazione di trattamenti pensionistici complementari<br />

del sistema obbligatorio al fi ne di assicurare più<br />

elevati livelli di copertura previdenziale. <br />

http://www.snebi.it<br />

Lo SNEBI (Sindacato Nazionale degli Enti di Bonifi ca, di Irrigazione<br />

e di Miglioramento Fondiario), che è apolitico, ha<br />

per scopo di rappresentare gli enti associati onde curarne e<br />

tutelarne gli interessi nel settore sindacale e della disciplina<br />

contrattuale collettiva e regolamentare dei rapporti di lavoro<br />

nonché nel settore della legislazione sociale. Tra le funzioni<br />

dello Snebi vi è la stipula di contratti e accordi collettivi per<br />

la disciplina dei rapporti di lavoro intercorrenti tra gli enti<br />

associati e i loro dipendenti, lo studio dei problemi di carattere<br />

generale attinenti all’organizzazione dei servizi e degli<br />

uffi ci dei Consorzi, l’effettuazione di ricerche e studi sui temi<br />

di maggiore rilevanza ed attualità nel campo del diritto del<br />

lavoro, del diritto sindacale e delle assicurazioni sociali. Inoltre<br />

il sindacato assicura uniformità di orientamenti in tema<br />

di interpretazione ed applicazione dei contratti collettivi e dei<br />

provvedimenti legislativi e regolamentari che riguardino i rapporti<br />

di lavoro intercorrenti tra i Consorzi e dipendenti. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


