01.06.2013 Views

Scheda 017 - Comune di Orbetello

Scheda 017 - Comune di Orbetello

Scheda 017 - Comune di Orbetello

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

-<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Orbetello</strong>- - E<strong>di</strong>fici monumentali-<br />

<strong>Scheda</strong> N°: <strong>017</strong><br />

Oggetto: POGGIO DI TALAMONACCIO COLLE DI BENGODI mo<strong>di</strong>ficata in seguito alle<br />

osservazioni<br />

Vincoli D.LGS 42/2004: art.10 D. Lgs. 42\2004, Art.2 D. Lgs. 62 del 26\3\08 D.M 24\9\1976, vincolo ai sensi<br />

dell’art. 136 del D. Lgs. 42\2004 e D. Lgs 63 del 26\3\08 apposto con D.M 10\12\1962<br />

Altri Vincoli: vincolo area contigua al Parco Naturale della Maremma L.R. n. 24\94, Legge Quadro su aree protette<br />

31\07\1991, Piano per il Parco art. 13 L.R. n. 24\94 adottata dal consiglio Direttivo 29\10\07 Delibera N 60, PTC<br />

approvato dal C.R. con D. N 431 del 29\07\1977<br />

Ubicazione: Colle <strong>di</strong> Bengo<strong>di</strong> e Promontorio <strong>di</strong> Talamonaccio, in corrispondenza della foce dell’Osa, altitu<strong>di</strong>ne m<br />

30 s.l.m.<br />

Catasto Leopol<strong>di</strong>no: la carta è danneggiata non consultabile<br />

Catasto attuale: F. 12 part. 133,152,193,218,219,220,232,249,269,270,272,273,274,159,169,198,154, 201,<br />

203,206,207,208,250,221,222,231,215sub 3,233,235,215 sub 1-2,216,217,234,248,252,261,265<br />

Tipologia: area <strong>di</strong> interesse archeologico<br />

Proprietà: vari. privati<br />

Uso attuale: nessuno<br />

Epoca <strong>di</strong> costruzione: : antica<br />

Notizie storiche: L’antica Tèlamon si è spostata più volte nel tempo, in età arcaica VII-.VI sec a.C. nell’arco <strong>di</strong><br />

tempo che va dall’età del bronzo alla prima età del ferro, sorgeva sul poggio <strong>di</strong> Bengo<strong>di</strong>, nei pressi del quale i lavori <strong>di</strong><br />

bonifica hanno permesso il recupero <strong>di</strong> reperti riconducibili ad un tempio, più antico <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> Talamonaccio, del<br />

quale conosciamo un’antefissa e un frammento <strong>di</strong> lastra <strong>di</strong> rivestimento. Il porto etrusco era in loc La Puntata e aveva<br />

la funzione <strong>di</strong> sbocco a mare <strong>di</strong> Doganella. In questo luogo continuò a funzionare anche in epoca romana fino alla<br />

<strong>di</strong>struzione avvenuta per opera <strong>di</strong> Silla nell’80 a.C.i materiale raccolti sembrano più antichi del II sec a.C. Nelle pen<strong>di</strong>ci<br />

settentrionali del poggio <strong>di</strong> Bengo<strong>di</strong>, in località Pietra Vergine, è stata riportata alla luce, poco sopra il livello del mare e<br />

quasi interrata nella scogliera, una fontana, costruita con blocchi e coperta, che era servita da un acquedotto scavato<br />

nella roccia, a tratti protetto da tegole e interrotto da un pozzo <strong>di</strong> decantazione. Presso la fonte sono stati ritrovati pochi<br />

resti appartenenti ad una villa romana. Sempre sulle falde settentrionali del colle <strong>di</strong> Bengo<strong>di</strong>, vicino alla fontana, è stata<br />

ritrovata una piccola necropoli <strong>di</strong> tombe incinerati con monete <strong>di</strong> età imperiale.<br />

Nel IV sec il centro abitato fu rifondato sul colle <strong>di</strong> Talamonaccio e circondato da una cinta muraria doppia <strong>di</strong> cui quella<br />

interna a blocchetti, quella esterna in opera poligonale. La prima fase dell’inse<strong>di</strong>amento è stata documentata con tombe<br />

a pozzo, la seconda con tombe a cassa <strong>di</strong> tufo.<br />

La cima del poggio fu poi abbandonata dal I sec a.C. fino al VI d.C. quando fu occupata dall’abitato fortificato detto<br />

