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DIMENSIONAMENTO E PRESCRIZIONI<br />
PER GLI IMPIANTI DI DISOLEAZEONE<br />
A SERVIZIO DELLE PLATEE<br />
DI ATTIVITA’ DI ROTTAMAZIONE<br />
1
DIMENSIONAMENTO E PRESCRIZIONI<br />
PER GLI IMPIANTI DI DISOLEAZEONE<br />
A SERVIZIO DELLE PLATEE<br />
DI ATTIVITA’ DI ROTTAMAZIONE<br />
a cura di<br />
Paolo Rossi<br />
Si ringrazia per la collaborazione<br />
I colleghi del Distretti Territoriali di Cesena e Forlì<br />
Luglio 2002<br />
2
DIMENSIONAMENTO E PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER GLI IMPIANTI DI<br />
Premessa:<br />
DISOLEAZEONE A SERVIZIO DELLE PLATEE DELLE ATTIVITA’ DI<br />
ROTTAMAZIONE<br />
Nel territorio della Provincia di Forlì-Cesena, in particolare nella zona del Rubicone<br />
insistono molteplici attività di rottamazione tanto da costituire un polo di rilevante<br />
importanza sia a livello regionale sia a livello nazionale. Tali attività hanno apportato e<br />
apportano tuttora un consistente beneficio economico, ma al contempo il loro impatto<br />
ambientale ha esaltato il problema dell’inquinamento causato dalla dispersione di oli<br />
minerali sul suolo e nel reticolo scolante delle acque superficiali.<br />
Un impianto di recupero e cernita di materiale ferroso proveniente da blocchi motori di<br />
autoveicoli e autocarri consiste nell’accumulo di detti materiali che per norma devono<br />
essere sottoposti a bonifica: detta bonifica consiste generalmente nella asportazione del<br />
filtro e dell’olio contenuto all’interno del motore e dei reflui refrigeranti. Tali operazioni<br />
comunque non consentono l’eliminazione totale delle sostanze oleose sopracitate pertanto<br />
durante le lavorazioni, ma soprattutto durante eventi atmosferici piovosi, il dilavamento<br />
dei cumuli e delle pavimentazioni provoca il trasporto degli oli nei corpi recettori.<br />
3
Gli impianti di rottamazione generalmente sono costituiti da una platea in cemento<br />
impermeabile dotata di cordoli perimetrali di contenimento con pavimentazione declive<br />
verso una griglia di raccolta delle acque meteoriche reflue provenienti dallo sgrondo dei<br />
blocchi motore, tale sistema deve essere sempre collegato ad un impianto di disoleazione<br />
Le operazioni di smontaggio dei motori normalmente vengono eseguite al coperto su<br />
appositi banchi di lavoro e la raccolta degli oli pertanto avviene direttamente dal banco<br />
stesso in fusti predisposti; perciò in riferimento a quanto sopra ci limiteremo al calcolo del<br />
dimensionamento dell’impianto disoleatore a servizio della platea di stoccaggio.<br />
Prima di entrare nello specifico del calcolo dell’impianto vediamo ora come deve essere<br />
normalmente formato un impianto di trattamento degli oli per l’attività in oggetto:<br />
I reflui di sgrondo o di dilavamento della platea vengono convogliati nella camera di<br />
separazione entrando a tutti gli effetti nel depuratore. Nella Camera di separazione<br />
avvengono i processi fisici di decantazione e flottazione; nella decantazione le sabbie e le<br />
morchie e micro residui metallici si depositano sul fondo mentre le particelle oleose<br />
durante la fase di flottazione risalgono in superficie, sul pelo dell’acqua, nel succitato vano<br />
in condizioni normali avremo perciò tre strati, sul fondo le sabbie, al centro l’acqua e in<br />
superficie l’olio.<br />
CAMERA DI<br />
SEPARAZIONE<br />
VANO<br />
RACCOLTA<br />
OLIO<br />
VANO<br />
DI<br />
FILTRAZIONE<br />
VASCA DI STOCCAGGIO<br />
TEMPORANEO OLI ESAUSTI<br />
SCARICO FINALE<br />
4
In sezione avremo:<br />
ENTRATA<br />
Come indicato nello schema sopra riportato l’olio che galleggia nella vasca di separazione<br />
