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4 Paradigma conflittuale.ppt_asc1.pdf - 49.35 Kb - Psicologia

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LE TEORIE CONFLITTUALI<br />

OLTRE (NON CONTRO) LA PROSPETTIVA<br />

INTERAZIONISTA<br />

• Ritorno a interessi per dinamiche macrosociali<br />

• Non rifiuto del contributo dell’interazionismo, ma<br />

sforzo di situare scoperte in contesto di analisi<br />

globale su sistema sociale<br />

• Riferimento alla prospettiva <strong>conflittuale</strong> come teoria<br />

generale della società (contrapposta a prospettiva<br />

consensuale (espressa in funzionalismo)<br />

• D’altra parte, riflessione su sistema non di carattere<br />

astratto, ma con riferimento a sistema dominante in<br />

società occidentali (capitalismo)<br />

• Accentuazione di interesse per criminalità e per<br />

diritto penale, abbandono di enfasi su devianza<br />

(senza vittime) e su norme sociali


DUE TRADIZIONI CONFLITTUALISTICHE<br />

TEORIE CONFLITTUALI NON<br />

MARXISTE<br />

CONFLITTO<br />

TEORIE CONFLITTUALI<br />

MARXISTE<br />

TRA GRUPPI TRA CLASSI<br />

PER POTERE IN SFERA PER INTERESSI IN SFERA<br />

POLITICA<br />

ECONOMICA<br />

NATURA PERMANENTE, NATURA STORICAMENTE<br />

CONNATURATA IN OGNI<br />

SISTEMA SOCIALE<br />

DETERMINATA<br />

SUA INEVITABILITÀ SUO POSSIBILE<br />

SUPERAMENTO<br />

• Teorie conflittuali non–marxiste: conflitto tra gruppi<br />

è aspetto permanente e inevitabile della vita sociale,<br />

trova origine in interesse per distribuzione del potere.<br />

• Aspetti salienti:<br />

⇒contesto intellettuale simile a quello in cui si<br />

afferma l’interazionismo, riflette la differenziazione<br />

sempre più marcata delle società occidentali;<br />

⇒opere importanti come quelle di GOULDNER, La<br />

crisi della sociologia e di DAHRENDORF, Uscire<br />

dall’utopia, pongono in luce una nuova visione della<br />

società e criticano la funzione conservatrice delle<br />

posizioni consensuali, del funzionalismo;