Marta., come centro <strong>di</strong> resistenza bizantina contro i longobar<strong>di</strong>, ma questo pare non sia durato oltre il VII sec. Presso i<br />

ruderi della torre detta La Marta sono state riportate alla luce alcune tombe longobarde a fossa rettangolare coperte <strong>di</strong><br />

lastroni <strong>di</strong> calce e <strong>di</strong>sposte in file parallele secondo uno stesso orientamento. Nel XIII sec il luogo pare sia stato <strong>di</strong><br />

proprietà dell’Abbazia <strong>di</strong> S. Salvatore del Monte Amiata, ma contemporaneamente era tenuto sotto il controllo degli<br />

Aldobrandeschi.<br />

Il tempio <strong>di</strong> Talamonaccio, costruito nella II metà del IV sec.a.C., etrusco in territorio etrusco de<strong>di</strong>cato a Tinia ed a una<br />

sua faredra in un luogo anticamente occupato, ma allora in abbandono, fu per lungo tempo <strong>di</strong> riferimento alla<br />

popolazione locale, composta da etruschi superstiti e da coloni romani. Mario capo dei populares romani, in lotta contro<br />

l’aristocratico Silla, trovò nell’87 a.C. un’ampia base <strong>di</strong> reclutamento per il suo esercito, così Silla, secondo alcune<br />

fonti, <strong>di</strong>strusse il tempio ed il centro abitato ma, alla luce delle nuove scoperte, ciò non sembra probabile.<br />

Il tempio costituiva un riferimento per le navi provenienti da sud, ma non era visibile da nord, era <strong>di</strong> tipo etrusco–italico<br />

con quattro colonne sulla fronte e la parte posteriore chiusa, non è dato sapere se la cella comprendesse l’intera<br />

larghezza del po<strong>di</strong>o, sembrerebbe avere due ambulacri ai lati. Lo spiazzo antistante era lastricato con blocchi <strong>di</strong> tufo. Le<br />

modanature del po<strong>di</strong>o erano in calcare bianco, mentre le colonne erano tornite nel nenfro grigio-azzurro <strong>di</strong> Vulci. Non<br />

sono note le basi ed i capitelli, il tetto era coperto con pesanti tegole. Quando fu ristrutturato, una doppia fila <strong>di</strong> colonne<br />

prese il posto <strong>di</strong> una fila singola, forse a quel momento fu inserito l’ampio frontone con il mito dei “Sette a Tebe”.<br />

Dopo il 1000 a.C. il tempio fu <strong>di</strong>strutto da un incen<strong>di</strong>o e non più rie<strong>di</strong>ficato.<br />

Nel carta catastale del 1824 la zona relativa al poggio <strong>di</strong> Talamonaccio fino a Bengo<strong>di</strong> è andata <strong>di</strong>strutta. Alessandro<br />

Francois, noto scopritore <strong>di</strong> antichi monumenti etruschi, nel 1850 riconobbe sul colle <strong>di</strong> Talamonaccio, come etrusche,<br />

resti <strong>di</strong> mura <strong>di</strong> fondazione. Nel 1876 il marchese Carlo Strozzi e Francesco Vivarelli, proprietario del fondo,<br />

eseguirono degli scavi sulla cima del colle in prossimità della “Torre Vecchia”, demolita nel nel 1887 che riportarono al<br />

ritrovamento del tesoro dei bronzi, noto come “ripostiglio Strozzi”. Dal 1887 al 1892 sul poggio <strong>di</strong> Talamonaccio<br />

1


furono effettuati imponenti lavori e<strong>di</strong>lizi dal Genio Militare dove si localizzò definitivamente la Telamone etrusca, un<br />

“oppidum” <strong>di</strong> un chilometro <strong>di</strong> perimetro ubicato sulla cima, cinto da doppie mura <strong>di</strong> rinforzo (IV-III sec. a.C.). Nel<br />