entra nel serbatoio dell’olio ove viene stoccato fino al carico nella cisterna dello stoccaggio<br />
temporaneo oppure aspirato direttamente nell’autocisterna del recupero degli oli esausti.<br />
L’acqua passa invece attraverso dei filtri nel vano di filtrazione e di qui tramite un ulteriore<br />
passaggio in filtri viene scaricata nel corpo recettore finale.<br />
Le ditte produttrici di impianti di disoleazione ovviamente possono costruire impianti che<br />
escono dallo schema succitato ad esempio si possono avere funzionalissimi impianti con<br />
doppia camera di separazione oppure doppia camera di filtrazione.<br />
CARATTERISTICHE AMBIENTALI PROPEDEUTICHE AL DIMENSIONAMENTO.<br />
La progettazione di un impianto di disoleazione per le acque reflue provenienti dal<br />
dilavamento e dallo sgrondo di pezzi meccanici, blocchi motori e altri rottami ferrosi<br />
giacenti su aree impermeabilizzate scoperte, deve partire da una analisi delle precipitazioni<br />
meteoriche.<br />
CAMERA DEI GRASSI<br />
VOLUME DI SEPARAZIONE<br />
CAMERA DEI FANGHI<br />
VANO<br />
OLII<br />
FILTRAZIONE<br />
5
L’evento meteorico condiziona totalmente l’impianto, infatti il battente di acqua da trattare<br />
è in funzione dell’entità delle precipitazioni atmosferiche caratteristica della zona, in<br />
quanto non è possibile limitarsi a considerare le sole acque di prima pioggia (5 mm) dal<br />
momento che il dilavamento delle componenti meccaniche intrise d’olio, con il relativo<br />
carico oleoso, non si esaurisce nell’arco di tempo previsto di 15 minuti, ma bensì si protrae<br />
per tutto il tempo della precipitazione.<br />
Per la stima dell’evento più gravoso per l’impianto in termini di carico idraulico,<br />
bisogna tradurre le precipitazioni in deflussi, ponendo in conto l’effetto di mediazione del<br />
bacino, ovvero la capacità della struttura di ritenzione ed attenuazione dell’evento<br />
meteorico.<br />
Per la determinazione dell’intensità di pioggia, in riferimento alla zona compresa<br />
principalmente fra i comuni di Gambettola, Savignano, Gatteo, S.Mauro Pascoli ed in parte<br />
Cesena, è stata utilizzata la curva di possibilità pluviometrica fornita dal Servizio<br />
Meteorologico della Regione Emilia Romagna, con riferimento ad un tempo di ritorno di<br />
2,33 anni, regolarizzando i dati pluviometrici secondo il modello statistico di Gumbel.<br />
La legge che traduce matematicamente l’afflusso meteorico è espressa dalla seguente<br />
relazione:<br />
h(t)= 27.0* t 0.306 TR=2.33 anni<br />
pertanto, ipotizzando una durata di precipitazione di 1 ora, si ottiene un’altezza di pioggia<br />
pari a 38,73 mm. In relazione al calcolo precedente e a quanto trovato in biblografia e per<br />
garantire un buon margine di sicurezza nel dimensionamento delle vasche di disoleazione<br />
si tiene conto di un battente idraulico di 40 mm/ora.<br />
Individuato l’apporto idrico pluviometrico, è necessario stimare quale frazione di esso<br />
viene raccolta dall’impianto di trattamento degli oli di scarico: tale frazione è specificata<br />
dal coefficiente di deflusso inteso come il rapporto fra il volume attraverso una<br />
6
determinata sezione in un intervallo di tempo definito ed il volume meteorico precipitato<br />
nell’intervallo di tempo stesso.<br />
Considerato che il coefficiente di deflusso assume diversi valori in funzione della capacità<br />
di ritenzione idrica della superficie scolante, viene assunto un valore di 0,9 con riferimento<br />
ad un area con pavimentazione in caldana cementizia liscia e pressoché impermeabile.<br />
A tal punto per tradurre l’evento meteorico in deflusso e quindi la determinazione della<br />
portata, è necessario stimare il coefficiente udometrico, definito come portata per ettaro,<br />