⇒le strategie riformiste che vedono la luce pongono<br />

l’accento sulle funzioni del conflitto, al contributo che<br />

da alle dinamiche sociali (vedi l’opera di COSER, Le<br />

funzioni del conflitto sociale)<br />

⇒la criminalità è vista come espressione di conflitto<br />

“non realistico” e come status attribuito a seguito di<br />

un processo di criminalizzazione di alcune categorie<br />

di individui trattati come “capri espiatori” (l’invenzione<br />

di un nemico interno rafforza la coesione e sposta<br />

l’attenzione da altri problemi e conflitti potenziali);<br />

⇒l’interesse principale è per analisi della legislazione<br />

e dei processi di criminalizzazione, come<br />

espressione del conflitto di interessi (già in BECKER)<br />

e come mezzo di alcuni gruppi di difendere i propri;<br />

⇒i limiti sono in una visione semplicistica, astorica,<br />

formalista del conflitto, nella riduzione dello scontro<br />

alla sfera del politico, nella sostanziale adesione alla<br />

visione pluralista e riformista dei sistemi sociali.<br />

• Teorie conflittuali di ispirazione marxista: conflitto<br />

tra classi ha fondamento nella struttura economica, la<br />

sua connotazione va storicizzata, il suo superamento<br />

è possibile in società alternativa.<br />

• Aspetti salienti:<br />

⇒cenni nell’opera di MARX ed ENGELS, sui nessi<br />

tra condizioni economiche, materiali di sfruttamento e<br />

criminalità, prostituzione, alcolismo; passi ironici di


demistificazione del perbenismo borghese sulla<br />

funzione del crimine;<br />

⇒più interessante la riflessione sulla natura dello<br />

Stato e del diritto: componenti essenziali della<br />

sovrastruttura del sistema capitalistico;<br />

⇒natura storicamente determinata della legislazione<br />

che ha reso criminali certi comportamenti e sua<br />

natura ideologica;<br />

⇒riferimento a criminologia marxista: opera di<br />

BONGER, attribuzione a capitalismo responsabilità<br />

delle diverse forme di criminalità;<br />

⇒limiti: riduzione economicistica del tema delle<br />

motivazioni, schematicità di riflessioni su leggi<br />

(spesso espressione di lotte tra interessi dominanti e<br />

interessi di altri, spesso espressione di interessi<br />

propri del sistema politico e delle burocrazie);<br />

⇒in sintesi lettura importante ma non esaustiva<br />

(necessaria, ma non sufficiente) per assenza di<br />

approfondimento di intreccio tra fattori materiali e<br />

sovrastrutturali (cosa che tenteranno, ad esempio,<br />

Taylor, Walton e Young)


LE CRIMINOLOGIE RADICALI E CRITICHE<br />

• Panorama complesso in contesti diversi nel periodo<br />

di grandi fermenti che va dalla fine degli anni<br />

sessanta alla metà degli anni ottanta.<br />

• Tutte le posizioni riconoscono l’importanza del<br />

contributo interazionista e lo innestano in una<br />

riflessione connotata in chiave ideologica e politica.<br />

• Tutte le posizioni sono frutto non solo di una<br />

riflessione intellettuale, ma maturano in un contesto<br />

di sociologia e criminologia militante, di opposizione<br />

e/o di partecipazione.<br />

STATI UNITI GRAN<br />

BRETAGNA<br />

sociologia<br />

liberal<br />

criminologia<br />

radical<br />

School of<br />

Criminology di<br />

Berkeley<br />

D. Chapman:<br />

Lo stereotipo del<br />

criminale<br />

NationalDeviancy<br />

Conference:<br />

approccio scettico<br />

romantico<br />

critico<br />

Taylor, Walton e<br />

Young:<br />

The New<br />

Criminology<br />

GERMANIA<br />

ITALIA<br />

sociologia<br />

partecipativa<br />

sociologia<br />

dell’emarginazione<br />

criminologia critica<br />

(sociologia<br />

giuridico-penale)


TEORIE RADICALI E CRITICHE: USA, G.B.,ITALIA<br />

LA NUOVA CRIMINOLOGIA NEGLI STATI UNITI<br />

• Processo di radicalizzazione delle posizioni con il<br />

passaggio dalla sociologia liberal alla criminologia<br />

radical<br />

• Interessi preminenti: violazioni dei diritti delle<br />

minoranze, illegalismi del potere, repressione delle<br />

istanze di libertà, violenza nelle carceri e ruolo delle<br />

istituzioni totali (es. istituzioni per l’infanzia)<br />

• Visione del deviante come vittima del sistema e<br />

come potenzialmente rivoluzionario (devianza come<br />

azione cripto politica)<br />

• L’orizzonte entro cui ci si pone non è più quello<br />

della tolleranza, della sospensione del giudizio, del<br />

rispetto delle diversità, ma quello rivoluzionario<br />

dell’abbattimento del sistema<br />

L’EVOLUZIONE DELLE POSIZIONI IN G.B.<br />

• D. Chapman con il suo libro Lo stereotipo del<br />

criminale (vedi testo, p. 152-153) mette l’accento su:<br />

⇒il peso che gli stereotipi hanno nel definire il<br />

quadro conoscitivo della criminalità;<br />

⇒i nessi tra stereotipo e situazioni di potere /<br />

appartenenza di classe degli attori sociali;<br />

⇒le funzioni assolte dallo stereotipo del criminale;