1892 vennero scoperte alcune tombe sul pen<strong>di</strong>o settentrionale del colle. venne scoperta una cisterna e molti frammenti<br />

del rilievo frontonale, ma a quel tempo la planimetria del tempio non fu riconosciuta, si dovettero attendere ulteriori<br />

scavi effettuati nel 1960 per avere ulteriori chiarimenti. Sulla cima Nord-Ovest del poggio vennero alla luce 54 oggetti<br />

in miniatura <strong>di</strong> bronzo raffiguranti armi ed attrezzi agricoli, il cosiddetto “ripostiglio del Genio Militare”. Durante gli<br />

stessi scavi riaffiorarono i primi resti <strong>di</strong> fondazione <strong>di</strong> un tempio ed un gran numero <strong>di</strong> frammenti figurativi <strong>di</strong> terracotta<br />

relativi al suo rilievo frontonale. Fino alla seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, il colle fu zona militare.<br />

Descrizione: il luogo è sede dell’antica città <strong>di</strong> Telamon, dello scalo marittimo, <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio templare datato ai<br />

primi del II sec a.C., <strong>di</strong> numerose tombe che vanno dall’età del ferro ai sepolcri romani della seconda metà del II<br />

sec.a.C. <strong>di</strong> numerose tombe longobarde e <strong>di</strong> sepolcri me<strong>di</strong>oevali, <strong>di</strong> numerosi ripostigli che hanno restituito reperti<br />

dell’età del bronzo e del ferro, dei resti <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio templare etrusco della fase jonica-attica, <strong>di</strong> tracce <strong>di</strong> ruderi <strong>di</strong> età<br />

romana relativi forse ad una piscina ed inoltre resti <strong>di</strong> un ponte romano a quattro arcate con tracce dell’antica via<br />

Aurelia<br />

Stato <strong>di</strong> conservazione:<br />

Rapporto con il contesto: <strong>di</strong> valore assai elevato per il rapporto <strong>di</strong> dominanza con il sistema delle alture e delle<br />

acque.<br />

Pertinenze: l’ambiente circostante è tipico della macchia me<strong>di</strong>terranea<br />

Altro: il tempio facilmente visibile lungo la strada che provenendo da Roma prosegue verso il nord<br />

Bibliografia:<br />

M. Torelli, Atlante dei siti archeologici della Toscana, Roma,1992,p. 540,541<br />

M. Celuzza, Guida alla Maremma antica, Siena,1993,p.183<br />

Museo archeologico <strong>di</strong> Firenze, Talamone il mito dei sette a Tebe, Firenze, 1982<br />

E. Guidoni / L.Pieroni – Talamone – Bonsignori e<strong>di</strong>tore – Roma 1994<br />

A.Caran<strong>di</strong>ni, F.Cambi, Paesaggi d’Etruria, Roma, 2002<br />

Categoria <strong>di</strong> intervento: a cura dell’ufficio <strong>di</strong> piano<br />

Prescrizioni: nelle succitate aree è fatto <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> costruire immobili <strong>di</strong> qualsiasi genere e <strong>di</strong>mensioni, <strong>di</strong> effettuare<br />

coltivazioni intensive me<strong>di</strong>ante aratura meccanica, <strong>di</strong> porre a <strong>di</strong>mora piante <strong>di</strong> alto fusto anche in sostituzione <strong>di</strong> quelle<br />

esistenti e in caso <strong>di</strong> morte <strong>di</strong> queste <strong>di</strong> estrarre l’apparato ra<strong>di</strong>cale me<strong>di</strong>ante scasso, limitandone l’abbattimento alla<br />

resezione del fusto alla base. Di scavare pozzi, canalizzazioni e qualsiasi tipo <strong>di</strong> apprestamento idraulico o igienico. Di<br />

permettere campeggio o collocazione anche temporanea <strong>di</strong> strutture prefabbricate,<strong>di</strong> consentire, pascoli bivacchi, cucine<br />

all’aperto e quant’altro possa impe<strong>di</strong>re la go<strong>di</strong>bilità dei ruderi. Di <strong>di</strong>struggere la vegetazione esistente che certamente<br />

corrisponde a quella antica.<br />

Materiali ammissibili: solo quelli ammessi dalla Soprintendenza Archeologica<br />

Coloriture:<br />

Evoluzione 1<br />

Stato attuale foto 10<strong>017</strong>58-10<strong>017</strong>58 -1762<br />

2


100_1758<br />

100_1759<br />

100_1762


<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Orbetello</strong>- Storia ed evoluzione degli inse<strong>di</strong>amenti importanti per<br />

la valenza storica e per l’identità territoriale”<br />

<strong>Scheda</strong> N°: <strong>017</strong> A<br />

Oggetto:FORTINO DI GARIBALDI<br />

Vincoli D.LGS 42/2004:, vincolo ai sensi dell’art. 136 del D. Lgs. 42\2004 e D. Lgs 63 del 26\3\08 apposto con<br />