con la seguente formula matematica:<br />
dove:<br />
Ø = coefficiente di deflusso (0,90)<br />
J = altezza di precipitazione ( mm/ora) (40)<br />
u = Ø. J. Cr<br />
Cr = coefficiente di ritardo, funzione della intensità di deflusso e della tipologia di area scolante (tempo di<br />
corrivazione), assunto pari a 0,67 per una intensità di pioggia oraria non superiore ai 50 mm ed una<br />
pendenza media della platea e della rete di raccolta delle acque pari allo 0,5%.<br />
In conclusione, considerando quanto suddetto il valore ottenuto del coefficiente<br />
udometrico è di<br />
CALCOLO DELLA PORTATA<br />
67 l/sec.* ha.<br />
A questo punto è possibile determinare la portata Q (l/sec.) che è data dall’area della<br />
platea per il coefficiente udometrico, avremo pertanto per una platea di 100 mq.<br />
100 x 67 /10.000* = 0,67 l/s<br />
* 10.000 fattore di conversione per portare gli Ha in mq.<br />
7
Nella sottoriportata tabella ( tab. 1) vengono espresse le portate in relazione alle superficie<br />
di platea.<br />
Tab 1<br />
Superficie ( mq.) Portata ( l/sec.)<br />
100 0,67<br />
200 1.34<br />
300 2,01<br />
400 2,68<br />
500 3,35<br />
Entriamo nello specifico del dimensionamento dell’impianto di disoleazione con il calcolo<br />
del volume della vasca di sedimentazione o vasca di calma, tale volume è dato dalla<br />
somma del volume di separazione + il volume della camera dei grassi + il volume della<br />
camera dei fanghi.<br />
CALCOLO DELL’IMPIANTO<br />
Passando ora al dimensionamento dei volumi della succitata prima camera<br />
dobbiamo soffermarci un attimo sulle differenti densità che possono avere le sostanze<br />
oleose; infatti come documentato dalla ricerca la differente densità dell’inquinante oleoso<br />
influenza notevolmente il tempo di separazione delle due fasi liquide in miscela. Nella<br />
tabella 2 sono riportati i valori del tempo di separazione in funzione delle specifiche<br />
densità di olio.<br />
8
Densità olio<br />
(g/cm 3 )<br />
Tab 2*<br />
Tempo di<br />
separazione ts<br />
(min.)<br />
Fino a 0,85 16,6<br />
Tra 0,85 e 0,90 33,3<br />
Tra 0,90 e 0,95 50<br />
* Fattore di densità Fd secondo DIN 1999 2° parte par. 2<br />
CALCOLO DEL VOLUME DI SEPARAZIONE<br />
Il volume di separazione è in funzione della portata di punta ed il tempo di stazionamento<br />
(ts) necessario è dato dalla seguente seguente formula:<br />
Ove :<br />
Q = portata in l/sec.<br />
Vs(l) = ts x Q<br />
ts = tempo di separazione (sec.) e viene assunto nel nostro caso 50 (min) con una<br />
densità dell’olio compresa tra 0,90 e 0,95 (g/cmc.)<br />
Avremo perciò per una platea di 100 mq. una portata di 0,67 l/s un volume di<br />
separazione:<br />
Vs = 0,67/1000*x 50x 60* = 2,01 mc.<br />
• I valori 1000 e 60 sono fattori di conversione per uniformare le unita di misura<br />
Nella tab 3 sono riportati i volumi del vano di sedimentazione in relazione all’estensione di<br />
alcune platee<br />
9
Tab 3<br />
Superficie ( mq.) Portata ( l/sec) Volume di<br />
CALCOLO DEL COMPARTO DEI GRASSI<br />
separazione(mc)<br />
100 0,67 2,01<br />
200 1.34 4,02<br />
300 2,01 6,03<br />
400 2,68 8,04<br />
500 3,35 10,05<br />
600 4,02 12,06<br />
700 4,69 14,07<br />
Il volume della camera dei grassi è in funzione della quantità di sostanza oleosa da<br />
asportare e non della portata di punta come per il calcolo del volume di sedimentazione.<br />
Normalmente per determinare il volume dei grassi si calcola per la particolarità della<br />
struttura un quantitativo di circa 40* litri di grasso per l/sec. di portata pertanto<br />
applicando la seguente formula si avrà il volume dei grassi:<br />
Vg =200 x Q*<br />