Piantiamo per il pianeta!<br />

Qualche mese fa la keniana Wangari Maathai,<br />

Premio Nobel per la Pace nel 2004, ha lanciato<br />

una campagna mondiale per piantare un miliardo<br />

di alberi entro la fi ne del 2007. Il Marocco ha<br />

in programma di piantarne 27 milioni entro la<br />

fi ne dell’anno, mentre la Libia fa sapere di averne<br />

già posato un milione e 200mila, tra olivi e<br />

alberi d’alto fusto. Un altro milione e 800mila<br />

piante verranno interrate nei prossimi mesi. <br />

Castagno millenario<br />

Scoperto in provincia di Grosseto un castagno<br />

millenario, evento quanto mai raro. Il suo segreto:<br />

sana alimentazione e movimento fi sico! <br />

McDonald’s al biologico<br />

Stanno convertendosi al biologico, equo e solidale.<br />

In Gran Bretagna, in 1.200 fast food, la<br />

multinazionale del fritto e unto servirà caffè etico<br />

certifi cato Rainforest Alliance e il resto dei ristoranti<br />

d’Europa dovrebbe adeguarsi alle nuove<br />

linee guida in tempi brevi. Un’operazione da 50<br />

milioni di sterline, una parte dei quali dovrebbe<br />

arrivare nelle tasche di coltivatori poveri. <br />

Birra Castello<br />

Sono passati nove mesi da quando la Castello di<br />

Udine S.p.A. ha acquistato e riaperto la fabbrica di<br />

Birra di Pedavena, con una produzione di 100.000<br />

hl. e con l’utilizzo di quasi 30 dipendenti. La prospettiva<br />

è di aumentare notevolmente la produzione<br />

e riassorbire entro il 2007 tutti i dipendenti attualmente<br />

in Cassa Integrazione Straordinaria. <br />

Treno d’idrogeno<br />

In Giappone è stato collaudato il prototipo di treno<br />

a idrogeno. Ha già percorso i primi 300 metri<br />

nelle offi cine di Yokohama della East Japan Railway<br />

Company (Jr East) con trenta passeggeri a<br />

bordo. La locomotrice è progettata su sistema Fuel<br />

Cell ad idrogeno, può raggiungere i 100 km/h con<br />

un’autonomia di circa cento chilometri: suffi cienti<br />

per la mobilità urbana. La locomotrice a idrogeno<br />

è dotata di sistema a recupero dell’energia prodotta<br />

in frenata dal convoglio, in modo da riutilizzare<br />

l’energia accumulata in fase di accelerazione. <br />

Nuova sede di Fedagri<br />

Fedagri-Confcooperative cambierà presto sede<br />

trasferendo i propri uffi ci da Palazzo Altemps alla<br />

nuova sede di Via Torino. <br />

NEWS<br />

di Maria Cartia<br />

Un parco africano plurinazionale<br />

I governi di Angola, Botswana, Namibia, Zambia e<br />

Zimbabwe si sono impegnati a creare il più grande<br />

parco transfrontaliero al mondo. La cosiddetta<br />

“area di conservazione Kavango-Zambesi”<br />

coprirà 287.000 chilometri quadrati (l’equivalente<br />

di 3/4 della superficie totale dell’Italia) e<br />

comprenderà il bacino fluviale dell’Okavango in<br />

Namibia, dello Zambesi in Zimbabwe, territori<br />

dell’Angola, la regione di Kafue in Zambia nonché<br />

il parco del Chobe in Botswana. <br />

Acquedotto pugliese: Petrella si dimette<br />

Le dimissioni sono arrivate dopo oltre un anno di<br />

manifesto “dissenso istituzionale” sulla questione<br />

della forma giuridica dell’Ente: una società per<br />

azioni a capitale interamente pubblico come è ora<br />

o ritrasformarlo in un ente pubblico come era in<br />

origine.<br />

Questione liquidata oggi come ideologica dal presidente<br />

della regione Puglia, Vendola, ma ritenuta<br />

essenziale da Riccardo Petrella, riconosciuto<br />

come il maggior esperto mondiale in materia<br />

di acqua e convinto assertore della gratuità dei<br />

servizi essenziali. <br />

In Africa non vi è carenza d’acqua<br />

L’acqua piovana sarebbe più che sufficiente<br />

per soddisfare i bisogni di un terzo della popolazione<br />

attuale del continente africano, secondo<br />

uno studio del Programma dell’Onu per<br />

lo sviluppo (Unep). L’acqua come bene comune<br />

ed essenziale, se carente produrrà contrasti<br />

e guerre locali, riassume la Conferenza<br />

sui cambiamenti climatici di Nairobi. <br />

Il giro ciclistico del Burkina-Faso<br />

Si è concluso, con la vittoria di un corridore belga, il<br />

Tour du Faso, competizione ciclistica del Burkina,<br />

defi nita la gara che rosola i corridori. Marco Pastonesi,<br />

giornalista de La Gazzetta dello Sport, ha<br />

seguito l’evento raccontando il Paese dove questa<br />

si svolge.<br />

“Tanto per capirsi in un anno un burkinabè guadagna<br />

l’equivalente di 273 euro; gli analfabeti<br />

sono il 74% , i denutriti il 23% (in Italia non ci sono<br />

denutriti ma obesi), l’aspettativa di vita è 44 anni,<br />

la mortalità infantile raggiunge l’11%, i medici<br />

sono uno ogni 30 mila abitanti. Italia e Burkina<br />

Faso sono alla pari solo per le biciclette”. <br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007 55


MEDICINA<br />

di Fabio Forleo<br />

Gli abituali<br />

frequentatori del<br />

Pronto Soccorso<br />

paghino il ticket<br />

François-Marius Granet<br />

Campagna romana,<br />

1820-1830<br />

56<br />

Il nuovo ticket sul Pronto Soccorso<br />

Il cattivo uso degli utenti<br />

Il Governo ha introdotto, di recente, un nuovo ticket: quello sull’accesso al Pronto Soccorso<br />

a carico dei cosiddetti “codici bianchi”. Attorno a questa scelta il dibattito è stato<br />

serrato ed ha diviso l’opinione pubblica oltrechè il Parlamento.<br />

Come tutti sappiamo, alcuni Ospedali sono ingolfati e male organizzati, altri funzionano<br />

egregiamente e altri ancora rappresentano l’eccellenza.<br />

Tutti, però, annaspano e ricevono critiche nei propri reparti di Pronto Soccorso.<br />

I motivi sono ovvi: l’accesso, specie nelle grandi città, è imponente, il personale è spesso carente,<br />

chiunque pretende di essere più “urgente” dei vicini in attesa e i tempi per alcuni accertamenti<br />

sono decisamente lunghi.<br />

Il problema non è di facile soluzione e anche questa “novità” non sarà la bacchetta magica che<br />

tutti aspettano. Tuttavia, forse, ci aiuterà a capire cosa è (o dovrebbe essere) un Pronto Soccorso.<br />