D.M 10\12\1962<br />

Visto che tutto il territorio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Orbetello</strong> si trova ad alto rischio <strong>di</strong> ritrovamenti <strong>di</strong> interesse archeologico si<br />

ricorda ai sensi dell’ art .90 del D.Lgs. 42\2004, integrato dal D. Lgs. 62 del 26\3\08 che ove non sussista un vincolo<br />

<strong>di</strong>retto “chi scopre fortuitamente cose mobili o immobili in<strong>di</strong>cate nell’art. 10 ne fa denuncia entro 24 ore al<br />

Soprintendente o al Sindaco…” ”Della scoperta fortuita sono informati, a cura del Soprintendente, anche i carabinieri<br />

preposti alla tutela del patrimonio culturale”<br />

Altri Vincoli: vincolo area contigua al Parco Naturale della Maremma L.R. n. 24\94, Legge Quadro su aree protette<br />

31\07\1991, Piano per il Parco art. 13 L.R. n. 24\94 adottata dal consiglio Direttivo 29\10\07 Delibera N 60, PTC<br />

approvato dal C.R. con D. N 431 del 29\07\1977<br />

Ubicazione: poggio <strong>di</strong> Talamonaccio<br />

Catasto Leopol<strong>di</strong>no:la carta, redatta dal geom Luigi Baglini nel 1824, è precedente alla costruzione del forte<br />

Catasto attuale: F.12, part. 364,365,366,367,368,369,370,371,372,373,374,375,376,377,378,379,380,381,<br />

382,383, 384,385,386, 387,388,389,390,391,393,394, 395,396,397406,407,408,412<br />

Tipologia: ex Fortino<br />

Proprietà: privata <strong>di</strong>visa in più appartamenti<br />

Uso attuale: civile abitazione<br />

Epoca <strong>di</strong> costruzione: costruito fra il 1888 ed il 1892<br />

Notizie storiche: L’invenzione della polvere da sparo mo<strong>di</strong>ficò i concetto <strong>di</strong> fortificazione me<strong>di</strong>oevale, così<br />

l’evoluzione dell’artiglieria mo<strong>di</strong>ficò nuovamente la metodologia del combattimento. La strategia <strong>di</strong>fensiva nei primi<br />

trent’anni del Regno d’Italia era orientata sulla <strong>di</strong>fesa delle frontiere sia terrestri che marittime, così furono fortificati i<br />

valichi alpini e i centri costieri più importanti. Le fortificazioni costiere dovevano servire <strong>di</strong> appoggio alle truppe<br />

mobili che cercavano <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re gli sbarchi, <strong>di</strong> rifugio e <strong>di</strong> approvvigionamento materiali concorrendo così alla <strong>di</strong>fesa<br />

dei porti. In questo caso consideriamo anche, nella collocazione strategica dei luoghi, la vicinanza alla rete viaria ed alla<br />

ferrovia che congiungono Roma con gli altri porti italiani e <strong>di</strong> conseguenza da questo luogo potevano facilmente<br />

partire truppe <strong>di</strong> attacco o <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa..<br />

Il Fortino <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> presenta caratteri tali da essere definito coevo con il forte del Pozzarello, costruito alla fine del<br />

XIX secolo a Monte Argentario e necessario per completare con esso la copertura <strong>di</strong>fensiva <strong>di</strong> questo tratto <strong>di</strong> costa fino<br />

a Talamone. Queste fortificazioni e<strong>di</strong>ficate quando ormai lo Stato dei Presi<strong>di</strong> era stato incorporato nel Regno d’Etruria<br />

<strong>di</strong>mostrano l’importanza strategica <strong>di</strong> questo territorio non solo in funzione della <strong>di</strong>fesa costiera, ma anche in funzione<br />

della <strong>di</strong>fesa nazionale.<br />

Il fortino sul poggio <strong>di</strong> Talamonaccio è stato costruito fra il 1888 ed il 1892, venne nominato in occasione degli scavi<br />

necessari alla sua costruzione in quanto vennero alla luce i reperti archeologici della necropoli etrusca che, per questo<br />

lavoro, fu notevolmente deturpata. La stessa fine toccò all’abitato, furono <strong>di</strong>strutte due cinte murarie case e strade<br />

riferibili al centro etrusco del IV secolo avanti Cristo e all’abitato alto me<strong>di</strong>evale. L’11 maggio 1892, sempre in<br />

occasione degli scavi, fu scoperta una cisterna dentro la quale furono trovati numerosi frammenti del frontone dei “<br />