*( Tratto da “La depurazione delle Fognature” Cap. 2° Par. 3.5.2. – separatori statici di oli e grassi,<br />
Dimensionamenti)<br />
10
Da una ricerca eseguita è emerso che a grandi linee esiste un rapporto fra i mq. di<br />
superficie di platea e i volumi di olio esausto recuperati in un anno. Da tale ricerca si può<br />
determinare che una platea di circa 100 mq. produce circa 10 ql. di olio all’anno.<br />
Ora se si ipotizza di eseguire almeno 4 asportazioni all’anno dalla camera dei grassi nel<br />
serbatoio dell’olio, e si determina a priori un peso specifico dell’olio pari a 950 kg/mc.<br />
avremo che il volume dei grassi sarà determinato dalla seguente espressione:<br />
Dove:<br />
950 Kg./mc peso specifico dell’olio<br />
AREA x 10<br />
Vgrassi = ------------------- / 4<br />
950<br />
10 sono i ql di olio prodotti in un anno ogni 100 mq, di platea<br />
4 sono le trasfusioni eseguite in 1 anno<br />
Applicando la formula per una platea di 100 mq avremo un volume di 0,26 mc<br />
Si riporiano in tabella n° 4 i volumi della camera dei grassi per alcune superfici di platea.<br />
TAB 4<br />
Superficie ( mq.) Portata ( l/sec) Volume di<br />
separazione(mc)<br />
Camera dei<br />
grassi (mc.)<br />
100 0,67 2,01 0,26<br />
200 1.34 4,02 0,53<br />
300 2,01 6,03 0,79<br />
400 2,68 8,04 1,02<br />
500 3,35 10,05 1,32<br />
11
CALCOLO DEL VOLUME DEI FANGHI<br />
Per il dimensionamento del volume del separatore dei fanghi, è necessario tener conto del<br />
possibile carico fangoso che accompagna le acque reflue in entrata all’impianto; a tal<br />
proposito si riportano in tabella 5 le aree e le tipologie di lavorazione con il relativo<br />
parametro.<br />
Tab 5*<br />
Valore Descrizione processo Parametro<br />
Minimo<br />
Medio<br />
Massimo<br />
* Tratto da DIN 1999 2° parte<br />
- Acque di processo con minime quantità di fango<br />
- Aree di raccolta acque piovane in cui non risultano<br />
apporti importanti di polveri e fango provocato dal<br />
traffico automobilistico (area di sosta autocisterne)<br />
- Distributori di carburanti lavaggio manuale di<br />
autoveicoli, lavaggio di pezzi meccanici<br />
- Aree di lavaggio Autopulman, autobus, ecc<br />
- Acque di scarico officine e piccoli autolavaggi<br />
- Imprese di approvvigionamento combustibili ,<br />
officine in genere<br />
- Aree di lavaggio macchine da cantiere, impianti di<br />
costruzione, macchine movimento terra<br />
-Grandi impianti di lavaggio automatico<br />
<strong>Impianti</strong> e imprese di autodemolizione<br />
Tenendo presente che il bacino d’utenza dei disoleatori ivi dimensionati si riferisce ad aree<br />
per lo stoccaggio di rottami di blocchi motori di qualsiasi auto mezzo e quindi si<br />
presuppone un apporto consistente di carico fangoso nelle acque reflue, per il<br />
dimensionamento del volume della camera per la raccolta dei fanghi si prende a priori il<br />
parametro 300 per cui il succitato volume si ricava dalla seguente formula:<br />
Vf = 300 x portata Q. (l/s)<br />
100<br />
200<br />
300<br />
12
Quindi, sempre ritornando alla nostra platea di mq. 100 con una portata di 0,67 l/s.<br />
avremo:<br />
Vf = 300 x 0,67/1000 = 0,20 mc.<br />
• Il valore 1000 è un fattore di conversione per uniformare le unita di misura<br />
Come per i volumi precedenti riportiamo i volumi dei fanghi per le diverse superfici di<br />
platea.<br />
Tab. 6<br />
Superficie ( mq.) Portata ( L/S) Volume di<br />
separazione(mc)<br />
Camera dei<br />
grassi (mc.)<br />
Camera dei<br />
fanghi (mc.)<br />
100 0,67 2,01 0,26 O,20<br />
200 1.34 4,02 0,53 0,40<br />
300 2,01 6,03 0,79 0,60<br />
400 2,68 8,04 1,05 0,80<br />
500 3,35 10,05 1,32 1,00<br />
600 4,02 12,06 1,58 1,20<br />
700 4,69 14,07 1,84 1,40<br />
