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Il catalogo - Philip Watch

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14<br />

Chaux-de-Fonds<br />

Linea Chaux-de-Fonds<br />

Anni Quaranta<br />

Ref. 274-125<br />

Cronografo a due pulsanti<br />

Cassa in metallo cromato,<br />

con fondello a pressione in acciaio spazzolato,<br />

vetro in esalite<br />

Diametro: 39 mm<br />

Spessore: 12 mm<br />

Movimento meccanico a carica manuale,<br />

calibro ETA Valjoux 22,<br />

con minuti cronografi ci e secondi continui<br />

Quadrante in metallo con scala tachimetrica esterna.<br />

Cinturino in pelle, non originale.<br />

È un esemplare di epoca successiva al precedente, nonostante<br />

sia in condizioni peggiori: l’impostazione estetica<br />

è infatti più moderna, anche se il quadrante in metallo è<br />

molto ossidato, addirittura consumato, letteralmente.<br />

La cosa non deve stupire: si trattava di un problema usuale, in quel periodo storico,<br />

dovuto non tanto al fatto che nell’immediato dopoguerra era diffi cile reperire materiali<br />

di buona qualità, quanto alla totale assenza di impermeabilità tipica della quasi totalità<br />

degli orologi. I costruttori si rendevano conto dell’inconveniente e cercavano di risolvere<br />

il problema in vari modi: per il quadrante con l’utilizzo di vernici protettive che però<br />

avevano comunque un’effi cacia limitata nel tempo; miglior eff etto sortiva l’adozione<br />

di lancette e indici in oro, che assicuravano un’ottima leggibilità in grado di sfi dare gli<br />

anni, tant’è che ancora oggi, a fronte del degrado del quadrante, indici e lancette sono<br />

perfettamente conservati.<br />

Va sottolineato che, dal punto di vista tecnico, ricorrere agli indici applicati è un’operazione<br />

di gran lunga più costosa rispetto all’uso di indici stampati: il che dimostra la volontà<br />

di puntare sulle caratteristiche di rilievo (la buona leggibilità nel tempo), cercando<br />

invece di risparmiare sui dettagli meno signifi cativi. Sempre a proposito del quadrante,<br />

va notato come gli indici siano leggermente spostati verso l’interno per lasciare spazio<br />

alla scala tachimetrica, posizionata appunto sul perimetro esterno; a ore 12 è applicato<br />

un doppio indice, mentre nel contatore dei minuti (in corrispondenza del terzo, del<br />

sesto e del nono minuto) sono presenti 3 indici stampati.<br />

Oggi è diffi cile comprenderne il senso, ma una volta erano utilissimi per le chiamate<br />

interurbane il cui costo raddoppiava ogni tre minuti. Ciascun indice corrisponde ad un<br />

intervallo di tre minuti e ciò consentiva, magari calcolando i tempi con un po’ di prudenza,<br />

di gestire al meglio la chiamata tenendone sotto controllo il costo.

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