Sette <strong>di</strong> Tebe”che ornava il frontone del tempio <strong>di</strong> Talamonaccio.<br />

Descrizione: I due forti sono stati costruiti all’interno dei promontori in maniera tale da rimanere totalmente celati<br />

alla vista e invulnerabili dal tiro dell’artiglieria navale e dal bombardamento aereo.<br />

L’immagine attuale del Fortino <strong>di</strong> Garibal<strong>di</strong> è estremamente compromessa in quanto la trasformazione in appartamenti<br />

per civile abitazione, costruiti nei locali sotterranei, ne ha trasformato enormemente la struttura. E’ sempre visibile il<br />

prospetto frontale, in pietra finemente lavorata a filaretto e scan<strong>di</strong>ta da aperture. L’ ampia zona interrata comprende<br />

gran<strong>di</strong> stanze circondate da corridoi che avevano funzione <strong>di</strong> depositi militari per le poveri e per il materiale bellico.<br />

Stato <strong>di</strong> conservazione: la trasformazione ne ha compromesso i caratteri costruttivi<br />

Rapporto con il contesto: si inserisce nel contesto del Poggio <strong>di</strong> Talamonaccio ove si è tenuti ad osservare la<br />

massima tutela ambientale<br />

Pertinenze: l’area circostante può essere <strong>di</strong> estremo interesse archeologico in quanto per costruire<br />

l’attuale e<strong>di</strong>ficio sono state rimosse costruzioni <strong>di</strong> età etrusca ed alto me<strong>di</strong>evale che, in parte<br />

possono essere ancora reperibili nel sottosolo, si ritengono in<strong>di</strong>spensabili scavi archeologici prima<br />

<strong>di</strong> ciascun intervento<br />

3


Altro il fortino non è visibile dalla via Aurelia, ma si nota solo per via aerea. Attualmente, essendo <strong>di</strong> proprietà privata,<br />

non è accessibile al pubblico.<br />

Categoria <strong>di</strong> intervento: a cura dell’ufficio <strong>di</strong> piano<br />

Prescrizioni: solo interventi <strong>di</strong> restauro e tali da non danneggiare ulteriormente la struttura rimasta<br />

Materiali ammissibili: solo quelli compatibili ed assimilabili all’esistente, intonaci con malte a base <strong>di</strong> calce messi<br />

in opera senza guide, infissi in legno e soprattutto si dovrebbe salvaguardare l’identità dell’insieme.<br />

Coloriture: l’immagine esterna è data dalla pietra calcarea grigia<br />

Si ricorda che secondo l’art.154 del D. Lgs 63 del 26\3\08 le tinteggiature delle facciate dei fabbricati situati nelle aree<br />

contemplate dalle lettere c) e d) dell’art. 136 comma 1 o dalla lettera m dell’art. 142 comma 1 devono essere tinteggiate<br />

con un colore che armonizzi con la bellezza d’insiemE<br />

Stato attuale foto: da 10<strong>017</strong>39 a 10<strong>017</strong>57, 1765,1766,1768,1769,1770<br />

4


100_1739<br />

Stato attuale<br />

100_1757<br />

Stato attuale<br />

100_1765<br />

Stato attuale


100_1766<br />

Stato attuale<br />

100_1766<br />

Stato attuale<br />

100_1768<br />

Stato attuale


100_1769<br />

Stato attuale<br />

100_1770<br />

Stato attuale<br />

100_1739<br />

Stato attuale


100_1740<br />

100_1741<br />

100_1742


100_1743<br />

100_1744<br />

100_1745


100_1746<br />

100_1747<br />

100_1748


100_1749<br />

100_1750<br />

100_1751


100_1752<br />

100_1753<br />

100_1754


100_1755<br />

100_1756<br />

100_1757


100_1765<br />

Stato attuale<br />

100_1766<br />

Stato attuale<br />

100_1768


100_1769<br />

100_1770

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!