Molti anni fa si introdussero i codici di accettazione (bianco, verde, giallo e rosso) proprio per<br />

razionalizzare, standardizzare ed accelerare le procedure di valutazione da parte del reparto di<br />

emergenza. Il sistema è di facile comprensione, intuitivo anche per il paziente che riceve una<br />

prima classifi cazione di urgenza e necessità.<br />

Questo importantissimo compito (Triage) è affi dato ad infermieri professionali, appositamente<br />

addestrati, che in pochi minuti devono valutare la necessità di visita urgente, procrastinabile o<br />

di emergenza immediata.<br />

Il compito è estremamente delicato perché viene svolto in condizioni di affollamento, di stress,<br />

sotto pressioni anche violente e può fare la differenza tra un reparto effi ciente ed uno mal funzionante,<br />

tra un problema che si risolve felicemente ed un altro che si complica irrimediabilmente.<br />

Anche la “tipologia” di coloro che accedono in Pronto Soccorso potrebbe essere grossolanamente<br />

riassunta. Alcuni, colti da ansia e panico per piccoli, banali, problemi, risolvibili con una<br />

semplice chiacchierata con il proprio medico, si precipitano in ospedale e pretendono tempi<br />

rapidi ed effi cienti, ma in “buona fede” e solo perché angosciati.<br />

Altri, invece sono i più deleteri (e colpevoli) frequentatori abituali, i “furbetti” che, pur consci<br />

della non reale urgenza del proprio problema, incivilmente intasano i reparti di emergenza proprio<br />

per non pagare i ticket ed ottenere, prima, ciò che il Servizio Sanitario Nazionale garantirebbe<br />

con tempi più lunghi. A costoro, oltre il pagamento della piccola tassa, andrebbe imposta<br />

anche una lezione di educazione civica e un po’ di servizio civile a favore degli ammalati veri!<br />

Se queste due categorie venissero scoraggiate dal recarsi regolarmente in Pronto Soccorso, i<br />

restanti accessi, compresi i non urgenti “codici verdi” avrebbero una gestione più rapida ed<br />

effi ciente.<br />

Chiunque ha diritto, in caso di reale necessità, ad essere accolto da personale sanitario non esasperato<br />

da assillanti, inutili ed invadenti frequentatori abituali.<br />

Il discorso è sempre il medesimo: un servizio va utilizzato per quello per il quale è stato, gratuitamente,<br />

istituito. Altrimenti è giusto e corretto che si debba contribuire economicamente.<br />