A questo punto si è in grado di calcolare il disoleatore il quale volume sarà dato dalla<br />
somma dei tre volumi sopracitati;<br />
VANO DEGLI OLIi<br />
Vtot = Vs + Vg +Vf<br />
Veniamo ora al vano degli olii o al serbatoio degli olii, in detto vano vengono confluiti gli<br />
olii dalla camera dei grassi perciò gia separati dall’acqua e da altre sostanze solide.<br />
13
Come per la camera dei grassi i volumi sono stati desunti da esperienze e valutazione<br />
eseguite direttamente in cantiere considerando gli apporti medi in attività esistenti di<br />
rottamazione.<br />
Pertanto stimando uno svuotamento minimo ogni 6 mesi del vano degli olii con travaso<br />
degli stessi nella cisterna di deposito temporaneo* detto vano degli olii dovrà essere<br />
dimensionato in ragione di mc. 0,60 ogni 100 mq di platea.<br />
Il passaggio dell’olio dai due comparti dell’impianto può avvenire in diversi modi secondo<br />
le esigenze costruttive delle ditte produttrici. Normalmente detto passaggio può avvenire<br />
mediante l’attivazione di una valvola manuale, oppure automaticamente mediante una<br />
elettrovalvola collegata ad un sensore, oppure per sfioro.<br />
Ovviamente ogni singolo sistema di convogliamento dell’olio nel serbatoio deve essere<br />
dotato di sistema di allarme particolare che avvisi il conduttore dell’impianto quando la<br />
sostanza oleosa raggiungono livelli di guardia nel disoleatore.<br />
Il vano degli olii deve contenere emulsione oleosa pertanto le caratteristiche tecniche<br />
costruttive devono garantire costantemente il contenimento di detti liquidi pertanto le<br />
pareti del vano devono essere trattate con materiali(resine epossidiche, vetroresina,<br />
acciaio, ecc. ) che garantiscano nel tempo l’impermeabilità<br />
* Il deposito temporaneo è lo stoccaggio dei rifiuti prodotti in loco prima dello dello smaltimento<br />
ALLARMI.<br />
Per quanto riguarda i sistemi di allarme non si vuole entrare nello specifico in quanto in<br />
commercio esistono sistemi di vario tipo perciò si rimanda al costruttore dell’impianto di<br />
disoleazione la scelta del sistema più funzionale.<br />
L’unica prescrizione però che si ritiene indispensabile per quanto riguarda il sistema<br />
d’allarme è relativo al posizionamento di idonea apparecchiatura che segnali sia<br />
14
acusticamente sia visivamente la presenza di sostanza oleosa non emulsionata all’entrata<br />
del comparto di filtrazione.<br />
Alcuni tipi di sensori per l’olio.<br />
Altri sistemi d’allarme per ottimizzare la manutenzione all’impianto, possono essere<br />
installati nel passaggio dell’olio dal vano dei grassi al serbatoio dell’olio a seconda del<br />
sistema adottato, come specificato nel paragrafo precedente.<br />
Pertanto se è stata scelta come soluzione di immissione quella per sfioro, l’installazione di<br />
un sensore nel serbatoio dell’olio segnalerà quando detto serbatoio è pieno e deve essere<br />
vuotato. Oppure se viene individuato come sistema quello con l’apertura di una valvola da<br />
azionarsi manualmente ad opera del gestore dell’impianto dovrà essere installato un<br />
sensore nella camera di calma all’altezza del pelo libero massimo della camera dei grassi<br />
15
che segnali che il livello dell’olio separato ha raggiunto la sua massima altezza ; sempre<br />
nello stesso sistema dovrà essere installato il sensore se viene adottato il passaggio con<br />
elettrovalvola detto sensore aprirà automaticamente la valvola ogni qual volta viene<br />
raggiunto il livello di guardia.<br />
VANO DI FILTRAZIONE<br />
Veniamo ora all’altra uscita dal disoleatore, la prima, ampiamente descritta sopra, è quella<br />
dell’olio.<br />
Quella che sarà trattata ora è relativa all’uscita dal disoleatore dell’acqua depurata, che<br />