⇒le condizioni di immunità che sono godute da<br />

appartenenti alle classi dominanti (si parla di<br />

distribuzione differenziale dell’immunità);<br />

⇒il ruolo delle istituzioni di controllo e delle istituzioni<br />

totali nella creazione del crimine;<br />

⇒la circolarità tra processo di selezione del criminale<br />

e del rafforzamento dello stereotipo.<br />

• La National Deviancy Conference raggruppa una<br />

serie di studiosi interessati in principio a sviluppare,<br />

in contrapposizione al conservatorismo della<br />

criminologia ufficiale britannica, le intuizioni<br />

dell’interazionismo statunitense, per poi intrecciare<br />

tali contenuti con l’analisi marxista. Interesse posto:<br />

⇒ sul ruolo dei media nella costruzione della<br />

definizione e dello stereotipo e nel sostegno alle<br />

campagne di allarme sociale (fase scettica);<br />

⇒sulla valorizzazione dei significati attribuiti<br />

all’azione deviante da parte dei protagonisti e delle<br />

istanze di rottura con il sistema che la devianza<br />

(soprattutto quella “espressiva”, il non conformismo)<br />

implicitamente esprime (fase romantica);<br />

⇒sulla valenza politica della gestione della<br />

criminalità e della devianza e sull’uso degli stessi<br />

fenomeni da parte del potere all’interno del dibattito<br />

teorico sulla natura e i limiti dell’egemonia borghese<br />

nei paesi a capitalismo avanzato (fase critica).


• L’opera di Taylor, Walton e Young, The New<br />

Criminology rappresenta un punto di sintesi piuttosto<br />

importante per lo sforzo di sintesi di posizioni<br />

teoriche diverse in un quadro di riferimento coerente,<br />

in una teoria compiuta che tenga conto dei nessi tra<br />

aspetti evidenziati da approcci e discipline differenti<br />

(economia, sociologia, psicologia sociale)<br />

FONDAMENTI GENERALI<br />

<br />

FONDAMENTI IMMEDIATI<br />

<br />

ATTO DEVIANTE<br />

DEFINIZIONE / STIGMA<br />

CONSEGUENZE (IDENTITÀ / OPPORTUNITÀ)<br />

<br />

FONDAMENTI IMMEDIATI DELLA REAZIONE<br />

<br />

FONDAMENTI GENERALI DELLA REAZIONE


DALLA CRIMINOLOGIA CRITICA<br />

AL REALISMO DI SINISTRA<br />

LA CRIMINOLOGIA CRITICA IN ITALIA<br />

• La criminologia critica in Italia si salda con le<br />

riflessioni della sociologia giuridico-penale di<br />

ispirazione marxista e pone al centro del proprio<br />

interesse:<br />

⇒la ricostruzione della natura e delle funzioni del<br />

diritto penale in un’ottica conflittualistica<br />

⇒la denuncia del carattere ideologico dei suoi<br />

assunti (vedi i principi testo, p. 163)<br />

⇒la selezione operata dal diritto circa i beni protetti<br />

penalmente (connessa alla tutela degli interessi<br />

dominanti) e dei comportamenti ritenuti meritevoli di<br />

sanzione penale (criminalizzazione primaria)<br />

⇒i meccanismi di funzionamento del sistema penale<br />

di controllo della devianza in termini di selezione<br />

degli individui (o delle categorie di individui)<br />

meritevoli di stigmatizzazione penale tra tutti quelli<br />

che violano le norme (criminalizzazione secondaria)<br />

• Sul tema del processo di criminalizzazione e dei<br />

nessi tra probabilità di essere oggetti di tale processo<br />

e condizione di classe è interessante lo schema<br />

riassuntivo di elaborato sulla base dei differenti<br />

apporti di cui abbiamo parlato da COTTINO:


OSTACOLI AL PROCESSO DI<br />

CRIMINALIZZAZIONE<br />

IMPEDIMENTO DI DEFINIZIONE DELLA NORMA<br />

(NORMA ASSENTE)<br />

SE NO<br />

<br />

CREAZIONE DI OSTACOLI<br />

ALLA SUA APPLICAZIONE EFFICACE<br />

SE NO<br />

<br />

GODIMENTO DI IMMUNITÀ ISTITUZIONALI<br />

SE NO<br />

<br />

PROTEZIONE DELLA PRIVACY<br />

IN AMBIENTI ISTITUZIONALI O PRIVATI<br />

SE NO<br />

<br />

GODIMENTO DI VANTAGGI DERIVANTI<br />

DA POLITICHE DI CONTROLLO SELETTIVO<br />

SE NO<br />

<br />

UTILIZZO SAPIENTE DELLE PROCEDURE E DEGLI ASPETTI DI<br />

DISFUNZIONALITÀ DELLA GIUSTIZIA<br />

SE NO<br />

<br />

FRUIZIONE DI UN TRATTAMENTO DIFFERENZIALE DA PARTE<br />

DEI TRIBUNALI<br />

SE NO<br />

<br />

CRIMINALIZZAZIONE


• Oltre alle analisi, nell’ambito del dibattito della<br />

criminologia critica si sviluppano diversi ragionamenti<br />

sulle possibilità di incidere sulle situazioni<br />

evidenziate, in primo luogo sulla possibile struttura di<br />

un diritto penale “minimo” capace di tutelare i beni<br />

meritevoli di difesa e di evitare gli effetti perversi dei<br />

processi di criminalizzazione, sulle specificità del<br />

fenomeno della criminalità organizzata, sulla natura e<br />

le funzioni del carcere (anche con riferimento a<br />

FOUCAULT)<br />

LE CRITICHE ALLE POSIZIONI DELLA<br />

CRIMINOLOGIA CRITICA<br />

• Non falsificabilità empirica di molte delle asserzioni:<br />

molte petizioni di principio e affermazioni ideologiche<br />

• Assenza di un ampio programma di ricerche<br />

empiriche<br />

• Maggiore capacità di negazione e distruzione delle<br />

prospettive altre che non di costruzione di una<br />

proposta alternativa capace di uscire dal<br />

determinismo economico<br />

• Enfasi su aspetto strumentale (da parte delle classi<br />

dominanti) della legislazione penale porta a<br />

sottovalutare bisogni e problemi di sicurezza avvertiti<br />

anche da classi sottoposte.


NUOVO REALISMO (O REALISMO DI SINISTRA)<br />

• Interesse da parte di criminologi di sinistra di<br />

contrastare criminologia realista, amministrativa<br />

(avversione per teorie sociologiche, enfasi su scelta<br />

razionale o determinanti individuali, approccio<br />

pragmatico fondato su valorizzazione della<br />

deterrenza, inasprimento delle sanzioni, importanza<br />

misure di controllo e repressione affidate ad apparati<br />

di polizia, prevenzione situazionale, ecc.)<br />

• Osservazione dell’importanza della microcriminalità<br />

e dei problemi di sicurezza che interessano gli strati<br />

popolari: necessità di prendere sul serio i fatti, non<br />

limitandosi a lavorare sulla definizione degli stessi<br />

• Critica all’idealismo di sinistra, alla sottovalutazione<br />

del problema eziologico, alla attribuzione a tutto il<br />

diritto penale di un carattere sempre strumentale<br />

(mentre in buona parte difende beni generali e non<br />

solo interessi delle classi dominanti)<br />

• Proposta di accompagnare alla sociologia del diritto<br />

penale (ovvero della definizione) e del controllo<br />

(ovvero della criminalizzazione) una sociologia<br />

dell’infrazione (ovvero della sua natura), del crimine<br />

(ovvero delle sue cause), dell’attore sociale (ovvero<br />

delle scelte individuali).


• Punti qualificanti:<br />

⇒la criminalità è problema reale, vero, causa di<br />

sofferenza non inventata<br />

⇒è indispensabile una vittimologia accurata che<br />

guardi alle caratteristiche reali della criminalità<br />

partendo dai danni inferti, alle aree di vittimizzazione,<br />

ai rapporti vittima-aggressore (e si scoprirà che<br />

appartengono a medesimi contesti, ovvero che la<br />

violenza è intra-classista e intra-razziale)<br />

⇒esiste un problema di sicurezza che i media<br />

enfatizzano ma non creano<br />

⇒occorre riprendere il discorso sulle cause della<br />

criminalità (così trascurato a partire dalla svolta<br />

interazionista), collegando meglio il livello macro (il<br />

capitalismo e le sue contraddizioni strutturali) e il<br />

livello micro (le deprivazioni relative, i rapporti<br />

esistenti all’interno di specifiche aree socio-culturali)<br />

⇒obiettivo è battere l’impossibilismo e l’astrattezza<br />

per competere con le altre criminologie conservatrici<br />

(che hanno molto seguito proprio presso le classi<br />

popolari perché si pongono il problema della<br />

sicurezza da esse sentito come reale) sul terreno<br />

delle proposte, con una chiara impostazione<br />

riformistica.

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