Senza tanti strilli e strepiti. <br />

“Unire senza confondere e distinguere senza dividere”<br />

(Anonimo)<br />

<strong>PREVIDENZA</strong> <strong>AGRICOLA</strong> gennaio-febbraio 2007


EDITORE<br />

FONDAZIONE <strong>ENPAIA</strong><br />

Direzione, redazione e amministrazione:<br />

Viale Beethoven, 48- 00144 Roma<br />

Tel 065458210 - Fax 065458233<br />

www.enpaia.it info@enpaia.it<br />

DIREZIONE<br />

Presidente<br />

Augusto Bocchini<br />

Direttore Generale<br />

Gabriele Mori<br />

Direttore Responsabile<br />

Pietro Massini<br />

Comitato di Direzione<br />

Roberto Caponi, Fabrizio De Pascale,<br />

Fiorito Leo, Claudia Merlino, Roberto Orlandi,<br />

Piero Pecciarini, Gino Rotella, Carlo Sacchetto,<br />

Fabrizio Stelluto, Ruggero Tagliavini,<br />

Silvia Vannucci, Giancarmine Vicinanza<br />

Redazione<br />

Giovanna Mellano (mellano@enpaia.it)<br />

Hanno collaborato<br />

Gabriele Mori, Pietro Massini, Augusto Bocchini,<br />

Mattia Repetto, Daniele Camilli, Francesco Mori,<br />

Patrizia Consiglio, Carlo Sacchetto, Massimiliano<br />

Di Noia, Luigino Scricciolo, Monica De Vito,<br />

Giovanna Mellano, Concetto Iannello, Maria<br />

Miligi, Antonio Positino, Massimo Sortino,<br />

Micaela Taroni (Austria), Dimitri Deliolanes<br />

(Grecia), Giancarlo Riviezzi, Daniela Lambertini,<br />

Giuseppe De Marco, Stefania Sepulcri, Maria<br />

Cartia, Giovanni Martirano, Marco Togna, Ran<br />

Garin, Fabio Cavicchioli, Francesca Tascone,<br />

Gaetano Tutino, Fabio Forleo, Giancluca Cicinelli,<br />

Stefano Micheli, Milica Ostojic (Serbia); Mario<br />

Osorio Beristain (Messico), Severo De Pignolis,<br />

Centro Studi Enpaia.<br />

PROGETTO GRAFICO, IMPAGINAZIONE,<br />

STAMPA E SPEDIZIONE:<br />

Tipografia Litografia Spoletina<br />

Viale Marconi 115 - Spoleto<br />

Autorizzazione Tribunale di Roma<br />

n. 2169 - 26 maggio 1951<br />

Abbonamento annuo € 7,75<br />

Versamento ccp 156000<br />

Intestato a:<br />

FONDAZIONE <strong>ENPAIA</strong><br />

Viale Beethoven, 48 - 00144 Roma<br />

Associato all’USPI Unione Stampa<br />

Periodica Italiana<br />

Tiratura: 60.000 copie<br />

Chiuso in tipografia: 15 febbraio 2007<br />

IN COPERTINA<br />

In copertina: Félix-Hippolyte Lanoue, Pineta di Gombo vicino a Pisa, 1861 (particolare)<br />

ABrescia, al Museo di Santa Giulia, è in corso la mostra "Turner e gli impressionisti - La<br />

grande storia del paesaggio moderno in Europa" aperta fino al 9 aprile 2007.<br />

Circa 270 opere suddivise in 5 sezioni, la mostra, come afferma il curatore Marco Goldin,<br />

"vuole raccogliere entro un'unica architettura, di memoria e visione, la parola paesaggio. E<br />

l'altra, ancora più grande, natura. E in queste due parole l'immensità del conoscere e del vedere,<br />

la costanza dell'azione luminosa sulle cose e nel processo da cui emergono gli elementi<br />

naturali.<br />

Natura, che è quanto viene prima di tutto, sta nella mente stessa dell'universo, nel cuore del<br />

mondo. Ciò che esiste assieme all'universo, ne è parte intima e a esso connaturata. Paesaggio,<br />

che è quanto viene a seguito dell'essere natura della natura, nelle forme che sono affiorate dal<br />

confronto con la storia, con l'opera dell'uomo, con le modificazioni cui egli stesso ha condotto<br />

la natura".<br />

Di ambito specialmente francese, dalla seconda alla quinta e ultima sezione, la mostra si apre<br />

con circa 50 opere di Constable e Turner, i due grandissimi pittori inglesi della prima metà<br />

del XIX secolo.<br />

La seconda sezione illustra l'evoluzione del genere del paesaggio da fondale scenografico di<br />

storie della mitologia e delle Sacre scritture, a genere in cui la natura, pur non assumendo mai<br />

quella rilevanza che, negli stessi anni, le era propria con l'opera di Constable e Turner, viene<br />

consapevolmente studiata dal vero da pittori come Granet, Constantin, Valenciennes e Corot.<br />

Artisti tutti che, soprattutto nei loro soggiorni italiani, sembrano decisamente capovolgere il<br />

gusto della ricostruzione storica in favore di uno sguardo più limpido sulla natura.<br />

La terza sezione segna il primo paesaggio impressionista, la novità introdotta nei primissimi<br />

anni trenta. La natura non è più quella di un'Italia pittoresca e idealizzata, ma quella della<br />

Francia, dipinta a Barbizon da Pissarro, Monet e Sisley. In queste opere, vive ancora il senso<br />

di una monumentalità della natura, però adesso sparsa di luci vere, di colori che sono l'espressione<br />

di colui che dipinge dopo aver visto.<br />

La quarta sezione con oltre 150 opere, è il cuore vero di tutta la mostra. Dai primi anni settanta<br />

fino agli albori del nuovo secolo, matura e giunge a compimento il linguaggio impressionista<br />

più universalmente noto, da cui si evolvono singole figure di artisti che apportano ulteriori<br />

e più fecondi elementi di novità: Manet, Gauguin, Monet, van Gogh e Cézanne.<br />

L'impressionismo nasce con la prima esposizione, presso lo studio fotografico di Nadar nell'aprile<br />

del 1874.<br />

La quinta sezione, dedicata al tema del giardino con la quasi completa dissoluzione del paesaggio,<br />

come nelle ninfee dipinte da Monet tra il 1907 e il 1908 a Giverny.<br />

(Giovanna Mellano)

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