però prima dell’uscita deve essere sottoposta ad adeguato trattamento di filtrazione.<br />
I sistemi di filtrazione e il vano di filtrazione restano a discrezione della ditta costruttrice<br />
dell’impianto e per tali sistemi non si ritiene opportuno esprimere particolari prescrizioni.<br />
Ci si vuole invece soffermare sul tipo particolare di filtro da adottare in quanto l’esperienza<br />
sul controllo di detti impianti ha evidenziato l’efficienza e la migliore manutenzione di<br />
alcuni tipi di filtri rispetto ad altri.<br />
In particolare si esprimono delle perplessità sui filtri a carboni attivi in quanto è di difficile<br />
individuazione da parte del gestore dell’impianto il tempo di efficienza dei filtri, inoltre tali<br />
filtri comportano alti costi di manutenzione in particolare per la rigenerazione, e per<br />
ottimizzare la filtrazione devono lavorare con getto in pressione.<br />
Altro tipo di filtro da sconsigliare sono i filtri a sabbia o a quarzite per la complessità della<br />
manutenzione e per l’onerosità sostituzione.<br />
Vengono invece considerati funzionali i filtri a coalescenza,(vedi foto). In commercio se ne<br />
possono trovare di diversi tipi e possono essere inseriti in svariati sistemi nell’impianto di<br />
filtrazione. La manutenzione di detti filtri comporta un sistema di pulizia estremamente<br />
semplice in quanto i lavaggi, che normalmente devono essere eseguiti sulla platea in testa<br />
16
dell’impianto, sono estremamente facili e non necessitano di strumenti particolari.<br />
Alcuni campioni di filtri a coalescenza<br />
17
ELEMENTI PER IL DIMENSIONAMENTO DELL’IMPIANTO.<br />
Riassumendo quanto sopra si può stabilire a priori che i requisiti per il calcolo di un<br />
impianto di disoleazione a servizio di una platea per il deposito di blocchi motori sono i<br />
seguenti:<br />
Altezza pioggia max evento 40 mm/mq<br />
Coefficiente udrometrico 67 l/secxHa<br />
Velocita asensionale olio 0,5 m/ora<br />
Densità 0lio 0,90-0,95 g/cmc<br />
Tempo di separazione 50 min<br />
Produzione olio media 0,01 mc/mq anno<br />
Coefficiente per apporto fango 300<br />
Pulizia totale 1 volta anno<br />
Immissione dalla camera grassi al<br />
Serbatoio dell’olio 4 volte anno<br />
Svuotamento serbatoio olio 2 volte anno<br />
18
ESEMPIO DI CALCOLO<br />
Considerata conclusa la parte descrittiva dell’impianto si riporta di seguito un esempio di<br />
calcolo di un disoleatore a servizio di una platea di stoccaggio di motori di autoveicoli<br />
bonificati. Come esempio si considera una olatea di mq. 325.<br />
• Calcolo della portata<br />
325 x 67/10.000 = 2,18<br />
• Calcolo vano separazione<br />
2,18/1000 x 50 x60 =<br />
Calcolo vano dei grassi<br />
325 x 10 / 950 / 4 =<br />
• Calcolo vano dei fanghi<br />
300 x 2,18/1.000 =<br />
VOLUME TOTALE 6,54 + 0,85 + 0,65 = mc. 8,04<br />
• Calcolo serbatoio olio<br />
325 x 0,60 / 100 = mc. 1,95<br />
A questo punto il calcolo dell’impianto di disoleazione a servizio ad una platea di mq. 325<br />
si può considerare completo.<br />
6,54 mc.<br />
0,85 mc.<br />
0,65 mc.<br />
19
BIBLIOGRAFIA<br />
Masotti L. Depurazione delle acque tecniche ed impianti per il trattamento delle acque di<br />
rifiuto<br />
Edit. Calderini 1987<br />
E. De Fraja Frangipane, R.Vismara, Tecnologie depurative dei piccoli impianti di<br />
depurazione – Ingegneria ambientale, Quaderni, n° 20 1994<br />
E. De Fraja Frangipane, G. Pastorelli, Piccoli impianti di depurazione Manuale di<br />
progettazione Ediit. C.I.P.A. S.r.l. 1997<br />
L. Da Deppo, C. Datei; Fognature Edit. Libreria Cortina Padova 1997<br />
F. Durante, La depurazione delle acque di fognatura Edit. Hoepli 1992<br />
20